vedo che il thread langue. Riporto un pezzo dal Sole di ieri, con beneficio di inventario:
Nessun piano B sul salvataggio di Banca Marche, CariFerrara, Popolare Etruria e CariChieti. Per evitare il rischio del bail-in per le principali quattro banche attualmente commissariate, il Fondo interbancario - con la “sponda” del Mef e della Banca d’Italia - sarebbe intenzionato a proseguire nella strada tracciata nei mesi scorsi: intervento ex-ante delle banche “sane” sotto forma di aumento di capitale, in parte coperto direttamente e in parte attraverso una linea di credito, concessa dai primi sette istituti del Paese. Con la possibile conversione di una parte delle obbligazioni subordinate.
È quanto sembra emergere in queste ore da diverse fonti vicine al dossier. Il piano a Bruxelles per ora sembra aver raccolto più critiche che consensi da parte della Commissione europea, secondo la quale - trattandosi di un intervento obbligatorio, per quanto coperto da risorse private - configurerebbe un aiuto di stato. «Piccoli cavilli», li ha definiti in settimana il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che per ora non sarebbero stati messi nero su bianco dalla Commissione. Di qui, appunto, la decisione di tirare dritto dell’Italia, esponendosi sì al rischio di una contestazione che però potrebbe poi essere discussa successivamente, anche in sede di Corte di GiustiziaUe.
Nei giorni scorsi, proprio per dribblare le perplessità di Bruxelles, si era ipotizzato un piano B attuato mediante un intervento volontaristico solo di alcune banche, ma la strada si sarebbe rivelata rischiosa oltre che costosa. E per questo accantonata.
La priorità, ora, sarebbe quella di accelerare il più possibile i quattro salvataggi. Tanto è vero che nelle scorse ore i commissari delle banche attualmente in amministrazione straordinaria avrebbero passato il messaggio alle strutture , chiamate a uno sforzo organizzativo non da poco:?a parte Carife, nel caso delle altre tre banche di qui alla fine dell’anno c’è infatti da convocare le assemblee dei soci e predisporre gli aumenti di capitale. Che in totale dovrebbero valere circa 2,2 miliardi, una cifra elevata ma comunque decisamente inferiore a quella che dovrebbe sobbarcarsi il sistema in caso di risoluzione delle banche e di successivo bail-in (che rimane ultima istanza), con l’incognita dell’effetto destabilizzante della “violazione” dei depositi oltre i 100mila euro .