Le grandi epidemie non sono un evento eccezionale nella storia dell’uomo, anzi si sono presentate regolarmente.
Quello che differenzia l’attuale dalle precedenti è che giunge in un momento della storia in cui i paesi sviluppati,
ma perfino molti di quelli in via di sviluppo, pensavano di esserne ormai immuni.
L’illusione di invulnerabilità è caduta ed abbiamo riscoperto di essere essere umani, mortali e finiti nel controllo delle proprie vite.
Eppure tutto questo deve essere messo nella giusta prospettiva storica e dobbiamo confrontare Covid-19 con le altre pestilenze della storia.
Ci aiuta un’infografica, purtroppo in inglese, ma comprensibile.
Per fortuna siamo molto, ma molto, lontani dai danni causati dalle grandi pestilenze ,
come la Grande Peste del XIV secolo che cancellò un terzo della popolazione europea dell’epoca
e portò ad oltre 200 milioni di morti in un mondo molto meno popolato che ora.
Alcune di queste epidemie sono poco ricordate ai nostri giorni , come “The third plague” , “La terza epidemia”,
l’ultima grande esplosione di peste bubbonica che partì dalla Cina per giungere fino all’Europa ed alle Americhe.
Impressionante poi l’impatto del Smallpox, cioè del Vaiolo , nelle Americhe, portato dai conquistadores,
che si calcola uccise dall’80% al 90% degli indigeni in certe regioni.
La pestilenza di Giustiniano fu la Peste, mentre quella degli Antonini non è stata ben identificata e potrebbe essere stata vaiolo e/o morbillo.
Quello che, se mai, distingue il COVID-19 rispetto alle altre malattie è la facilità di diffusione, cioè la morbillosità , rispetto alla normale influenza.
Questo lo vediamo anche tramite il coefficiente R0, cioè quante persone può infettare un singolo malato.
Ecco una tabella grafica esplicativa:
Per i non anglofoni Mumps sono gli orecchioni, Rubella è la rosolia, Measle il morbillo.