Certificati di investimento - Cap. 5 (18 lettori)

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ramondo

Nuovo forumer
Anche così a qualcosa gli servirebbe, mentre noi restiamo senza manufatti-prolunga perché ormai non li facciamo più, non sappiamo più farli e ci costerebbero uno sproposito: però riusciremmo a centrare la decrescita felice...

non dico a te Joe Silver che ovviamente usi un tono sarcastico, io non ho mai sentito una persona del ceto medio/basso cioè che per vivere deve lavorare e piglia uno stipendio normale (1.300/1.500) quindi la stragrande maggioranza della popolazione parlare di decrescita felice, di questa fantomatica decrescita ne parlano sempre e solo quelli con il chiulo parato, benestanti che magari non devono nemmeno lavorare per vivere oppure hanno lavori che non fanno un emerito azz con lauti stipendi, fatalmente a questa gente va bene la decrescita felice
 

Fabrib

Forumer storico
«Noi non vogliamo mollare, ma la situazione è assurda» sbotta Alberto Balocco, industriale dei biscotti. La sua avventura nelle rinnovabili è un paradigma surreale. A Trinità, nel Cuneese, sede di un polo logistico del gruppo esteso su 16mila metri quadrati, aveva già pannelli solari per 0,6 megawatt, sufficienti per il proprio fabbisogno energetico. Lo scorso anno ha deciso di triplicare: da 0,6 a 1,8 megawatt, per mettere in rete l’energia in più e monetizzare, in attesa che magari in futuro, con l’espansione del sito, quell’elettricità non possa servire al gruppo. Balocco mette sul piatto un milione e mezzo di euro. Un investimento? «Sì, ma soprattutto l’inizio di una via crucis» dice all’uscita dall’ennesima conferenza di servizi con gli enti locali. E’ tutto pronto da otto mesi e non si parte perché di traverso ci sono due Comuni: per far passare i cavi e allacciare l’impianto alla rete nazionale bisogna bucare l’asfalto appena rifatto e al Comune di Fossano sembra un peccato, quindi chiede di rifare il progetto; traliccio e cavi dovrebbero passare anche sopra il fiume Stura, e alla commissione paesaggistica del Comune di Trinità pare uno scempio. Tutto fermo, tutto da rifare. Congelati 1,2 megawatt di energia elettrica, cioè il fabbisogno di circa 500 famiglie. «Tutto per non bucare un po’ di asfalto e per qualche cavo aereo di impatto minimo, è una situazione assurda - si sfoga Balocco -. Noi non molliamo e anzi facciamo un altro investimento da 1,8 milioni di euro nel nostro stabilimento di Fossano, ma la verità è che quando si parla di sburocratizzazione si fa solo demagogia, ci sono centinaia di casi come il nostro. E oltre al danno subiamo pure la beffa di dover pagare una multa di 25mila euro al provider a cui ci eravamo impegnati a fornire l’energia: l’impianto era pronto, sembrava non dovessero esserci più ostacoli».
 
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