CHI NON COMPRENDE IL TUO SILENZIO PROBABILMENTE NON CAPIRA' NEMMENO LE TUE PAROLE (1 Viewer)

Val

Torniamo alla LIRA
ahahahahahah il cane ed il gatto



Un regalo niente male, quello fatto negli ultimi anni agli editori
che si sono trovati ad affrontare una crisi della carta stampata di dimensioni via via sempre più grandi.

Un settore sempre più in difficoltà e segnato da scandali come quello del gruppo Gedi,
con il sequestro di oltre 30 milioni di euro dalle casse dell’azienda per una presunta truffa.

E che ha visto scaricare costantemente sulle spalle dello Stato il costo del pensionamento anticipato dei giornalisti.


Come rivelato dal Fatto Quotidiano, dal 2009 in poi i costi per mandare a casa anzitempo i giornalisti
hanno iniziato a pesare in gran parte sui conti pubblici.

Da allora, infatti, “lo Stato ha finanziato il 70% dell’onere complessivo dei prepensionamenti,
regalando agli editori una comoda via d’uscita per ristrutturare i costi aziendali."
Un regalo incredibile per i manager delle varie aziende editoriali,
che hanno potuto approfittare dell’incredibile generosità della mano pubblica.


Complessivamente, tra il 2009 e il 2019 sono stati prepensionati oltre 1.100 giornalisti,
con lo Stato che ogni anno ha contribuito con suoi finanziamenti a rottamare i giornalisti più in là con gli anni.

Ogni pre-pensionamento è pesato almeno per 350 mila euro sulle casse pubbliche.

Fino a tutto il 2019, quindi, il peso è stato di 385 milioni di euro,
il 30% a carico degli editori e il 70% finanziato dallo Stato con una spesa complessiva di 270 milioni.


Oggi, il governo Draghi ha dato il via libera a un nuovo giro di prepensionamenti,

con stime che parlano di oltre un centinaio di fuoriuscite per un costo di oltre 300 milioni di euro per lo Stato.


Il gruppo Monrif che con Editrice nazionale pubblica La Nazione, Il Resto del Carlino, Il Giorno e Qn,

ha già avuto via libera per 37 prepensionamenti.


Altri gruppi sono in attesa dell’ok definitivo.


Il rischio, insomma, è che la spesa pubblica finale sia addirittura molto, molto più alto.


 

Val

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I dati sulla quarta dose che arrivano da Israele parlano chiaro: non serve praticamente a nulla.

E adesso a dirlo non sono quei cattivoni dei No vax, ma l’intera stampa italiana, Corriere in testa.

Meglio tardi che mai.

Fino a qualche mese fa la stampa e la tv a senso unico se le inventava di tutti i colori
per dar ragione al governo e al vaccinismo di Stato, adesso invece…


Si diceva: Israele ha iniziato a somministrare la quarta dose di vaccino anti Covid a operatori sanitari, over 60 e pazienti fragili.

Scrive appunto il Corriere: “Quello che emerge dai dati preliminari è che la quarta dose di vaccino anti-Covid Pfizer o Moderna
non fornisce molta protezione contro il contagio da variante Omicron.
Sebbene il secondo booster abbia fatto aumentare fino a cinque volte il livello degli anticorpi neutralizzanti
il risultato non è sufficiente a contrastare Omicron,
variante profondamente mutata che elude in grande parte gli anticorpi neutralizzanti indotti dalla vaccinazione”.


“La crescita dei livelli di anticorpi che vediamo con Moderna e Pfizer
è leggermente superiore a quella che abbiamo visto dopo la terza dose di vaccino”,
dice Gili Regev-Yochay, direttore dell’Unità di Malattie infettive dello Sheba Medical Center di Tel Aviv, che ha condotto la ricerca.

“Malgrado la crescita del livello di anticorpi, la quarta dose offre soltanto una difesa parziale contro il virus – spiega la professoressa –
Abbiamo visto molte persone infettate con Omicron dopo la quarta dose.
Un po’ meno che nel gruppo di controllo, ma sempre tante”.

Secondo Regev-Yochay, “il vaccino è eccellente contro le varianti Alfa e Delta, ma non abbastanza per Omicron”.


“Sappiamo ormai che il livello di anticorpi necessari per proteggere e non essere infettati da Omicron
è probabilmente troppo alto per il vaccino, anche se è un buon vaccino” hanno concluso gli scienziati.

L’indagine non ha tenuto conto della memoria immunitaria indotta dalle cellule T,
in grado di contrastare non tanto l’infezione, compito più degli anticorpi neutralizzanti, ma piuttosto la malattia grave.

“La ricerca è stata condotta su 150 persone che hanno ricevuto una quarta dose di Pfizer 2 settimane fa
e altre 120, che avevano fatto tre dosi Pfizer, hanno ricevuto una settimana fa una quarta dose con Moderna (tutti operatori sanitari)”.


Intanto il Paese è alle prese con una nuova ondata di ricoveri e morti nonostante terze e quarte dosi.

Come si legge sul Jerusalem Post, Israele dovrebbe cancellare il suo sistema Green Pass,
ha dichiarato martedì il ministro delle finanze Avigdor Liberman,
poiché il paese ha registrato un record di 65.259 nuovi casi di coronavirus.

Ha fatto le sue osservazioni poche ore dopo che, insieme al primo ministro Naftali Bennett
e al ministro della Salute Nitzan Horowitz, ha affermato che più di 25 milioni di test antigenici a casa
sarebbero stati distribuiti gratuitamente agli israeliani nei prossimi giorni


“Non c’è logica medica ed epidemiologica nel Green Pass, come molti esperti concordano”, ha scritto Liberman su Twitter.
 

Val

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Continua la salita dell'imprenditore capitolino con opzioni put e call

E’ meglio non privarsi di una figura come quella di Gabriele Galateri”,
spiega ad Affaritaliani.it una fonte interna a Generali mentre il consiglio di amministrazione è al lavoro,
al termine di una raccolta di profili curata da Russell Reynolds,
alla compilazione della long list di una ventina nomi della lista del consiglio uscente in cui inserire,
su indicazione Consob, la maggioranza di consiglieri indipendenti.




La long list diventerà short a metà febbraio per un'ulteriore scrematura a metà marzo
(il deposito definitivo dell'elenco ai fini dei lavori assembleari deve avvenire 30 giorni prima dell’assise del 29 aprile, data in terza convocazione).

Sebbene dopo nove anni alla presidenza abbia perso il requisito dell’indipendenza,
l’attuale presidente del Leone dovrebbe essere inserito nella long list, per uscirvi poi al penultimo step.

Una volta, cioè, compilata la short list.


Secondo quanto rivelano le fonti, infatti, la figura di Galateri,
per i contatti internazionali maturati nella sua lunga carriera,
possono essere utili in questa fase di campagna elettorale
(in vista dell’appuntamento decisivo di aprile) in cui Philippe Donnet
sarà al lavoro con l'advisor sui proxy Morrow Sodali per l’engagement
nei confronti degli investitori istituzionali (poco meno del 35% del capitale della compagnia),
la maggioranza con passaporto non italiano
e ago della bilancia nella consultazione dopo la caccia all’ultimo voto contro i pattisti
Leonardo Del Vecchio, Francesco Caltagirone e Fondazione Crt.


In fase finale per la presidenza della lista del consiglio uscente
dovrebbe poi prevalere l’assegnazione di un incarico a una donna, b
est practice
molto ben vista da Blackrock&C:

Galateri quindi dovrebbe lasciare il posto (qualcuno dice per un futuro ruolo da presidente in Tim al posto di Salvatore Rossi).



Durante i lavori, il board che nel prendere atto delle dimissioni di Caltagiorne e di Romolo Bardin
"ha respinto categoricamente le motivazioni addotte nelle comunicazioni" dei consiglieri,
rimarcandone l’assoluta infondatezza e censurandone il carattere spesso offensivo",
ha dovuto recepire anche l'uscita di Sabrina Pucci dal comitato nomine che ora rimane composto da tre membri:
Diva Moriani, Alberta Figari e Roberto Perotti, recentemente coptato al posto di Clemente Rebecchini, consigliere espressione di Mediobanca.


Pucci è consigliere indipendente, ma considerata vicina alla Fondazione Crt
(la fondazione ha smentito ma ha visto in passato con molto favore la nomina):
l'ente torinese
ha aderito a settembre dello scorso anno al patto di consultazione anti-Donnet.

E il 27 dello stesso mese, la docente di economia aziendale all'università di Roma Tre
aveva votato all'interno del board riunito sul tema contro la procedura della lista del consiglio.

Secondo una fonte, quindi, non si sentiva di seguire i lavori del comitato ad hoc.

La sua mossa è stata anche interpretata come una presa di distanza dalla linea seguita dal board
(la Pucci però ha votato a favore del piano industriale di Donnet a metà dicembre).


Gli acquisti e vendite con put e call di Caltagirone

Intanto, secondo quanto rivelano ad Affaritaliani.it fonti di mercato,
Caltagirone continua a comprare azioni Generali con un meccanismo assimilabile al prestito titoli.

Da internal dealing, il secondo socio del Leone che ha appena lasciato il board in polemica,

dal 31 agosto fino al 24 dicembre ha acquistato il 2,32% del capitale.
Quota corrispondente a 36.632.252 azioni

e ne ha vendute a termine con opzioni put e call 28.330.000 con scadenza 17 giugno 2022,
pari dunque al 77% (quota dell’1,785%) degli acquisti fatti.


Inoltre, a quanto risulta, il giorno dopo alle sue dimissioni, Caltagirone ha continuato a comprare titoli.
 

Val

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Vi invito a pensare sulla demenzialità e l'ignoranza di chi "governa" il virus.

Aver stabilito dei parametri così bassi per il cambio di colore,
fa sì che le regioni facciano di tutto per non far chiudere le attività.

Così vengono convertiti interi reparti in reparti di terapia intensiva,
ma così facendo - da un lato - si riducono i letti per le altre patologie
e dall'altro c'è una montagna di letti vuoti.



Intanto sembra allontanarsi lo spettro della zona arancione dalla Lombardia.

Nei giorni scorsi, infatti, la regione ha “ottenuto” altri 280 posti letto,
che di fatto hanno aumentato la disponibilità totale,
facendo quindi abbassare le percentuali di occupazione.


La regione governata da Attilio Fontana, come riferisce l’edizione online di Repubblica,
si è soffermata in particolare sul numero di posti letto in terapia intensiva,

passando da 1.530 a 1.810,


modifica giunta a seguito di una circolare che è stata inviata dalla Direzione Welfare agli ospedali.



Al momento i posti letto non sono comunque tutti attivi,

visto che solamente 267 pazienti covid hanno bisogno della terapia intensiva,



di conseguenza, si tratta di posti che possono essere attivati nel caso in cui ve ne fosse bisogno.


CAPITE COSA VOGLIO DIRE ? OCCUPATI IL 15% DEI POSTI.

1543 POSTI LETTO VUOTI.


V U O T I
 

Val

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Tickerplan annuncia la propria collaborazione con il colosso Google Cloud
per lo sviluppo dell’ecosistema finanziario CryptoWire,
che cercherà di soddisfare le richieste di tutte le parti interessate
al settore delle criptovalute e blockchain su una piattaforma comune.

La soluzione mira a semplificare, per chi ne volesse approfittare,
una tecnologia complessa rendendola approcciabile a tutte le parti interessate e gli appassionati professionali o meno.


Cryptowire inoltre intende introdurre due portali educativi, CryptoTV e Crypto University
che forniranno la base educative e di sviluppo tecnologico del sistema, attraendo le intelligenze più vive.

TickerPlant sfrutterà l’infrastruttura di gestione dei dati ad alte prestazioni di Google Cloud
per creare ed espandere le applicazioni di CryptoWire,
oltre a sfruttare le sue capacità di networking innovative per lo streaming video,
la distribuzione di contenuti, l’esecuzione di piccole imprese e la convergenza delle opportunità.

Inoltre, CryptoWire esplorerà le soluzioni avanzate di Google Cloud
come l’analisi dei dati di piccole dimensioni, l’apprendimento automatico (ML) e l’intelligenza artificiale (AI)
per offrire un’esperienza cliente superiore.


Insomma Google Cloud sarà l’infrastruttura su cui si innesterà lo sviluppo
di questo nuovo ambiente legato a blockchains criptovalute.


Non sappiamo quale sarà il successo a lungo periodo, però oggi qualche movimento su Bitcoin lo ha portato,
in una giornata altrimenti non eccezionale, con Bitcoin che ha avuto un sussulto
alla notizia che Google entrava nell’ambiente delle Valute Virtuali.

Per quanto solo strumentale.

Forse questo aspetto psicologico è, ora, il fattore più importante.
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Val

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Poveretti, che pena che fanno.



“La Storia si ripete sempre due volte: la prima come tragedia, la seconda come farsa”.


Il Consiglio di Stato resuscita il protocollo ministeriale “Tachipirina e vigile attesa” sospendendo l’annullamento,
deciso dal TAR del Lazio, della circolare che indicava ai medici questa come unica utile terapia domiciliare per il Covid.


La decisione, firmata Franco Frattini, che voci vorrebbero candidato alla Presidenza della Repubblica,
è stata presa sulla base di un ricorso del Ministero della Salute,
quindi di Roberto Speranza, che si è opposto alla cancellazione della circolare perché questa non conterrebbe “Indicazioni”, ma solo “Raccomandazioni”,
per cui non nuocerebbe la libertà terapeutica del Medico di medicina generica (MMG) c
he semplicemente riassumerebbero le indicazioni scientifiche più recenti.

A questo punto però non si capisce perché il Ministero si ostini a difendere quelli che dovrebbero, a suo dire,
essere solo dei suggerimenti, dando per scontato che i medici non siano in grado di leggere da soli
una rivista scientifica o di consultare internet in materia.

Senza considerare che sono ormai molteplici i medicinali approvati dall’OMS per il trattamento del Covid-19,
e altri sono in arrivo approvati già dalla FDA: che senso ha difendere una circolare ormai superata?


Comunque si è abbandonata la tragedia e ci si avvicina di più alla farsa,
lasciando letteralmente nel caos i medici di famiglia.


Tachipirina (Paracetamolo) o no?

Altri antinfiammatori approvati OMS?


Oppure lasciamo semplicemente la gente a casa aspettando che gli passi?
.....o che puoi muoia in ospadale.........


Non è che con il ricorso qualcuno voglia proteggere eventuali responsabilità
che potrebbero risultare dall’applicazione di protocolli diversi?



Chissà se qualcuno si farà qualche domanda…
 

Val

Torniamo alla LIRA
SolarCity, società di produzione e installazione di batterie e pannelli solari,
è sempre stata in difficoltà e bisognosa di aiuti,
a mostrare come il mito delle energie alternative sia, appunto, quasi sempre un mito.

Nella società aveva investito potentemente Elon Musk, e, a un certo punto, richiedeva risorse e mercato.

Elon Musk ebbe un’idea geniale, si fa per dire: farla acquistare nel 2016 per 5 miliardi da Tesla.

Peccato che Tesla non sia una società di sua personale proprietà,
ma quotata in borsa e con investitori istituzionali che non hanno preso bene la cosa,
anche perché Musk quasi forzò il Consiglio di amministrazione di tesla ad acquistare la società.


Ora siamo arrivati a una causa di grandi azionisti, fra cui fondi pensione, contro Elon Musk per questa acquisizione azzardata.


Quindi, come dice un avvocato di questa parte:
“il giudice deve valutare se l’acquisizione di SolarCity sia stata un salvataggio da difficoltà finanziarie,
un salvataggio orchestrato da Elon Musk”, ha affermato Randy Baron, un avvocato per gli azionisti.

La causa dei fondi pensione sindacali e dei gestori patrimoniali afferma che Musk
ha spinto il consiglio di amministrazione di Tesla ad approvare l’accordo SolarCity.

A quel tempo, Musk era il principale azionista della società di energia solare a corto di liquidità.

Tuttavia, Musk ha affermato che l’accordo SolarCity faceva parte di un piano generale decennale
per creare un’azienda integrata verticalmente per trasformare la generazione
e il consumo di energia con i pannelli solari di SolarCity e i veicoli elettrici e le batterie di Tesla.

Praticamente Musk afferma che lui avesse un piano che partiva dalla generazione fotovoltaica alle batterie alle auto.

Bello, ma un po’ complicato.


L’avvocato degli azionisti Lee Rudy ha esortato il vicecancelliere Joseph Slights della Court of Chancery del Delaware
a ordinare al CEO di Tesla di restituire gli investimenti nella società acquistata,
fra rivalutazioni e diverse tranche di denaro versate in vari anni .

Attualmente l’insieme di queste cifre arriverebbe a circa $ 13 miliardi,

una bella cifra che Musk rischia di dover versare agli azionisti.
 

Val

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I prezzi del petrolio potrebbero raggiungere $ 100 quest’anno

e salire a $ 105 al barile nel 2023, sulla scia di un “deficit sorprendentemente ampio” sul mercato petrolifero, afferma Goldman Sachs.



“È importante sottolineare che non prevediamo che il Brent venga scambiato al di sopra di $ 100/bbl
per un supposto esaurimento del petrolio poiché le risorse di scisto sono ancora ampie ed elastiche”,
hanno scritto gli strateghi di Goldman Sachs, tra cui Damien Courvalin e Jeff Currie,
in una nota ai clienti datata lunedì, come portato da ZeroHedge.


A causa della sostituzione tra gas e petrolio, delusioni dell’offerta e domanda più forte del previsto nel quarto trimestre del 2021,
le scorte dell’OCSE dovrebbero scendere entro l’estate ai livelli più bassi dal 2000, osservano gli analisti di Goldman.

Inoltre, anche la capacità inutilizzata dell’OPEC+ dovrebbe scendere a livelli storicamente bassi di circa 1,2 milioni di barili al giorno (bpd).


“A 85 dollari al barile, il mercato rimarrebbe a livelli così critici,
buffer insufficienti rispetto alla volatilità della domanda e dell’offerta, fino al 2023”, ha affermato Goldman Sachs.

Come risultato di questi fondamentali, la previsione spot del Brent della banca è di $ 105 nel 2023 e $ 96 al barile nel 2022.


Goldman Sachs vede i prezzi del greggio Brent a $ 90 al barile in questo trimestre,
$ 95 nel secondo trimestre e $ 100 al barile nel terzo e quarto trimestre di quest’anno.

Cifre che non si vedevano da anni, e il tutto senza imprevisti come, ad esempio,
gli attentati degli Houthi contro gli impianti petroliferi negli Emirati Arabi.


C’è da augurarsi pure che le cose restino tranquille.


Martedì, i prezzi del greggio Brent hanno raggiunto il livello più alto da ottobre 2014,
scambiando a oltre $ 87,90 a un certo punto all’inizio della giornata,
poiché il premio per il rischio geopolitico è aumentato con gli attacchi Houthi agli Emirati Arabi Uniti
e la questione Russia-Ucraina, tutto questo in mezzo a un mercato fisico stretto per il greggio.


Il mese scorso, Goldman Sachs ha previsto che i prezzi del petrolio
potrebbero raggiungere $ 100 nel 2023 poiché la crescita della domanda supera quella dell’offerta.

All’inizio di questo mese, Jeff Currie, responsabile globale della ricerca sulle materie prime presso Goldman Sachs,
ha affermato che le materie prime nel complesso erano destinate a un superciclo che potrebbe potenzialmente durare un decennio.

Il responsabile delle materie prime di Goldman è anche molto rialzista sul petrolio
a causa dei bassi investimenti nel settore e del fatto che solo due produttori di petrolio al mondo,
Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, hanno attualmente la capacità e i mezzi
per pompare più petrolio di quanto ne abbiano fatto nel gennaio 2020, poco prima del COVID.

Tutti gli altri stanno lottando, ha detto Currie.

“Questo mercato ha il potenziale per diventare molto stretto nel corso dei prossimi 3-6 mesi”,
ha detto a Bloomberg Television in un’intervista all’inizio di questo mese.
 

Val

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Eccolo qui il veggente......che sia lui a capo del clan ?


Bill Gates, recentemente confermato dalla rivista internazionale ‘Forbes’ come uno dei 10 uomini più ricchi sulla Terra,
ha messo in guardia i governi di tutto il mondo in vista del potenziale arrivo di “pandemie molto peggiori” del Covid-19.

La profezia di Bill Gates è riportata in un articolo del ‘Financial Times’.

Secondo Bill Gates, mentre le varianti Delta e Omicron del coronavirus si sono rivelate tra i virus più trasmissivi mai visti,
il mondo potrebbe dover affrontare un agente patogeno altrettanto contagioso,
ma con un tasso molto più alto di mortalità o malattia grave.

Nella ricostruzione del ‘Financial Times’ si sottolinea la richiesta di Bill Gates
ai maggiori Paesi di investire miliardi di dollari per prepararsi alla prossima epidemia globale.


La Bill & Melinda Gates Foundation e il Wellcome Trust del Regno Unito
stanno donando in questi giorni 300 milioni di dollari alla Coalition for Epidemic Preparedness Innovations (Cepi),
che ha contribuito a formare il programma Covax per fornire vaccini ai Paesi del mondo a basso e medio reddito.

La stessa Cepi sta tentando di raccogliere 3,5 miliardi di dollari
allo scopo di ridurre il tempo necessario per sviluppare un nuovo vaccino a soli 100 giorni.

Bill Gates ha affermato che le priorità del mondo sono “strane”
e che è toccato ai filantropi e ai governi ricchi affrontare l’iniquità del vaccino.

Il filantropo ha spiegato:

“Quando si parla di spendere miliardi per risparmiare trilioni di danni economici
e decine di milioni di vite, direi che è una polizza assicurativa piuttosto buona”.


Secondo Bill Gates, gli sforzi a livello di innovazione per prepararsi a una futura pandemia
potrebbero anche essere utili ad affrontare i problemi sanitari globali esistenti,
per esempio creando un vaccino per l’Hiv e migliori vaccini per la tubercolosi e la malaria.

Lo stesso Gates ha sottolineato che i due grandi finanziatori dello sviluppo
del vaccino, cioè la già citata Cepi e il governo Usa,
sono stati “coraggiosi” nel mettere a rischio i propri soldi
per creare ampi portafogli di potenziali vaccini,
ma ha anche ammesso che è necessario fare molto altro ancora.


Sir Jeremy Farrar, direttore del Wellcome Trust, ha spiegato che è “fondamentale”
che i fondi provengano non solo dai budget per lo sviluppo internazionale,
ma più in generale dai finanziamenti governativi e dalla filantropia.

Farrar ha raccontato come il Cepi si sia formato 5 anni fa dopo l’epidemia di Ebola del 2014-2015.

“Ora viviamo in quella che penso sia un’era di epidemie e pandemie più frequenti e complesse”, ha poi aggiunto.


All’inizio dell’emergenza Covid, avevano fatto il giro del mondo alcune parole pronunciate dallo stesso Bill Gates
durante il suo intervento del 2015 al Technology, Entertainment, and Design (TED):

“Se qualcosa ucciderà 10 milioni di persone, nei prossimi decenni,
è più probabile che sia un virus altamente contagioso piuttosto che una guerra. Non missili, ma microbi”.
 

Val

Torniamo alla LIRA
E veniamo alle situazioni ancora più assurde, emanate da questo governo di sbandati.
Faccio il tampone. Sono negativo. So per (quasi) certo che non ho il covid anche da asintomatico.
Ho il green pass, non faccio il tampone, vado dal parrucchiere e sono positivo asintomatico.

CHI NON SARA' CONTAGIOSO ? ............SVEGLIA GENTE. SVEGLIA, CHE E' ORA.


Green pass "base", da oggi, giovedì 20 gennaio,

scatta l'obbligatorietà anche per i clienti di estetisti e parrucchieri

e, più in generale, per coloro che accederanno ai cosiddetti "servizi alla persona".


Un obbligo che rimarrà tale almeno fino alla fine dello stato d'emergenza. (che avverrà alla calende greche)


Sempre da oggi, inoltre, green pass "base" sarà necessario anche per chi farà visita ai detenuti

e agli internati all'interno degli istituti penitenziari per adulti e minori.


Per ottenere il green pass base sarà necessario essere vaccinati, guariti

o in possesso dell'esito di un tampone molecolare o antigenico negativo.
 

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