Io non sopporto quei piatti grandi e freddi (nouvelle cuisine) con, per es., 18 piselli sperduti che non sanno da che parte rotolare, o una piccola piramide di blocchetti diversi con in cima una foglia di menta, quasi una bandiera che ti dice: sei al verde. O ancora, quei dolci dal nome più lungo del tempo che ci vuole ad ingollarli, su un piattone bianco percorso da strisce di cacao liquido, o polveri strane, o creme magrissime, che invece di disperderle su quel km quadrato potevano metterle vicine al, peraltro estenuato, str ... dolcetto.
Non sopporto che il cuoco creda di doversi dimostrare pittore o qualcosa del genere, credo che lo potrei pagare con un disegnetto o un autografo "Tenga buonuomo, sono artista anch'io". Oltretutto questi piatti appaiono sostanzialmente kitsch, pretenziosi e pure offensivi, visto che sono pure un pretesto per gonfiare i prezzi, l'unica cosa abbondante della situazione.
Come disse Gassmann (Vittorio, non il pagliaccetto) in Brancaleone: o mago dei miei maghi, mo' parla come caghi. Ugualmente: o cuoco dei miei cuochi, rimaniti ai tuoi fuochi, in sostanza: ofelè fa el to mestè, sta roba io nun te la magno, appiccatela al muro in casa tua e godi.
Chiedo scusa per i francesismi, io sono per i sughi e gli intingoli, se non si è capito.