Io ancora mi chiedo perchè uno che sta bene e non è positivo debba stare a casa e non lavorare. E di conseguenza un'azienda che ha tutti dipendenti sani debba stare chiusa, e rischiare di entrare in difficoltà, senza una valida motivazione. Va oltre ogni logica e spero che ad emergenza finita chi è responsabile paghi per queste decisioni.
@lastra.biffata alta contagiosità del virus + asintomaticità o sintomi tardivi.
significherebbe sostanzialmente applicare l'immunità di gregge e condannare a morte un paio di centinaia di migliaia di persone, solo in italia.
metto qui, anche se non rispondo direttamente a lastra, un po' di altre risposte e considerazioni.
io preferisco restare in casa e sono convinto che queste, temporanee, sgradevolissime restrizioni, siano la miglior risposta all'epidemia.
non ho paura come qualcuno vorrebbe far credere. mi preoccupo per me e per gli altri, i miei cari, la comunità, le persone più deboli.
alcuni ragionamenti che sento mi sembrano lo specchio del tempo in cui viviamo, di grande egoismo, individualismo ed edonismo. gente che non è in grado di rinunciare ad aperitivi, ristorante, jogging, il personal trainer a casa e altre cose così.
le preoccupazioni per la limitazione delle libertà personali sono un tema importante e che va affrontato ma siamo chiusi da un mese e sono misure temporanee. alcuni commenti paiono un po' apocalittici.
siamo costretti a casa da un mese, non un anno.
morti "con corona-virus" vengono indicati tutti quelli di cui era nota una qualunque patologia, anche solo l'ipertensione... in pratica la quasi totalità degli anziani.
facendo questo ragionamento, di aids non muore nessuno (ma proprio nessuno, zero). potremmo anche non considerarla una malattia.
ci sono alcune statistiche fatte da istat di mortalità rispetto agli anni precedenti, nelle zone dei focolai c'è stato un incremento del 300/400%.
è questo il prezzo che vogliamo pagare ma, soprattuto, far pagare agli altri? perché non è qualcosa per cui si rischia solo personalmente ma si mettono a rischio altre persone. io, al momento, no.
ipotizziamo una mortalità del 2/3% (non suddivisa per fasce di età, se consideriamo gli over 65 probabilemte si sale a più del 10%). quante persone che conoscete morirebbero?
ho un caro amico di infanzia che lavora, come anestesista, nella terapia intensiva di un grande ospedale milanese. sì, uno di quelli che in questi giorni si vestono come astronauti.
il 3 marzo scriveva a me e ad altri amici: "per noi terapie intensive la situazione è pesantissima. tanti pazienti con insufficienza respiratoria gravissima e con degenze molto lunghe. stiamo attrezzando di tutto, sale operatorie comprese, per far fronte al numero di pazienti. stiamo vedendo l'ondata di pazienti che si sono infettati nei primi gironi quando non vi erano particolari misure di prevenzione. speriamo di vedere a breve un rallentamento dei nuovi casi come conseguenza della prevenzione messa in atto. uscite il meno possibile . soprattutto fate stare a casa i genitori, sono i più a rischio"
la situaizone poi, come sappiamo, è peggiorata ulteriormente.