Obbligazioni bancarie Banca Marche subordinate XS0257293828 e XS0302580880: dolcetto o scherzetto? (2 lettori)

MATHEUS

Nuovo forumer
Quando su questo forum si parlava, citando, delle argomentazioni portate dal dott. Rivera in merito alla questioni FITD/Aiuti di Stato si veniva sbertucciati da un paio di Principi del Forum.
Come dico anche sotto : "io un mu scordu".
Meglio che non dica niente.
Anche se avrei dei macigni nelle tasche.

Sulla vicenda 4 banche purtroppo ha ragione da vendere la signora Vestager.
Ha fatto tutto il governo italiano. Purtroppo.
Nessun documento ufficiale che indichi che la DG competition abbia impedito l'intervento del FITD. Neanche mezza mail.
Per ovviare alla questione FITD/Aiuto di Stato il Presidente del FITD era riuscito a far approvare, una settimana prima della messa in risoluzione, una importante modifica statutaria che prevedeva la "sezione volontaria del FITD" (il famoso piano B, poi utilizzato per salvare altre banchette "regalate" a CA)).
Il governo (insieme a due banche importanti) decise di andare in risoluzione : di non perseguire nè il piano A, nè il piano B (il perchè è noto ai più, e detto più volte)
Non gettiamo colpe alla DG competition che non ha.

Aggiungo che per Carife si era andati ancor più avanti : vi fu un'assemblea straordinaria (organizzata fino alla virgola da BDI che predispose tutti gli atti) , a luglio, che autorizzava ,da parte dell'assemblea dei soci il sostanziale azzeramento delle azioni e l'intervento del FITD (già pronto dopo corposa due diligence ad entrare) che ricapitalizzava completamente (sottolineo : completamente). C'era già un CDA in pectore (Francesco Micheli come figura apicale)
Perchè dopo la delibera dell'assemblea straordinaria non si decise di andare avanti ?
Ah saperlo...(sicuramente non si è messa in mezzo la DG competition).

PS
non replicherò nemmeno in mp.
Cosa fatta capo ha.

Per contradditorio cito:
"La Banca di Italia ha, poi, dato espressamente conto nel programma di risoluzione che l’intervento del Fondo non ha potuto avere corso, in relazione alla posizione negativa della Commissione europea in quanto non compatibile con la disciplina degli aiuti di Stato e che l’intervento del Fondo avrebbe comunque dovuto essere previamente sottoposto formalmente all’esame della Commissione per verificarne l’ammissibilità in relazione a tale disciplina.

Si deve considerare che la Commissione europea, già il 10 ottobre 2014, aveva richiesto informazioni relative alla situazione della Banca Marche con riferimento in particolare ad un possibile intervento del Fondo di tutela dei depositi; che la Commissione aveva, inoltre, formalmente espresso la sua posizione circa gli interventi del Fondo di tutela dei depositi, ritenendola incompatibile con la disciplina comunitaria degli aiuti di Stato, nel caso dell’intervento disposto dal Fondo a favore della Banca Tercas con la comunicazione del 27 febbraio 2015 (a cui è seguita la decisione del 23 dicembre 2015 con cui la Commissione ha disposto il recupero dell’ “aiuto” concesso alla Banca Tercas); che, infine, i Commissari Vestager e Hill, nella nota del 19 novembre 2015 depositata in giudizio, ribadivano tale posizione"
trattasi di sentenza Tar del Lazio n. 12889/2016
 

Ventodivino

מגן ולא יראה
Per contradditorio cito:
"La Banca di Italia ha, poi, dato espressamente conto nel programma di risoluzione che l’intervento del Fondo non ha potuto avere corso, in relazione alla posizione negativa della Commissione europea in quanto non compatibile con la disciplina degli aiuti di Stato e che l’intervento del Fondo avrebbe comunque dovuto essere previamente sottoposto formalmente all’esame della Commissione per verificarne l’ammissibilità in relazione a tale disciplina.

Si deve considerare che la Commissione europea, già il 10 ottobre 2014, aveva richiesto informazioni relative alla situazione della Banca Marche con riferimento in particolare ad un possibile intervento del Fondo di tutela dei depositi; che la Commissione aveva, inoltre, formalmente espresso la sua posizione circa gli interventi del Fondo di tutela dei depositi, ritenendola incompatibile con la disciplina comunitaria degli aiuti di Stato, nel caso dell’intervento disposto dal Fondo a favore della Banca Tercas con la comunicazione del 27 febbraio 2015 (a cui è seguita la decisione del 23 dicembre 2015 con cui la Commissione ha disposto il recupero dell’ “aiuto” concesso alla Banca Tercas); che, infine, i Commissari Vestager e Hill, nella nota del 19 novembre 2015 depositata in giudizio, ribadivano tale posizione"
trattasi di sentenza Tar del Lazio n. 12889/2016
Ciao Matheus,
potrei controbattere ma non voglio tirarmi la zappa sui piedi.
:up:
 

MATHEUS

Nuovo forumer
La sentenza della Corte giustizia UE avrà delle conseguenze, la prima è l'indagine Corte dei Conti Ue.
Credo si dovrebbe/potrebbe anche arrivare a chiarire le responsabilità in modo ufficiale di questa gloriosa vicenda.
 

emmegi73

Forumer attivo
Fa comunque piacere che, a distanza di anni, qualche nodo cominci a venire al pettine: sta però di fatto che, come scrissi tanto tempo fa (ma non ho voglia di andarmi a ricercare il post, nè alcuno se ne potrebbe ricordare) seppure le responsabilità (civili, penali e morali) siano ben distribuite a livello italiano ed europeo, gli unici ad aver pagato siano stati azionisti e subordinatisti: così era e così continua ad essere.
Nè la decisione della Corte Europea ci potrà portare in alcun modo diretto qualche tipo di rimborso. Non sta scritto certo nella sentenza che debba mettere mano al portafoglio (ma ne ha uno?) la dolce Margherita e ci vorrebbe quanto meno altra sentenza apposita che riconoscesse delle responsabilità civili per aver causato un danno quantomeno in modo indiretto (i legulei mi perdonino l'improprietà di linguaggio).
L'unica buona nuova che esuli dalla soddisfazione eterea del vedersi riconosciuti dei principi di buon senso, che solo gente in malafede poteva negare, è che il governo a questo punto avrebbe un motivo in più per insistere sui rimborsi a tappeto, anche sfidando pareri negativi di chi ha appena ricevuto una clamorosa smentita (o almeno "aggirandoli" come si suole fare in politica) e confidando che la morsa sia, stavolta, meno stretta.
Il tutto potrebbe accadere se ci fosse la reale volontà di risarcire e diffenziarsi dal precednete governo, dai Rivera di turno, ecc: vedremo se sarà così...
 

Rottweiler

Forumer storico
La sentenza della Corte giustizia UE avrà delle conseguenze, la prima è l'indagine Corte dei Conti Ue.
Credo si dovrebbe/potrebbe anche arrivare a chiarire le responsabilità in modo ufficiale di questa gloriosa vicenda.

Come scrivi, sarà molto interessante vedere a quali conclusioni arriveranno i giudici amministrativi.
Quel che è certo è che l'interlocutore è ampiamente solvibile.
Non si tratta di pignorare i beni della Vestager, che, oltretutto, si è limitata a mettere la firma sotto una posizione formulata da una scafatissima struttura legale. Ma di chiamare in causa l'Unione Europea, che ha agito attraverso un suo braccio operativo.

L'errore è assolutamente clamoroso, e merita di essere sanzionato con la stessa inflessibilità che quella struttura avrebbe usato verso terzi.

Fonte: MF Dow Jones (Italiano)

La Corte dei Conti Ue sta preparando un audit «ad alta priorità» sugli aiuti di Stato alle banche in Europa. Sulla materia è responsabile la direzione Concorrenza della Commissione Ue, guidata da Margrethe Vestager. L’indagine sarà presentata a breve con una «audit preview», forse già la prossima settimana, secondo quanto detto a MF-Milano Finanza da fonti della European Court of Auditors (Eca).

Tramite la verifica, la Corte intende «valutare l’efficienza e l’efficacia delle procedure per gli aiuti di Stato alle banche nell’Ue», come riportato anche nel programma di lavoro del 2019. Per l’anno in corso, la materia degli aiuti di Stato è l’unica considerata dall’Eca «ad alta priorità» nell’ambito del mercato unico e dell’Unione monetaria. L’indagine prevede che siano messi sotto la lente soltanto gli aiuti alle banche, non quelli ad altri settori. Gli argomenti degli audit vengono selezionati dall’Eca «sulla base del rischio, dell’interesse della collettività e del probabile impatto».

Il settore finanziario è stato l’ambito di maggiore insuccesso per la DgCompetition, come è ormai accertato dopo la sentenza del Tribunale Ue su Tercas. Bruxelles ha considerato aiuto di Stato l’intervento preventivo del Fondo Interbancario per la Tutela dei Depositi (Fitd), che impiega le risorse delle banche, quindi neppure un euro di denaro pubblico. Così lo stop della Commmissione è stato annullato dal Tribunale. Ma la sentenza è arrivata dopo anni, quando ormai il danno per risparmiatori e istituti era già stato fatto. Perciò ora il governo italiano sta valutando una richiesta di risarcimento danni.

L’operato della direzione Concorrenza è finito nel mirino degli organi europei. Si vedrà se la questione Tercas sarà affrontata nell’audit della Corte Ue, la cui pubblicazione finale è attesa entro fine anno.
 

Fabrib

Forumer storico
ROMA (MF-DJ)--"E' una beffa" la sentenza del Tribunale Ue che ha giudicato illegittimo lo stop di Bruxelles ai fondi concessi dal Fondo Interbancario di tutela dei depositi (Fitd) alla Popolare di Bari per il salvataggio di Banca Tercas.
Lo sostiene in un'intervista al Corriere della Sera Roberto Nicastro, ex commissario incaricato di guidare le 4 banche in risoluzione Carife, Carichieti, Etruria e Banca Marche, per effetto del mancato intervento del Fondo di tutela.
Per Margrethe Vestager, commissario Ue alla Concorrenza, è stata Banca d'Italia a mettere le banche in risoluzione, ma Nicastro spiega che "la sua struttura sta facendo un ottimo lavoro sulle aziende tecnologiche ma la decisione della Commissione Ue su Tercas ha avuto un impatto enorme sulle scelte successive. E l'abitudine della direzione di Vestager di non mettere niente nero su bianco, influenzare le decisioni e chiedere che le controparti assumano impegni prima di dare il benestare, non funziona. Può dire che è colpa di Banca d'Italia quando altre strade sono chiuse dalle sue decisioni, ma il peso della Concorrenza è decisivo".
L'impatto che ha avuto è stato "enorme. La scelta su Tercas e quella di autorizzare la risoluzione delle quattro banche, con un bail in ante litteram crearono uno stress inutile e pernicioso perché hanno fatto diventare sistemica quella che poteva essere una crisi circoscritta. La svalutazione dei crediti deteriorati delle quattro banche al 17,5% mise pressione sull'intero sistema, accelerando le crisi degli altri istituti: dalla venete al Monte dei Paschi".
Il dissesto di quelle banche non è colpa di Vestager "ma non aver potuto usare il Fitd su Tercas e poi sulle quattro banche ha innescato la contaminazione a livello sistemico di una crisi che poteva essere gestita in modo pragmatico e circoscritto. Le quattro banche non valevano neppure l'1% del settore in Italia. Eppure quell'episodio ha bloccato l'emissione di bond per tutto il sistema nel periodo seguente", spiega.
Il Fitd "forse" sarebbe bastato per Etruria. "In fondo le banche italiane hanno comunque pagato per quelle quattro banche, con il Fondo di risoluzione. Ma così abbiamo dovuto affrontare una vendita forzosa. All'inizio la Commissione Ue ci ha dato appena cinque mesi per vendere quelle banche piene di incognite, con la minaccia di chiuderle. Impossibile. Le dilazioni sulle scadenze sono sempre arrivate all'ultimo, a rischio di corse agli sportelli e crisi di liquidità. A fine 2015 su Etruria avevamo liquidità per sei giorni. Si fosse innescato un panico a Arezzo, possiamo solo immaginare le conseguenze sul resto del sistema e sulle altre situazioni delicate".
"Il paradosso è che tutta questa rigidità nel gestire regole nuove, mai messe alla prova, ha finito per danneggiare la credibilità di un principio giusto: che gli Stati non devono farsi carico di tutti i problemi delle banche e anche i privati devono partecipare. La direzione Concorrenza è un organo della Commissione in cui pochi tecnici preparano le decisioni. Non so se Vestager e gli altri commissari abbiano tempo e modo di approfondire. Servirebbero più filtri istituzionali, magari nella Bce".
Alla critica per la candidatura a vicepresidente di Ubi B., cui ha venduto tre delle quattro banche a un euro, Nicastro replica che "l'operazione è stata molto faticosa ma pienamente trasparente e su base competitiva, seguendo alla lettera le procedure Ue. Prima di chiudere le due gare, è stata fatta un'ulteriore verifica di rilancio con i 12 soggetti che si erano manifestati o avevano fatto offerte peggiori. Nessuno ha espresso interesse pari a Ubi e Bper", conclude.
 

Fabrib

Forumer storico
Bruxelles, 22 mar. (askanews) - "Una cosa buona e giusta". Così il premier Giuseppe Conte, all'uscita dal Consiglio europeo oggi a Bruxelles, ha definito l'azione risarcitoria prospettata a carico della Commissione Ue per i danni provocati dalla sua decisione di proibire come aiuto di Stato il finanziamento del Fondo Interbancario Fitd per il salvataggio di Banca Tercas, nel 2014. Una decisione che è stata annullata da una sentenza del Tribunale di primo grado dell'Ue, lunedì scorso.
L'azione risarcitoria, ha detto Conte rispondendo ai giornalisti, "mi sembra una cosa buona e giusta. Politicamente - ha continuato - ne traiamo la conclusione che bisogna procedere con molta cautela. E' un precedente importante, ma al momento non è da escludere neanche la possibilità di un appello da parte della Commissione, perché si tratta di una sentenza di primo grado".
Tuttavia, ha concluso il premier "figge un punto fermo: ne dobbiamo trarre tutte le conseguenze in ordine politico oltre a che quelle giuridiche, per quanto riguarda per esempio il piano risarcitorio".
 

Fabrib

Forumer storico
Utente Framau6, da altro Forum:

Ubi perde 50 ricorsi di azionisti di Banca Etruria. Dalla decisione della Consob ai primi pagamenti
„Alla fine in tutti e 50 i ricorsi il lodo arbitrale della Consob ha dato ragione ai risparmiatori di Banca Etruria, dichiarando Ubi Banca come soggetto passivo, dopo aver riconosciuto a sua volta in Banca Etruria l'aver commesso violazioni nel collocamento delle azioni. Un esempio su tutti è quello delle obbligazioni convertibili che nel 2012 erano state messe sul mercato per l'aumento di capitale con un certificato di rischio migliore dei Btp. Proprio in casi come questo è stato riconosciuto che il cliente non poteva percepire il rischio reale. Esempi di questo e di altri tipi sono stati riscontrati in maniera diffusa in risparmitori che a suo tempo erano clienti di filiali diverse, ad Arezzo, ovviamente, ma anche a Civitavecchia e in altre città. In sostanza Ubi ha perso tutti i ricorsi presentati finora. Consob ha riconosciuto i diritti risarcitori del correntista, visto che i dossier titoli sono stati a suo tempo importanti in Ubi e in conseguenza anche del fatto che la legge di risoluzione non avrebbe previsto una tutela per la banca che si è fusa con le banche ponte.“
 

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