Obbligazioni bancarie Banca Marche subordinate XS0257293828 e XS0302580880: dolcetto o scherzetto? (2 lettori)

Fabrib

Forumer storico
chissà perchè la Banca d'Italia non denunciava penalmente le ruberie dei dirigenti della banca? forse qualche politico li proteggeva? ... dire forse è un pò esagerato
Le mazzette di Banca Marche sotto gli occhi di Via Nazionale
GIANLUCA PAOLUCCI
Dai funzionari di filiale fino ai massimi vertici aziendali, per anni in Banca Marche dare credito alle imprese significava che qualcuno si sarebbe messo in tasca qualcosa. Bankitalia vigila, protesta, segnala, ma nulla accade per anni. Però quando è troppo è troppo. Nel 2012 i suoi ispettori beccano due assegni intestati a Banca Marche da 160 mila e 99 mila euro cambiati in 52 assegni da 5 mila euro e versati su un conto dell’allora dg Massimo Bianconi, via Nazionale si arrabbia e intima all’istituto marchigiano di cacciare il manager. La lettera, firmata dal vice direttore generale Luigi Federico Signorini, è di straordinaria durezza per i toni felpati dell’istituto. Le operazioni scoperte «presentano profili di opacità che non appaiono compatibili con la deontologia professionale che deve connotare l’alta dirigenze di una banca». E impone dunque di convocare un cda e «accelerare il processo di identificazione di un nuovo capo dell’esecutivo». Tradotto: Bianconi se ne deve andare, prima possibile. Anche perché era dal 2006 che le varie ispezioni sull’istituto segnalavano anomalie più o meno gravi. Anche se poi, al momento di stabilire le sanzioni, tutto diventava poco più di un buffetto.
Il fatto è che in Banca Marche, al di là della concessione di credito senza merito, senza garanzie e senza troppi problemi, c’era molto di più. C’era che per molti di quei prestiti, finiti poi spesso in sofferenza, qualcuno dentro la banca aveva un tornaconto personale. Incassava. Quando il compianto avvocato Franco Bonelli, luminare del diritto societario italiano scomparso qualche anno fa, paragonava il caso di Banca Marche al crac Sindona, in molti pensarono ad una esagerazione. Per capire in pieno le sue affermazioni è necessario infatti leggere gli atti dell’inchiesta sul crac dell’istituto. Inchiesta tribolata, che con molti ritardi è arrivata solo qualche mese fa ai rinvii a giudizio. Ma nelle cui carte esce uno spaccato chiaro dell’andazzo. Quando scoppia il bubbone e la banca viene commissariata, i manager iniziano a parlarsi contro l’uno con l’altro, disvelando agli inquirenti il sistema Banca Marche. Ad esempio, nel novembre del 2013 due manager parlano tra loro di alcune pratiche contestate a uno dei due. Costui, tale Daniele, si sfoga: «Perché non mi hanno accusato della pratica Gola della Rossa, che sono stati erogati 2,2 milioni di euro per 30 mila metri di terra agricola che ne valeva si e no 60 mila? Li ha presi il gruppo Filippetti» soldi «sacrificati sull’altare della barca di Bianconi», racconta il manager. Il gruppo Filippetti si occupa di yacht e il racconto del manager è uno dei tronconi dell’inchiesta sul crac, uno yacht finito «in uso» a Bianconi. Non è un caso isolato, ma un sistema. C’è il dirigente che si «riempie le tasche» con le sponsorizzazioni alla proloco della quale è presidente o il sindaco revisore che chiede la mazzetta al ristoratore che ha chiesto un finanziamento. C’è il funzionario che si lamenta perché non può più ricevere i clienti, perché il suo superiore «come arrivava qualcuno si presentava, «”Buongiorno, quando ha finito passa un attimo dal mio ufficio?” E chiedeva soldi».
Commissariata nel 2013, Banca Marche viene messa in risoluzione a novembre del 2015 con Etruria, Carife e CariChieti. Da sola valeva quanto le altre tre. Per oltre due anni tutti i compratori potenziali si sono ritirati. Nel 2014 lo stesso Bianconi provò perfino a ricomprarsela, facendo da intermediario al fondo Colony Capital di Tom Barrack. Per scoprire tutto quanto accaduto sono serviti anni. La giustizia è ancora lontana.

Neanche "Il lupo di Wall Street"!
 

angy2008

Forumer storico
la malafede di Banchitalia si può ben riassumere citando una riga:
Anche se poi, al momento di stabilire le sanzioni, tutto diventava poco più di un buffetto.
anzichè denunciare penalmente i malfattori comminavano sanzioni a Banca Marche, così azionisti e subisti aggiungevano altre perdite al danno subito ... cornuti e mazziati
 

Fabrib

Forumer storico
Utente Balabiott:

Anche la Nuova Carife deve risarcire i risparmiatori | estense.com Ferrara
Anche la Nuova Cassa di Risparmio di Ferrara, l’ente ponte creato dopo la risoluzione della vecchia Carife, è chiamato a risarcire i danni subiti dai risparmiatori che avevano comprato le azioni della banca.
A dirlo è il tribunale di Ferrara con un’ordinanza del 31 ottobre scorso che ha condannato la Nuova Cassa di Risparmio di Ferrara Spa al risarcimento di tutti i danni subiti da un risparmiatore che aveva comprato azioni, pari alla somma versata (quasi 20mila euro in questo caso) oltre rivalutazione monetaria, interessi e spese.
A darne notizia è lo studio legale Bdf che ha seguito il caso del risparmiatore, citando la new bank in giudizio civile per il risarcimento del danno.
«La ragione della condanna – spiegano i legali – sta nella violazione da parte della vecchia Carife di alcune norme del Testo Unico Finanziario e del Regolamento Consob attuativo della Direttiva Mifid. Importante soprattutto la circostanza che il tribunale abbia respinto l’eccezione di difetto di legittimazione passiva sollevata dalla difesa Nuova cassa di Risparmio, osservando che questa risponde di tutti debiti della vecchia, compresi quelli derivanti da vendita di azioni o obbligazioni, purché conseguenti nullità o inadempimento».
Per gli avvocati Giovanni Franchi, Stefano Di Brindisi e Lucia Caccavo, che hanno seguito l’investitore è una tappa fondamentale per la tutela degli azionisti di tutte le quattro banche, Carife, Carichieti, Banca Marche e Banca Etruria finite in amministrazione straordinaria, «i quali, nessuno escluso, hanno la possibilità di recuperare i denari perduti. Ed analoga probabilità hanno gli obbligazionisti subordinati, che non hanno ricevuto, per qualche morivo il rimborso».
Sempre per gli avvocati tale provvedimento «dimostra che non è vero che non vi è altra strada che la costituzione di parte civile nei processi penali avviati contro amministratori e sindaci di quelle società. L’ordinanza pronunciata dal Tribunale di Ferrara dimostra che la via maestra è quella del giudizio civile, da avviare dopo aver dato corso alla mediazione obbligatoria».
 

Fabrib

Forumer storico
Utente Bltofin:
Macerata, 22 novembre 2017 - Si apre una nuova strada per i risparmiatori beffati dal crac Banca Marche. Una sentenza del tribunale di Milano, infatti, legittima la possibilità di fare ricorso contro l’istituto ponte che ha rimpiazzato la banca in liquidazione e, di conseguenza, contro Ubi. Una pronuncia analoga era arrivata nelle scorse settimane dal tribunale di Ferrara, dopo il ricorso di un azionista della vecchia Carife. Con una sentenza parziale dell’8 novembre, il tribunale di Milano ha riconosciuto la possibilità per tre azionisti di rivalersi nei confronti di Nuova Banca delle Marche (poi Banca Adriatica Spa) e di conseguenza nei confronti di Ubi Banca, che il 23 ottobre scorso ha incorporato il vecchio istituto di credito.
A rivolgersi al tribunale meneghino sono state due persone fisiche e una società, che avevano sottoscritto azioni rispettivamente per 40.722, 4.200 e 131.575 euro: tutti i tre soggetti avevano partecipato all’aumento di capitale del 2012. Ora la causa andrà avanti per l’accertamento delle eventuali responsabilità, ma si aprono nuovi scenari per i risparmiatori (azionisti e obbligazionisti subordinati) che hanno perso i loro soldi.
«Il fatto importante – commenta l’avvocato Marcello Pistilli, dello studio legale Iladvice di Milano – è che un secondo tribunale, dopo quello di Ferrara, riconosce la legittimazione passiva dell’ente ponte a determinate condizioni. Ciò è reso possibile dal fatto che nella legge con cui le quattro banche (Carife, Banca Marche, Banca Etruria e Carichieti) sono state poste in liquidazione coatta non è prevista alcuna limitazione circa il passaggio alla nuova banca delle pretese risarcitorie relative al danno derivato da un inadempimento della banca a obblighi informativi».
«Non a caso – continua l’avvocato Pistilli – , il legislatore si è comportato poi diversamente, introducendo nelle norme con le quali ha messo in liquidazione coatta amministrativa le banche venete una previsione che impedirebbe il passaggio a Intesa (che le ha acquisite) di tutte le controversie relative ad atti o fatti accaduti prima della cessione, sorte successivamente ad essa, e le relative passività. In ogni caso, i recenti provvedimenti con i quali si riconosce la legittimazione passiva in capo agli enti ponte e per gli effetti delle fusioni rispettivamente a Bper e Ubi aprono potenzialmente la strada a una vera e propria valanga di contenziosi».
La banca Popolare dell’Emilia Romagna, però, rispetto al provvedimento del tribunale di Ferrara, ha già chiarito che le cose starebbero diversamente. Con una comunicazione al mercato del 20 novembre, ha ribadito «la propria totale estraneità ai comportamenti che possono avere determinato danno in capo ad azionisti e obbligazionisti di Nuova Carife». Bper ribadisce che tra i presupposti dell’operazione di fusione sussisterebbe «una manleva del Fondo di risoluzione per le conseguenze negative dei contenziosi che coinvolgono Nuova Carife».
Banca Marche, gli azionisti sperano. "Possibile agire anche contro Ubi" - Economia - ilrestodelcarlino.it

Utente Luka2002:
La responsabilità degli “enti ponte” (e delle banche incorporanti) per le pretese risarcitorie nei confronti delle “quattro banche” (vantate dagli azionisti “risolti”, e non solo)
 
Ultima modifica:

Fabrib

Forumer storico
Chiamiamole «vischiosità» informative, come fa qualcuno. Sta di fatto che la comunicazione tra Consob e Bankitalia evidentemente non ha funzionato. Dopo i casi di Popolare Vicenza (2009) e Veneto Banca (2013) c’è anche il caso di Banca Marche. Anche qui, il meccanismo (previsto dall’articolo 4 del Testo unico della finanza) si è inceppato.
Siamo nel dicembre del 2011, quando la Consob scrive alla Banca d’Italia per la consueta richiesta di scambio d’informazioni. Banca Marche ha appena depositato il prospetto informativo per un aumento di capitale da 180 milioni di euro e Consob chiede «ogni elemento utile ai fini dell’istruttoria». Nella lettera vengono forniti dati sul Tier1 e sul Total capital ratio, precisando che l’isitituto presenta una eccedenza di capitale consistente rispetto ai requisiti minimi. Poi si sottolinea che le ispezioni condotte nel 2010 hanno evidenziato una serie di carenze: tensioni di liquidità, carenze nel processo di concessione del credito e nel governo societario. «La banca - aggiunge Bankitalia nella sua risposta alla Consob - ha avviato una serie di iniziative volte a rimuovere le lacune sopra evidenziate. Sul punto sono in corso valutazioni da parte della Banca d’Italia». La lettera è datata 28 dicembre, un mercoledì. Poi c’è Capodanno, la Befana, un week-end e si arriva al 9 gennaio, lunedì. Quando il governatore scrive una lettera perentoria ai vertici di Banca Marche. Dove si dice che gli impegni presi vanno nella direzione giusta ma non sono soddisfacenti, che la banca «permane caratterizzata da elementi di anomalia» e che gli interventi di carattere finanziario «appaiono (...) difficilmente realizzabili». Infine pone una serie di condizioni, ponendo il termine per 30 settembre, quando verrà effettuata una verifica della esecuzione delle misure richieste. La banca verrà poi commissariata nell’estate del 2013.
Fonti di Bankitalia sostengono che non c’è contraddizione tra le due lettere. La vicenda è riportata nel sito di Bankitalia in questi termini: l’aumento viene chiesto da Bankitalia e «la Consob, che autorizzò la pubblicazione del relativo prospetto informativo, era stata sinteticamente informata a fine dicembre 2011 dell’esito delle tre ispezioni, sulla base del quale la Vigilanza chiese poi alla banca, ai primi di gennaio 2012, incisivi interventi correttivi».
La diversità delle comunicazioni a Consob (hanno preso impegni e li stiamo valutando) e alla banca (gli impegni non sono sufficienti e dovete fare altro) è evidente. Al punto che Consob sanziona gli ex vertici di Banca Marche per non aver comunicato alla Commissione la lettera di Visco, che conteneva «talune informazioni» che avrebbero dovuto essere inserite nel prospetto, come ha confermato la sentenza d’appello che ha rigettato il ricorso degli ex consiglieri. Cosa cambia tra Capodanno e la Befana non è affatto chiaro.
L’aumento andò in porto nei mesi successivi, con un ampia partecipazione dei soci grandi e piccoli che in 30 mila circa sottoscrissero le nuove azioni. Diventando, dopo la risoluzione, una delle pietre angolari delle accuse contro gli ex vertici. Oggi sarà proprio la procuratrice capo di Ancona, Elisabetta Melotti, ad essere audita dalla commissione d'inchiesta sul sistema bancario. Ieri è stata invece Barbara Cavalo, sostituta procuratrice di Ferrara, a parlare di «vuoto normativo» in relazione alle comunicazioni tra Consob e Bankitalia.
Banca Marche, nuovo pasticcio tra la Consob e Bankitalia
 

Fabrib

Forumer storico
"Una persona su quattro che si incontra per le strade di Ferrara è un azzerato": è in queste parole, pronunciate stamane dal presidente dell'associazione "Amici della Carife" Marco Cappellari, il senso del dramma delle "quattro banche" messe in risoluzione il 22 novembre 2015. Sulle vicende di Banca Etruria si è concentrata e si concentra un'attenzione mediatica elevatissima. Delle altre tre si parla poco o niente, persino in questi giorni in cui si stanno avvicendando le audizioni davanti alla Commissione d'inchiesta sulle Banche. Il calo di attenzione sul lavoro della Commissione si riflette anche in una durata più contenuta delle sedute: dopo punte di nove ore, adesso tutto si risolve nell'arco di due, tre ore, meno di un'ora per i pm di Chieti.

Eppure sulle "altre" tre banche, se si vuole definirle così, ci sarebbe molto da dire. Perché il dubbio, e nel caso di Carichieti è molto più di un dubbio, perché i commissari straordinari nominati dalla Banca d'Italia, Salvatore Immordino e Francesco Bochicchio, sono indagati dalla procura di Chieti. "L'ipotesi di lavoro è l'eccessiva svalutazione dei crediti avvenuta poco prima della risoluzione del novembre 2015", il reato ipotizzato è quello di "bancarotta", ha spiegato alla Commissione Banche il procuratore di Chieti Francesco Testa.

Di crediti liquidati troppo rapidamente, e male, si parla anche per Banca Marche, la più grande delle quattro, quella che ha travolto il maggior numero di risparmiatori, e per la Cassa di Risparmio di Ferrara. "Le associazioni dei risparmiatori truffati di Carife e Banca Marche sono persuasi che anche nei periodi commissariali esistono interventi opachi e dannosi, e chiedono che venga chiarito il ruolo di Bankitalia", ha detto oggi al termine dell'audizione il commissario Pd Franco Vazio.

In particolare per Banca Marche (che "vanta" ben 5 degli 8,5 miliardi di sofferenze delle quattro banche) il rappresentante dell'Unione Nazionale Consumatori, l'avvocato Corrado Canafoglia, ha ricordato che ancora al 30 settembre 2011 la dotazione patrimoniale era di 1,7 miliardi di euro, e che nonostante l'istituto fosse già sotto la lente di Bankitalia, il TIer 1 ratio e il Total Capital ratio erano rispettivamente al 10,65% e al 15,51%, ben al di sopra dei requisiti minimi. Un patrimonio che si è vanificato e sbriciolato nel giro di pochi anni, soprattutto a causa di svalutazioni draconiane delle quali adesso l'UNC chiede conto: perché svalutare tutto al 17,6%, quando in molti casi si trattava di crediti garantiti da ipoteche, che all'epoca per altre banche venivano incassati al 40, 45%? E se la gestione commissariale, anziché risanare, avesse affossato definitivamente Banca Marche? Interrogativi simili si pongono per le altre due, anzi per Carichiti a porselo è stato il tribunale.

Per chi segue i lavori della Commissione, tuttavia, è che questa mole di documenti, di prove, di testimonianze, stiano per essere travolte dalla grande ondata delle elezioni. I commissari stanno lavorando con il fiato sul collo, e i riflettori si sono spostati dalle vicende delle banche e dei risparmiatori alle responsabilità politiche, alle alleanze strategiche tra partiti, a come il tutto si rifletterà nelle elezioni imminenti. La sensazione è che si proceda con affanno: negli ultimi due giorni sugli uffici di presidenza per trovare un accordo sul calendario aleggia la data di scioglimento delle Camere, e il dubbio che le audizioni più scomode vengano fissate dopo Natale per non essere mai tenute.
Carife, Carichieti, Banca Marche: le banche di cui non si parla
 

Fabrib

Forumer storico
“Il prezzo delle sofferenze delle 4 banche deciso in Italia”
La lettera della Vestager del 2015. Ma Barbagallo: dalla Ue solo questioni tecniche
Perché l’Italia ha proposto alla Ue, per la risoluzione delle quattro banche, una valutazione dei crediti in sofferenza ipotecari al 25%, quando la Ue riconosceva un margine di valutazione tra il 20 e il 45%? Il riferimento è a un passaggio della lettera della Commissione Ue che, il 19 novembre 2015, fissava i paletti per il salvataggio di Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti. Nella lettera, firmata dalla commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager e indirizzata all’allora ministro de...continua
GIANLUCA PAOLUCCI
 

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