Analisi aggiornata del Petrolio, dell'Oro e dell'euro (1 Viewer)

reportdiborsa

Forumer attivo
Brent 30.42 var.giorn -3.53%

Dopo una forte risalita fino ai 32 sull'aggravarsi della situazione irachena, il petrolio ha avuto una settimana di storno che lo ha portato perfettamente a testare la ex resistenza ora supporto a 29.5. Identifichiamo questa zona (29.5/29.7) come fondamentale per il proseguimento del trend rialzista di questa materia prima. Una rottura al ribasso di tale linea porterebbe ad un primo target ribassista a 27.5 e successivamente a 26. Al rialzo ulteriori impulsi rialzisti esclusivamente sopra 32.
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reportdiborsa

Forumer attivo
Dopo aver sostato per + di 6 mesi nella zona 0.97/1.025, determinando una grande congestione, la moneta europea rompe con forza la resistenza e genera un obiettivo 1.07/1.08. Notiamo come siamo incanalati in un minitrend rialzista molto inclinato. Al raggiungimento dell'obbiettivo ci dovrebbe essere uno storno anche abbastanza pronunciato in modo da scaricare l'ipervenduto che comincia a farsi forte. La positività dell'euro rimane netta fintantochè non vada a bucare il supporto a 1.025. Bucato si tornerebbe all'interno della zona di congestione che aveva attanagliato le quotazione per 6 mesi.
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reportdiborsa

Forumer attivo
Oro 352.4 Var. sett +2.32%

Continua a guadagnare posizioni l'Oro che dopo aver rotto il doppio/triplo massimo a 325, fortissima resistenza, è esposo andando a ritoccare nuovi massimi.
C'è però qualcosa che non ci convince: la netta divergenza presente sull'rsi. a nuovi massimi dell'indice non corrispondono nuovi massimi dell'indicatori: anzi essi sono in sequela decrescenti. Questa configurazione era presente a suo tempo nel petrolio che perse molto del suo valore (da 29 a 23).
A questo punto ci aspettiamo una corposa correzione che vada a scaricare gli indicatori che potrebbe portare l'oro in prossimità nuovamente del 325/330 a fare un perfetto pullback. Abbiamo un segnale SELL dall'indicatori di brevissimo.
oro.png
 

conide

Forumer attivo
Ciao Report di Borsa, ogni tanto passo a dare un'occhiata alle tue analisi.

Volevo dirti (ti do del tu, spero di non fare una gaff), che ne diresti di provare a correlare oro e franco svizzero! Insomma un pò di analisi intermarket, credo aggiungeresti del valore. Se vuoi, ovviamente!

C'è chi dice, (io sono molto ignorante in materia!), che il il livello di correlazione è forte e che oltre ad essere forte è anche robusto (in senso statistico!), si intende.

Sul segnale sell dell'oro direi che come minimo serve una conferma, in quanto come diceva qualcuno di importante: il volatility breckout sai dove inizia ma non sai dove finisce!

Un saluto :)

conide
 

tontolina

Forumer storico
a proposito di €/$
leggete questo articolo preso da http://www.usemlab.com/html/analisi/investimenti.htm
Gli investimenti

Come avevamo detto nella prima parte di questo lavoro, l'aumento dell'indebitamento del settore privato ha fornito a famiglie e società una notevole disponibilità di denaro. Avevamo anche detto che parte di esso è stato speso ed investito male, come spesso accade quando ci si ritrova con molto danaro a disposizione.
Per quanto riguarda le famiglie l'investimento più sbagliato si è rivelato l'acquisto delle azioni quotate al Nasdaq. Anche per le imprese si è avuto lo stesso fenomeno. Sono state molte le acquisizioni di società quotate a prezzi statosferici che hanno rappresentato per l'acquirente solo una perdita netta. L'ammontare delle perdite per acquisizioni che dal 2002 dovranno figurare in bilancio in sottrazione agli utili operativi è stimato intorno a un trilione di dollari.

Tuttavia il vero problema dal lato delle imprese sono gli investimenti reali. L'economia si arricchisce prima con l'aumento dello stock di capitale e successivamente con la produzione di beni e servizi. In altre parole la vera ricchezza futura è data principalmente dalla costruzione di efficienti strutture produttive. Macchinari, impianti, infrastrutture.

L'eccessiva quantità di moneta e la facilità di reperimento di capitali per finanziare gli investimenti ha portato a investire molto male in progetti che non avranno nessun ritorno economico. La penalizzazione è molto pesante e ha avuto parte dei suoi effetti nel crollo dei profitti delle imprese.

Gli investimenti nell'economia reale non hanno tenuto conto, alla stregua di quelli nella finanza, delle componenti speculative e si sono rivolti ad accumulare uno stock di capitale inefficiente. Una parte di esso restituirà utili molto bassi e un'altra parte, essendo solo causa di ulteriori perdite, potrebbe addirittura non essere utilizzata.

Il sistema nel complesso si ritrova quindi ad avere una overcapacity di strutture produttive ancora sopravvalutate.
Prima che una nuova e sana fase espansiva, caratterizzata cioè da una allocazione di risorse efficiente, possa veramente avere inizio, questa overcapacity dovrà necessariamente trovare il proprio ridimensionamento, sia in termini quantitativi che di prezzo.

Se vogliamo riassumere, possiamo quindi dire che, nel complesso, l'effetto della new economy è stato quello di creare un effetto ricchezza del tutto illusorio, basato sulla crescita dei prezzi della carta finanziaria, non sulla produzione e il reale utilizzo di uno stock di capitale efficiente.
L'effetto ricchezza ha permesso comunque alle famiglie di spendere oltre i propri mezzi accumulando sempre più debito e riducendo il proprio tasso di risparmio.
Da un'economia con risparmi e investimenti si è passati ad un'economia del debito e del consumo.
Questo è il vero nodo del problema strutturale dell'economia americana.
Un problema che è stato generato ed è cresciuto con l'enorme offerta di moneta presente nel sistema. Di fatto l'abnorme dimensione di quest'ultima sta cominciando a rappresentare una tassazione implicita non solo per gli americani stessi, investitori della bubble e non, ma anche per il resto del mondo, soprattutto qualora si continuasse ad accettare l'inondazione di dollari ai prezzi correnti.

Un'ultima considerazione. Secondo una nota identità macroeconomica gli investimenti di un sistema economico sono uguali al tasso di risparmio delle famiglie più quello del settore pubblico più infine l'afflusso di capitali dall'estero.
Proviamo a capire da dove gli investimenti potrebbero trarre nuova linfa per dare vita ad una fase espansiva con creazione di nuovo stock di capitale.
Difficilmente potrà avvenire grazie all'afflusso di capitali esteri. Questi, come vedremo più avanti, sembrano piuttosto di fronte a una radicale inversione di tendenza che avrà ripercussioni anche sui mercati valutari.

Rimangono risparmio privato e pubblico.
In quanto al primo, se le famiglie vogliono riprendere a risparmiare devono tagliare le spese. Questo è molto probabile che avvenga, purtroppo non tutto ciò che taglieranno finirà negli investimenti visto che gran parte di quei soldi serviranno anche per ripagare i debiti accumulati. In altre parole la domanda aggregata o il GDP, che poi sono la stessa cosa, inevitabilmente è destinato a scendere.

In quanto al settore pubblico, sarà difficile che possa avere ulteriori surplus con l'attuazione di politiche fiscali espansive come quelle previste per il 2002. E infatti si prevede un ritorno al deficit federale.

Una situazione nel complesso niente affatto felice e piena di cattivi auspici.
L'economia USA ha indubbiamente ancora diversi problemi da risolvere prima di una nuova sana e robusta ripresa economica. Chi crede altrimenti spera solo in un nuovo effetto ricchezza di natura strettamente monetaria, proprio quello che sta accadendo da qualche settimana.
Questa volta tuttavia, non avrà lunga vita. Ne siamo convinti.
 

tontolina

Forumer storico
okkio alle obbligazioni

fallimenti

Investire male significa allocare le proprie risorse in qualcosa che non renderà il tasso di rendimento atteso. La via d'uscita dipende dalla situazione finanziaria del soggetto che ha intrapreso l'investimento. Una situazione finanziaria poco solida potrebbe risolversi in una insolvenza. E, come abbiamo visto nella prima parte, la situazione finanziaria di famiglie e aziende è disastrosa.

C'è un fenomeno che caratterizza tutti i periodi con crescita negativa, compreso quello del 91-92: la riduzione del tasso di indebitamento. Nella fase attuale invece sta avvenendo il contrario.
E' un comportamento del tutto anormale.
In periodi di recessione infatti i prestatori riducono i crediti in modo da compensare un aumento del rischio sistemico. E questo stranamente non è ancora avvenuto.
Inoltre è proprio la riduzione del debito che aiuta ad uscire dalla recessione, grazie a una sua successiva dilatazione che stimola nuovi consumi e nuovi investimenti.

In questa recessione, invece, il consumatore americano ha continuato a spendere e a indebitarsi senza sosta: mentre il valore dei suoi assets negli ultimi due anni si è deprezzato del 4% a seguito della prima correzione delle borse, la quantità del suo debito è aumentata del 15%.
Le aziende hanno tenuto un comportamento analogo. Hanno continuato a contrarre nuovi debiti mentre il rating (il marchio di qualità) di molte emissioni continua ad essere abbassato: in altre parole, hanno gonfiato una massa di debito sempre maggiore ma di qualità sempre inferiore.

Qualcuno potrebbe arguire che il sistema questa volta è stato talmente efficiente da non avere neanche avuto bisogno del classico periodo di transizione in cui il debito viene riassorbito. Del resto un nuovo indebitamento favorito da bassi tassi di interesse sta già stimolando nuovi consumi e nuovi investimenti, per una ripresa che si dice sia già vicina. Questo è ciò che si sente delirare dai media e dagli analisti prezzolati.
Ciò che si trascura di riportare, invece, è che l'aumentare del debito non ha conosciuto soste dal 1991 e oramai, raggiunte soglie insostenibili, si sta lentamente deteriorando.

Le statistiche stanno registrando i primi, ancor lievi effetti, di questa enorme anomalia.
Nel 2001 c'è stato un aumento piuttosto considerevole dei casi di insolvenza da parte delle famiglie. Il controllo della qualità dei crediti ha lasciato a desiderare e i cattivi crediti cominciano a emergere. Le famiglie cominciano a manifestare i primi sintomi di sofferenza verso un debito che comincia a diventare insostenibile e che sta andando oltre la capacità stessa di essere ripagato.

Le statistiche degli ultimi mesi relative alle aziende confermano una analoga tendenza: i default di debito societario hanno raggiunto a dicembre livelli record: 196 emissioni per un valore di circa 107 bilioni di dollari. Il record era dell'anno precedente con 117 emissioni per un totale di 42.3 bilioni.
In termini percentuali siamo al 3.71% delle emissioni correnti, nel 1992 il livello raggiunse il 3.96%.
Una tensione che sta crescendo e che sta trovando misura in statistiche sempre più preoccupanti e sfogo in crisi sempre più gravi.

Nel caso di Enron (ENE, NYSE), il più clamoroso del 2001, lo sfogo si è avuto nel giro di poche settimane: una società che nel 2000 era stata la stella dell'S&P500 ed era entrata nel 2001 con circa 83$ ad azione per un controvalore totale di oltre 60 bilioni di dollari, ha chiuso l'anno a circa 60 centesimi. Bum! Un botto di fine anno che ha bruciato 60 bilioni di dollari. Ben poca cosa rispetto agli oltre 160 bilioni che si sono bruciati più lentamente nella capitalizzazione di Cisco System (da noi predetta quando il titolo quotava ancora sopra 50$), ma pur sempre una cifra considerevole.

Per dare un'idea della dimensione delle cifre basterà ricordare che l'ammontare del debito argentino in default, per la disperazione anche di tanti infelici investitori italiani, corrisponde a circa 155 bilioni.
Nel caso di Enron i danni sono emersi in tempi rapidissimi, e molti dei grandi operatori si sono ritrovati inaspettatamente con gran parte del debito in portafoglio, un disastro proprio imprevisto se pensiamo che per mesi gli stessi hanno sostenuto la qualità del debitore e si sono premuniti di mantenere il rating della società stessa entro soglie di discreta garanzia. Finchè una volta emersi i veri problemi non è arrivata l'agenzia Moody's a chiarire la faccenda. Nuovo rating: junk bond, emissione spazzatura, e l'azione ha ceduto del tutto, così come hanno ceduto i tentativi di salvataggio che erano in corso.

La lezione è chiara: quando si parla di debiti e crediti si possono truccare le carte in tavola ma i conti devono sempre tornare e prima o poi i creditori rivogliono i loro soldi indietro. In tal caso, o si riesce a ripagare il debito oppure ci si dichiara insolventi. Nell'una o nell'altra maniera gli eccessi devono rientrare entro canoni di normalità.
 

reportdiborsa

Forumer attivo
conide ha scritto:
Ciao Report di Borsa, ogni tanto passo a dare un'occhiata alle tue analisi.

Volevo dirti (ti do del tu, spero di non fare una gaff), che ne diresti di provare a correlare oro e franco svizzero! Insomma un pò di analisi intermarket, credo aggiungeresti del valore. Se vuoi, ovviamente!

C'è chi dice, (io sono molto ignorante in materia!), che il il livello di correlazione è forte e che oltre ad essere forte è anche robusto (in senso statistico!), si intende.

Sul segnale sell dell'oro direi che come minimo serve una conferma, in quanto come diceva qualcuno di importante: il volatility breckout sai dove inizia ma non sai dove finisce!

Un saluto :)

conide

Ciao Conide,
non sbagli a darci del tu, anche se siamo uno staff di analisti.

venedo alla tua domanda, domani con più calma risponderemo alla tua domanda, e faremo una anlisi su oro e franco svizzero.

Ciao

Lo Staff di Report di Borsa
 

conide

Forumer attivo
reportdiborsa ha scritto:
conide ha scritto:
Ciao Report di Borsa, ogni tanto passo a dare un'occhiata alle tue analisi.

Volevo dirti (ti do del tu, spero di non fare una gaff), che ne diresti di provare a correlare oro e franco svizzero! Insomma un pò di analisi intermarket, credo aggiungeresti del valore. Se vuoi, ovviamente!

C'è chi dice, (io sono molto ignorante in materia!), che il il livello di correlazione è forte e che oltre ad essere forte è anche robusto (in senso statistico!), si intende.

Sul segnale sell dell'oro direi che come minimo serve una conferma, in quanto come diceva qualcuno di importante: il volatility breckout sai dove inizia ma non sai dove finisce!

Un saluto :)

conide

Ciao Conide,
non sbagli a darci del tu, anche se siamo uno staff di analisti.

venedo alla tua domanda, domani con più calma risponderemo alla tua domanda, e faremo una anlisi su oro e franco svizzero.

Ciao

Lo Staff di Report di Borsa

Grazie, aggiungo anche che sarebbe interessante realizzare una regressione multivariata per'esempio dell'oro inserendo come regressori il petrolio, un bond (T-bond o Bund), un indice rilevante (esempio lo S&P500), e magari sotto dummyVar inserire il Franco Svizzero (così da valutarne l'effetto congiuno). Partirei da un modello misto che include tutte le possibili relazioni, poi magari crerei dei modelli ristretti da testare al fine di valutare se sono significativi.
Se fate qualche cosa del enere mi piacerebbe vedere il risultato! :)

Un saluto

conide
 

reportdiborsa

Forumer attivo
L'idea che dici tu è buona ma il tempo per il test mi sa che attualmente non ce l'abbiamo.....

tra l'altro invece di una semplice regressione lineare (seppure mutivariata) avendo tempo si potrebbe pure impostare una rete neurale che abbia come imput quelle variabili da te dette per vedere + altre lag-gate (passaci questo termine orribile....) per effettuare una previsione daily o weekly.

Che tipo di test di significatività pensavi; un test t di student oppure un test multivariato (tipo F?)

Saluti

Lo staff


PS: complimenti per la "cultura statistica"!

Saluti



conide ha scritto:
reportdiborsa ha scritto:
conide ha scritto:
Grazie, aggiungo anche che sarebbe interessante realizzare una regressione multivariata per'esempio dell'oro inserendo come regressori il petrolio, un bond (T-bond o Bund), un indice rilevante (esempio lo S&P500), e magari sotto dummyVar inserire il Franco Svizzero (così da valutarne l'effetto congiuno). Partirei da un modello misto che include tutte le possibili relazioni, poi magari crerei dei modelli ristretti da testare al fine di valutare se sono significativi.
Se fate qualche cosa del enere mi piacerebbe vedere il risultato! :)

Un saluto

conide
 

conide

Forumer attivo
Ok, non c'è problema, ovviamente la mia richiesta era un "free lunch", anche perchè un'analisi di questo tipo sarebbe da pagare di norma..

Sulla questione della rete neurale, mi spiace ma non concordo: il risultato sarebbe certamente migliore in termini di fit, ma in gran parte inspiegabile.

In merito alle variabili lag, direi che non c'è problema in fase inizale di modellizzazione ed è scontato il loro utilizzo, (vista la correlazione tra le qualcuno dei regressori in gioco), quindi metterei già in conto errori correlati o eteroschedasticità: da spiegare con variabili lag, chiaro e trasmormando il modello (C-O).

In merito al test di stabilità dei coefficienti, penso ad un semplice Chow test. (Nota: il t test serve per verificare quanto significativi sono i singoli coeficienti, l' F test serve per misurare la globabilità dei coefficienti, non la stabilità).

In conclusione, ... ci ho provato!!!! :)

un saluto

conide

reportdiborsa ha scritto:
L'idea che dici tu è buona ma il tempo per il test mi sa che attualmente non ce l'abbiamo.....

tra l'altro invece di una semplice regressione lineare (seppure mutivariata) avendo tempo si potrebbe pure impostare una rete neurale che abbia come imput quelle variabili da te dette per vedere + altre lag-gate (passaci questo termine orribile....) per effettuare una previsione daily o weekly.

Che tipo di test di significatività pensavi; un test t di student oppure un test multivariato (tipo F?)

Saluti

Lo staff


PS: complimenti per la "cultura statistica"!

Saluti



conide ha scritto:
reportdiborsa ha scritto:
conide ha scritto:
Grazie, aggiungo anche che sarebbe interessante realizzare una regressione multivariata per'esempio dell'oro inserendo come regressori il petrolio, un bond (T-bond o Bund), un indice rilevante (esempio lo S&P500), e magari sotto dummyVar inserire il Franco Svizzero (così da valutarne l'effetto congiuno). Partirei da un modello misto che include tutte le possibili relazioni, poi magari crerei dei modelli ristretti da testare al fine di valutare se sono significativi.
Se fate qualche cosa del enere mi piacerebbe vedere il risultato! :)

Un saluto

conide
 

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