Derivati USA: CME-CBOT-NYMEX-ICE Bund, T-Bond,T-Notes&friends (vietato minori anni 14) (1 Viewer)

Fleursdumal

फूल की बुराई
inutile dire che mentre non c'ero hanno sfiorato il pivot centrale per poi scendere e andare a prendere il mio tp :lol: :evil: e immediatamente risalire , aggiusto di un miserrimo tick lo spread

Inflazione Quack Quack



(9/8/04) L'aumento generale dei prezzi, ben compreso nelle sue dinamiche principali già diversi secoli fa da alcune menti brillanti, rappresenta oggi un fenomeno le cui cause originarie rimangono ancora sconosciute ai comuni media. In questi giorni, ascoltando non senza un certo fastidio il gran schiamazzo intorno all'aumento dei prezzi sperimentato dai vacanzieri estivi, si sarebbe portati a credere che l'aumento dei prezzi sia, nel migliore dei casi, frutto di qualche ignoto deus ex machina. Nel peggiore dei casi, l'aumento viene attribuito all'avidità del commerciante di turno in grado di depredare l'inerme consumatore. (guarda caso lo stesso capro espiatorio usato per giustificare la rapina di potere d'acquisto che è seguita all'introduzione dell'Euro).

L'aumento del prezzo mondiale del petrolio, vero protagonista economico di quest'estate, non fa eccezione. Generalmente si trascurano le determinanti reali della tendenza rialzista osservabile in un più lungo periodo, che non a caso sostengono il prezzo del greggio da ben tre anni, e si cita invece di continuo un variegato insieme di fattori in grado di determinare tutt'al più delle mere oscillazioni di breve termine. Tra essi spicca la onnipresente e fantomatica figura dello speculatore, colpevole abietto di ogni fiammata speculativa. Negli ultimi tempi, ricorrendo a un comodo capro espiatorio di recente introduzione, gli si affianca di diritto la figura ancora più turpe del terrorista. Il fatto più ironico, per non dire più risibile, è tuttavia l'attribuzione dell'aumento del petrolio alla guerra in Iraq, una guerra che con soddisfazione veniva dichiarata conclusa quasi un anno e mezzo fa, e il cui obiettivo principale, implicitamente ammesso e accettato dietro le quinte anche dai meno cinici fautori del warfare, sarebbe dovuto essere proprio quello di assicurare all'occidente il petrolio a un prezzo contenuto.

Se risulta particolarmente irritante assistere a questo inconcludente e incessante quack quack intorno all'aumento dei prezzi, ancora più fastidioso è vedere come il comune profano in materie economiche venga perennemente ingannato sulle cause ultime dell'aumento dei prezzi. Ogni scusa, buona per nascondere la mano dei veri e unici responsabili del deprezzamento del denaro, viene infatti confusamente recepita ed erroneamente denunciata dal povero consumatore. Come conseguenza, da qualche tempo si può osservare nei consumatori più attivi (e oltremodo infuriati) un comportamento piuttosto singolare. Nell'affannoso tentativo di difendersi dal misterioso aumento dei prezzi essi si riuniscono in curiose associazioni di protesta contro il venditore dei prodotti o dei servizi tacciato di accaparrarsi un qualche sovraprofitto del tutto ingiustificato.

Che il sensibile e generalizzato aumento dei prezzi a cui stiamo assistendo sia effetto della più grande orgia inflazionistica di tutti i tempi, alimentata negli ultimi tre anni dai governi e dalle banche centrali di tutto il mondo, rimane purtroppo una relazione causa effetto estranea e sconosciuta al vasto pubblico.

Valanghe di parole sono state consumate nel corso di oltre tre anni. L'obiettivo comune delle ciance di derivazione neoclassica, era quello di spingere le autorità a stimolare l'economia tramite il ricorso a qualunque strumento inflazionistico. Paghe del loro ruolo quasi divino, riconosciuto da ogni corrente di pensiero economico di moda negli ultimi settanta anni, le autorità hanno prontamente risposto agli appelli esercitando ogni potere loro conferito dall'accademia e suggellato dai media. L'attuale ripresa economica è stata pertanto raggiunta grazie a una nuova smodata espansione del denaro e del credito.

Se la Fed si è spinta ad abbassare i tassi fino all'insano livello dell'1% e il governo americano ha aperto una vera e propria voragine nei conti pubblici, ponendo insieme le basi per la più massiccia distruzione di ricchezza dell'economia americana di tutti i tempi, in Europa i tentativi di emulazione dei colleghi a stelle e strisce non sono stati da meno. Un tasso di interesse del 2%, anche se non sufficientemente basso (sigh!) per i più agguerriti inflazionisti di impronta socialista che infestano l'opinione economica europea, e una spesa pubblica che ha portato i paesi più importanti dell'unione europea a sforare i parametri di Maastrich, hanno spinto i vari attori economici nostrani a inseguire le risorse scarse, destinate ai processi produttivi o utilizzate nei consumi, a prezzi via via più elevati.

Il persistente starnazzare degli apologeti dell'intervenzionismo è riuscito tuttavia, ancora una volta, a nascondere all'uomo comune la natura inflazionistica dello stimolo monetario e delle politiche ecomiche intraprese negli ultimi anni, indistintamente accettate da ogni parte sociale (ad oggi non ci sono pervenute manifestazioni di protesta di massa contro l'abbassamento del costo del denaro da parte delle banche centrali). Adesso che finalmente l'aumento dei prezzi comincia a farsi sentire in maniera generalizzata, gli inflazionisti rimangono a corto di parole nello spiegare le reali cause del fenomeno mentre le autorità dichiarano serene di avere tutto sotto controllo.

Un teatrino patetico che merita ogni biasimo e ogni disprezzo, e che purtroppo non terminerà con il quack quack relativo all'inflazione. Esso è infatti destinato a proseguire con il quack quack sulla prossima crisi economica. Per quanto infatti l'aumento dei prezzi può fare seguito a una politica inflazionistica, ma non necessariamente ne consegue, la crisi, recessione o depressione che sia, trova in quelle politiche inflazionistiche le proprie premesse e, all'esaurimento dello stimolo inflazionistico (la nostra sensazione è che esso si stia già esaurendo), ne consegue in maniera inevitabile.
 

seo

Forumer attivo
Fleursdumal ha scritto:
inutile dire che mentre non c'ero hanno sfiorato il pivot centrale per poi scendere e andare a prendere il mio tp :lol: :evil: e immediatamente risalire , aggiusto di un miserrimo tick lo spread

Inflazione Quack Quack



(9/8/04) L'aumento generale dei prezzi, ben compreso nelle sue dinamiche principali già diversi secoli fa da alcune menti brillanti, rappresenta oggi un fenomeno le cui cause originarie rimangono ancora sconosciute ai comuni media. In questi giorni, ascoltando non senza un certo fastidio il gran schiamazzo intorno all'aumento dei prezzi sperimentato dai vacanzieri estivi, si sarebbe portati a credere che l'aumento dei prezzi sia, nel migliore dei casi, frutto di qualche ignoto deus ex machina. Nel peggiore dei casi, l'aumento viene attribuito all'avidità del commerciante di turno in grado di depredare l'inerme consumatore. (guarda caso lo stesso capro espiatorio usato per giustificare la rapina di potere d'acquisto che è seguita all'introduzione dell'Euro).

L'aumento del prezzo mondiale del petrolio, vero protagonista economico di quest'estate, non fa eccezione. Generalmente si trascurano le determinanti reali della tendenza rialzista osservabile in un più lungo periodo, che non a caso sostengono il prezzo del greggio da ben tre anni, e si cita invece di continuo un variegato insieme di fattori in grado di determinare tutt'al più delle mere oscillazioni di breve termine. Tra essi spicca la onnipresente e fantomatica figura dello speculatore, colpevole abietto di ogni fiammata speculativa. Negli ultimi tempi, ricorrendo a un comodo capro espiatorio di recente introduzione, gli si affianca di diritto la figura ancora più turpe del terrorista. Il fatto più ironico, per non dire più risibile, è tuttavia l'attribuzione dell'aumento del petrolio alla guerra in Iraq, una guerra che con soddisfazione veniva dichiarata conclusa quasi un anno e mezzo fa, e il cui obiettivo principale, implicitamente ammesso e accettato dietro le quinte anche dai meno cinici fautori del warfare, sarebbe dovuto essere proprio quello di assicurare all'occidente il petrolio a un prezzo contenuto.

Se risulta particolarmente irritante assistere a questo inconcludente e incessante quack quack intorno all'aumento dei prezzi, ancora più fastidioso è vedere come il comune profano in materie economiche venga perennemente ingannato sulle cause ultime dell'aumento dei prezzi. Ogni scusa, buona per nascondere la mano dei veri e unici responsabili del deprezzamento del denaro, viene infatti confusamente recepita ed erroneamente denunciata dal povero consumatore. Come conseguenza, da qualche tempo si può osservare nei consumatori più attivi (e oltremodo infuriati) un comportamento piuttosto singolare. Nell'affannoso tentativo di difendersi dal misterioso aumento dei prezzi essi si riuniscono in curiose associazioni di protesta contro il venditore dei prodotti o dei servizi tacciato di accaparrarsi un qualche sovraprofitto del tutto ingiustificato.

Che il sensibile e generalizzato aumento dei prezzi a cui stiamo assistendo sia effetto della più grande orgia inflazionistica di tutti i tempi, alimentata negli ultimi tre anni dai governi e dalle banche centrali di tutto il mondo, rimane purtroppo una relazione causa effetto estranea e sconosciuta al vasto pubblico.

Valanghe di parole sono state consumate nel corso di oltre tre anni. L'obiettivo comune delle ciance di derivazione neoclassica, era quello di spingere le autorità a stimolare l'economia tramite il ricorso a qualunque strumento inflazionistico. Paghe del loro ruolo quasi divino, riconosciuto da ogni corrente di pensiero economico di moda negli ultimi settanta anni, le autorità hanno prontamente risposto agli appelli esercitando ogni potere loro conferito dall'accademia e suggellato dai media. L'attuale ripresa economica è stata pertanto raggiunta grazie a una nuova smodata espansione del denaro e del credito.

Se la Fed si è spinta ad abbassare i tassi fino all'insano livello dell'1% e il governo americano ha aperto una vera e propria voragine nei conti pubblici, ponendo insieme le basi per la più massiccia distruzione di ricchezza dell'economia americana di tutti i tempi, in Europa i tentativi di emulazione dei colleghi a stelle e strisce non sono stati da meno. Un tasso di interesse del 2%, anche se non sufficientemente basso (sigh!) per i più agguerriti inflazionisti di impronta socialista che infestano l'opinione economica europea, e una spesa pubblica che ha portato i paesi più importanti dell'unione europea a sforare i parametri di Maastrich, hanno spinto i vari attori economici nostrani a inseguire le risorse scarse, destinate ai processi produttivi o utilizzate nei consumi, a prezzi via via più elevati.

Il persistente starnazzare degli apologeti dell'intervenzionismo è riuscito tuttavia, ancora una volta, a nascondere all'uomo comune la natura inflazionistica dello stimolo monetario e delle politiche ecomiche intraprese negli ultimi anni, indistintamente accettate da ogni parte sociale (ad oggi non ci sono pervenute manifestazioni di protesta di massa contro l'abbassamento del costo del denaro da parte delle banche centrali). Adesso che finalmente l'aumento dei prezzi comincia a farsi sentire in maniera generalizzata, gli inflazionisti rimangono a corto di parole nello spiegare le reali cause del fenomeno mentre le autorità dichiarano serene di avere tutto sotto controllo.

Un teatrino patetico che merita ogni biasimo e ogni disprezzo, e che purtroppo non terminerà con il quack quack relativo all'inflazione. Esso è infatti destinato a proseguire con il quack quack sulla prossima crisi economica. Per quanto infatti l'aumento dei prezzi può fare seguito a una politica inflazionistica, ma non necessariamente ne consegue, la crisi, recessione o depressione che sia, trova in quelle politiche inflazionistiche le proprie premesse e, all'esaurimento dello stimolo inflazionistico (la nostra sensazione è che esso si stia già esaurendo), ne consegue in maniera inevitabile.

ciao ma da che sito l'hai preso?

seo
 

Fleursdumal

फूल की बुराई
aggiornamento sulla curva dei rendimenti dei treasuries

1092239661tyc.jpg
 

Fleursdumal

फूल की बुराई
asta di 5y non ha portato nessuno scossone degno di nota, continua il lento recupero che ora impatta contro il pivot centrale


1092246387gnoccchiulo.jpg
 

eneacim

Nuovo forumer
Fleursdumal ha scritto:
ciao seo, da usemlab.com

se mi posso permettere - nonostante li legga molto volentieri e con molta attenzione.... sono solo una delle voci da ascoltare... e forse la più pessimistica che si legge in giro....

...ma non è detto che non abbiano ragione loro con la loro scuola economica austriaca....

un passaggio... buon trading a voi tutti
 

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