CHI NON COMPRENDE IL TUO SILENZIO PROBABILMENTE NON CAPIRA' NEMMENO LE TUE PAROLE (1 Viewer)

Val

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Le parole, diceva un tale, sono importanti.

La parola chiave di questa storia è protocollo.

Cosa significa?

Tutto e niente.

Il più delle volte è una parola magica con cui coprire l’ignoranza
e non assumersi le responsabilità del caso e del momento.

Nel caso italiano rimarrà come emblematica della tragedia del Covid
perché con uno sbagliato protocollo medico si sono eliminati i medici e le cure mediche
proprio nel momento in cui c’era bisogno di medici e di cure.

Conta poco dire che è accaduto anche in altri Paesi:
sia perché è accaduto in maniera diversa e in grado inferiore, sia perché la nostra realtà di riferimento è italiana.


Tutta questa storia è stata dal suo inizio un gigantesco esercizio totalitario.

Non si tratta di fare i paragoni con i regimi del Novecento
ma di considerare in sé la mentalità totalitaria che è una tipica espressione della modernità
(come sapevano fior di giganti del pensiero, da Arendt a Bauman a Berlin per citare qualcuno)
che mette insieme potere e conoscenza pensando di poter controllare i comportamenti sociali con il razionalismo strumentale.


Del resto, come Speranza ha sostituito il giudizio medico con le circolari ministeriali,
così Conte – e Draghi dopo di lui – hanno sostituito i diritti e le libertà dei cittadini con i Dpcm
fino al punto di far passare la posizione dell’estorsione di Stato:

o ti vaccini o ti licenzio, o ti vaccini o sei fuori dal consesso civile.


Il dispositivo totalitario si innesca ogni volta che il governo, per suo comodo o per sua imperizia,

mette tra parentesi le libertà dicendo di dare in cambio sicurezza per il bene dell’umanità o degli Italiani.


I quali, purtroppo, per simili giochi di prestigio ancora non sono vaccinati a sufficienza e credono ancora,

un po’ per calcolo e un po’ per stupidità, alla favola dello Stato come istituzione salvifica.



Amen.
 

Val

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E veniamo al dunque. A quanto Vi ho anticipato ieri o - forse meglio - stamane.



La struttura immunitaria dell’uomo è “magnifica e complessa”.

E per questo va trattata con una certa attenzione,

anche e soprattutto quando si parla di quarta o quinta dose di vaccino anti Covid.


Lo ha detto ieri sera, ospite di Quarta Repubblica,
uno dei più importanti immunologi sulla piazza:

Antonio Cassone, professore all’American Academy Microbiology.



“La nostra macchina immunologica ci protegge da tante cose

ma può andare in corto circuito se troppo stimolata,

ad esempio da stimoli antigenici anche vaccinali”.


Nel mondo, e in Italia, i cittadini si sono già sottoposti a tre giri di Pfizer&co.

Ma “parlare di quarta dose a distanza di pochi mesi è un problema serio”.


Lo aveva detto anche Andrea Crisanti pochi giorni fa:
troppi bosster troppo ravvicinati non fanno bene all’organismo
.


“Utilizzando questi antigeni in questa misura – spiega Cassone –
e cioè con queste dosi a poca distanza di tempo si rischia una risposta molto bassa o addirittura nulla”.


Basta guardare all’esempio di Israele, dove hanno già iniziato col quarto giro di punture ai soggetti fragili.

“Oggi c’è stato un annuncio di un importante scienziato israeliano
secondo cui si è registrato solo un piccolo aumento degli anticorpi”, spiega Cassone.


Una risposta immunitaria decisamente diversa dal booster,
che secondo l’Iss ristabilisce la copertura (quasi) ai livelli delle due dosi originarie.


“Abbiamo quindi una piccola dimostrazione che se ripeti le dosi a poco tempo di distanza

tu rischi di non avere un miglioramento della risposta.

Anzi rischi addirittura di annullare la risposta precedente”.



Si chiama “paralisi immunitaria”, che può avvenire quando il dosaggio

o la scheda di vaccinazione non vengono rispettate correttamente.


Il vaccino anti-influenzale, ad esempio, viene sì ripetuto più volte nel corso della vita.

Ma una volta all’anno.

Non si è mai vista una raffica di iniezioni stile mitragliatrice.


“Più passa il tempo, più dosi devi ripetere, più devi distanziarle:

perché se no la risposta rischia di essere più bassa o addirittura nulla.


Questo è un dato immunologico noto da tempo e vale anche per i vaccini,

soprattutto questi per i quali le dosi ripetute sono fatte con la stessa quantità di antigene

e non con un dosaggio più basso, che già sarebbe meglio”.



Ripetere a gogo i booster, conclude Cassone,

“non rispetta nella sostanza dell’intero mondo vaccinale la scheda più adeguata per avere un’ottima risposta immunitaria”.
 

Val

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Queste le FAQ del governo.

CHE DIFFERENZA C'E' TRA GREEN PASS BASE, RAFFORZATO E DOSE BOOSTER

La differenza fra Green Pass e Green Pass rafforzato
sta ad indicare quali tipi di Certificazione verde COVID-19 sono validi per diversi utilizzi e periodi di tempo,
che possono variare con l’evolversi della situazione epidemiologica.

  • Green pass base: si intende la Certificazione verde COVID-19 per vaccinazione, guarigione, test antigenico rapido o molecolare con risultato negativo.

  • Green pass rafforzato: si intende soltanto la Certificazione verde COVID-19 per vaccinazione o guarigione.
  • Il green pass rafforzato non include, quindi, l’effettuazione di un test antigenico rapido o molecolare.

  • Green pass booster: si intende la Certificazione verde COVID-19 rilasciata dopo la somministrazione della dose di richiamo,
  • successiva al completamento del ciclo vaccinale primario

  • (per il richiamo Circolare del Ministero della salute 24 dicembre 2021: apre una nuova finestra;
  • Circolare del Ministero della Salute 6 dicembre 2021: apre una nuova finestra).

  • Chi non ha ancora fatto la dose di richiamo
  • potrà utilizzare il green pass da ciclo vaccinale primario completato o da guarigione,
  • ma dovrà presentare contestualmente un documento, cartaceo o digitale,
  • di un test antigenico rapido o molecolare, eseguito nelle 48 ore precedenti,
  • che attesti l’esito negativo al SARS-CoV-2.
Per tutti i tipi di green pass restano valide le esenzioni per i minori di 12 anni
e per coloro che hanno un’idonea certificazione medica
rilasciata secondo i criteri definiti con circolare del Ministero della Salute del 4 agosto 2021 - pdf: apre una nuova finestra.

Scopri chi ha diritto alle Esenzioni

DECRETO-LEGGE 24 dicembre 2021, n. 221: apre una nuova finestra

DECRETO-LEGGE 26 novembre 2021, n. 172
 

Val

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A COSA SERVE IL GREEN PASS RAFFORZATO

Il green pass “rafforzato” è richiesto in zona bianca, in zona gialla e in zona arancione

per accedere ad attività e servizi che altrimenti sarebbero oggetto di restrizioni

sulla base della normativa vigente, e nel rispetto della disciplina della zona bianca.



Consulta la tabella delle attività consentite senza green pass,

con green pass "base"

e con green pass "rafforzato”.

Vai a governo.it: apre una nuova finestra su governo.it


Dal 15 febbraio 2022, a tutti i lavoratori del settore pubblico e privato,

a partire dai 50 anni di età, è richiesto il green pass rafforzato, fino al 15 giugno 2022.



Scopri chi ha diritto alle Esenzioni

Riferimenti normativi

 

Val

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A COSA SERVE IL GREEN PASS BOOSTER


Dal 30 dicembre 2021 al 31 marzo 2022
i visitatori potranno accedere alle strutture residenziali, socio-assistenziali,
socio-sanitarie e hospice soltanto muniti di green pass booster, rilasciato dopo la somministrazione della dose di richiamo.

Chi non ha ancora fatto la dose di richiamo potrà utilizzare
il green pass da ciclo vaccinale primario completato o da guarigione,
ma dovrà presentare contestualmente un documento, cartaceo o digitale,
di un test antigenico rapido o molecolare, eseguito nelle 48 ore precedenti, che attesti l’esito negativo al SARS-CoV-2.
 

Val

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Questa è la tabella che vale OGGi, domani non si sa, dal 1° febbraio neppure........
Ma cosa volete. Siamo in Italia.
 

Allegati

  • tabella_attivita_consentite alla data dell'11 Gennaio 2022.pdf
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Val

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Vi avevo consigliato di acquistare stufe a legna ? ;)


Ria Novosti ha pubblicato una notizia che dovrebbe far tremare.


Gazprom, il fornitore russo di gas naturale, non ha prenotato capacità di trasporto

attraverso il gasdotto Yamal-Europa per il transito di metano, tramite la Polonia verso la Germania a febbraio,

così non ha prenotato capacità aggiuntive del sistema di trasmissione del gas ucraino (GTS).



Un totale di 89,1 milioni di metri cubi di gas al giorno sono stati offerti all’asta lunedì presso la sezione polacca,
ma l’offerta è rimasta non reclamata e l’offerente è solo uno: Gazprom.

Una situazione simile si è verificata a dicembre
ed a gennaio Gazprom ha prenotato circa 19,3 milioni degli 89,1 milioni di metri cubi proposti in quelle aste, e poi ha chiuso i rubinetti.


Inoltre, secondo i dati del sito ungherese RBP,
la società non ha utilizzato la capacità aggiuntiva della GTS ucraina al confine con la Russia :
è stato offerto un totale di 9,8 milioni di metri cubi al giorno.

Gazprom ha anche prenotato capacità aggiuntive ucraine per gennaio.


Yamal-Europe, insieme a Nord Stream e al sistema di trasporto del gas dell’Ucraina,
costituiscono una delle principali rotte per la fornitura del gasdotto russo all’UE.

Appare evidente che Gazprom non intenda far transitare tramite Ucraina e Polonia il gas
e si limiti a utilizzare Nord Stream, cercando di forzare la mano teutonica per l’approvazione accelerata di Nord Stream 2.

Gazprom afferma che i contratti a lungo termine offerti, inferiori ai prezzi spot, vengono eseguiti, e questo è probabilmente vero:
in questo caso i colpevole del proprio male è sempre la Germania, che vorrebbe un mercato solo “Spot”, senza contratti a lungo termine.


Comunque la questione è politica, tanto che è intervenuto a difesa di Gazprom
anche il viceministro degli esteri Alexander Parkin,
che ha affermato che il transito in Ucraina ha superato dell’otto dieci per cento il transito obbligatorio garantito.


Che poi tutto questo venga a coincidere con le tensioni NATO – Russia è ovviamente non casuale.


Senza quantità prenotate su Yamal la Germania sarà in gravissimo deficit energetico.

Tutto il resto dell’Europa, senza capacità aggiuntive, verrà a dipendere strettamente dalle condizioni metereologiche.


Un’ondata di freddo causerebbe un disastro per aziende e famiglie.

Siamo nelle mani del Generale Inverno.
 

Val

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Da quando ha preso il primo posto o dopo la crisi del China Evergrande Group nel 2017,
Country Garden è rimasto il più grande sviluppatore della nazione in Cina per vendite a contratto.

Impiega più di 200.000 persone nel settore immobiliare.

Un colosso che ha sede a Foshan, nel Sud della Cina,
e che opera soprattutto nella costruzione di grandi complessi in città di medie dimensioni.

E, come Evergrande, anche Country Garden ha fatto molto affidamento
sull’accesso ai finanziamenti nel mercato del credito offshore, cioè occidentali;

in realtà non solo Evegrande, ma praticamente tutti i colleghi sviluppatori
che si sono riempiti di denaro a prestito per alimentare la crescita nell’ultimo decennio
che ora affronta un brusco stop.


Secondo Bloomberg, ha il più grande pool di obbligazioni in dollari USA in circolazione
tra le più grandi società immobiliari cinesi non in default, con circa 11,7 miliardi di dollari in circolazione, secondo i dati compilati da Bloomberg.

Il presidente fondatore Yeung Kwok Keung ha trasferito la sua quota di controllo a sua figlia Yang Huiyan nel 2005.

Ora è la vicepresidente dell’azienda ed è la donna più ricca della Cina, secondo il Bloomberg Billionaire Index.


O almeno lo era, perché alcune obbligazioni in dollari USA di Country Garden
sono precipitate ai minimi storici sulla scia di un rapporto secondo cui l’azienda
non è riuscita a ottenere un sostegno sufficiente da parte degli investitori
sulla conversione di alcuni classi di obbligazione, operazione che ne avrebbe migliorato la capitalizzazione.

Le obbligazioni a più lunga scadenza sono state scambiate a partire da 69 centesimi sul dollaro a partire dalla fine di venerdì.

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La società ha cercato di piazzare, senza successo, obbligazioni convertibili per 300 milioni di dollari,
e questo è stato uno dei fattori della caduta, sui timori di difficoltà di finanziamento.

Secondo Bloomberg, mentre Country Garden non sta affrontando imminenti pressioni sui rimborsi
– ha 1,1 miliardi di dollari di obbligazioni in dollari in scadenza quest’anno
e aveva 186 miliardi di yuan (39,5 miliardi di S$) di liquidità disponibile a giugno dello scorso anno –
potrebbero emergere rischi visto che ha un accesso limitato ai finanziamenti.

Il problema è proprio la fiducia che è alla base di un colosso del genere basato sul credito:

se questa trema il disastro si avvicina.

La fiducia è una cosa seria.

Un altro enorme problema è che Country Garden ha 3000 grossi cantieri aperti in innumerevoli città
e se avesse problemi finanziari ciò ricadrebbe anche sull’attivvità economica generale.

Senza considerare il rischio relativo al sistema finanziario cinese
fortemente squilibrato nei confronti degli investimenti immobiliari e collegati

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Lo sviluppatore ha venduto obbligazioni e titoli garantiti da attività nel mercato locale a dicembre,
riflettendo il supporto di investitori e autorità di regolamentazione,
e lo scorso anno ha mantenuto i rating di tutte e 3 le principali società di rating.

Country Garden detiene rating di credito sia investment grade che high yield dei 3 principali valutatori del rischio,
il che lo rende un cosiddetto nome crossover che potrebbe essere vulnerabile.

Eliminati gli operatori più deboli il mercato speculativo potrebbe attaccare Country Garden.

Ha l’equivalente di un rating tripla B investment grade sia presso Moody’s Investor Services che Fitch Ratings,
e il rating speculativo più alto possibile presso S&P Global Ratings.

Tuttavia, è probabile che il mutuatario “rafforzi la sua resilienza finanziaria
controllando la crescita del debito e mantenendo disciplinate acquisizioni di terreni”,
hanno scritto gli analisti di S&P in un rapporto di settembre che ha riaffermato il suo rating.


Il che sembra facile da dire, ma difficile da fare in questo momento,

visto anche il fallimento nella collocazione dell’ultimo bond.
 

Val

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Di solito si ritiene che investire i soldi in una società di servizi energetici o assimilati
sia un modo sicuro per avere un rendimento stabile senza grossi rischi.

Purtroppo con EDF, la società elettrica di stato francese, non è stato esattamente così.

Partecipata dallo stato francese, ma anche da privati, EDF ha avuto una caduta di valore del 17%


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Questo calo verticale è stato dovuto al fatto che il presidente Macron ha deciso, in modo unilaterale,
di porre un tetto ai prezzi energetici, a fronte dell’esplosione dei prezzi dell’elettricità in atto anche in Francia.

In questo modo i democratici hanno imparato, in modo diretto e sulla loro pelle,
le leggi principali che regolano le società energetiche con partecipazione statale:

Legge 1—Le società controllate dal governo, nonostante abbiano migliaia di azionisti privati,
sono agenzie governative e agiscono seguendo le indicazioni dei politici.
Ciò può significare intraprendere azioni che svantaggiano tutti gli azionisti, compreso il governo,
se tali azioni sono positive per i politici in carica.
Puoi facilmente vedere quel modello guardando indietro a Teléfonos de Mexico
o Petrobras o Gazprom o qualsiasi società controllata dallo stato in Cina.

Legge 2— Ai politici piacciono i mercati competitivi fintanto che questi mercati producono prezzi stabili o in calo.
Non amano i mercati competitivi che producono prezzi più elevati (soprattutto nettamente più elevati)
per beni e servizi di uso comune.
Affinché il mercato funzioni, i produttori devono compensare periodi di prezzi bassi e margini bassi
con periodi di prezzi e margini alti per realizzare un profitto ragionevole nel tempo.
Se il governo taglia la parte superiore di ogni ciclo dei prezzi ovviamente che succederà agli utili?
Il governo del Regno Unito ha fissato un tetto ai prezzi al dettaglio dell’energia qualche tempo fa
ed un certo numero di fornitori di energia è fallito.


Poi ci sono anche stati, come l’Italia,

in cui lo stato fa gli interessi degli azionisti privati,

ma si tratta di eccezioni che confermano la regola.


EDF cerca di salvare la faccia affermando che “Vedrà come difendere gli interessi dei suoi azionisti”.


Intanto devono pagare.
 

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