Atlantia (ATL) Atlantia controlla con 88% ASPI (1 Viewer)

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Forumer storico
il caso autostrade
Che fine farà l’impero di Atlantia
di Daniela Polizzi21 gen 2020
Che fine farà l’impero di Atlantia? «A rischio la crescita nelle infrastrutture»

«Il grande rammarico — con la consapevolezza dei gravi errori compiuti — è che siano messe a rischio le prospettive di Atlantia, che ha potenzialità di crescita molto importanti nelle infrastrutture. Non solo autostrade e aeroporti ma anche rete elettrica, gas ed energie rinnovabili e l’idea di aprire il capitale delle controllate a fianco di investitori nazionali e globali e fare crescere il Paese. Tutte le formule più creative erano possibili». Gianni Mion è il presidente di Edizione, la holding della famiglia Benetton, a cui fa capo il 30% di Atlantia, la holding delle infrastrutture che attraversa una fase delicatissima. Da campione italiano nel mondo —«che si muoveva con grande autorevolezza», ricorda Mion —, presente in 18 Paesi e apprezzato dagli investitori istituzionali, ora la holding è percepita dai mercati come una realtà a rischio dopo il declassamento da parte delle agenzie di rating a BB- da BBB-, sotto il livello investment grade.

E ora in tensione potrebbero finire anche le altre società della galassia,
dagli Aeroporti di Roma, con Fiumicino e Ciampino,
Telepass,
la controllata spagnola Abertis
fino agli investimenti nella Aéroports de la Côte d’Azur, che possiede gli scali di Nizza e Cannes,
ed Eurotunnel
.

Tutto parte da Aspi, la controllata a cui è affidata la gestione di 3 mila chilometri di rete autostradale che rischia la revoca della concessione dopo il drammatico incidente a Genova. Lo scenario politico è aperto. Il governo ha avviato la discussione sulle iniziative da intraprendere ma ha rinviato le decisioni a dopo le elezioni regionali.

Sul tavolo del ministero dei Trasporti oltre la revoca c’è anche l’ipotesi di affidare all’Anas solo alcune tratte. Aspi ha risposto con un programma di 7,5 miliardi che include investimenti triplicati e manutenzioni in aumento del 40% rispetto al quadriennio precedente, in linea con le interlocuzioni con il ministero, oltre all’assunzione di mille persone.
La posta sul tavolo è alta.
«La revoca deve essere valutata un po’ da tutti. E bisogna ricordare che non c’è solo Edizione, che ha oggi la piena consapevolezza degli errori accaduti, ma ci sono anche gli azionisti di Atlantia, circa 40 mila, che potranno ricorrere ad azioni legali», dice Mion. Allianz, socio di Aspi, ha già presentato alla Ue un esposto contro la modifica unilaterale dei contratti di concessione.

Ma che cosa potrebbe succedere nello scenario di maggiore rischio?
Il sistema Atlantia ha quasi 38 miliardi di debiti, fin qui sostenibili grazie ai flussi di cassa delle controllate il cui business è regolato. Di quella cifra, 23 miliardi sono prestiti obbligazionari sottoscritti da istituzionali, molti esteri. Che, a fronte di un rating non investment grade, potrebbero chiedere un rimborso anticipato. Il problema è su Aspi che ha in essere anche un bond retail da 700 milioni in tasca a 17 mila risparmiatori, e 2,2 miliardi di debito con Cdp e Bei.

Ma la revoca della concessione potrebbe generare un effetto a catena su tutte le società della galassia.
Con il rinvio ai supplementari ci sarà più tempo per il dialogo con il governo. A fianco del ceo di Autostrade, Roberto Tomasi, ora c’è anche il neo amministratore delegato di Atlantia, Carlo Bertazzo, 25 anni di lavoro in Edizione, uomo di fiducia dei Benetton, una nomina chiave per la holding, segno della forte discontinuità rispetto al passato. Ha già aperto un canale con il ministero dei Trasporti ma anche con il Tesoro. «È l’unico che sa cosa vuole dire holding non operativa, pura, il modello a cui aspira Atlantia», dice Mion, il manager che sta anche accompagnando la seconda generazione dei Benetton verso una nuova governance.

Poi ci sarà l’apertura delle controllate Adr e Telepass ad altri investitori: «Guardiamo agli italiani, saremo un sistema aperto».
 

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l piano, rimarca sempre Il Sole 24 Ore, avrebbe tre obiettivi: trasformare Atlantia in una holding di partecipazioni; agevolare l’uscita del ramo della famiglia di Luciano Benetton dal settore; avere un nuovo assetto per ASPI, dove potrebbero entrare F2i o CDP. In caso di spin-off Atlantia rimarrebbe comunque obbligata per 5,5 mld di cui 3,8 mld di bond garantiti e la parte restante relativa a finanziamenti di CDP e Bei.
“Sull’ipotesi un eventuale spin-off di ASPI, andrà prima valutato quale tipo di accordo si raggiungerà col governo, comunque si ridurrebbe la duration delle concessioni del gruppo (19 anni per ASPI) e la capacità di generare cash-flow. L’entrata di CDP o F2i nel capitale di ASPI assicurerebbe visibilità ai risultati“, commentano gli analisti di Equita.

da Rumor spin-off Aspi scalda Atlantia, parole nuovo ceo alimentano speranze su concessione. Gualtieri media - FinanzaOnline
 

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Elicoidale Morandi, le analisi confermano un ammaloramento importante
Elicoidale Morandi, le analisi confermano un ammaloramento importante

L'ispezione ha confermato che allo stato attuale non sarebbe utilizzabile

L'elicoidale del Morandi, subito dopo l'ingresso dal casello di Genova Ovest, presenta un grado di ammaloramento e degrado "importante" e deve essere sottoposto a lavori prima che sia finito il nuovo viadotto. L'elicoidale è l'arteria che immette il traffico sul nuovo viadotto proveniente da A7, A10 e A12. E' emerso dall'ispezione dell'ingegnere Placido Migliorino, l'ispettore inviato dal Mit a controllare la rete autostradale ligure. Il super esperto ha riscontrato carenze che allo stato attuale, se il nuovo ponte fosse già percorribile, non ne permetterebbero l'utilizzo. Questa notte Migliorino ispezionerà la galleria Madonna della Neve, in A12. Sarà un'ispezione di secondo livello con georadar, laser scanner, carotaggi e telecamere. La scorsa notte erano state controllate la Ri Basso, la Ri Alto, la S. Anna e la San Bernardo del Fico, ma non con le tecniche più invasive. Se la seconda ispezione dovesse riscontrare problematiche, Migliorino potrebbe suggerire accorgimenti per migliorare i monitoraggi.

La Direzione di Tronco di Genova di Aspi ha effettuato il sopralluogo "richiesto dalla società all'Ufficio ispettivo territoriale del Mit sull'Elicoidale e sulle altre opere che fungeranno da interconnessione tra il nuovo viadotto sul Polcevera e l'autostrada A7" (tra cui i viadotti "6 luci" e "16 luci"). "Nell'ispezione sono state valutate le condizioni attuali delle infrastrutture (ora chiuse al traffico) su cui la Direzione di Tronco aveva avviato da diversi mesi una attività per analizzare e risolvere tutte le esigenze manutentive o di adeguamento alle vigenti normative prima dell'apertura del nuovo viadotto", sostiene Aspi. "Il successivo incontro, tutt'ora in corso presso gli uffici della Direzione di Tronco con l'analisi della documentazione progettuale già disponibile, permetterà di confermare l'ultimazione di tutte le attività con anticipo rispetto ai tempi previsti per l'apertura del nuovo ponte, pur con alcune integrazioni e miglioramenti dei progetti in fase di ultimazione che saranno prontamente recepite".

 

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Autostrade considera garanzia Sace contro impatto virus - fonti
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Mercato azionario14 ore fa (20.04.2020 18:45)


MILANO (Reuters) - Autostrade per l'Italia, parte del gruppo Atlantia (MI:ATL), sta valutando la possibilità di usufruire delle misure del governo per sostenere la liquidità e mitigare l'impatto del coronavirus sulle sue attività.

Lo riferiscono due fonti a conoscenza della situazione.

Il governo ha approvato il 6 aprile un decreto che offre alle aziende medie e grandi la possibilità di accedere alle garanzie di Sace sui prestiti bancari a patto che non approvino la distribuzione di dividendi nei dodici mesi successivi all'erogazione del finanziamento e che gestiscano i livelli occupazionali attraverso accordi con i sindacati.

"Autostrade potrebbe chiedere la garanzia Sace", dice una delle fonti.

La garanzia aiuterà Autostrade a far fronte al drastico calo del traffico, legato alla crisi sanitaria.

In aggiunta, il programma potrebbe allentare eventuali difficoltà causate dai downgrade che hanno portato il rating di Autostrade a "junk" a causa dell'incertezza sulla concessione.

Atlantia, che controlla tra le altre Autostrade e Adr, è ancora impegnata in un confronto con il governo sul futuro della concessione di Autostrade a seguito del crollo del ponte Morandi a Genova ad agosto 2018.

Il disastro, che provocò la morte di 43 persone, ha portato il governo a minacciare la revoca della concessione dell'operatore autostradale. Dopo mesi di tensioni, Atlantia e il ministero dei Trasporti sono ora impegnati in trattative informali, per porre fine allo stallo e trovare un accordo sulla concessione.

"I contatti tra Atlantia e il ministero continuano... il governo non intende revocare la concessione, ma non c'è ancora un accordo", secondo una delle fonti.

Le fonti hanno detto anche che Atlantia non pagherà il dividendo sui risultati 2019.

Atlantia non ha commentato.

Nonostante manchi ancora un compromesso con il governo, le fonti riferiscono che Autostrade e Atlantia procederanno la prossima settimana con l'approvazione dei risultati del 2019, dopo il rinvio deciso a marzo, quando il futuro della concessione era ancora più incerto.

Lo scorso mese Autostrade per l'Italia ha raggiunto un accordo con i sindacati per utilizzare la cassa integrazione per nove settimane, attraverso uno schema a rotazione che interessa 1.500 lavoratori alla volta e che verrà applicato a tutti i 4,7000 dipendenti.
 

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Atlantia, profitti quasi azzerati per sbloccare il dossier Aspi
Nel 2019 136 milioni di utile dopo accantonamenti da 1,5 miliardi su Autostrade. Al Governo offerto un piano da 2,9 miliardi tra tariffe, investimenti e caso Genova.
di Laura Galvagni

(REUTERS)


Il bilancio 2019 di Atlantia fa i conti con il caso Autostrade per l’Italia. I forti accantonamenti legati alla partita Aspi, pari a 1,5 miliardi di euro, solo in parte compensati dal contributo di Abertis, hanno impattato sui profitti della compagnia che ha registrato un utile di pertinenza del gruppo di 136 milioni, in diminuzione di 639 milioni rispetto al 2018.

Una dimostrazione “plastica”, per così dire, della volontà della compagnia di trovare un’intesa con l’esecutivo sulla concessione in capo alla controllata. Proprio la proposta “transattiva” con Roma è infatti la ragione che ha spinto in rosso i risultati di Autostrade, che ha segnato una perdita di 282 milioni contro un potenziale profitto di 769 milioni, e che di conseguenza ha ridotto l’utile della holding.

Una proposta che Atlantia ha deciso di mettere nero su bianco anche nella presentazione fatta al mercato sui risultati del passato esercizio e che consta di tre elementi chiave:
-un’offerta complessiva da 2,9 miliardi di euro,
-il superamento del decreto Milleproroghe nella parte in cui determina il valore di Aspi a 7miliardi, chiedendo che questo venga invece calcolato sulla base del market value,
-e infine il nuovo piano economico finanziario che solo per il 2020 può valere fino a 1,6 miliardi di investimenti.

Quanto ai 2,9 miliardi, si tratta di 1,5 miliardi accantonati per far fronte a maggiori impegni in termini di interventi e di riduzione delle tariffe. Allo stesso modo sono stati inseriti 700 milioni di maggiori spese di manutenzione delle rete al 2023 e ulteriori 700 milioni da destinare a supporto della comunità di Genova.

Questa è dunque l’offerta dettagliata inviata dalla compagnia al governo e che ora attende una risposta formale dall’esecutivo. Il ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli ha assicurato che una decisione in proposito verrà presa a stretto giro. Senza un’intesa con Roma, d’altra parte, non si può pensare di procedere a un eventuale riassetto del capitale di Aspi, rispetto al quale ieri l’ad di Atlantia, Carlo Bertazzo, ha ricordato che allo stato non ci sono le condizioni. In prospettiva, però, la holding «è pronta a valutare l’ingresso di partner di minoranza». Per il futuro si vedrà.

29 aprile 2020

Intanto Autostrade continua a pagare lo scotto di un profilo finanziario definito “spazzatura” dalle agenzie di rating. La società è a caccia di liquidità e in ragione di ciò si sta muovendo in due direzioni. Da un lato sta guardando all’opportunità di rivolgersi a Sace, come previsto dal Dl liquidità per le società che non distribuiscono la cedola, e dall’altro ha avviato un confronto con Cassa Depositi e Prestiti. Il gruppo ha in essere con Cdp due linee di credito per complessivi 1,3 miliardi ancora non “attivate”. L’idea di Autostrade sarebbe di chiedere qualche centinaio di milioni ma al momento Cassa sta verificando che non esistano elementi “ostativi” all’erogazione dei denari. In proposito, oltre al giudizio delle agenzie di rating pesano anche le prospettive di traffico per l’emergenza Covid-19.

A riguardo, ha precisato ieri Atlantia, il Coronavirus potrebbe ridurre i ricavi del gruppo di 3 miliardi quest’anno. «Considerati i dati di traffico sino ad ora consuntivati una preliminare analisi di sensitività porterebbe a stimare un calo medio del traffico autostradale di gruppo di circa il 30% e aeroportuale di circa il 50%, con un potenziale impatto negativo sui ricavi di 3 miliardi e una potenziale riduzione dei flussi operativi al netto degli investimenti pari a 2 miliardi di euro, sempre rispetto ai dati del 2019».

La compagnia lo scorso anno ha segnato un giro d’affari di 11.630 milioni, comprensivi del maggior contributo di Abertis (4.534 milioni). Il gruppo spagnolo ha inciso anche sul miglioramento del margine operativo lordo che è salito a 5.727 milioni, (+1.959 milioni). Sulla scorta di questi numeri, che per effetto di Aspi hanno tuttavia registrato un utile netto in forte contrazione e stante il contesto generale, il cda proporrà all’assemblea a fine maggio di non distribuire dividendo.

Intanto, va registrato il cambio al vertice di Aeroporti di Roma. L’amministratore delegato Ugo de Carolis ha lasciato il posto a Marco Troncone, fino ad oggi responsabile del coordinamento delle attività aeroportuali per Atlantia. Il crollo del traffico aereo e potenzialmente una ripresa dei voli che sarà certamente lenta, comporterà in prospettiva un’ampia riflessione sul modello di business che andrà ripensato sotto vari punti di vista.

Troncone è stato dunque scelto per la lunga esperienza maturata in ambito aeroportuale. Il manager, d’altra parte, gravita nell’area di Adr, seppure con ruoli diversi, da ormai 10 anni. Come cfo, per esempio, ha seguito il turnaround dello scalo ricoprendo un ruolo centrale nella ripresa. Il che lo rende particolarmente adatto ad affrontare questa nuova sfida che richiede sia competenze industriali che finanziarie. L’uscita di de Carolis, a quanto ricostruito, è stata concordata.
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insomma il Covid-19 incide pesantemente sia su ASPI che sugli Aeroporti
 

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Gualtieri apre su Aspi: «Accetti le nuove tariffe altrimenti sarà revoca»

Lunedì 1 Giugno 2020 di Roberta Amoruso

Gualtieri apre su Aspi: «Accetti le nuove tariffe altrimenti sarà revoca»

«Autostrade per l’Italia accetti le nuove tariffe», una strada che può aprire a «una soluzione transattiva». Altrimenti «la caducazione della concessione è sempre un’opzione». Per la prima volta nel duro confronto tra governo ed Aspi scende in campo Roberto Gualtieri. Lo fa nelle vesti di ministro dell’Economia. Lo fa lanciando un segnale di apertura, visto che ha avanzato ufficialmente uno spiraglio di accordo, pur senza trascurare lo spettro del ritiro della concessione, ipotesi che sembrava per la verità accantonata negli ultimi giorni, ma che i grillini hanno nuovamente brandito.
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