Berlusconi sta vincendo su tutto (1 Viewer)

f4f

翠鸟科
si, aveva un peccato originale che chi lo ha eletto ha sottovalutato, pur essendone conscio

il risultato lo abbiam visto



ottimo, ma .....




come sciupare tutto per il piacere di una risata :D
 

great gatsby

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«FORZA ITALIA NON E' MANDANTE DELLE STRAGI» - Al processo contro Francesco Tagliavia «non ha trovato consistenza l'ipotesi secondo cui la nuova entità politica, Forza Italia» si sarebbe addirittura posta come mandante o ispiratrice delle stragi». Lo scrivono i giudici fiorentini nelle motivazioni della sentenza.


Il fatto che Forza Italia non sia stata «mandante o ispiratrice delle stragi», secondo i giudici della Corte d'assise di Firenze non esclude «che una svolta nella direzione politica del Paese» arrivata con la nascita del nuovo partito, «fosse stata vista dalla mafia come una chance per affrancarsi dalla precedente classe dirigente in declino».

Un'ipotesi che, scrivono ancora i giudici, «parimenti non rende impossibile che un canale di interlocuzione si fosse aperto con quel nuovo partito, o anche solo con alcuni suoi esponenti di rilievo».

Di certo, per gli stessi giudici, «appare sostenibile che le nuove prospettive avevano indotto a rinunciare al progetto di creare un partito di mafia sotto l'etichetta di 'Sicilia liberà», la cui nascita è attestata dallo statuto acquisito agli atti del processo, sarebbe stato «capace di aggregare anche le potenti cosche dell'ndrangheta calabrese».


Stragi: «La trattativa mafia-Stato ci fu» Forza Italia non fu mandante delle stragi - Corriere Fiorentino
 

f4f

翠鸟科
Corruzione, Pdl fa ostruzionismo alla Camera su disegno di legge






Roma, 15 mag. (LaPresse) - In commissione Affari costituzionali e Giustizia della Camera le votazioni sugli emendamenti al disegno di legge anticorruzione procedono a rilento a causa dell'ostruzionismo attraverso interventi fiume dei deputati del Pdl.
 

great gatsby

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Mills, prescrizione Berlusconi imputabile anche a giudici che separarono processi
martedì 15 maggio 2012 12:43 Stampa quest’articolo [-] Testo [+]

1 / 1Schermo intero
MILANO (Reuters) - La prescrizione per il cosiddetto processo Mills per corruzione a carico di Silvio Berlusconi si può imputare anche ai giudici che nel 2008 decisero di separare il procedimento dell'avvocato britannico da quello dell'ex-premier.

E' quanto emerge dalle motivazioni della sentenza dello scorso 25 febbraio, che ha visto Berlusconi prosciolto poiché il reato a lui contestato, corruzione in atti giudiziari, si è estinto per prescrizione.

Berlusconi era accusato di avere pagato 600.000 dollari all'avvocato britannico David Mills per avere reso testimonianze reticenti in due precedenti processi a carico dell'ex premier.

Nelle motivazioni depositate ieri, visionate da Reuters e anticipate oggi dal Corriere della Sera, il presidente della Decima sezione penale del tribunale di Milano Francesca Vitale scrive che la separazione dei due processi - dopo l'entrata in vigore del lodo Alfano dichiarato poi incostituzionale - rappresenta "una scelta le cui ragioni, al di là della motivazione formale, restano sinceramente oscure" e che hanno "posto una pesantissima ipoteca" sul processo, di cui colloca la prescrizione al 15 febbraio scorso.

Inoltre, secondo il giudice, la lettera considerata un perno dell'accusa - scritta nel 2004 dall'avvocato David Mills ai suoi fiscalisti, in cui chiedeva se era possibile non pagare le tasse sui circa 600mila euro ricevuti da Carlo Bernasconi di Mediaset - non può essere considerato un documento probatorio per Berlusconi.

Il giudice scrive inoltre che "il quadro di incertezza non consente di affermare l'assoluta estraneità ai fatti" e non "fornisce prova evidente dell'innocenza".

Nelle motivazioni si legge anche che "certamente la ricusazione proposta da Berlusconi il 27 gennaio e decisa dalla corte d'appello il 23 febbraio ha costituito l'ostacolo finale alla tempestiva definizione almeno in primo grado del processo", ma il giudice ricorda inoltre la "lunghezza delle indagini" e i quattro mesi passati tra il rinvio a giudizio e la prima udienza del processo.
 

tontolina

Forumer storico
Corruzione, Pdl fa ostruzionismo alla Camera su disegno di legge






Roma, 15 mag. (LaPresse) - In commissione Affari costituzionali e Giustizia della Camera le votazioni sugli emendamenti al disegno di legge anticorruzione procedono a rilento a causa dell'ostruzionismo attraverso interventi fiume dei deputati del Pdl.

in definitiva è pure logico


come possono dei corrotti
fare diversamente?
 

great gatsby

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MILANO - DEPOSITATE LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA
«Mills, la lettera-confessione
non vale contro Berlusconi»
L'ex premier prescritto e le «colpe» del tribunale che separò i processi



David Mills (Ap)
MILANO - Se «il 15 febbraio 2012» è calata la prescrizione sul processo a Silvio Berlusconi imputato di aver corrotto con 600.000 dollari nel 1999 il teste David Mills, la colpa è anche dei giudici del 2008 del processo a Mills «presieduti dalla dott.sa Gandus», che all'entrata in vigore della legge Alfano (poi incostituzionale) separarono Mills da Berlusconi con «una scelta le cui ragioni, al di là della motivazione formale, restano sinceramente oscure» e che ha «posto una pesantissima ipoteca» sul processo all'allora premier: è il j'accuse contenuto nelle motivazioni scritte e firmate dalla sola presidente e relatrice Francesca Vitale, depositate ieri pomeriggio in anticipo sulla scadenza del 25 maggio e senza avvisare le colleghe Lai e Interlandi. Le 77 pagine definiscono «una montagna che ha partorito un topolino» la battaglia di perizie e controperizie contabili sui 600.000 dollari. E a sorpresa cancellano l'altro cardine dell'accusa, la lettera-confessione di Mills ai suoi fiscalisti inglesi nel 2004: benché abbia avuto valore di prova nel processo contro Mills (due condanne di merito prescrittesi infine in Cassazione nel 2009), Vitale sposa un'interpretazione procedurale per la quale la lettera non può invece avere valore di documento probatorio nel processo contro Berlusconi. Il quale, dunque, se per paradosso avesse rinunciato alla prescrizione, il 25 febbraio sarebbe stato assolto, seppure con il richiamo alla vecchia insufficienza di prove giacché «il quadro di incertezza non consente di affermarne l'assoluta estraneità ai fatti» e «non fornisce prova evidente dell'innocenza».

L'accusa sfiorisce un petalo alla volta. Già era scontato che l'interrogatorio di Mills nel luglio 2004, nel quale confermava ai pm De Pasquale e Robledo la lettera di febbraio 2004 («non ho mai mentito ma ho superato curve pericolose» per «tenere Mister B. fuori dal mare di guai nei quali l'avrei gettato se solo avessi detto tutto quello che sapevo»), non avrebbe potuto essere usato contro Berlusconi perché la sua difesa, dopo la separazione e l'inizio da capo del suo processo, non aveva prestato consenso. Restava però la lettera in sé, come documento bilanciato dalla successiva ritrattazione di Mills.

Ma ora Vitale, aderendo a una Cassazione del 2009, valuta che le dichiarazioni accusatorie verso altri, se contenute in un documento, non abbiano valore di prova «a meno che non siano accompagnate da una ulteriore illustrazione orale da parte dell'autore nella cornice dialettica garantita dal meccanismo orale di domanda e risposta». E qui il ragionamento della giudice si sdoppia. Pensa che Mills, «con un atto di contrizione (mal) recitato per tentare di allontanare da Berlusconi ogni sospetto», abbia dato una versione «infarcita di incongruenze, imprecisioni, inverosimiglianze». Ma ritiene che questa deposizione, in cui Mills «nega la veridicità di quanto rappresentato nella lettera», pur «in sé non credibile», però «svuoti di significato quale mezzo probatorio anche la lettera, e a cascata le stesse deposizioni dei fiscalisti Drennan e Barker, genuini e attendibili» ma che «perdono la loro forza probante».

Il risultato, per Vitale, è che «nessuna verità, neppure processuale, può dirsi raggiunta nonostante la profusione di energie di tutte le parti del processo»: sempre che, pare voler rivendicare, si osservi «il rispetto che si deve alle norme anche quando siano scomode e conducano a risultati insoddisfacenti non solo per la pubblica accusa ma anche per l'imputato».
Vitale critica «le inopportune e reiterate sollecitazioni del pm sulla fissazione del calendario»; e circa l'«accoglimento della disponibilità dell'imputato a celebrare i suoi processi il lunedì» in cambio della non opposizione di legittimi impedimenti, rimarca che questa linea - «con il dissenso ripetutamente manifestato dal pm», ma «condivisa dallo stesso presidente del Tribunale di Milano» Livia Pomodoro e da «tutti i giudici» dei 4 processi al premier, convocati da Pomodoro in una riunione il 7 marzo 2011 dopo l'offerta dei legali - «ha consentito un evidente risparmio di attività processuale».

«Certamente - aggiunge - la ricusazione proposta da Berlusconi il 27 gennaio e decisa dalla Corte d'Appello il 23 febbraio ha costituito l'ostacolo finale alla tempestiva definizione almeno in primo grado del processo», di cui colloca la prescrizione al 15 febbraio. Ma tra «le cause estranee a questo collegio» Vitale evoca «la lunghezza delle indagini» del pm; «i 4 mesi e mezzo tra il rinvio a giudizio nel 2006 e la prima udienza nel 2007»; e il fatto che i colleghi Gandus-Dorigo-Caccialanza, separando nel 2008 Mills e Berlusconi dopo l'incostituzionale lodo Alfano, a suo avviso non si siano curati di lasciare al futuro processo al premier «appena 351 giorni» di vita, quando «tre gradi di giudizio per Mills hanno occupato 3 anni».
Luigi Ferrarella
 

f4f

翠鸟科
Il problema non riguarda solo la perenne diatriba sulla giustizia. La lotta alla corruzione è uno degli ingredienti necessari per la tanto invocata crescita economica, come hanno sostenuto anche autorevoli esponenti del centrodestra. L'Italia è attesa ad importanti appuntamenti internazionali, ricordati di recente dal ministro Severino: presentarsi con un nulla di fatto su questo argomento farebbe scendere di molto l'immagine del Paese e le sue quotazioni, oltre che la possibilità di cominciare ad attrarre investimenti esteri.




Roma, 16 mag. - Spazi per norme salva-Berlusconi "non ce ne sono più", ma sulla corruzione - "un veleno per il Paese" - il governo può andare incontro alla crisi. Giulia Bongiorno, la presidente della commissione Giustizia della Camera, finiana, in una intervista a 'Repubblica', lancia nuovamente il suo allarme e ricorda che "proprio sulla giustizia si ruppe l'intesa tra Fini e Berlusconi". Per Bongiono "in materia di giustizia, all'interno dell'attuale maggioranza, ci sono visioni diametralmente opposte" e "sono molto amareggiata perché oggi si è persa l'occasione di creare una figura di reato di falso in bilancio più efficace rispetto all'attuale. Altri hanno tirato un sospiro di sollievo. Ecco, l'idea che si possa tirare un sospiro di sollievo mi turba". La presidente finiana della Commissione Giustizia dice: "Temo che la grande attenzione giustamente riconosciuta alle questioni economiche abbia portato a sottovalutare il peso della questione giustizia, peraltro trascurandone l'incidenza sull'economia". "Non dimentichiamo - prosegue Bongiorno - che la mala-giustizia uccide l'economia, che gli investitori esteri fuggono
 

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