Ci aspetta un periodo di deflazione? e gli immobili? (1 Viewer)

peleg3

Nuovo forumer
Per l'Italia la ripresa passa
attraverso la deflazione

MILANO. Ora ci aspetta la deflazione. Così titola l’ultimo studio di Morgan Stanley, firmato da Vincenzo Guzzo, sull’economia italiana, secondo cui per rimettere a posto i conti con l’estero, il nostro paese è destinato a passare attraverso una fase di deflazione, processo per cui i prezzi dei beni e dei servizi tendono progressivamente a diminuire. Lo spunto è offerto dai dati deludenti pubblicati la scorsa settimana dall’Istat sul deficit della bilancia commerciale, che hanno mostrato per il periodo gennaio –aprile un deficit di 5,8 miliardi, il peggiore dal 1991. Questi numeri – commenta Guzzo – non stupiscono più di tanto, se si considera che sono riferiti ad un paese il cui tasso di cambio reale ha subito un apprezzamento significativo negli ultimi anni.
Quale la ricetta per uscire dalla crisi di competitività in cui è caduta l’Italia? Per Guzzo l’unica strada da imboccare è quella del taglio del costo del lavoro. ‘Teoricamente – spiega l’economista – per tornare ai livelli di competitività del 99, l’Italia dovrebbe avere una moneta più debole del 25% rispetto ai livelli attuali, correzione che al momento risulta improbabile’.

In un contesto in cui, tra l’altro, l’Italia sta perdendo vistosamente terreno nel commercio con i partner europei, l’unica leva su cui appare necessario agire è quella del differenziale dei costi. Processo, quest’ultimo, che appare pieno di ostacoli a causa della rigidità del mercato del lavoro e la presenza di un settore dei servizi caratterizzato da protezionismo. Mentre negli ultimi anni – nota Guzzo – l’Italia è riuscita a creare nuovi posti di lavoro flessibili, la cassa integrazione resta un tabù. Nel sistema attuale, le aziende, non sono in grado di assorbire tutta la forza lavoro sul mercato senza incorrere in un aumento del costo del lavoro. Ma queste barriere – dice Guzzo – sono destinate ad essere abbattute sotto la spinta della crescente globalizzazione del mercato. L’effetto – conclude l’economista – sarà quello di una ripresa della crescita, anche se prima di arrivare a questo punto sarà necessario un passaggio intermedio in una fase di deflazione.

Inserisco questo interessante spunto in quanto ricordo che il Giappone è reduce da un periodo di lunga deflazione che ha avuto un impatto particolarmente importante sui prezzi degli immobili, che si sono ridotti in maniera vistosissima (credo anche -70%).
Condividete questa analisi o meno? Siamo prossimo ad un periodo come quello che ha coinvolto il Giappone negli anni '90?

Saluti a tutti.
Peleg :-?
 

pocopoco

Nuovo forumer
io penso che il mercato immobiliare abbia avuto un buon rialzo.. ora penso che una flessione sia più che attendibile... o no?
 

Fernando'S

Forumer storico
peleg3 ha scritto:
Per l'Italia la ripresa passa
attraverso la deflazione
................
Inserisco questo interessante spunto in quanto ricordo che il Giappone è reduce da un periodo di lunga deflazione che ha avuto un impatto particolarmente importante sui prezzi degli immobili, che si sono ridotti in maniera vistosissima (credo anche -70%).
Condividete questa analisi o meno? Siamo prossimo ad un periodo come quello che ha coinvolto il Giappone negli anni '90?

Saluti a tutti.
Peleg :-?
interessante
...... in giappone gli immobili sono crollati di un -70% e cosa è successo ? Mi sovviene questa domanda perchè è notorio che, in italia di sicuro, per contrarre un qualunque debito si chiede a garanzia un immobile.

Se il valore dell'immobile crolla del 70% cosa fanno le banche??
 

f4f

翠鸟科
Fernando'S ha scritto:
peleg3 ha scritto:
Per l'Italia la ripresa passa
attraverso la deflazione
................
Inserisco questo interessante spunto in quanto ricordo che il Giappone è reduce da un periodo di lunga deflazione che ha avuto un impatto particolarmente importante sui prezzi degli immobili, che si sono ridotti in maniera vistosissima (credo anche -70%).
Condividete questa analisi o meno? Siamo prossimo ad un periodo come quello che ha coinvolto il Giappone negli anni '90?

Saluti a tutti.
Peleg :-?
interessante
...... in giappone gli immobili sono crollati di un -70% e cosa è successo ? Mi sovviene questa domanda perchè è notorio che, in italia di sicuro, per contrarre un qualunque debito si chiede a garanzia un immobile.

Se il valore dell'immobile crolla del 70% cosa fanno le banche??

domanda bella davvero
credo ( credo eh) non accada nulla SE si continua a pagare le rate
l'immobile è dato a garanzia ... ma nessuno può imporre un 'adeguamento del margine' sul mercato immobiliare
tra l'altro, questo è il motivo per cui, storicamente, le banche hanno accettato mutui pari al 50/60/75% max del valore dell'immobile

adesso che finanzionano fino al 95% ( vedi banca Intesa) non so come finirebbe, ma siccome i signori son furbacchioni assai avranno già messo in piedi qualche ricopertura

o, a proposito
mi pare che in Jappon è finita che qualche banca sia fallita :smile:
 

VOLANTE 1

Forumer attivo
Fernando'S ha scritto:
peleg3 ha scritto:
Per l'Italia la ripresa passa
attraverso la deflazione
................
Inserisco questo interessante spunto in quanto ricordo che il Giappone è reduce da un periodo di lunga deflazione che ha avuto un impatto particolarmente importante sui prezzi degli immobili, che si sono ridotti in maniera vistosissima (credo anche -70%).
Condividete questa analisi o meno? Siamo prossimo ad un periodo come quello che ha coinvolto il Giappone negli anni '90?

Saluti a tutti.
Peleg :-?
interessante
...... in giappone gli immobili sono crollati di un -70% e cosa è successo ? Mi sovviene questa domanda perchè è notorio che, in italia di sicuro, per contrarre un qualunque debito si chiede a garanzia un immobile.

Se il valore dell'immobile crolla del 70% cosa fanno le banche??

Non è pensabile un paragone con il Giappone. Là la bolla è stata memorabile. A Tokio un mq all'inizio degli anni '90 costava qualcosa come 100 milioni delle vecchie lire, uno dei boom più devastanti della storia del mercato immobiliare. In Italia negli ultimi anni c'è stato sì un aumento ma non in proporzioni da innescare crisi finanziarie. Certamente una fase laterale-ribassista del mercato è nelle previsioni.
 

generali1984

Forumer storico
La bolla immobiliare in Giappone ha , credo , un solo precedente
come livello di bolla .....quella dei tulipani :rolleyes:

Mi sembra di ricordare che il valore <<<stimato>>> del parco imperiale
era pari all'intera California , un buco da 40mq Tokio Centrale
svariati milioni di dollarozzi ............non era una bolla ......era fantascienza :rolleyes:
 

generali1984

Forumer storico
A proposito , in Giappone la deflazione non mi sembra ancora passata ,
e sarebbe bene ricordare che un Giapponese compra Giapponese ,
nel bene o nel male l'import è limitato dalla scarsa vene esterofila
e dall'amor di patria degli omini del sol levante ...........
.........probabilmente da noi sarebbe una strage soprattutto verso i conti con l'estero , ma forse sto esagerando .
 

raider

Nuovo forumer
generali1984 ha scritto:
La bolla immobiliare in Giappone ha , credo , un solo precedente
come livello di bolla .....quella dei tulipani :rolleyes:

Mi sembra di ricordare che il valore <<<stimato>>> del parco imperiale
era pari all'intera California , un buco da 40mq Tokio Centrale
svariati milioni di dollarozzi ............non era una bolla ......era fantascienza
:rolleyes:

Certamente i prezzi degli immobili che vennero raggiunti allora in Giappone furono, anche in rapporto all'epoca, stratosferici, ma i prezzi "comuni" raggiunti da immobili di "pregio" (basta che non siano in condizioni pietose son di pregio) in zone centrali di Milano e/o Roma a 12/15.000 Euro mq. non e' che abbiano molta logica se rapportati al reddito medio della comune medio-alta borghesia.

Per non parlare poi dei prezzi stratosferici raggiunti per alcune tipologie di appartamento nelle zone centrali delle metropoli statunitensi, roba da fare il 6 al SuperEnalotto per poter iniziare a trattarli.

Ciao,

Raider
 

raider

Nuovo forumer
Bolla Immobiliare

Articolo tratto da SoldiOnline

Quale futuro per il bull market immobiliare?
di Rocki Gialanella

3 gennaio 2005 -1.-1

Anche il 2004 si è rivelato un anno favorevole al mercato degli immobili. Limitatamente al Bel Paese, la crescita dei prezzi negli ultimi dodici mesi si è fermata al + 9,7% rispetto al + 10,6% registrato nel 2003. Ma quali sono i rischi derivanti da un trend che non ha eguali in termini di forza, durata e ubiquità




Negli ultimi tre anni, il valore complessivo della proprietà immobiliare nei paesi industrializzati ha sperimentato una crescita che va dai 20 trilioni di dollari a 60 trilioni di Usd. Anche se tale incremento è in larga parte imputabile al declino del biglietto verde, il balzo rimane comunque al di sopra del balzo di 10 trilioni di dollari messo a segno dal mercato azionario alla fine degli anni Novanta. A questo punto, molti esperti si stanno chiedendo se ci troviamo dinanzi alla più grande bolla speculativa della storia dei mercati finanziari.
Fatta eccezione per Germania, Giappone e Hong Kong, il periodo 1997- 2004 è stato caratterizzato da un’impennata dei prezzi degli immobili in tutti i paesi industrializzati.

In un recente studio pubblicato dall’Economist, gli esperti del settimanale britannico hanno sottolineato che le quotazioni degli immobili si trovano su livelli record in relazione ai redditi dei cittadini di Stati Uniti, Australia, Gran Bretagna, Francia, Irlanda, Olanda, Nuova Zelanda e Spagna.

In altre parole, il ratio prezzi degli immobili/ reddito medio si troverebbe su valori che hanno già dimostrato di essere insostenibili nel passato.

Un rapido sguardo alla media dei ratio prezzo degli immobili/reddito medio per il mercato Usa nel periodo 1975- 2000, dimostra che le attuali quotazioni del mercato immobiliare statunitense sono sopravvalutate del 30%.

In siffatto contesto, alcuni esperti sostengono che la persistenza di tassi di interesse reali molto bassi potrebbe costituire l’unica variabile in grado di sostenere nel medio periodo un ratio anomalo.
Un esempio dell’importanza di tale variabile è riscontrabile nel forte abbassamento dei tassi reali per Spagna e Irlanda nel periodo immediatamente successivo al loro ingresso nella zona euro. In pratica, l’adozione della valuta unica ha comportato un netto calo del costo del denaro e dell’inflazione. Lo stesso trend ha coinvolto anche l’Italia. Un altro gruppo di esperti sostiene invece che la presenza di bassi tassi di interesse non può spiegare da sola il bull market immobiliare degli ultimi anni.

Il Giappone è un ottimo esempio di scoppio della bolla speculativa immobiliare in presenza di tassi di interesse vicini allo zero. Nel paese del Sol Levante i prezzi delle case hanno subito una contrazione del 35% rispetto al picco massimo raggiunto nel 1991. Il calo è frutto di un mercato guidato da tredici anni di ribassi consecutivi nelle quotazioni.

Appare di particolare interesse sottolineare che il rialzo sperimentato dal mercato immobiliare nipponico nei sette anni che hanno preceduto lo scoppio della bolla, sia stato caratterizzato da oscillazioni percentuali non così intense come quelle che hanno imperversato sui mercati immobiliari negli ultimi sette anni.

In un recente intervento, Alan Greenspan ha sostenuto che le preoccupazioni relative all’insostenibilità della crescita dei prezzi immobiliari siano eccessive. A sostegno della sua tesi, il capo della Fed ha argomentato che le case non possono essere vendute con la stessa facilità e rapidità che invece caratterizza la negoziazione dei titoli azionari. Molti esperti hanno contestato duramente le affermazioni di Greenspan. L’attenzione di questi ultimi si è soffermata sull’imperfect information che domina il mercato immobiliare. L’informazione imperfetta deriverebbe sia dall’assenza di un mercato centrale che fotografi costantemente e istantaneamente le quotazioni degli immobili, sia dall’impossibilità di disporre di cloni di immobili alla pari di quanto avviene per i titoli di rischio. Inoltre, il mercato degli immobili non può contare sull’esistenza di un future e sulla conseguente adozione di tecniche di short selling che svolgano una funzione arginante rispetto al verificarsi di un tracollo del mercato.

La maggiore disponibilità degli istituti di credito a concedere prestiti per l’acquisto di immobili in periodi caratterizzati da quotazioni in crescita, rappresenta un ulteriore fattore di alimentazione della bolla immobiliare. Secondo l’Economist, il mercato immobiliare Usa è permeato dai classici sintomi indicanti la presenza di una bolla speculativa. Nei quaranta anni che hanno preceduto la scalata iniziata nel 1997, i prezzi delle case non avevano mai sperimentato accelerazioni così intense. La presenza di una bolla sarebbe suffragata anche da un boom degli immobili che non ha eguali in termini di forza, durata e ubiquità. L’allarme bolla immobiliare per le sorti dell’economia mondiale è stato recentemente lanciato anche dal Fondo Monetario Internazionale.
 

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