Atlantia (ATL) ATLANTIA: Crolla viadotto a Genova (1 Viewer)

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Crolla ponte sulla A10 a Genova, i soccorritori: "Ci sono vittime"
Lʼincidente mentre un nubifragio si abbatteva sulla zona. Una decina i mezzi coinvolti. Il viadotto sovrasta un quartiere popoloso della città
E' crollata a Genova una lunga porzione del viadotto dell'autostrada A10, sul tratto che passa sopra un popoloso quartiere della città. L'incidente, avvenuto poco prima di mezzogiorno, è dovuto probabilmente a un cedimento strutturale del ponte, che sovrasta il torrente Polcevera. I soccorritori hanno confermato che ci sono delle vittime. Una decina i mezzi coinvolti.


Crolla ponte sulla A10 a Genova, i soccorritori: "Ci sono decine di vittime" - Tgcom24
  • Crollo ponte, carabinieri: "Auto schiacchiate tra le macerie"
    Diverse auto sono incastrate e schiacciate tra le macerie del ponte dell'autostrada crollato a Genova, mentre alcuni mezzi pesanti sono finiti nel torrente Polvecera. E' quanto riferiscono i carabinieri che stanno intervenendo sul posto. In via precauzionale sono state sgomberate alcune palazzine più vicine alla parte di ponte che non è crollata.

  • 14 ago 13:07
    Crollo ponte, i soccorsi: "Ci sono vittime"
    Ci sono vittime per il crollo del ponte autostradale a Genova. Lo riferiscono i soccorritori che hanno trovato diversi mezzi schiacciati sotto le macerie con persone morte all'interno.

  • 14 ago 13:00
    Ponte Genova, vigili del fuoco: "Due persone estratte vive dalle macerie"
    Due persone sono state estratte vive dalle macerie dopo il crollo del Ponte Morandi sull'Autostrada A10 di Genova. Lo riferiscono i vigili del fuoco al lavoro sul posto.

  • 14 ago 12:58
    Crollo ponte a Genova, vigili del fuoco: "Coinvolti una ventina di mezzi"
    Almeno due mezzi pesanti e un'auto sotto le macerie del ponte crollato a Genova: sono le immagini di alcuni video postati sui sociale e diffusi. Secondo quanto però riferisce la funzionaria dei Vigili del Fuoco, Amalia Tedeschi, i mezzi coinvolti sarebbero "almeno una ventina".

  • 14 ago 12:53
    Centri commerciali e case sotto il viadotto
    Sotto il viadotto Morandi ci sono centri commerciali e capannoni industriali, oltre ad alcuni edifici residenziali. E corre anche la ferrovia che collega Genova a Milano. Sembra che la parte di viadotto crollata, nella parte centrale, abbia colpito in prevalenza il letto del torrente Polcevera.

  • 14 ago 12:52
    Il momento del crollo del ponte VIDEO

  • 14 ago 12:51
    Toninelli: "A Genova immane tragedia, sto andando sul luogo"
    "Sto seguendo con la massima apprensione ciò che è accaduto a Genova e che si profila come immane tragedia. Siamo in stretto contatto con Autostrade e stiamo andando sul luogo con il viceministro Rixi. La mia totale vicinanza in queste ore alla città". Lo ha scritto su Twitter il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Danilo Toninelli.

  • 14 ago 12:43
    Una decina i mezzi coinvolti
    Secondo i soccorritori sarebbero una decina i mezzi coinvolti nel crollo del viadotto Morandi.

  • 14 ago 12:38
    Persone sotto le macerie
    Sembra che sotto le macerie del viadotto crollato ci siano persone. Nell'area, dove vigili del fuoco e 118 sono subito accorsi, ci sarebbero anche fughe di gas.

  • 14 ago 12:35
    Genova, crollati cento metri del viadotto Morandi - FOTO
    Genova, crollati cento metri del viadotto Morandi
 
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il titolo reagisce subito alla notizia terrificante
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Autostrada dei Fiori (azienda)
La società Autostrada dei Fiori è l'ente esercente concessionario ANAS dei tratti autostradali dell'A6 e dell'A10, compreso fra il casello autostradale di Savona e Ventimiglia (confine francese), rispettivamente fino al 2038 ed al 30 novembre 2021.

Storia
La società viene costituita il 30 luglio 1960.

Nel 2008 ricavò 138.44 milioni di Euro dal settore autostradale.

Nel 2012 il pacchetto azionario del 99,98% dell'Autostrada Torino - Savona S.p.A., posseduto da Autostrade per l'Italia viene ceduto alla controllata del gruppo SIAS, Autostrada dei Fiori S.p.A..

Il 13 settembre 2016 l’Autostrada dei Fiori S.p.A. ha acquisito le 66.253 azioni di Autostrada Torino-Savona S.p.A. detenute da Finanziaria Città di Torino Holding S.p.A., pari allo 0,02% del capitale sociale.
Pertanto ATS era detenuta da un socio unico e ADF era titolare di n. 311.000.000 azioni, rappresentanti il 100% del capitale sociale.



Autostrada dei Fiori (azienda) - Wikipedia
Il 1º novembre 2017 la società Autostrada dei Fiori S.p.A. ha incorporato per fusione la società Autostrada Torino-Savona S.p.A.[1]
 

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Il mistero del maxi-appalto per rinforzare i tiranti e i lavori rinviati a dopo l’estate
Matteo Indice
Roberto Sculli


Uno dei soccorritori tra le macerie del ponte collassato
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da Taboola
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Genova - Gli accertamenti scattati subito dopo il disastro di Genova (foto e video) ci dicono tre cose.

Primo: Autostrade sapeva qual era l’emergenza, ma i tempi sono andati fuori controllo. Al punto che a maggio aveva bandito un maxi-appalto da 20 milioni con procedura ristretta, cioè a chiamata per accelerare, con l’obiettivo di rinforzare i “tiranti” superiori, il cui cedimento rappresenta agli occhi degli esperti la probabile causa dello scempio. I lavori, molto delicati, complessi e invasivi , dovevano iniziare subito dopo l’estate, ma evidentemente i calcoli erano sbagliati e non risulta fossero installati sensori per monitorare in tempo reale la tenuta del viadotto.

Secondo: sempre Autostrade è, di fatto, l’unico controllore di se stesso, esegue con personale proprio ispezioni e (auto)certificazioni, oppure le affida a consulenti pagati dalla medesima società. Nessun ente pubblico compie screening autonomi, perversione d’una norma le cui conseguenze possono essere catastrofiche.

Terzo: già a fine Anni 90 l’Ordine degli ingegneri di Genova, lo conferma Donatella Mascia che ne fu presidente dal 1993 al 1999, propose nero su bianco di affiancare alla struttura in calcestruzzo una in acciaio, per alleggerire Morandi ritenuto incontrollabile dato l’incremento del traffico. «I politici - spiega Mascia - preferirono continuare a discutere di fantascientifici tunnel sottomarini, mai realizzati, e il ponte rimase così com’era fino al crollo».

Il tempo scaduto
Autostrade per l’Italia aveva capito che il problema stava sopra, e non sotto. L’incubo era rappresentato da quelli che volgarmente chiamiamo tiranti, ma che sul piano tecnico si definiscono «stralli», anima in metallo e rivestimento in calcestruzzo, i bracci che scendono dalla sommità dei piloni verso la strada a disegnare una serie di V rovesciate, e dovrebbero tenere sospeso il piano su cui corrono i mezzi. Una parte, quella verso il levante, era stata rinforzata alla fine degli Anni 90, ma il segmento che (forse) ha ceduto no. E il problema era così serio che il 3 maggio scorso l’azienda, colosso delle infrastrutture italiane con interessi all’estero, aveva pubblicato un avviso di gara per 20.159.344 euro.

Definizione tecnica: «Interventi di retrofitting strutturale del viadotto Polcevera al km 0 + 551». Traduzione, esaminando il dettaglio dei progetti: messa urgente in sicurezza dei tiranti sulla parte poi crollata. Le offerte erano state presentate l’11 giugno e finita l’estate - per non intralciare il viavai turistico che segna la Liguria fino ai primi di settembre - sarebbe partito un intervento lungo 784 giorni, che avrebbe comportato blocchi a singhiozzo delle varie carreggiate.Spiega Enrico Sterpi, attuale segretario dell’Ordine degli ingegneri liguri: «Questo bando significa due cose: Autostrade aveva focalizzato la criticità ed era disposta a prendersi una bella responsabilità, con una gara ristretta per un importo tanto elevato. È chiaro insomma che a un certo punto ci fosse necessità di accelerare la procedura». Autostrade sul punto si limita a confermare l’approvazione della commessa e l’imminente via ai lavori.

L’(auto)vigilanza
Che obblighi di vigilanza aveva Autostrade per l’Italia? Chi esegue le verifiche? Quanto può metterci il naso lo Stato? Poiché il viadotto è stato realizzato nel 1967, il gestore non deve fornire un piano di manutenzione (il diktat vige per chi ha in carico le strutture nate dal ‘99 in poi). Non solo. Autostrade esegue per legge due tipi d’ispezione, certificate una volta compiute: trimestrale con personale proprio (controlli sostanzialmente visivi) e biennale con strumenti più approfonditi. In quest’ultimo frangente, al massimo, la ricognizione viene affidata a ingegneri esterni, ma alla fine sempre pagati da Autostrade. Né gli enti locali, né il ministero delle Infrastrutture intervengono con loro specialisti. E di fatto non esistono certificazioni di sicurezza recenti che non siano state redatte da tecnici retribuiti da Autostrade per l’Italia.
 
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tontolina

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sono andata sul dito dell'autostrada dei fiori Autostrada dei Fiori | La storia
e ho trovato quanto riportato da Wikipedia
e precisamente [copio ed incollo]
La storia
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In data 1° novembre 2017 la Società Autostrada dei Fiori S.p.A. ha incorporato la Società Autostrada Torino-Savona S.p.A.
L’Autostrada dei Fiori S.p.A. gestisce i tronchi A6 Torino Savona e A10 Savona Ventimiglia (confine francese).


La costituzione della Società “Autostrada dei Fiori S.p.A.” è datata 30 luglio 1960. La prima Convenzione di Concessione da parte dell’ANAS risale al febbraio 1963. Gli obiettivi della Società risultarono così fissati: progettazione, costruzione ed esercizio dell’autostrada Ponte S. Luigi – Savona (come era allora definita), nonché d’altre autostrade e/o strade extraurbane.

La progettazione si svolse tra il 1962 ed il ‘66. Alla posa della prima pietra, il 12 febbraio 1965, seguì la complessa fase della costruzione fino al 1971. I primi tratti autostradali furono attivati il 13 luglio 1969, l’esercizio completo il 6 novembre del ’71.
Risultò realizzato in un tempo brevissimo, considerata la mole delle opere, il segmento Savona/Ventimiglia (Confine francese) della direttrice A10 Genova/Ventimiglia, di 113,3 km., comprendente, stante l’ardua orografia del territorio, ben 90 viadotti e 67 gallerie: il tracciato usufruisce oggi di 11 aree di servizio ed 8 parcheggi, di cui 3 attrezzati come aree verdi di riposo (Piccaro Nord, Feglino Sud e Gorleri Sud). Il costo inizialmente previsto di 118 miliardi (1963) risultò poi essere di 271 miliardi (1973).

La scadenza della 1° concessione fu fissata al 2 novembre 2003. Alla data del 9 giugno 1992 veniva perfezionata una Convenzione Aggiuntiva, finalizzata al potenziamento di alcuni collegamenti fra la viabilità ordinaria e quella autostradale; in ottemperanza agli impegni assunti la Società, attraverso consistenti interventi finanziari, realizzava i previsti collegamenti a Ventimiglia, San Remo ed Albenga ed otteneva la prima proroga della concessione al 31 dicembre 2013.

Il 27 luglio 1999, fra la Concessionaria e l’Ente Nazionale per le Strade (ANAS), in sede di revisione, veniva stipulata una nuova Convenzione di Concessione che fissa la nuova scadenza al 30 novembre 2021. Il 2 settembre 2009 Autostrada dei Fiori firmava il nuovo schema di Convenzione Unica con l’Ente Nazionale per le Strade (ANAS), diventato operativo con la sottoscrizione dell’Atto di recepimento delle prescrizioni formulate dal Cipe del 13 maggio 2010.
La data di scadenza della Concessione è rimasta invariata al 30 novembre 2021.

La Storia di Torino Savona SpA

Agli inizi degli anni ’50, la SPASIS, Società per Azioni Sviluppo Iniziative Stradali, elabora il progetto preliminare per la realizzazione di un’autostrada che congiungesse Torino con il Mar Ligure.

Il 18 aprile 1956 l’ANAS aveva concesso l’approvazione per costruire il tronco di autostrada Savona-Ceva.

Il 5 giugno del 1956 nasce la “Autostrada Ceva Savona S.p.A.”, partecipata da FIAT, Istituto San Paolo e Cassa di Risparmio di Torino, Pirelli, Michelin, UNICEM, Cokitalia, Città e Provincia di Torino, Unione Industriale e Torino-Milano.

Il 31 ottobre 1962 veniva stipulata con l’ANAS la convenzione (la seconda) per la Ceva-Fossano.

Nella primavera del 1968, poco prima che si formalizzasse con l’ANAS la concessione (la terza, in ordine di tempo) per la costruzione e l’esercizio del tratto Fossano-Torino, la Società assumeva la nuova e definitiva denominazione di “Autostrada Torino Savona S.p.A.”.

Il 21 dicembre 1972 veniva firmata con l’ANAS la nuova convenzione (sostitutiva e riassuntiva delle tre precedenti) divenuta operativa dall’ottobre 1973.



Il 31 dicembre 1980 la FIAT cedeva alla FITUR S.p.A. (società partecipata) l’intero pacchetto azionario. L’uscita di scena in prima persona della FIAT anticipava l’evento che poco tempo dopo avrebbe impresso una svolta nella storia della Torino-Savona.

Il 12 agosto 1982 l’art. 11 della L. 531/82, “Piano decennale della grande viabilità e per il riassetto delle autostrade”, autorizzava la Società “Autostrade”, la grande società del gruppo IRI a rilevare le azioni della Torino-Savona ad un prezzo pari al 50% del valore nominale.

Il 31 dicembre 1982 la FITUR S.p.A. cedeva l’intera partecipazione alla SADIP S.p.A. (Società Azionaria di Partecipazioni) e tra gennaio e febbraio 1983 tutti i pacchetti azionari venivano ceduti ad “Autostrade S.p.A.”, con l’importante eccezione della Autostrada Torino-Milano e della Città di Torino, la cui partecipazione di minoranza è tuttora esistente.

Dissoltosi il nucleo storico dell’azionariato, toccava alla Società Autostrade mettere in atto le strategie più opportune per risollevare la Torino-Savona.

Tra il 1983 e il 1987, mentre venivano varati gli adeguamenti del capitale, era proseguito con l’ANAS e con gli Enti pubblici interessati -Regione Piemonte, Regione Liguria, Sovrintendenza ai Beni Ambientali e Archeologici – il confronto necessario per elaborare il progetto di raddoppio dell’intera autostrada.



Il 27 gennaio 1988, veniva sottoscritto con l’ANAS il nuovo strumento convenzionale, redatto in forma di “Atto aggiuntivo “ alla convenzione del 1972. Il nuovo accordo prevedeva di prorogare la scadenza della concessione dal 2007 al 2018 e disponeva che il sostegno finanziario dello Stato sarebbe stato pari al 68% dell’investimento necessario per la costruzione della seconda carreggiata e per gli interventi di miglioramento della infrastruttura preesistente; al resto avrebbe provveduto l’Azionista Autostrade.

Il progetto esecutivo per l’esecuzione del raddoppio fu affidato alla SPEA.

Per la Torino Savona il completamento del raddoppio si imponeva come una priorità assoluta.

La Legge 121/89 sui campionati mondiali di calcio, coordinata con la Legge 373/88 sull’Esposizione internazionale “Colombo ’92” per celebrare il V° centenario della scoperta dell’America, aveva introdotto disposizioni particolari per l’esecuzione di opere pubbliche connesse con lo svolgimento delle manifestazioni. La Torino Savona ne aveva approfittato per ottenere dall’ANAS il consenso per realizzare il raddoppio del lotto 1, a sud della barriera di esazione di Carmagnola, dove esisteva da tempo un tratto di carreggiata parallela a quella autostradale, che la FIAT si era riservata come pista di prova per le sue vetture.

Nel 1991 la Torino Savona ottenne dalla FIAT la pista di prova.



Il 9 marzo 2000 il Ministero del Tesoro, che attraverso il gruppo IRI deteneva la totalità delle azioni Autostrade, cedeva la partecipazione di controllo al gruppo privato che tuttora la detiene, mentre il resto delle azioni veniva collocato sul mercato borsistico.

Per l’assetto azionario della Torino Savona nulla era cambiato; ma la privatizzazione dell’Azionista pressochè unico implicava, ed implica, il coinvolgimento in nuove strategie di sviluppo.

Nella primavera dello stesso anno la Torino Savona era uscita dallo storico isolamento rispetto alla rete autostradale italiana, mediante l’interconnessione realizzata presso Savona con le autostrade del litorale ligure. Nella stessa primavera 2000 era stata definitivamente approvata la nuova convenzione di concessione, già sottoscritta con l’ANAS nel dicembre 1999, in sostituzione di tutti i precedenti atti convenzionali. Un nuovo piano finanziario, correlato alla proroga della concessione dal 2018 al 2038, consente ora alla Torino Savona di attuare tutti i propri programmi di sviluppo, dalla conclusione del raddoppio alla nutrita serie di investimenti dedicati alla sicurezza, al miglioramento e all’adeguamento di molti tratti della carreggiata “storica”, all’installazione di moderni ed efficaci impianti di telecomunicazione.

Finalmente il 12 novembre 2001 viene raggiunto l’obiettivo perseguito con tenacia fin dagli anni ’70 dalla Torino Savona: completare il raddoppio.

Il 15 novembre 2012 il pacchetto azionario posseduto da Autostrade per l’Italia è stato ceduto al gruppo SIAS.
 

tontolina

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oggi SIAS è crollata meno di Atlantia anche se è proprietaria del tratto autostradale crollato
come mai?

Vedi l'allegato 483226
la gestione da genova a savona è affidata ad autostrada per l'italia

Ma i politici sapevano fin dal 1999 come sopra riportato
Terzo: già a fine Anni 90 l’Ordine degli ingegneri di Genova, lo conferma Donatella Mascia che ne fu presidente dal 1993 al 1999, propose nero su bianco di affiancare allastruttura in calcestruzzo una in acciaio, per alleggerire Morandi ritenuto incontrollabile dato l’incremento del traffico. «I politici - spiega Mascia - preferirono continuare a discutere di fantascientifici tunnel sottomarini, mai realizzati, e il ponte rimase così com’era fino al crollo».

Non solo
Delrio sapeva del ponte di Genova. Cosa ha fatto?
 

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Disastro ponte Genova, governo tuona contro Benetton e UE. Di Maio: Autostrade le gestirà lo Stato
15/08/2018 10:07 di Titta Ferraro

Attacco frontale del governo contro Autostrade per l’Italia dopo la tragedia del crollo del ponte Morandi, sulla A10, a Genova, che ha comportato Il bilancio delle vittime è salito a 37. Autostrade è titolare di quel tratto di concessione e il titolo della società controllante Atlantia, che fa capo alla famiglia Benetton, eri è arrivato a cedere il 10% dopo il crollo del Ponte per poi chiudere a -5,3%.
Oggi i vertici del governo hanno rincarato la dose di accuse verso Autostrade per l’Italia con la richiesta delle dimissioni dei vertici di Autostrade invocata prima dal ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli e poi ribadita dal vicepremier Luigi Di Maio.

“I responsabili della tragedia di Genova hanno un nome e cognome, e sono Autostrade per l’Italia – tuona su Facebook il vice premier e leader del M5S – . Per anni si è detto che le gestioni private sarebbero state migliori di quelle statali. E così, oggi, abbiamo uno dei più grandi concessionari europei che ci dice che quel ponte era in sicurezza e non c’era niente che facesse immaginare il crollo. Autostrade doveva fare la manutenzione e non l’ha fatta. Incassa i pedaggi piu’ alti d’Europa e paga tasse bassissime, peraltro in Lussemburgo“. “Bisogna ritirare le concessioni e far pagare le multe – aggiunge Di Maio – . Il ministro Danilo Toninelli ha già avviato le procedure per il ritiro della concessione e per comminare le multe. Se un privato non è in grado, le autostrade le gestirà lo Stato. Prima di tutto si dimettano i vertici!”.



Rischio revoca concessioni e multe fino a 150 milioni
In precedenza Toninelli aveva infatti preannunciato di aver chiesto ai funzionari del suo ministero di avviare le pratiche per revocare le concessioni per la gestione delle autostrade italiane e comminare multe fino a 150 milioni di euro.
Il gruppo Atlantia gestisce direttamente e indirettamente 3.020 km di rete pari al 50% della rete autostradale nazionale. Ieri Giovanni Castellucci, l’ad di Autostrade per l’Italia, aveva affermato che “Non mi risulta che il ponte fosse pericoloso e che andasse chiuso. Autostrade per l’Italia ha fatto e continua a fare investimenti”.
L’affondo del governo fa tremare Atlantia, che domani potrebbe pagare ulteriormente scotto in Borsa.

Salvini se la prende anche con vincoli UE
Intanto ieri si è fatto sentire Matteo Salvini tirando in ballo anche l’UE. Il crollo del ponte, a detta di Salvini, mette in evidenza l’importanza cruciale di aumentare la spesa per investimenti lasciando intendere che i limiti di spesa dell’UE potrebbero mettere a rischio vite umane. “Se i vincoli esterni ci impediscono di spendere per avere strade e scuole sicure, allora è necessario mettere davvero in discussione se sia logico seguire queste regole”, ha detto il leader della Lega che già nelle scorse settimane aveva più volte paventato uno scenario di sfida sui conti pubblici (“La regola del 3% non è la Bibbia”, “pronti a sfondare il 3% per il bene degli italiani”).
 

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