Grazie Franzo.
E grazie anche anche a te Argema, sebbene le tue ultime parole abbiano oltremodo accresciuto il mio dolore. Credimi, però: tu non sai dove abito, quali e quante vie di fuga esistano per uscire da questo posto – gli alberi, per esempio: ce ne sono a decine qui, e salire su un ramo per scendere dalla parte opposta è facilissimo - e quanto mi sono adoperato per evitare ogni sorta di pericolo alla mia piccola compagna. E non hai visto i suoi occhi implorarmi di lasciarla dormire fuori, in uno dei tanti rifugi che si era creata. Amava spesso stare dentro la mia auto e per questo motivo lasciavo sempre un finestrino semiaperto.
Magatta non sopportava di vivere in un appartamento: era stata abbandonata da piccola e da allora era sempre riuscita a cavarsela da sola girando da una casa all’altra in cerca di avanzi e cacciando piccoli topi nei campi qui accanto. In tutto questo tempo per un paio di notti soltanto sono riuscito a farla stare con me. Ed entrambe le volte ho dovuto alzarmi all’alba per farla uscire.
Magatta non l’avevo scelta io. Era stata lei a scegliermi, fermandosi nel mio garage qualche mese fa. Stava bene nel bosco ma per partorire quattro splendidi gattini aveva scelto proprio casa mia (li potete vedere a pagina 22, i gattini. C’è anche Magatta, non in condizioni buonissime dopo il parto. Adesso però era ingrassata ed era una meraviglia).
Ho trovato per quei piccoli batuffoli di pelo una soluzione ideale e avevo sperato di allontanare da qui anche la mamma, cercandole una sistemazione migliore. Più di una volta. Ma lei è sempre tornata. Finché è stata qui, con me, ogni giorno ha portato sulla soglia di casa un piccolo regalo. Soprattutto, ogni giorno ha saputo regalarmi emozioni. Tenendola sulle ginocchia e cercando di decifrare quelle sue quasi impercettibili fusa, ho pensato che forse Dio esiste davvero.
Era solo una gatta, come dicono in tanti. Sapeste quanto mi manca.
P.S. Sono assolutamente d’accordo riguardo le pellicce e il vaffanculo alle signore che continuano ad indossarle. Sono animalista da sempre e vegetariano da quasi trenta anni. Da quando, per una dolorosa coincidenza, dovetti entrare in un macello (non una macelleria ma un vero macello, quel posto agghiacciante dove vengono ammazzati gli animali). Credo che la visita ad un macello dovrebbe diventare obbligatoria per tutti, una sorta di passaggio obbligato per acquistare la maggiore età.