Fiat (F) Capitalizzazione a 10.8 e Debiti a 6.1 MLD (1 Viewer)

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Strategie al testosterone

Ecco cosa succede ai troppo osannati "manager"....prima si montano la testa...poi montano addosso alle 40enni.....poi gli montano addosso tutti e se ne vanno....è tutto un foto-montaggio :sad:
 

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Debiti 6,7

Fiat: indebitamento netto sale a 6,7 miliardi, crescono utili
di: WSI Pubblicato il 30 ottobre 2012| Ora 12:18
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Liquidita' scende a 20 miliardi. Venduto oltre un milione di veicoli, l’11% in più del 2011. Profitti raddoppiati. Ma i problemi della casa di Torino restano maggiori dei rivali europei perche' l'Italia conta per circa la meta' dei ricavi nel Vecchio Continente. Confermati parzialmente gli obiettivi sul 2012. Titolo in forte ribasso, fino a -3,7%.
L'AD di Fiat Sergio Marchionne con John Elkann, presidente di Fiat, Exor e della Giovanni Agnelli e C.


Torino - L`utile della gestione ordinaria nel terzo trimestre è stato pari a 951 milioni di euro (851 milioni di euro nel terzo trimestre 2011) grazie agli andamenti particolarmente positivi nei mercati Nafta, Latam e Apac, mentre per Emea il risultato è negativo di 238 milioni di euro. Nei primi nove mesi del 2012 sono stati consegnati 3,1 milioni di veicoli.

Confermati solo parzialmente gli obiettivi sul 2012: target ricavi individuato a circa 83 miliardi, oltre 77 miliardi nella precedente previsione; trading profit a oltre 3,8 miliardi, da 3,8-4,5; debito netto a 6,5 da 5,5-6 miliardi. Il titolo cede circa il 4% alla borsa italiana.

Tonfo di Fiat in Borsa. Invertita la rotta con la trimestrale, il titolo cede fino a -3,74% a 3,96 euro, dopo un breve congelamento per eccesso di volatilità. Bene Fiat Industrial (+0,88%), in attesa dei conti, ed Exor (+0,55%). Secondo un analista di Credit Suisse la divisione auto e' riuscita a "bruciare 1,4 miliardi di euro di cassa in 92 giorni, vale a dire 15 milioni di euro al giorno, molto peggio di quello che vediamo da altre parti".

L'indebitamento netto industriale è salito a 6,7 miliardi di euro (era di 5,4 miliardi di euro al 30 giugno 2012) per effetto dell`assorbimento di cassa stagionale del terzo trimestre di Fiat esclusa Chrysler, accentuato dalle condizioni del mercato in Europa. Lievemente positivo il contributo di Chrysler, nonostante la stagionalità estiva ed i significativi investimenti.

Al consolidato Fiat ha pero' circa 45 miliardi di debiti. Una ventina di giorni fa le indiscrezioni stampa a proposito di un presunto faro acceso dall'Authority presieduta da Giuseppe Vegas «sulla reale consistenza della liquidità (22,7 miliardi al 30 giugno scorso e 20 miliardi) dichiarata nei bilanci del Lingotto», ha contribuito a trascinare le azioni Fiat verso il basso, portandole a chiudere la giornata di Piazza Affari con un -4,16%.

La liquidità disponibile, che include 3 miliardi di euro di linee di credito non utilizzate, è pari a 20 miliardi di euro. La diminuzione dai 22,7 miliardi di euro registrati alla fine del secondo trimestre è principalmente attribuibile all`assorbimento della gestione operativa e alla riduzione dell`indebitamento lordo per 1,7 miliardi di euro (1,4 miliardi di euro al netto dell`effetto della variazione dei cambi di conversione).

I ricavi del gruppo Fiat sono aumentati del 16% rispetto al terzo trimestre 2011 per effetto della forte crescita dei volumi nelle regioni Nafta, Latam e Apac. Questi ultimi hanno più che compensato la diminuzione in Emea «che risente del perdurante deterioramento delle condizioni del mercato europeo, particolarmente severo in Italia».

Tuttavia i problemi di Fiat restano e sono maggiori dei rivali europei perche' l'Italia conta per circa la meta' dei suoi ricavi nel Vecchio Continente. Per controbilanciare il calo del giro d'affari in Europa, Marchionne, AD del gruppo, sta valutando l'ipotesi di costruire in Italia modelli Chrysler, controllata Usa di Fiat. Tra questi veicoli anche le Jeep, che poi verrebbero esportate nel Nordamerica.

L’utile della gestione ordinaria del gruppo Fiat è pari nel terzo trimestre a 951 milioni di euro (851 nel terzo trimestre 2011) grazie agli andamenti particolarmente positivi in Nafta, Latam e Apac, mentre per Emea il risultato è negativo di 238 milioni di euro.

Il gruppo di Torino ha venduto complessivamente nel terzo trimestre oltre un milione di veicoli, con un incremento dell’11% rispetto allo stesso periodo 2011. (TMNews)
 

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ordine 11.110
marchionne ammazza la Lancia

Fiat: gli impianti italiani non chiuderanno
Marchio Lancia verrà ridotto o eleminato


Ridotti i target per il biennio 2013/2014. Il titolo crolla in Borsa. L'ad smentisce l'ipotesi di fusione con Peugeot e Opel

PER APPROFONDIRE
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fiat, marchionne, lingotto
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ROMA - Il gruppo Fiat prevede di raggiungere il pareggio delle attività europee nel 2015-2016 ma rivede al ribasso i target sui volumiauto da produrre nel 2014: dai 6 milioni finora indicati a 4,6-4,8 milioni. Buone notizie per l'Italia: il Lingotto fa sapere che non chiuderà nessuno degli stabilimenti dello Stivale.

Target ridotti.
Per il 2013 la nuova stima del gruppo Fiat è di un utile della gestione ordinaria tra 4 e 4,5 miliardi (era di 6,1). Per il 2014 sono previsti ricavi tra 94 e 98 miliardi (erano 104 miliardi) e un utile della gestione ordinaria tra 4,7 e 5,2 miliardi (era 7,5 miliardi).
17 nuovi modelli in Italia.
Il gruppo sceglie di «fare leva sui grandi marchi storici premium come Alfa Romeo e Maserati, riallineare il portafoglio prodotti e riposizionare l'attività per il futuro». Tradottto: non chiude nessun impianto italiano. Per gli impianti italiani saranno sviluppati interventi entro i prossimi 24-36 mesi. Fiat produrrà 17 nuovi modelli in Italia entro il 2016: tre nel 2013, 6 nel 2014, 5 nel 2015 e tre nel 2016. I modelli previsti nel 2013 sono l'Alfa 4C che verrà prodotta a Modena e le due vetture Maserati a Grugliasco.

Ipotesi fusione con Opel e Peugeot. Secondo Bloomberg, l'ad Sergio Marchionne avrebbe suggerito a Peugeot e GM, che controlla Opel, di costituire insieme un nuovo gruppo paneuropeo dell'auto, per scavalcare Volkswagen come primo costruttore in Europa. Bloomberg cita tre fonti vicino alla vicenda. Fiat, Opel e Peugeot, insieme, rappresentano il 25% del mercato europeo, contro il 24,8% di Volkswagen.

La replica.
«Ho solo avuto colloqui con Opel e, come noto, solo nel 2008 e nel 2009, ma da allora non ci sono stati altri contatti» e con Peugeot «abbiamo un buon rapporto e una relazione storicamente forte. Continuiamo ad operare assieme nei veicoli commerciali e questo ci dà l'occasione di incontrare sia il management sia la famiglia Peugeot. Quindi non pensate a niente di strano se ci vedete a prendere il caffè assieme», ha risposto l'ad di Fiat, Sergio Marchionne, agli analisti che in conference call gli hanno chiesto se aveva incontrato di recente i vertici dei due costruttori in vista di un progetto di nozze a tre.

«Lancia non rinascerà». Dure le parole di Marchionne sulla Lancia: «Dobbiamo essere onesti: la Lancia ha un appeal limitato» fuori dall'Italia. «Dobbiamo smettere di illuderci di poter ricreare» l'immagine storica di Lancia, ha aggiunto: «Dobbiamo proteggere la Ypsilon, che ha un ruolo significativo in Italia ma che è la sola economicamente sostenibile. Il marchio Lancia verrà ridotto o eliminato».

Jeep resta negli Usa. «La produzione di Jeep non sarà trasferita dagli Stati Uniti alla Cina», ha inoltre assicurato il numero uno di Fiat Chrysler, Sergio Marchionne, in una e-mail agli impiegati del gruppo. Ultimamente il candidato repubblicano alla Casa Bianca, Mitt Romney, ha più volte agitato lo spettro di uno spostamento della produzione della Jeep in Cina, parlando in campagna elettorale. «Mi sento obbligato a ribadire inequivocabilmente la nostra posizione», scrive Marchionne: «La produzione del Nordamerica - prosegue - è cruciale per raggiungere i nostri obiettivi di vendere 800.000 veicoli Jeep entro il 2014».

«Dalla crisi si esce lottando. Bisogna essere prudenti, per non mettere a rischio la stabilità finanziaria, ma mettendo in atto i nostri progetti», ha detto l'ad. «Noi guardiamo al futuro con eccitazione e timore», ha aggiunto Marchionne che si è lamentato del fatto che alla Fiat siano chiesti dettagli sui progetti che non vengono pretesi dagli altri gruppi.

Giù in borsa.
Il Lingotto va giù pesantemente in Borsa, con un calo fino al 4,2% e un minimo di 3,91 euro, dopo la diffusione dei conti del terzo trimestre 2012: pesano i target 2012, confermati ma nella parte più bassa della forchetta precedentemente indicata, e l'aumento del debito a 6,7 miliardi dai 5,4 di giugno.

Chrysler.
A tenere su i conti del gruppo sono la Chrysler e il positivo andamento sul mercato americano dove è stata venduta più della metà del milione di veicoli consegnati dal gruppo nel trimestre (3,1 milioni nei nove mesi). Male invece l'Europa dove le perdite sono maggiori delle previsioni con un risultato della gestione ordinaria negativo per 238 milioni di euro: le vendite sono state un quinto del totale (206.000 nell'Emea che comprende anche Medio Oriente e Africa), con un calo di circa il 15 per cento rispetto allo stesso periodo del 2011.

Bene il terzo trimestre.
Il terzo trimestre chiude con un utile netto di 286 milioni di euro, più che raddoppiato rispetto all'analogo periodo del 2011 e un utile della gestione ordinaria che sale da 851 a 951 milioni di euro. In aumento del 16% i ricavi grazie a una forte crescita in tutte le aree in cui il gruppo opera ad eccezione dell'Europa. Positivi i risultati dei marchi di Lusso e Sportivi e del business dei Componenti e Sistemi di Produzione che hanno contribuito con un utile, rispettivamente pari a 89 milioni di euro e 39 milioni di euro. La liquidità, che include i 3 miliardi di euro di linee di credito non utilizzate, è di 20 miliardi di euro. Per il 2012 la Fiat prevede ricavi di circa 83 miliardi di euro, un utile netto di oltre 1,2 miliardi, un utile della gestione ordinaria di oltre 3,8 miliardi e una riduzione del debito a 6,5 miliardi.

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Martedì 30 Ottobre 2012 - 16:41
 

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ordine 11.110
Fiat faccia chiarezza sul debito, strategia suicida

di: Daniele Chicca Pubblicato il 01 novembre 2012| Ora 08:00


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Passivo 3 volte superiore al patrimonio netto. Le domande a Marchionne: perche' il cash liquido non viene utilizzato per ripianare il buco? Analisti bocciano i conti, per Mediobanca indicazioni sul debito netto non chiare. Si teme nuovo caso Parmalat (foto: scena de Il Gioiellino, film ispirato al crack dell'azienda di Tanzi).




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Remo Girone nei panni dell'alter-ego di Calisto Tanzi patron di Parmalat e Toni Servillo, Cfo del gruppo Leda ne Il Gioiellino di Andrea Molaioli.


Roma - Nel film Il Gioiellino ispirato al crack Parmalat il responsabile marketing chiede al Cfo del gruppo Leda (alter ego della casa alimentare parmense): "Ma lei chiederebbe un prestito per acquistare un'auto se avesse un milione in banca?". Con una liquidita' di 17 miliardi di euro sui conti correnti che va via via assottigliandosi, perche' Fiat non si occupa di ripianere un debito di 52,955? Anche tenuto conto che stando alle stime degli analisti l'indebitamento netto e' destinato a crescere?

La domanda sorge spontanea e sarebbe la prima che la stampa servile delle grandi societa' rappresentative del made in Italy dovrebbe porre direttamente all'AD Sergio Marchionne. Nessuno invece dopo i conti, che peraltro non hanno superato l'esame degli analisti e del mercato, e' tornato a porre l'accento sulle indiscrezioni stampa circa un presunto faro acceso dall'Authority "sulla reale consistenza della liquidita' dichiarata a bilancio", che negli ultimi tempi ha contribuito a schiacciare i titoli del Lingotto.

Se da un lato nei primi nove mesi del 2012 il tasso complessivo che il gruppo Fiat ha pagato sul suo debito ingente e' solo del 3,11% (dal 2,35% del 2011), alcune delle obbligazioni pagano interessi reali di oltre il 6%. Non converrebbe allora ripianare il debito con il cash a disposizione?

Anche se il tasso annuale complessivo pare basso, assume tutt'altre proporzioni se la percentuale si calcola sui 52,995 miliardi di euro di debito totale: su base annuale significa un aggravio di 434 milioni di euro (tendenziali) di soli interessi che peseranno sul bilancio 2012. Si direbbe una politica controproducente, per non dire suicida.

Al consilidato (le obbligazionazioni per le quali non e' indicata una data di scadenza al momento dell'emissione) Fiat arriva a circa 45 miliardi di debiti. Perche' allora i 17 miliardi di cash liquido su cui siede il gruppo non vengono impiegati, per lo meno in parte, per abbattere il debito, invece di chiedere finanziamenti tramite bond ad un tasso reale di oltre il 6% (a volte vicino al 7%)? I tanti risparmiatori e soci azionisti meritano una risposta.

L'unica arrivata sin qui e' quella relativa all'investimento allo stabilimento di Melfi per la costruzione di nuove auto sportive (SUV). In un'intervista al Corriere della Sera, l'AD del gruppo ha annunciato che l'azienda incomincera' a spendere alla fine dell'anno.

EMORRAGIA LIQUIDITA': PERDE 15 MILIONI AL GIORNO



Che Fiat navighi in acque agitate non e' un segreto per nessuno. Gli analisti di Credit Suisse hanno sottolineato che negli ultimi tre mesi Fiat ha ridotto la propria liqudita' di 2,73 miliardi. In pratica ogni giorno deve fare a meno di 15 milioni.

All'indomani della trimestrale, dove si dichiara un indebitamento lordo di 26,7 milioni a fronte di disponibilita' liquide di 17,2 milioni di euro, sono piu' di una le domande che sorgono spontanee sullo stato di salute delle finanze della storica casa automobilistica italiana.

Se Fiat e' così liquida - e lo sara' per poco se il trend del terzo trimestre si confermera' - ma non intende arginare il buco di bilancio, allora perche' snobbare testardamente eventuali investimenti in Italia, definendoli "rischiosi" sotto il profilo finanziario? E se si progettano grandi investimenti di altra natura, perche' gli analisti sono cosi' scettici?

Un'altra incognita e' rappresentata dalle prossime elezioni presidenziali Usa: il manager di origini canadesi rischia di perdere un importante alleato in Barack Obama, che con i finanziamenti statali ha aiutato e non poco l'industria dell'auto oltreoceano.

Finche' queste domande resteranno senza risposta, il nervosismo del mercato non si plachera' e nelle sale operative continueranno a circolare voci come quella sul presunto motivo reale per cui Fiat non abbia partecipato 12 mesi fa all'operazione LTRO messa a disposizione dalla BCE con tassi favorevoli, come invece hanno fatto i suoi concorrenti europei. Ottenere liquidita' facilmente e subito all'1% sarebbe stato uno strumento prezioso per chiudere altri debiti con oneri maggiori. Le voci maligne ipotizzano che Marchionne al tempo non avesse uno straccio di collaterale vero da presentare alla BCE.

Si tratta di mere illazioni, ma rischiano di costare (e stanno gia' costando agli azionisti) caro. Sulla delicata vicenda della liquidita' si e' interrogata anche Mediobanca, tra i broker che ieri hanno deciso di rivedere in peggio il personale giudizio sul Lingotto. Gli esperti della banca d'affari di Milano hanno deciso di abbassare la raccomandazione da Outperform a Neutral e il target price da 6 a 4,7 euro. Il motivo? Gli investimenti ipotizzati sono enormi e non sono state date chiare indicazioni sul debito netto.

I DUBBI SULLA REALE CONSISTENZA DELLA LIQUIDITA'



Nei primi 9 mesi l’indebitamento totale lordo di Fiat Group e' aumentato di 1,23 miliardi di euro ovvero del 2,4% a 52,955 miliardi di euro. L'indebitamento netto e' equivalente a circa 9,5 milioni. Dal momento che il costo dell'indebitamento lordo (6% circa) e' di almeno 3 volte superiore al rendimento della liquidita', pari al 2% circa (vedi relazione finanziaria annuale 2011), e' naturale che sorgano dubbi sulla reale consistenza e utilizzo del contante liquido e sopratutto sui reali motivi di una singolare e prima vista anti-economica strategia finanziaria.

Gli analisti di Mediobanca sono convinti che verrà bruciata cassa nel 2013 e che nel 2014 il gruppo sarà cash neutral. Quanto basta per assumere un atteggiamento votato alla prudenza sui titoli.

Resta negativo anche il giudizio di Barclays, che ha confermato sul titolo Fiat il rating underweight con un target price a 3,90 euro, che implica un potenziale di ribasso dell'1% circa rispetto alle quotazioni attuali. Dopo le perdite accusate martedi', mercoledi' il titolo Fiat a Piazza Affari ha lasciato sul campo il -4,33%, attestandosi sotto quota 3,80 euro.

Sono almeno quattro nel complesso gli analisti che hanno ridotto la loro raccomandazione sull'azione dopo che il piano industriale e' stato annunciato e almeno altri quattro broker hanno rivisto al ribasso il prezzo obiettivo.

Fiat, questo va detto, non e' la sola azienda del settore europeo a fare fatica, con le vendite che si apprestano ad accusare il calo annuale piu' accentuato degli ultimi 19 anni. Marchionne ha detto che ha bisogno di rimettere Fiat in marccia prima di completare la fusione con la controllata Usa Chrysler. L'obiettivo per il closing dell'operazione e' il 2015.

Ma oltre alle liti con i sindacati italiani, il Ceo della casa torinese e' impegnato in un braccio di ferro con il fondo dei sindacati del Delaware che ha una quota di oltre il 30% in Chrysler. Questa tranche dovrebbe passare di mano per consentire a Fiat di assumere il 100% dell'azinda americana.

COMPRERESTE TITOLI DI UN'AZIENDA CON UN DEBITO 3 VOLTE SUPERIORE AL PATRIMONIO NETTO?



Del caso Fiat e della reazione del mercato che continua a punire il titolo parla anche Vincenzo Longo, strategist di IG Italia, dispensando qualche consiglio agli investitori. Intanto, "il mercato è stato colto di sorpresa, con la pubblicazione dei risultati di bilancio avvenuta ieri, dalla pesante revisione al ribasso del giro d'affari relativo agli anni successivi, 2013 e 2014. Tali tagli hanno pesato sulle prospettive di crescita". Ovviamente, fa notare Longo, un contesto in cui l'outlook sui ricavi vengono riviste al ribasso, fa aumentare ulteriormente i timori sull'indebitamento netto, destinato a crescere".

Ci sono state poi anche le contraddizioni tra quanto il mercato prevedeva riguardo alla strategia di Marchionne e quanto l'ad del Lingotto ha poi effettivamente dichiarato: "da settimane circolavano voci su una possibile cessione di Alfa Romeo, marchio su cui invece Marchionne ha deciso di puntare".
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Nei primi 9 mesi l’indebitamento totale lordo di Fiat Group e' aumentato di 1,23 miliardi di euro ovvero del 2,4% a 52,955 miliardi di euro.


Un fattore che inciderà senz'altro sul futuro di Fiat sarà l'esito delle elezioni presidenziali Usa: "Obama ha sempre sostenuto il comparto dell'auto, mentre Romney fin dal primo dibattito ha detto di essere contrario a una politica di aiuti a favore del settore".

Sommando tutti questi fattori, conclude Longo, "la nostra view è quella di tenere il titolo in portafoglio, incrementando eventualmente la posizione con una vittoria di Obama. Un'area di rimbalzo per le quotazioni è collocata verso i 3,50 euro, per chi vuole posizionarsi nel lungo termine su Fiat - con un successivo supporto importante di 3,10 euro -; è possibile anche un rimbalzo fino a 5 euro da qui ai prossimi 6-9 mesi". Sempre, appunto, che Obama vinca.

Detto questo, lo strategist di IG Italia sottolinea anche che rimangono nodi da sciogliere nel piano del Lingotto. Per esempio, Fiat riuscirà prima o poi a concludere una partnership di rilievo con un'azienda asiatica, e avere finalmente un'esposizione in Asia? Tanto si è detto finora, ma finora non c'è nessun chiaro progetto in tal senso.

Da tante speculazioni, stime e ipotesi emerge un elemento molto chiaro: vi fidereste di comprare azioni o bond di un'impresa nelle cui casse giace un debito di oltre 3 volte superiore al proprio patrimonio netto?


Ha collaborato Laura Naka Antonelli
 

Umbolox

Plain vanilla
Esprimo parere fermamente contrario a questo continuo stillicidio diffamatorio nei confronti della FIAT che porti avanti addirittura dal 2009.

Io non so se hai perso tutto in borsa, se ci hai lavorato e ti hanno licenziato, o quale cavolo sia il motivo per cui porti avanti questa vergognosa campagna e questo thread inutile.

Ognuno può esprimere ciò che vuole, nei limiti del richiamo alle regole di convivenza civile da parte di Argema. Quindi mi esprimo anche io, in quanto ritengo che la mia contrarietà a questo thread, che andrebbe chiuso e cancellato, vada espressa e fermamente motivata, in modo del tutto civile.

Non ho la minima idea di quante persone abbiano letto questa raccolta di articoli, di mezze verità, di baggianate su un'azienda e un manager che stanno facendo di tutto per risollevarsi dai disastri del passato.

C'è gente che lavora e che dedica la propria vita a ridare lustro alla nostra industria. Questo forum è molto letto e questa raccolta mediatica senza alcun senso, se non "diffamatorio", che hai messo in piedi in questo thread è uno schiaffo alle persone che passano la loro vita a sbattersi e a lavorare perché un'azienda italiana possa continuare a sopravvivere, a risollevarsi, a dare lavoro alla gente, nonostante i mille vincoli e gravami di ogni tipo che le pesano addosso.

Oltretutto, una raccolta mediatica e "diffamatoria" (lo metto tra virgolette) fatta da un personaggio che non è stato neanche in grado di calcolare correttamente una percentuale di allocazione del proprio capitale a un portafoglio di titoli, sbagliando completamente le entrate, le mediate e trovandosi con un prezzo di carico matematicamente vergognoso e senza alcun tipo di diversificazione o di analisi di correlazione.

http://www.investireoggi.it/forum/grandi-occasioni-borsa-1-volta-30anni-vt64357-8.html

E questo deve essere molto chiaro a chi legge questo thread, prima di parlare di corporate finance e di fare grandi analisi finanziarie, visto che una percentuale corretta, per quanto hai dimostrato, non sei stato neanche in grado di calcolarla.

Mettiti nei panni di quelle persone, mettiti nei panni di chi si alza la mattina e cerca di battersi per quell'azienda, e riflettici, prima di fare un copia e incolla.
 
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Fiat: mistero svelato, 20 miliardi cash nei conti

di: WSI Pubblicato il 18 gennaio 2013| Ora 11:14


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Se ha effettivamente tanta liquidita' come mai lasciare a piedi i dipendenti degli stabilimenti di Melfi? E perche' non annunciare come investira' quei soldi? Da dove scaturisce il debito netto di 5,5 miliardi? Marchionne chiarisca.





L'AD di Fiat Sergio Marchionne.




MILANO (WSI) - Stando alle ultime indiscrezioni stampa il giallo sulla posizione cash di Fiat pare risolto. Il lungo braccio di ferro tra la casa torinese e la Consob sulla consistenza reale della liquidita' del gruppo torinese si e' concluso. Gli analisti avevano chiesto chiarezza. L'hanno ottenuta, ma solo in parte. E non grazie ai comunicati dell'azienda torinese.

Secondo quanto rivelato da Milano Finanza, "Nei conti correnti della casa automibilistica, che sta per sposarsi definitivamente con Chrysler, ci sono effettivamente 20 miliardi di euro, come da bilancio".

Ora resta da risolvere il nodo Chrysler: una decina di miliardi sono infatti da riferire alla casa di Detroit. Ma le casse di Auburn Hills non saranno accessibili al Lingotto fino a quando la quota di Fiat non raggiungera' l'80% del gruppo americano, del quale continua a detenere il 58,5%. Al fondo sanitario dei dipendenti, Veba, fa capo invece il 41,5%.

Fiat continua a sostenere di "avere liquidita' piu' che sufficiente" per acquistare la partecipazione rimanente di Chrysler. Lo ha fatto sapere tre giorni fa l'AD Sergio Marchionne, a margine del salone dell'auto di Detroit.

Ma se questo e' vero, come sembra, perche' allora i miliardi di cash liquido su cui siede il gruppo non vengono impiegati, per lo meno in parte, per abbattere il debito, invece di chiedere finanziamenti tramite bond ad un tasso reale di oltre il 6% (a volte vicino al 7%)? I tanti risparmiatori e soci azionisti meritano una risposta.

La notizia di oggi sulla liquidita', che MF-Milano Finanza e' in grado di rivelare, ma che per la verita' era gia' nell'aria dopo la scelta di quotare la newco Fiat Industrial a Milano, e' l'esito della lunga indagine che per prassi gli uffici di Giuseppe Vegas hanno avviato lo scorso settembre.

Una prassi che ha fatto pero' molto rumore e di cui si attendeva da tempo l'esito.

Una volta accesso il faro dell'autorita' di controllo dei mercati italiani, gli analisti avevano incominciato a farsi non poche domande. "Il caso Parmalat - diceva un operatore a Il Giornale - insegna che quando si guarda al debito netto (5,5 miliardi di euro in questo caso) e' necessario verificare da dove scaturisce.

Marchionne deve ancora rispondere ad alcune domande sulla consistenza della base in contanti: in quanto tempo e' in grado di accedere in caso di necessita', a quanto ammontano i depositi sui conti correnti, quanto e' stato dirottato in titoli ?pronti contro termine? o in obbligazioni con rating a tripla A?, si chiedono da ottobre dalle sale operative.

I mercati esigono ancora una risposta.

SULL'ARGOMENTO LEGGI ANCHE L'ANALISI DI WSI:

Fiat faccia chiarezza sul debito, strategia suicida

Come ricostruisce l'agenzia Dow Jones, la querelle sulla reale consistenza della cassa della Fiat era iniziata dopo l'annuncio del suo AD, Sergio
Marchionne
, della messa in soffitta del piano Fabbrica Italia. In quei giorni, gia' abbastanza caldi per il governo Monti, ne scaturi' prima un
putiferio con i sindacati e i partiti e poi un tavolo di confronto a
Palazzo Chigi e al ministero dello Sviluppo Economico.

L'esecutivo voleva infatti conoscere le reali intenzioni della famiglia Agnelli e di John Elkann assieme all'uomo dal maglione nero sulla sua presenza in Italia. Quella partita si era chiusa sostanzialmente in parita' con le nuove
rassicurazioni del Lingotto, ma la Consob era andata avanti per la sua
strada.

Circa l'acquisizione della quota di Veba nella casa automobilistica Usa, il manager di origini canadesi ha fatto sapere che potrebbe avvenire prima della sua quotazione.

Il fondo "Veba non resterà azionista di Chrysler a lungo e non dovrebbe rimanerlo, ma loro devono fare il loro lavoro e vogliono monetizzare". Così l’amministratore delegato si è espresso sul contenzioso con il sindacato UAW che tramite Veba controlla il 41,5% di Chrysler. Poi spiega che "l’Ipo di Chrysler è tecnicamente fattibile in nove mesi". (Dow Jones Newswires)
 

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16 MAG 17:23 1. COME SCRIVIAMO DA TRE ANNI, MARPIONNE VUOLE PORTARE LA FIAT NEGLI STATI UNITI - 2. STAVOLTA LO SCRIVE BLOOMBERG, CHE CITA TRE DIVERSE FONTI (AVRÀ SBIRCIATO NEI TERMINALI DI DETROIT?). LA DECISIONE FINALE NON È STATA PRESA; CI SONO “VARIE OPZIONI” - 3. TUTTO DIPENDE DA QUANDO CI SARÀ LA FUSIONE CON LA CHRYSLER: UNA VOLTA FATTA TOCCA LA QUOTAZIONE A WALL STREET, QUINDI LA FIAT FARA’ ROTTA PER DETROIT - 4. DAL NORDAMERICA È ARRIVATO IL 75% DEI PROFITTI NEL 2012 E AD AUBURN HILLS GIÀ STAPPANO LO CHAMPAGNE. MENTRE L’ITALIA PERDERÀ POSTI DI LAVORO ED ENTRATE FISCALI -



L'ARTICOLO DI BLOOMBERG SUL TRASFERIMENTO FIAT IN AMERICA

http://bloom.bg/14swynh
1. FIAT: VALUTA TRASFERIMENTO SEDE IN USA DOPO FUSIONE CHRYSLER
(AGI) - L'ad di Fiat, Sergio Marchionne, starebbe valutando un trasferimento della sede dell'azienda da Torino in Usa, una volta completata la fusione con Chrysler. Lo si legge sul sito internet dell'agenzia Bloomberg, che cita fonti ben informate.

Marchionne e Obama nella fabbrica Chrysler
Nessuna decisione finale in materia e' stata presa, hanno pero' aggiunto le fonti, e tante differenti opzioni rimangono al vaglio. L. Brooks Patterson, capo del Consiglio della Contea di Oakland, dove ha sede Auburn Hills, la citta' che ospita il quartier generale di Chrysler, lo scorso anno ebbe un incontro di affari con Marchionne nel quale fu sollevata l'idea per la prima volta, scrive Bloomberg. "Se la cosa si concretizza, e spero accada, e' una buona notizia", ha poi dichiarato Patterson, in un'intervista: "Accrescerebbe l'intera immagine della Motor City, per noi sarebbe davvero un grande slam".
2. DAL NORD AMERICA ARRIVA IL 75% DEI PROFITTI
Radiocor Lo spostamento rifletterebbe l'andamento promettente del mercato americano delle quattro ruote. Mentre in Europa il settore continua ad arrancare, Fiat si sta concentrando sui mercati capaci di premiare in termini di ritorno sugli investimenti. E infatti dal Nord America, continua Bloomberg, è arrivato il 75% dei profitti operativi del 2012. La quotazione del gruppo Fiat-Chrysler sulla piazza di New York è inoltre un'opzione favorita da Marchionne.
 

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