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La Banca Centrale del Sud Africa ha innalzato il suo obbiettivo di tasso di interesse al 5.5% mercoledi scorso siccome sono cresciute le preoccupazioni sulla debolezza della valuta in un contesto di declino del mercato emergente.
La banca ha innalzato il suo tasso di interesse chiave, quello al quale eroga prestiti alle banche commerciali al 5.5% – 50 punti base (btp). Il titolo sudafricano ha cosi’ esteso le perdite contro il dollaro, cadendo ad un minimo quinquennale che si aggira attorno a 11.26 dopo la detta mossa a sorpresa.
La governatrice della South African Reserve Bank (SARB) Gill Marcus ha detto che il comitato della politica monetaria della banca aveva preso attentamente in considerazione il rallentamento della crescita economica sudafricana e il crescere delle prospettive inflazionistiche unite al deprezzamento della moneta prima di prendere la decisione di alzare il tasso.
La stessa ha precisato che la banca avrebbe continuato a monitorare la situazione da vicino e ha detto che non era mai stata influenzata da una mossa simile in Turchia.
Le banche centrali in Turchia e in India hanno gia’ alzato i tassi di interesse per proteggere le loro valute da forti perdite.
Le preoccupazioni sul livello di crescita cinese e sulle ulteriori politiche restrittive da parte della Federal Reserve hanno spinto il selloff cominciato la scorsa settimana.
Le valute dei paesi emergenti, incluso il peso argentino, la lira turca, il rand sudafricano, e il real brasiliano hanno tutte sofferto il forte selloff cominciato lo scorso venerdi.
Le perdite hanno spinto tutti i governi dei mercati emergenti dall’Argentina all’India ad intervenire sui mercati valutari per consolidare le loro valute.
Martedi scorso la banca Centrale della Turchia ha reagito aggressivamente per difendere la lira turca, incrementando il tasso dei prestiti overnight dal 7.75% a ben il 12%. Dopo questa mossa la lira si e’ immediatamente rafforzata da 2.253 a 2.2 dal dollaro.
Precedentemente lunedi scorso, la Reserve Bank of India (RBI) aveva anche aumentato il suo tasso benchmark di 25 punti base (bps) al fine di respingere le preoccupazioni sull’inflazione, nonostante il rallentamento della crescita economica.
Le banche centrali stanno cercando di mostrare al mondo che si stanno impegnando abbastanza per proteggere le loro valute e i loro mercati in relazione agli afflussi di capitale, che hanno aiutato i Paesi emergenti a prosperare.
Il tempismo degli annunci delle banche centrali sono particolarmente acuti dato che la Fed ieri ha annunciato un ulteriore taglio per il suo programma mensile di acquisto di bond di 10 miliardi di dollari dai suoi attuali 75 miliardi.
Per i Paesi emergenti come il Sudafrica, il tapering coincide con un rallentamento della crescita economica. Il Sudafrica e’ cresciuto dello 0.7% nel terzo trimestre del 2013, la crescita piu’ lenta da piu’ di quattro anni, e l'inflazione era pari al 5,4% nel mese di dicembre.
Marcus ha scritto in una nota di avvertimento che la debolezza del rand era stata aggravata da questioni interne tra cui controversie provenienti dal mondo del lavoro e dal disavanzo di deficit corrente.
Ha infatti sostenuto che le prospettive di crescita interna erano rimaste contenute e la creazione di occupazione era rimasta una preoccupazione.
La banca ha innalzato il suo tasso di interesse chiave, quello al quale eroga prestiti alle banche commerciali al 5.5% – 50 punti base (btp). Il titolo sudafricano ha cosi’ esteso le perdite contro il dollaro, cadendo ad un minimo quinquennale che si aggira attorno a 11.26 dopo la detta mossa a sorpresa.
La governatrice della South African Reserve Bank (SARB) Gill Marcus ha detto che il comitato della politica monetaria della banca aveva preso attentamente in considerazione il rallentamento della crescita economica sudafricana e il crescere delle prospettive inflazionistiche unite al deprezzamento della moneta prima di prendere la decisione di alzare il tasso.
La stessa ha precisato che la banca avrebbe continuato a monitorare la situazione da vicino e ha detto che non era mai stata influenzata da una mossa simile in Turchia.
Le banche centrali in Turchia e in India hanno gia’ alzato i tassi di interesse per proteggere le loro valute da forti perdite.
Le preoccupazioni sul livello di crescita cinese e sulle ulteriori politiche restrittive da parte della Federal Reserve hanno spinto il selloff cominciato la scorsa settimana.
Le valute dei paesi emergenti, incluso il peso argentino, la lira turca, il rand sudafricano, e il real brasiliano hanno tutte sofferto il forte selloff cominciato lo scorso venerdi.
Le perdite hanno spinto tutti i governi dei mercati emergenti dall’Argentina all’India ad intervenire sui mercati valutari per consolidare le loro valute.
Martedi scorso la banca Centrale della Turchia ha reagito aggressivamente per difendere la lira turca, incrementando il tasso dei prestiti overnight dal 7.75% a ben il 12%. Dopo questa mossa la lira si e’ immediatamente rafforzata da 2.253 a 2.2 dal dollaro.
Precedentemente lunedi scorso, la Reserve Bank of India (RBI) aveva anche aumentato il suo tasso benchmark di 25 punti base (bps) al fine di respingere le preoccupazioni sull’inflazione, nonostante il rallentamento della crescita economica.
Le banche centrali stanno cercando di mostrare al mondo che si stanno impegnando abbastanza per proteggere le loro valute e i loro mercati in relazione agli afflussi di capitale, che hanno aiutato i Paesi emergenti a prosperare.
Il tempismo degli annunci delle banche centrali sono particolarmente acuti dato che la Fed ieri ha annunciato un ulteriore taglio per il suo programma mensile di acquisto di bond di 10 miliardi di dollari dai suoi attuali 75 miliardi.
Per i Paesi emergenti come il Sudafrica, il tapering coincide con un rallentamento della crescita economica. Il Sudafrica e’ cresciuto dello 0.7% nel terzo trimestre del 2013, la crescita piu’ lenta da piu’ di quattro anni, e l'inflazione era pari al 5,4% nel mese di dicembre.
Marcus ha scritto in una nota di avvertimento che la debolezza del rand era stata aggravata da questioni interne tra cui controversie provenienti dal mondo del lavoro e dal disavanzo di deficit corrente.
Ha infatti sostenuto che le prospettive di crescita interna erano rimaste contenute e la creazione di occupazione era rimasta una preoccupazione.