Arte investimento guadagni rivalutazione (?) (1 Viewer)

kiappo

Forumer storico
Eh, si...in linea di massima è così..recentemente un mio amico ha svuotato un'enorme villa in Brianza, dei tanti ritratti alla Bomboloni...Non gliene fregava niente a nessuno..l'unico pezzo venduto ad un prezzo notevole è stato una donna biotta di Hayez...tira piu un pelo di quella roba li che una coppia di buoi...:rolleyes: certo che il soggetto conta, eccome!!!...Pure c'è da dire che qualcuno, particolarmente accorto e fortunato, riesce a guadagnare anche suĺle opere d'Arte, capita raramente, ma capita...certo il primo vero guadagno, lo si fa comprando bene, come sanno i salumieri...
 

baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
Il soggetto conta, ma occorre anche parametrarlo alla tipologia di produzione del pittore. Se si tratta di soggetto "tipico" dell'artista allora il valore è maggiore, minore se stanca replica, ancora minore, salvo eccezioni poco spiegabili, quando il soggetto o lo stile non risultino caratteristici dell'artista. Un Poliakoff astratto, bello ricco di spatolate in rilievo, viene richiesto e quindi vale. Un ritrattino a matita da lui fatto a sua zia difficilmente sfonderà sul mercato.
Si arriva al punto che un ipotetico splendido ritratto a olio di Santomaso possa valere meno di un suo modesto astratto replicato ad libitum.
A Goya vengono perdonate molte durezze (soggetti aspri, cadaveri, violenze) perché sue "caratteristiche". E tuttavia il mese scorso dei mercanti mi hanno rivelato di non averne voluto comprare uno a basso prezzo a causa del fatto che nel soggetto si vede il corpo di un santo (il suo cadavere) trasportato in una teca (poco male, l'ho preso io :fiu:). (Però in questo episodio leggerei un gradino in più in direzione del degrado)
E' noto che un quadro con il laghetto vale il 20% in più di quello con le stesse mucche ma senza laghetto. Un ritratto di giovane bella e felice può costare, a parità di tutti gli altri parametri, molte volte più di quello (stesso autore, stessa qualità) di un anziano ingrugnito.
Chi frequenta i pittori (figurativi) sa come di queste cose si rida ("la gente non capisce niente" - salvo poi accontentarla ripetendo i soggetti più amati :pollicione:) e come il pittore guardi i lavori dei colleghi (di ogni tempo) valutandone la qualità e assolutamente tenendo in nulla la piacevolezza dei soggetti. Il pittore si mette dal punto di vista del creatore anche valutando il lavoro altrui. L'utente finale, invece, pur magari interessato alla qualità, si pone dei problemi assolutamente estranei all'arte, legati invece alle necessità e convenienze del quotidiano. Lui sarà il possessore e deve usare l'opera, mica può mettere nell'ingresso una scena orgiastica assai dettagliata, ovvero la decapitazione dei bimbi fatta da Erode. Che, di conseguenza, costerà di meno, salvo non possa essere riscattata da più o meno vaghi e sinceri riferimenti allo stile o alla vita del suo autore. Pertanto, un Bosch con quelle scene lì sarebbe il benvenuto, mentre i ragazzini dipinti dal Tirinnanzi, pur nella più innocente delle pose, si trascinano dietro fior di chiacchiere e sospetti tali da renderli più "evitabili".

Infine, altre caratteristiche tendenzialmente "spiacevoli" possono venir riscattate appunto per il fatto di risultare tipiche di quel pittore. La "gente" non ama molto i larghi neri delle xilografie, ma in certi autori essi sono una costante caratteristica e non vengono più sentiti come problema (es. Pietro Parigi).anche se comunque la cerchia degli amatori risulterà più ristretta. Hockney rappresenta spesso situazioni apertamente omosessuali, ma è caratteristica del suo "nome" e non crea problemi nemmeno a chi si leverebbe indignato di fronte ad opere di altri con lo stesso soggetto ("in casa ho dei bambini !")
NB Gli autori erotici noti (Rops, Beardsley, xilo Shinga) invece, pur non potendoli esporre ai bimbetti, vengono collezionati, ricercati e pagati di più degli altri.
Francis Bacon è famoso per le crudeltà che si percepiscono in vari modi nella sua arte: ma quello che, per esempio, ridurrebbe a metà il valore di una stampa del 600, in lui è tranquillamente accettato, anzi ..., ed è alla base dei "valori" con Hermann Nitsch.
Con questo criterio, molti incapaci, negli anni passati, hanno sostenuto di esprimere e dipingere anche il brutto, così che i loro brutti quadri, almeno per un po', si sono venduti alla grande. :rotfl:
 

Cris70

... a prescindere
Il soggetto conta, ma occorre anche parametrarlo alla tipologia di produzione del pittore. Se si tratta di soggetto "tipico" dell'artista allora il valore è maggiore, minore se stanca replica, ancora minore, salvo eccezioni poco spiegabili, quando il soggetto o lo stile non risultino caratteristici dell'artista. Un Poliakoff astratto, bello ricco di spatolate in rilievo, viene richiesto e quindi vale. Un ritrattino a matita da lui fatto a sua zia difficilmente sfonderà sul mercato.
Si arriva al punto che un ipotetico splendido ritratto a olio di Santomaso possa valere meno di un suo modesto astratto replicato ad libitum.
A Goya vengono perdonate molte durezze (soggetti aspri, cadaveri, violenze) perché sue "caratteristiche". E tuttavia il mese scorso dei mercanti mi hanno rivelato di non averne voluto comprare uno a basso prezzo a causa del fatto che nel soggetto si vede il corpo di un santo (il suo cadavere) trasportato in una teca (poco male, l'ho preso io :fiu:). (Però in questo episodio leggerei un gradino in più in direzione del degrado)
E' noto che un quadro con il laghetto vale il 20% in più di quello con le stesse mucche ma senza laghetto. Un ritratto di giovane bella e felice può costare, a parità di tutti gli altri parametri, molte volte più di quello (stesso autore, stessa qualità) di un anziano ingrugnito.
Chi frequenta i pittori (figurativi) sa come di queste cose si rida ("la gente non capisce niente" - salvo poi accontentarla ripetendo i soggetti più amati :pollicione:) e come il pittore guardi i lavori dei colleghi (di ogni tempo) valutandone la qualità e assolutamente tenendo in nulla la piacevolezza dei soggetti. Il pittore si mette dal punto di vista del creatore anche valutando il lavoro altrui. L'utente finale, invece, pur magari interessato alla qualità, si pone dei problemi assolutamente estranei all'arte, legati invece alle necessità e convenienze del quotidiano. Lui sarà il possessore e deve usare l'opera, mica può mettere nell'ingresso una scena orgiastica assai dettagliata, ovvero la decapitazione dei bimbi fatta da Erode. Che, di conseguenza, costerà di meno, salvo non possa essere riscattata da più o meno vaghi e sinceri riferimenti allo stile o alla vita del suo autore. Pertanto, un Bosch con quelle scene lì sarebbe il benvenuto, mentre i ragazzini dipinti dal Tirinnanzi, pur nella più innocente delle pose, si trascinano dietro fior di chiacchiere e sospetti tali da renderli più "evitabili".

Infine, altre caratteristiche tendenzialmente "spiacevoli" possono venir riscattate appunto per il fatto di risultare tipiche di quel pittore. La "gente" non ama molto i larghi neri delle xilografie, ma in certi autori essi sono una costante caratteristica e non vengono più sentiti come problema (es. Pietro Parigi).anche se comunque la cerchia degli amatori risulterà più ristretta. Hockney rappresenta spesso situazioni apertamente omosessuali, ma è caratteristica del suo "nome" e non crea problemi nemmeno a chi si leverebbe indignato di fronte ad opere di altri con lo stesso soggetto ("in casa ho dei bambini !")
NB Gli autori erotici noti (Rops, Beardsley, xilo Shinga) invece, pur non potendoli esporre ai bimbetti, vengono collezionati, ricercati e pagati di più degli altri.
Francis Bacon è famoso per le crudeltà che si percepiscono in vari modi nella sua arte: ma quello che, per esempio, ridurrebbe a metà il valore di una stampa del 600, in lui è tranquillamente accettato, anzi ..., ed è alla base dei "valori" con Hermann Nitsch.
Con questo criterio, molti incapaci, negli anni passati, hanno sostenuto di esprimere e dipingere anche il brutto, così che i loro brutti quadri, almeno per un po', si sono venduti alla grande. :rotfl:

Condivido ogni singola lettera e soprattutto la premessa.
Hai articolato alla grande quello che ho sintetizzato all'amico Ruavid sul suo ultimo acquisto di Obey nel mercatino x sedentari
 

Cris70

... a prescindere
Leggo nei mercatini che alla fine che non sono il solo a puntare alla collezione a costo zero.
Adesso però mi spiegate, e Baleng per primo :boxe: perché alcuni portano avanti il verbo che l'arte non e un investimento? Magari non è un investimento x sprovveduti.
 

baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
Leggo nei mercatini che alla fine che non sono il solo a puntare alla collezione a costo zero.
Adesso però mi spiegate, e Baleng per primo :boxe: perché alcuni portano avanti il verbo che l'arte non e un investimento? Magari non è un investimento x sprovveduti.
Si parla della media dei prezzi. Storicamente la media dei prezzi in negozio o in asta delle opere esistenti, prese cioè tutte nel loro insieme (limitandoci all'Italia, o all'Europa, o anche a tutto il mondo) non rappresenta un investimento se acquisto fatto presso un mercante, poiché i costi del mercante + quelli del rivendere (mercante o asta) sono spropositati. Nel 3d mercatini noterai come sia passata la parola d'ordine "comprare a un decimo della valutazione". Sì ma: come si determina la valutazione? E perché si può trovare la stessa roba a un decimo?

La "valutazione" potrebbe definirsi il prezzo medio al quale viene venduto sulla piazza il quadro, ma più corretto sarebbe, per parlare di investimento, considerare il prezzo netto che un privato può ricavare.
La roba si trova a un decimo per vari motivi, come l'ignoranza del venditore o la sua lontananza, anche metaforica, dalla zona dove l'opera ha mercato (un Santomaso in Svezia potrebbe costare molto meno che qui).
Ma il motivo principe (sembra solo antiquariato, ma vale anche per cose abbastanza recenti) è che la gente muore e chi rimane spesso "svende", per disinteresse, ignoranza o altro.
Posseggo anche cose buone comprate sino a 50 anni fa, ma nessuna si è rivelata un investimento con guadagno.reale (non "nominale") in quanto/pur acquistate, pensa te, a prezzo da mercante dai vari "produttori". Già meglio con certe stampe antiche, prese dagli antiquari, ma avrei dovuto darle via tutte 10 anni fa, ora è tardino. Perché gli antiquari comprano appunto cose di "de cuius", o di chi si trasferisce e deve realizzare subito, ecc. Quello che noi troviamo ai mercatini ha normalmente origini simili, e siccome non sempre i venditori sono ben informati, ecco che spuntano i vari affari.
Questo, sì, è un buon investimento (dove devi anche conoscere l'oggetto e il suo mercato), ma entro dei criteri che appunto negano il mercato, perché si tratta sempre di eccezioni. E comunque, poiché gli antiquari comprano nel modo suddetto, tu acquirente fai l'affare e l'investimento, ma non dimenticare che il vecchio possessore, adesso nella figura dei suoi eredi, ha perso quasi tutto.

Può servire l'esempio delle obbligazioni greche: nel 2012, con un default mascherato, il loro valore venne ridotto dell'80%.. Molti dei vecchi possessori che avevano pagato 100 (circa) vendettero a 20 per scappare dalla trappola. Altri però, magari anch'essi intrappolati, comprarono a 20, ovviamente, e poi a 30 o 40. Ora il valore di quelle obbligazioni è 80/90 circa, chi le ha prese a 20 ha fatto un buon investimento, ma nell'insieme la platea degli investitori ci ha rimesso, e molto (il prezzo di 90 è relativo a una quantità di obbligazioni ridotta a circa metà, quindi la perdita, se non hai fatto movimenti, è certa).. Asiunass soldass, diceva un vecchio agente di cambio, cioè con la robaccia si fanno i soldi, ma, appunto, perché qualcuno ce li rimette, e in misura maggiore.
Ecco, nell'arte abbiamo una situazione simile. L'artista vivente (semplifico) deve mangiare e vestirsi, e chi lo paga? Il gallerista ha spese costanti ed elevate, e chi lo paga? Il collezionista. Ma subisce sul mercato la concorrenza dei millanta artisti mediamente già trapassati, i cui possessori possono perdere con l'investimento nel modo detto prima, eredità ecc. Inoltre, quelle "spese" non si riversano sull'opera come valore, vengono solo caricate sul mio acquisto iniziale. Finché qualcuno sostiene (come un prestigiatore) il mercato questo valore può essere "rivendibile", cioè il prezzo rimane elevato e altri quadri costeranno cari e manterranno in vita artista gallerista e pure il critico. Ma alla fine questo "costo" si perde e nessuno più pensa a quante ore abbia perso l'incisore di una carta antica per realizzarla.
Il marxismo pensa che tutti i costi cadranno sui prezzi, ma non è così: se il prodotto non ha mercato (domanda) nessuno pagherà per quanta fatica fu fatta, ma, eventualmente, molto meno.

Per concludere: i miei e i tuoi "investimenti" (ma già se n'è parlato) sono frutto di conoscenze, intuito e simili, ma rendono solo perché abbiamo comprato fuori (sotto) mercato. Naturalmente l'eccezione di chi abbia intuito per tempo l'affare è sempre possibilissima, in questo caso il "fuori mercato" è temporale, si anticipa il giudizio della collettività e si può rivendere poi quanto prima non era stato capito. Ma paragoniamo ancora ciò con l'investimento in borsa (azioni e obbligazioni): che sarà "investimento" solo se l'insieme di una situazione economica risulterà produrre in positivo (esempio: agricoltura fatta bene, industria "sul pezzo" ecc). Ma se c'è recessione, molti possono ancora guadagnare, però non più sul prodotto globale in aumento, bensì sulle perdite degli altri, come alla roulette.

Alla fine, anche in borsa, comprando oltre un certo prezzo in media si perde, sotto si guadagna: ma solo se qualcun altro compra. Mentre se uno fa il cassettista e tiene roba che rende regolarmente, cedole o dividendi (specchio di produttività), quello è mediamente un guadagno reale. In pratica, la differenza tra l'analisi tecnica (roulette) e l'analisi fondamentale (sulla produttività dell'azienda).

Questi discorsi poi vanno calati nella realtà, che è ancora più pazza e sanguinosa. Io mi limito a notare che se uno compra (e poi rivende) nel mercato artistico con i modi propri al mercato artistico (gallerie, aste) l'investimento sarà mediamente in perdita grave. Se però, all'estremo opposto, uno ruba, il suo guadagno finale, per quanto piccolo, è certo :pollicione: Noi dei mercatini "rubiamo" legalmente, tutto qua. Tu invece, probabilmente, acquisti allo stesso prezzo dei mercanti (aggiungi un po' di preveggenza, per carità) e quindi rispecchi un po' la loro posizione, ma non credo che possa dichiarare affari giganteschi, salvo le dovute eccezioni, a meno che non operi vendendo a privati, senza spese (d'asta, o di gestione ...) e quindi risultando una specie di mercante in posizione parassitaria (senza offesa).
 

kiappo

Forumer storico
Gino è un grande,... non c'e niente da fare. Il banchiere vampiro Rotschild diceva che bisogna comperare quando il sangue scorre per le strade, e purtroppo è proprio così. ..in tutti i settori, fatte le debite proporzioni...chi compra bene/a poco...prima o poi guadagna!!!...
 

RedArrow

Forumer storico
Gino è un grande,... non c'e niente da fare. Il banchiere vampiro Rotschild diceva che bisogna comperare quando il sangue scorre per le strade, e purtroppo è proprio così. ..in tutti i settori, fatte le debite proporzioni...chi compra bene/a poco...prima o poi guadagna!!!...
Nel caso nostro possiamo adattare il motto del banchiere dicendo "quando le acquedotti sono riverse sulle strade".
 

kiappo

Forumer storico
Nel caso nostro possiamo adattare il motto del banchiere dicendo "quando le acquedotti sono riverse sulle strade".

Forse volevi scrivere le acqueforti....stramaledetto il "T9"...devo sempre controllare e ricontrollare i messaggi, certe volte in Inglese scrivo "good"..e lui mi fa comparire "godo"...e non riesco a disabilitarlo dal tablet...
 

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