CHI NON COMPRENDE IL TUO SILENZIO PROBABILMENTE NON CAPIRA' NEMMENO LE TUE PAROLE (1 Viewer)

Val

Torniamo alla LIRA
Abbiamo finalmente i dati preliminari relativi all’inflazione in Italia a dicembre, su base annua,

e c’è ben poco di cui stare allegri, sia per la cifra in senso assoluto, sia per la sua componente principale.


Il tasso di inflazione annuo in Italia è accelerato al 3,9 per cento a dicembre 2021,
la lettura più alta da settembre 2008,
dal 3,7 per cento del mese precedente e in linea con le stime preliminari.


I prezzi di cibo e bevande analcoliche sono aumentati (2,9 per cento contro 1,5 per cento a novembre),
spinti al rialzo da alimenti non trasformati (3,6 per cento contro 1,5 per cento),
alloggi e servizi pubblici (14,4 per cento contro 14,1 per cento)
e ristoranti e hotel (3,5 per cento vs 2,7 per cento).

Allo stesso tempo, i prezzi dei prodotti energetici sono cresciuti a un ritmo più lento, ma enorme
(29,1 per cento contro 30,7 per cento), ma solo per un rallentamento nella crescita, ma pur sempre crescita,
dei prezzi per i prodotti energetici non regolamentati (22 per cento contro 24,3 per cento)
.

Il tasso annuo di inflazione core, che esclude l’energia e gli alimenti non trasformati,
è salito all’1,5% dall’1,3% di novembre, ma resta bassissimo, indice che si tratta di un fattore esterno,
non di un’eccessiva crescita economica
.


Su base mensile, i prezzi al consumo sono aumentati dello 0,4 per cento
da un aumento dello 0,6 per cento del mese precedente.

Allo stesso tempo, l’indice armonizzato è avanzato del 4,2% sull’anno e dello 0,5% sul mese.

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Appare evidente come il sole, soprattutto dalle lettura dell’inflazione Core, c

ioè senza alimentari freschi e energia,

che la dinamica è legata ai prezzi dei carburanti, del gas, del prodotti petroliferi etc.


Non c’è una dinamica salariale,
non c’è eccesso di attività economica:

semplicemente ci hanno presentato una bolletta della luce e del gas stratosferica, e la stiamo pagando.


Quindi, al contrario degli anni ‘70 e ‘80 del secolo scorso,
quando l’inflazione, anche più elevata, era seguita da un aumento dei salari,
anche se magari non perfetto, e quindi alla fine veniva anestetizzata
questa volta ve la trovate tutta sui portafogli,
e si traduce secca in una calo della vostra capacità di acquisto.


Siete tutti più poveri rispetto all’anno precedente
.


Ovviamente quest’effetto povertà si è trasferito sulle vendite al dettaglio e sui consumi,
che stavano già languendo e pure senza Omicron, con un calo a novembre.

Vedremo dicembre, ma sarà deludente

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Le colpe di chi sono?

Si fa preso a fare un elenco:

  • Di chi ha impostato la politica energetica europea facendo la transizione carbonica
  • (cioè imponendo nuove tasse sulle emissioni di CO2),
  • senza fare nessuna valutazione d’impatto del Covid-19 sui consumi energetici.
  • Nessuno, veramente nessuno, né a Bruxelles, né a Roma,
  • si è preso la briga di fare delle ipotesi, di creare degli scenari ,
  • su quello che avrebbe potuto succedere post Covid alla ripresa dell’Economia.
  • Si è andato avanti comunque, come un treno, e queste sono le conseguenze.

  • Di chi sta impostando una politica aggressiva contro la Russia
  • dopo aver reso dipendente i paesi europei dal gas russo.
  • Praticamente ci stiamo strozzando con le nostre mani.
  • O meglio stanno strozzando voi, perché vi assicuro che chi gestisce queste decisioni non ne subisce la minima ricaduta.
Quindi avete tutti i dati per capire, se volete.
 

Val

Torniamo alla LIRA
I Talk Show non sono tutti male, lo sono quando presentano delle soluzioni preconfezionate,

e fanno parlare i famosi “Opinion maker”, gente che nulla sa e quindi si sente autorizzata di parlare di tutto.


In Germania qualche buon talk show lo fanno, come questo “Duro, ma giusto” presentato dal Welt,
con la partecipazione di politici ed esperti, sulla vaccinazione obbligatoria.


Sui politici parleremo in seguito, invece è stato interessante far partecipare uno storico della medicina,
il dottor Mate Thiessen, perchè le campagne vaccinali obbligatori ci sono da ormai 150 anni
e sarebbe stato ovvio cercare di capire cosa sia successo in passato.

Lo studioso ha fatto presente che l’introduzione in Germania della vaccinazione obbligatoria contro il vaiolo fu tutto meno che di successo.


Come oggi vi furono:
  • manifestazioni di protesta;
  • un mare di certificazioni false;
  • diffuse sfiducia nella scienza;
  • Gli scettici semplicemente pagarono la multa.
Al contrario le vaccinazioni facoltative raggiunsero altissimi tassi di vaccinazione,
dell’ordine del 90%, con una giusta comunicazione.

Il medico non era ovviamente contrario alle vaccinazioni,
ma sottolinea come in passato queste fossero vittime del loro successo,
perché, fermando la diffusione, rendevano gli effetti collaterali più evidenti rispetto a quelli propri della malattia.


Sottolineiamo che parliamo di vaccinazioni efficaci, come vaiolo o tubercolosi,

non del Covid-19 che neppure arresta il contagio.



Le posizioni politiche nel governo tedesco sono divise:

i Liberali sono contrari all’obbligo,

la SPD fortemente favorevole,

quindi probabilmente non se ne farà niente, a livello federale.


I partecipanti hanno parlato anche di utilizzare non punizioni, ma incentivi, per spingere alla vaccinazione.

Una strada percorsa con un certo successo localmente negli USA:
ad esempio il West Virginia implementò a giugno una campagna in cui regalava un fucile a pompa per ogni vaccinazione.

Magari una campagna del genere, senza armi da fuoco, potrebbe aumentare le vaccinazioni perfino da noi,
se si fosse basata su un marketing adeguato ed uno studio di mercato.


Questo avrebbe richiesto che il governo ed i media

non considerassero gli scettici come dei sub umani,

come effettivamente è avvenuto.


Purtroppo ora è tardi.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Obblighi Vaccinali: primo ricorso amministrativo si avvicina alla Corte Costituzionale





Come prevedibile i ricorsi di carattere amministrativo contro gli obblighi vaccinali
iniziano ad affrontare le valutazioni delle corti amministrative e quindi passano al vaglio della Corte Costituzionale.

Il Consiglio della Giustizia Amministrativa della regione Sicilia
riceve un ricorso da parte di un tirocinante
che non è stato ammesso ad un corso di formazione presso un istituto ospedaliero perchè non dotato di vaccinazione.

Il ricorrente quindi pone un ricorso amministrativo contro questo diniego di accesso,
ponendo anche una questione di carattere costituzionale.

Il Consiglio di Giustizia Amministrativa ha quindi , evidentemente,
valutato che vi sia una base nelle affermazioni del ricorrente
ed ha disposto che venga costituita una commissione istruttoria
per valutare la fondatezza della questione di illegittimità costituzionale presentata.


Questa commissione istruttoria dovrà dare un parere sui dubbi di costituzionalità o meno
del DL relativo al Green Pass e gli obblighi vaccinali collegati.

Ecco le domande a cui dovrà rispondere:

1) le modalità di valutazione di rischi e benefici operata, a livello generale, nel piano vaccinale
e, a livello individuale, da parte del medico vaccinatore, anche sulla basa dell’anamnesi pre-vaccinale;

se vengano consigliati all’utenza test pre-vaccinali, anche di carattere genetico
(considerato che il corredo genetico individuale può influire sulla risposta immunitaria indotta dalla somministrazione del vaccino);

chiarimenti sugli studi ed evidenze scientifiche (anche eventualmente emerse nel corso della campagna vaccinale)
sulla base dei quali venga disposta la vaccinazione a soggetti già contagiati dal virus;

2) le modalità di raccolta del consenso informato;

3) l’articolazione del sistema di monitoraggio, che dovrebbe consentire alle istituzioni sanitarie nazionali,
in casi di pericolo per la salute pubblica a causa di effetti avversi, la sospensione dell’applicazione dell’obbligo vaccinale;

chiarimenti sui dati relativi ai rischi ed eventi avversi raccolti nel corso dell’attuale campagna di somministrazione
e sulla elaborazione statistica degli stessi (in particolare, quali criteri siano stati fissati, e ad opera di quali soggetti/istituzioni,
per raccogliere i dati su efficacia dei vaccini ed eventi avversi);

chiarimenti circa i criteri di raccolta ed elaborazione dei dati e la dimensione territoriale, se nazionale o sovranazionale;

chi sono i soggetti ai quali confluiscano i dati e modalità di studio,
e sui dati relativi alla efficacia dei vaccini in relazione alle nuove varianti del virus.

4) articolazione della sorveglianza post-vaccinale e sulle reazioni avverse ai vaccini,
avuto riguardo alle due forme di sorveglianza attiva
(con somministrazione di appositi questionari per valutare il risultato della vaccinazione)
e passiva (segnalazioni spontanee, ossia effettuate autonomamente dal medico che sospetti reazioni avverse).

relazione dovrà anche partitamente chiarire:

1.1. con riferimento al primo quesito, se ai medici di base siano state fornite direttive
prescrivendo loro di contattare i propri assistiti ai quali, eventualmente, suggerire test pre-vaccinali;

1.2. modalità in virtù delle quali venga data comunicazione al medico di base
dell’avvenuta vaccinazione spontanea di un proprio assistito (presso hub vaccinali e simili);

2.1. quanto al secondo quesito, si richiedono chiarimenti circa la documentazione offerta
alla consultazione dell’utenza al momento della sottoscrizione del consenso informato;

2.2. chiarimenti circa il perdurante obbligo di sottoscrizione del consenso informato anche in situazione di obbligatorietà vaccinale;

3.1. con riferimento al terzo quesito, si richiede la trasmissione dei dati
attualmente raccolti dall’amministrazione in ordine all’efficacia dei vaccini,
con specifico riferimento al numero dei vaccinati che risultino essere stati egualmente contagiati dal virus (ceppo originario e/o varianti),
sia il totale sia i numeri parziali di vaccinati con una due e tre dosi;

i dati sul numero di ricovero e decessi dei vaccinati contagiati;

i dati di cui sopra comparati con quelli dei non vaccinati;

4.1. Con riferimento al quarto quesito, si chiede di conoscere se sia demandato ai medici di base:

4.1.1. di comunicare tutti gli eventi avversi (letali e non) e patologie dai quali risultino colpiti i soggetti vaccinati,
ed entro quale range temporale di osservazione;

ovvero

4.1.2. di comunicare solo eventi avversi espressamente elencati in direttive eventualmente trasmesse ai sanitari;

ovvero

4.1.3. se sia a discrezione dei medici di base comunicare eventi avversi che, a loro giudizio, possano essere ricollegabili alla vaccinazione;

4.2. si richiede, altresì, di specificare con quali modalità i medici di base accedano alla piattaforma per dette segnalazioni,
chi prenda in carico dette segnalazioni, da chi vengano elaborate e studiate.


Vedremo cosa dirà la commissione, ma siamo sicuri che ci saranno molte decine di ricorsi simili.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Un lettore ci ha inviato questo suo post di facebook, chiedendoci di pubblicarlo,
dato che diventerà un prossimo disoccupato causa vaccinazione covid-19.

Se volete, condividete e commentate.



Voglio, devo scrivere qualcosa.

Bene, lo scrivo qua, tanto sembra che qui non mi legga nessuno.

Ho bisogno di sfogarmi e di confessarmi.

Ma anche provare a lanciare un appello
.
Perche’ il mondo e’ impazzito, completamente,
ma non posso credere che non ci sia più un briciolo di ragionevolezza, di coscienza negli uomini che ancora lo animano.

Anche io sono stato colpito da questo morbo che pare abbia danneggiato la quasi totalita’ delle persone,
e, per allontanare da me l’ennesimo “calice” dell’ennesima disoccupazione, sono andato contro me stesso e contro Dio.

Vi evito la descrizione delle azioni che ho tentato per rispetto.

Quel rispetto che ho mancato a me stesso.

Comunque non e’ servito a nulla.

Questa mattina ho ricevuto una telefonata da chi sapeva cosa stavo combinando,
e che mi ha chiesto come andava:
“nulla, – gli ho risposto, – neppure 1/2 linea di febbre e nessun sintomo”.

Pero’ mi e’ scappato un pensiero di troppo: “Ringraziando il Cielo!”.

Gia’, perche’ a Dio si chiede la salute, non la malattia.

E ho capito la grande stronzata che ho fatto.

Ma come? – mi son detto.

Dio t’ha donato un fisico integro, una salute di ferro,
un apparato immunitario che non ti si attacca nulla neppure con lo scotch,
e tu, picio, vai in cerca d’ammalarati e preghi pure di riuscirci?

E ho capito anche il secondo errore che ho commesso, forse piu’ grave del primo.

Perche’ l’ho fatto?

Perche’ volevo prendere per il culo il “sistema”,
questo sistema che ti esclude dalla societa’ se sei sano come un pesce,
che ti da un lavoro precario e poi, dopo 8 mesi che non hai fatto 1 giorno di malattia,
1 giorno di ferie, 1 giorno di permesso, ad agosto ho lavorato 1 settimana per 12 ore al giorno dal lunedi’ al sabato,
ho lavorato il 24/12 e il 31/12, ti dice:

mi spiace, devo seguire le regole,

devo far lavorare chi ha obbedito e si e’ prestato alla catalogazione.

Se non obbedisci anche tu, dal 31 gennaio sei fuori.



Un sistema a cui non servono uomini ma robot, di quelli che obbediscono al primo richiamo.

Mi spiace, ma io non posso far parte di questa vostra nuova societa’ che vi siete creati.

Non vi appartengo perche’ sono un uomo e voglio restarlo, con i miei pregi e difetti.

I miei dubbi e le mie certezze.


E con questo mio umile scritto, voglio lanciare un appello a tutti gli uomini
che hanno sbagliato ma nutrono dubbi: fermatevi, e tornate alla Luce.

Anche se non avete un Dio a cui credere,
anche se avete perso le speranze in un mondo che non c’e’ piu’ : fermatevi!

Quel mondo in cui credevate non c’e’ mai stato, era anch’esso un’illusione,
una finta liberta’ che vi ha portati a essere gli schiavi di oggi e gli scarti di domani.

Non dovete fare altro che fermarvi perche’ tutto crolli.

Fermatevi un attimo a pensare,
e vedrete tutto il male che state alimentando con il vostro agire,
con il vostro obbedire pedissequamente a delle leggi senza giustizia.

Anche voi, oggi soldatini obbedienti,
un giorno verrete sostituiti da altri piu’ obbedienti,
magari proprio da robot o automi.

Perche’ con il male non si possono fare patti.

Il male non li rispetta. Mai!

E una societa’ che scarta gente sana e che ragiona,
che si pone domande e che, soprattutto, cerca le risposte,
e’ una societa’ malata, ed e’ destinata a morire.

E voi con lei.

Fermatevi e tutto questo si dissolvera’.

Insieme potremmo ripartire creando una società fondata sulla giustizia più che sulle leggi,
fondata sull’amore più che sul solo denaro,
fondata sull’intelligenza e non sulla sola obbedienza che sa tanto di intelligenza artificiale.

Fermatevi prima di rivedere i manganelli, i lager, le liste di proscrizione.

Fermatevi prima che sia troppo tardi.


Io, dal canto mio, affido la mia anima a Dio, in cui credo, e Gli chiedo perdono per l’ennesimo inciampo.


E prego per voi, perche’ capiate che il buio che vi circonda potra’ sparire

solo se fermate questa folle corsa all’autodistruzione che avete intrapreso

e finalmente potremo ritornare “a riveder le stelle”.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Adesso qualcuno mi dirà che utilizzo il termine "demenziale".
Ma quale aggettivo devo dare per una simile decisione ?



«Stanno distruggendo la nostra cultura, il nostro turismo ed il nostro lago.

Il lavarello è uno dei simboli del nostro territorio:

vogliono toglierlo dal lago perché alloctono

e non sanno che è presente da parecchi centinaia d’anni,

ed è ormai una specie autoctona».



Luigi Lusardi , presidente dell’Autorità di bacino
è duro nei confronti del ministero della Transizione ecologica,
che ha bloccato l’immissione di lavarelli nel Lario;

anche in caso di deroga ministeriale, si potrà ripartire a metà del 2023,
affidando così le prime immissioni alle campagne ittiogeniche 2024.


Un duro colpo per tutta la filiera legata a questo pesce, autentico simbolo del Lario.


Nel mirino oltre ai lavarelli ci sono anche il coregone,
il salmerino e la trota fario di ceppo atlantico:

secondo il diktat del Ministero non devono più essere immessi nel Lario,
in modo da favorire la loro graduale estinzione.

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In Italia è stato introdotto dal lago di Costanza alla fine del 1800

ed oggi vive prevalentemente nei grandi laghi prealpini – Maggiore, Lario, Garda – oltre che nei laghi laziali.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Auspico che anche per questo vergognoso evento
ci sia una denuncia ed un'indagine approfondita.

Il Pronto Soccorso è accessibile a tutti.


Fuori dal coro" scopre che al Galeazzi di Milano

respingono gente in lista d'attesa da mesi per gli interventi,

se non può provare di aver fatto il richiamo.



Ordine della virostar, pagata con le tasse anche di quei contribuenti.



Per chi non ne fosse a conoscenza - io lo sono perchè sono un habituè -
2 giorni prima del ricovero ti viene fatto un tampone dall'ospedale stesso.

Se sei positivo il ricovero viene annullato.

Nessuno ti chiede se hai fatto il siero, perchè E' INUTILE ai fini del virus.

Anche se hai fatto il siero puoi prendere il virus e diventare positivo, magari asintomatico, ma positivo.


Quando sei ricoverato, al 3° giorno ti fanno un tampone di controllo e così via sino a quando vieni dimesso.
 

Val

Torniamo alla LIRA
C’è una forma di antisemitismo – spesso inconscio, ma non per questo meno pericoloso – nei media italiani,
figli di un razzismo inavvertito perché politicamente corretto.

Si tratta di una versione invisibile del razzismo che gli stessi media esecrano
e gli stessi partiti condannano.


Come si sviluppa questa malattia della comunicazione?

Per esempio, nel modo in cui è stato presentato su quasi tutti i tg un testo di Rosemary Sullivan, “Chi ha tradito Anne Frank.
Indagine su un caso mai risolto
”, edito da HarperCollins Italia e in uscita nelle librerie italiane.

Premetto che si tratta di un saggio ben fatto, frutto di un’indagine digitale che ha confrontato migliaia di dati d’archivio,
grazie ai quali l’autrice ha scoperto che la famiglia di Anne Frank fu “tradita” da un notaio, ebreo, per giunta.

Il problema è il modo in cui la notizia viene presentata sui tg.

Se si sbaglia l’accento, la notizia può “arrivare” al teleutente o al lettore di giornale così:
Anne Frank morì, più che a causa dei nazisti tedeschi, per colpa di un infido notaio olandese.


Che dire, inoltre, del terrorista che nell’ultimo fine settimana ha fatto irruzione in una sinagoga del Texas, prendendo in ostaggio i fedeli?
La vicenda è finita senza vittime, a parte l’attentatore, per fortuna.

Ma anche in questo caso i media italiani hanno sbagliato, dichiarando – come se niente fosse – che il terrorista era un “cittadino inglese”.
Vero, però se la metti così dici una verità ma con la lingua biforcuta del politicamente corretto.
Forse gli inglesi stanno cominciando a odiare gli ebrei?

Invece, quando leggo sul blog di Bari Weiss il nome del terrorista,
che suona Malik Faisal Akram, capisco che si tratta di un integralista islamico
,
e non di un inglese in gita a che ha bevuto troppa birra ed era incavolato
perché una ragazza lo ha deriso per i suoi brufoli.

La notizia solo così trova un significato.


È così anche in Europa.
Il settimanale parigino Actualité Juive, a proposito dello scandalo sull’omicidio di Sarah Halimi, cita il caso Dreyfus.
Parliamo di un efferato omicidio che non ha sortito nulla sotto il profilo giudiziario,
dato il vergognoso pronunciamento della magistratura francese nei confronti dell’assassino.
Sarah Halimi nel 2017 aveva 65 anni. Fu sequestrata nel suo appartamento, picchiata e gettata giù dal terzo piano.
L’omicida era un giovane vicino di casa, musulmano immigrato dal Mali,
che la conosceva come ebrea praticante e che si scagliò sulla vittima urlando
questo è per vendicare i miei fratelli!” e “ho ucciso il demonio!”.


In Italia, invece, i problemi consistono tutti nel modo di presentare le notizie.

Vale anche qui vale un commento:

Quando l’antisemitismo viene da destra, è definito una infamia.

Quando viene da sinistra è presentato come la conseguenza di un rancore e quindi trova una specie di legittimità
”.

Questa nostra forma di bolscevismo semiotico è la quintessenza di una cultura in cui l’altro
– idolatrato quando è dalla tua parte – viene denigrato, distrutto e irriso in maniera a volte esplicita
(pensiamo all’odio delle sinistre nei confronti delle altre culture politiche), e altre volte in maniera implicita, ma non meno deleteria.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Quando la crisi del Covid-19 si è abbattuta sul nostro Paese, nel 2020,
ci siamo trovati improvvisamente a corto di beni essenziali, come le mascherine.

Il Governo ha fatto una cosa giusta: ha introdotto deroghe e semplificazioni temporanee
in modo per accelerare la realizzazione di nuova capacità produttiva.

Le semplificazioni rientrano da anni nel catalogo delle promesse elettorali.

Non senza ragione: tutte le indagini internazionali mostrano che la scarsa qualità della Pubblica amministrazione
e l’entropia normativa sono tra le grandi cause del declino italiano.

E della stessa opinione sono gli italiani stessi, non appena si trovano a dover fare i conti con permessi e burocrazia.


Se le cose stanno così, perché alle parole e agli impegni non corrispondono i fatti?


Non c’è maggioranza che non abbia emanato i suoi provvedimenti con l’intenzione di semplificare
ma, poi, tra atti attuativi che non arrivano e correzioni che complicano, i risultati si vedono raramente.

Uno degli ambiti nei quali la pratica della complicazione è più odiosa e visibile
è la fase di recepimento delle direttive europee:
sebbene esse abbiano l’obiettivo di ridurre le divergenze tra gli Stati membri,
spesso ognuno ci mette del suo, talvolta anche ponendosi in contrasto col diritto dell’Unione,
sovente con l’intenzione di usare gli arzigogoli burocratici per proteggere qualche rendita di posizione.
In altri casi, la complicazione ha radici ideologiche:
pensiamo ai limiti italiani sui campi elettromagnetici, che oltre ad aumentare i costi delle imprese
finiscono anche per rendere il mercato meno concorrenziale, come più volte denunciato dall’Antitrust.


La tendenza a inasprire i vincoli condivisi a livello europeo,
aumentando così le divergenze tra i diversi mercati, è nota come gold plating.

In teoria, nel nostro Paese esiste dal 2005 un divieto che richiede di motivare questa pratica
e la ammette solo se i maggiori oneri sono motivati da obiettivi specifici.

Ma, in pratica, essa ha dato pochi risultati.


D’altronde il gold plating è un fenomeno di rilevanza europea.

Un rapporto del Lithuanian Free Market Institute descrive quanto esso sia diffuso
e quanti danni possa fare alle economie europee.

Come uscirne?

Si possono individuare una serie di accorgimenti pratici,
quali per esempio la previsione di eseguire sistematicamente analisi di impatto della regolazione ex ante ed ex post
(già esistente nel nostro ordinamento, ma sistematicamente disattesa).


Analogamente, andrebbe rispettato il principio “one in, one out”, in forza del quale
prima di introdurre una nuova regola bisognerebbe abolirne almeno un’altra.

Ma in ultima analisi la sfida della semplificazione è politica prima e più che tecnica:
sono i decisori politici a dover volere regole più semplici.

Finché la politica inseguirà la chimera dell’interventismo pubblico come criterio per leggere il mondo,
la semplificazione sarà semplicemente impossibile.
 

Val

Torniamo alla LIRA
I grillini, laddove non parlassimo di cose serie, se non esistessero andrebbero inventati.

Ditemi se non sembra uscita dritta dritta da un film di Emir Kusturica la storia di Beppe Grillo
indagato per lo stesso reato del padre di Matteo Renzi sulla base delle carte del caso Open.

E, ancora, vi ricordate quanto surreali fossero le argomentazioni (sic!) che i “nostri” contrapponevano
a chi gli faceva notare che il traffico di influenza era un reato tanto impalpabile quanto pericoloso,
rimesso com’è alla discrezionalità del pubblico ministero ?


Ma che ci volete fare, da che mondo è mondo gli sciocchi finiscono per cadere nelle buche che loro stessi scavano.



L’unico problema è che voi (su non fate i timidi: ve lo ricordate di averli votati o no?!)

li avete mandati in carrozza al governo di questo bellissimo quanto disgraziato Paese.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Milioni di italiani sono chiusi in casa a causa del “lockdown burocratico“.

Milioni di lavoratori che non possono andare sul posto di lavoro, aprire il loro negozio,
far partire la catena produttiva di una fabbrica.

Sono malati?

Hanno la febbre, i dolori, tosse, difficoltà respiratorie?


In grande parte no: sono asintomatici, oppure contatti stretti di un positivo.

Eppure non possono lavorare a causa delle regole imposte per decreto.



Stavolta si aggiunge un tassello a questo incredibile pasticcio burocratico.

Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia, a Quarta Repubblica ha infatti lanciato un allarme:

se gli asintomatici non torneranno a lavorare,
il rischio è che gli scaffali restino vuoti come non è successo nemmeno dopo il duro lockdown della prima ondata.


“C’è una situazione paradossale: la domanda aumenta a livello mondiale,
ma la produzione è messa in discussione dalla burocrazia del covid – dice Scordamaglia –
Noi abbiamo da dopo Natale un aumento dell’80% di positività asintomatiche,
un 30% di assenze ogni settimana, e se non capiamo che i positivi asintomatici
devono venire a lavorare rischiamo di non trovare da mangiare sugli scaffali”.


Il timore è che il manifatturiero italiano possa fermarsi del tutto.

Confagricoltura, per dire, ha fatto notare che in campo agricolo
ci sono almeno 230mila operai stranieri vaccinati con un prodotto non riconosciuto dall’Ue o non vaccinati per nulla.

Rischiano dunque di dover lasciare i campi e la raccolta:


“La questione deve essere regolarizzata – dice Scordamaglia – Non possiamo fare a meno di questa manodopera.
Ci sono operai vaccinati con Sinovax o Sputnik ma non gli viene riconosciuto (il green pass, ndr),
anche se si tratta di vaccini ampiamente utilizzati nel mondo.
Queste persone che vengono dall’estero devono avere un legittimo riconoscimento o, ripeto,
noi sospenderemo la produzione agricola e industriale e rischieremo di far mancare il prodotto sugli scaffali”.


In sintesi:

“La burocrazia da covid può massacrare ciò che neppure il covid era riuscito a fermare”.
 

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