Analisi fondamentale Forex (1 Viewer)

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Nelle ultime 24 ore, l'EUR è aumentato rispetto al dollaro USA, chiudendo a 1,0896 dollari. Sul fronte dei dati macro, secondo quanto comunicato dalla Fédération de l'industrie horlogère suisse (Fh, l'associazione di settore con sede a Biel), in aprile l'export di orologi dalla Svizzera è crollato dell'81,3% annuo, a soli 328,8 milioni di franchi (310 milioni di euro), dopo la flessione del 21,9% di marzo (9,2% in febbraio). Si tratta della terza contrazione consecutiva dopo il progresso del 9,4% di gennaio. Nei principali mercati di riferimento nessun dato positivo è stato registrato: la performance migliore (un declino "limitato" al 16,1% annuo) quella della Cina, che con una quota del 33,5% è stato il maggiore sbocco per l'export di orologi dalla Svizzera lo scorso mese. Hong Kong, tradizionalmente il primo mercato, risale dal quarto al secondo posto (12,8% la sua quota), registrando comunque un crollo dell'83,2% annuo.

Migliora invece leggermente la fiducia dei consumatori tedeschi, dopo aver toccato i minimi storici il mese precedente. È quanto emerge da un sondaggio pubblicato oggi da Gfk, secondo cui la maggiore potenza economica in Europa si sta lentamente riprendendo dalla pandemia di coronavirus. L'indicatore GfK del sentiment dei consumatori, basato su un sondaggio di circa 2.000 tedeschi, rimane in territorio negativo, avanzando a -18,9 punti rispetto al -23,1 rivisto in rialzo il mese precedente. La lettura è leggermente al di sotto delle stime degli analisti, che avevano previsto in un sondaggio Reuters un recupero più marcato, a -18,3. La graduale riapertura di molte attività in tutto il Paese ha sostenuto la propensione all'acquisto, secondo il ricercatore GfK Rolf Buerkl, anche se l'incertezza rimane elevata, con i consumatori che ora prevedono una grave recessione.

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute EUR/USD è stata quotata di 1.0914$, in aumento dello 0.17% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 1.0885$ seguito da 1.0856$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 1,0929$, seguito da 1,0944$.
 

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Nelle ultime 24 ore, l'USD è diminuito del 2,19% rispetto allo JPY, chiudendo a 107,74. Sul fronte dei dati macro, l'indice dei prezzi core del Giappone stilato dalla Bank of Japan (BoJ) ha registrato in aprile una deflazione dello 0,1% annuo, contro la precedente inflazione dello 0,1% (0,2% in febbraio). Settimana scorsa il ministero nipponico di Affari Interni e Comunicazione aveva comunicato che l'indice dei prezzi core del Sol Levante (al netto degli alimenti freschi e benchmark su cui la BoJ ha il target del 2%) aveva segnato in aprile una contrazione dello 0,2% annuo, contro il precedente progresso dello 0,4% (0,6% in febbraio). Inoltre, secondo quanto comunicato dal ministero nipponico di Economia, Commercio e Industria, l'indice delle attività industriali del Giappone è crollato del 5,4% annuo in marzo, in ulteriore peggioramento rispetto alla precedente flessione del 2,3% (1,8% il declino di gennaio), nel sesto mese consecutivo di contrazione. Su base sequenziale rettificata stagionalmente l'indice è invece crollato del 3,8% dopo il precedente ribasso dello 0,7% (0,6% il progresso di gennaio).

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute USD/JPY è stata quotata di 107,84$, in aumento dello 0,09% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 107.68$ seguito da 107.52$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 107,96$ seguito da 108,08$.
 

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Nelle ultime 24 ore, l'EUR è aumentato dello 0,79% rispetto al dollaro USA, chiudendo a 1,0982 dollari. Sul fronte dei dai macro, secondo quanto comunicato martedì dall'Eidgenössische Zollverwaltung (l'amministrazione federale delle dogane elvetiche), in aprile l'export dalla Svizzera è crollato del 10,0% sequenziale dopo il precedente declino del 4,0% (3,1% la flessione di febbraio). Le importazioni hanno invece registrato un tracollo del 17,8% lo scorso mese, contro il ribasso del 6,7% di marzo (0,4% il calo di febbraio). Il surplus della bilancia commerciale è salito a 4,04 miliardi di franchi (3,80 miliardi di euro) dai 3,96 miliardi di marzo (3,73 miliardi di euro). In Francia, la fiducia delle famiglie sulla situazione economica è scesa meno del previsto a maggio. L'indice sintetico si è attestato a 93 punti, al di sotto della media di lungo termine (100), dai 95 punti della lettura di aprile. Le attese erano fissate su un indice pari a 92 punti. Il clima degli affari è sceso a 70 punti dai 68 punti precedenti risultando al di sotto del consensus degli analisti (85 punti).

Sul fronte dei tati macro USA, l'indice sulla fiducia redatto mensilmente dal Conference Board a maggio è salito a 86,6 punti dagli 85,7 punti di aprile; gli analisti attendevano un calo a 82,3 punti. Mentre le vendite di case nuove negli Stati Uniti hanno registrato un rialzo dello 0,6% rispetto al mese precedente al tasso annualizzato di 623.000 unità, mentre gli esperti avevano messo in conto un dato in ribasso a 490.000 unità.

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute EUR/USD è stata quotata di 1.0961$, in diminuzione dello 0.19% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 1.0914$ seguito da 1.0867$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 1.1002$ seguito da 1.1043$.
 

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Nelle ultime 24 ore, il greggio è salito dello 0,30% chiudendo a 33,96 dollarial barile. A incoraggiare i corsi è ancora una volta un cauto ottimismo sulla ripresa della domanda con l'allentamento delle misure di lockdown in giro per il mondo. Si guarda anche all'offerta e, se la Russia ha dichiarato di attendersi un ribilanciamento dei mercati nel giro dei prossimi mesi, il cartello allargato Opec+ potrebbe fornire indicazioni importanti ai mercati sui tagli coordinati della produzione già a giugno. La parziale ripresa economica della Cina incoraggia infine gli osservatori a confidare in un ruolo più consistente di uno dei maggiori consumatore di petrolio del mondo. Tutte indicazioni da prendere con le pinze in uno scenario di mercato molto incerto, mentre i tagli produttivi delle maggiori compagnie petrolifere dovrebbero riflettersi presto in contrazioni dell'offerta che negli Stati Uniti potrebbero anche tradursi in una catena di fallimenti nel settore dello shale oil.

Durante la sessione asiatica, la quotazione del petrolio greggio è stata di 34.03$, in aumento dello 0,21% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la quotazione potrebbe trovare supporto a 33.34$ seguito da 32.64$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 34,77$ seguito da 35,50$.

Nello stesso tempo, l'XAU/USD è diminuito dell'1,08% chiudendo a 1725,60 dollari l'oncia. Nella sessione asiatica, la quotazione dell'oro è stata di 1723.90, in diminuzione dello 0,10% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di discesa, la quotazione dell'oro potrebbe trovare un supporto a 1711.53$ seguito da 1699.17$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 1745,93$, seguito da 1767,97$.
 

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Nelle ultime 24 ore, l'USD è diminuito del 2,40% rispetto allo JPY, chiudendo a 107,51 dollari. Sul fronte dei dati macro, il governo giapponese di Shinzo Abe si prepara a lanciare nuovi stimoli all'economia del valore di 117,1 trilioni di yen. E' quanto riporta Bloomberg, precisando che il nuovo bazooka fiscale include 1,9 trilioni di yen da mettere direttamente nelle tasche delle piccole aziende; 2 trilioni di yen, che saranno stanziati per sostenere le economie regionali; 3 trilioni, che saranno destinati alla sanità. Il Giappone emetterà 9,3 trilioni di yen di bond per il budget, emettendo poi altri bond per 22,6 trilioni di yen per finanziare nuove spese. Il governo di Tokyo punta però anche a ulteriori spese di bilancio per un importo di 31,9 trilioni di yen. Questo secondo budget extra include 11,6 trilioni di yen di finanziamenti alle imprese. Sempre Bloomberg riporta che le nuove emissioni di bond del Giappone di questo anno fiscale saliranno di altri 55-60 trilioni di yen, al fine di raccogliere risorse per finanziarie le spese extra di budget.

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute USD/JPY è stata quotata di 107,50$, in leggera diminuzione rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 107.28$ seguito da 107.06$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 107,81$ seguito da 108,12$.
 

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Nelle ultime 24 ore, il greggio è cresciuto del 7,23% chiudendo a 33,66 dollari al barile. Sul fronte dei dati macro, EIA (Energy Information Administration) ha comunicato che negli USA alla fine della scorsa settimana le scorte di petrolio hanno fatto segnare un incremento di +7,928 milioni di barili, a fronte di un calo di 1,944 milioni atteso dagli analisti (settimana precedente: -4,983 milioni). I mercati azionari confermano però un certo ottimismo sulla ripresa e sono sostenuti dalle forti manovre espansive delle banche centrali. Le quotazioni del greggio sono influenzate anche dai rumors su una possibile estensione fino alla fine dell'anno dei tagli coordinati dell'output dell'Opec+, guidati da Arabia Saudita e Russia.

Sul fronte dei dati macro USA, il Bureau of Economic Analysis ha reso nota la seconda stima preliminare del PIL relativo al primo trimestre 2020 indicando un crollo pari al 5%, superiore alle attese fissate al -4,8%. Nel quarto trimestre il PIL era aumentato del 2,1%. Crolla la spesa per consumi, -6,8% (era del -7,6% nella precedente stima). L'inflazione misurata dall'indice PCE è aumentata a un ritmo trimestrale del 1,6% dal +1,4% del trimestre precedente (consensus +1,4%). Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione nella settimana terminata il 23 maggio si sono attestate a 2,123 milioni di unità, superiori alle attese (2,100 milioni di unità) ma inferiori al dato della settimana precedente (2,446 milioni di unità). Il numero totale di persone che richiede l'indennità di disoccupazione (calcolato sui dati al 15 maggio) si attesta a 21,052 milioni, inferiore ai 24,912 milioni della rilevazione precedente (attese 25,750 milioni). Il Dipartimento del Commercio ha reso noto che nel mese di aprile la domanda preliminare di beni durevoli è diminuita del 17,2% su base mensile dal -16,6% precedente, rivisto da -14,4% a fronte di un calo atteso del 19%. Gli ordinativi dei beni durevoli principali sono diminuiti del 7,4% su base mensile, dopo il decremento dell'1,7% a marzo (consensus -14%). La National Association of Realtors ha reso noto che l'indice Pending Home Sales (vendite di case con contratti ancora in corso) ha evidenziato ad aprile un ulteriore calo del 21,8% dopo il decremento del 20,8% a marzo. Gli addetti ai lavori avevano stimato una variazione negativa pari al 15% mese su mese. L'indice è sceso a 69 punti da 88,2 punti precedenti.

Durante la sessione asiatica, la quotazione del petrolio greggio è stata di 33.34$, in diminuzione dello 0,95% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la quotazione potrebbe trovare supporto a 31.69$ seguito da 30.04$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 34,60$ seguito da 35,86$.
 

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Nelle ultime 24 ore, l'EUR è aumentato dello 0,54% rispetto al dollaro USA, chiudendo a 1,1074 dollari. Sul fronte dei dati macro, in Francia l'Insee ha reso noto che il dato finale del Pil relativo al primo trimestre 2020 e' crollato del 5,3% su base trimestrale, risultando lievemente superiore alle stime preliminari e alle attese, pari a -5,8%), in forte calo rispetto alla flessione dello 0,1% del quarto trimestre. Su base annua il Pil è cresciuto dell'1,5% nel 2019. Il Prodotto interno lordo (Pil) dell'Italia ha segnato nel primo trimestre del 2020 una flessione del 5,3% rispetto al trimestre precedente e del 5,4% nei confronti del primo trimestre del 2019, peggiore della prima lettura che aveva rilevato una contrazione congiunturale del Pil del 4,7% mentre quella tendenziale era stata del 4,8%. Si tratta di flessioni mai registrate dal primo trimestre del 1995. A trascinare la caduta del Pil, spiega l'Istat, è stata soprattutto la domanda interna (incluse le scorte), mentre quella estera, anch’essa in calo, ha fornito un contributo negativo meno marcato (-0,8 punti percentuali). Sul piano interno, l’apporto dei consumi privati è stato fortemente negativo per 4 punti e quello degli investimenti per 1,5, mentre un ampio contributo positivo (+1 punto percentuale) è venuto dalla variazione delle scorte.

Frenano i prestiti alle famiglie nell'area euro al più 3% annuo ad aprile, al netto di cessioni e cartolarizzazioni da parte delle banche, dal più 3,4% di marzo. Accelerano invece i prestiti alle imprese non finanziarie, al più 6,6% annuo, sempre ad aprile, secondo la rilevazione mensile della Bce, dal più 5,5% di marzo. Il generale aggregato M3 sull'offerta di moneta ha segnato un rafforzamento al più 8,3% annuo, dal più 7,5% di aprile.

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute EUR/USD è stata quotata di 1.1089$, in aumento dello 0.14% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 1.1023$ seguito da 1.0957$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 1.1124$ seguito da 1.1159$.
 

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Nelle ultime 24 ore, l'USD è diminuito del 2,22% rispetto allo JPY, chiudendo a 107,71 dollari. Sul fronte dei dati macro, secondo quanto comunicato dal ministero nipponico di Economia, Commercio e Industria, in aprile le vendite al dettaglio sono crollate in Giappone del 13,7% annuo, contro la precedente flessione del 4,7% (1,6% il progresso di febbraio) e il declino dell'1,5% del consensus. Su base mensile rettificata stagionalmente le vendite retail hanno invece registrato una contrazione del 9,6% dopo il ribasso del 4,6% di marzo (0,5% la crescita di febbraio) e contro la flessione del 6,9% attesa dagli economisti. Inoltre, secondo il ministero di Affari interni nipponico, in aprile il job-to-applicant ratio (rapporto tra posizioni disponibili e richieste di lavoro) ha registrato un'ulteriore contrazione a 1,32 punti dagli 1,39 punti di marzo (1,45 punti in febbraio), contro gli 1,33 punti del consensus. Il tasso di disoccupazione è invece cresciuto al 2,6% dal 2,5% precedente.

Secondo i dati diffusi dal ministero di Territorio, Infrastrutture, Trasporto e Turismo del Giappone, gli ordinativi di nuove costruzioni, incassati dai 50 maggiori gruppi del settore del Sol Levante, sono crollati del 14,2% annuo in aprile, in marginale miglioramento rispetto alla contrazione del 14,3% di marzo (0,7% il progresso di febbraio). Mentre, i nuovi cantieri edili residenziali in aprile sono crollati del 12,9% annuo, contro la flessione del 7,6% di marzo (12,3% il declino di febbraio). Il dato, che segna il decimo mese consecutivo di contrazione, è anche peggiore rispetto al crollo del 12,1% stimato dagli economisti.

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute USD/JPY è stata quotata di 107,40$, in diminuzione dello 0,29% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 107.22$ seguito da 107,05$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 107,73$, seguito da 108,07$.
 

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Nelle ultime 24 ore, il greggio è aumentato del 4,72% chiudendo a 35,25 dollari al barile. Quotazioni del petrolio poco mosse in avvio di settimana dopo il recupero dei giorni scorsi con i contratti sul greggio Wti con scadenza a luglio che oscillano sui 35,27 dollari al barile in pratica senza variazioni rispetto alle quotazioni di venerdì (35,29). Poco mosso anche il Brent che passa di mano a 37,55 dollari al barile. In caso di storno down, la quotazione potrebbe trovare supporto a 33.28$ seguito da 31.12$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 36,69$ seguito da 37,94$.

Sul fronte dei dati macro degli USA, il Bureau of Economic Analysis ha reso noto che ad aprile i redditi privati sono aumentati del 10,5% dopo un decremento del 2,2% a marzo. Le spese personali sono invece crollate del 13,6% (dal -6,9%). In forte rallentamento i consumi personali, -13,2% da -6,7% della rilevazione precedente. Nel mese di aprile la bilancia commerciale di beni ha segnato un deficit pari a 69,68 miliardi di dollari, in crescita rispetto al disavanzo di 64,98 mld del mese precedente, peggiore anche delle attese fissate su un deficit di 64,8 mld. Le esportazioni sono diminuite di 32,2 miliardi di dollari a 95,4 miliardi e le importazioni sono diminuite di 27,5 miliardi di dollari rispetto al mese precedente, a 165,0 miliardi. Ad aprile le scorte all'ingrosso (preliminare) hanno fatto segnare un incremento dello 0,4% superiore alle attese, fissate al -0,5%. Nel mese di marzo le scorte erano diminuite dello 0,8%. L'Indice PMI Chicago (attivita' manifatturiera) nel mese di maggio e' sceso a 32,3 punti da 35,4 punti di aprile risultando inferiore alle attese degli addetti ai lavori, fissate su un indice pari a 40 punti. Gli esperti dell'Universita' del Michigan e di Reuters hanno pubblicato la lettura finale dell'indice sulla fiducia dei consumatori statunitensi. Nel mese di maggio l'indice si è attestato a 72,3 unti, risultando inferiore al consensus pari a 74 punti e in calo dalla lettura di aprile fissata a 71,8 punti. L'indice sulle aspettative future è sceso a 65,9 punti da 70,1 punti precedenti (consensus 67,7 punti).

Nello stesso tempo, l'XAU/USD è aumentato dello 0,59% chiudendo a 1743,80 dollari l'oncia. Nella sessione asiatica, la quotazione dell'oro è stata di 1752.20$, in aumento dello 0.48% rispetto alla chiusura di venerdì. In caso di discesa, la quotazione dell'oro potrebbe trovare un supporto a 1735.40$ seguito da 1718.60$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 1762,20$ seguito da 1772,20$.
 

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Nelle ultime 24 ore, l'EUR è aumentato dello 0,23% rispetto al dollaro USA, chiudendo a 1,1099 dollari di venerdì. Sul fronte dei dati macro, l'indice PMI manifatturiero di Markit dell'Eurozona per il mese di maggio si è posto a 39,4 punti nella lettura finale. La prima lettura era stata di 39,5 punti; ad aprile il dato era stato pari a 33,4 punti. Il dato odierno è leggermente inferiore alle attese poste a 39,5 punti. La nota odierna di Markit parla di un rimbalzo rilevante del PMI manifatturiero, ma anche di rapide flessioni dei nuovi ordini e della produzione. In Germania Markit Economics ha pubblicato i dati relativi all'Indice IHS PMI Manifatturiero. Nel mese di maggio l'indice si è attestato a 36,6 punti in lieve ripresa dai 34,5 di aprile risultando inferiore al consensus pari a 36,8 punti. La lettura odierna conferma che il settore manifatturiero resta in territorio di forte contrazione, con un tasso ancora elevato di declino della produzione, dei nuovi ordini e dell'occupazione.

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute EUR/USD è stata quotata di 1.1138$, in aumento dello 0.35% rispetto alla chiusura di venerdì. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 1.1098$ seguito da 1.1057$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 1,1162$ seguito da 1,1185$.

Nelle ultime 24 ore, la GBP è scesa del 5,20% rispetto al dollaro USA, chiudendo a 1,2350 dollari di venerdì. Sul fronte dei dati macro, secondo quanto comunicato venerdì dalla Society of Motor Manufacturers and Traders (Smmt), in aprile la produzione di auto è crollata in Gran Bretagna del 99,7% annuo ad appena 197 vetture uscite dagli impianti. Performance, condizionata dal lockdown deciso per limitare i contagi da Covid-19, che è stata la più negativa per il settore dalla Seconda guerra mondiale. Nei primi quattro mesi del 2020 la produzione è invece calata del 27,6% annuo a 319.449 veicoli. Le stime per l'intero esercizio sono di un output inferiore al milione di unità, peggio di quanto registrato nel 2009, nel pieno della crisi finanziaria globale.

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute GBP/USD è stata quotata di 1.2402$, in aumento dello 0.42% rispetto alla chiusura di venerdì. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 1.2324$ seguito da 1.2245$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 1,2448$ seguito da 1,2493$.
 

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