Amici, se a qualcuno può interessare, riporto ciò che scrissi nel lontano gennaio 2005, nel sito dell' ADUSBEF.
Poi è avvenuto che, assurdamente, una percentuale molto alta ha aderito al canje indecente ed eccoci qui ancora a discutere se accettare o no un canje ancora più indecente.
PERCHE’ RITENGO IMMORALE ADERIRE ALLA PROPOSTA INDECENTE DELL’ARGENTINA
Voglio fare alcune considerazioni sulla sporca faccenda dei Tango bond, spiegando perchè –a mio avviso- non è morale (oltreché non conveniente) aderire alla ristrutturazione proposta indecentemente dall’arrogante governo argentino, incassando una perdita superiore al 70% di quanto investito.
LA GARANZIA DI UNO STATO SOVRANO.
Anche se il governo Kirchner tenta di addossare tutta la colpa alle banke italiane (che pure di colpe ne hanno moltissime), ritengo che la responsabilità maggiore sia sempre dell’emettitore dei bond, la Repubblica Argentina, che aveva garantito il rimborso integrale delle sue obbligazioni in QUALITÀ DI STATO SOVRANO.
E fino a quel momento non vi erano mai state ragioni per pensare che uno stato sovrano del calibro dell’Argentina, continuamente assistito dal FMI -di cui seguiva alla lettera i consigli di BUON PADRE DI FAMIGLIA, tanto da essere indicato dal Fondo stesso come "allievo modello" per gli altri paesi emergenti- non onorasse il proprio debito internazionale.
Ricordo bene che dai giornali specializzati (Sole 24ore in testa) l’eventualità che uno stato sovrano, assistito dall’FMI, non onorasse il suo debito estero era ritenuto DEL TUTTO REMOTO (parole testuali).
IL COMPORTAMENTO DI ALTRI PAESI EMERGENTI IN DIFFICOLTÀ.
Questa opinione era sostenuta anche dal fatto che, ben prima del fragoroso crollo dell’Argentina, diversi paesi emergenti, come il Messico, la Corea e la Tailandia, la Russia, l’Ucraina, il Brasile, il Venezuela e l’Equador (molto più povero dell’Argentina), avevano avuto pesantissime crisi economiche affrontate con dignità e responsabilità.
Tali nazioni, mostrando ONESTÀ e BUONA FEDE, avevano sempre fatto scelte rispettose degli investitori internazionali -che avevano prestato fiduciosamente i loro risparmi-, pagando integralmente o presentando piani di ristrutturazione dignitosi accettati di buon grado da tutti.
APPLAUSI PER LA BANCAROTTA.
Nel caso dell’Argentina, invece, occorre ricordare che all’inizio del 2002, quando il presidente Duhalde annunciò solennemente al Parlamento che l’Argentina avrebbe cessato di onorare il suo debito estero, ricevette un ASSURDO E INTERMINABILE APPLAUSO dall’assemblea dei senatori.
E tale inaudito e irresponsabile comportamento la dice lunga sulla MALA FEDE dei dirigenti argentini, come se si attendessero questo esito, ritenendolo scontato (che prima o poi avrebbero cessato i pagamenti di interessi e rimborsi) già al momento dell’emissione dei bond stessi.
I TESORI ALL’ESTERO DELLA CLASSE DIRIGENTE ARGENTINA.
E infatti i primi a mostrare di non avere alcuna fiducia nel loro Paese sono sempre stati i politici, i latifondisti e gli industriali argentini: l’élite di Buenos Aires, insomma.
Si stima che in depositi esteri sicuri (negli Stati Uniti d’America) si trovino custoditi almeno 150 miliardi di dollari della classe dirigente, benestante e ricca argentina. Una montagna di danaro superiore al debito estero della nazione del Tango.
A proposito, risulta che a Buenos Aires le strade, i negozi, i ristoranti siano pieni di gente ben vestita, con automobili lussuose, che se la passa alla grande.
E tutto questo mentre il loro governo -straccione, piagnucoloso e al tempo stesso arrogante e minaccioso- tenta di dare a intendere che i detentori dei suoi bonds devono per forza accettare un taglio del 70% nominale. Tenta di mostrare i muscoli, minacciando coloro che non aderiranno di PERDERE TUTTO.
ACCETTARE è IMMORALE E INGIUSTO VERSO GLI ALTRI Paesi Emergenti.
La PROPOSTA INDECENTE e furbesca di Kirchner/Lavagna/Nielsen deve quindi essere RESPINTA SDEGNOSAMENTE perché farebbe apparire FESSI gli altri Paesi Emergenti, i quali, pur in difficoltà e a fatica, continuano ad onorare i loro debiti esteri.
Accettare un taglio del 70% costituirebbe anche un PERICOLOSO PRECEDENTE, poiché altri Paesi potrebbero essere tentati di seguire il furbesco esempio dell’Argentina.
Il governo Kirchner fa la voce grossa, ma in realtà NON HA FORZA. E se più della metà degli investitori esteri respingerà l’offerta, sarà costretto a presentare un NUOVO E MIGLIORE piano di ristrutturazione.
Mario Battelli