Chi è il vero Macron? Qualche indizio partendo dal maestro Ricoeur (1 Viewer)

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Wolfgang Munchau ha scritto sciocchezze e riportato voci. Ci sono avversari politici di Macron che diffondono voci ostili e denigratorie ed esagerazioni.

Munchau aveva ipotizzato l'uscita dell' Italia dall'Euro come conseguenza della vittoria del No nel referendum costituzionale italiano.

Referendum, Munchau (Ft): con vittoria No possibile uscita Italia da euro

Macron anche in passato aveva criticato i leader politici di Ungheria e Polonia e non si tratta affatto di insulti a casaccio.
L'Ungheria di Orban era stata condannata dal parlamento UE e anche la Polonia era stata accusata di aver violato lo stato di diritto.

UE CONDANNA ORBAN "SANZIONI ALL'UNGHERIA", MA BUDAPEST NON RISCHIA/ Anche la Polonia sotto inchiesta - IlSussidiario.net


Bruxelles. L'Ue contro la Polonia: viola lo stato di diritto
 

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4 novembre 2018,17:47

La Nuova Caledonia ha scelto di rimanere francese in uno storico referendum sull'autodeterminazione. Nell'arcipelago a est dell'Australia con meno di 300 mila abitanti, il no all'indipendenza ha prevalso con il 56,4% dei voti contro il 43,6% per il sì. Alta l'affluenza, l'80,63%. Il risultato è stato meno netto delle previsioni, ma per il presidente francese Emmanuel Macron, questo voto è un "segno di fiducia nella Repubblica".

Macron ha espresso il suo "orgoglio immenso" per "aver compiuto insieme questo passo storico". "Voglio anche esprimere l'orgoglio da capo dello Stato perché la maggior parte dei Caledoniani ha scelto la Francia", ha aggiunto in un discorso televisivo dall'Eliseo, sottolineando che ora "non c'è altro cammino se non quello del dialogo". Il premier Edouard Philippe è in arrivo dal Vietnam in quella che rimane quindi una 'collettivita'' d'Oltre mare della Francia.

Tuttavia anche gli indipendentisti si sentono forti dei numeri portati a casa: i sondaggi davano il no tra il 63 e il 75%. Ora riaffermano il loro desiderio di andare fino in fondo all'accordo di Numea del 1998 e di chiedere l'organizzazione di altri due referendum nei prossimi quattro anni, come era stato stabilito. Per Louis Mapou, capo del gruppo Uni-Flnks al Congresso, "i separatisti sono ancora più motivati a richiedere il secondo e il terzo referendum".

A 17 mila chilometri di distanza da Parigi, l'arcipelago della Melanesia colonizzato nel 1853 e con significative riserve di nichel ha scelto ancora una volta la comodita' della protezione francese, del passaporto europeo e del finanziamento da 1,3 miliardi di euro che arriva ogni anno. La consultazione rientra nel quadro dell'accordo di Numa ed e' destinata a continuare l'opera di riconciliazione tra i Kanak, gli indigeni del territorio, e i Caldoches, di origine europea, avviata con gli accordi di Matignon del 1988 ...

Nuova Caledonia: rimane francese, Macron orgoglioso. I no al 56,4%
 

tontolina

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Adieu, Macron! La mesta caduta di un presidente

Sorpresa!
Solo il 26 per cento dei francesi ha ancora fiducia in Emmanuel Macron. Ancora un piccolo sforzo e il beniamino dei “dem” nostrani, supererà i record negativi toccati dall’insopportabile François Hollande, il più inviso presidente della Quinta repubblica.
Un disastro pieno, senza appello.

Ma cosa sta succedendo a Parigi?
Tante cose e tutte spiacevoli.
Da anni il Paese è in crisi profonda: il tracollo dello stato sociale — l’état providence — ha prodotto un massiccio indebitamento pubblico e una pressione fiscale pesantissima (ultimo balzello l’aumento del 15 % del prezzo della benzina e del 23% del diesel).

Per di più il fallimento del sistema d’integrazione dei “nuovi francesi” — con le continue rivolte nelle banlieus e la crescita di un terrorismo diffuso — ha generato un clima d’insicurezza, di paura. Alla crisi interna si somma poi l’erosione del peso internazionale della Francia in Europa e nel mondo. Un intreccio di sfide inquietanti a cui politici, burocrati e oligarchi non riescono a dare risposte convincenti, prospettive possibili, strade d’uscita.

Per molti, nel 2017, la presidenza Macron sembrava essere la soluzione o, almeno, un tampone per arginare il disincanto, il malessere, il declino. Illusioni. La vittoria del giovane marito di Brigitte Trogneaux — perfetto prodotto della tecnocrazia, lo “Stato profondo” transalpino — si è rivelata presto un boomerang. In 17 mesi l’ambiziosissimo Macron non ne ha imboccata una: l’economia rimane in panne, nelle città la violenza dilaga e la protesta di pensionati e lavoratori contre le riforme presidenziali continua a crescere.
Intanto il movimento macronista En Marche!, il giocattolo del leader, si è rivelato un solo cartello elettorale zeppo di dilettanti o di furbetti mentre la squadra di governo annaspa e continua a perdere pezzi importanti.

Il primo tassello è caduto la scorsa estate quando il popolare generale Pierre de Villiers, capo di Stato maggiore delle Forze armate e cattolico convinto, stufo dell’arroganza del presidente (e della puzza di massoneria nell’Eliseo) ha sbattuto, tra gli applausi dei suoi ufficiali, fragorosamente la porta. Nei mesi successivi hanno abbandonato la barca governativa il ministro dell’Ambiente Nicolas Hulot, una star mediatica, e quello dello Sport seguiti ad ottobre dal ministro degli Interni, Gerard Collomb, un carico da novanta della politica transalpina. In uscita anche la ministra della Cultura Françoise Nyssen, investita da uno brutto scandalo su abusi edilizi, e il segretario generale dell’Eliseo Alexis Kohler, sotto indagine per traffico d’influenze e cattura illegale d’interessi”. Il rimpasto di governativo di fine ottobre – con l’arrivo di una somma di figure incolori — non ha convinto nemmeno i fans più sfegatati del presidente.

Le critiche sempre più aspre però sembrano però scalfire il lunare Emmanuel.
Ormai smarritosi in un delirio autoreferenziale,
l’uomo è sempre più insofferente verso oppositori e critici e ogni dove vede nemici del “bene”: i pensionati “lamentosi”, gli studenti “ingrati”, i sindacati “stupidi” e poi i populisti e/o razzisti più o meno camuffati. In Macronie non vi è posto per i francesi poveri e bianchi e neppure per i poveri (regolari) d’ogni colore.

Da qui le scivolate imbarazzanti.
Ecco qualche perla. A giugno, in occasione della Fete de la musique, la coppia presidenziale ha voluto posare con il gruppo techno Kiddy Smile. Gli artisti, autodefinitisi “figli d’immigrati, neri e pédés”, abbracciavano i divertiti coniugi nei loro vestiti da scena. Una pochade in stile drag queen che pochi hanno apprezzato, ma subito il piccato presidente ha annunciato misure per il controllo della rete e ordinato alla televisione di Stato di “cambiare le mentalità dei francesi, diventando lo specchio delle nostre differenze”. Porte chiuse perciò alle voci scomode, Onfray e Zemmour in primis.

Poco dopo è scoppiato il caso Benalla, il manesco “assistente” dell’Eliseo. Nonostante fosse stato pizzicato mentre menava — senza alcuna autorizzazione e incarico — un manifestante dell’opposizione, il bullo è stato subito coperto da Macron in persona. Perchè? Silenzio di Stato. Ma quando i pettegolezzi sulle frequentazioni presidenziali hanno tracimato il capo supremo della Repubblica ha voluto convocare stampa e collaboratori per tuonare “Alexandre Benalla n’est mon amant”. Impossibile immaginare scenette simili con De Gaulle e Mitterrand. Difficile pensarle persino con personaggi minori come Sarkozy o Chirac.

A settembre il capo dello Stato ha visitato le Antille francesi; a Saint Martin si è fatto immortalare stretto tra due giovani nerboruti e a torso nudo. Al momento dei flash i compari, ambedue pregiudicati, si sono esibiti in un gesto volgare sotto lo sguardo compiaciuto e molto ambiguo del presidente.
Un’immagine devastante.
Ma quando Marine Le Pen ha osato giudicare la scenetta come “imperdonabile”, Marléne Schiappa, segretaria di Stato, ha definito la signora del RN “leader di un grande partito razzista, d’estrema destra”. Quindi una reproba da zittire. Peccato che Marine, assorbito il duro colpo delle presidenziali, continui a crescere in ogni sondaggio ed oggi il suo movimento è proiettato attorno al 20 per cento, eguagliando così il cartello di Macron

Ultima trovata, le celebrazioni sottotono della vittoria del 1918.
Niente sfilata militare ma mesti pellegrinaggi tra i cimiteri di guerra e un meeting nella capitale in cui Macron si proporrà come il campione dei “progressisti” pro Europa contro i populisti….

Giorno dopo giorno la Macronie sembra ormai il Titanic con in più a bordo un comandante ubriaco che sbatte allegro tra gli icebergs.
La nomenklatura transalpina è sempre più preoccupata e ha iniziato — basta sfogliare i quotidiani e le riviste — a distaccarsi da questo imprevedibile e stravagante prophète exaltè (la definizione di Ivan Rioufol su Le Figaro).

Adieu Emmanuel.
 

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Un articolo molto di parte, ostile nei confronti di Macron. L'autore , non menzionato sopra, è di destra e sembra che in Italia parteggi per il partito della Meloni. È probabile che in Francia parteggi per la Le Pen. Ha scritto varie inesattezze.

Benalla era stato sospeso dall'incarico , che fosse stato coperto è un'illazione. Poi era finito sotto inchiesta ed era stato rimosso dall'incarico.
Non è vero che Macron avesse convocato stampa e collaboratori per tuonare ... Macron aveva parlato a un gruppo del suo partito e in modo ironico aveva smentito alcune voci dicendo anche che non gli aveva fornito i codici nucleari. Evidentemente comunicava che si trattava di voci assurde.
L'autore del pessimo articolo omette di dire che Il presidente francese era a Saint Martin, l’isola delle Antille che fa parte della Francia perché era stata colpita dall’uragano Irma per manifestare vicinanza alla popolazione.
L'estremista di destra Le Pen aveva cercato di strumentalizzare una delle tante foto scattate con Macron e abitanti di Saint Martin, una foto in cui 2 giovani facevano gesti da rapper, gesti che si vedono anche in foto di concerti rap e dischi rap.

Le Figaro è un quotidiano di opposizione rispetto a Macron ( lo si potrebbe paragonare a Il Giornale per orientamento).
Che le celebrazioni della vittoria del 1918 siano sottotono è un'opinione molto discutibile.

Quel che è vero è che il consenso di Macron è calato nei sondaggi.
Il suo partito era stato fondato qualche mese prima delle elezioni presidenziali, probabilmente ha scarso radicamento territoriale mentre altri partiti esistono da diversi anni.
Ha attuato alcune riforme che aveva annunciato nella campagna elettorale. Dai governi precedenti ha ereditato una spesa pubblica eccessiva e una pressione fiscale tra le più elevate del mondo. Ridurre la spesa pubblica toglie più consensi di quelli che porta.
L'elettorato francese è molto esigente , era deluso anche dai presidenti precedenti.
C'è da dire che in alcuni paesi e non solo in Francia molti cittadini hanno pretese assurde.
Proposte di riforma della UE presentate da Macron hanno ìncontrato l'opposizione di qualche stato del centro-nord Europa che ha interessi diversi e la Merkel è in una fase di declino.
 
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di VERONIQUE VIRIGLIO
07 novembre 2018,06:50
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La riscossa parte dalla Marna, dove la Francia ritrovò il suo orgoglio. Dopo quattro giorni di riposo nella sua residenza di Honfleur, il presidente francese Emmanuel Macron ha dato il via alle commemorazioni per il centenario della fine della Prima Guerra mondiale: tra memoria, simboli e tentato rilancio politico, in un momento di crisi di consensi senza precedenti.

Un periplo sui luoghi del ricordo – il primo del genere nella storia della Quinta Repubblica – cominciato domenica sera a Strasburgo dove, accompagnato dalla moglie, Brigitte, Macron ha preso parte ad un concerto nella cattedrale gotica di Notre Dame. Gotico per metà francese, per metà tedesco in una terra oggi francese e ieri reclamata dai tedeschi, a venti metri dal Reno e dalla frontiera più insanguinata di tutto il Novecento. Il cuore dell'Europa.

Tutto è cambiato sul Fronte Occidentale
Accanto al presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier, Macron e consorte hanno ascoltato opere di Debussy e Beethoven sul tema della "pace europea e del ritorno dell’Alsazia-Mosella alla Francia”, recita un comunicato dell’Eliseo: un inizio culturale altamente simbolico per quello che i media francesi presentano come uno “percorso della memoria”.

In realtà si tratta di un vero e proprio tour de force per il presidente francese: in sei giorni, tra Grand Est e Hauts de France, toccherà 11 dipartimenti e 17 città. Un tour “concepito come una superproduzione dell’Eliseo con Macron nei ruoli di capo d’orchestra, grande organizzatore e protagonista principale”,scrive il quotidiano Le Monde.


Alla fine, sotto l’Arco di Trionfo. Ma prima si ricorda una sconfitta
Il percorso si concluderà a Parigi domenica prossima, in cima agli Champs Elysees, sotto l’Arco di Trionfo, dove il presidente francese riaccenderà la fiamma della tomba del milite ignoto e pronuncerà un atteso discorso alla presenza di un centinaio di personalità, tra cui Donald Trump, Vladimir Putin, numerosi capi di governo e dirigenti di organizzazioni internazionali.

Come prima tappa il presidente francese attraversa in queste ore le regioni della Moselle e della Meurthe-et-Moselle, per raggiungere la città di Morhange dove, durante la “Battaglia delle Frontiere”, il 20mo corpo militare francese comandato dal generale Foche venne pesantemente sconfitto in uno scontro epico.

Gli altri territori visitati nei prossimi giorni – Meuse, Ardennes, Marne, Aisne, Nord, Pas de Calais, Somme – sono stati tutti pesantemente martoriati durante la Grande Guerra, tra gli altri tra cui Verdun, Reims, Charleville-Mézières e Notre-Dame-de-Lorette: molti hanno avuto successivamente una storica vocazione industriale e oggi alcuni sono impelagati in un’annosa crisi di riconversione economica.

... accanto ai monumenti le visite saranno agli stabilimenti: nella zona industriale di Pompey un’azienda chimica in pieno sviluppo e a Pont-à-Mousson un forum economico regionale “Choose France” del Grande Est. Nei prossimi giorni andrà nella fabbrica Renault a Maubeuge e sul sito di Ascoval, un’acciaieria a rischio chiusura a Saint Saulve, nel Nord.

... analizza ‘Le Monde’, le commemorazioni del centenario rappresentano per Macron un’ulteriore occasione per “mettere in guardia il continente dalle minacce populiste e nazionaliste che avvelenano il suo grande sogno europeo” in vista delle elezioni europee di maggio 2019, primo test dal suo insediamento nel maggio 2017.

“Qualcuno gioca con il nazionalismo e le paure”
Per questo, prima ancora di mettersi in viaggio, il presidente francese ha denunciato sull'emittente Europe 1 "l'assurdità di un nazionalismo guerrafondaio" e il ritorno, all'interno di un'Europa sempre più frantumata, dei partiti che "giocano sulle paure". Nell'intervista, registrata lunedì sera, Macron ha chiesto di ascoltare queste paure, compresa quella per "un'Europa ultraliberale che non consente più alle classi medie di vivere bene: abbiamo bisogno di un'Europa che protegga ulteriormente i salariati, che sia meno esposta ai venti”.

Quanto alla paura dei migranti, occorre "dare risposte vere, con i nostri principi, concedendo l'asilo a coloro che devono essere protetti, con una politica di sviluppo, sicurezza e protezione delle nostre frontiere".

"Bisogna saper tenere duro"
Non a caso Macron scandisce in queste giornate di ricordo e di incertezza le parole pronunciate da Georges Clémenceau: primo ministro nei tempi bui in cui il Nemico era ad un passo da Parigi ma poi uno degli artefici dell’Accordo di Versailles, che dopo il conflitto mise la Germania in ginocchio. Queste: “Nei momenti difficili attraversati dal nostro Paese, uno guardava alla sua popolarità? Certo che no. E se quanti mi hanno preceduto, avessero guardato la loro popolarità, non avrebbero fatto quello che hanno fatto". Di qui la conclusione: "In momenti come questi segnati da angoscia, paura e cambiamenti profondi, bisogna sapere tenere duro”. Anche quando il nemico è alle porte.

Macron cerca il riscatto sui campi della Grande Guerra
 

tontolina

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Arrestate 6 persone, estremisti di destra, razzisti e antieuropeisti, che avrebbero progettato l'assassinio di Macron

Sventato un attentato a Emmanuel Macron
forse è per questo che 3 mesi fa ha fatto sottoporre la LE PEN a visita psichiatrica cercando di interdirla

mentre con gli avversari si sinistra si è limitato a mandare un'accertamento ispettivo alle loro abitazioni intimidendo gli avversari

vuoi vedere che qualcuno si è risentito
 

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forse è per questo che 3 mesi fa ha fatto sottoporre la LE PEN a visita psichiatrica cercando di interdirla

mentre con gli avversari si sinistra si è limitato a mandare un'accertamento ispettivo alle loro abitazioni intimidendo gli avversari

vuoi vedere che qualcuno si è risentito
Era stato un magistrato che aveva chiesto una perizia psichiatrica per Marine Le Pen, imputata o indagata per un reato.
 

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18 novembre 2018

Emmanuel Macron ha esortato oggi a Berlino la Germania ad aprire con la Francia una "nuova tappa" nella costruzione europea al fine di impedire al mondo di "scivolare nel caos" e di garantire la pace. La visita di Macron giunge una settimana dopo che i leader mondiali si sono incontrati a Parigi per il centenario della fine fine della Prima guerra mondiale e nel giorno in cui la Germania piange le vittime della guerra e della dittatura.

"L'Europa e nel suo seno la coppia franco-tedesca" ha "il compito di non lasciare andare il mondo alla deriva e di portarlo sul percorso della pace", ha detto il presidente francese parlando al Bundestag, la camera bassa tedesca. "Perciò l'Europa deve diventare più forte, accrescere la propria sovranità - ha aggiunto - perché non potrà crescere nel suo ruolo se diventa essa stessa un gioco delle grandi potenze, se non assume la responsabilità della propria sicurezza e per la propria difesa".

"Dopo 200 anni di continui conflitti che avevano caratterizzato il Vecchio Continente, dopo aver concluso una pace duratura, abbiamo costruito un'Europa unita. Insieme abbiamo costruito questo pensiero comune". Ed è un cambiamento che ha che vedere con l'identità europea, ha detto il presidente.

Macron è il primo capo dello Stato francese a intervenire davanti al parlamento tedesco in 18 anni. L'ultimo a farlo era stato Jacques Chirac a giugno del 2000.

È iniziato con appello alla gioventù europea la visita di Stato a Berlino di Emmanuel Macron, che è culminata nel discorso davanti al Bundestag. Il presidente francese ha incontrato il capo dello Stato fedesco Frank-Walter Steinmeier, invitando i giovani a "lottare insieme per un'Europa aperta al mondo e pacifica" .

Si tratta di riflettere insieme "sulla nostra storia comune e sulla cultura", ha detto Macron al termine dell'iniziativa "Youth for Peace - 100 anni dalla fine della Prima guerra mondiale, 100 idee per la pace". Spiega infatti il capo dell'Eliseo che "la gioventù non può costruire il futuro se non sa da dove viene". Tra le idee presentate questa mattina, c'è quella di creare una "linea della pace" che attraversi tutta l'Europa collegando tutti i memoriali dei due conflitti mondiali.

Macron ha anche lanciato la proposta di incontrare i giovani d'Europa in alcuni di questi luoghi insieme a Steinmeier. Il quale da parte sua ha ribadito il "grande desiderio di assicurare la pace nel Vecchio Continente in modo duraturo". Non ha mancato di ribadire la sua ammonizione rispetto al risorgere dei nazionalismi: "Una volta era più semplice imparare insieme dalla storia", ha scandito.

Secondo il motto "Mai più guerra", si sono incontrati qui 500 giovani provenienti da 48 paesi, su organizzazione del Movimento giovanile franco-tedesco DFJW.

... Emmanuel Macron e Angela Merkel intendono proporre "entro metà dicembre" un pacchetto di proposte per la riforma dell'Unione europea: ossia per il vertice Ue del 13 e del 14 dicembre. Lo ha detto la stessa cancelliera a margine dell'incontro con il presidente francese dopo il discorso che Macron ha tenuto davanti al Bundestag in seduta plenaria. "Ma ora dobbiamo davvero produrre risultati", ha detto Merkel. Tra queste anche il fondo comune per l'eurozona, volto a garantire stabilità finanziaria all'interno dell'Unione anche nell'ottica degli "squilibri" tuttora presenti tra i vari paesi membri, così come si tratta di rendere la moneta unica "più resistente" ad eventuali nuove crisi.
Presupposto di tutto ciò, hanno fatto capire Merkel e Macron, è l'alleanza tra Francia e Germania. "Lo trovo di grande valore simbolico", ha detto la cancelliera, "che io sia stata invitata in Francia per commemorare i morti della Prima guerra mondiale e che il presidente francese sia oggi ospite qui da noi". Il discorso del capo dell'Eliseo per Merkel è stato "grandioso".

L'attesa è grande per vertice Ue di metà dicembre: è qui che ci si attende una nuova, importante, spinta ai progetti di riforma europea lanciati da Macron.
... - See more at: Berlino, Macron al Bundestag: "Serve un' Europa forte per evitare un mondo alla deriva"

18 novembre 2018

Ospite al Bundestag di Berlino, il presidente francese Macron ha lanciato un appello alla Germania affinché si avvii, con la Francia, una 'nova tappa' della costruzione europea: "l'Europa deve essere più forte e più sovrana, e Francia e Germania al suo interno, hanno l'obbligo di non lasciar scivolare il mondo nel caos e di accompagnarlo sul cammino della pace".

"Il nostro mondo è a un bivio", ha proseguito Macron, mettendo in guardia dal rischio di vedere il "nazionalismo senza memoria" e il "fanatismo senza punti di riferimento" prendere il sopravvento. Macron è il primo Capo dello Stato francese a intervenire davanti al Parlamento tedesco in 18 anni: l'ultimo era stato Jacques Chirac nel giugno del 2000.

"Questa nuova responsabilità franco-tedesca consiste nel dotare l'Europa degli strumenti della sua sovranità", ha proseguito il numero uno dell'Eliseo, sottolineando in particolare la necessità di costruire una difesa comune e la politica migratoria con un sistema d'asilo armonizzato. "Ognuno dovrà condividere, mettere in comune la sua capacità di decisione, la sua politica estera, migratoria o di sviluppo, una parte crescente del suo bilancio e anche delle risorse fiscali", ha affermato ancora il presidente francese, insistendo sul bisogno di fare dell'euro "una moneta internazionale dotata di un bilancio".

La nostra vera forza è l'unità, che non significa l'unanimità", ha dichiarato Macron.

"Dobbiamo accettare che ci siano ritmi diversi nei progetti, Schengen, l'euro, ma tutto deve essere fatto nell'interesse dell'Europa unita. Ci sono troppe potenze che cercano di dividerci, che s'immischiano nel nostro dibattito pubblico, che cercano di attaccare la nostra democrazia, che cercano di metterci gli uni contro gli altri".
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Macron parla a Berlino: difendere l'Europa per evitare il caos mondiale


Emmanuel Macron calls for unified Europe in Bundestag address | DW | 18.11.2018

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18 novembre 2018

Emmanuel Macron ha esortato oggi a Berlino la Germania ad aprire con la Francia una "nuova tappa" nella costruzione europea al fine di impedire al mondo di "scivolare nel caos" e di garantire la pace. La visita di Macron giunge una settimana dopo che i leader mondiali si sono incontrati a Parigi per il centenario della fine fine della Prima guerra mondiale e nel giorno in cui la Germania piange le vittime della guerra e della dittatura.

"L'Europa e nel suo seno la coppia franco-tedesca" ha "il compito di non lasciare andare il mondo alla deriva e di portarlo sul percorso della pace", ha detto il presidente francese parlando al Bundestag, la camera bassa tedesca. "Perciò l'Europa deve diventare più forte, accrescere la propria sovranità - ha aggiunto - perché non potrà crescere nel suo ruolo se diventa essa stessa un gioco delle grandi potenze, se non assume la responsabilità della propria sicurezza e per la propria difesa".
lo sappiamo che Macron non ha buoni rapporti con il governo italiano

ma il resto dell'europa non credo voglia sottomettersi al DUO Franco-Tedesco
 

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