Trasferta milanese in cui mi sono concessa la mostra alla Fondazione Prada sull'arte della scuola di Chicago, giusto perchè la pop di New York non sia l'unica testimonianza del periodo e Dentro Caravaggio che mi proponevo da tempo. Fila e tempi contingentati non mi hanno concesso il fantomatico incontro di cui si parlava a suo tempo.
Sulla prima, ho ancora l'opzione per l'Osservatorio incluso dedicato a fotografia ed arte visiva, vedremo se avrò tempo e voglia, Inarritu era impraticabile con prenotazioni esaurite, il resto esula radicalmente dai miei gusti, ma tant'è almeno ho apprezzato la struttura e bellissima architettura ex-industriale recuperata con un intervento di grande sobrietà ed eleganza ed anche conosciuto un periodo di cui ero totalmente digiuna.
In sintesi, due padiglioni dedicati a Leon Golub con rappresentazioni della guerra mercenaria, grandi drappi con scene di morte e tortura in perte dipiniti con una tecnica a strappo su residui di materiali originali, in pate riprodotti su pellicolla fotografica in grandi pannelli, uno a HC Westermann, con sculture in legno dal sapore un pò sinistro ed uno strano connubbio di elementi della marina di recupero e morte, frutto di drammatiche esperienze personali, strane macchine alla Tim Burton e oggetti provocatori realizzati con diverse tecniche e materiali oltre ad opere su carta.
Un terzo spazio è dedicato agli artisti di Chicago 1965-75, in un allestimento con tappezzeria kitsch opere pop sui temi più diversi ed anticonvenzionali, dal sesso al rapporto con la città, ad elementi di consumo sviluppati nelle salette attigue dimostrando vivacità e fermento culturale anticipando generi ed espressioni successive, dai fumetti ai graffiti, alle immagini dei flipper o dei caschi da moto, alle grafiche dei videogiochi. Le opere proposte sono di Roger Brown, tra i preferiti, Ed Flood, Art Green, Gladys Nilsson, Jim Nutt, Ed Paschke, Christina Ramberg, Suellen Rocca e Karl Wirsum.
Mostra dedicata a Caravaggio davvero apprezzata, non troppe opere (c.a. 20) ben distribuite ed illuminate, brevi didascalie, sul retro analisi strumentale con elaborazione 3d esplicativa e semplice che metteva in evidenza scelta dei riferimenti, minima tracciatura ed incisione, punti luce con biacca al piombo, variazioni realizzative e spostameni o riutilizzo di tele con soggetti preesistenti.
Temevo parecchie ripetizioni di lavori già visti ma erano presenti lavori anche inconsueti e di provenienza estera/privata. Tra le mie preferite la Madonna dei Pellegrini (avevo sempre trovato chiusa la Chiesa di S. Agostino) e la Flagellazione del Museo di Capodimonte.
Presenti anche lavori dell'ultimo periodo in cui il fondo diventa completamente scuro e le figure sono create e portate in primo piano grazie alle parti luminose create dai colori chiari.