ricpast
Sono un tipo serio
Confedilizia: la cedolare secca stenta a decollare
“Il richiamo ai labili confini che delimitano l’attività di impresa rende incerta l’applicabilità della cedolare nei casi di possesso di più unità immobiliari in capo a singole persone fisiche”.
È quanto afferma in una nota Confedilizia, preoccupata per le incertezze normative che gravano sulla cedolare secca sugli affitti, l’imposta facoltativa sulle locazioni introdotta da quest’anno con il decreto legislativo 14 marzo 2011, n. 23.
Secondo quanto denuncia Confedilizia, la cedolare secca rischia di non decollare “per via dell’incertezza nella quale si trovano i proprietari che locano più di un’unità immobiliare, timorosi di essere considerati quali esercenti di attività di impresa e, quindi, esclusi dal nuovo regime”. La normativa prevede infatti la non applicabilità della cedolare secca alle locazioni di unità immobiliari ad uso abitativo effettuate nell’esercizio di una attività d’impresa.
Dalle segnalazioni ricevute dalle sue Associazioni territoriali, Confedilizia è giunta a conoscenza che l’avvio della cedolare sta registrando un vero e proprio blocco a causa della situazione di incertezza normativa: tutti i proprietari interessati (anche se locatori di poche unità immobiliari), in assenza di rassicurazioni, rinunciano ad esercitare l’opzione per il nuovo regime fiscale, nel timore di esporsi ad azioni accertative da parte del Fisco.
Una situazione grave che richiede, secondo Confedilizia, “un intervento chiarificatore, preferibilmente in via normativa (attraverso la previsione di un criterio di esclusione oggettivo) o, al minimo in via interpretativa, ad esempio indicando a titolo esemplificativo comportamenti che certamente non determinano, in sé, l’inquadramento della locazione di più immobili nell’attività di impresa, come l’affidamento della gestione degli immobili locati (ai fini, in particolare, della riscossione dei canoni) a un professionista o a un’associazione di categoria”.
Fonte: casaeclima
“Il richiamo ai labili confini che delimitano l’attività di impresa rende incerta l’applicabilità della cedolare nei casi di possesso di più unità immobiliari in capo a singole persone fisiche”.
È quanto afferma in una nota Confedilizia, preoccupata per le incertezze normative che gravano sulla cedolare secca sugli affitti, l’imposta facoltativa sulle locazioni introdotta da quest’anno con il decreto legislativo 14 marzo 2011, n. 23.
Secondo quanto denuncia Confedilizia, la cedolare secca rischia di non decollare “per via dell’incertezza nella quale si trovano i proprietari che locano più di un’unità immobiliare, timorosi di essere considerati quali esercenti di attività di impresa e, quindi, esclusi dal nuovo regime”. La normativa prevede infatti la non applicabilità della cedolare secca alle locazioni di unità immobiliari ad uso abitativo effettuate nell’esercizio di una attività d’impresa.
Dalle segnalazioni ricevute dalle sue Associazioni territoriali, Confedilizia è giunta a conoscenza che l’avvio della cedolare sta registrando un vero e proprio blocco a causa della situazione di incertezza normativa: tutti i proprietari interessati (anche se locatori di poche unità immobiliari), in assenza di rassicurazioni, rinunciano ad esercitare l’opzione per il nuovo regime fiscale, nel timore di esporsi ad azioni accertative da parte del Fisco.
Una situazione grave che richiede, secondo Confedilizia, “un intervento chiarificatore, preferibilmente in via normativa (attraverso la previsione di un criterio di esclusione oggettivo) o, al minimo in via interpretativa, ad esempio indicando a titolo esemplificativo comportamenti che certamente non determinano, in sé, l’inquadramento della locazione di più immobili nell’attività di impresa, come l’affidamento della gestione degli immobili locati (ai fini, in particolare, della riscossione dei canoni) a un professionista o a un’associazione di categoria”.
Fonte: casaeclima
Ultima modifica: