€/CHF operatività senza AT (1 Viewer)

mariougo

Forumer storico
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Dalla crisi finanziaria, i tassi di riferimento erano
crollati a livelli minimi mai conosciuti, talvolta persino
negativi. E le Banche centrali avevano cominciato
a comprare titoli. Finora solamente la Fed riduce
cautamente la dose, mentre la Banca centrale
europea e giapponese proseguono ancora i loro acquisti
di titoli.
Grazie alla buona condizione dell'economia USA, la Fed è l'unica
delle tre grandi Banche centrali a normalizzare la propria politica
monetaria. Da ottobre 2014, dopo una graduale riduzione, ha
cessato di acquistare obbligazioni. A fine 2015 ha aumentato
per la prima volta i tassi di riferimento; a marzo 2017 ve n'erano
già stati tre. Invece, le Banche centrali giapponese, europea e
svizzera, le cui economie sono ancora colpite da un'inflazione
troppo bassa o persino da deflazione, continuano ad ampliare le
proprie consistenze in titoli, riducendo i loro tassi di riferimento
a livelli negativi.
Fed come apripista, BoJ campione del mondo di acquisti
di titoli, BNS leader nei tassi negativi
La Fed aveva svolto un ruolo di apripista nell'acquisto di obbligazioni:
da novembre 2008 aveva acquistato titoli ipotecari, da
marzo 2009 anche titoli di stato. A questo primo programma
(QE1) ne sono seguiti altri tre. La Banca Centrale Europea (BCE)
ha acquistato obbligazioni coperte (Covered Bond Purchase Programme,
CBPP1) da luglio 2009. Con il Securities Markets Programme
(SMP), da maggio 2010 la BCE ha iniziato ad acquistare
titoli di stato di paesi membri dell'EZ. Con le cosiddette operazioni
outrichgt (Outright Monetary Transactions, OMT), avviate
a settembre 2012, il presidente della BCE Mario Draghi aveva
promesso di fare tutto il possibile per salvare l'euro. Le OMT
hanno permesso alla BCE di acquistare, a determinate condizioni,
titoli di stato in forma illimitata. Nonostante la BCE non
abbia finora acquistato alcun titolo nel quadro delle OMT, le divergenze
di rendimento dei titoli di diversi paesi membri si sono
di nuovo ridotte, come era nelle intenzioni. I massicci acquisti di
diverse categorie d'investimento della BCE sono iniziati gradualmente
nel 2014. Nell'ottobre 2008 la BoJ ha avviato il proprio
programma di acquisto di titoli (Asset Purchase Program, APP),
sostituito ad aprile 2014 da nuove transazioni («Quantitative and
Qualitative Monetary Easing», QQE). Rispetto al prodotto interno
lordo, la BoJ ha acquistato un numero di titoli nazionali decisamente
maggiore rispetto alle banche sorelle in America e Europa
(v. grafico). La Banca nazionale svizzera (BNS) non acquista titoli
in valuta propria, bensì solamente in valuta estera, per prevenire
un'eccessiva rivalutazione del CHF. In tal modo, tra settembre
2011 e gennaio 2015 la BNS ha difeso il corso minimo dell'euro
di CHF 1.20. Dopo l'abbandono del limite minimo ha ridotto il
tasso di riferimento a -0.75 per cento (il livello più basso di tutte
le Banche centrali), continuando però a intervenire sui mercati
delle divise così che le riserve di valuta sono enormemente cresciute.
In base al bilancio della Banca centrale rispetto al prodotto
interno lordo, la BNS è quindi la Banca centrale più espansiva
dei paesi industrializzati


Come procede la normalizzazione della politica monetaria
globale?

Per il 2017 prevediamo tre aumenti dei tassi di riferimento della
Fed. In una prima fase, secondo le nostre stime, nel 2018 la Fed
potrebbe anche ridurre le consistenze in titoli per un valore di
circa USD 200 miliardi lasciando scadere le obbligazioni. I banchieri
centrali di Francoforte, invece, dovrebbero iniziare solo nel
2018 a ridurre gradualmente i loro acquisti di titoli, per interromperli
del tutto nell'estate 2018. Ancora più lungo dovrebbe essere
il processo di normalizzazione in Giappone, dove una riduzione
graduale non dovrebbe aver luogo prima dell'autunno
2018 e la completa interruzione nel 2019. La riduzione delle consistenze
in titoli non viene invece ancora ventilata né dalla BCE
né dalla BoJ. La BNS certamente non interverrà sui tassi prima
della BCE, il che riteniamo non avverrà prima dell'autunno 2018.
A partire da questi presupposti, il bilancio combinato delle tre
grandi Banche centrali raggiungerebbe il suo culmine nel quarto
trimestre del 2018. I mercati finanziari globali continuerebbero
quindi, fino a quel momento, a ricevere supporto dalla politica
monetaria, anche se l'entità di questi aiuti è già diminuita dall'inizio
dell'anno
 

mariougo

Forumer storico
.....................grazie ....capo...


A causa del rischio di cambio, noi tuttavia sconsigliamo di scegliere l'apparentemente allettante via di uscita di ovviare ai bassi tassi del CHF con obbligazioni in valuta estera prive di copertura valutaria. Questa soluzione in genere viene indennizzata solo in misura insufficiente e compromette la funzione di stabilizzazione del portafoglio, che non corrisponde più al richiesto profilo di rischio. Come giusta via di mezzo consigliamo di integrare obbligazioni globali con copertura valutaria a discapito delle pure obbb.in chf





































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mariougo

Forumer storico
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In Svizzera, in agosto, il barometro congiunturale KOF ha invece subito una sensibile correzione. A parte le oscillazioni mensili, il livello rimane però chiaramente sopra la media. Il contesto favorevole per l'economia svizzera dovrebbe riflettersi la prossima settimana in un ulteriore calo del tasso di disoccupazione e in un tasso d'inflazione leggermente rialzista. Infine è prevista anche la pubblicazione della prima stima sul PIL per il secondo trimestre. A differenza degli elevati livelli di fiducia, i dati disponibili su commercio al dettaglio, produzione e commercio estero indicano ancora una dinamica nettamente più moderata rispetto ai paesi vicini.
 

mariougo

Forumer storico
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Indebolimento del franco da pochi impulsi alle azioni svizzere Con la ripresa dell'euro, la situazione per le imprese svizzere si è distesa. Il potenziale rialzista per le azioni svizzere resta tuttavia limitato anche causa la valutazione già elevata. Le aziende giapponesi mostrano invece un andamento migliore. L'eliminazione della soglia minima, il 15 gennaio 2015, ha avuto un effetto particolarmente negativo sul mercato azionario svizzero, in cui le quotazioni delle aziende hanno subito un forte calo per l'improvvisa rivalutazione del franco. Da quel momento la situazione nell'EZ è continuamente migliorata e l'euro si è di nuovo ripreso sensibilmente. Ma in che misura la borsa svizzera può trarre profitto dalla rivalutazione dell'euro? Le aziende svizzere si adeguano al franco più forte Per le aziende svizzere dipendenti dalle esportazioni, il fortissimo franco è stata un'enorme sfida negli ultimi anni. Il cambiamento strutturale nell'industria Svizzera e il trasferimento di fasi produttive all'estero ha registrato un'accelerazione. Inoltre, le aziende svizzere si coprono sempre più contro i rischi di cambio per poter pianificare in modo ragionevole. In caso di un rafforzamento dell'euro, ciò, fino a un certo punto, ha però effetti di «ritorsione»: I proventi ottenuti all'estero hanno nella conversione una ripercussione meno positiva sui profitti aziendali in Svizzera. In concreto ciò significa: Se rispetto al franco svizzero l'euro dovesse aumentare del 5% circa, da 1.14 a 1.20, prevediamo che i profitti aziendali aumenteranno solo del 3% circa. Potenziale rialzista per le azioni giapponesi Ciò spiega anche perché la Svizzera per quanto riguarda le revisioni degli utili ottenga solo un risultato medio mentre per le aziende giapponesi, dopo la forte crescita del PIL nel primo semestre, la situazione si presenta nettamente migliorata. Inoltre la BoJ prosegue una politica monetaria ultraespansiva, il suo costante supporto dovrebbe evitare una maggiore rivalutazione del JPY determinando stabilità per le azioni giapponesi, per cui aumentiamo la ponderazione da leggermente sottoponderata a neutrale. Stiamo anche aprendo un call tattico per le società di telecomunicazioni globali. I miglioramenti dei flussi di cassa e il sostegno del contesto dei bassi tassi di interesse per questo settore difensivo rendono le azioni di telecomunicazioni interessanti dal punto di vista del rendimento e della diversificazione. La valutazione non suscita molta euforia Se il franco svizzero si indebolisce, ciò in genere indica una minore avversione al rischio degli investitori – in sé un segnale positivo per i mercati azionari. Tuttavia nel confronto storico, le azioni svizzere sembrano attualmente care . Ciò vale anche per molte altre piazze borsistiche, poiché negli ultimi anni i corsi sono aumentati in diversi luoghi nettamente più degli utili. Il potenziale per ulteriori aumenti dei corsi continua quindi a essere limitato a breve termine.
 

mariougo

Forumer storico
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La ripresa dell'economia svizzera fatica chiaramente a tenere il passo con la dinamica negli USA e nell'Eurozona. Nel secondo trimestre il PIL svizzero è aumentato dello 0.3% secondo la prima stima. I trimestri precedenti sono stati inoltre rivisti al ribasso e presentano al cambio dell'anno persino un arresto della dinamica di crescita. Quindi i livelli della fiducia nettamente superiori alla media dei sondaggi tra le imprese non si riflettono nei recenti dati del PIL. Tuttavia, i dati sulla crescita aggiornati mostrano anche che l'economia svizzera è riuscita ad affermarsi molto bene dopo lo shock per il tasso di cambio. Di conseguenza, a differenza dell'Eurozona forti effetti di recupero di quest'anno rimangono improbabili. In base ai provvisori dati del PIL per quest'anno è persino possibile che il tasso di crescita annuo scenda sotto l'1%. Nel secondo semestre il contesto di crescita favorevole dovrebbe però continuare a supportare la congiuntura svizzera e portare a una dinamica di crescita più forte. Per il 2018 continuiamo a prevedere un'accelerazione della crescita del PIL all'1.5%. In questo caso l'inflazione dovrebbe muoversi ancora lentamente al rialzo. In agosto il tasso annuo è aumentato a +0.5%. La tendenza inflazionistica rimane però secondaria per il futuro corso politico-monetario della BNS. La Direzione Generale ha già messo in chiaro già prima della riunione ufficiale di giovedì prossimo che il franco e la differenza d'interesse rispetto all'Eurozona rimangono gli aghi della bussola per i banchieri centrali.
 

mariougo

Forumer storico
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A un'ulteriore stabilizzazione della situazione è favorevole la ripresa congiunturale ampiamente diffusa nell'Eurozona. La prossima settimana, la pubblicazione di nuovi dati sulla fiducia dei consumatori nell'Unione monetaria dovrebbe confermare una persistente fiducia. E gli indici provvisori dei responsabili degli acquisti dovrebbero rimanere a un elevato livello. Pertanto l'euro dovrebbe rimanere ancora supportato e di conseguenza per la BNS non esiste attualmente alcuna necessità di intervenire sul mercato delle divise, il che si riflette anche nella tendenza laterale dei depositi a vista delle banche nazionali presso la BNS. In considerazione delle scarse notizie dal fronte delle aziende, i tassi di cambio, gli indicatori congiunturali e le decisioni delle banche centrali dovrebbero rimanere anche al centro dell'interesse del mercato azionario, dove lo SMI questa settimana ha superato di nuovo il livello di 9'000 punti. Dopo un forte inizio di settimana, l'indice di riferimento svizzero ha cominciato però un movimento laterale – penalizzato soprattutto dai titoli finanziari, dei quali in particolare Swiss Life ha subito forti vendite. Il fornitore di assicurazioni sulla vita è stato messo a dura prova dalle indagini delle autorità USA per verificare se i cosiddetti insurance wrapper – un complesso mantello contrattuale presso un'assicurazione sulla vita – fossero stati utilizzati per evitare l'imposizione fiscale USA. Nonostante l'attuale consolidamento lo SMI continua a essere sulla buona strada. Dall'inizio dell'anno l'indice è aumentato di oltre il 13% e lascia quindi sperare che dieci anni dopo il massimo storico (9'548.09 punti) sarà stabilito un nuovo record. Il che è senz'altro possibile in considerazione della tendenza rialzista dei profitti aziendali e del fatto che rispetto all'anno del massimo storico (04.06.2007) finora quest'anno lo SMI ha ottenuto una performance nettamente maggiore
. Incoraggianti sono anche i dati provenienti dagli USA: infatti l'indice di riferimento S&P 500, nonostante gli uragani e le speranze finora ampiamente deluse nei progetti di riforma dell'amministrazione Trump, ultimamente sembra conoscere solo la direzione rialzista e passa di conseguenza da un massimo storico all'altro. Ciò viene supportato probabilmente anche dall'aperto supporto del Presidente Trump a favore di un allentamento delle regolamentazioni per Wall Street e del continuo sostegno da parte della Fed. Infatti, nonostante gli aumenti dei tassi finora effettuati, la politica monetaria della Fed si trova sempre in modalità espansiva. Per il momento ciò non dovrebbe cambiare, poiché un ulteriore aumento dei tassi non è previsto per settembre. Viene però atteso invece un annuncio dell'imminente inizio della riduzione del bilancio.
 

mariougo

Forumer storico
In considerazione delle scarse notizie dal fronte delle aziende, i tassi di cambio, gli indicatori congiunturali e le decisioni delle banche centrali dovrebbero rimanere anche al centro dell'interesse del mercato azionario, dove lo SMI questa settimana ha superato di nuovo il livello di 9'000 punti. Dopo un forte inizio di settimana, l'indice di riferimento svizzero ha cominciato però un movimento laterale – penalizzato soprattutto dai titoli finanziari, dei quali in particolare Swiss Life ha subito forti vendite. Il fornitore di assicurazioni sulla vita è stato messo a dura prova dalle indagini delle autorità USA per verificare se i cosiddetti insurance wrapper – un complesso mantello contrattuale presso un'assicurazione sulla vita – fossero stati utilizzati per evitare l'imposizione fiscale USA. Nonostante l'attuale consolidamento lo SMI continua a essere sulla buona strada. Dall'inizio dell'anno l'indice è aumentato di oltre il 13% e lascia quindi sperare che dieci anni dopo il massimo storico (9'548.09 punti) sarà stabilito un nuovo record. Il che è senz'altro possibile in considerazione della tendenza rialzista dei profitti aziendali e del fatto che rispetto all'anno del massimo storico (04.06.2007) finora quest'anno lo SMI ha ottenuto una performance nettamente maggiore
. Incoraggianti sono anche i dati provenienti dagli USA: infatti l'indice di riferimento S&P 500, nonostante gli uragani e le speranze finora ampiamente deluse nei progetti di riforma dell'amministrazione Trump, ultimamente sembra conoscere solo la direzione rialzista e passa di conseguenza da un massimo storico all'altro. Ciò viene supportato probabilmente anche dall'aperto supporto del Presidente Trump a favore di un allentamento delle regolamentazioni per Wall Street e del continuo sostegno da parte della Fed. Infatti, nonostante gli aumenti dei tassi finora effettuati, la politica monetaria della Fed si trova sempre in modalità espansiva. Per il momento ciò non dovrebbe cambiare, poiché un ulteriore aumento dei tassi non è previsto per settembre. Viene però atteso invece un annuncio dell'imminente inizio della riduzione del bilancio.
 

mariougo

Forumer storico
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Rischi geopolitici (ad es. Corea del Nord) e le elezioni in Italia che si terranno al più tardi in primavera sono un rischio per la nostra previsione costruttiva su EUR/CHF. Nei prossimi 12-24 mesi due fattori chiave dovrebbero far salire EUR/CHF a un livello intorno a 1.20. Per prima cosa, i passi avanti nella crisi bancaria europea e un governo favorevole all'euro in Italia fanno scendere il premio di rischio che grava sull'euro. In secondo luogo, la BNS normalizzerà la politica monetaria solo con un certo ritardo rispetto alla BCE. Le differenze d'interesse dovrebbero di conseguenza svilupparsi a favore dell'euro
 

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