Non mi pare di vedere altri, nella storia italiana del Novecento almeno, dotati di altrettanta capacità di interpretare i fatti che accadevano e di vederli come segnali di movimenti storici, e potrei fare diversi esempi. Di fatto un anticipatore visionario. Della sua capacità a essere poeta non discuterei partendo da "Il PCI ai giovani", però dovrei riprendere in mano i testi, avendole lette una ventina di anni fa.
Infine, della sua vita privata non discuterei nemmeno, nel senso che non mi interessa. Non sono mai stato d'accordo con chi legge l'opera di un autore (artista o poeta che sia) con la lente della vita privata.
D'accordo con l'ultima frase, ma è valida per
l'artista o poeta. Che va giudicato per le sue opere e non per la sua vita. (Si è capito che Pasolini per me è un poeta modesto, come sono modesti i suoi scritti artistici e gli insopportabili film. In realtà funzionò solo come commentarista politico)
Ma il moralista politico mette in gioco anche la sua figura. E Pasolini fu soprattutto questo, perché artisticamente non è affatto a quel livello cui lo sgabello politico lo ha messo. E comunque, quando uno alza il ditino accusatore dovrebbe essere decentemente a posto - non dico perfetto, no, sarebbe ipocrisia da parte mia.
Faccio un esempio. Se ben ricordo il presidente di una nota organizzazione a protezione dell'infanzia usava andare a letto con alcuni bimbetti in un hotel. Non voglio assolutamente mettermi a fare io del moralismo, dico solo che alla fine fu estromesso dal ruolo. Se avesse scritto meravigliose poesie, resterebbero comunque meravigliose poesie. Ma essendo entrato nell'azione pratica, in relazione a questa andava giudicato, in quanto presidente dell'organizzazione. Lo stesso per il caso ipotetico di un prete pedofilo grande pittore: quadri stupendi, ma spretato. Non sono esempi a caso.
Il problema è posto nella "Lettera Scarlatta" di Hawtorne. Il prete "santo" del paese aveva la coscienza sporca. Faceva prediche bellissime, la gente ne era entusiasta, ma in cuor suo si disprezzava. La vita privata di Pasolini diviene significativa nel momento in cui agisce nel reale. Ciò non inficia le sue analisi (che peraltro nascono da una visione nostalgica, con incapacità di avere una visione su come si sarebbe dovuto agire per armonizzare il futuro senza fuggire all'indietro - che è poi la posizione abbastanza impotente che molti di noi, me compreso, in parte, esprimono in questi ultimi post). Inficia la sua figura e il suo ben costruito mito.
Edit
altri esempi in cui il privato ha senso se visto in funzione di un certo ruolo si possono trovare.
Lo sportivo che passi le notti a bere di certo verrà avvisato dalla sua società perché smetta, ma nessuno gli dovrebbe contestare, che so, le sue opinioni politiche.
Ultimamente ci sono insegnanti che si esprimono pubblicamente con posizioni, diciamo, estremiste. Già più d'uno è stato per questo licenziato (che poi io non sia d'accordo perché non vi è rapporto sicuro tra certe affermazioni e la capacità di insegnare, conta nulla).
Credo poi che se uno è tatuato non possa entrare nella Polizia, o nell'Arma dei Carabinieri, non so di preciso. Avranno dei motivi seri, voglio credere.
Purtroppo ormai la nostra società, dopo decenni di politically correct, guarda al pelo dell'uovo altrui con nessuna comprensione umana, la stessa che poi ciascuno invece chiede per sé stesso. E si punta solo sull'immagine, non sulla sostanza. Sul titolo di studio, non sulle capacità.