Interessantissima discussione, a mio modo di vedere, quindi do volentieri il mio contributo:
- il metodo 1) lo trovo buono, ma rischioso se, al fine di cercare un'ipotetica "inefficienza", ci si limitasse a considerare la variazione dei sottostanti (wo in particolar modo) rispetto al cert e non si tenesse conto della variazione della vola, che potrebbe incidere più di quella del sottostante (e nell'ultimo periodo abbiamo avuto diversi casi di questo tipo, ben illustratici da Leon)
- il metodo 2) lo trovo applicabile solo in rarissime occasioni (i parametri che entrano in gioco nella valutazione del prezzo di un cert sono talmente tanti che trovarne due di pienamente confrontabili mi riesce difficilissimo)
- il metodo 3) è ottimo come spunto operativo (fatte salve, come hak giustamente ricordato, tutte le verifiche di adeguatezza ai propri parametri di rischio/rendimento e di correttezza di ciò che viene postato, che potrebbe non essere esente da involontari refusi).
Sono molto d'accordo sulla penultima parte di ciò che scrivi, anche se personalmente applico i tuoi criteri di protezione non rispetto allo strike, bensì alla barriera capitale (quindi compro certs molto sopra la barriera capitale, ancorchè sotto strike che, come i "tuoi", sono theta-negativi, ma hanno, come hai giustamente evidenziato tu, un delta tendenzialmente più alto).
Sono in disaccordo, invece, sulla tua ultima affermazione, in quanto l'unico vantaggio che vedo nel comprare un'azione rispetto al corrispondente cert è quello di evitare il rischio emittente; per il resto, anche un cert con wo sotto barriera (che quindi in caso di discesa perdesse sulla lineare come la corrispondente azione), avrebbe il vantaggio di un potenziale upside in caso di raggiungimento della stessa che, viceversa, all'azione difetta.