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Forumer storico
di Antonello Guerrera
10 maggio 2017
“Be yourself no matter what they say, oh, I'm an alien, I'm a legal alien”, “Sii te stesso, non importa quello che dicono gli altri. Oh, sono uno straniero, uno straniero legale”. Domenica sera Cris Cab, 24 anni, cantante americano di origini cubane, figlioccio di Pharrell Williams e conosciuto in tutto il mondo per il singolo “Liar liar” , è stata la guest star sul palco della festa di Macron. E non ci ha pensato due volte ad adattare alla situazione un capolavoro come “Englishman in New York” di Sting, che per il concerto del neopresidente francese sulla spianata del Louvre di Parigi è diventata “Englishman in Paris”: “Dopo che Macron ha sconfitto Le Pen alle presidenziali non potevo non cantarla: era il mio inno all’immigrazione, a coloro che si sentono distanti in luoghi stranieri”.
E lei Cab, nato da cubani emigrati in Florida, non poteva dimenticarla.
“Già. Per questo ho sentito l’invito di Macron ancora più mio, dopo che lo spettro di Le Pen si era dissolto. Amo il mondo libero, siamo tutti figli di immigrati, le persone devono godersi la libertà ogni giorno”.
Quando l’ha chiamata Macron?
“Due giorni prima della vittoria. Il suo staff mi telefona e mi dice: ‘Emmanuel ama la tua musica e il suo messaggio positivo, lo spirito solare, l’ispirazione reggae… vuoi venire a Parigi a suonare alla sua festa domenica?’. E io: ‘Certo, onorato’. Del resto, i sondaggi andavano molto bene, aveva capito che avrebbe vinto in ogni caso”.
Ha parlato direttamente col neopresidente?
“No, purtroppo domenica è stata una giornata troppo impegnata per lui. Ma abbiamo fissato un pranzo per l’estate, in giugno. Gli farò le mie congratulazioni, esprimendogli la mia felicità perché solo lui può unire l’Europa e renderla un posto migliore di quella che è oggi. Non a caso, ho provato una grande emozione nel cantare il mio pezzo più famoso, 'Liar liar' ('bugiardo, bugiardo), contro quelli che dicono falsità per seminare tensioni. Macron invece è per la verità”.
Qual è la cosa che più le piace di Macron?
“È giovane, sa parlare alle nuove generazioni ed è un ponte tra le divisioni della Francia e dell’Europa, che lui vuole cambiare davvero, eliminando tensioni e violenze. Macron è uno che cerca la pace. Ed è raro di questi tempi”.
E qual è la cosa che l’ha colpita di più della festa di domenica sera?
“Un vento di cambiamento incredibile, come quando vinse Obama. Infatti i due hanno molte somiglianze nel loro approccio al mondo e alle persone”.
Spera che anche l'America possa avere un presidente così, più aperto di Donald Trump?
"Le parole di Trump contro gli immigrati mi hanno fatto molto male. Certo che ci sono anche persone pericolose tra quelle che entrano in America. Ma per il resto siamo tutti umani, tutti bloccati in questo mondo, che in qualche modo dobbiamo per forza di cose condividere. Tirare su muri e voltare lo sguardo dall'altra parte non servirà a niente".
Cris Cab: "Macron somiglia a Obama, ecco perché ho cantato per lui"