Analisi fondamentale Forex (2 lettori)

Fibo Group

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Nelle ultime 24 ore, l'USD è diminuito del 2,55% rispetto allo JPY, chiudendo a 107,34 dollari. Sul fronte dei dati macro, secondo quanto reso noto dal ministero nipponico di Economia, Commercio e industria, in marzo la produzione industriale è crollata in Giappone del 5,2% annuo, comunque in miglioramento rispetto alla precedente contrazione del 5,7% (2,3% il calo di gennaio) e in linea con la lettura preliminare diffusa a fine aprile. Su base mensile, rettificata stagionalmente, la produzione industriale è invece scesa del 3,7% contro il declino dello 0,3% di febbraio (1,0% l'incremento di gennaio), anche in questo caso in linea con il dato flash. Mentre, la capacità di utilizzo degli impianti è calata a marzo dello 0,4% annuo, come in gennaio e febbraio (0,5% la flessione di ottobre, novembre e dicembre). Su base mensile rettificata stagionalmente la capacità di utilizzo degli impianti è invece scesa dello 0,1% come in febbraio (0,1% il progresso di gennaio).

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute USD/JPY è stata quotata di 107,40$, in aumento dello 0,06% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 107.15$ seguito da 106,89$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 107,58$ seguito da 107,75$.
 

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Nelle ultime 24 ore, il greggio è sceso del 4,68% chiudendo a 31,74 dollari al barile. Sul fronte dei dati macro, secondo le stime riportate martedì dall'American Petroleum Institute (Api), le scorte di greggio in Usa sono calate di 4,80 milioni di barili nella settimana chiusa il 15 maggio. Le riserve di benzina sono invece scese di 651.000 barili. I dati dell'Api precedono quelli ufficiali della U.S. Energy Information Administration (Eia), che saranno diffusi in serata. Secondo il consensus di S&P Global Platts, citato da MarketWatch, l'Eia dovrebbe comunicare un incremento di 2,40 milioni di barili per il greggio. I future sul Wti in consegna a luglio avevano chiuso con un progresso dell'1% martedì al New York Mercantile Exchange a 31,96 dollari il barile.

Sul fronte dei dati macro USA, la National Association of Realtors ha reso noto che i nuovi cantieri residenziali sono diminuiti ad aprile passando a 0,891 mila unita' da 1276 mila unita' (-30,2%). Il dato e' inferiore alle attese degli analisti che si aspettavano un valore pari a 0,927 mila unita'. In calo le Licenze edilizie a 1074 mila unita' da 1356 mila unita' (consensus 1000 mila unita').

Durante la sessione asiatica, la quotazione del petrolio greggio è stata di 31,92$, in aumento dello 0,57% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la quotazione potrebbe trovare supporto a 31.13$ seguito da 30.34$ mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 32,71$ seguito da 33,50$.

Nello stesso tempo, l'XAU/USD è cresciuto dello 0,74% chiudendo a 1748,30 dollari l'oncia. Nella sessione asiatica, la quotazione dell'oro è stata di 1753.50$, in aumento dello 0.30% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di discesa, la quotazione dell'oro potrebbe trovare un supporto a 1735.10$ seguito da 1716,70$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 1764,00$ seguito da 1774,50$.
 

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Nelle ultime 24 ore, l'EUR è aumentato dello 0,07% rispetto al dollaro USA, chiudendo a 1,0924 dollari. Sul fronte dei dati macro, l'associazione delle camere di commercio e industriali tedesche ha dichiarato martedì di attendersi una contrazione in doppia cifra quest'anno per il Pil della Germania, a causa dell'impatto sull'economia causato dall'epidemia di coronavirus. "La pandemia colpisce la produzione tedesca nel cuore", ha dichiarato Eric Schweitzer, president di Dihk. "E questo è anche il motivo per cui vivremo una recessione di portata storica quest'anno", ha aggiunto. La previsione della Dihk è più fosca di quella dell'Institut für Weltwirtschaft an der Universität Kiel (IfW). Il think tank sempre martedì ha infatti stimato al 7,1% la contrazione dell'economia tedesca nel 2020. Crollo che dovrebbe però essere seguito da un balzo del 7,2% nel 2021. Nel solo secondo trimestre l'IfW prevede invece un declino del Pil dell'11,3% sequenziale, peggiore performance da quando è nata la Repubblica Federale nel 1990.

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute EUR/USD è stata quotata di 1.0938$, in aumento dello 0.13% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 1.0901$ seguito da 1.0865$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 1,0975$, seguito da 1,1013$.
 

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Nelle ultime 24 ore, la GBP è diminuita del 5,97% rispetto al dollaro USA, chiudendo a 1,2250. Sul fronte dei dati macro, nel Regno Unito l'Ufficio Nazionale di Statistica (ONS) ha reso noto che l'indice dei prezzi al consumo ha mostrato, nel mese di aprile, una flessione dello 0,2% su base mensile dopo la variazione nulla a marzo, risultando inferiore al consensus (-0,1%). Su base annuale l'inflazione è cresciuta dello 0,8% inferiore alla rilevazione precedente (+1,5%) e alle attese (+0,9%). L'indice core ha registrato un incremento del 1,4% rispetto allo stesso periodo del 2019. L'indice dei prezzi al dettaglio (Retail Price Index) ha segnato un incremento dell'1,5% su base annuale risultando inferiore alle attese (+1,6%) e alla rilevazione precedente (pari al +2,6%).

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute GBP/USD è stata quotata di 1.2259$, in aumento dello 0,07% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 1.2197$ seguito da 1.2134$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 1,2309$ seguito da 1,2358$.
 

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Nelle ultime 24 ore, il greggio è cresciuto del 5,83% chiudendo a 33,59 dollari al barile. Sul fronte dei dati macro, ieri EIA (Energy Information Administration) ha comunicato che negli USA alla fine della scorsa settimana le scorte di petrolio hanno fatto segnare un calo di +4,983 milioni di barili, a fronte di un aumento di 1,151 milioni atteso dagli analisti (settimana precedente: -0,745 milioni).

Inoltre, ieri il Senato degli Stati Uniti ha approvato una legge che potrebbe impedire a diverse società cinesi di quotarsi a Wall Street o di raccogliere fondi presso gli investitori americani, senza aderire ad alcuni principi standard che regolamentano il mercato Usa. La proposta di legge approvata, che era stata presentata dal senatore repubblicano della Louisiana John Kennedy, richiede alle società di certificare di "non essere controllate o di proprietà di un governo straniero". Immediata la reazione del titolo del gigante cinese dell'e-commerce Alibaba, scambiato a New York, in calo del 2% dopo la notizia.

Durante la sessione asiatica, la quotazione del petrolio greggio è stata di 33,66$, in aumento dello 0,21% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la quotazione potrebbe trovare supporto a 32.26$ seguito da 30,86$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 34,42$ seguito da 35,18$.
 

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Nelle ultime 24 ore, l'EUR è aumentato dello 0,51% rispetto al dollaro USA, chiudendo a 1,0980 dollari. Sul fronte dei dati macro, secondo i dati flash PMI di IHS Markit di maggio, a causa delle misure restrittive messe in atto per limitare la diffusione del Covid-19, l'economia dell'eurozona resta bloccata nella più forte crisi mai registrata prima. Tuttavia, visto che parte dell'economia ha iniziato a riemergere per via dell'allentamento delle restrizioni, il tasso di contrazione è rallentato. La lettura dei dati flash del PMI® IHS Markit Composito dell'eurozona ha indicato una crescita dal record minimo assoluto di 13,6 registrato lo scorso aprile segnando a maggio 30,5, il valore più alto da febbraio. Mantenendosi nettamente al di sotto del livello di non cambiamento di 50,0, l'indice PMI ha registrato il terzo calo mensile consecutivo della produzione continuando a superare i record negativi storici toccati prima dell'insorgenza del Covid-19. Il precedente valore minimo era stato registrato all'apice della crisi finanziaria globale a febbraio 2009.

In Germania Markit Economics ha comunicato che il dato preliminare relativo all'Indice IHS PMI manifatturiero di maggio si è attestato a 36,8 punti superiore alla lettura precedente pari a 34,5 punti (consensus 39,2 punti). Si contrae a un tasso minore il settore dei servizi con l'indice IHS PMI servizi a 31,4 punti dai 16,2 punti di aprile. L'indice PMI Composito passa a 31,4 punti da 17,4 punti. In Francia la stima preliminare dell'Indice IHS PMI Manifatturiero, nel mese di maggio, si e' attestata a 40,3 punti dai 31,5 punti di aprile (consensus a 36,1 punti), ai minimi storici. Ancora in contrazione le attività dei servizi, con l'indice IHS PMI Servizi a 29,4 punti da 10,2 punti di marzo (consensus a 27,8 punti), su livelli massimi da tre mesi. Rallenta il tasso di contrazione anche per l'indice Composite a 30,5 punti da 11,1 punti precedenti.

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute EUR/USD è stata quotata di 1.0963$, in diminuzione dello 0.15% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 1.0933$ seguito da 1.0903$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 1.0996$ seguito da 1.1029$.
 

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Nelle ultime 24 ore, l'AUD è diminuito del 4,49% rispetto al dollaro USA, chiudendo a 0,6594 dollari. Ulteriore frenata in maggio per l'attività manifatturiera dell'Australia, l'indice Pmi Cba (Commonwealth Bank of Australia) stilato da Markit ha infatti segnato su base preliminare nel mese in chiusura un declino a 42,8 punti dai 44,1 punti della lettura finale di aprile (49,7 punti in marzo). Il dato si confronta con il recupero a 46,5 punti atteso dagli economisti.

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute AUD/USD è stata quotata di 0,6565$, in diminuzione dello 0,44% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 0.6523$ seguito da 0.6482$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 0,6611$ seguito da 0,6658$.

Nelle ultime 24 ore, l'USD è diminuito del 2,33% rispetto allo JPY, chiudendo a 107,58 dollari. Sul fronte dei dati macro, secondo quanto comunicato dal ministero delle Finanze nipponico, in aprile le esportazioni dal Giappone sono crollate del 21,9% annuo, in deciso peggioramento rispetto al declino dell'11,7% di marzo (1,0% il ribasso di febbraio). La lettura è migliore del calo del 22,7% del consensus di FactSet ma segna il diciasettesimo mese consecutivo di arretramento per l'export dal Sol Levante e la contrazione più netta dal 23,2% dell'ottobre 2009. Le importazioni sono invece scese del 7,2% annuo, contro il declino del 5,0% di marzo (13,9% il crollo di febbraio) e il ribasso del 12,9% atteso dagli economisti. Il risultato è stato un deficit della bilancia commerciale di 930,4 miliardi di yen (7,9 miliardi di euro), contro il surplus di 5,4 miliardi di marzo (460 milioni di euro) e il disavanzo di 560,0 miliardi (4,7 miliardi di euro) del consensus. Mentre, il Pmi manifatturiero del Giappone stilato congiuntamente da Jibun Bank e Markit è sceso a 38,4 punti nel mese di maggio dai precedenti 41,9 punti di aprile. E' quanto risulta dalla lettura preliminare del dato. Il Pmi servizi ha invece recuperato lievemente terreno, salendo a 25,3 punti dai 21,5 punti precedenti, il Pmi Composite si è attestato a 27,4 punti dai 25,8 di aprile.

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute USD/JPY è stata quotata di 107,66$, in aumento dello 0,07% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 107.39$ seguito da 107.13$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 107,87$ seguito da 108,09$.
 

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Nelle ultime 24 ore, l'EUR è diminuito dello 0,27% rispetto al dollaro USA, chiudendo a 1,0950 dollari. Sul fronte dei dati macro, le nuove richieste di sussidi di disoccupazione degli USA nella settimana terminata il 15 maggio si sono attestate a 2,981 milioni di unità, inferiori alle attese (2,400 milioni di unità) e al dato della settimana precedente (2,687 milioni di unità). Il numero totale di persone che richiede l'indennità di disoccupazione (calcolato sui dati all' 8 maggio) si attesta a 25,073 milioni, superiore ai 22,548 milioni della rilevazione precedente (attese 24,765 milioni). Mentre, la Federal Reserve di Philadelphia ha reso noto che il proprio indice, che monitora l'andamento dell'attivita' manifatturiera dell'area di Philadelphia, si e' attestato nel mese di maggio a -43,1 punti da -56,6 punti di aprile ma a fronte di attese degli analisti pari a -41,5 punti.

Inoltre, la National Association of Realtors ha comunicato che le vendite di abitazioni esistenti ad aprile si sono attestate a 4,33 milioni di unità (dato annualizzato), risultando in netto calo rispetto ai 5,27 milioni di marzo, ma leggermente al di sopra dei 4,30 milioni attesi dagli economisti. Il Conference Board ha comunicato che, nel mese di aprile l'Indice Anticipatore (Leading Indicator), che misura l'andamento dell'attivita' economica statunitense nei prossimi 6-12 mesi, è calato del 4,4% su base mensile, risultando superiore alle stime degli economisti (fissate su un calo del 5,5%). Rivista la rilevazione di marzo a -7,4% da -6,7%.

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute EUR/USD è stata quotata di 1.0943$, in diminuzione dello 0,06% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 1.0917$ seguito da 1.0890$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 1.0989$ seguito da 1,1034$.

Nelle ultime 24 ore, la GBP è scesa del 6,18% rispetto al dollaro USA, chiudendo a 1,2223 dollari. Sul fronte dei dati macro, nel Regno Unito l'ONS ha annunciato che il volume destagionalizzato delle vendite al dettaglio ha evidenziato nel mese di aprile una variazione negativa del 18,1% su base mensile, risultando nettamente inferiore alle attese degli analisti fissate su un calo dello 16%, dal -5,1% della rilevazione precedente. Su base annuale le vendite hanno registrato una flessione del 22,6% dopo la variazione negativa del 5,8% della rilevazione precedente (consensus -22,2%). L'indice (esclusa la benzina) e' diminuito del 15,2% su base mensile (consensus -15%) in forte calo rispetto alla rilevazione precedente (-3,7%). Su base annuale l'indice, esclusa la benzina, ha mostrato un calo del 18,4% (aspettative -18,2% a/a), dal -4,1% della rilevazione precedente.

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute GBP/USD è stata quotata di 1,2216$, in diminuzione dello 0,06% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 1.2185$ seguito da 1.2153$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 1,2249$ seguito da 1,2281$.
 

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Nelle ultime 24 ore, l'AUD è diminuito del 4,94% rispetto al dollaro USA, chiudendo a 0,6563 dollari. Sul fronte dei dati macro, Fitch Ratings ha confermato il giudizio AAA per il credito sovrano dell'Australia ma ne ha peggiorato l'outlook da stabile a negativo. Secondo l'agenzia di rating l'impatto dell'epidemia di coronavirus causerà una drastica riduzione della crescita nel 2020 e la spesa pubblica in risposta alla crisi sanitaria ed economica porterà a elevati deficit fiscali e a un sensibile aumento del rapporto tra debito pubblico e Pil. Anche S&P Global Ratings (S&P) aveva confermato in aprile il giudizio in tripla A dell'Australia, abbassando da stabile a negativo l'outlook.

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute AUD/USD è stata quotata di 0,6549$, in diminuzione dello 0,21% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 0.6528$ seguito da 0.6507$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora 0,6584$ seguito da 0,6619$.

Nelle ultime 24 ore, l'USD è diminuito del 2,32% rispetto allo JPY, chiudendo a 107,60. Sul fronte dei dati macro, secondo quanto comunicato dal ministero nipponico di Affari Interni e Comunicazione, in aprile il tasso d'inflazione è sceso in Giappone allo 0,1% annuo dallo 0,4% registrato in febbraio e marzo (0,7% in gennaio), come previsto dagli economisti. L'indice dei prezzi core ha invece registrato una deflazione dello 0,2% annuo, contro la precedente inflazione dello 0,4% (0,6% in febbraio) e la flessione dello 0,1% del consensus. Su base mensile l'indice è sceso dello 0,2% dopo la lettura invariata di marzo (0,5% invece il ribasso dell'indice core, contro il precedente calo dello 0,1%).

Durante la sessione asiatica, la coppia di valute USD/JPY è stata quotata di 107,59$, in leggera diminuzione rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la coppia potrebbe trovare supporto a 107.48$ seguito da 107.36$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora 107,78$ seguito da 107,96$.
 

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Nelle ultime 24 ore, il greggio è cresciuto del 2,23% chiudendo a 33,86 dollari al barile. Il balzo messo a segno dal prezzo del petrolio nelle ultime ore, comunque, ha trovato ragion d’essere anche in alcune ottimistiche dichiarazioni giunte dalla Russia, tra le principali produttrici di oro nero al mondo che ieri tra le altre cose ha confermato il ban temporaneo su tutte le importazioni di prodotti petroliferi. Secondo le ultime previsioni della Russia, il mercato tornerà in una condizione di equilibrio già il prossimo mese, quando i maxi-tagli alla produzione decisi dall’OPEC+ inizieranno a dare i primi, veri frutti. Al massimo, bisognerà aspettare soltanto fino a luglio. Le stime di Mosca hanno entusiasmato gli investitori e il prezzo del petrolio ha imboccato così la via del rialzo. Come fatto notare dal ministro dell’energia russo Alexander Novak, le riduzioni globali dell’output sono già andate oltre rispetto a quelle definite dal Cartello e dai suoi alleati cosa che sta rendendo il gap tra domanda e offerta un po’ meno evidente. In linea di massima, l’allentamento dei lockdown deciso da diverse economie del globo ha portato gli investitori a pronosticare un futuro più roseo per il mercato. Fino ad oggi le restrizioni imposte a causa del coronavirus hanno fatto drammaticamente crollare la domanda e l’idea di un mercato eccessivamente fornito ha imposto al prezzo del petrolio di crollare in maniera decisa.

Durante la sessione asiatica, la quotazione del petrolio greggio è stata di 34.08$, in aumento dello 0,65% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di storno down, la quotazione potrebbe trovare supporto a 33.36$ seguito da 32.64$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 34,49$ seguito da 34,90$.

Nello stesso tempo, l'XAU/USD è leggermente diminuito chiudendo a 1744,90 dollari l'oncia. Nella sessione asiatica, la quotazione dell'oro è stata di 1753.20$, in aumento dello 0.48% rispetto alla chiusura di ieri. In caso di discesa, la quotazione dell'oro potrebbe trovare un supporto a 1741.77$ seguito da 1730.33$, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 1759.07$, seguito da 1764,93$.
 

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