BTP - (finiti i max ?) (1 Viewer)

aldiladellaldiqua

THE REAL MATRIX is ECONOMIC
No, mi riferivo all'arbitraggio tra dititti e opzioni isoalfa, il quale richiede alcune condizioni, prima fra tutte che siano quotate le opzioni durante il periodo di trattazione dei diritti (cosa non scontata, se si guarda agli ultimi aumenti di capitale iperdiluitivi).

Quello che intende dire qui sopra PGP - con la sua usuale grazia e stile - è che qualosa ci fossero le condizioni per l'arbitraggio, in genere intervengono operatori professionali che hanno alcuni vantaggi operativi sul trader retail (prima di tutto in termini di costi di implementazione...).

Però buttare un occhio non costa nulla................ sono sicuro che almeno uno degli altri contributori che ha scritto qui la scorsa settimana ha gia preparato gli spreadsheets... (ebbene no, non è Erny....).
comunque io sono fuori, speriamo venga giù un po' tutto
 

Imar

Forumer attivo
Stavolta PGP ha avuto pienamente ragione e non ho problemi a riconoscerlo, se c'è risk off è difficile trovare di meglio del BTP per andare al ribasso.... :))

Sergnalo inoltre questa fanta-intervista di Bruno Livraghi (alias Guido Maria Brera), ci ha preso (rigorosamente ex ante) sia sul rialzo di Borsa di dicembre che sul reddito fisso:

Spread, rischio Italia - I Diavoli

Sui mercati, invece, la pallina sembra cadere nella metà-campo italiana. Che succede allo spread?
Il differenziale tornerà a crescere perché il debito italiano è il convitato di pietra, l’elefante nella stanza. Si può fingere di non vederlo, ma è proprio lì.

E lei? Giocherà aggressivo come Federer?
(Ride) Lo sto già facendo. Per questo compro spread: “corto” Italia, “lungo” Germania e Spagna.

Perché prevede una crescita del differenziale?
Per diverse ragioni: alcune legate alla specifica situazione italiana, altre riferibili al contesto europeo, altre ancora alla congiuntura mondiale. Quest’anno l’Italia deve rifinanziare 260 miliardi di debito pubblico in un momento in cui la BCE ha imboccato la via del tapering, cioè l’uscita graduale dal Quantitative easing con una riduzione dell’acquisto di titoli di Stato. Al tempo stesso, la situazione delle banche italiane è fin troppo nota. Sono afflitte da problemi di sottocapitalizzazione, impedite dai crediti deteriorati, gravate dalle sofferenze che – lungi dall’essere eliminate – tenderanno ad aumentare se il Paese rimarrà in stagnazione. Aggiungiamo i vincoli posti all’acquisizione di titoli di Stato d’un solo Paese, e non è difficile intuire come il margine di manovra degli istituti bancari italiani in rapporto al debito sia fortemente ridotto. E poi c’è l’endemica instabilità politica che – dal referendum del 4 dicembre a un eventuale, imminente passaggio elettorale – grava sull’Italia. Sono tutti segnali che consentono d’immaginare un rialzo dello spread.

Dallo scorso autunno l’Italia sembra al centro di un risiko volto a ridefinire il controllo di importanti asset del Paese: soprattutto nel comparto assicurativo e bancario. Questa partita influisce sulla tenuta debito?
Con l’accordo tra Amundi e Unicredit abbiamo perso il fondo Pioneer. Adesso resta Intesa, che – in caso di acquisizione di Generali – potrebbe diventare l’ultimo, grande baluardo a difesa dei titoli di Stato. E tuttavia, anche se la fusione dovesse darsi, sarà sottoposta a significativi vincoli regolamentari. Inoltre, il potenziale beneficio contabile che si registrerebbe, libererebbe capitale nel breve periodo, ma non a media scadenza.

Eppure, in passato proprio Pioneer era andato “corto” di BTP senza mostrare particolare attenzione per la “causa nazionale”. E per quanto riguarda Generali, pare che i BTP detenuti dalle assicurazioni triestine non sarebbero venduti all’eventuale nuovo gestore e che non esistano vincoli di concentrazione. Sui mercati il passaporto è un falso problema…
Mi limito a considerare come all’Italia restino solo i risparmi che, fino adesso, hanno finanziato l’enorme debito pubblico. E mi preoccupa il fatto che possano andare a finanziare debiti esteri. Se a questo aggiungiamo che molti asset manager stanno già passando in mani straniere, il rischio di ricadute sulla stabilità italiana è concreto.

In che modo la situazione europea può agire sullo spread?
Perché il 2017 sarà un anno cruciale, che potrebbe terremotare gli equilibri politici dell’Unione. Adesso si guarda alle presidenziali francesi e alle elezioni politiche in Germania. Io dico di fare molta attenzione all’Olanda, che tutti sottovalutano e – invece – è cruciale. Il passaggio elettorale del 15 marzo con un’eventuale affermazione dell’ultradestra guidata dall’euroscettico e sovranista Geert Wilders potrebbe incendiare la prateria europea più della Brexit e prima del voto francese.

Italia ed Europa… La terza dimensione, invece, riguarda la congiuntura internazionale. Come valuta l’inizio della presidenza di Donald Trump?
Come un generatore esponenziale di timori in rapporto alla crescita, che in Europa può decelerare bruscamente. Con il problema del debito, il rialzo dei tassi, e la deflazione strisciante, l’Italia rischia di trovarsi di nuovo sotto la luce sinistra dei riflettori.

Non condivide l’entusiasmo dei mercati per il nuovo Presidente?
Credo che la comunità finanziaria stia sbagliando valutazione, ignorando gli effetti devastanti che la nuova presidenza potrebbe provocare. Sulla street in tanti sognano un nuovo Reagan. Credo che in tanti avranno un brutto risveglio.

E così “shorterà” Italia.
Diciamo che non mi piace giocare in difesa, e preferisco dettare gli scambi muovendomi in anticipo. Trump accelera e accorcia il tempo, in Europa il fronte sovranista accelera, e allora accelero anch’io.
 

aldiladellaldiqua

THE REAL MATRIX is ECONOMIC
imar, però il post non è coerente, trump versione aggressivo è inflattivo (reflattivo meglio ma lasciamo stare) quindi tassi su, titoli di stato giù, alla fine però dice che trump non sarà il trump (inflattivo?) che pensiamo! le cose fanno a :boxe:
 

Imar

Forumer attivo
imar, però il post non è coerente, trump versione aggressivo è inflattivo (reflattivo meglio ma lasciamo stare) quindi tassi su, titoli di stato giù, alla fine però dice che trump non sarà il trump (inflattivo?) che pensiamo! le cose fanno a :boxe:

Se capisco correttamente, Brera sostiene che il mercato azionario USA stia sbagliando a ritenere che le politiche "protezioniste" di Trump (protezioniste in senso lato, nessuno sa veramente cosa farà Trump e vi sono discussioni infinite di macroeconomia - anche sui forum - sugli effetti possibili) saranno favorevoli alla crescita e che quindi rischia un brusco risveglio (alto è alto, S&P500 è 8 anni di fila che sale...).
Sempre nella sua tesi, una correzione brusca di Wall Street innescherebbe un "risk off mode" che sul mercato del reddito fisso si traduce nel "pair trading" che cita: compra Germania e vendi i perfiferici, tra cui l'Italia.

Non l'ho citato perchè sono al 100% d'accordo (io credo che il QE sia il driver predominante), ma perchè è la seconda volta in due mesi che anticipa- scrivendo publicamente sul suo sito, le tendenze dei mercati (l'altra è qui: Mps. Italia, Repubblica delle crisi - I Diavoli), tra l'altro cambiando anche radicalmente idea, perlomeno sulle banche italiane.

Per essere chiari, io non comprerei mai nessun bond governativo tedesco (per me sono i più sopravalutati di tutti, Morya Longo (*) nota oggi sul Sole che scontano ANCHE un premio per il rischio di dissoluzione dell'Euro), neanche in un'ottica di "pair trading", però è innegabile che in questi ultimi giorni il mercato ha dato ragione a lui.


(*) Il paradosso dei Bund è solo la punta di un iceberg
 
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GiuliaP

The Dark Side
Amici miei, quest'anno sarà un'annata record! Iniziata alla grande, sono sicura finirà col botto.

Grandissime occasioni: elezioni olanda (marzo), francia (aprile), germania (settembre, e inizia proprio da ieri a farsi vedere la paura).

Soldi a palate che piovono dal cielo. Pasti gratis. Rigori a porta vuota.

Se non ne approfittate, non fatevi più vedere da queste parti! :-x

P.S. Oggi CPI USA! :)
 

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