La famiglia Malacalza potrebbe sottoscrivere parte del bond subordinato che la scorsa settimana Carige ha emesso nell’ambito del piano di salvataggio. Se venerdì lo Schema Volontario del fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd) ha comprato la tranche maggiore da 370 milioni, il collocamento in private placement dei restanti 80 milioni tra gli azionisti privati della cassa è partito ieri.
Al momento ancora nessuno è formalmente uscito allo scoperto ma, secondo quanto risulta, la famiglia Malacalza (oggi azionista al 28%) sarebbe propensa a sottoscrivere. Del resto, per un socio che volesse evitare di diluirsi, comprare il bond e poi convertirlo in capitale sarebbe un’operazione più conveniente rispetto all’adesione all’aumento di capitale atteso per la prossima primavera. Gli investitori potrebbero infatti incassare la cedola generosa (13%) concessa da
Carige . Se la Malacalza Investimenti sembra insomma intenzionata ad acquistare, Raffaele Mincione (oggi attestato al 5,4%) non avrebbe ancora preso una decisione.
La famiglia Malacalza potrebbe sottoscrivere parte del bond subordinato che la scorsa settimana
Carige ha emesso nell’ambito del piano di salvataggio. Se venerdì lo Schema Volontario del fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd) ha comprato la tranche maggiore da 370 milioni, il collocamento in private placement dei restanti 80 milioni tra gli azionisti privati della cassa è partito ieriAl momento ancora nessuno è formalmente uscito allo scoperto ma, secondo quanto risulta, la famiglia Malacalza (oggi azionista al 28%) sarebbe propensa a sottoscrivere. Del resto, per un socio che volesse evitare di diluirsi, comprare il bond e poi convertirlo in capitale sarebbe un’operazione più conveniente rispetto all’adesione all’aumento di capitale atteso per la prossima primavera. Gli investitori potrebbero infatti incassare la cedola generosa (13%) concessa da
Carige .
Se la Malacalza Investimenti sembra insomma intenzionata ad acquistare, Raffaele Mincione (oggi attestato al 5,4%) non avrebbe ancora preso una decisione.Il finanziere starebbe infatti aspettando di conoscere le intenzioni degli altri grandi soci, a partire proprio dalla famiglia Malacalza. Tecnicamente, se la domanda dei privati superasse gli 80 milioni residui, il Fidt potrebbe cedere parte dei bond acquistati alla fine della scorsa settimana. Una circostanza su cui comunque, al momento, scommettono in pochi. Altra scadenza a cui la banca sta guardando è quella dell’assemblea straordinaria. Sabato 22 dicembre, infatti, gli azionisti di
Carige saranno chiamati ad approvare l’aumento di capitale da 400 milioni che di fatto certificherà il salvataggio.
A Genova sono abituati ai colpi di scena, ma un voto contrario alla delibera da parte di un grande azionista appare una mossa davvero ardita. In ogni caso un’eventuale vittoria del no è comunque contemplata dal regolamento del bond subordinato. In quel caso, infatti, il tasso di interesse sarebbe incrementato automaticamente e retroattivamente al 16% annuo.Salvo sorprese di questo genere, il salvataggio sembra comunque ormai incardinato. Venerdì 30 novembre l’assemblea dello Schema Volontario ha dato luce verde all’acquisto dei titoli, mentre il
Banco Desio e della Brianza ha contribuito per 1,8 milioni. «È il mondo bancario italiano che va a sottoscrivere questa obbligazione convertibile auspica e punta a un risanamento completo e definitivo anche di
Banca Carige », ha dichiarato ieri il presidente dell’Abi Antonio Patuelli, commentando la decisione dello Schema volontario. (riproduzione riservata)