Obbligazioni bancarie Banca Marche subordinate XS0257293828 e XS0302580880: dolcetto o scherzetto? (1 Viewer)

Fabrib

Forumer storico
Utente Blutofin, da altro Forum:
La Corte di Appello di Milano ha stabilito oggi che gli ex azionisti di Banca Marche non possono «esercitare pretese risarcitorie nei confronti dell’ente-ponte», ovvero la good bank nata dalla risoluzione dell’istituto di credito e poi fuso per incorporazione in Ubi Banca. Lo rende noto lo studio legale Lombardi Segni e Associati, che ha assistito Ubi nel procedimento giudiziario promosso dal gruppo bergamasco. Nel comunicato viene ricordato che il giudizio era stato promosso «per l’accertamento del difetto di legittimazione passiva rispetto alle pretese risarcitorie degli ex azionisti di Banca delle Marche». Secondo Ubi, gli ex azionisti della banca risolta non possono chiedere risarcimenti all’ente-ponte, «in quanto – spiega lo studio legale – ciò è contrario alla lettera e alla ratio della normativa, europea e interna, sulla risoluzione degli istituti bancari finalizzata a salvaguardare la prosecuzione dell’attività dell’ente-ponte».
Con tale atto, la Corte d’Appello annulla quanto disposto precedentemente dal Tribunale di Milano, che con sentenza n. 11173/2017 dichiarò il riconoscimento della legittimazione passiva – ossia la capacità di essere convenuti in giudizio – dell’ente-ponte “Nuova Banca delle Marche”, e per incorporazione degli istituti bancari cessionari di tali enti. Quel primo giudizio apriva di fatto agli ex azionisti delle banche messe in risoluzione (insieme a Banca Marche anche Carichieti, Cariferrara e Banca Etruria) un’altra strada per chiedere il risarcimento dei danni subiti a causa del difetto di corretta informazione. Sempre nel 2017 il Tribunale di Ferrara aveva accolto le istanze degli ex azionisti Carife per individuare l’Ente Ponte quale responsabile per gli inadempimenti commessi dalla Vecchia Banca: l’accertamento del diritto al risarcimento si sarebbe potuto svolgere anche contro le Vecchie Banche, ma sarebbe stato inutile, perché queste non sono provviste di alcuna risorsa economica. La determinazione di oggi rivela quanto il dibattito sulla “legittimazione passiva” sia ancora aperto, e che in **** al dibattito giuridico si sono presentati in questi anni due orientamenti contrapposti.
l’avvocato Giancarlo Catani di Cittadinanzattiva
«È una materia complessa e scivolosa. La sentenza di oggi è di segno opposto rispetto a precedenti decisioni del Tribunale di Milano e di Ferrara, e penso che il giudizio della Corte di Appello di Milano andrà in Cassazione» – commenta l’avvocato Giancarlo Catani, consigliere comunale a Jesi e legale dell’associazione Cittadinanzattiva – La normativa è ambigua, da un lato ha fatto in modo che Ubi Banca sia potuta subentrare nei diritti della vecchia Banca Marche, dall’altro l’ha tenuta fuori dalle problematiche con gli ex azionisti». Giancarlo Catani, che per conto di Cittadinanza Attiva assiste in regione circa 30 ex azionisti di Banca Marche, spiega che «come Studio Legale abbiamo preferito perseguire una linea civilistica e arbitrale, piuttosto che quella penale. Sotto la lente di ingrandimento sono in particolare le vicende di chi ha aderito all’aumento di capitale di Banca Marche proposto nel 2012, non trasparente e corretto nel dare le informazioni sullo stato di salute dell’istituto. Stiamo seguendo con particolare attenzione gli arbitrati per il rimborso degli ex azionisti presso l’arbitro per le controversie finanziarie in Consob e la vicenda del fondo ristoro da 1,5 miliardi di euro inserito nella nuova finanziaria. Una vicenda, quest’ultima, che va monitorata con grande attenzione perché ancora al vaglio delle autorità europee»
Sul tema dei rimborsi ai risparmiatori truffati dalle banche, il governo aveva inserito nella legge di Bilancio un fondo da 1,5 miliardi per il risarcimento diretto, senza il ricorso ad arbitrati da parte di un’attività terza. Il nodo però è legato al decreto di attuazione, che si è stoppato per possibili contrasti con le normative Ue. Sempre oggi, la commissaria europea per la Concorrenza, Margrethe Vestager, nel corso di un’audizione nelle commissioni Esteri, Finanze, Attività produttive e Politiche Ue di Camera e Senato, ha chiarito come la Commissione sia in attesa di «chiarimenti» e di «una nuova proposta che mira a garantire» i risarcimenti ai risparmiatori truffati. «Abbiamo dei precedenti per riuscire ad assicurare il loro ristoro per motivi di giustizia sociale – ha dichiarato la Vestager – Abbiamo inviato una lettera per conoscere meglio quali siano le idee del governo italiano in tal senso, siamo in attesa di ricevere queste informazioni e siamo favorevoli al fatto che si possa portare avanti la creazione del fondo ristoro risparmiatori».
Ex azionisti di Banca Marche, da Ubi nessun risarcimento
 

Fabrib

Forumer storico
Banche fallite, è scontro tra Bankitalia e Ue: «Bruxelles pose il veto sui salvataggi»
Corsera
...«Lungi da noi difendere la Vestager, ma la scelta di risolvere le quattro banche e non utilizzare il Fondo interbancario di Tutela dei depositi (Fitd) è stata italiana. È il Governo Renzi che non ha avuto il coraggio di andare fino in fondo», ha affermato Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori commentando le parole del presidente Abi, Antonio Patuelli. «Non scarichiamo solo sulla Vestager scelte e colpe italiane, autoassolvendoci» aggiunge Dona. «Nella famosa lettera della Vestager del 15 novembre 2015 - ricorda Dona - certo ambigua e sfuggente, era comunque scritto: «Se d’altro canto l’uso del fondo di tutela dei depositi non fosse considerato aiuto di stato, ma invece un puro intervento privato, questo non attiverebbe la risoluzione in base alla direttiva Brrd». «Insomma — conclude Dona — andava forzata la valutazione e bisognava giungere alla conclusione se l’uso del fondo di tutela era o meno aiuto di Stato, ma nessuno ha avuto il coraggio di rendere quella valutazione esplicita, in un senso o nell’altro»...
 

Fabrib

Forumer storico
La sentenza del Tribunale Ue sul caso Tercas sconfessa le decisioni della Commissione sui salvataggi bancari degli ultimi anni e certifica che i risparmiatori italiani coinvolti nei crack di alcuni istituti sono stati le “cavie” inconsapevoli di un teorema sugli aiuti di Stato, imposto dalla Dg Competition della Ue. L’intervento del Fondo interbancario di tutela dei depositi non poteva essere impedito, è il senso della decisione della Corte di Giustizia, come invece è stato fatto dalla commissaria Vestager. Dal crack di Banca Etruria in poi, la storia dei salvataggi bancari è da riscrivere. E con essa, anche quattro anni di polemica politica e istituzionale che ha visto coinvolti i Governi Renzi e Gentiloni, istituita una commissione parlamentare d’inchiesta e, a breve, una seconda.
Senza i diktat della Ue, anche buona parte della scorsa campagna elettorale per le politiche del 2018 condotta da Lega e M5S avrebbe perso il suo filo conduttore. Non è eccessivo dire che le decisioni della commissione Ue nel piccolo caso Tercas hanno inconsapevolmente condizionato il confronto democratico in Italia e penalizzato un bene costituzionalmente protetto come il risparmio. Ora la decisione del Tribunale europeo sul caso Tercas-Bari ribalta i giudizi su tutti i salvataggi che successivamente sono stati impediti al Fondo interbancario di tutela dei depositi a causa dell’improvvido disegno di Vestager & friends di “sperimentare” gli effetti della direttiva Brrd sui risparmiatori-clienti delle banche.
Se l’intervento del Ftid, finanziato interamente dalle banche aderenti non fosse stato configurato come aiuto di Stato, anche l’operazione di salvataggio delle quattro banche poste in risoluzione nel novembre 2015 - a cominciare da Banca delle Marche, per la quale erano stati già stanziati 800 milioni - non avrebbe comportato il sacrificio dei diritti dei creditori subordinati e sarebbe avvenuta valutando le sofferenze delle banche a valori di bilancio.
Il tribunale dell’Unione europea ha finalmente ristabilito le regole ma, oltre ai danni subiti dai risparmiatori coinvolti nei vari default, servirà tempo per ripristinare la fiducia nelle banche compromessa da una normativa mal concepita come quella del “bail in”. Solo la fretta di far partire un esperimento concepito in “vitro” a Bruxelles, poteva prevedere che fin da subito le perdite andassero a carico degli obbligazionisti, compresi quelli che le avevano sottoscritte anni prima, e senza dare il tempo alle banche di emettere a investitori professionali le nuove passività soggette
a bail in.
Ora si apre un mondo nuovo. Che nell’immediato, sarà certamente un caso, fa gioco soprattutto alla Germania alle prese con il salvataggio di Nord Lb. Non trovando investitori disponibili sul mercato, potrà entrare in campo un fondo interbancario promosso dai Land tedeschi.
Il Sole 24 ore/Graziani
 

Ventodivino

מגן ולא יראה

Quando su questo forum si parlava, citando, delle argomentazioni portate dal dott. Rivera in merito alla questioni FITD/Aiuti di Stato si veniva sbertucciati da un paio di Principi del Forum.
Come dico anche sotto : "io un mu scordu".
Meglio che non dica niente.
Anche se avrei dei macigni nelle tasche.

Sulla vicenda 4 banche purtroppo ha ragione da vendere la signora Vestager.
Ha fatto tutto il governo italiano. Purtroppo.
Nessun documento ufficiale che indichi che la DG competition abbia impedito l'intervento del FITD. Neanche mezza mail.
Per ovviare alla questione FITD/Aiuto di Stato il Presidente del FITD era riuscito a far approvare, una settimana prima della messa in risoluzione, una importante modifica statutaria che prevedeva la "sezione volontaria del FITD" (il famoso piano B, poi utilizzato per salvare altre banchette "regalate" a CA)).
Il governo (insieme a due banche importanti) decise di andare in risoluzione : di non perseguire nè il piano A, nè il piano B (il perchè è noto ai più, e detto più volte)
Non gettiamo colpe alla DG competition che non ha.

Aggiungo che per Carife si era andati ancor più avanti : vi fu un'assemblea straordinaria (organizzata fino alla virgola da BDI che predispose tutti gli atti) , a luglio, che autorizzava ,da parte dell'assemblea dei soci il sostanziale azzeramento delle azioni e l'intervento del FITD (già pronto dopo corposa due diligence ad entrare) che ricapitalizzava completamente (sottolineo : completamente). C'era già un CDA in pectore (Francesco Micheli come figura apicale)
Perchè dopo la delibera dell'assemblea straordinaria non si decise di andare avanti ?
Ah saperlo...(sicuramente non si è messa in mezzo la DG competition).

PS
non replicherò nemmeno in mp.
Cosa fatta capo ha.
 
Ultima modifica:

darkog

In Hoc Signo Vince..
Quando su questo forum si parlava, citando, delle argomentazioni portate dal dott. Rivera in merito alla questioni FITD/Aiuti di Stato si veniva sbertucciati da un paio di Principi del Forum.
Come dico anche sotto : "io un mu scordu".
Meglio che non dica niente.
Anche se avrei dei macigni nelle tasche.

Sulla vicenda 4 banche purtroppo ha ragione da vendere la signora Vestager.
Ha fatto tutto il governo italiano. Purtroppo.
Nessun documento ufficiale che indichi che la DG competition abbia impedito l'intervento del FITD. Neanche mezza mail.
Per ovviare alla questione FITD/Aiuto di Stato il Presidente del FITD era riuscito a far approvare, una settimana prima della messa in risoluzione, una importante modifica statutaria che prevedeva la "sezione volontaria del FITD" (il famoso piano B, poi utilizzato per salvare altre banchette "regalate" a CA)).
Il governo (insieme a due banche importanti) decise di andare in risoluzione : di non perseguire nè il piano A, nè il piano B (il perchè è noto ai più, e detto più volte)
Non gettiamo colpe alla DG competition che non ha.

Aggiungo che per Carife si era andati ancor più avanti : vi fu un'assemblea straordinaria (organizzata fino alla virgola da BDI che predispose tutti gli atti) , a luglio, che autorizzava ,da parte dell'assemblea dei soci il sostanziale azzeramento delle azioni e l'intervento del FITD (già pronto dopo corposa due diligence ad entrare) che ricapitalizzava completamente (sottolineo : completamente)
Perchè dopo la delibera dell'assemblea straordinaria non si decise di andare avanti ?
Ah saperlo...(sicuramente non si è messa in mezzo la DG competition).

PS
non replicherò nemmeno in mp.

Caro Vento,
Le banche avevano tutto l'interesse che il Fidt non intervenisse direttamente nel capitale e mai avrebbero pensato che tale non intervento avrebbe causato poi un problema così grosso sia per loro che per il governo stesso.
Per il governo è stato un vero boomerang. Ma la inettitudine dei personaggi del governo precedente è ben nota in questo campo.

Il disegno delle altre banche era molto semplice: perchè tirare fuori soldi per salvarle, quando possiamo azzerare sub e acquistarle per un tozzo di pane.
Non avevano fatto bene i loro conti. O forse si..
 

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