Austerità dell'Euro-deliri (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
Non è solo il "nostro Euro"


Gli europei sono sempre piu' stanchi di Merkel e dei mercati. "Il sogno tedesco è l'incubo europeo", ha scritto il quotidano "Le Monde". Appena 25 anni dopo aver riconquistato la piena sovranità, la Germania in Europa si ritrova sulla via dell'isolamento politico.


Questa è l'eredità politica di questa cancelliera. Merkel non ha capito che l'Europa è un progetto politico. Non un progetto contabile.

http://vocidallagermania.blogspot.it/2013/03/augstein-e-se-i-veri-clown-deuropa.html
 

tontolina

Forumer storico
Pmi, il Nord Europa taglia le tasse
Così si combatte la recessione



E' tempo di mettere mano alla corporate tax.
In Danimarca dal 25% al 22%.
In Svezia dal 26,3% al 22%.
E in Finlandia il Governo si prepara a modificare l'aliquota del 24,5%, riducendola verso il 15% richiesto dagli industriali di Helsinki.

I Paesi virtuosi del Nord Europa, grazie alle loro finanze pubbliche in ordine, hanno deciso di combattere la crisi, liberando risorse dal bilancio statale e azionando la leva della pressione fiscale sulle imprese.
La tanto odiata (soprattutto nel nostro Paese) corporate tax che nel Vecchio Continente accende la concorrenza fiscale e ci vede tristemente primeggiare con il 31,4%: l'aliquota più alta fissata in Europa, con un'incidenza sul Pil del 2,7%.
Uno strumento prezioso che in Irlanda (al 12,5%, il livello più basso nell'Ue a 27) non hanno toccato nemmeno nel bailout
 

f4f

翠鸟科
Pmi, il Nord Europa taglia le tasse
Così si combatte la recessione



E' tempo di mettere mano alla corporate tax.
In Danimarca dal 25% al 22%.
In Svezia dal 26,3% al 22%.
E in Finlandia il Governo si prepara a modificare l'aliquota del 24,5%, riducendola verso il 15% richiesto dagli industriali di Helsinki.

I Paesi virtuosi del Nord Europa, grazie alle loro finanze pubbliche in ordine, hanno deciso di combattere la crisi, liberando risorse dal bilancio statale e azionando la leva della pressione fiscale sulle imprese.
La tanto odiata (soprattutto nel nostro Paese) corporate tax che nel Vecchio Continente accende la concorrenza fiscale e ci vede tristemente primeggiare con il 31,4%: l'aliquota più alta fissata in Europa, con un'incidenza sul Pil del 2,7%.
Uno strumento prezioso che in Irlanda (al 12,5%, il livello più basso nell'Ue a 27) non hanno toccato nemmeno nel bailout


francia 33,33
italia 31,4
spagna 30,0
germania 29,4

fonte: prima pagina del sole di oggi
 

lorenzo63

Age quod Agis
Non è solo il "nostro Euro"


Gli europei sono sempre piu' stanchi di Merkel e dei mercati. "Il sogno tedesco è l'incubo europeo", ha scritto il quotidano "Le Monde". Appena 25 anni dopo aver riconquistato la piena sovranità, la Germania in Europa si ritrova sulla via dell'isolameonto politico.


Questa è l'eredità politica di questa cancelliera. Merkel non ha capito che l'Europa è un progetto politico. Non un progetto contabile.

http://vocidallagermania.blogspot.it/2013/03/augstein-e-se-i-veri-clown-deuropa.html

E' errato o perlomeno nn completo quanto scrive Le Monde: la versione corretta è gli europei del sud tra cui anche la Francia sono stanchi etc.etc. ... perchè agli altri va benissimo, pure il progetto contabile.


ps: problemi di vista? nn si capisce la necessità di dovere sempre cubitalizzare ...
 
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tontolina

Forumer storico
la recessione continua, l'austerità non funziona



IL “POPULISMO” A 5 STELLE RISCIA DI DILAGARE IN EUROPA E TERRORIZZA I POTERI FORTI: GRILLO IN PERICOLO...

Goldman Sachs cambia idea: “Il Fattore Grillo è il problema numero uno dell’Europa” - Dell’Europa o dei soliti noti? Hollande sbraita mentre affonda sull’economia, Olanda e Spagna con debiti record - L’incubo di un dilagare della protesta organizzata sulla scia di Beppuzzo…



Valentina Conte per La Repubblica

GOLDMAN SACHS DE' NOANTRI: PRODI, LETTA, DRAGHI
Goldman Sachs ci ripensa. Un mese fa giudicava il risultato elettorale italiano «entusiasmante», grazie al «fascino di massa del Movimento Cinquestelle». Ieri, al contrario, ha definito il «fattore Grillo» il problema numero uno dell'Europa. Parole nette e dure, quelle della banca d'affari americana, che arrivano a ventiquattr'ore di distanza dall'analogo allarme lanciato da Hollande, giovedì in diretta tv su France 2.
BEPPE GRILLO A CASA «L'austerità porterà l'Europa all'esplosione. Vedo montare i populismi e gli egoismi nazionali. Avete visto cos'è successo in Italia?», ammoniva il presidente francese. Eppure la Francia, come la Spagna e l'ortodossa Olanda, certe ormai di sforare il 3% nel rapporto tra deficit e Pil nel 2013, sono già pronte a chiedere sconti a Bruxelles.
Il fallimento delle politiche di rigore e l'allerta populismo saranno anche al centro del colloquio tra il segretario al Tesoro americano, Jack Lew, in Europa l'8 aprile, e il presidente della Bce, Mario Draghi. E prima, all'esame delle Borse martedì prossimo, quando riapriranno dopo le feste di Pasqua.
GOLDMAN SACHS «Il vero problema dell'Unione europea non è Cipro, ma l'Italia con il "fattore Grillo". Non capisco come i tipi duri del Nord non ci stiano pensando». Lo sgambetto arriva durante un'intervista a Bloomberg tv.
GRILLO E CASALEGGIO ALLA RIUNIONE DEI PARLAMENTARI GRILLINI A ROMA

Jim O'Neill, presidente di Goldman Sachs Asset Management, ha cambiato idea su Grillo e i Cinquestelle. Da «segnale dell'inizio di qualcosa di nuovo», come affermato il primo marzo, a «vero problema » per tutta l'Europa. «L'Italia è la terza economia dell'Eurozona», ha incalzato O'Neill. «Se non inizia ad avere un po' di crescita presto, cominceranno a chiedersi quali siano i benefici della permanenza dell'euro».
Sottinteso: i Paesi virtuosi del Nord. In realtà uno di questi, l'Olanda, ha certificato proprio ieri la quarta violazione consecutiva del Patto di stabilità, grazie a un deficit al 4,1% del Pil nel 2012. Inferiore al 4,5 del 2011, ma pur sempre al di sopra del tetto del 3.



IL QUARTETTO SPREAD - RAJOY MONTI HOLLANDE MERKEL

La stessa Francia del preoccupato presidente naviga in acque agitate.
Nuovo record di disoccupati (3,2 milioni), obiettivo fallito di riduzione del deficit (anziché il 3%, quest'anno salirà al 3,7), la tassa sui ricchi naufragata (bocciata dalla Corte Costituzionale). Hollande prova ora a rilanciare con la tassa del 75% sulle remunerazioni dei manager sopra il milione di euro. Ma intanto paventa una riforma delle pensioni che obbligherà i francesi a lavorare più a lungo e rimandare l'abbandono del posto di lavoro.
Non meglio la Spagna. Tre giorni fa il governo Rajoy ha rivisto al rialzo il deficit al 6,98% del Pil dal 6,7. «Un cambio di metodologia richiesto da Eurostat», la giustificazione. In verità, la guerra dei numeri va avanti da un bel po'.
GOLDMAN SACHS E non solo tra Bruxelles e Madrid.
La banca centrale spagnola mercoledì scorso ha corretto il governo pure su Pil e disoccupazione: il primo calerà dell'1,5% quest'anno (e non dello 0,5), la seconda crescerà ancora al 27,1% (non al 24,3). Insomma la recessione continua, l'austerità non funziona. Ecco perché il governo intende chiedere alla Ue un anno in più, cioè al 2015, per arrivare al 3% del rapporto tra deficit e Pil. E nel 2013 anziché il 4,5% preventivato, la possibilità di chiudere al 6. Un disastro rispetto agli impegni presi con Bruxelles al momento di chiedere i fondi Esm per ricapitalizzare il sistema bancario.
 

tontolina

Forumer storico
L’Europa si vende al mondo e a se stessa come il continente delle regole. È europeo chi rispetta le regole europee. C’è ancora, qua e là, lo ius sanguinis,ma è per motivi pratici, non ideologici. Ideologicamente l’Europa si sente investita da una missione universale sui diritti dell’uomo e declama urbi et orbi il culto delle regole agitando il ditino alzato, con palese irritazione degliinterlocutori extraeuropei.

L’Europa è così innamorata delle regole da essersi riempita anche di regolette, come quella sulla curvatura standard dei cetrioli,
ecc........
http://www.kairospartners.com/drupal/sites/default/files/newsletter/La%20Nave%20dei%20Folli-RN-28.03.13.pdf

Il potere politico è affidato al direttorio franco-tedesco, che non figura in nessun trattato dell’Unione.
Quello finanziario e monetario viene
esercitato con regole che cambiano continuamente senza che mai nessuno ne
discuta, se non una trentina di politici e i loro sherpa.
Gli
articoli 123 e 125 del trattato istitutivo della Bce, ad esempio, dopo essere stati citati per molti anni ogni dieci minuti (sono quelli che vietano il
sostegno del debito dei singoli stati e le operazioni di monetizzazione) sono spariti d’incanto una mattina d’agosto senza un referendum o un dibattito
parlamentare. Sono spariti nella testa della Merkel e sono di conseguenza usciti dalla scena del mondo.
Esse est percipi, diceva
Berkeley.
Se smetto di
pensare a una cosa e sono la Merkel, questa cosa cessa di esistere.
 
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tontolina

Forumer storico
e DRAGHi dice
L’austerità uccide la fiducia, e questo crollo ha fatto saltare tutti i modelli economici previsionali.
Non credo che i moltiplicatori fiscali sono stati sottovalutati. La domanda interna si è rivelata più debole del previsto, essenzialmente a causa della maggiore incertezza e mancanza di fiducia.



 

tontolina

Forumer storico
La situazione in Portogallo (e in prospettiva dell'intera europa n.d.r.) vista dall’interno

Trucchi dell'Informazione: La situazione in Portogallo (e in prospettiva dell'intera europa n.d.r.) vista dall’interno



E' sempre la stessa storia e potrebbe anche risultare noiosa per chi ha già ben chiara la situazione, ma quest'articolo andrebbe fatto leggere a chi ancora crede nell'europa, nell'auterity e nei golpisti che ci governano, giusto per fargli capire dov'è che stiamo andando ...

Austerity -> Povertà -> Svendita pratrimonio Statale



Il Portogallo, con Grecia e Irlanda, é uno dei Paesi che ha richiesto l’intervento del Fondo Salva-Stati dell’Unione Europea.



A dire il vero, di “salvamento” se n’é visto poco: in Grecia, per esempio, la situazione é notevolmente peggiorata dall’arrivo della pattuglia FMI-BCE-Banca Mundiale. Le banche sono state salvate, questo é vero: ed é stato evitato il default, il fallimento dello Stato. Anche questo é vero. Ma tutto il resto? Perché la Grecia é molto piú di semplici bilanci.


Diamo un’occhiata al Portogallo.


Lisbona ha richiesto l’intervento della cosí chiamata “troika” (i cui componenti sono gli stessi del caso-Grecia) nel corso del 2010. Piú o meno nello stesso periodo le elezioni legislative sono state vinte da una maggioranza formata da PSD (socialdemocratici) e CDS-PP (Destra). Il nuovo Primo Ministro ha quindi promesso che avrebbe seguito il programma della troika affinché il Paese potesse uscire dalla difficile situazione nel giro di uno o due anni. E per “uscire dalla difficile situazione” si deve intendere il ritorno sui mercati, dove i Titoli di Stato portoghesi non erano piú disponibili a causa degli stratosferici tassi di interesse richiesti dagli investitori.


Tutto ció, naturalmente, implicava sacrifici e i Portoghesi ne erano coscienti. Ma non erano preparati a ció che stava per arrivare.


Il governo ha quindi presentato il piano (che é in realtá appartiene alla troika), fra i cui punti possiamo ricordare:


- Soppressione di tredicesima e quattordicesima per tutti i dipendenti pubblici i cui stipendi superavano i 1.000 Euro.

- 5% di taglio allo stipendio degli stessi dipendenti con una retribuzione superiore a 1.500 Euro.

- Allargamento dell’orario di lavoro nel settore privato per i prossimi due anni, a discrezione del datore di lavoro.

- Taglio fra 25 e 50% per le ore di lavoro straordinario.

- Taglio di 50% per i lavoratori in “mobilidade especial”, una specie di cassa integrazione.

- Soppressione di alcuni giorni festivi nazionali.

- Soppressione di tredicesima e quattordicesima per i pensionati del settore pubblico.

- IVA al 23% per numerosi prodotti, fra cui molti alimentari che anteriormente erano tassati al 6 o 13%.

- Tagli ai finanziamenti nei settori della Salute, dell’Educazione, della Previdenza Sociale, delle amministrazioni locali.



- 10% di aumento nel prezzo dei trasporti pubblici.

- Aumenti di gas, luce e acqua.


Questi i punti principali del bilancio statale 2012.


Quali i risultati? Principalmente due: drastica diminuzione del consumo privato e economia in recessione.


Nello scorso mese di Luglio, lo stesso governo si é detto sorpreso per la diminuzione delle entrate fiscali. Infatti, in questo strano Paese, sembra che quando si diminuiscono gli stipendi le persone comprino meno. :rolleyes:



Ma ció che importa é evidenziare che gli obiettivi tracciati dalla troika (e conseguentemente dal governo) sono stati mancati: perché se é vero che le spese dello Stato sono diminuite, é anche vero che il PIL é calato (l’economia é in coma): pertanto il rapporto debito/PIL é rimasto sostanzialmente lo stesso.


Con tali risultati, quale la scelta del governo? Semplice: piú austeritá. [kapatosta] Visto che non ha funzionato una volta, perché non dovrebbe deludere anche una seconda?


Il bilancio statale 2013 scommette per l’80 % sulle entrate per risanare il Paese. Per questo, il governo ha rivisto le aliquote della tasssazione sui redditi. E, naturalmente, tutti il prossimo anno pagheranno di piú.


Nel mezzo (lo scorso Settembre), c’era anche stato un tentativo di tagliare 7% di tutti gli stipendi (pubblici e privati) e diminuire le imposte delle imprese. In pratica, una trasferenza di denaro dai lavoratori alle imprese. Ma 600 mila persone nelle strade e addirittura la bocciatura degli impenditori (che i conti li fanno e sanno bene che se i cittadini non spendono l’economia chiude una volta per tutte) hanno obbligato il governo a fare marcia indietro. Naturalmente un collaboratore del primo ministro ha definito como “ignoranti” gli imprenditori, ma questi sono dettagli.


Nel frattempo, il governo continua a ricevere gli ordini della troika con lo scopo di “ridisegnare” il Portogallo. Fra le misure considerate, ma non ancora ufficializzate,
la vendita di tutte le emittenti televisive statali (ma é possibile un ripensamento),
la concessione ai privati del partimonio naturale statale (boschi, foreste, riserve),
piú altre misure che non sono ancora state rivelate tanto per non rovinare l’effetto sorpresa.
La sostanza é che quello che avrebbe dovuto essere un periodo di assestamento (“tutto bene, qualche sacrifico ma dopo tutto sará migliore”) é stato trasformato in un incubo del quale non si vede la fine: adesso anche il governo non parla piú del 2013 come “punto di svolta” (nel 2011 il punto era il 2012…) ma avanza com timidi 2014 oppure 2015. Date alle quali non crede piú nessuno, soprattutto senza un cambio di rotta politico-economica.


Uno Stato in crisi che necessita di denaro, si potrebbe pensare. Senza dubbio. Tuttavia i conti non tornano. Perché se il governo desiderasse realmente aumentare le entrate dello stato per risanare i conti pubblici non venderebbe le imprese pubbliche che generano profitti.
Un caso fra i molti: la TAP, la compagni aerea nazionale.
Ma non possiamo dimenticare la REN (energia elettica),
la Galp (di cui l’ENI detiene una quota),
la Portugal Telecom (comunicazioni),
la EDP (nuovamente eletricitá).
Queste sono imprese in buona salute, che alla fine dell’anno apportano utili alle casse dello Stato e la cui vendita evidenzia il vero fine del programma troika-governo portoghese: la privatizzazione.


Con il mantra “Stato piú leggero” si svende tutto, compresi anche alcuni settori della Salute.


Certo, poi capita che le piazze si riempano di 600 mila dimostranti convocati non dai partiti o dai sindacati ma da un semplice appello via internet. Oppure che le forze armate siano ogni volta piú inquiete, con tanto di cappellano militare che afferma che “l’esercito non rimarrá ad assistere alla distruzione del Paese”. E che le statistiche ufficiali parlino di una disoccupazione al 16% (ma il dato reale é superiore) e in costante crescita.


Ma sono rischi previsti, giá calcolati. Ed il gioco vale la candela: in palio c’é la distruzione di uno Stato e la svendita delle sue rovine.


di Massimo De Maria
Tratto da: La situazione in Portogallo vista dall’interno | STAMPA LIBERA
Portogallo: parlare di bancarotta e’ riduttivo. Tutte le cifre del prossimo collasso.


Il Debito pubblico del Portogallo ha raggiunto 123,6% del prodotto interno lordo (PIL) nel 2012, un salto di 20 miliardi € in un solo anno e superiore alla stima proposta dal governo alla troika meno appena 1 mese fa.
I dati diffusi dal Istituto Nazionale di Statistica (INE) hanno confermato che l’economia si è contratta del 6,4%, superiore all’obiettivo del 5% concordato con la cosiddetta troika dei creditori internazionali (Commissione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale).
INE ha detto che il debito pubblico è aumentato 15,3 punti percentuali del PIL rispetto al 2011, anche se il PIL è sceso notevolmente, aggiungendo la differenza.
Alla fine del 2012 il debito pubblico era pari a € 204.5bn, ed era la prima volta in assoluto è stato il segno di € 200 miliardi.
La recessione economica, la peggiore dal 1975, ha ridotto il PIL del paese di circa € 5,6 miliardi da € 171 miliardi nel 2011 a € 165.4 miliardi nel 2012.

Ricapitoliamo tutti gli indicatori:
- Debito Pubblico in 5 anni passa da 68% a 124%, con tendenza a salire vorticosamente
- Deficit Pubblico: nonostante le misure di austerity richieste dall’eurogruppo sale dal 4,4% al 6,4%
- Disoccupazione: passa dal 7% cinque anni fa al 17%
- Occupazione: persi in 5 anni 700.000 posti di lavoro, il 14% del totale. L’emigrazione sta dilagando.
- Inflazione: l’austerity spinge l’inflazione a ZERO a Febbraio 2013. Cio’ deprime il PIL nominale e fa schizzare il Debito.
- Bilancia Pagamenti: ad inizio anni 90 il paese era in pareggio, poi i cambi fissi (Euro) portano a deficit del 10%; ora migliora
- PIL: da 24 mesi in calo. Siamo sul -4%
- Spesa Pubblica: calata di oltre il 10% in 2 anni (evidentemente il calo degli sprechi non aiuta molto l’economia del Portogallo)

Commento:
E’ il solito FILM. Ora l’Eurogruppo ha preteso altre misure per il 2013: d’altronde ammazzare lo stesso soggetto 2 volte non e’ reato, e poi trattasi di ZOZZONISPRECONIQUASIAFRICANILAVATIVIPARASSITI, e non importa se hanno seguito alla lettera le ricette loro imposte, perfino sul fronte della Spesa Pubblica (per ucciderli meglio)…. d’altronde, glielo chiede l’Europa! Questi trends sono semplicemente insostenibili.
Bon Voyage Portugal!

By GPG Imperatrice
Mail: [email protected]
Facebook di GPG Imperatrice
 

tontolina

Forumer storico
Austerità ha distrutto in Europa 10 milioni di posti di lavoro

Stampa Invia Commenta (6) di: WSI | Pubblicato il 07 maggio 2014| Ora 09:37

Ora c'è un numero ben preciso sugli effetti delle misure dettate dalla Troika sull'occupazione, appena reso noto in una ricerca.
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Istituto dei sindacati europei: austerity ha distrutto in Europa 9,9 milioni di posti di lavoro a tempo pieno.




ROMA (WSI) - Tra suicidi, licenziamenti, sfiducia verso il futuro, le misure di austerity imposte dall'Unione europea hanno fatto milioni di vittime. Tragedie personali, storie di depressione, pessimismo, sono cresciuti nei paesi dell'Eurozona, messa in ginocchio da un mix micidiale di tasse e tagli.

Ora c'è un numero ben preciso sugli effetti delle misure di austerità sull'occupazione, appena reso noto da uno studio sull'impiego in Europa, che è stato stilato dall'Istituto dei sindacati europei.

L'analisi ha calcolato che l'austerity ha portato alla distruzione di 9,9 milioni di posti di lavoro a tempo pieno, facendo scendere il tasso di impiego dal 65,8% nel 2008, al 64,1% nel 2013.

L'Istituto parla di un decennio perduto verso cui l'Europa rischia di andare e invita il Continente a cambiare.

I risultati dello studio segnalano che l’elevato livello di disoccupazione europeo mette a repentaglio la strategia "Europa 2020", lanciata nel 2010 con l’obiettivo di ritrovare una crescita durevole e intelligente.

Forti critiche contro le misure di austerity, che secondo l'associazione non solo non hanno consentito il raggiungimento dei risultati sperati, ma hanno prolungato la recessione e stanno ostacolando la ripresa economica.

Dall’inizio del lancio delle misure di austerità, nel sud dell’Europa è aumentata la disoccupazione soprattutto tra i giovani: Italia +16,9%; Spagna +32,2%, Grecia +38,4%. E più di 13 milioni di persone si trovano nella soglia della povertà.
 

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