Guerra fredda tra USA e CINA (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
Ban Huawei USA: anche Intel, Qualcomm e Broadcom sospendono gli accordi | Report
20 Maggio 2019 9
Ban Huawei USA: anche Intel, Qualcomm e Broadcom sospendono gli accordi | Report - HDblog.it


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Intel, Qualcomm e anche Broadcom si uniscono a Google sospendendo i contratti di fornitura con Huawei, a seguito del ban deciso dal Governo statunitense. La notizia non ha ancora carattere di ufficialità, ma viene riportata da Bloomberg che fa riferimento alla sospensione con effetto immediato degli accordi attualmente esistenti. Secondo quanto riportato dalla fonte, gli impiegati delle tre aziende sono stati informati dello stop ai sopraccitati accordi sino a nuovo ordine.

Allo stato attuale Intel fornisce a Huawei i chip per i server e i processori per la sua linea di portatili, mentre il ruolo di Qualcomm è minore, visto che il produttore cinese sviluppa in proprio i modem per i suoi dispositivi mobile. E' interessante notare che, secondo Bloomberg, Huawei ha già adottato misure per fronteggiare quanto si sta verificando, accumulando scorte di chip e processori dai fornitori statunitensi che le consentirebbero di andare avanti almeno per tre mesi. Un lasso di tempo utile per stabilire se il ban imposto dagli Stati Uniti sarà permanente o in qualche modo superabile.

Gli effetti del provvedimento adottato dagli Stati Uniti a carico di Huawei sono apparsi ancor più chiari nel corso del weekend quando è stata diffusa la notizia della sospensione delle licenze Android da parte di Google. Non è da escludere che anche altre aziende statunitensi decideranno di rispettare gli ordini del Governo. Il riferimento va in primo luogo a Microsoft che potrebbe scegliere di sospendere gli accordi di fornitura del sistema operativo Windows usato nei portatili Huawei, anche se sul punto mancano conferme sia ufficiali, sia ufficiose.

E' corretto ricordare che, al momento, solo Google ha rilasciato una dichiarazione sulla vicenda, mentre si attendono quelle delle altre aziende coinvolte, a partire dalla stessa Huawei
 

big_boom

Forumer storico
in sostanza hanno paura di Huawei:
- e' indipendente per tecnologia e risorse
- dispone gia' ora un sistema operativo che puo' sostituire android e probabilmente potra' far girare in emulazione le app android
- produce un processore da 7nm al top come tecnologia di esclusivo utilizzo
- e' gia leader e dispone del mercato piu' grande del mondo (cinese)
- ha la tecnologia 5g

Huawei lancia primo smartphone 5G in GB - Hi-tech

Huawei e' una azienda tecnologica che fa paura ai monopolisti come Apple, Sansung, Google, Intel
per questo si stanno muovendo con sanzioni tecnologiche perche' non solo le armi nucleari fanno pausa alle lobby occidentali ma anche quelle tecnologiche.

Gli Usa accettano la competizione solo in regime di monopolio.
Non esiste piu' una marca di telefonia leader in europa perche' noi abbiamo ceduto la nostra sovranita' anche intellettuale, la Cina no!
 

tontolina

Forumer storico
tutto quello che sta succedendo dimostra che Apple soffre la concorrenza

se Hwawei riuscirà a trovare il rimedio degli aggiornamenti, tutto questo non sarà servito a niente


Insomma sembra che la Cina sia molto più all'avanguardia degli USA
 

tontolina

Forumer storico
Usa, Huawei inserita nella lista nera per ragioni di sicurezza

La mossa renderà più difficile per la società cinese e le sue 70 affilliate comprare parti e componenti dalle società americane.
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Huawei cita in giudizio gli Usa: "Incostituzionale l'esclusione dalle gare dei nostri prodotti"


Il colosso cinese delle telecomunicazioni passa al contrattacco e accusa l'America di avere hackerato i server della società e rubato email

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tontolina

Forumer storico
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per me gli USA vogliono essere i soli ad avere la possibilità a spiare tutti senza render conto a nessuno
alla sola possibilità che anche i cinesi possano eguagliare l'impero Usa, dà veramente fastidio
 

marofib

Forumer storico
per me gli USA vogliono essere i soli ad avere la possibilità a spiare tutti senza render conto a nessuno
alla sola possibilità che anche i cinesi possano eguagliare l'impero Usa, dà veramente fastidio

si ma nell'impero usa c'e' una parvenza di diritto, nell'altro solo una dittatura oscurantista, non si puo' provare simpatia
 

tontolina

Forumer storico

tontolina

Forumer storico
Trump vs Ue? Ecco settori e Paesi più a rischio
di Redazione
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Secondo Amundi il pericolo di uno scontro sui dazi tra Usa e Unione europea non è ancora scongiurato. E a rimetterci non sarebbe solo il settore auto tedesco


GERMANIA LA PIÙ ESPOSTA TRA I GRANDI EUROPEI
Per capire quali Paesi e settori in Europa risentirebbero maggiormente di un aumento dei dazi, Amundi ha preparato un elenco con l’esposizione geografica dei diversi indici e sotto-indici, con un filtro molto semplificato ma che fornisce comunque alcune indicazioni utili per capire quanto le azioni europee sono esposte agli Usa, che rappresentano il 20% del fatturato aggregato delle società dell’MSCI Europe. Le vendite americane verso l’Europa rappresentano invece solo il 14% del fatturato aggregato delle società dell’MSCI US, di cui il 12% verso la sola Unione Europea. Le variazioni dell’esposizione europea verso gli Usa sono molto ampie da paese a paese, si va dal 2% del Portogallo al quasi 30% della Svizzera. I quattro grandi dell’MSCI Europe – Germania, Francia, Regno Unito e Svizzera, che insieme rappresentano il 73% della capitalizzazione di mercato europea – hanno un’ esposizione agli Usa che varia dal 16% al 30% ed è in media del 22%. Dato che la Svizzera non fa parte dell’Unione e il Regno Unito è in bilico, la Germania con le sue auto appare il più pesantemente esposto, vicino al 40% in alcuni settori
In caso di conflitto, gli Usa sarebbero meno esposti, anche se entrambe le parti ne uscirebbero sconfitte. Nonostante si ritenga di solito il settore europeo dell’auto e della componentistica quello potenzialmente più bersagliato, secondo Amundi in realtà ci sono altri settori ancor più esposti agli Usa, come i beni strumentali, i prodotti alimentari, le bevande e il tabacco o il settore sanitario, che potrebbero quindi risultare a rischio. Visto il perdurare delle tentazioni protezionistiche Usa e le incertezze sulla Brexit, Amundi avverte l’investitore in azioni europee di non giungere alla conclusione affrettata che gran parte dei rischi legati al commercio siano ormai dissipati.

ALCUNI SETTORI ANCORA PIÙ ESPOSTI DELL’AUTO
Ma uno sguardo più dettagliato all’MSCI Europe mostra che, con il 20% delle vendite negli Stati Uniti, il settore auto europeo presenta un’esposizione in linea con la media ed è ben lungi dall’essere il settore più pesantemente esposto. Sarebbe indubbiamente penalizzato dall’aumento dei dazi, ma sono a rischio anche altri settori. Amundi cita in particolare il farmaceutico e le attrezzature sanitarie che esportano rispettivamente il 37% e il 36% della loro produzione in Usa. Nota anche che in occasione delle prossime elezioni assisteremo di certo alle rituali campagne sui prezzi dei farmaci e sulla sanità in generale. Questi settori in tempi normali sono considerati difensivi, ma potrebbero riservare una doppia delusione in caso di guerra commerciale anche tra Stati Uniti ed Europa. Quattro altri settori industriali secondo Amundi rivestono un ruolo più importante dell’auto e sono i prodotti alimentari, bevande & tabacco, tecnologia hardware, beni strumentali e prodotti per l’igiene personale e per la casa, le cui vendite negli Stati Uniti oscillano tra il 22% e il 25% del loro totale.

SUL QUADRO COMMERCIALE PESA ANCHE LA BREXIT
Il report ripercorre le tappe dell’escalation lanciata da Trump sin dalla sua elezione fino alla tregua siglata a luglio 2018 con il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker. Ma già a metà febbraio, il Segretario al Commercio USA ha alzato l’asticella mettendo nel mirino l’auto europea e ad aprile gli americani hanno sollevato nuovamente il problema dei sussidi pubblici all’Airbus. Intanto in Europa a metà aprile il Consiglio dei ministri Ue ha dato via libera alla negoziazione di un nuovo accordo commerciale con gli Usa, ma i negoziati verteranno unicamente sui dazi sulla produzione e non includeranno agricoltura, servizi, accesso agli appalti pubblici e protezione degli investimenti. Nel frattempo, una Brexit senza accordi potrebbe far scattare automaticamente dazi doganali come previsto dalle norme del Wto, che varierebbero da un prodotto all’altro e penalizzerebbero il settore auto sia nel Regno Unito sia in Europa continentale con aumenti dei prezzi che potrebbero arrivare alle due cifre.


ANALIZZARE A FONDO TUTTI I SETTORI
In conclusione, vista la portata dei legami tra Stati Uniti e Unione Europea, Amundi ritiene che entrambi i partner uscirebbero sconfitti da una guerra tariffaria, e sebbene da un punto di vista puramente commerciale il rapporto bilaterale sia strutturalmente favorevole all’Ue, se si tiene conto anche dei servizi, degli investimenti e del rimpatrio degli utili il rapporto risulta quasi in perfetto equilibrio e forse addirittura a vantaggio degli Stati Uniti. Sia come sia, visto che le merci sono più facilmente tassabili dei servizi, l’Europa sarebbe di certo la prima a pagare lo scotto dell’aumento dei dazi doganali. E non è l’auto il settore più pesantemente esposto agli Stati Uniti, mentre va prestata maggiore attenzione ad altri settori come sanità, beni strumentali, prodotti alimentari, bevande e tabacco, meno nell’occhio del ciclone mediatico, ma con esposizioni altrettanto consistenti agli Stati Uniti.



Flickr / Gage Skidmore

Dazi, un film già visto? La Cina come il Giappone negli anni ‘80
 

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