GiuliaP
The Dark Side
...negli anni ho notato che osservazioni fini a se stesse e non tra le grandezze in gioco, non portano a nulla (Cancellare le vecchie convinzioni non è stato facile, si pensa sempre di essere più intelligenti e si capisce solo poi di essere stati miseri, in questo sono stata fortunata nel riuscire a comprenderlo e nella giusta tempistica)...
Devi lavorare ancora sulle "vecchie convinzioni", in particolare sulla definizione di "grandezze in gioco", ma sembra che ti stia avvicinando alla forma mentis giusta: finché il nostro saldo non va almeno come sperato, nella quantità, nei modi e nel tempo, si deve sempre pensare di essere "miseri". L'ideale sarebbe pensarlo sempre, ma mi rendo conto che con ottimi risultati diventa molto difficile.
Io non ho la vostra preparazione matematica.
Secondo me la preparazione matematica non è condizione ne necessaria ne sufficiente: è invece necessaria la forma mentis, che però spesso può derivare dalla prima. Allo stato attuale del mercato, oltre il metodo, conta molto di più una buona preparazione informatica.
Addirittura, sempre secondo me, una cultura di base statistica, soprattutto se mancante di una corretta e accurata visione d'insieme, è assolutamente controproducente, proprio perché allontana dal corretto modus operandi.
Ti racconto una favola: negli anni '99 e su di li, sul mercato italiano esistevano inefficienze enormi e facilmente osservabili senza particolari conoscenze e strumenti. In particolare, grazie alla pancia piena di commissioni ed alla scarsissima preparazione tecnica dei gestori del tempo, ce ne erano un paio sui mercati obbligazionari, di cui non se ne è mai apertamente parlato, che erano dei buchi neri con scalabilità e liquidità che facevano miseramente impallidire tutti i facili giochetti su azioni, opzioni, diritti, warrant e cw, che invece ormai sono praticamente diventati pubblici.
Lo stato dell'epoca del mercato nostrano, come la carenza di "osservatori adatti", soprattutto con la corretta forma mentis, aggiungeva un ingrediente importante che ha contribuito a portare alcuni trader italiani nati in quel periodo ad ottenere risultati realmente notevoli. E non mi riferisco agli ingegneri nati dai ritardi sui cw e con tanta voglia di mettersi in mostra (con il massimo rispetto per quelli che sono stati sinceri ed hanno anche vinto diverse gare internazionali ), ma a diversi "smanettoni" senza dannosi schemi mentali pregressi e con la consapevolezza dell'importanza della discrezione, che vedevano il mercato solo come un giocattolo "vivo" da aprire, osservare e manipolare: alcuni di quei soggetti che hanno saputo evolversi sono finiti in giro per il mondo a gestire per se stessi e per cerchie ristrettissime di persone capitali che non oso nemmeno citare. Senza sapere praticamente niente di statistica, e spesso neanche di matematica, ma semplicemente con il giusto "atteggiamento".
Ma questa è solo una favola
Il mondo finanziario è talmente grande e complesso che pensare che non nasconda tantissime inefficienze sfruttabili è un'illusione pari a quella di credere di poter fare soldi con at, econometria ed oroscopi.
Oggi però anche pensare di trovare quelle inefficienze con la relativa facilità con cui lo si faceva agli albori è ridicolo