Carlos Gil Calderon, Hombre que mira al cielo. (1 Viewer)

baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
A proposito degli astratti ... io a Carlos ho spiegato (ma senza voler convincere, assolutamente, anzi dicendogli che fa bene a percorrere una sua strada) che nelle opere dell'anno scorso la calma tattile con cui sovrapponeva segni, simboli e gesti portava ad un risultato certamente più nuovo di quanto sia l'agitazione di queste opere, già "viste" in Europa nel secolo scorso, portatrici di un linguaggio ormai usurato (vabbè, avrò usato altre parole, ma il senso era quello) e forse non adatto pienamente alle sue migliori doti.
Sperando dunque che Carlos non diventi il Montanarini di Cuba o_O ma che si tratti solo di un passaggio a lui necessario, ho preso, come si è visto, solo un pezzo nel nuovo stile.
Peraltro noto nell'entusiasmo intellettuale che ho visto di persona ed in questi video qualche assonanza con gli anni del 68 in Europa (che "purtroppo" ho vissuto :-F): Anni comunque fertili, da cui qualcuno ha saputo sviluppare una crescita costante, ma altri si sono persi per strada tra droghe, intellettualismi, politica. Vedremo dove porterà questo fermento. C'è da stupirsi che una dittatura assai onnipresente tolleri queste manifestazioni: è evidente che il potere non ci capisce nulla, però è vero che l'ignoranza dell'arte e della cultura a Cuba dovrebbero affermarla scritta sulle carte d'identità. Si tratta di una caratteristica generale, e quelli che ad essa sfuggono sono necessariamente delle élite: studenti di conservatorio, artisti non dediti al commercio per il turismo, rari letterati. Elite assai separate dalla vita quotidiana del popolo, vita che a Cuba è molto legata ai bisogni elementari, anche quando - e succede - tali bisogni vengano ampiamente soddisfatti.
In pratica, una chiusura pazzesca a livello di popolo: con cui si arriva a parlare solo di denaro, abiti, sesso e cibo. E musica, ma quella dei balli sudamericani, che per loro è "alta cultura" nazionale, come ho verificato anche dall'ascolto della radio nazionale, un gioiellino vecchio stile totalmente, e forse quasi inutilmente, dedito alla musica seria.

E' pur vero che Carlos, praticando il tatuaggio come professione, ha a che fare con molte persone semplici, magari il suo è un lavoro di diffusione culturale - a suo modo.
 

mantegna

Forumer attivo
A proposito degli astratti ... io a Carlos ho spiegato (ma senza voler convincere, assolutamente, anzi dicendogli che fa bene a percorrere una sua strada) che nelle opere dell'anno scorso la calma tattile con cui sovrapponeva segni, simboli e gesti portava ad un risultato certamente più nuovo di quanto sia l'agitazione di queste opere, già "viste" in Europa nel secolo scorso, portatrici di un linguaggio ormai usurato (vabbè, avrò usato altre parole, ma il senso era quello) e forse non adatto pienamente alle sue migliori doti.
Sperando dunque che Carlos non diventi il Montanarini di Cuba o_O ma che si tratti solo di un passaggio a lui necessario, ho preso, come si è visto, solo un pezzo nel nuovo stile.
Peraltro noto nell'entusiasmo intellettuale che ho visto di persona ed in questi video qualche assonanza con gli anni del 68 in Europa (che "purtroppo" ho vissuto :-F): Anni comunque fertili, da cui qualcuno ha saputo sviluppare una crescita costante, ma altri si sono persi per strada tra droghe, intellettualismi, politica. Vedremo dove porterà questo fermento. C'è da stupirsi che una dittatura assai onnipresente tolleri queste manifestazioni: è evidente che il potere non ci capisce nulla, però è vero che l'ignoranza dell'arte e della cultura a Cuba dovrebbero affermarla scritta sulle carte d'identità. Si tratta di una caratteristica generale, e quelli che ad essa sfuggono sono necessariamente delle élite: studenti di conservatorio, artisti non dediti al commercio per il turismo, rari letterati. Elite assai separate dalla vita quotidiana del popolo, vita che a Cuba è molto legata ai bisogni elementari, anche quando - e succede - tali bisogni vengano ampiamente soddisfatti.
In pratica, una chiusura pazzesca a livello di popolo: con cui si arriva a parlare solo di denaro, abiti, sesso e cibo. E musica, ma quella dei balli sudamericani, che per loro è "alta cultura" nazionale, come ho verificato anche dall'ascolto della radio nazionale, un gioiellino vecchio stile totalmente, e forse quasi inutilmente, dedito alla musica seria.

E' pur vero che Carlos, praticando il tatuaggio come professione, ha a che fare con molte persone semplici, magari il suo è un lavoro di diffusione culturale - a suo modo.

In effetti la cosa che bisogna capire è che questa roba a Santiago e forse anche in tutta Cuba compresa l'Avana non si è mai vista, sono cose come dici tu "anni 70" ma che con la partecipazione di un gruppo teatrale che ha collaborato hanno dato un risultato sensazionale, veramente impensabile per Cuba e anche da noi mai più realizzabile.
Robe del genere al massimo le ho viste in qualche film di Nitsch o filmato di Viola, mai dal vivo.
La filosofia di fondo è interessante:El arte no consiste en representar cosas nuevas, sino en representar con novedad.
Che poi è quello a cui assistiamo negli ultimi anni nel mondo dell'arte contemporanea a livello mondiale.
Cioè hanno fatto centro questi ragazzi, pur vivendo ai confini del mondo.:)

Quanto all'ignoranza profonda condivido in toto, quando troverò una ragazza che sa le tabelline te lo comunicherò ufficialmente.
Tuttavia la loro stupidità è del tutto simile alla nostra, anche da noi la lotta per la sopravvivenza genera una grande e profonda incultura con risvolti ridicoli che poi sfociano anche nella tragedia quando le frustrazioni generatisi vengono incanalate da qualche abile politico.

Quanto allo stile di Carlos persiste una differenza netta tra le opere su carta, con più simboli gesti e gestione degli spazi e quelle su tela che si allineano più ad uno stile old. Lui dice che dipende dalla differenza delle superfici perchè su tela non riesce ad ottenere un effetto all'altezza della carta.
 
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Cris70

... a prescindere
Scusa Mantegna (e Baleng) ma nella tua/vs disamina sull'assenza della performance, e relativa novità, a Cuba sei/siete leggermente fuori strada.

Ana Mendieta (November 18, 1948 – September 8, 1985) was a Cuban American performance artist, sculptor, painter and video artist who is best known for her "earth-body" artwork. Born in Havana, Mendieta arrived in the United States as a refugee in 1961 (two years after Marxist revolutionary leader Fidel Castro overthrew the authoritarian government of Cuban President Fulgencio Batista).

Stiamo parlando di una delle massime espressioni di questa forma d'arte a livello mondiale.
 

mantegna

Forumer attivo
Scusa Mantegna (e Baleng) ma nella tua/vs disamina sull'assenza della performance, e relativa novità, a Cuba sei/siete leggermente fuori strada.

Ana Mendieta (November 18, 1948 – September 8, 1985) was a Cuban American performance artist, sculptor, painter and video artist who is best known for her "earth-body" artwork. Born in Havana, Mendieta arrived in the United States as a refugee in 1961 (two years after Marxist revolutionary leader Fidel Castro overthrew the authoritarian government of Cuban President Fulgencio Batista).

Stiamo parlando di una delle massime espressioni di questa forma d'arte a livello mondiale.

Sì solo a l'Avana però e solo di passaggio verso gli Stati Uniti.
Qui si parla di ragazzi nati e cresciuti a Santiago, che non sono stati istruiti da Tania Brughera, che non sono stati finanziati dalla fondazione Lam, nè dall'ambasciata americana.
 

baleng

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Scusa Mantegna (e Baleng) ma nella tua/vs disamina sull'assenza della performance, e relativa novità, a Cuba sei/siete leggermente fuori strada.

Ana Mendieta (November 18, 1948 – September 8, 1985) was a Cuban American performance artist, sculptor, painter and video artist who is best known for her "earth-body" artwork. Born in Havana, Mendieta arrived in the United States as a refugee in 1961 (two years after Marxist revolutionary leader Fidel Castro overthrew the authoritarian government of Cuban President Fulgencio Batista).

Stiamo parlando di una delle massime espressioni di questa forma d'arte a livello mondiale.
Per quanto mi riguarda la mia anche voluta :melo: ignoranza su performances, installazioni e quant'altro non mi ha fatto certo dire che si tratta di novità (ho citato gli anni 60/70), né sarei in grado di dire che lo sia per Cuba: che ne so? :-?
Tuttavia, fatto riguardo all'atmosfera sonnacchiosa di Santiago, e in genere della provincia cubana (in pratica tutto ciò che non è l'Avana) posso capire che @mantegna trovi fermenti di novità per Cuba in queste operazioni.
Dovrei ripetere che a mio parere si tratta di percorsi di recupero, in parte simili a quelli che, per esempio, fece Strawinskij, il quale, partito con musiche d'avanguardia che rivoluzionarono tutto un mondo, a poco a poco ebbe ad interrogarsi sulla propria identità di musicista e di russo, ripercorrendo a ritroso la tradizione: pertanto scrisse prima sulla controimmagine del '700 (Pergolesi), poi (Le Rossignol) ebbe il momento "asiatico", in seguito ripercorse la cultura musicale ortodossa russa, e quando ebbe riordinato in sé tutto ciò, scrisse musiche "popolari" e quasi contemporaneamente lavori dodecafonici, cioè due estremi che in immagine si possono vedere come due fittoni della stessa radice.
La differenza sta qui nel fatto che non appare per ora che lo sguardo di quel gruppo sia rivolto all'indietro: in realtà pare vogliano studiare ed eventualmente ripercorrere l'arte del 900, però non si sa mai, una volta iniziato a scavare qualcuno può trovare una galleria che gli aggrada, tipo, che so, Raffaello o El Greco :-o
 

baleng

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... poi sposto tutto nel suo 3d.
Beh, sono andato a vedere su Wikipedia di questa Tania Bruguera.
A parte che non mi metto a commentare performances e simili, mi limito a notare che l'han messa in carcere, che lei voleva che la gente potesse parlare liberamente, che si vuol candidare come presidente (quale provocazione, immagino). Insomma, una immagine da eroina politica
Vale a dire che il modesto osservatore che qui scrive
C'è da stupirsi che una dittatura assai onnipresente tolleri queste manifestazioni: è evidente che il potere non ci capisce nulla
da una parte mostrava una giusta intuizione - sulla tolleranza - dall'altra una valutazione non del tutto corretta - sul fatto che il potere non capisce.
In realtà, probabilmente il potere capisce ed osserva, ma
1) siamo a Santiago che, nonostante adesso Raul ci vada a vivere, non ha il peso politico né la capacità di influenzare i cubani che ha l'Avana; pertanto "lasciamoli fare, so' ragazzi". Questa una ipotesi
2) altra ipotesi è che invece il tutto sia tenuto sott'occhio da parte di poteri pronti a smussare gli eccessi con le buone o con le meno buone.
3) infine, è possibile che finora il gruppo non abbia toccato direttamente temi sensibili e interessi costituiti, limitandosi a critiche generaliste, magari autocensurandosi un poco, magari buttandola sull'ironico
4) ancora, la sua azione potrebbe essere considerata ininfluente - ipotesi non peregrina, vista l'incultura generale
5) è anche possibile che si sia deciso di lasciare questa valvola di sfogo, compresa la Bruguera, considerandola una scocciante necessità, che però potrebbe servire all'immagine di un potere che si vuole "dalla parte del popolo" - questo poi accade in tutto il mondo, ma è vero che a Cuba si va in galera un po' di più :confused: :d:
 

baleng

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Poi, non lo dico per cattiveria o per polemica, ma ora ho guardato le foto di Tania Bruguera (sempre e solo lei, quasi come Beuys). Ragazzi, ma è una depressa. Veramente.
Come tale si cura rovesciando la sua depressione addosso agli spettatori :banana:

:smokin:
 

baleng

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Tania Bruguera has been jailed and detained by Cuban authorities for her work on numerous occasions. In 2000, Cuban authorities shut down her installation Untitled (Havana, 2000), which was presented at La Fortaleza de san Carlos de la Cabaña in Havana, as part of the biennial Ingenieros de Almas (Engineers of the Soul). La Fortaleza, originally a military garrison for the Spanish, was transformed into a prison for political dissenters and a site for executing and torturing counter-revolutionaries. Its interconnected hallways and small stone rooms function these days as galleries, home to a major international show of work primarily from developing nations, on which Cuba has come to rely for tourist income.
Untitled (Havana, 2000) drew huge audiences when it was first presented, the buzz around it only amplified by the long lines to get in, and the fact that it was shut down just hours after it opened. The piece, opening at MoMA on Saturday for the first time since the museum acquired it in 2015, remains similarly difficult to see, since those lines remain in place as part of the artist’s design. Bruguera is determined to give her audience a direct and memorable bodily experience of the kind of waiting that is part of daily life in her country. Only four people are allowed into the work at one time, and it tends to be eerily quiet inside the installation, replicating its presentation at La Fortaleza. Photography is forbidden, suggesting a contemporary existential conundrum: Does an exhibition exist if no one takes a selfie in it?

Inside, the only light comes from a ceiling-mounted monitor that broadcasts footage of Fidel doing the sort of things pictured in the “Stars—They’re Just Like Us!” pages of Us Weekly: Fidel talking to regular people, Fidel swimming in the ocean, Fidel playing with his kid. In one exceptional vignette, Fidel opens up his military shirt, showing his bare chest in order to prove he’s not wearing a bulletproof vest. This, of course, has everything to do with propaganda. It also resonates strongly in the US of 2018, where we now have our own Peacock-in-Chief strutting for the press.
The floor in Untitled (Havana, 2000) is squishy and putrid-smelling; it's covered in decaying sugar cane bagasse, a material key to Cuban human rights legacy and economic history, and one with which MoMA’s conservation department has become intimate. (The exhibition is closed on Mondays so it can be refreshed). Seeming to guard the TV are four naked men of Cuban descent. They comb their skin, grooming publicly, completely lacking privacy for such an intimate act. They also bow periodically, meeting viewers’ eyes with a challenging look that belies their obligatory obsequiousness and the vulnerability implied by their lack of clothing.

Cuban officials claim to have stopped Untitled (Havana, 2000) from remaining on view when it was first presented due to the nudity involved. The piece’s most poignant component, however, is the indelible way Bruguera’s performers lock eyes with visitors. Bruguera conceptualized the performers’ involvement in keeping with Michelangelo’s schiavi, supposedly unfinished sculptures of muscular slaves that appear to be twisting their way out of slabs of marble, their full power only in the process of being unleashed, their freedom exhilaratingly immanent.
Tania Bruguera è stata incarcerata e detenuta dalle autorità cubane per il suo lavoro in numerose occasioni. Nel 2000, le autorità cubane hanno interrotto la sua installazione Untitled (Havana, 2000), che è stata presentata alla Fortaleza de San Carlos de la Cabaña all'Avana, come parte della biennale Ingenieros de Almas (Ingegneri dell'Anima). La Fortaleza, in origine una guarnigione militare per gli spagnoli, fu trasformata in una prigione per dissidenti politici e un sito per l'esecuzione e la tortura dei controrivoluzionari. I suoi corridoi interconnessi e le piccole stanze in pietra funzionano in questi giorni come gallerie, sede di un'importante mostra internazionale di lavoro principalmente da nazioni in via di sviluppo, su cui Cuba è diventata dipendente dal reddito turistico.
Untitled (Havana, 2000) ha attirato un pubblico enorme quando è stato presentato per la prima volta, il ronzio attorno ad esso amplificato solo dalle lunghe file per entrare, e il fatto che è stato chiuso poche ore dopo l'apertura. Il pezzo, inaugurato sabato scorso al MoMA per la prima volta da quando il museo l'ha acquistato nel 2015, rimane ugualmente difficile da vedere, dal momento che tali linee restano sul posto come parte del design dell'artista. Bruguera è determinata a offrire al suo pubblico un'esperienza diretta e memorabile del tipo di attesa che fa parte della vita quotidiana nel suo paese. Solo quattro persone sono ammesse al lavoro in una volta, e tende ad essere stranamente silenziosa all'interno dell'installazione, replicando la sua presentazione a La Fortaleza. La fotografia è vietata, suggerendo un enigma esistenziale contemporaneo: esiste un'esposizione se nessuno vi fa un selfie?
All'interno, l'unica luce proviene da un monitor montato a soffitto che trasmette filmati di Fidel che fanno il genere di immagini nella pagina "Stars-They're Just Like Us!" Di Us Weekly: Fidel che parla con persone normali, Fidel che nuota dentro l'oceano, Fidel che gioca con suo figlio. In una vignetta eccezionale, Fidel apre la sua maglietta militare, mostrando il petto nudo per dimostrare che non indossa un giubbotto antiproiettile. Questo, ovviamente, ha tutto a che fare con la propaganda. Risuona anche fortemente negli Stati Uniti del 2018, dove ora abbiamo il nostro pavone in testa per la stampa.
Il pavimento in Untitled (Havana, 2000) è soffice e puzzolente; è ricoperto da una bagassa in decomposizione nella canna da zucchero, una chiave materiale dell'eredità dei diritti umani e della storia economica cubana, e di quella con cui il dipartimento di conservazione del MoMA è diventato intimo. (La mostra è chiusa il lunedì, quindi può essere aggiornata). Sembrano sorvegliare la TV quattro uomini nudi di discendenza cubana. Si pettinano la pelle, si puliscono pubblicamente, mancano completamente della privacy per un atto così intimo. Inoltre si inchinano periodicamente, incontrando gli occhi degli spettatori con uno sguardo provocatorio che smentisce la loro ossequiosità obbligatoria e la vulnerabilità implicita dalla loro mancanza di vestiti.

Funzionari cubani affermano di aver impedito a Untitled (Havana, 2000) di rimanere visibile alla prima presentazione a causa della nudità coinvolta. La componente più toccante del brano, tuttavia, è il modo indelebile con cui gli artisti di Bruguera chiudono gli occhi con i visitatori. Bruguera concettualizza il coinvolgimento degli interpreti in armonia con gli schiavi di Michelangelo, sculture apparentemente incompiute di schiavi muscolari che sembrano stiano volando fuori dalle lastre di marmo, il loro pieno potere solo nel processo di liberazione, la loro libertà esilarantemente immanente

da Tania Brugera's Performance Was Banned in Cuba, But You Can See It at MoMA Now
 

baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
Scusa, Cris, ti ho anticipato il 3d, ma solo per completare l'aspetto dell'informazione nei riguardi dei rapporti arte/potere a Cuba, sul quale aspetto avevo proposto le 5 ipotesi (ippotesi, se le consideriamo equine/asinine :d:).
Comunque pare che la via dallo spettacolo (non arte) alla politica sia sempre più battuta, da Reagan a Beppe Grillo, da Coluche La storia di Coluche - Il Post alla Tania, Carlos Calderon è alto quanto Casini, potrebbe fare il presidente della Camera :ordine:... (dicono che in camera dia il meglio di sé) :fiu:
 

Cris70

... a prescindere
Innanzitutto una conquista :clapclap:
Hai commentato una performance :baci:

Facciamo così: appena Calderon sarà anche lui arrestato, per quanto mi riguarda e in qualità di collezionista, i fondamentali inizieranno ad esserci e inizierò a seguirlo. Al momento nulla di nuovo sotto il sole.

(opto per l'ipotesi 5 )
 

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