Azione legale titoli Popolare di Vicenza e Veneto Banca (6 lettori)

Fabrib

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Il Fatto Quotidiano
 

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Utente Hunt, da altro Forum:
Truffati dalle banche, il governo salva Intesa, Consob e Bankitalia
NELLA MANOVRA, LA NORMA SUI RIMBORSI AI RISPARMIATORI DI ETRURIA & C. CONTIENE LO SCUDO PER GLI ISTITUTI E LE AUTORITÀ DI VIGILANZA: NON POTRANNO SUBIRE CAUSE. IL CONDONO TOMBALE DEL CREDITO
di Carlo Di Foggia
La verità, com'è noto, si nasconde dove può. E nel caso dei rimborsi ai cosiddetti "truffati dalle banche" è in un sub-comma anodino di un articolo della legge di Bilancio. L'effetto dirompente, almeno nelle intenzioni di chi l'ha inserito, è quello di salvaguardare le banche, ma soprattutto Consob e Banca d'Italia dal rischio di dover rispondere delle colpe "in vigilando" che iniziano a emergere nei tribunali. Un salvacondotto avallato dal governo, contenuto nella misura con cui promette di aiutare i risparmiatori a cui erano stati venduti strumenti inadatti al loro profilo di rischio, poi travolti dalle norme Ue sul bail-in.
Andiamo con ordine. In questi giorni è in atto lo scontro tra l'esecutivo e le associazioni dei risparmiatori delle quattro banche mandate in "risoluzione" a novembre 2015 (Etruria, Marche, CariChieti e CariFerrara) e delle due popolari venete (Pop Vicenza e Veneto Banca) liquidate e regalate a Intesa SanPaolo. Con quelle mosse sono andati in fumo i risparmi di 15 mila obbligazionisti e 440 mila azionisti. Travolto dalle polemiche, il governo Renzi ha previsto per i primi un indennizzo forfettario (l'80%) o l'accesso agli arbitrati dell'Anac. Per gli azionisti, il governo Gentiloni ha stanziato solo 100 milioni in 4 anni. Ora, con la legge di Bilancio (articolo 38), il governo gialloverde alza la cifra a 1,5 miliardi nel triennio prossimo. Soldi pubblici, provenienti dai "conti dormienti", cioè conti correnti bancari, depositi etc. non toccati dai titolari da almeno 20 anni. Ci sono tre paletti: il rimborso ottenibile è limitato al 30 per cento della cifra persa e a un tetto massimo di 100 mila euro; e per richiederlo serve aver ottenuto una sentenza del giudice o dell'Arbitro per le controversie finanziarie della Consob che attesti la vendita fraudolenta delle azioni da parte degli istituti. Alle associazioni era stato promesso il rimborso totale. Luigi Di Maio le incontrerà domani, e promette di fare di più per fermare la rivolta.
Ma la novità più dirompente è un'altra. Secondo l'articolato, chi accetta il rimborso rinuncia a qualsiasi azione legale su quegli importi. Testuale: "L'accettazione equivale a rinuncia all'esercizio di qualsiasi diritto e pretesa connessi alle stesse azioni", recita la lettera F, del comma 3 dell'articolo 38 della manovra. Un controsenso. Se fisso la soglia di rimborso al 30 per cento del danno subito - accertato da una sentenza - perché non posso rifarmi sulla banca per il restante 70 per cento? La manleva non era prevista per gli obbligazionisti. In quel caso, peraltro, il rimborso avveniva a carico di un fondo alimentato da tutte le banche italiane. Per gli azionisti, invece, il ristoro avviene con fondi pubblici.
Se non nella logica, la ragione della norma è da rintracciare altrove. In quello che è avvenuto tra fine 2017 e oggi. In questi mesi molti truffati hanno ottenuto dai giudici sentenze che obbligano le nuove banche, nate dalle ceneri di quelle in dissesto, a risarcirli. Un bel guaio per gli acquirenti degli istituti, da Intesa a Ubi (che si è presa Etruria, Marche e CariChieti). L'altro bersaglio da proteggere sono le autorità di vigilanza. Davanti alla commissione parlamentare d'inchiesta sulle banche, Consob e Bankitalia si sono rinfacciate di non essersi fornite tutte le informazioni critiche di cui disponevano. Ne è emerso il sospetto concreto che si sia trattato di una "distrazione di sistema": le banche in difficoltà hanno piazzato strumenti agli ignari risparmiatori sotto l'occhio socchiuso dei vigilanti, che a disastro emerso hanno accusato i banchieri di aver tenuto nascoste le nefandezze.
Il 9 agosto scorso, la Corte d'appello di Firenze ha annullato le multe comminate dalla Consob ai vertici di Etruria per non aver riportato nei prospetti dei bond emessi a fine 2013, i gravi rilievi mossi da Bankitalia a luglio 2012 e il 3 dicembre 2013, quando il governatore Ignazio Visco scrisse al cda: "L'istituto non è più in grado di percorrere in via autonoma la strada del risanamento". Secondo i giudici, Consob sapeva tutto, grazie alle informazioni ricevute da Via Nazionale, e quindi le multe sono il frutto di un'azione tardiva. Un'inefficienza che spalanca le porte a richieste di risarcimento verso l'Authority di Borsa per colpa grave. Anche Bankitalia trema. L'ostacolo alla vigilanza è la trincea scelta da Visco per difendere la reputazione di Palazzo Koch: i banchieri furbi hanno gabbato gli ispettori. A dicembre scorso, però, gli ex vertici del Montepaschi sono stati assolti dall'accusa di aver ostacolato Bankitalia sui derivati usati per occultare le perdite. Prima ancora è stato assolto dallo stesso reato l'ex presidente di Etruria Giuseppe Fornasari, denunciato dagli ispettori di Visco. Che lo scenario possa ripetersi per le altre banche finite in dissesto è una prospettiva concreta. E la norma pensata dal governo gialloverde disinnesca questo pericolo. La versione che circola è che sia stata inserita su iniziativa del ministro dell'Economia Giovanni Tria, sensibile ai timori di Via Nazionale e a quelli di Ubi e Intesa. Ma l'imbarazzo dei 5Stelle lascia intuire che il salvacondotto per le vigilanze sia stato accettato in cambio del via libera ai rimborsi.
La novità contenuta in manovra è stata segnalata alle associazioni dei risparmiatori dall'ex commissario della bicamerale d'inchiesta, l'ex senatore Andrea Augello: "È un condono tombale che salva le banche e le autorità di vigilanza, le cui colpe sono emerse in maniera lampante nei lavori della commissione", spiega al Fatto. Il modo peggiore per chiudere la vergognosa pagina della crisi bancaria italiana.
 

Fabrib

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ROMA, 7 novembre (Reuters) - I rimborsi previsti dal governo ai risparmiatori che hanno subito perdite ingiuste saranno alzati rispetto a quanto indicato nella legge di bilancio, garantendo il 95% a chi aveva obbligazioni e il 45% agli azionisti.
Lo ha detto il sottosegretario all’Economia ed esponente del M5s Alessio Villarosa nel corso della trasmissione Omnibus su La7.
“Per gli obbligazionisti ci sarà un ulteriore rimborso e arriveremo sicuramente al 95% e probabilmente al 100%”, ha detto Villarosa, spiegando che questo verrà scritto in un disegno di legge collegato alla manovra.
La legge di bilancio stanzia 525 milioni annui per il triennio 2019-2021 a favore dei risparmiatori che hanno subito un danno ingiusto dall’acquisto di azioni di banche messe in liquidazione coatta tra il 16 novembre 2015 e prima dell’1 gennaio 2018.
L’associazione Vittime del Salva Banche, nata dopo il salvataggio delle quattro banche regionali a fine 2015 (Banca Etruria, Banca Marche, CariFerrara e CariChieti), ha denunciato il mancato rispetto delle promesse del governo.
I risparmiatori titolari di obbligazioni subordinate di queste quattro banche sono stati azzerati nell’operazione di salvataggio degli istituti.
Villarosa dice che questa associazione rappresenta circa 3 mila persone, cioè 1% della platea dei 300.000 risparmiatori interessati dalla norma

“In questa legge di bilancio abbiamo pensato agli azionisti che erano stati totalmente esclusi”, ha detto Villarosa, che spiega anche come verrà elevata la percentuale di rimborso, oggi fissata al 30% per chi aveva azioni.
“Abbiamo fatto il calcolo che ampliando [lo stanziamento] da 1,5 miliardi a 2,5 miliardi significa arrivare a una percentuale di rimborso pari al 45%, invertendo l’onere della prova”, ha detto Villarosa, spiegando che 600 milioni di euro di maggiori risorse “già dal prossimo anno arrivano dal fondo conti dormienti”.
 

Fabrib

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La rabbia dei truffati dalle banche contro lo scudo nella manovra. Il governo rievoca la manina e promette il dietrofront
Andrea Arman, presidente delle associazioni venete attacca Villarosa (M5S): "Non avete neppure la cortesia di ascoltare chi vi ha portato i voti"
By Giuseppe Colombo

"Quando siete venuti a chiedere il voto la cortesia l'avevate. Lei oggi non ha neppure la cortesia di ascoltare chi i voti ve li ha portati". Ministero dell'Economia, ore 13. Da una sedia del tavolo convocato dal governo con le associazioni dei truffati dalle banche si alza Andrea Arman, presidente del coordinamento dei soci degli istituti veneti. L'accusa - come si evince dal video pubblicato in esclusiva da Huffpost - è rivolta al sottosegretario all'Economia in quota 5 Stelle Alessio Villarosa. Arman è uno che i pentastellati li conosce bene perché alle ultime elezioni è stato candidato (poi non eletto) proprio con il Movimento nel collegio uninominale di Montebelluna, quello che una volta era il quartier generale della Veneto Banca di Consoli. Esplode la rabbia. Quella di chi si sente tradito da un governo - e dai grillini in primis - che aveva fatto del rimborso totale ai risparmiatori uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale contro il Pd di Matteo Renzi e Maria Elena Boschi.
Per le associazioni le norme previste nella manovra, dove è previsto uno stanziamento per i risarcimenti di 1,5 miliardi per tre anni, sono "carenti" e "insufficienti". Rischiano - spiegano - di dare vita a un "pantano legale" che alla fine renderà improbabile, se non impossibile, arrivare ad ottenere il dovuto. C'è un comma, in particolare, che veicola l'irritazione dei rappresentanti dei truffati al tavolo: il numero 3, lettera F, dell'articolo 38 della legge di bilancio. Una riga che recita: "L'accettazione equivale a rinuncia all'esercizio di qualsiasi diritto e pretesa connessi alle stesse azioni". Il riferimento è alla previsione di un rimborso massimo del 30%, con un tetto di 100mila euro: in caso di accettazione, gli azionisti devono rinunciare a qualsiasi altro tipo di causa penale o civile nei confronti degli amministratori delle banche, ma anche di Consob e Bankitalia. Uno scudo che in pratica rende impossibile rivalersi sul restante 70 per cento.
Di fronte alle proteste delle associazioni, il governo - secondo quanto riferito da alcuni partecipanti al tavolo - cede. Luigi Ugone, presidente dell'associazione 'Noi che credevamo nella Bpvi', spiega che l'esecutivo eliminerà lo scudo attraverso un emendamento alla manovra. Un dietrofront perché quella norma è stata scritta proprio dal governo. Bitonci, secondo quanto riferito dallo stesso Ugone, ha provato a mettere una pezza: "Prima quel comma non c'era, poi qualcuno l'ha aggiunto...". "In pratica ha fatto una rievocazione della manina. Ci hanno detto che all'inizio questa norma non c'era e che poi è stata aggiunta, forse da un'altra manina", spiega il presidente dell'associazione dei soci delle ex Bpvi e Veneto Banca. Alle associazioni non basta. Chiedono che alla prossima riunione il governo sia rappresentato da Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Bitonci, al termine dell'incontro, prova a smorzare i toni e promette: "Il 30 per cento del ristoro è solo un acconto rispetto a quanto perso: nella legge di bilancio abbiamo messo a disposizione 1,5 miliardi, fondo che potrà essere incrementato". Una promessa che Letizia Giorgianni, presidente dell'associazione "Vittime del salvabanche", vuole vedere concretizzata nero su bianco. Per evitare una nuova manina.
 

mistico 77

Forumer attivo
qualcuno mi sa dire se anche i possessori di tutte le subordinate delle venete saranno inserite su questa modifica oppure noi sub. lo prendiamo nel solito modo??
 

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