Voci che vanno, voci che vengono...
Banca Popolare di Vicenza, società cooperativa per azioni (BPVi), comunica che la notizia, oggi diffusa, secondo la quale - in merito all'ipotesi di collaborazione strategica e operativa con la Banca Popolare di Intra - "sarebbe disposta a mettere sul piatto 17 euro in contanti per ciascuna azione della Intra" è destituita da ogni fondamento.
Vicenza, 29 Marzo 2006
Banca Popolare di Vicenza S.c.p.a.
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Vicenza. Ora il gioco si fa duro, ma l’importante è essere della partita. La Banca Popolare di Vicenza è stata inserita nel ristretto elenco, la cosiddetta short-list, di candidati che sono rimasti in corsa per il "matrimonio" con la Banca Popolare di Intra. Gli altri istituti rimasti in gara sono il Banco Popolare di Verona e Novara, Veneto Banca e il Credito Valtellinese. Tre venete su quattro: tenuto conto della richiesta dei sindacati e dei dipendenti della Intra («Vogliamo una contiguità territoriale»), il favorito sembra il Credito Valtellinese. Considerate le caratteristiche reddituali e patrimoniali, è però molto probabile che lo sposo ideale salterà fuori dalle altre tre.
«Noi siamo contenti di questo primo riconoscimento - afferma il direttore generale di BpVi, Luciano Colombini - perché sta ad indicare la validità del nostro progetto. Ora spetterà al nuovo cda che uscirà dalla prossima assemblea dell’istituto piemontese scegliere l’ipotesi che ritiene migliore. Noi pensiamo di avere le carte in regola, ma adesso bisogna aspettare le loro decisioni».
L’assemblea della Intra è fissata per il 30 aprile. Non è quello l’organo deputato a scegliere la banca con cui mettere in pratica l’"autonomia condivisa", ma è chiaro che in quella sede si percepiranno gli umori dei soci e, di conseguenza, è possibile che il nuovo cda tenga conto delle indicazioni. Poi, però, si tratterà di valutare l’aspetto economico. In altre parole, il prezzo necessario per portarsi a casa la banca.
«Un’agenzia di stampa era uscita con un’indicazione di prezzo di 17 euro attribuita alla nostra offerta - dice Colombini - ma abbiamo già emesso un comunicato di smentita ufficiale. Nel piano che abbiamo presentato non c’è traccia di prezzi. Siamo entrati nella short-list solo in virtù della validità del piano, del progetto. Di qui in avanti si comincerà a parlare di offerte economiche».
Ecco, qui sta il punto. La Popolare di Vicenza ci tiene a conquistare il fortino della Intra per poter impiegare le risorse che i soci hanno messo a disposizione in occasione dell’ultimo aumento di capitale. La strategia è quella di espandersi a nord ovest, una zona in cui BpVi è al momento debole, e avvicinarsi a quella quota 800 sportelli che il presidente, Gianni Zonin, ritiene necessaria per poter recitare un ruolo significativo a livello nazionale.
Non è un mistero che il presidente della Intra, Cesare Ponti, preferisce il matrimonio con Veneto Banca. L’istituto di Montebelluna, più piccolo della Bpvi, sarebbe l’ideale per non andare a "spadroneggiare" a Verbania, puntando piuttosto a quell’autonomia condivisa predicata da Ponti.
D’altronde, con i buchi causati dal crac-Finpart, bisogna anche fare bene i conti con la solidità delle fondamenta del futuro nuovo soggetto bancario. Sulla solidità di Veneto Banca non ci sono dubbi, ma una fusione con Intra potrebbe non essere sufficiente a garantire il futuro sviluppo.
Sono ipotesi che si fanno a tavolino, ovviamente, tenuto conto che ci sono due popolari più grandi (oltre alla Bpvi c’è anche il "colosso" della Verona) in grado di battere i pugni sul tavolo.
La Popolare di Vicenza, per tutelare l’autonomia di Intra, ha proposto ai soci piemontesi di comprare le azioni di Bpvi, in modo da mantenere in equilibrio la compagine sociale. Ora, però, si passa alla cassa. «Noi teniamo a questo progetto - conclude Colombini - ma non siamo certo disposti a fare pazzie. Ci spingeremo fino al limite di convenienza. Non oltre»
Ora, bisognerebbe che dicessero anche quali sono i limiti di convenienza... Solite frasi che non dicono nulla, in sostanza. Pazienza e aspetto