Atlantia (ATL) ATLANTIA è anche Abertis (1 Viewer)

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Atlantia: via libera della CNMV all’offerta modificata su Abertis
L'offerta è una proposta esclusivamente in contanti al prezzo di 18,36 euro, per un controvalore complessivo pari a 17 miliardi
di Enzo Lecci, pubblicato il 16 Aprile 2018 alle ore 12:07

Dopo il via libera della Cnmv (la Consob spagnola) al prospetto modificato della proposta di Hochtief, adesso l’Opa su Abertis diventa efficace. L’operazione proseguirà fino al prossimo 8 maggio incluso. Allo stesso tempo Atlantia, che agirà in concerto all’Opa tedesca, ha reso noto il ritiro dell’Opas, come già previsto dagli accordi raggiunti a marzo con Hochtief e Acs. Ricordiamo che l’offerta è una proposta esclusivamente in contanti al prezzo di 18,36 euro, per un controvalore complessivo pari a 17 miliardi.

Tutti i titoli raccolti verranno conferiti in un veicolo che sarà partecipato al 50% più un’azione da Atlantia, al 30% da Acs e al 20% meno un azione da Hochtief. Il ceo della newco sarà Giovanni Castellucci, mentre il presidente sarà Floretino Perez.
I
l regolamento prevede che se entro oggi 16 aprile non saranno pervenute offerte migliorative, Atlantia eserciterà il diritto di cedere il 29,9% del tower operator a Edizione. Il prezzo messo sul piatto è compreso tra 21,20 e 21,50 euro.

Atlantia: via libera della CNMV all'offerta modificata su Abertis - InvestireOggi.it
 
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Il regolamento prevede che se entro oggi 16 aprile non saranno pervenute offerte migliorative, Atlantia eserciterà il diritto di cedere il 29,9% del tower operator a Edizione. Il prezzo messo sul piatto è compreso tra 21,20 e 21,50 euro.
Mi stavo chiedendo che cos'è ...
e grazie a google ho trovato che il tower operetor è Cellnex Telecom possieduto da Abertis per il 35%
da
Benetton rientra nelle Tlc: acquisito il 29,9% di Cellnex - CorCom

Atlantia ha esercitato il diritto di vendita (diritto di put) sul 29,9% del capitale sociale di Cellnex concesso da Edizione, “non essendo pervenute alla data odierna offerte migliorative a conclusione del processo volto a sondare l’interesse di investitori ad acquisire tutte o parte delle azioni della societaà spagnola delle torri Tlc”, si legge in una nota di Atlantia. Il prezzo di esercizio è di 21,50 euro per azione Cellnex (cum dividend), pari a un corrispettivo di 1,489 miliardi, cifra di cui si farà carico, per il momento, interamente Edizione ma che in prospettiva potrebbe essere spartita con altri investitori.
Nell’ambito dell’accordo raggiunto, Edizione riconoscerà ad Atlantia il diritto (personale e incedibile) di co-investire in Cellnex, acquistando fino al 20% della partecipazione (pari, in trasparenza, al 6% circa del capitale di Cellnex) entro i 2 anni successivi all’esecuzione della compravendita; la proposta dei Benetton prevede anche un meccanismo di “earn out nei 12 mesi successivi al trasferimento” nel caso in cui i valori siano particolarmente distanti da quelli a cui è stata conclusa l’operazione, mentre Atlantia si è garantita un “diritto di prima offerta” e un “diritto di prelazione” per l’ipotesi in cui Edizione intenda cedere – direttamente o indirettamente – in tutto o in parte, la partecipazione entro i 7 anni successivi all’esecuzione della compravendita.

La testata spagnola El Economista scrive inoltre che Criteria Caixa, azionista forte di Abertis, potrebbe aumentare dal 5% al 15% la quota in Cellnex per essere al fianco dei Benetton in questo nuovo progetto industriale, acquisendo il resto della quota di Abertis. Toccherà ad Hochtief, spiega il Sole 24 Ore, fare il tutto il necessario per il buon esito dell’operazione.

A fine 2017, Cellnex Telecom ha registrato
ricavi a 792 milioni di euro (+22%) e un Ebitda che ha toccato i 355 milioni
, con un +22%.
In calo l’utile netto, a 33 milioni contro i 40 dell’anno precedente, come conseguenza degli ammortamenti (+27%) e dei costi finanziari (+68%) legati all’espansione del gruppo.
Gli investimenti in acquisizioni nel 2017 hanno superato 1,2 miliardi di euro, con una espansione costante fuori dai confini spagnoli: proprio nei mercati esteri è stato reaizzato il 42% dei ricavi (contro il 35% del 2016) e il 43% dell’Ebitda (era il 33% nel 2016). L’Italia è il secondo mercato più importante del gruppo con 244 milioni di euro di ricavi.
Per il 2018 il gruppo punta a un Ebitda in crescita a 405-415 milioni di euro e un dividendo in crescita del 10%.
 

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Atlantia, Acs e Hochtief creeranno veicolo per Abertis settimana prossima
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Mercato azionario31 minuti fa (20.09.2018 19:58)

MILANO/MADRID (Reuters) - Atlantia (MI:ATL), la spagnola Acs e la sua controllata Hochtief creeranno la settimana prossima il veicolo che controllerà la società spagnola Abertis, compiendo un ulteriore passo avanti verso il perfezionamento dell'acquisizione e allontanando le preoccupazioni per eventuali ripercussioni del crollo del ponte Morandi a Genova sull'operazione.

E' quanto riferito da tre fonti vicine alla situazione, sottolineando che il trasferimento delle azioni Abertis in mano a Hochtief nel veicolo è atteso a breve.

"Atlantia, ACS e Hochtief creeranno un veicolo e gli daranno le risorse finanziarie per acquisire le azioni Abertis detenute da Hochtief", spiega una delle fonti.

Secondo quanto previsto dall'accordo raggiunto a marzo, il veicolo vedrà Atlantia al 50% del capitale più un'azione, Acs al 30% e Hochtief al 20% meno 1 azione.

L'operazione, da oltre 17 miliardi di euro, crea un gruppo leader nelle concessioni autostradali a livello globale. Atlantia inoltre diventerà azionista di Hochtief.

(Francesca Landini, Andres Gonzalez)
 

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Genova, special situation - I Diavoli
Genova, special situation
Alzare un profitto da una crisi è il tocco magico di Bruno Livraghi. Dove tanti vedrebbero rovina e macerie, lui vede un’occasione per aumentare gli utili. Livraghi sembra aver trasferito sulla street, come in gergo vengono chiamati i mercati, la massima del presidente Mao, che recitava: «Grande è la confusione sotto il cielo, la situazione è eccellente.» In questo caso il cielo è quello di Genova, le macerie sono quelle del ponte Morandi e la crisi del momento investe Atlantia, il player che controlla la rete autostradale italiana. Nell’aria, quindi, il raider fiuta una “special situation”.
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11 settembre 2018
Alzare un profitto da una crisi è il tocco magico di Bruno Livraghi. Così fece ai tempi della guerra ai debiti sovrani della periferia europea e così ha fatto con gli NPL, quando montò il trade-monstre sui non performing loans, i crediti deteriorati che avvelenavano i bilanci delle banche italiane. E mentre si levavano, preoccupate, le voci di quanti denunciavano il pericolo della montante marea nazional-populista, lui rilevava le potenzialità di guadagno celate dall’instabilità politica. Dove tanti vedrebbero rovina e macerie, Livraghi, il finanziere di origini italiane a capo della sede londinese di M*** L***, prestigioso hedge fund a stelle e strisce, vede un’occasione per aumentare gli utili.

Perfino le crisi finanziarie, per il raider ex enfant prodige della City, sono «special situations», opportunità eccezionali se ci sa muovere. Livraghi sembra aver trasferito sulla street, come in gergo vengono chiamati i mercati, la massima del presidente Mao, che recitava: «Grande è la confusione sotto il cielo, la situazione è eccellente.»

In questo caso il cielo è quello di Genova, le macerie sono quelle del ponte Morandi e la crisi del momento investe Atlantia, il player che controlla la rete autostradale italiana. Abbiamo incontrato Livraghi per discuterne con lui.

Livraghi, a proposito degli NPL lei dichiarava che «La storia dei crediti deteriorati è paradigmatica, ma è simile alle altre: crollo, macerie e ricostruzione.» Crollo, macerie, ricostruzione: una metafora che nel caso del ponte Morandi assume un valore tragicamente letterale. Come vede la situazione di Atlantia?

Il mio consiglio è di comprare il titolo e pazientare, in attesa che il suo valore torni a crescere.

Assomiglia tanto a un azzardo pericoloso, non a un buon consiglio.

(Sorride.) Atlantia è una holding con varie partecipazioni che ora vale in borsa circa 15 miliardi. Prima del crollo valeva circa 25billion di cui la partecipazione Autostrade corrispondeva a 15bn e gli altri asset a 10bn (Aeroporti di Roma e Nizza, la spagnola Abertis, Eurotunnel e gli altri asset latino-americani).

Da qui in avanti ci sono due scenari possibili. Il primo, potremmo definirlo “venezuelano”.

Il premier del governo gialloverde si trasforma in Maduro e nazionalizza – contro la Costituzione e tutti gli accordi internazionali possibili – la società Autostrade senza alcuna contropartita per i suoi legittimi proprietari tra i quali figurano fondi cinesi (Silk road), tedeschi (Allianz), francesi (EDF) e olandesi (DIF) che possiedono direttamente una quota del 12% della società Autostrade per l’Italia.

Questi soggetti vedrebbero il proprio investimento di 1.5bn azzerato. Così il valore della holding Atlantia si ridurrebbe appunto di 15bn su 25bn con una conseguente perdita del 60% del valore. È importante ricordare che i Benetton hanno il 30% di Atlantia , ma il 70% è composto da fondi sovrani che gestiscono le pensioni di milioni di cittadini: GIC, il fondo di Singapore, ha l’8%; Norges, il 18%, è in mano a investitoti italiani (principalmente privati cittadini); e il 5% è della Fondazione CR Torino.

Il secondo scenario , invece, presuppone che non venga accertata la colpa grave e la negligenza di Autostrade.

In questo caso Autostrade spenderebbe i 500 milioni di euro per gli sfollati e la ricostruzione del ponte, di cui circa 400milioni coperti da Swiss Reinsurance. Aggiungiamo cento milioni più due, trecento per i migliori studi di avvocati al mondo per i prossimi 10 anni. Il costo totale di questa seconda opzione ammonterebbe all’1, massimo al 2% del valore di borsa di Autostrade, oppure a un paio di mesi di utili della holding Atlantia.

In definitiva, a 15bn di valore il mercato stima una probabilità molto elevata della nazionalizzazione (valore: 10bn), e sottostima l’opzione 2 (valore di borsa: 25bn).

Per me è il contrario: il primo scenario ha una probabilità bassa, quasi nulla. Perciò compro il titolo e vi consiglio di fare lo stesso.

Ma non posso esserci scenari intermedi?

No. Se il contratto è valido e se vogliono togliere la concessione, devono pagare il prezzo pieno (15 miliardi), oppure si va in causa per un esproprio a costo zero secondo le teorie di Guido Alpa, maggior avvocato amministrativista in Italia, genovese e maestro del premier Conte.

E per Genova e i genovesi come andrà a finire? Alla fine chi pagherà il conto? Chi sosterrà la città e la sua economia?

Nessuno. E non succederà nulla. Oggi se sei a Milano e vai a Bari spendi circa 90 euro. Dove vanno questi soldi? Su un conto corrente intestato ad Autostrade per l’Italia.

Tolte le spese per le manutenzioni, le tasse, circa un terzo di quei novanta euro finiscono direttamente nelle tasche dei proprietari azionisti. Non male, eh.

Succede oggi e continuerà a succedere finché non sarà dimostrata, in un processo penale e poi in sede amministrativa, la responsabilità di Atlantia.

Esclude che possa succedere?

Ho buoni motivi per escluderlo.

Atlantia monitorava da anni quel ponte, aveva report delle maggiori società mondiali di ingegneria che negavano un rischio crollo: l’ultimo è del dicembre 2017.

Inoltre il Ministero ha ritardato di mesi l’approvazione della ristrutturazione del pilone che poi è crollato. Ma a parte l’accertamento delle colpe, quello che gioca a favore di Autostrade sono i tempi. Parliamo di un processo penale e i tempi medi per arrivare a una sentenza di primo grado sono 5 anni. E in questo caso la situazione è molto complessa.

Un processo potrebbe durare sette, otto anni per il primo grado, e dieci, quindici, per i gradi successivi. A parte che i reati principali andranno in prescrizione, il processo amministrativo – che potrebbe portare alla revoca della concessione – non può prescindere da quello penale.

In dieci, quindici anni la società Autostrade incasserà circa 15 miliardi di euro (circa 1-1,3 miliardi di euro all’anno).

Se i Benetton sono furbi, e lo sono, – peraltro secondo voi se siedono a un tavolo Castelluci e Ciucci, ex presidente ANAS, a scrivere un contratto su come spartirsi i profitti e rischi sulle autostrade, cosa ne esce fuori? – quei soldi (circa 15bn, dicevamo) se li distribuiranno tutti come dividendi.

Quindici miliardi… Vi ricorda qualcosa questo numero? Sì, 15miliardi è l’intero valore di Autostrade. Quindi, se le cose dovessero mettersi male, alla fine del processo Mr. Castelluci darà indietro una scatola vuota, un Autostrade ridotta in condizioni pietose… Perché dovrebbero investire se sono in causa col governo?

Una lunga causa legale è lo scenario ideale per massimizzare profitti e dividendi.

Ma visto che il contratto è così blindato e i tempi sono così lunghi, non converrebbe a tutti arrivare a un accordo e ricostruire rapidamente il ponte?

Purtroppo non è possibile. Nel caso in cui Castelluci e i Benetton per spirito… diciamo “nazionale” dovessero offrire somme maggiori per aiutare Genova o le famiglie, subirebbero un’azione di responsabilità da parte degli azionisti di minoranza: i fondi istituzionali, infatti, hanno un dovere fiduciario verso i lori clienti che in Atlantia sono principalmente fondi pensione e infrastrutturali.

Non accetterebbero mai di mettere sul tavolo qualche miliardo per aiutare i genovesi, a meno che non vengano accertate le colpe di Atlantia … e qui ritorniamo ai dieci, quindici anni di processo.

Questi investitori denuncerebbero il CDA di Atlantia per avere speso soldi degli azionisti in maniera sconsiderata. E allora sarebbe un processo ammnistrativo molto veloce, che andrebbe a toccare direttamente le tasche dei consiglieri d’amministrazione di Atlantia.

Livraghi, sta dicendo che nessuno pagherà per il disastro del ponte Morandi?

Oltre alle prescrizioni, alla fine si dirà che è stato un errore di progettazione-costruzione del 1967 (dovrebbero quindi ingabbiare il defunto Morandi) o della ristrutturazione del 1995 (quindi prima dell’era Benetton), e al tempo c’era Prodi a capo dell’IRI, se ricordo bene.

Almeno il Ponte lo ricostruiranno?

Sì, ma ci vorrà molto tempo, e intanto i disagi per la città di Genova saranno enormi, benché anche qui c’è molta retorica.

In realtà solo il 10% dei traffici commerciali hanno bisogno di quel ponte, perché ci sono altri collegamenti non impattati. Inoltre stanno già costruendo all’interno dell’area Ilva una strada apposita per i camion, che allunga il transito solo di 25 minuti.

Chi ci rimette davvero sono il settore turistico, i pendolari e ovviamente gli abitanti della zona: peraltro, una zona molta popolata. Insomma chi ci perde davvero sono alcuni genovesi: poca roba, e anche pochi voti.

Quanto ci vorrà per completare la ricostruzione del ponte?

Molto tempo, purtroppo.

A parte la penosa pantomima di Toninelli/Di Maio secondo cui dovrebbe ricostruirlo lo Stato. È evidente che non sarà così: l’unico soggetto che può – e DEVE – ricostruirlo è Autostrade, a meno di non finire nell’ennesimo contenzioso legale.

Ma nel piano originario di Autostrade c’era la demolizione del ponte con esplosivo, cosa che è già stata esclusa da Toti, per il rischio che comporterebbe in un’area ad alta densità abitativa. Comunque si tratta di un processo molto lento, che dovrebbe durare dai dodici ai diciotto mesi circa. Inoltre c’è il problema del dissequestro dell’ area e di tutti i permessi e i progetti necessari per partire.

Credo che l’operazione inizierà fra circa due anni e ci vorrà poi un altro anno, anno e mezzo, per la ricostruzione. Quindi parliamo di tre anni, escludendo intoppi che tra ricorsi al TAR, proteste e quanto altro in Italia sono sempre dietro l’angolo.

La mia stima complessiva si aggira intorno ai tre, cinque anni. Sono stati fatti già tanti danni, ma la burocrazia, il “legalese”, gli avvocati, i tribunali, ne faranno molti di più… Comunque, ripeto, a comprare oggi il titolo a 17 euro c’è da guadagnarci.

Ci chiamano “speculatori”. E pensano che il problema siamo noi. Che il cinismo sia solo la nostra moneta. Invece è moneta corrente e i primi a metterla in circolo non siamo noi, ma quelli che la scambiano per un consenso politico facile.

La parola “speculator” deriva dal latino, e unisce i significati di “osservare” e “riflettere”… “indagare”.

In realtà, quindi, siamo quelli che vedono prima e più lontano degli altri. E in lontananza si vede una lunga battaglia legale, scenario ideale per gli azionisti di minoranza e maggioranza.
 

Athosboom

Tempus Edax Rerum
Ops dove il professore che insulta dicendo che atlanti va a 19 20 nel breve e mi fa bannare nel forum di atlanti perché dico la verità? Dove cucù....sparito? A giocare a bocce lo manderei ...che pena sta gente che si fa fottere i soldi...
Io vedo atlantia che fra poco come dicevo io vedrà il 16 davanti...
Ma lui fa bannare perché deve prevalere con i suoi 20:rotfl::rotfl::rotfl:pazzesco quanta gente si improvvisa trader.
Ascolta a me professore toc datti alle bocce e vai al parchetto a portare il cane:rotfl:
 

tontolina

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Atlantia: closing su Abertis arriva al Cda (Sole)
ROMA (MF-DJ)--E' prevista per oggi la riunione del Cda di Atlantia che discuterà sugli aggiornamenti circa la maxi operazione di riassetto che porterà a breve il gruppo guidato da Giovanni Castellucci al timone dell'iberica Abertis.

Nei giorni scorsi, puntualizza il Sole 24 ore, sono stati creati i due veicoli che andranno a rilevare il controllo del gruppo spagnolo. In particolare si è dato vita a "Abertis holdco" partecipata da Atlantia con il 50% più un'azione, al 30% da Acs e dal 20% meno un'azione da Hochtief. La newco a sua volta controlla il 100% di un'altra società di diritto spagnolo, la Abertis Participaciones, destinata ad acquistare da Hoctief il 98,7% del gruppo autostradale di Madrid. (END) Dow Jones Newswires

October 12, 2018 03:50 ET (07:50 GMT)


se ho ben capito la Abertis Participaciones controlla il 98,7% le autostrade di Madrid+ il 100% di Abertis Holdco

quello che non ho capito quale sarà la partecipazione netta di Atlantia in Abertis Patecipaciones... aspettiamo i comunicati
 

tontolina

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Nuova linea credito da 2 miliardi, Atlantia guarda all'India
Secondo il sito Mint, Atlantia, Macquarie e Brookfield starebbero pensando di fare un'offerta per il secondo round dell'asta per i diritti di pedaggio dei progetti pubblici su strada e sarebbero in procinto di condurre una due diligence su questi asset, che sono stati messi all'asta dalla National Highways Authority of India. L'offerta base è stata fissata a 730 milioni di dollari

Nuova linea credito da 2 miliardi, Atlantia guarda all'India - MilanoFinanza.it

Atlantia ha annunciato di aver sottoscritto il 12 ottobre con Banco Santander , Bnp Paribas filiale italiana e Unicredit una nuova linea revolving per general corporate purposes di durata triennale per 2 miliardi di euro. Nell'operazione la società è stata assistita dallo studio legale Gianni Origoni Grippo Cappelli & Partners, mentre Latham & Watkins ha assistito le banche finanziatrici.

A Piazza Affari il titolo Atlantia è debole (-0,20% a 17,48 euro) dopo che il leader del M5S, Luigi Di Maio, ha confermato che, a seguito del crollo del ponte Morandi, la revoca della concessione alla controllata Autostrade per l'Italia (Aspi) sta andando avanti e ha annunciato che le modifiche al decreto Genova includeranno un articolo con la sospensione temporanea della concessione nell'area del ponte Morandi con attribuzione della responsabilità al Commissario straordinario, Marco Bucci.

Mentre una fonte ha riferito a Il Fatto che Aspi avrebbe inviato una lettera al capo dell'Autorità di vigilanza delle concessioni autostradali del Mit affermando che il rapporto della commissione speciale del Mit sul ponte Morandi, pubblicato a metà settembre, non avrebbe valore legale, essendo privo di imparzialità, privacy e obiettività. Pertanto, secondo Aspi, i membri della commissione possono essere accusati di responsabilità. In particolare, Aspi ha sottolineato che il rapporto stesso afferma che non è possibile trarre conclusioni esatte dagli elementi disponibili, quindi, le analisi fatte nel rapporto sono solo ipotesi.

Oltre confine, invece, secondo fonti di stampa, la chiusura dell'acquisizione da parte di Atlantia di Abertis, con il trasferimento del controllo della società spagnola nella società veicolo (50%+1 di Atlantia ), sarebbe prevista per giovedì.

Inoltre, secondo il sito indiano Mint, Atlantia , Macquarie e Brookfield starebbero pensando di fare un'offerta per il secondo round dell'asta per i diritti di pedaggio (TOT) dei progetti pubblici su strada e sarebbero in procinto di condurre una due diligence su questi asset, che sono stati messi all'asta dalla National Highways Authority of India (NHAI). Questo secondo round dell'asta comprende otto tratti autostradali per un totale di 587 km attraverso Rajasthan, Gujarat, Bihar e West Bengal. Secondo il modello TOT, un concessionario paga una commissione anticipata per acquistare il diritto di operare e guadagnare dalle strade a pedaggio per un periodo di tempo prestabilito. Il contratto di concessione prevede variazioni del traffico, espansione della strada e altri rischi che i concessionari potrebbero dover affrontare.

L'offerta base è stata fissata a circa 730 milioni di dollari e il periodo di concessione è di 30 anni. La scadenza per presentare le offerte è il 5 novembre.
Si ricorda che la prima asta di diritti TOT in India su una rete di 700 km è stata vinta a febbraio da Macquarie che aveva offerto circa 1,5 miliardi di dollari, il 55% in più rispetto al minimo fissato dalla National Highways Authority of India.

E, secondo quanto riportato dal sito Mint, è probabile che gli offerenti siano meno aggressivi nel secondo round dell'asta, avendo acquisito una certa esperienza durante il primo round; in particolare, gli offerenti avrebbero capito che questi progetti continueranno a essere messi all'asta, quindi, è meglio tener conto dei rischi associati, e che gli asset stradali sono sparsi, il che può comportare alcune sfide operative per alcuni operatori.
 

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Mediobanca: Atlantia taglierà del 39% l'acconto di dividendo
In attesa dei conti del terzo trimestre (9 novembre), l'investment bank stima accantonamenti per 300 milioni a seguito del crollo del viadotto Morandi e prevede che la cedola interim sarà di 35 centesimi rispetto ai 57 centesimi del 2017. Imi mantiene in revisione il credito di Atlantia e di Autostrade per l'Italia
di Paola Valentini
Mediobanca: Atlantia taglierà del 39% l'acconto di dividendo - MilanoFinanza.it

E proprio la tragedia del ponte Morandi ha pesato sui conti di Atlantia .
La società di concessioni, che controlla Autostrade per l'Italia, ha chiuso i primi nove mesi dell'anno con un utile di 733 milioni di euro, in calo del 15% (nel solo terzo trimestre è sceso del 41% anno su anno a 202 milioni contro la stia del consenso a 206 milioni). A erodere i guadagni è stato l'accantonamento di 350 milioni, come stima preliminare per gli obblighi di ricostruzione del ponte e il risarcimento dei danni, escludendo i rimborsi assicurativi (contestazione in corso). Una prima stima che per gli analisti di Equita è inferiore ai circa 0,8-1 miliardo di euro di maggiori capex inseriti nel loro modello.
 
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