China's economy grew 7.9% in the second quarter from the year earlier — in line with estimates and down from 18.3% in the previous quarter.
La traiettoria dell’economia cinese punta per il 2021 ad una crescita intorno al 5%, l’obiettivo indicato dal governo: i dati diffusi stanotte dall’Ufficio nazionale di statistica di Pechino stanno fornendo rassicurazioni a chi nelle ultime settimane ha temuto una perdita di spinta capace di mettere in discussione gli obiettivi del piano quinquennale appena iniziato.
Il Pil della Cina del secondo trimestre è salito del 7,9% anno su anno, rispetto al 2019, un confronto che elimina le distorsioni causate dalla pandemia, l’incremento è del 5,5%, in accelerazione dal +5% dei primi tre mesi dell’anno. Il dato è leggermente superiore alle stime del consensus degli economisti. Ha battuto le stime anche il dato sui consumi di giugno (+12,1%), così come la produzione industriale (+8,3%), condizionata meno del previsto dalle persistenti difficoltà nel trasporto delle merci.
Questi dati rappresentano la premessa alla prossima mossa della Cina su quel che sta diventando una delle aree più importanti per lo sviluppo di medio - lungo periodo dei sistemi economici che si confrontano nel pianeta: l’ambiente. Venerdì, a due giorni dalla presentazione del nuovo pacchetto di norme sulle emissioni in atmosfera da parte della Commissione Europea, le autorità di Pechino renderanno noti i dettagli di quella che dovrebbe diventare la più importante piattaforma di scambio di strumenti finanziari collegati al permesso di scaricare nell’aria i prodotti della combustione. In questo modo, la Cina si aspetta di fermare entro il 2030 la crescita della quantità di C02 immessa in atmosfera, primo passo per il raggiungimento della perfetta neutralità del suo sistema antropico all’anidride carbonica.