Chi è il vero Macron? Qualche indizio partendo dal maestro Ricoeur (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico

un nuovo scandalo gigantesco che si abbatte sul banchierino fru-fru messo all’Eliseo dall’alta finanza per fare “più Europa”

ULTIMI "FASTI" DELLA FRANCIA MACRONITA (bella sequenza di orrori....)

MAURIZIOBLONDET.IT

IL NUOVO SCANDALO CHE TRAVOLGE MACRON - Blondet & Friends
Crase: “Stanno per perquisire En Marche” Benalla: “Ancora?” Crase: “Ho le mie cose dentro. Proverei a andare questa notte, ma il problema è che ci sono i poliziotti davanti”. Benalla: …
 

tontolina

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e il problema sarebbe solo maduro;
e per Macron? niente?

Caso Benalla: i Senatori sono “Una minaccia per la Repubblica” se toccano Macron, parola del Ministro degli Interni Castaner
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Ora immaginatevi se la scorsa settimana Salvini avesse detto che i Senatori sono una “Minaccia per la Repubblica” se votassero per il suo rinvio a giudizio. Immaginatevi cosa sarebbe successo in Italia. Ora pensate che il ministro degli interni Francese ha detto, pubblicamente, queste parole riferendosi al proprio Senato

La vicenda è quella della commissione d’Inchiesta del Senato sull’affare Benalla, il complicato intrigo che coinvolge l’Eliseo e l’ex responsabile, rivelatosi un picchiatore senza scrupoli, della sicurezza personale di Macron, Alexandre Benalla, che poi, destituito d’ufficio, ha proseguito la propria carriera come affarista internazionale in virtù dei contatti creati.

Il Senato ha costituito una commissione d’Inchiesta che sta cercando di appurare cosa sia successo, anche nell’interesse della sicurezza dello Stato francese, ma la cosa non è gradita, evidentemente, agli ambienti macronisti.
Cristophe Castaner, ministro degli interni, si è così rivolto ai membri della commissione:
« Si certains pensent qu’ils peuvent s’arroger un pouvoir de destitution du président de la République, ils sont eux-mêmes des menaces pour la République »

“Se alcuni pensano che si possono arrogare il potere di destituire il presidente della Repubblica, allora sono delle minacce per la Repubblica”.
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Attenzione che a dire queste parole è un ministro che non si è fatto, nè ancora si fa, nessuno scrupolo di reprimere in modo violento le manifestazioni dei Gilet Gialli e che quindi non avrebbe nessun problema a reprimere pure il Senato che, in Francia, è espressione delle autonomie locali, quindi meno legato alla maggioranza parlamentare ora retta da LREM.

Oltralpe il presidente della repubblica può essere deposto solo nel caso manchi gravemente al suo mandato e solo da parte del Parlamento elevato ad Alta Corte (art 68 della costituzione), ma il Senato ha pieno diritto di proporre e costituire commissioni d’inchiesta e di controllo, per cui è nel pieno dei suoi poteri sino a quando non ne chiedesse le dimissioni.
In realtà quello che da molto fastidio a Macron è che il parlamento voglia controllarlo, cosa che lui ritiene offensiva.
Il Senato controlla in governo, ma in una repubblica presidenziale come la Francia è difficile separare questa figura da quella del presidente, perchè tendono ad assimilarsi, soprattutto con “Facciotuttoio” Macron.
Quello che più lo infastidisce è che, con la commissione aperta, non riesce a mettere una pietra sopra un affare che lo ha coinvolto fin dall’inizio in modo personale, con voci malevoli che nascevano dai rapporti personali con il bel Benalla e dai privilegi che la presidenza aveva accordato ad un semplice poliziotto. L’Eliseo avrebbe voluto chiudere tutto prima delle europee, ma con la commissione del Senato aperta non può, tranne che non intimorisca il Senato ed il suo Presidente.


 

alingtonsky

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(ANSA) - PARIGI, 20 FEB - La commissione d'inchiesta del Senato sul caso dell'ex consigliere dell'Eliseo Alexandre Benalla, a conclusione di sei mesi di lavori, ha dichiarato che "la sicurezza del capo dello Stato è stata messa in pericolo". La stessa commissione ha deciso di attivare la giustizia ordinaria per il reato di "falsa testimonianza" da parte di Benalla dopo aver ravvisato "contraddizioni" nelle due audizioni dell'ex collaboratore della presidenza davanti ai senatori.

Caso Benalla, 'violata sicurezza Macron' - Ultima Ora
 
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alingtonsky

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15/02/2019, di Domenico Coviello
Nelle ore in cui Parigi annuncia che l’ambasciatore di Francia sarà rimandato oggi 15 febbraio a Roma, rischia di scoppiare una nuova crisi politica e istituzionale con l’Italia.

Intercettato dalle telecamere della trasmissione Piazzapulita, di Corrado Formigli su La7,una delle figure carismatiche dei cosiddetti “gilet gialli” francesi ha rilasciato dichiarazione esplosive. Gravissime. In base alle quali emerge un progetto di colpo di stato militare in Francia da parte del movimento di protesta contro il presidente Emmanuel Macron.
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Gilet gialli, video Chalençon Piazzapulita: "Paramilitari pronti a golpe"

17/02/2019 alle ore 16:18
LEONARDO MARTINELLI PARIGI
Lo hanno riconosciuto sul boulevard Montparnasse, in piena Parigi. Lui, 69 anni, è Alain Finkielkraut, filosofo e accademico di Francia, conosciuto per i suoi saggi ma anche per le apparizioni televisive. Loro, un gruppo di gilet gialli che stava manifestando per il 14º sabato consecutivo, si sono scagliati contro Finkielkraut, figlio di rifugiati ebrei polacchi, che giunsero in Francia negli Anni 30 del secolo scorso, con un fiume di insulti antisemiti.
La scena è visibile in alcuni video postati sui social: «Sporco ebreo», «vattene, la Francia è dei francesi», «ritorna a Tel Aviv», gridavano minacciosi. «Noi siamo il popolo francese», urlava uno di loro. E ancora: «Sporco sionista», «il popolo ti punirà», «Palestina». Un manifestante non aveva proprio le idee chiare, perché se l’è presa con Finkielkraut gridandogli «fascista antisemita».

Il filosofo non ha reagito ma ha guardato fisso e impassibile alcuni dei suoi aggressori. Poi, una persona che aveva in mano un gilet giallo (forse del servizio d’ordine dei manifestanti), lo ha preso per il braccio e l’ha portato via, finché sono intervenuti i poliziotti. Nessuno del corteo è venuto a difendere Finkielkraut.
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Gilet gialli aggrediscono filosofo: sporco ebreo

16 febbraio 2019 - Raphaël Zanotti
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La svolta antisemita dei Gilet gialli francesi è ormai sotto gli occhi di tutti. Nelle ultime manifestazioni erano comparse scritte contro gli ebrei un po’ ovunque. «La Francia muore di fame e gli ebrei accendono le luci di Channukkà» avevano urlato i Gilet gialli durante una manifestazione di dicembre sotto la Tour Eiffel. «Macron, sei la puttana degli ebrei!» era stato scritto su un lenzuolo appeso su un ponte dell’A6, l’autostrada Parigi-Marsiglia. E ancora «Macron, sei il pupazzo degli ebrei», «Ebrei state tirando la corda, la crisi finanziaria è colpa vostra». Gli esempi sono molteplici.
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A parigi - Gilet gialli insultano il filosofo Finkielkraut: «Sporco ebreo»
 
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alingtonsky

Forumer storico
25 febbraio 2019

Secondo il più recente sondaggio disponibile, la popolarità del presidente francese Emmanuel Macron è tornata ai livelli precedenti l’inizio delle proteste dei “gilet gialli”, con il 32 per cento dei francesi che pensa che Macron sia un buon presidente. Nel momento peggiore delle proteste dei gilet gialli contro Macron, a dicembre, la sua popolarità era scesa al 27 per cento. Lo stesso sondaggio – condotto tra il 20 e il 21 febbraio – ha indicato che il 55 per cento dei francesi pensa che le proteste dei “gilet gialli” dovrebbero interrompersi ...


La popolarità del presidente francese Emmanuel Macron è tornata ai livelli precedenti l'inizio delle proteste dei "gilet gialli" - Il Post
 

big_boom

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Se ha il 30% vuol dire che "secondo i sondaggi" e' nella stesse condizioni di Maduro
quindi aspettiamoci delle sanzioni contro la Francia
 

alingtonsky

Forumer storico
Ma che sciocchezze scrivi?
Non sono i sondaggi a determinare se un presidente sia legittimo o no.

Macron è il presidente in carica. Non aveva esautorato il parlamento e non si è fatto eleggere con elezioni irregolari per un secondo mandato ( a differenza di Maduro).

ANSA) - LIMA, 4 GEN 2019 -
I ministri degli Esteri del 'Gruppo di Lima' riuniti in Perù hanno firmato, con l'eccezione del Messico, un documento in cui "non si riconosce la legittimità del nuovo mandato presidenziale del regime di Nicolás Maduro in Venezuela, che comincerà il 10 gennaio prossimo".
Questo, si sostiene, perché il processo elettorale "non si è basato sulle garanzie e gli standard internazionali necessari per un processo libero, giusto e trasparente".
Lo ha reso noto il ministero degli Esteri peruviano. In una Dichiarazione di undici punti, "Argentina, Brasile, Canada, Cile, Colombia, Costa Rica, Guatemala, Guyana, Honduras, Panama, Paraguay, Perù e Santa Lucia, hanno sollecitato Maduro a non assumere la presidenza del Venezuela e a trasferire il potere esecutivo all'Assemblea nazionale fino a quando non si svolgeranno nuove elezioni democratiche". Il Messico, che aveva firmato tutti i precedenti documenti del Gruppo di Lima, si è astenuto ...

Paesi Gruppo Lima, 'Maduro illegittimo' - Ultima Ora
 
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