Campagna elettorale 2012/2013 (1 Viewer)

big_boom

Forumer storico
i politici piu' competenti e sottopagati del mondo :lol:
 

Allegati

  • politico.jpg
    politico.jpg
    58,1 KB · Visite: 485

big_boom

Forumer storico
ok o fanno i sondaggi a Montecarlo oppure per gli italiani si puo chiaramente parlare di circonvenzione di incapace che peralto e' un reato

sondaggio, chi preferisce fra questi premier?:
 

Allegati

  • sondaggio.jpg
    sondaggio.jpg
    41,4 KB · Visite: 375
Ultima modifica:

tontolina

Forumer storico
“Sto con Marchionne”, “Sì al nucleare”, Sì al Tav”, “Io i referendum per l’acqua non li voto” (Matteo Renzi)

matteo-renzi-alla-ruota-della-fortuna.jpg

Tratto da: “Sto con Marchionne”, “Sì al nucleare”, Sì al Tav”, “Io i referendum per l’acqua non li voto” (Matteo Renzi) | Informare per Resistere “Sto con Marchionneâ€, “Sì al nucleareâ€, Sì al Tavâ€, “Io i referendum per l’acqua non li voto†(Matteo Renzi) | Informare per Resistere
- Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario!




-di Verso Un Mondo Nuovo-
Adesso sappiamo chi c’è dietro Matteo Renzi.
Resta solo da capire quante chance abbia di arrivare a guidare un PD di governo.
per Senza Soste, nique la police
31 ottobre 2011
“Prima di parlare dell’immagine di Matteo Renzi bisogna fermarsi telegraficamente agli interessi dai quali l’attuale sindaco proviene e a quelli che intende rappresentare. Dobbiamo infatti considerare che Matteo Renzi è figlio diretto di quel sottobosco politico dal quale oggi dice di volersi liberare. Suo padre Tiziano è stato in fatti un piccolo ras dei pacchetti di voti della declinante Dc toscana degli anni ’80, inizio anni ’90. Le insistenti voci sulle entrature di Tiziano Renzi nella massoneria toscana non sono provate o comunque andrebbero meglio certificate.
Di certo però suo padre si distingue nell’imprenditoria regionale in materia di giornali e di distribuzione pubblicitaria. Non solo, entra in affari con l’impresa Baldassini-Tognozzi-Pontello, oggi rilevata da Impresa Spa, che è uno dei santuari del mattone toscano. Quindi quando Renzi difende la Tav non è tanto in conflitto ma in convergenza di interessi su un settore non proprio sconosciuto alla sua famiglia. E qui sarà probabilmente un caso quello che vuole la Baldassini-Tognozzi-Pontello vincere la gara d’appalto per la tramvia 2 e 3 a Firenze, come annunciato dallo stesso Renzi.
E quindi, quando Renzi dice di Firenze “basta costruzioni in centro”, c’è solo da capire per quale tipo di costruttori parla.
La polemica sulla discontinuità generazionale nel centrosinistra per Renzi, sulla rottamazione degli “anziani” vale poi ovviamente solo nei confronti di Bersani. Simbolicamente, quando Bersani è andato in visita ufficiale a Firenze, Renzi è andato al compleanno del padre. Nei confronti del padre c’è invece continuità, per così dire, anche nel ramo di impresa. Dove il primo costruisce legami d’affari a livello regionale, il secondo li allarga su una dimensione di influenza nazionale. A prescindere dalle primarie. Comunicazione e grandi opere, rami aperti dal padre, godono della capacità di fare brand su questi temi da parte del figlio che, come stupirsi, ha benedetto ogni Tav di vario ordine e grado. E che inoltre guarda a Mediaset come un possibile partner, strategia non aliena per l’allargamento di interessi editoriali locali del padre, altro che interrogativi sulla centralità della televisione di Berlusconi.
Partendo da questa base materiale, anzi concretissima, i Renzi si candidano ad allargare la base territoriale del proprio core business fino a farla coincidere con il livello nazionale. La politica, come ha fatto un altro imprenditore del cemento e della comunicazione (che ha reso Arcore per adesso molto più famosa della Rignano dei Renzi) è qui sia lo strumento necessario per allargare il ramo di influenza degli affari che un nuovo terreno di business. Per far questo si deve costruire un collettore di grandi flussi elettorali che tuteli le tre tipologie di interessi che si pensa abbiano un futuro nella rappresentanza istituzionale: rendita immobiliare e finanziaria, grandi opere, riduzione del costo del lavoro. Il brand Renzi è questo collettore. Gli interessi non sono proprio nuovissimi, anzi è roba da liberalismo della feroce Italia postunitaria, ma per tutelarli l’immagine deve essere qualcosa di nuovo che intercetti la forte domanda di cambiamento dell’elettorato.
Capita la base materiale dell’immagine di Renzi, e gli interessi che vuole difendere, non resta che dare un’occhiata al potere attrattivo messo in campo dal brand. Il sindaco di Firenze è il primo prodotto nuovo, in senso cronologico, del nesso politica istituzionale-media generalisti che seleziona le candidature reali per le elezioni. Gli altri al più tardi sono entrati in questo circuito nei primi anni ’90. Lo stesso Beppe Grillo ha un’accumulazione originaria di immagine negli spettacoli del sabato sera degli anni ’80. Comunque prima della discesa in campo di Berlusconi. Che così ha anche un ruolo di king maker delle candidature su tutto lo schieramento. Perché è inutile raccontarsela: nonostante twitter, facebook e miriadi di social media il potere di connessione complessivo in Italia è ancora quello della televisione generalista. Quindi se non vai contemporaneamente su Rai e Mediaset come candidato non esisti. Renzi questa selezione l’ha passata, Berlusconi oltretutto non ha mai nascosto o smentito la simpatia nei suoi confronti. Anche perché gli interessi dei Berlusconi e dei Renzi non sembrano lontanissimi. Ogni modo, l’effetto novità creato dal primo candidato inedito da un quindicennio potrebbe anche farsi valere. Specie in un paese confuso, pronto ad affidarsi al primo messaggio di cambiamento disponibile su piazza. Anche se bisogna considerare che la crisi richiede personaggi capaci di interpretare un certo pathos non personaggi alla Renzi che sembrano proiettati con la macchina del tempo dall’epoca della new economy.
La strategia di Renzi, dal punto di vista dell’immagine, è semplice. Costruire un’immagine ingenua, luminosa e generalista, del giovane che innova nell’interesse del paese nel momento della crisi, per fare da collettore di voti di differenti frammenti di elettorato. Giovani (così si sentono valorizzati), anziani (così hanno l’impressione di fare qualcosa per i figli) di destra (tutti i decisionisti di ogni schieramento politico e i soliti bisognosi di un capo meglio se giovane e forte) e di sinistra (tutti quelli inclini a buttarsi sulla retorica dell’innovazione e quelli privi di rappresentanza). Dal punto di vista del calcolo fatto da Renzi e dal suo staff i voti presi a destra dovrebbero essere maggiori di quelli persi a sinistra. Spostando il brand Renzi verso un piano di rappresentanza politica forte, compatibile con gli interessi neoliberisti che si vuol rappresentare, ma anche sganciato dalla necessità di tutela di reali interessi materiali di sinistra (diritti e beni comuni, per capirsi).
La convention di Renzi, e i relativi ritorni di immagine per ogni tipologia di elettore, è stata pensata per lanciare tre tipi di messaggio. Il primo, quello da chiacchiera di tutti i giorni,che è necessario per avere un consenso diffuso. Fatto per insinuarsi nei bar, negli autogrill alle stazioni, ovunque si parli di politica (il giovane che scende in campo rappresenta questa tipologia). Un altro, lanciato ad un pubblico più ristretto ma per niente esiguo, quello di chi si occupa di politica come mestiere o come opinione pubblica informata, tutto dedicato alla formula politica ed elettorale (primarie, alleanze, polemica tra personaggi). Un terzo è invece dedicato alle minoranze professionalmente specializzate e riflessive, quelle che lanciano tendenze (e allora vai con l’ostentazione del mac sul palcoscenico da sempreverde teatro off). Come sempre, vale per i manuali più consumati di propaganda elettorale, i tre messaggi possono essere ricevuti separatamente o combinati secondo la tipologia di elettore.
La logica del messaggio di Renzi è stringente e lacerante. Riducibile a questo slogan “togliere ricchezza e diritti a una parte della popolazione per darli a un’altra”. Ma non si tratta dell’antico linguaggio della socialdemocrazia legato al consenso nella redistribuzione sociale. In Renzi non c’è patrimoniale, controllo delle conseguenze sociali delle grandi ricchezze. Si tratta di togliere a chi è già stato abbondantemente attaccato dalla crisi liberista per dare a chi è stato attaccato ancora di più. In un quarto di secolo questo progetto ha abbondantemente fallito ovunque. Per Renzi si tratta quindi di trovare una vasta platea di pubblico che coincida con la sua, ben interessata, ristrettezza di vedute. Già perché, al di là dello spettacolo, e qui Renzi non emoziona nessuno ma cerca solo di essere simpatico e ragionevole, ci sarebbe anche la politica. E qui si vede che il candidato più che da Firenze viene proprio da Rignano.
Renzi junior non è infatti riuscito a dire una parola che sia una di politica estera, della sua visione dell’Ue, della crisi delle borse, delle relazioni internazionali. A popolarizzare la politica estera, oltre a fissarla nell’agenda di priorità, i democristiani ci riuscivano benissimo. È evidente che le filiazioni successive hanno problemi a parlare del mondo. Del resto cosa direbbe Renzi? Che il suo modello ha fallito ovunque? Che la cancelliera tedesca Merkel, democristiana, ha fatto una proposta pochi giorni fa sul salario minimo che è di ultrasinistra rispetto alle giaculatorie di Renzi sulle categorie protette?
Meglio fare la figura del ragazzo aggiornato davanti a Bersani, cosa che riuscirebbe a qualsiasi pari età di Renzi non colto da ictus, che addentrarsi nella politica. Qui c’è da valorizzare un brand e dei rami d’impresa il resto, almeno per uno come il sindaco di Firenze, è roba da eruditi. Categoria ottima invece come pianta ornamentale, vedi la filosofia in esilio invitata alla Leopolda o Baricco, ma quando si parla di sostanza tocca alle vere truppe di Renzi. Che sono composte da vecchi magliari di pacchetti di voti e di relazioni sociali che battono i territori, da funzionari pubblici che taglierebbero ovunque e da giovani che lavorano nel marketing convinti di saperla lunga quanto lo staff di Obama del 2008. Insomma al di là dei contenuti, che non ci sono, il fenomeno Renzi è tutto logistica (tradizionale e di marketing) e gestione del brand. Peccato che un paese in crisi epocale avrebbe bisogno di politica. Ma quella è roba da vecchie distinzioni destra-sinistra, tutte cose alle quali Renzi non è avvezzo. Lui vuole solo i voti da qualsiasi parte provengano e prima possibile.
Infine, si candiderà Renzi a presidente del consiglio? Il sindaco di Firenze si è dato tre mesi per prendere una decisione. Sa benissimo di dover passare di fronte ad una vera e propria ruota della fortuna. Sulla quale, vista la complessità della crisi del paese e del centrosinistra, devono davvero uscire solo i numeri giusti. Ma dalla ruota della fortuna, quella di Mike Buongiorno, Renzi c’è già passato [ame="http://www.youtube.com/watch?v=LKbYpboK5eE"](guarda il video)[/ame]. Da giovane concorrente. Proprio quella trasmissione che fu definita, dopo un’inchiesta della magistratura, “la ruota della mazzetta” visto che per entrare come concorrente bisognava stare dentro reti clientelari piuttosto strette. Vedremo se Renzi finirà a fare il concorrente anche questa volta. Di sicuro ha aumentato il potere di attrazione, economico e relazionale, del brand che rappresenta. L’augurio è che la politica gli riveli direttamente, e in corso d’opera, quanto letali possono essere le sue regole. Se mai dovesse diventare premier il potere destituente della complessità sociale tipico delle crisi dovrebbe però disarcionarlo bruscamente. Dopo vent’anni di Berlusconi lo spazio eventuale di manovra per un suo imitatore fiorentino sembra parecchio ristretto. Perché se il cabaret imbarca volentieri imitatori fiorentini, pubblico lo portano sempre, la politica ha bisogno di chiudere una stagione e promuovere altri interpreti”.
La ruota della fortuna di Matteo Renzi - Senza Soste

per Senza Soste, nique la police
14 settembre 2012
Qualche mese fa, all’epoca di una delle convention alla Leopolda di Firenze, abbiamo tracciato un profilo di analisi delle strategie di marketing politico di Matteo Renzi
Rileggendolo vi si possono trovare i tratti principali dei comportamenti renziani. Che appaiono quindi stabilizzati, definiti e quindi possibile oggetto di approfondimento. Ma c’è una cosa che Renzi e il suo staff hanno sottovalutato. Ovvero cosa significa, nella società dello spettacolo, reiterare lo stesso tipo di personaggio. Stiamo parlando dell’eterno ritorno del giovane che vuole rottamare, oramai configurabile come un Peter Pan delle primarie di qualsiasi livello.
Una regola fondamentale della società dello spettacolo, tanto più in politica, ricorda che la reiterazione lo stesso personaggio produce un accumulo di satira e di ironia diffusa. Non a caso le grandi dittature hanno prodotto grandi vignette. La reiterazione dello stesso personaggio, delle stesse posture porta all’ingessatura della persona che si propone scatenando profondi moti sotterranei, e non, di riso e di ironia. Siccome Renzi non è un dittatore, in quel ruolo farebbe anche più ridere, e deve prendere voti l’effetto ridicolo creato dalla continua riproposizione della medesima immagine di sè potrebbe davvero essergli nocivo.
Silvio Berlusconi, il maestro di bottega di Renzi, conosceva queste regole. Infatti, per ovviare all’effetto ridicolo (e ne ha prodotto tanto), cambiava continuamente modalità di rappresentazione del proprio personaggio. Abbiamo infatti avuto il presidente-imprenditore, il presidente del Milan, persino il presidente operaio. Renzi, invece, non riesce a liberarsi, da qualche anno, della filastrocca rottamazione-merito-innovazione che oltretutto fa molto nostalgia anni ’80-’90. Per uno che ostenta l’ambizione di diventare presidente del consiglio, il primo vero Tony Blair di Rignano sull’Arno, è sicuramente un punto di debolezza. Infatti Renzi, prigioniero non di una politica ma di un personaggio, salta da una primaria all’altra riproponendo, in differenti contesti lo stesso tipo di spettacolo. Non è riuscito a stare politicamente fermo su un ruolo istituzionale, una stagione di governo. Non a caso, quindi.
Anche le figure con le quali si accompagna ripetono lo stesso jingle da sempre. Ad esempio l’economista Zingales, che non si rende conto di apparire in tv come la caricatura dell’economista liberista “tagli e rigore”, e il sempreverde Ichino per il quale il salario è equo e conforme a costituzione solo quando coincide con la mancia.
Renzi si è così ormai avvitato nell’imitazione, non si sa quanto involontaria, di CarCarlo Pravettoni. L’imprenditore milanese sintesi del colmo del berlusconismo, della retorica grottesca del merito, impersonato da Paolo Hendel nelle trasmissioni di satira di diversi anni fa. Una delle presentazioni iniziali delle puntate di Pravettoni recitava: “l’unico manager pagato dalla concorrenza perché resti dov’è”.
Il Renzi più giovane deve aver visto troppo quelle trasmissioni. Deve aver fatto come quei giovani aspiranti broker che guardavano Gordon Gekko, nel primo Wall Street, dimenticandosi che quella di Oliver Stone era una rappresentazione critica non la celebrazione del pescecane di borsa. In effetti si pagherebbe volentieri per lasciare Renzi dove è, in una candidatura alle primarie infinita quanto le soap opera giapponesi. Fa ridere, è grossolano e improbabile, attira una audience cinica come infedele e instabile (pronta a disarcionarlo al primo problema) e potrebbe distruggersi da solo con il ridicolo che attira.
Purtroppo, in un paese in seria decomposizione sociale e politica anche personaggi di questo calibro vengono presi sul serio. Persino un Pravettoni al potere può sembrare un programma politico all’altezza dei tempi. Curiosamente, vista anche la parabola politica di Berlusconi e Grillo, il futuro elettorale di questo paese sembra essere scritto nel passato della televisione. Non durerà ma può durare abbastanza per paralizzare un paese.
Arriva Renzi, il Carcarlo Pravettoni dei nostri giorni - Senza Soste

In una cosa il sindaco di Firenze può già dirsi come un riuscito allievo di Berlusconi: la collezione di frasi che inchiodano a futura memoria. Solo che Berlusconi ha dietro di sé’ vent’anni, e qualche disastro di governo, di politica italiana. Renzi ha molti meno campionati dietro le spalle ma, come si vede, cerca di colmare il gap con Berlusconi. Si vede che il titolo di parolaio del secolo della politica italiana è parecchio ambito. Anche perché non si sa mai chi potrebbe arrivare, nelle generazioni future, ad insidiare il primato in questa speciale classifica.
Renzi in poche ore ha collezionato due frasi che lo inchiodano a futura memoria. La prima è quella di ricevere i complimenti da parte del principale, storico avversario del centrosinistra. “Ha le nostre idee” ha detto Berlusconi di Renzi. Dopo un’affermazione di questo tipo, un candidato o scioglie il comitato elettorale o lo ripresenta dall’altra parte perché, politicamente, nel centrosinistra ha fallito. Nessuna maggioranza nel centrosinistra lo eleggerà perché candidato preferito di Berlusconi. Eppure Renzi si sente il sottile von Clausewitz delle primarie. Pensa che gli elettori delusi del centrodestra, in questo modo, spinti dallo stesso Berlusconi si presentino in massa a votarlo. Un po’ come vincere la presidenza di un circolo di tifosi della Lazio grazie ai voti dei delusi dalla presidenza americana della Roma, auguri.
Eppure come perla del fine settimana questa non è l’unica. Ebbene sì, Marchionne, come diversi sindacalisti Fiom avevano denunciato, rivela che il piano fabbrica Italia era un bluff.
Una sorta di effetto annuncio, con investimenti 20 volte minori di quanto affermato, buono per comprimere i diritti dei lavoratori, abbassare il salario, movimentare qualche produzione e alzare il titolo in borsa. In molti sindacalisti del settore l’avevano capito e denunciato pubblicamente. Il piano Marchionne era una bolla speculativa, un effetto annuncio a corto respiro.
Non l’aveva capito Matteo Renzi, il sensitivo dei trend del futuro, che a gennaio 2011 aveva finito per abboccare alle trovate dell’ufficio stampa di Marchionne. Renzi infatti a suo tempo ha speso tutto se stesso per dimostrare che il piano Marchionne non solo era vero ma rappresentava il futuro della Fiat e dell’Italia. Lo pubblichiamo sotto senza commento.
Vai Renzi, non diventerai presidente del consiglio, non vincerai il titolo di parolaio del secolo, perchè impegnativo, ma davvero sei, parafrasando i classici, la nottola dell’avanspettacolo che si leva al crepuscolo della seconda repubblica. Ora manca solo un cartellone di serate, con diretta streaming, con Panariello, Pieraccioni o Carlo Conti. Non dubitiamo che lo staff di Renzi saprà scegliere il partner giusto. Con le primarie.
(red) 17 settembre 2012
Marchionne e le parole in libertà di Matteo Renzi - Senza Soste
Intervistato al tg de La 7, Renzi si inserisce nel dibattito nazionale sul referendum Fiat, e lo fa nel suo stile, senza mezzi termini: “Io sto dalla parte di Marchionne, dalla parte di chi sta investendo sul futuro delle aziende, quando tutte le aziende chiudono. E’ un momento in cui bisogna cercare di tenere aperte le fabbriche”.
“Diciamo anche la verità: è la prima volta nella sua storia -aggiunge Renzi- che la Fiat, anziché chiedere i soldi degli italiani con la cassa integrazione, prova a mettere dei quattrini per agganciare alla locomotiva americana Mirafiori e anche la struttura italiana. Quindi, senza se e senza ma -conclude il sindaco di Firenze- stiamo dalla parte di chi crea lavoro e ricchezza. Poi, naturalmente, rispettiamo i diritti dei lavoratori, ma che siano lavoratori, e non cassintegrati”.
“Sto con Marchionne”, “Sì al nucleare”, Sì al Tav”, “Io i referendum per l’acqua non li voto” (Matteo Renzi) « Verso un Mondo Nuovo


 

big_boom

Forumer storico
i politici piu' cordiali e simpatici del mondo

[ame=http://www.youtube.com/watch?v=qt9dV9cirCQ]Ex An: "Nessun rischio scissione" - YouTube[/ame]
 

big_boom

Forumer storico
con il migliore gradimento su youtube per il loro lavoro

notare i commenti di completa soddisfazione degli elettori

[ame="http://www.youtube.com/watch?v=YcB0nsF17_s"]Regione Lazio, Polverini: "Vado avanti" - YouTube[/ame]
 

big_boom

Forumer storico
testimonial dell'iniziativa del deputato Pdl Papa :lol: :wall:

ohohoh! mi chi si rivede!!

ha fatto esperienza, si da al sociale per aiutare voi

"nel 1989 finì; in GALERA per spaccio. Aveva creato un giro di escort, coca e calciatori, ci fu un vero e proprio scandalo nel calcio, e lui era "solo un parrucchiere" ma con le amicizie giuste" :lol:

diciamocelo un posto al parlamento lo merita dai ha un curriculum perfetto

[ame="http://www.youtube.com/watch?v=oNPkXNJiV0s"]Parla Lele Mora: "Qualche errore l***39;ho fatto" - YouTube[/ame]
 
Ultima modifica:

big_boom

Forumer storico
un paese fallito ha una classe politica fallita, da votare e continuare a votare

[ame=http://www.youtube.com/watch?v=wDL1P2etPO0]Agorà - Renata Polverini: in gabbia con gli "amici" del PDL - YouTube[/ame]
 

big_boom

Forumer storico
arriva l'esperto bunga bunga party (pagato da lui pero' anche un po grazie alle concessioni a costo zero delle frequenze di stato )

Berlusconi: 'Politica può morire nel discredito'
Il Cavaliere: 'In Regione tutti responsabili. Abrogare l'attuale finanziamento ai partiti'

Berlusconi: 'Politica può morire nel discredito' - Politica - ANSA.it


certo che se questi qui nascevano in Cina, da quelle parti se beccano un politico rubare o fare sesso con minorenni pallottola e fine ;)
 
Ultima modifica:

Users who are viewing this thread

Alto