Obbligazioni bancarie Banca Marche subordinate XS0257293828 e XS0302580880: dolcetto o scherzetto? (1 Viewer)

Andre_Sant

Forumer storico
Kim, chi è speculatore e chi non lo è, lo deciderà il decreto del governo..

ieri il fatto scriveva quanto segue:

Salva banche, a rilento i decreti sui rimborsi ai risparmiatori truffati. “Slittano a febbraio”

"Bisogna fare presto", aveva detto il viceministro Enrico Morando. Ma la stesura è difficoltosa perché se si privilegiano i casi dei clienti più esposti c'è il rischio di incostituzionalità. In più c'è da capire come l'Anac dovrà coordinarsi, nella gestione degli arbitrati, con Bankitalia e Consob. Responsabili della mancata vigilanza
di F. Q. | 6 gennaio 2016
COMMENTI (25)

Più informazioni su: Banca Etruria, Banca Marche, Obbligazioni
Come da copione, si allungano i tempi per il varo dei decreti che devono fissare i criteri per i rimborsi agli obbligazionisti subordinati di Banca Etruria, Banca Marche, Cariferrara e Carichieti. La legge di Stabilità, in cui sono stati stanziati 100 milioni di euro per rimborsare parzialmente chi è stato truffato e ha comprato i bond senza conoscerne i rischi, prevede che le norme attuative con i dettagli su come “selezionare” chi verrà indennizzato e la nomina degli arbitri siano emanati entro 90 giorni. Ma nei giorni scorsi il viceministro Enrico Morando aveva detto che “bisogna fare presto”. Peccato che, secondo Il Messaggero, la deadline di fine gennaio che informalmente era stata fatta filtrare in queste settimane sia a rischio. E appaia sempre più probabile che l’attesa dei risparmiatori raggirati debba continuare fino a febbraio.

La stesura dei decreti infatti procede a rilento perché la partita, rileva il quotidiano romano, “sfiora anche profili costituzionali“. Il fatto è che dare una corsia preferenziale ai casi più “gravi” – per esempio chi ha investito meno di 100mila euro pari a più del 50% del suo patrimonio, come ventilato dal presidente delle new bank Roberto Nicastro – dal punto di vista giuridico non avrebbe senso e violerebbe il principio dell’uguaglianza di trattamento. Ma la coperta è corta: i 100 milioni del Fondo di solidarietà bastano per coprire solo le perdite di circa 2.500 persone, se si considerano appunto quelle più esposte. E resta da vedere se andrà in porto l’ipotesi di di destinare ai rimborsi anche una parte dei soldi ricavati dalla cessione dei crediti deteriorati delle bad bank.

In più occorre capire come dovranno coordinarsi la camera arbitrale dell’Autorità nazionale anticorruzione di Raffaele Cantone e l’accoppiata Bankitalia-Consob: pur responsabili di non aver vigilato in modo adeguato né messo in guardia in risparmiatori, appare sempre più probabile che saranno chiamate ad affiancare gli uomini dell’Anac che del resto non hanno specifiche competenze bancarie e finanziarie.


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essendoci un arbitro ad personam, credo che fattori come: data di acquisto, pmc, ecc saranno molto rilevanti per spingere al sì oppure al no, per l'ottenimento di un parziale rimborso..

ciao
Andrea
 

Andre_Sant

Forumer storico
... a chi interessa

i titoli da Binck non possono essere spostati su altra banca ...quindi confermato quanto detto da alcuni i giorni scorsi ...

aspettiamo e vediamo ...tanto le minus finchè non si vende ...o non si fà la dismissione di titoli ...sono sempre da realizzare e quindi Utilizzabili

ma la dismissione titoli con binck è fattibile nel caso di banca marche?

qualcuno l'ha fatta?

grazie
ciao
Andrea
 

NoWay

It's time to play the game
Banche: in campo Bnl per 4 salvate, offerte a febbraio (Mess)

ROMA (MF-DJ)--Sfida francese sulle quattro banche salvate dalla risoluzione ordinata di Bankitalia e Tesoro che ha evitato un disastro per il mercato italiano. Oltre a Cariparma, controllata dall'Agricole, nella partita potrebbe entrare la Bnl, di proprieta' di Bnp Paribas, che potrebbe guardare il blocco dei 4 istituti.

Lo scrive Il Messaggero spiegando che ieri ci sarebbe stata una nuova riunione dello steering committee formato dal presidente Roberto Nicastro, gli a.d. delle nuove Carife, Banca Marche, Banca Etruria, CariChieti, presenti gli advisor Oliver Wyman (strategico) e SocGen (finanziario), i legali dello studio Chiomenti. Nella riunione si sarebbefatto il punto sull'attivita' corrente e abbozzata la deadline del processo di vendita che rispetta la tempistica, troppo accelerata, imposta dalla Ue (fine giugno).

Gli information memorandum, cioe' i documenti di presentazione delle banche in vendita, da consegnare ai pretendenti sulla base del sondaggio compiuto da Nicastro e dagli advisor, dovrebbero essere inviati l'8 febbraio. In vista della predisposizione delle carte, SocGen avrebbe sollecitato i capi delle quattro banche a completare la trasmissione di altre informazioni, come quelle relative alle controllate. L'avvio del processo significa inoltre che, per quella data, dovra' essere completata la cessione dei crediti deteriorati al 31 dicembre, a favore di Rev spa, la bad bank costituita ad hoc, con un presidente di garanzia e valore (Livia Pomodoro): l'ammontare che a settembre era di 1,5 miliardi dovrebbe salire fino a 1,9 mld.

La tabella di marcia concordata con l'Autorita' di risoluzione prevede che, i pretendenti dopo aver esaminato le carte, facciano pervenire le offerte non vincolanti entro lunedi' 29 febbraio. Subito dopo si apre la data room per l'approfondimenti di ulteriori dati sensibili. Ci sarebbe un mese a disposizione per compiere questo check up: a fine marzo sarebbero attese le offerte finali.
 

Andre_Sant

Forumer storico
a domanda diretta sullo scarico del titolo, binck risponde quanto segue:


attualmente siamo in attesa di aggiornamenti sul titolo, non possiamo darLe una risposta nel breve.

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Chiami il numero 02 36016161 o scriva una e-mail a [email protected]
 

Andre_Sant

Forumer storico
qualcuno che vendette il titolo banca marche otc, dopo il default, ha avuto la vendita stornata / annullata?

o è riuscito correttamente a completare la vendita e incamerare quindi la relativa minus valenza?

grazie
ciao
Andrea
 

Jackrussel

Forumer storico
qualcuno che vendette il titolo banca marche otc, dopo il default, ha avuto la vendita stornata / annullata?

o è riuscito correttamente a completare la vendita e incamerare quindi la relativa minus valenza?

grazie
ciao
Andrea

Io ho venduto OTC a 1,5 con binck il 23/11 (valuta 25).
Nessuno storno o problema.
Minus regolarmente incamerata , tra l'altro già in gran parte utilizzata.

Evidentemente ora se non accettano la dismissione qualcosa è cambiato.
Nessuno sa bene cosa verrà fuori col decreto che hanno grossi problemi a scrivere a quanto pare.
 

GiveMeLeverage

& I will remove the world
«Azzerati» al test fiscale

La riduzione di valore disposta da Bankitalia è una novità che non comporta l’estinzione del titolo

Il “risanamento” di Banca Marche, Banca Etruria, CaRiFerrara e CaRiChieti è destinato a fare scuola anche dal punto di vista fiscale per le eventuali future risoluzioni di enti creditizi. Non solo i malcapitati detentori di azioni e obbligazioni subordinate azzerate con l’applicazione del Dlgs 180 del 16 novembre 2015, ma anche gli stessi intermediari desidererebbero avere dall’Amministrazione Finanziaria “certezze” su come (e soprattutto quando) trattare le minusvalenze subite dai clienti con l’azzeramento del valore dei titoli delle quattro banche interessate.
Il punto di partenza
Ai fini fiscali azioni e obbligazioni subordinate non sono assimilabili, perché il rendimento di quest’ultime non è integralmente costituito da una partecipazioni agli utili dell’emittente e quindi sono regolate dall’articolo 67, comma 1, lettera c-ter del Testo unico delle imposte sui redditi (Tuir) e non dalle lettere c e c-bis. Questo è un punto ormai assodato e più volte ribadito da circolari dell’Agenzia delle Entrate (n.26/E del 2004, n.10/E del 2005, n.4/E del 2006 e n.11/E del 2012) e da un parere espresso dall’Abi per dare chiarimenti alle associate (n°1234 del 2010). A differenza delle azioni, le obbligazioni subordinate generano dunque minusvalenze non soltanto in occasione della vendita del titolo, ma anche in occasione del rimborso.
Il punto di domanda
Non c’è quindi alcun dubbio sulla possibilità di compensare, anche senza cessione a titolo oneroso, il 26% della perdita generata con l’azzeramento dei bond subordinati con le plusvalenze finanziarie non qualificate. Il problema, invece, risiede su “quando” la minusvalenza sia deducibile in caso di mancato rimborso, perché occorre andare a verificare caso per caso (in occasione di ogni società che finisce in dissesto, non solo per le quattro banche adesso coinvolte) il momento in cui si verifica l’evento che comporta la perdita definitiva del diritto di ottenere la restituzione del capitale.
Il “momento giuridico”, che stabilisce quando i malcapitati investitori di turno non hanno più diritto di ricevere somme a titolo di rimborso, giunge solo con la chiusura della procedura concorsuale che travolge la società e il susseguente e necessario adempimento formale di cancellazione dal Registro delle Imprese. Ovvero, dopo anni. In più, “i tempi tecnici” in banca per eliminare il titolo dal dossier puntualmente si dilungano, anche di alcuni anni, e il risparmiatore oltre a subire il danno di perdere il capitale investito, subisce anche la proverbiale beffa di non poter compensare la minusvalenza. E la “colpa” non è dell’intermediario bancario, ma di un farraginoso sistema di comunicazione che prende avvio quando il Tribunale emette il decreto di ripartizione finale dell’attivo della società caduta in default e si conclude con l’avviso di MonteTitoli alle banche che dà il via libera alla cancellazione dei titoli dal dossier dei clienti. Nel mezzo il meccanismo si inceppa, tra curatori fallimentari poco solerti a comunicare e lo scarso attivismo di MonteTitoli che potrebbe almeno monitorare l’evoluzione delle procedure concorsuali delle società con titoli quotati. È quindi necessario un intervento normativo per chiarire i diversi ruoli dei soggetti coinvolti in modo da responsabilizzarli, come più volte auspicato dalle pagine di Plus24.
il punto d’incontro
Nel recente passato, per esempio nei casi Argentina e Parmalat, per chi ha aderito al piano di ristrutturazione accettando nuovi titoli meno remunerativi in cambio dei vecchi, il momento realizzativo è stato individuato all’atto della conversione. Una sorta di rimborso parziale che ha consentito di riconoscere agli investitori una minusvalenza fiscale pari alla differenza tra il vecchio costo di carico e il valore attribuito ai titoli di nuova emissione.
Adesso con il Dlgs salva-banche (n.180/2015), che ha disciplinato la “riduzione” e “conversione” non solo delle azioni, ma anche delle obbligazioni subordinate, i risvolti fiscali si complicano. Se per le “conversioni” dovrebbe essere sufficiente la prassi vigente (vedi circolare Abi 1272 del 23 giugno 2011, sulla conversione dei bond General Motor), la “riduzione di valore” disposta dalla Banca d’Italia in base al Dlgs 180/2015 è una novità, perché non comporta la definitiva estinzione del titolo di credito, come invece avverrebbe alla chiusura della procedura di liquidazione (che comunque riguarderebbe le emissioni subordinate non ridotte, ma che sono rimaste nelle banche oggetto di risoluzione, ovvero le “bad bank”). Anche perché alcuni investitori hanno ancora l’aspettativa di intascarsi un ristoro dal “fondo di solidarietà” istituito ad hoc con l’ultima legge di Stabilità.
Tuttavia, trattandosi di un abbattimento irreversibile del diritto di credito dell’obbligazionista, potrebbe essere considerato un evento sufficiente a generare “minusvalenza deducibile”. E l’eventuale ristoro che arriverà dal Fondo, potrebbe essere considerato come una successiva plusvalenza da compensare con la minus generata in precedenza. Sarebbe comunque auspicabile un chiarimento, anche solo da parte dell’Agenzia delle Entrate, per dare certezze a risparmiatori e operatori.

[Plus24]
 

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