€/CHF operatività senza AT (1 Viewer)

mariougo

Forumer storico
..................una buona domenica
eur/chf
è ancora impostato al rialzo. La soglia 1.1000 appare molto difficile da superare. Importante supporto individuato a 1.0623 (24/06/2016 min), che potrebbe tornare sotto pressione nel medio periodo.

Nel lungo periodo, il quadro tecnico è ancora rialzista. Resistenza posizionata in area 1.1200. Il QE della BCE dovrebbe però mantenere la pressione viva sull'euro, e quindi su EUR/CHF. Importanti supporti individuati a 1.0184 (28/01/2015 min) e 1.0082 (27/01/2015 min).
 

mariougo

Forumer storico
..................una buona domenica
eur/chf
è ancora impostato al rialzo. La soglia 1.1000 appare molto difficile da superare. Importante supporto individuato a 1.0623 (24/06/2016 min), che potrebbe tornare sotto pressione nel medio periodo.

Nel lungo periodo, il quadro tecnico è ancora rialzista. Resistenza posizionata in area 1.1200. Il QE della BCE dovrebbe però mantenere la pressione viva sull'euro, e quindi su EUR/CHF. Importanti supporti individuati a 1.0184 (28/01/2015 min) e 1.0082 (27/01/2015 min).


vediamo ..se arriva ..a 1,12
mario
 
Ciao ragazzi vi interessa partecipare a un gruppo su whatsapp? Pubblicheremo analisi e discuteremo insieme delle nostre operazioni. Non si paga nulla...3463006059
 
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mariougo

Forumer storico
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buon weee

verso 1,20 ?
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copiato.....

Ho riflettuto su una cosa. La snb tolse il floor allorquando capi che con il qe non avrebbe più potuto sostenere la vendita di chf/acquisto euro. Se adesso ha ricominciato stabilmente a comprare euro/vendere chf significa che quella paura non c è più.
Considerazione: una banca centrale si muove su sensazioni o su accordi?
 

mariougo

Forumer storico
............................sembra di no....

Dall'ultima settimana l’EUR/CHF ha registrato un forte aumento. Con un livello di poco sotto l'1.15, il tasso di cambio è al valore più elevato dalla sospensione della soglia minima del tasso di cambio del 15 gennaio 2015. Anche se una chiara causa per il timing dell'improvviso aumento del corso non è individuabile, nel complesso il movimento non è sorprendente. Infatti, negli ultimi mesi le prospettive per l'EZ e quindi anche per l'euro sono continuamente migliorate. Al momento, la congiuntura va bene su larga scala per cui alla BCE è iniziata la discussione sull'inizio di una normalizzazione politico-monetaria. Poiché al contempo negli USA i dati sulla crescita sono stati inferiori alle aspettative e il nuovo governo non può ancora presentare successi nelle riforme, l'EUR/USD ha potuto aumentare nettamente già da aprile. Esso è stato colto per così dire in ritardo da questa tendenza. La svalutazione del franco, a suo parere ancora sopravvalutato, viene incontro alla BNS. Non riteniamo però che di recente la BNS abbia supportato attivamente il movimento rialzista EUR/CHF. Non dovrebbe aver acquistato altri euro. Ne è un indizio la tendenza laterale dei depositi a vista presso la BNS. Finora gli acquisti di divise della BNS per impedire un'ulteriore forte rivalutazione del franco non sono stati quasi criticati dall'estero. Interventi per indurre una svalutazione del franco dovrebbero invece trovare poco consenso e potrebbero rapidamente alimentare le accuse di manipolazione valutaria. Anche per gli altri strumenti politico-monetari la BNS non dovrebbe vedere alcuna necessità d'intervento. Gli acquisti di divise degli ultimi anni hanno fatto salire il bilancio della BNS, per cui il risultato d'esercizio è soggetto a forti oscillazioni. Questa settimana la Banca centrale ha comunicato una forte perdita di CHF 6.7 mld. nel secondo trimestre, alimentata da perdite di valutazione delle riserve valutarie. Una precoce riduzione delle consistenze di divise comporta però il rischio di inviare segnali indesiderati ai mercati finanziari e di invertire la tendenza valutaria. Inoltre per la BNS il tasso negativo ha ancora la priorità, per i suoi effetti secondari negativi sulla stabilità del mercato finanziario. Ma anche qui non è ancora segnalato un cambio di politica. Tassi più elevati che nell'EZ non hanno alcun senso secondo il presidente della BNS, Thomas Jordan. E di recente la differenza dei tassi rispetto all'EZ è rimasta quasi invariata. Per i titoli di stato a 2 anni, la differenza d'interesse è persino sempre vicina alla zero. Finché la BCE acquisterà obbligazioni dovrebbe cambiare poco soprattutto nella differenza dei tassi a breve termine. Differenza d'interesse pari a zero Differenza d'interesse Bund a 2 a. vs. titoli Confederazione, in PP Fonte: Datastream, Raiffeisen Investment Office Inoltre la BCE ha ripetutamente sottolineato di poter rimandare ulteriormente la normalizzazione in caso di sfavorevoli andamenti dei mercati finanziari. E una rivalutazione ancora più forte dell'euro ne ha senz'altro il potenziale. Infatti, ciò frena sempre più la già bassa inflazione e la congiuntura. Inoltre nel frattempo il potenziale per positive sorprese dei dati nell'EZ è scarso e le Dall'ultima settimana l’EUR/CHF ha registrato un forte aumento. Con un livello di poco sotto l'1.15, il tasso di cambio è al valore più elevato dalla sospensione della soglia minima del tasso di cambio del 15 gennaio 2015. Anche se una chiara causa per il timing dell'improvviso aumento del corso non è individuabile, nel complesso il movimento non è sorprendente. Infatti, negli ultimi mesi le prospettive per l'EZ e quindi anche per l'euro sono continuamente migliorate. Al momento, la congiuntura va bene su larga scala per cui alla BCE è iniziata la discussione sull'inizio di una normalizzazione politico-monetaria. Poiché al contempo negli USA i dati sulla crescita sono stati inferiori alle aspettative e il nuovo governo non può ancora presentare successi nelle riforme, l'EUR/USD ha potuto aumentare nettamente già da aprile. Esso è stato colto per così dire in ritardo da questa tendenza. La svalutazione del franco, a suo parere ancora sopravvalutato, viene incontro alla BNS. Non riteniamo però che di recente la BNS abbia supportato attivamente il movimento rialzista EUR/CHF. Non dovrebbe aver acquistato altri euro. Ne è un indizio la tendenza laterale dei depositi a vista presso la BNS. Finora gli acquisti di divise della BNS per impedire un'ulteriore forte rivalutazione del franco non sono stati quasi criticati dall'estero. Interventi per indurre una svalutazione del franco dovrebbero invece trovare poco consenso e potrebbero rapidamente alimentare le accuse di manipolazione valutaria. Anche per gli altri strumenti politico-monetari la BNS non dovrebbe vedere alcuna necessità d'intervento.
Gli acquisti di divise degli ultimi anni hanno fatto salire il bilancio della BNS, per cui il risultato d'esercizio è soggetto a forti oscillazioni. Questa settimana la Banca centrale ha comunicato una forte perdita di CHF 6.7 mld. nel secondo trimestre, alimentata da perdite di valutazione delle riserve valutarie. Una precoce riduzione delle consistenze di divise comporta però il rischio di inviare segnali indesiderati ai mercati finanziari e di invertire la tendenza valutaria. Inoltre per la BNS il tasso negativo ha ancora la priorità, per i suoi effetti secondari negativi sulla stabilità del mercato finanziario. Ma anche qui non è ancora segnalato un cambio di politica. Tassi più elevati che nell'EZ non hanno alcun senso secondo il presidente della BNS, Thomas Jordan. E di recente la differenza dei tassi rispetto all'EZ è rimasta quasi invariata. Per i titoli di stato a 2 anni, la differenza d'interesse è persino sempre vicina alla zero. Finché la BCE acquisterà obbligazioni dovrebbe cambiare poco soprattutto nella differenza dei tassi a breve termine
Inoltre la BCE ha ripetutamente sottolineato di poter rimandare ulteriormente la normalizzazione in caso di sfavorevoli andamenti dei mercati finanziari. E una rivalutazione ancora più forte dell'euro ne ha senz'altro il potenziale. Infatti, ciò frena sempre più la già bassa inflazione e la congiuntura. Inoltre nel frattempo il potenziale per positive sorprese dei dati nell'EZ è scarso e le prossime elezioni in Italia comportano rischi politici. Il tasso di cambio reale dell'euro rimane sempre sotto la media di lungo periodo e la recente tendenza potrebbe senz'altro proseguire. Sul periodo di 3 mesi per EUR/CHF prevediamo però piuttosto una normalizzazione o, con una previsione di 1.13, addirittura una leggera correzione
 

mariougo

Forumer storico
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A gennaio 2015 la rinuncia alla soglia minima del tasso di cambio del franco svizzero contro euro aveva prodotto l’effetto dirompente di una bomba. Come se tutti gli investitori del mondo avessero atteso il momento della libera fluttuazione del franco, l’euro era precipitato in caduta libera, arrivando a quotare in alcune interminabili giornate addirittura al di sotto della parità contro la valuta rossocrociata. Per i settori dell’economia svizzera orientati all’export è così iniziato un calvario che si protrae ormai da oltre due anni e mezzo, sebbene come noto non tutti siano stati colpiti nella stessa misura dallo shock del tasso di cambio. L’industria farmaceutica è ad esempio apparsa quasi del tutto immune, conquistando in modo probabilmente irreversibile l’indiscussa leadership tra tutti i rami dell’export. Altri settori un tempo ai vertici, come quelli di macchinari, metallurgia e apparecchiature elettriche, hanno invece mostrato difficoltà più accentuate. Ad essere maggiormente colpito è stato tuttavia il comparto del turismo nazionale, che ha accusato pesanti contraccolpi a causa non solo della forza del franco svizzero, ma anche della debolezza congiunturale in Europa. Il 4.8.2017 il cross franco/euro è finalmente tornato sopra la soglia di 1,15 – il livello più elevato da quando era stato rimosso l’ancoraggio della nostra moneta nazionale all’euro. Finalmente, molto più di un timido cenno di distensione, ben diverso da quelli che nel recente passato sono stati perlopiù di natura fugace. Più volte l’euro era infatti rimbalzato invano contro la soglia di 1,10. Negli ultimi due anni e mezzo la BNS ha dovuto mettere sul piatto della bilancia ulteriori miliardi per difendere almeno il livello di 1,05. E ora, quasi come un fulmine a ciel sereno, questo spettro se ne starebbe andando in punta di piedi? Vogliamo ben sperarlo, in quanto si tratterebbe di una salutare boccata di ossigeno per la martoriata industria svizzera. Chi negli ultimi 30 mesi è riuscito ad affermarsi nell’agguerrito scenario della concorrenza globale in condizioni del tutto avverse ha infatti non solo dimostrato di essere piuttosto in forma, ma si è anche meritato una pausa per riprendere fiato. Soddisfatti con poco Anche se l’aumento dell’euro in direzione di 1,15 allenta la presa sugli esportatori, non si può certo parlare di cessato allarme, come sbandierato in modo probabilmente affrettato da diversi organi di stampa. I periodi di vacche magre per le aziende esportatrici non sono assolutamente ancora alle spalle, in quanto anche con l’attuale livello di cambio la nostra valuta è tutt’oggi fortemente sopravvalutata. Le cose dovrebbero andare decisamente meglio almeno per la BNS, che a suo tempo era stata la causa prima di questo disastro valutario, in quanto beneficia direttamente della rivalutazione dell’euro: in primo luogo ha accumulato riserve in valuta estera per oltre 700 miliardi di franchi e, secondariamente, al momento non deve più intervenire sul mercato dei cambi. Per l’intera economia produttiva resta ancora da vedere quali saranno gli effetti reali prodotti sui risultati operativi dall’attuale evoluzione sul mercato dei cambi. Ad oggi, qualsiasi dichiarazione a riguardo sarebbe prematura. Le dichiarazioni «a caldo» delle schiere di analisti non appaiono soddisfacenti: per quanto le spiegazioni fornite possano sembrare plausibili, nessuno può davvero dire per quale motivo il franco ha perso il favore dei mercati. Ma a oltre due anni e mezzo di distanza dallo shock del franco, qui in Svizzera ci si accontenta ormai con poco. «Esportazioni a livelli record» o «Inversione di tendenza nel numero di pernottamenti» sono sicuramente titoli a effetto per vendere più giornali, ma i dettagli sulle cifre evidenziano ancora che la ripresa poggia su basi troppo striminzite. Anche a un livello di 1,30 franchi per un euro, la moneta rossocrociata sarebbe ancora sopravvalutata
 

mariougo

Forumer storico
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Una buona situazione macroeconomica dell'EZ senza ulteriore escalation in Corea del Nord dovrebbe limitare la rivalutazione del franco per l'EUR/CHF a 1.13. Con un valore di 1.15 l'EUR/CHF aveva temporaneamente un po' esagerato e una pausa era opportuna anche senza tensioni politiche
 

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