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Claire

ἰοίην
Fakhra Younas, l’ex danzatrice pakistana sfregiata dal marito con l’acido, autrice del libro “Il volto cancellato” qualche giorno fa si è lanciata dal sesto piano della sua abitazione romana.

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“Faceva un caldo terribile quella mattina di maggio a Karachi. Improvvisamente sentii un caldo come non avevo mai provato. E non vedevo più, non riuscivo ad aprire gli occhi che mi si erano tremendamente gonfiati. Mi rendevo conto che era successo qualcosa di terribile, ma non sapevo che quello che aveva sciolto i miei vestiti e che ora mi stava mangiando il viso, il petto, le braccia era l’acido”.


Così si apre il libro di Fakhra, dove racconta il suo calvario, la sua vita e la sua rinascita in Italia.
Era una famosa danzatrice in Pakistan, con una triste storia alle spalle che racconta nel libro.
Un giorno incontra il suo grande amore, l’unico che le fa perdere la testa. Lui rampollo di una ricca famiglia pakistana e figlio di un noto politico, lei bellissima. Si sposano : l’inizio del loro matrimonio è bellissimo, pieno di passione,attenzioni e amore, dopodichè la storia viene segnata dalla gelosia e della violenza di lui. Fakhra così decide di chiedere il divorzio e abortisce il figlio che portava in grembo, perchè stanca di subire violenza.
Una mattina mentre dormiva, suo marito, colui che diceva di amarla più di ogni altra cosa al mondo, senza un briciolo di umanità le versa addosso un bicchiere di acido.


“Mi si era avvicinato e mi aveva afferrato la testa: credevo che mi volesse far bere qualcosa, invece mi versò sulla faccia dell’acqua. Quella che credevo fosse acqua perché all’ inizio non faceva male”.


Così inizia il suo calvario, che ha dovuto subire 39 interventi per ricostruire la pelle e per recuperare altre funzionalità del corpo rimaste compromesse: era rimasta cieca da un occhio, aveva perso l’uso di un braccio e anche la masticazione era stata compromessa.
Questa è la sua storia ma è anche la storia delle migliaia di donne e spesso anche bambine che in Asia -Bangladesh, Pakistan, Nepal, Afganistan- e anche in alcune zone dell’Africa, patiscono la stessa violenza atroce : l’acidificazione da parte di uomini.
Tutto ciò può avvenire anche per futilissimi motivi: ad esempio se rifiutano di fidanzarsi o sposarsi con un pretendente, o magari perché la loro dote non e’ considerata sufficiente dalla famiglia del marito,per gelosia, perchè volevano studiare o semplicemente perchè volevano essere considerate degli esseri umani.
In questi paesi la vita delle donne vale meno di zero.
L’effetto dell’acido sulla pelle è devastante; un dolore inimmaginabile quando raggiunge gli occhi, le labbra e copre il volto e scende nel torace. Le palpebre non possono più essere chiuse, la bocca è serrata dalle cicatrici. L’acido troppo spesso fa si che anche il collo rimanga incollato al mento, il naso si consuma lasciando spazio solo a due piccole fessure, la respirazione diventa un’impresa impossibile.
Le vittime, per proteggersi, portano le mani al volto compromettendo anche queste. Spesso muoiono mentre vengono trasportate in ospedale, quando sopravvivono, devono affrontare un dolore ancora più grande : quello fisico e soprattutto quello psicologico.
E’ un crimine crudele, barbaro e osceno quello della acidificazione, che troppo spesso viene adottato proprio per far rimanere in vita le vittime e condannarle a una vita di dolore fisico e psicologico, di umiliazioni e di emarginazione, trasformandole a tutti gli effetti in ‘mostri’ .
Le donne sfigurate dall’acido, infatti, non hanno alcuna possibilità nè di rifarsi una vita -soprattutto nel loro paese-, nè di trovare un impiego, e spesso per la mentalità comune sono anche considerate responsabili della propria condizione.
Perchè in quei paesi essere sfregiate dall’acido è per troppi uomini una “giusta” punizione. L’acidificazione è un gesto crudele e folle di fermare la libertà, l’emancipazione e il progresso.

Riporto alcune storie, affinchè tutti sappiano, cosa accade non troppo lontano da noi.

Questa è Ameneh

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sfigurata con l’acido da un uomo che diceva di essere innamorato di lei e di amarla alla follia, incapace di accettare il rifiuto alla sua corte, ha deciso di segnarla per sempre gettandole dell’acido sul volto.
Il suo aguzzino, è stato condannato secondo le leggi del taglione presenti a Teheran ma Ameneh lo salva, qualche minuto prima dell’esecuzione : avrebbe subito la stessa pena che lui aveva inferito a lei.

Questa, invece è Nila

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Ridotta così a 19 anni, qualche settimana dopo il suo matrimonio, da suo marito che decise di punirla e sfregiarla per sempre, perchè lei voleva studiare.

Ed ecco Naziran, ridotta così dal suo secondo marito, suo cognato, per il suo carattere, la sua “indocilità” per il solo motivo di opporsi e di pretendere rispetto.

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Ci sarebbero centinaia di storie e di foto da riportare; tutto ciò che le donne subiscono in paesi dove la loro vita è davvero appesa a un filo, a qualche minuto di ritardo, alla voglia di studiare, al pretendere dignità ad un NO.

In svariate parti del mondo le donne vengono:

BRUCIATE VIVE (ed è di oggi la notizia che in Ucraina, dove alcuni di voi sognano di andare a comprar donne belle e giovani a buon mercato:down: :mad: :-x, facendomi, perdonate il termine che non mi è affatto usuale, incazzare come una iena, la ragazza di 18 anni stuprata e poi bruciata viva, trovata qualche giorno fa, è morta):

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LINCIATE IN PIAZZA:

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COSTRETTE IN PRIGIONI DI STOFFA:

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SFREGIATE:

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COSTRETTE A MUTILAZIONI DEI GENITALI (nella foto una bimba piccolissima infibulata, con lame fredde, non sterilizzate e senza anestesia).

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Tutto ciò accade a causa di culture con visioni della donna sbagliate, patriarcali, fanaticamente religiose, illiberali dove le bambine e le donne per la stupida mentalità comune devono essere private di qualsiasi diritto e dignità.


Questa invece è Samia, venduta da suo padre all’età di 7anni per scontare il suo debito con un uomo a cui aveva violentato sua figlia di 10 anni. Vittima di violenze domestiche, torture, vessazioni.
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Samia fu condotta nella casa di M. Yassin, dove, da due anni, viene trattata come una schiava e subisce ogni tipo di tortura e discriminazione. La famiglia la percuote ogni giorno e la tiene reclusa in uno scantinato buio. Deturpano il suo corpo con il metallo rovente, le tirano i capelli, la costringono a stare nuda per ore all’aperto durante il gelido inverno e altre punizioni bestiali.

Le donne e troppo spesso anche le bambine piccolissime, in tantissime regioni del mondo sono ancora e troppo spesso perseguitate, picchiate, ammazzate e considerate proprietà altrui.

Le donne subiscono anche nei paesi cosiddetti sviluppati. In questi primi 3 mesi sono quasi cinquanta le donne ammazzate in Italia, considerata dall’Onu come Juarez (Messico).
Questa ad esempio è una notizia di ieri:

Sfregiata a colpi di forbici Arrestato il marito
Trovato a Reggio Emilia
Sfregiata a colpi di forbici Arrestato il marito - Il Resto Del Carlino - Modena

Questo invece è accaduto in Calabria qualche giorno fa.

Reggio, donna sfregiata in strada con l'acido
Reggio, donna sfregiata in strada con l'acido - Corriere della Calabria

Questa invece è la storia di Enzina (recentissima anche questa).
La vita senza luce di Enzina
uccisa dal marito-padrone
Massacro di una donna cieca, povera e debole Era la quattordicesima di quindici figli, il padre vendeva castagne per strada. Nessuna cura per la sua vista . Aveva messo al mondo quattro bambine, tolte alla coppia per le violenze paterne. Lei era rimasta nell'inferno
La vita senza luce di Enzina uccisa dal marito-padrone  - Napoli - Repubblica.it
Cieca, debole, malata e malnutrita, picchiata e segregata dal marito padrone che poi l’ha anche uccisa.

Questo è quello che accade anche nel nostro “Bel paese”, nelle omertose mura domestiche per mano di alcuni uomini violenti .

Queste torture le donne le subiscono in ogni parte del mondo, non solo nei paesi sottosviluppati e musulmani come spesso ci fanno credere per seminare e diffondere odio razzista.

E’ stupido e molto semplice, paragonarsi ai paesi sottosviluppati e con religioni totalitarie, tirando un sospiro di sollievo perchè nel nostro paese determinate cose non avvengono . Accadono anche nel nostro paese, come abbiamo visto, e sono così diffuse e frequenti che non riusciamo neanche più a notarle e ad indignarci. Dovremmo invece paragonarci e cercare di raggiungere i livelli dei paesi più sviluppati dove le donne hanno gli stessi compiti e diritti degli uomini.

La cultura misogina è purtroppo presente ovunque, e chi la nega, ridicolizza e banalizza non è altro che uno-a complice.
 
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doncraudio

intellettuale stronzissimo
Maria è la più grande opera di Dio (summum opus Dei) nella storia dell'umanità. Quanto Dio ha operato in lei è garanzia della sua infinita e onnipotente misericordia, del suo amore per le sue creature. Guardando al mistero mariano si scopre come l'agire di Dio rispettoso della libertà umana sia soprattutto un continuo dono gratuito della grazia. Come il peccato sia una realtà secondaria, perché quello che conta primariamente è il rapporto di amore, di perdono, di liberazione dal peccato, dal male e dalla morte.
 

cicomendez

Guest
In Loving Memory of Murdered Children |


scorrendo la pagina c'è la storia di junko furuta.
al di la di quanto una mente normale possa immaginare.
per la crudezza e l'orrore dei dettagli che emersero durante il processo evito di pubblicarli. la ragazza non ebbe mai giustizia.

...
 

cicomendez

Guest
ROMA - Un documentario vincitore di Premio Oscar le ritrae con il volto sfigurato dal vetriolo ricostruito dai chirurghi, nella realtà della loro vita che riassume quella di tante donne vittime dalla violenza di un marito insoddisfatto, di un fidanzato geloso o di un pretendente respinto. Ora queste donne pachistane, protagoniste di «Saving Face» (letteralmente, «Salvando la faccia»), hanno deciso di opporsi con ogni mezzo legale all'annunciata proiezione del film nel loro Paese, dove temono rappresaglie o di essere ostracizzate dalle rispettive comunità tradizionaliste. Le donne sfigurate dall'acido - scrive il quotidiano britannico Independent - affermano di aver accettato di girare dietro l'impegno che il documentario non sarebbe finito arrivato alle sale in Pakistan. Ma i registi, la pachistano-canadese Sharmeen Obaid Chinoy e lo statunitense Daniel Junge, obiettano che tutti coloro che hanno preso parte hanno firmato moduli che autorizzavano il rilascio senza restrizioni. Le due protagoniste principali, Zakia e Rukhsana, hanno entrambe avuto la faccia distrutta dall'acido lanciato dai mariti e ricostruito in parte da un chirurgo plastico anglo-pachistano. Ma le donne che compaiono nei 40 minuti di film sono diverse: una di esse, Naila Farhat, 22 anni, sfigurata quando ne aveva 13 dall'uomo maturo che lei, allora bambina, rifiutò di sposare, ha detto al giornale: «Non avevamo idea che (il film) sarebbe stato un grande successo e vincesse addirittura un Oscar. Ma è tutto sbagliato, Noi non abbiamo mai autorizzato di mostrare la pellicola in Pakistan». Si tratta, aggiunge Naila, di «mancanza di rispetto nei confronti delle nostre famiglie, dei miei parenti, che ne faranno un problema. Sapete come funziona in Pakistan. Si spettegola fino alla morte se vedono una donna in un film». L'avvocato delle donne nella causa, Naveed Muzaffar Khan, afferma che l'accordo era che per l'uscita del film i Pakistan occorreva l'assenso scritto di tutte le protagoniste. Le donne, dice «vengono da un ambiente rurale e le loro famiglie saranno minacciate se si proietterà il film».

[ame="http://www.youtube.com/watch?v=hWrk-brFCrY&feature=player_embedded"]Saving Face Trailer (Documentary) - YouTube[/ame]



che nn si pensi che certe cose accadano solo in paesi che reputiamo culturalmente ( e nn solo) terzo mondo...

[ame="http://www.youtube.com/watch?v=kGeFL51rltE&feature=player_embedded"]Violenza sulle donne - L'inferno di Valentina Pitzalis e la sua forza - YouTube[/ame]
 

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Claire

ἰοίην
Avevo letto anch'io del film.
Onestamente i miei pensieri in proposito sono un po' confusi.
Da un lato tremo con le donne protagoniste del film. Immagino benissimo la loro paura e so che per loro sarà un inferno, per via dell'ambiente socio/culturale nel quale vivono.
Mi vien da chiedermi anche se, invece, una proiezione del film in Pakistan, non potrebbe rappresentare un sistema per iniziare una piccola "rivoluzione" culturale, ma non mi piace pensare alla rivoluzione culturale sulla pelle delle protagoniste della vicenda.

In altri termini, pensando "in grande" penso che la proiezione dei film nelle sale del Pakistan potrebbe avere una buon impatto sociale, giusto, ma non riesco a non mettermi dalla parte delle donne che hanno paura (forse perché in questi ultimi mesi di storie di paura al femminile ne ho sentite troppe e ho visto troppi occhi terrorizzati).

Non saprei proprio come regolarmi, non saprei come agire.

Sul fatto che certe cose non accadono solo "là", lo si sa benissimo, anche se è molto facile far finta di niente, dire che sono cose "loro".
La violenza è molto democratica e colpisce chiunque, senza differenze di ceto sociale, cultura, razza, lingua o religione.
 

Claire

ἰοίην
Sfregia la moglie con l'acido perchè non voleva separarsi - Napoli - Repubblica.it

Ferisce gravemente la moglie al culmine di un litigio e viene arrestato dalla polizia con l'accusa di lesioni gravi. E' accaduto a Salerno, in un appartamento di via Guariglia, dove un 57enne del luogo, di cui non sono state fornite le generalità, nel corso dell'ennesimo litigio con la moglie di 53 anni, dalla quale voleva separarsi, le ha lanciato addosso il contenuto di una bottiglia di acido muriatico.

La donna, che in quel momento era a letto, è stata accompagnata in ospedale per le gravi ustioni riportate viso.
Dal pronto soccorso dell'ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona si è reso necessario il suo trasferimento nel Centro grandi ustioni dell'ospedale Cardarelli di Napoli dove la 53enne è ricoverata in prognosi riservata. Ad ammanettare il 57enne sono stati gli agenti della sezione Volanti della questura di Salerno prontamente intervenuti nell'abitazione di via Guariglia.
 

Arbitraggista

M R . C R O W L E Y
Questo thread è impressionante...!!!

Un saluto a Cico ed a Claire (Ma chi sei te...??? Sei giovane ho letto...!!!)...!!! :)
 

Claire

ἰοίην
Questo thread è impressionante...!!!

Un saluto a Cico ed a Claire (Ma chi sei te...??? Sei giovane ho letto...!!!)...!!! :)

Ciao anche qui.
Come chi sono io? :mad:
Io sono io, chi altro dovrei essere?
:-?

In quanto all'età, sono una poppante, così dice popov:-o

Ma non proprio COSI' giovane.... diciamo ancora sotto ai 40 anni:D:-o
 

cicomendez

Guest
L'Onu mette al bando le mutilazioni genitali femminili

Giornata storica alle Nazioni Unite. L’Italia è stata all’avanguardia nella battaglia

PER APPROFONDIRE
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NEW YORK – Una giornata storica, di cui l’Italia deve andare giustamente orgogliosa: ieri alle Nazioni Unite l’Assemblea Generale ha adottato all’unanimità una risoluzione che chiede a tutti i Paesi del mondo dimettere al bando le mutilazioni genitali femminili. La risoluzione non ha valore vincolante, ma il fatto che sia stata accettata all’unanimità riflette un consenso che raramente si manifesta al Palazzo di Vetro e per questo riveste un peso morale e politico non indifferente.​

L’Italia è stata all’avanguardia in questa lotta negli ultimi dieci anni. Difatti il New York Times ha ospitato mercoledì, alla vigilia del voto, un appassionato fondo di Emma Bonino, che spiegava il significato del documento in discussione all’Onu, riassumeva la lunga lotta condotta dalle Organizzazioni non governative fianco a fianco con alcuni paesi come l’Italia, e ribadiva la necessità di non abbassare la guardia e continuare l'impegno perché ora il testo diventi realtà applicata.​

Lo scorso marzo, durante i lavori sulla condizione della donna, il nostro Paese si è fatto promotore all'Onu di varie iniziative sulla questione. Il lavoro diplomatico per arrivare a un risultato è stato lungo e ha richiesto cautela per non offendere o inimicarsi i popoli ai quali si sta chiedendo di cambiare strada, ma alla fine i 193 Paesi che
fanno parte delle Nazioni Unite hanno convenuto che le mutilazioni sono “un abuso irreparabile e irreversibile”, e hanno accettato di “prendere tutte le misure necessarie per proibirle e proteggere donne e bambine da questo tipo di violenza”. I Paesi che ancora non l’hanno fatto sono stati chiamati ad “adottare una legislazione e a farla rispettare”.​

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, circa 140 milioni di bambine nel mondo hanno subito questa orrenda pratica, e ogni anno almeno tre milioni ancora rischiano di rimanerne vittime. La pratica varia a seconda dei Paesi dove viene eseguita, e va dal taglio della punta del clitoride all’asportazione dell’intero clitoride e delle grandi labbra. Viene eseguita sulle neonate o nelle bambine prima dell’adolescenza. Nei 28 Paesi che la praticano in Africa, e in quelli nel Medio Oriente e in Asia, chi la difende sostiene che si tratta di una "tradizione" che “protegge” le donne dai rapporti prematrimoniali e dalla promiscuità sessuale.​

L’ambasciatore del Burkina Faso alle Nazioni Unite, Der Kogda, ha aspramente protestato che queste sono “false giustificazioni”, usate per continuare a mantenere in vita un tabù. A Roma, dove ha seguito il voto dell’Assemblea Generale in diretta, Emma Bonino ha a sua volta ricordato che non sempre le tradizioni sono buone, tant’é che “anche la schiavitù era una tradizione”. Le donne che hanno subito questa mutilazione la descrivono come una violenza dolorosa e umiliante come lo stupro. La medicina conferma che non riveste alcuna utilità pratica, che ha solo l’effetto di mutilare il corpo femminile per ridurne la sensibilità sessuale e che può causare numerose infezioni, talvolta mortali.​

Il voto sulle mutilazioni non è stato l’unico di grande importanza ieri alle Nazioni Unite. Sebbene con un numero inferiore di sì, l’Assemblea Generale ha rinnovato anche la risoluzione per l’adozione di una moratoria della pena di morte. Questo testo ha ricevuto 111 sì, con 41 no (fra i quali ci sono stati i no di Usa, Cina, Giappone) e 34 astenuti. Il cammino contro la pena di morte, anche questa una battaglia in cui l’Italia è all’avanguardia, è più lento, ma anch’esso procede: nel 2010 i sì furono 108.​



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Venerdì 21 Dicembre 2012 - 09:02​
 

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