Titoli di Stato area non Euro ARGENTINA obbligazioni e tango bond (12 lettori)

Owblisky

Compravendite mobiliari
...ieri comunque sceso tutto su delle pre elezioni pre ipotesi pre previsioni pre tutto.
Default al 75 per cento entro 5 anni quando tutti I giorni dimostrano di non essere in grado di fare previsioni a 5 mesi e sono gia troppi.

Il mercato è mio maestro.
Quando il mercato si muove così, (crollato l'azionario, l'obbligazionario e il valutario) sottovalutarlo puo essere un errore madornale.
 

m.m.f

Forumer storico
Il mercato è mio maestro.
Quando il mercato si muove così, (crollato l'azionario, l'obbligazionario e il valutario) sottovalutarlo puo essere un errore madornale.

...nessuno penso sottovaluta,dico solo che anche I vari editoriali non hanno evidenziato nulla di consistente.
Tutte ipotesi ...se sei fuori fai bene a starne fuori....secondo me a questi prezzi qualcosa si puo acquistare e poi vendere ...
 

m.m.f

Forumer storico
Che tramvata questa Argentina..
Con un'inflazione al 50% etc etc etc..
Ci avviamo verso un altro 2001..


...anche dopo hanno smesso di pagare sè non vado errato...avanti così comunque i bond faranno prima a non emetterli a parte qualche fondo per il resto di retailer non ne troveranno più uno...
 

IL MARATONETA

Forumer storico
Il mercato è mio maestro.
Quando il mercato si muove così, (crollato l'azionario, l'obbligazionario e il valutario) sottovalutarlo puo essere un errore madornale.
L'Argentina non è il Venezuela. Il paese, finora governato da Macri, può contare sull'appoggio degli Stati Uniti e di tanti paesi democratici.
Da venerdi' ad oggi nulla è cambiato, solo sappiamo le intenzioni di voto dei cittadini. Sarà su questo voto dove governo e alleati dovranno lavorare per tentare di rovesciare da qui ad ottobre la situazione. Forse qualcuno dei votanti oppure in molti, avranno capito che con il peronismo hanno tutto da perdere e le cose potrebbero prendere una piega diversa.
La speculazione è il fattore più importante dove i fondi di investimento riescono a trarre profitto e quando c'è una occasione ci si buttano a capofitto. Non mi meraviglierei se chi ha venduto ad arte riacquisterà tra breve. Il problema è che noi piccoli sappiamo solo perdere le occasioni perché abbiamo un gruzzolo che in ogni caso è limitato e quando le situazioni precipitano siamo i primi a temere di perdere tutto. Ma quale tutto, poi???
Non voglio fare la morale a nessuno perché tra questi timorosi purtroppo mi ritrovo anche io, ma vorrei imparare a ragionare diversamente e ad operare di conseguenza.
 

GRANJERO

Nuovo forumer
L'Argentina non è il Venezuela. Il paese, finora governato da Macri, può contare sull'appoggio degli Stati Uniti e di tanti paesi democratici.
Da venerdi' ad oggi nulla è cambiato, solo sappiamo le intenzioni di voto dei cittadini. Sarà su questo voto dove governo e alleati dovranno lavorare per tentare di rovesciare da qui ad ottobre la situazione. Forse qualcuno dei votanti oppure in molti, avranno capito che con il peronismo hanno tutto da perdere e le cose potrebbero prendere una piega diversa.
La speculazione è il fattore più importante dove i fondi di investimento riescono a trarre profitto e quando c'è una occasione ci si buttano a capofitto. Non mi meraviglierei se chi ha venduto ad arte riacquisterà tra breve. Il problema è che noi piccoli sappiamo solo perdere le occasioni perché abbiamo un gruzzolo che in ogni caso è limitato e quando le situazioni precipitano siamo i primi a temere di perdere tutto. Ma quale tutto, poi???
Non voglio fare la morale a nessuno perché tra questi timorosi purtroppo mi ritrovo anche io, ma vorrei imparare a ragionare diversamente e ad operare di conseguenza.

Hai dimenticato di menzionare la Cina ! ...Comunque, ti perdono ! :-D P.S. Minzioniamo sempre tutti, se possibile ! ...Grazie !! :-D
 

Fabrib

Forumer storico
Argentina, i mercati nella cristalleria


L’ultima volta che ho scritto di Argentina è stato quasi un anno addietro. Dopo il maxi prestito del Fondo Monetario Internazionale, concesso sotto gli auspici di Christine Lagarde e di una rinnovata valenza “sociale” dell’azione del Fondo (una cosa tipo “austerità, ma dolce”), la situazione non è migliorata. O meglio, i conti pubblici si sono più o meno raddrizzati, ma l’opinione pubblica non ha gradito il persistere di una condizione piuttosto misera.

E quindi, le primarie presidenziali hanno visto il trionfo del ticket Fernandez & Fernandez (nessuna parentela), con la ex presidente nel ruolo di vice, sul ticket del presidente Mauricio Macri, con un distacco di 15 punti percentuali.
Non più tardi di inizio luglio, il FMI aveva detto che le riforme poste come condizione per il maxi prestito di 57 miliardi di dollari stavano procedendo bene. Ma evidentemente non abbastanza bene per la popolazione, alle prese con un’inflazione del 50% ed un crollo del potere d’acquisto.
Come ho scritto in passato, Macri ha cercato di rimediare alle follie di politica economica di Cristina Fernandez de Kirchner in modo solo graduale, per non infliggere ulteriori sofferenze alla popolazione. Il suo profilo pro market, la sostanziale chiusura delle pratiche di monetizzazione del deficit da parte della banca centrale e la soluzione della controversia con i creditori internazionali sui precedenti default gli sono valsi l'”amicizia” ed il credito degli investitori internazionali, consentendogli di emettere molto debito in dollari, con cui fare fronte ad esigenze domestiche anziché procedere da subito a procurarsi le risorse necessarie con una terapia “a doccia fredda” fatta di stretta fiscale, con rimozione dei sussidi, e forti aumenti dei tassi d’interesse domestici.
Questo gradualismo, come segnalavo lo scorso anno, non ha pagato. La progressiva eliminazione dei pesantissimi sussidi ai servizi di pubblica utilità, che si mangiavano ampia parte del bilancio pubblico, ha causato una elevata e persistente inflazione, vanificando le spinte disinflazionistiche della fine della monetizzazione del deficit. Lo scorso anno, il rialzo dei rendimenti sul dollaro aveva già destabilizzato il peso, spingendo la banca centrale prima a stringere e poi a rilassare le condizioni monetarie, perdendo credibilità. Poi, la spugna gettata e la richiesta di aiuto al FMI, perché la fame di dollari resta tanta.
Perché il violentissimo crollo di ieri degli asset argentini, quindi? A livello qualitativo, perché si teme il ritorno del populismo alla Kirchner, che significa solo una cosa: default sul debito estero. Ma la magnitudine deriva dal fatto che l’Argentina, sotto Macri, è tornata ad inserirsi nei circuiti finanziari internazionali, da cui era stata posta in quarantena durante il regno della Presidenta. E quando si muovono quelli, nel bene o nel male, gli ordini di grandezza sono elevati. Un vero elefante, per giunta impazzito, nella cristalleria.
Il risveglio dei mercati, quindi, è stato quello di chi prende improvvisamente coscienza che un nuovo default sul debito potrebbe essere molto prossimo. Ed anche quello di chi si era fidato di “previsioni” di banche d’affari che vedevano Macri in sostanziale rimonta verso Fernandez.
Ribadiamo il punto centrale: si emette in valuta quando si vogliono reperire risorse sui mercati internazionali, e perché gli investitori non si fidano di sottoscrivere debito in valuta locale. È quello che ha potuto fare Macri, grazie alle sue credenziali market friendly. Ma la realtà serve a mettere i bastoni tra le ruote ai grandi disegni dei politici.
Al momento non è dato sapere cosa esattamente voglia fare Alberto Fernandez, già capo di gabinetto nel governo di Nestor Kirchner e candidato presidenziale alle elezioni del 27 ottobre. Tra le altre cose, ha detto di non voler reintrodurre controlli sui capitali e che serve rinegoziare gli accordi col FMI, oltre ad accusare Macri di essere responsabile della crisi per aver creato troppo debito estero.
Ma il sospetto che egli possa essere una figurina nella mani di Cristina Fernandez de Kirchner è forte. Ed è opportuno ricordare che la signora ha risposto al deterioramento dell’economia argentina con controlli sui capitali, monetizzazione del deficit, repressione delle importazioni per preservare valuta, nazionalizzazione dei fondi pensione. Il pedigree è di quelli che piacerebbero a non pochi leaderini politici italiani.
È perfettamente inutile prendersela con la popolazione, se la medesima soffre allo stesso modo in cui soffriva sotto la Kirchner. Sarebbe altrettanto facile affermare che esistono paesi in cui demagogia e populismo sono il tratto culturale dominante, e quindi i disastri sono destinati a ripetersi. Questo potrebbe essere un giudizio superficiale, oppure la banale descrizione della realtà, visto che l’Argentina è un defaulter seriale. Ma già, che sbadato, è una chiara vittima del brutale capitalismo globale. O no?
Ma, ribadiamolo: ieri il mondo è tornato ad accorgersi dell’Argentina e dei suoi problemi perché il debito argentino è tornato nei portafogli degli investitori internazionali. Affermando ciò non sto suggerendo che serva star fuori dai mercati, anche perché credo non sarebbe neppure possibile, con buona pace di chi crede il contrario.
Phastidio.net
 

fabriziof

Forumer storico
Seguo poco perchè ho solo una manciata di baires ,quel che sta avvenendo mi ricorda quel che avvenne parecchi anni fa in Brasile quando si capí che avrebbe vinto Lula,una fuga selvaggia dai tds ,la loro ripresa dopo le elezioni è uno dei miei più dolci ricordi :rolleyes:
 

vitoandolini

Forumer attivo
L'Argentina non è il Venezuela. Il paese, finora governato da Macri, può contare sull'appoggio degli Stati Uniti e di tanti paesi democratici.
Da venerdi' ad oggi nulla è cambiato, solo sappiamo le intenzioni di voto dei cittadini. Sarà su questo voto dove governo e alleati dovranno lavorare per tentare di rovesciare da qui ad ottobre la situazione. Forse qualcuno dei votanti oppure in molti, avranno capito che con il peronismo hanno tutto da perdere e le cose potrebbero prendere una piega diversa.
La speculazione è il fattore più importante dove i fondi di investimento riescono a trarre profitto e quando c'è una occasione ci si buttano a capofitto. Non mi meraviglierei se chi ha venduto ad arte riacquisterà tra breve. Il problema è che noi piccoli sappiamo solo perdere le occasioni perché abbiamo un gruzzolo che in ogni caso è limitato e quando le situazioni precipitano siamo i primi a temere di perdere tutto. Ma quale tutto, poi???
Non voglio fare la morale a nessuno perché tra questi timorosi purtroppo mi ritrovo anche io, ma vorrei imparare a ragionare diversamente e ad operare di conseguenza.

Personalmente sono supercapitalizzato, non perchè disponga di chissà che, ma sono quasi sempre liquido al 90 e rotti %
Il fatto è che qui tra me e i fondi il rischio è asimmetrico (per dirla con Taleb) nel senso che se Argentina salta io perdo, loro invece se guadagnano sono in gain, se perdono il rischio lo scaricano su qualcun altro. E capisci che così siamo tutti bravi a diventare spericolati (con il cu.. i soldi degli altri)
Quindi, da pesce piccolo, attendo che il mercato giri e se e quando lo farà ci metto pure uno stop loss; ovviamente è la mia idea, non è che devono essere tutti prudenti come me
 

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