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Come l'Italia colerà a picco e trascinerà con sé l'intera Europa

Etichette: analisi tecnica, bolla obbligazionaria, economia, Europa, Giappone, Grecia, Italia, NGDP, PIIGS, ricerca economica, traduzioni, zerohedge guest post


Ricordo a tutti i lettori interessati che è in vendita la mia traduzione dell'ultimo libro di Gary North, L'economia cristiana in una lezione, acquistabile a questo indirizzo: http://bit.ly/1JUqFIt. Con questo manoscritto North, attraverso uno sforzo letterario pregevole, unisce ciò che è stato diviso per anni da un mondo accademico cieco e sordo alla centralità dell'individuo nell'analisi economica: etica ed economia. L'escamotage della chiave di lettura teologica è utilizzata per chiarire al lettore come una visione epistemologica chiara sia fondamentale per uscire dall'attuale pantano intellettuale in cui è finita la teoria economica moderna.
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da Zero Hedge


L'Italia è grande abbastanza da destare preoccupazioni (è l'ottava economia più grande del pianeta), ma poiché priva d'eventi di rilievo, la maggior parte delle persone non sta prestando attenzione a quello che sta succedendo in questo paese. Noi riteniamo che l'Italia, nel corso dei prossimi 12 o 24 mesi, finirà sul radar di tutti in quanto ha il potenziale per far deragliare il progetto europeo.

Grecia, Portogallo e Irlanda erano test di prova di quello che accadrà. La Spagna rappresentava una sfida ardua, ciononostante è stata riportata in carreggiata a stento. L'Italia farà colare a picco l'intera struttura europea se continuerà a seguire la sua traiettoria attuale, e non c'è nulla che faccia presagire un cambiamento di direzione.

Il problema principale dell'Italia è il suo livello di PIL nominale stagnante, una sorta di "giapponesizzazione" della sua economia. Di solito le persone pensano alla deflazione quando sentono parlare del Giappone, il che non è un'associazione del tutto corretta. È vero che il PIL nominale è rimasto piatto dopo la crisi degli anni '90, la quale ha fatto diminuire i redditi. Tuttavia, se davvero fosse stato un periodo di deflazione, anche le spese sarebbero dovute scendere poiché i prezzi dei servizi sarebbero scesi in concomitanza. Ciò non è avvenuto ed è più corretto dire che il Giappone è stato intrappolato in una deflazione del PIL nominale e delle entrate, da qui la presunta necessità dell'Abenomics, o in parole povere, la creazione di uno tsunami di valuta per aumentare il PIL nominale e le entrate e quindi ridurre la necessità d'emettere obbligazioni. Come mostra il primo grafico, finora è stato un modesto successo. Si prega di notare che l'Abenomics non ha nulla a che fare con la creazione di prosperità reale (nessuno può essere così ignorante), ma si prefigge di tenere sotto controllo il problema del debito aumentando la tassa dell'inflazione.




L'Italia è ora più o meno nella stessa situazione, con le entrate fiscali che a stento tengono il passo con le spese, id est i consumi pubblici. Gli investimenti latitano e, dal punto di vista nominale, hanno raggiunto lo stesso livello dei primi anni '80. Quando le entrate s'appiattiscono, a causa della mancanza d'investimenti, e le spese correnti continuano ad aumentare, il deficit viene compensato dall'emissione di debito. Il gap tra le prospettive future (una funzione delle decisioni sbagliate del passato) ed entrate piatte è difficile da sanare, in quanto richiede grandi sacrifici oggi senza alcun vantaggio per gli anni a venire.




Proprio come il Giappone, l'Italia è intrappolata con una stagnazione del PIL nominale e crescenti livelli di debito utilizzato per pagare le spese correnti. Come mostra il grafico qui sotto, c'è un senso d'ineluttabilità nella storia italiana. Sappiamo tutti che arriverà il giorno della resa dei conti, perché la traiettoria attuale è insostenibile. Lo stato italiano, proprio come quello giapponese, utilizza il risparmio delle famiglie per finanziare il suo consumo facendo finta d'investire tale denaro per il futuro. In altre parole, le famiglie italiane mettono i loro soldi in banca, o in fondi pensione pubblici, i quali vengono utilizzati per finanziare i pensionati attuali, ma suddette famiglie pensano che i fondi presumibilmente risparmiati saranno a loro disposizione una volta che andranno in pensione. La circolarità qui è evidente a chiunque abbia voglia di guardare. NON ci sono risparmi, ci sono solo dichiarazioni di bilancio, ma sono lontane anni luce da ciò che costituisce investimenti produttivi reali.




Mentre gli investimenti produttivi vengono smantellati da uno stato in continua espansione e dal suo incessante bisogno di finanziare le spese correnti, non c'è molto che le banche possano fare per stimolare gli investimenti e sostenere la crescita. Non è un caso se le linee riguardanti gli asset bancari siano piatte come quelle del PIL nominale. Entrambi sono strettamente interconnessi; e poiché le banche non trovano clienti disposti o in grado d'accendere prestiti e investire, esse si ridimensionano e si ferma così la crescita dell'offerta di moneta, sia attraverso un moltiplicatore monetario calante e/o attraverso una velocità del denaro calante. In entrambi i casi, il PIL nominale si ferma, mentre l'insaziabilità della spesa pubblica fa aumentare senza sosta il debito pubblico.




Si noti che ogni azione intrapresa dalle banche centrali, che si tratti di ZIRP, forward guidance, o QE, ha rappresentato un atto di manipolazione della domanda di credito, strategia che ha fallito miseramente a causa dei vincoli di bilancio sia nel settore privato sia in quello pubblico. Al fine d'alleviare questa situazione, sono stati progettati tassi d'interesse negativi (sulle riserve in eccesso presso la banca centrale, per esempio) per forzare le banche a prestare denaro alla popolazione più ampia. Inutile dire che questa è una politica da condannare, tanto per cominciare. Se non ci sono mutuatari degni di credito disposti a prendere in prestito denaro, allora costringere le banche a fornire credito è pura follia; ma il disperato bisogno di creare una crescita del PIL nominale ha spento ogni barlume di buon senso. A tal proposito è interessante notare che i settori in cui è cresciuta la domanda di prestiti, dopo che la BCE è andata all-in, sono esattamente quei settori improduttivi che dovrebbero ridurre l'indebitamento e liberare risorse nei confronti del settore produttivo. Purtroppo questo non è ciò che sta accadendo.




Non dovrebbe sorprenderci se gli investimenti italiani sono in ritirata rispetto a quelli dei suoi coetanei. Secondo l'Eurostat gli investimenti lordi italiani sono più bassi oggi di quanto non fossero a metà degli anni '90. Sapendo che una base di capitale si deprezza di circa il 20% ogni anno, non saremmo sorpresi d'apprendere che lo stock di capitale italiano è in declino poiché l'attuale struttura di produzione e i modelli di consumo italiani non possono essere sostenuti senza consumare lo stock di capitale stesso.




Una prova che sostiene la nostra tesi è il fatto che in Italia la produttività del lavoro è in calo. Se il capitale per lavoratore è in calo, come accade in una situazione in cui, attraverso l'ammortamento, il capitale si consuma, ci si dovrebbe aspettare una minore produzione per lavoratore. Questo è esattamente ciò che è accaduto negli ultimi 15 anni. Tal processo è accelerato mentre gli investimenti hanno raggiunto un picco e sono scesi dopo la Grande Recessione, proprio come ci aspettavamo.




Dal momento che i decisori delle politiche identificano il problema con la mancanza di credito, ignorando che il credito non può essere dato ad una persona poiché è qualcosa che essa ha già, le attenzioni si focalizzano principalmente sull'aumento del credito, dell'offerta di denaro e dell'inflazione/PIL nominale. L'attenzione si è quindi spostata da quelli che ormai potrebbero essere definiti strumenti convenzionali di politica monetaria, come il QE e le iniezioni di liquidità attraverso il TLTRO, ai tassi d'interesse negativi e alle sofferenze bancarie.

Le banche italiane sono ufficialmente sommerse in €200 miliardi di prestiti non performanti, mentre le stime non ufficiali parlano di €350 miliardi. Questi prestiti non performanti crescono ogni anno e costituiscono oltre il 12% del PIL nominale. Le sofferenze nelle società non finanziarie arrivano al 18% del loro portfolio.

Sebbene tutto ciò dovrà essere affrontato in qualche modo, si sta pensando a come ripulire i bilanci bancari da queste sofferenze in modo che le banche possano tornare a prestare di nuovo denaro, il che è solo un eufemismo che sta per creazione del credito, inflazione e "crescita".




A gennaio il governo italiano ha presentato un piano che ha lasciato indifferenti i mercati, poiché i regolamenti comunitari in materia d'aiuti di stato li hanno sostanzialmente costretti ad inventarsi qualcosa per sostenere le banche italiane (presumiamo per conto del contribuente italiano). Inoltre i bail-out sono stati rinominati in bail-in: le banche possono rivalersi sui titolari di debito e sui depositanti garantiti prima che venga consegnato loro un qualsiasi aiuto di stato.

Quindi come sarà affrontato il problema? Abbiamo intuito qualcosa durante la testimonianza di Draghi al Parlamento Europeo, quando ha detto che le sofferenze bancarie possono essere aggiunte ai titoli garantiti da asset i quali sarebbero poi acquistabili dalla BCE tramite il suo programma di QE. Si tratterebbe di una situazione "win-win" per i pianificatori monetari centrali poiché l'attuale programma di QE, a differenza degli interventi precedenti della BCE, elimina il rischio di credito nei bilanci delle banche. Inoltre più titoli ABS allevierebbero la carenza di titoli con cui la BCE è attualmente alle prese. Francoforte è quindi alla frenetica ricerca di ulteriori asset da acquistare al fine di evitare la trappola della BOJ. Ad oggi meno del 5% degli attivi bancari italiani sono cartolarizzati, mentre l'Asset-Backed Security Program della BCE è il meno riuscito con solo €18 miliardi di titoli acquistati finora, rispetto ai €155 miliardi del terzo Covered Bond Program e quasi €600 miliardi del Public-Sector Purchase Program.




Il problema fondamentale della solvibilità finanziaria non può essere risolto con questo gioco di prestigio, poiché il rischio di credito viene trasferito dal settore bancario privato al settore pubblico. E questo ci mostra ciò che probabilmente è lampante a tutti, compresi gli uomini e le donne in carica: l'unica cosa che può veramente portare ad un cambiamento positivo è una crisi. Solo così potremmo affrontare onestamente la realtà attraverso una liquidazione del debito, un ri-allineamento del consumo con la produzione e la fine del welfare state. L'elettorato, i politici e la maggior parte dei burocrati in Italia e in Europa opterà sempre per l'opzione "calciare il barattolo", almeno finché riusciranno a farlo; soprattutto perché sono stati proprio loro a creare questa gigantesca mole di problemi economici e finanziari. In altre parole, un cambiamento, un cambiamento reale, non arriverà fino a quando non risulterà assolutamente necessario, imposto dal game-over monetario.

Se è vero che la monetizzazione degli asset tossici può essere inizialmente percepita come la via d'uscita per l'Italia, in quanto le banche potranno ancora una volta espandere il loro stato patrimoniale e di conseguenza stimolare il PIL nominale e tenere sotto controllo il rapporto debito/PIL, i fatti sono più pericolosi – L'Italia è un incidente ferroviario visto al rallentatore. Il consumo italiano supera la produzione, e ciò è andato avanti per anni. La base di capitale viene erosa, la produttività del lavoro è in calo (e non abbiamo nemmeno parlato della sua situazione demografica disastrosa) e gli standard di vita sono stagnanti. L'unica cosa che mantiene ancora in vita l'Italia è la sua capacità di rinnovare ed emettere nuovo debito.

Nel 2012 è andata vicino ad essere lasciata per conto suo, e sin da allora nulla è cambiato. L'Italia ha ancora bisogno di rinnovare annualmente obbligazioni per un valore pari al 25% del PIL e il minimo intoppo manderebbe in bancarotta il paese in un nanosecondo. La chiave è, ovviamente, un sistema bancario "sano" disposto e in grado di continuare a comprare obbligazioni di nuova emissione, mentre quelle vecchie giungono a maturazione.




Con un rapporto debito/PIL ben oltre il 100%, la sensibilità dell'Italia ai tassi d'interesse cresce in modo esponenziale. Quando l'interesse medio pagato sul debito era salito di 40 punti base durante l'Euro Crisi nel 2012, gli interessi passivi in percentuale del PIL salirono di 80 punti base. Allora la BCE riuscì a liberare il Tesoro italiano dal rischio di mancati rinnovamenti delle obbligazioni. La prossima volta, quando la reputazione della Banca Centrale Europea passerà dalle stelle alle stalle, l'Italia non sarà così fortunata. Se immaginassimo che i tassi d'interesse italiani fossero come quelli del periodo 2000-2005 (una media del 4.8%), oggi il paese spenderebbe il 6.5% del PIL solo per pagare gli interessi.




Quando alla fine l'Italia soccomberà alla realtà, quest'anno o il prossimo, il progetto europeo dovrà affrontare ostacoli insormontabili e collasserà su se stesso.

A nostro avviso, la scomparsa del parassitismo di Bruxelles può solo portare cose buone. Forse gli inglesi ci salveranno dall'agonia e manderanno tutti a casa il 23 giugno. Possiamo solo sperarci.









[*]
traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/





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con sé l'intera Europa
 

mototopo

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posted by Mitt Dolcino
Chi fa crollare il petrolio? Risposta non scontata (gli States di Obama). Una vera azione destabilizzatrice degli equilibri mondiali, epitaffio della corrente Presidenza USA. La crisi economica in arrivo

Quello che dobbiamo notare immediatamente è che il prezzo del petrolio è crollato clamorosamente a partire da luglio del 2014. I media mainstream non hanno esitato a dare la colpa all’Arabia Saudita e/o all’Iran, incapaci – o eccessivamente egoisti, dicono i nostri media – da sacrificare la pace economica mondiale sull’altare dei loro interessi. La realtà è ben diversa e basta un grafico a dimostrarlo, da bloomberg.com:

Chi ha fatto salire la produzione di greggio – e quindi scendere i prezzi – non sono gli Arabi, che invero l’hanno mantenuta costante. E nemmeno l’Iran, che l’ha ridotta (la Libia l’ha letteralmente annichilita). E non sono nemmeno i russi, anche loro in quasi costanza di estrazione. Sono invece gli USA (assieme ai sodali iraqeni, che poi sono le compagnie legate agli USA post deposizione di Saddam Hussein) che dal 2012 l’hanno aumentata del 60%. Dunque, verità non scontata si direbbe, almeno a livello mediatico.
Ma, verificato che la disinformazione regna sovrana, la radice della vexata quaestio è una ed una sola, cui prodest? Leggasi, perché gli USA hanno gestito la faccenda in questo modo apparentemente scellerato?
La risposta è qualitativamente semplice, non fu scelta scellerata ma anzi una questione di sopravvivenza. In breve, dopo investimenti miliardari nello scorso decennio lo shale oil ha inondato il mercato USA di petrolio e sembrerebbe che a Washington oggi non si necessiti più di importare oil se non in misura marginale (infatti Obama ha proposto una tassa di 10 USD/bbl per il petrolio importato, ndr). Ossia gli USA sono diventati praticamente indipendenti in termini energetici.

Il problema è che il petrolio da shale è caro, molto più caro di quello ad es. arabo oltre ad essere spesso di peggiore qualità. Dunque, la scelta americana fu quella di permettere gli investimenti in loco per fare crescita locale (benvenuta), fare produrre greggio e poi spiazzare il petrolio straniero con il proprio (in questi termini la distruzione del tessuto produttivo libico e di Gheddafi assume un aspetto diverso, quasi giustificativo). Guarda caso tutte le aziende USA del settore shale sono state spinte, in un sostanziale sforzo all’unisono, a finanziare i vari shale oil project con vendita a termine del petrolio imposta spesso dalle stesse banche finanziatrici. Ossia, tali aziende petrolifere di nuova generazione potrebbero essere immunizzate ancora per qualche tempo. Successivamente il petrolio dovrà salire per garantire la loro sopravvivenza. Molti indicano che i veri problemi, in assenza di una salita dell’oil, dovrebbero concretizzarsi per il settore durante il 2017. Ossia, vien da dire che il 2016 sarà l’ultimo anno di prezzi bassi, gli USA non permetteranno ad un settore strategico come quello petrolifero di implodere.
Voi direte, ma se la domanda non sale come fa a salire il petrolio? Semplice, riducendo l’offerta. E se non la si vuole o non la si può fare scendere? Semplice, basta un missile. Si, solo un missile è sufficiente per far tornare il petrolio ad almeno 100 USD/bbl. Ed in particolare un missile sparato sul comprensorio petrolifero arabo ai confini con gli emirati dove si concentra l’estrazione di oil saudita (per altro in una zona dell’Arabia a maggioranza, udite bene, shiita nella Arabia profondamente sunnita della dinastia Fahd!), ossia dove passa praticamente tutto il greggio saudita.

La domanda, meglio posta, dovrebbe essere “perchè questo benedetto missile non è ancora stato sparato?”. E, notasi, la risposta andrebbe data togliendo il paravento dell’entrata in scena del petrolio iraniano, la giusta vittima mediatica per nascondere la realtà (la pace con l’Iran per Obama è stata necessaria per giustificare la discesa del greggio ipoteticamente imputabile alle vendita sui mercati dell’oil iraniano, almeno nel primo anno di implementazione dell’accordo, poi se la vedrà il nuovo presidente USA, una pace tattica direi e – probabilmente – non duratura).
E dunque, questo missile? Tempo al tempo. Obama deve far rieleggere un democratico ed un petrolio basso nell’anno pre-elettorale può aiutare. A maggior ragione in presenza di una crisi economica latente negli USA che di fatto ha permesso di far crescere l’occupazione solo grazie alla salita dei lavori di terza scelta o anche di bassa lega, camerieri, addetti alle pulizie ecc., non precisamente lo stereotipo di sogno americano. E dunque un petrolio basso può aiutare anche in questo contesto, per non frenare ulteriormente i consumi di base della gente che guadagna poco o pochissimo (ma che vota, spesso democratico): basta che i prezzi bassi non durino troppo tanto da fare danni permanenti. Eppoi Obama non ha molti amici texani, chi se ne frega della oil economy. Invero, ha molti amici nell’economia delle rinnovabili che infatti “tira”. Oggi Obama per fare rieleggere un Dem alla Presidenza USA ripete ossessivamente che l’economia va bene (falso) e questo crea aspettative (false) di salita dei tassi, cosa che alimenta una salita non dovuta del dollaro, salita esacerbata dagli effetti dello swap yean/rubli concordato tra Mosca e Pechino a seguito della disfida di Obama sull’Ucraina e conseguente destabilizzazione finanziaria a danno di Putin, con yuan scambiat e poi venduti sul forex per acquistare i dollari necessari alla Russia per pagare le bollette verso l’estero, ndr.

Il nuovo presidente Usa dovrà affrontare il crollo del prezzo del greggio in termini di problema strategico dell’America, un problema creato dagli stessi USA ma ribaltato mediaticamente su altri. Parimenti la crisi economica USA causata da eccessivo debito accumulato in passato costringerà il nuovo presidente ad affrontare anche il nodo della sua sostenibilità. E per rendere il debito domestico sostenibile non c’è che una ricetta: fare crescita. Guarda caso la ricetta della crescita passa necessariamente per un dollaro debole che aiuti le imprese USA ad essere competitive all’estero, debolezza che di fatto implica anche un secondo effetto collaterale: l’inflazione [che sgonfierebbe il debito americano in dollari]. Due effetti convergenti direi. Voi direte, sì, ma così i tassi salgono! E chi se ne frega, se l’economia riparte il debito può venire ripagato, mica bisogna emetterne dell’altro. Ed aggiungo, visti i tassi bassissimi molte aziende americane da tempo stanno rinegoziando il proprio debito a lungo termine a costi irrisori, encore la successiva salita dei tassi se non durerà troppo sarà perfettamente gestibile (stesso trucco usato per il petrolio).

Parimenti dollaro basso significherà minore propensione USA ad acquistare prodotti stranieri prediligendo le produzioni nazionali, ricetta autarchica che funziona benissimo per il fine proposto (fare crescita interna), se fosse vivo l’economista di Hitler, Schacht, ce la spiegherebbe nei dettagli.
Dunque, la soluzione proposta del nuovo presidente USA sarà necessariamente una discesa del dollaro, propedeutica alla ripresa economica. Peccato che ad un dollaro forte – ed a minori consumi USA – corrisponderà un crollo delle economie esportatrici, Germania in testa (ed anche l’Italia se non troverà rapidamente il coraggio di uscire dall’euro)….

E il petrolio? Non ce l’eravamo dimenticato. Visto che basta un missile e visto che un petrolio in salita causa inflazione utile a chi di debito ne ha tanto (meglio se lo stesso può anche muovere le leve giuste a livello globale, …), il missile verrà certamente lanciato ma solo a tempo debito ossia causando una guerra del petrolio in medio oriente. Ma, notate bene, questa volta gli USA non saranno responsabili della guerra, nè ci parteciperanno onde evitare di far salire il biglietto verde in veste di valuta del gendarme globale. Anzi, gli USA si terranno bellamente fuori dal conflitto, rinunciando in apparenza al proprio ruolo storico post WW2. O meglio, prima lasceranno scannare arabi, turchi, siriani, russi ed iraniani nell’imponderabile caos che seguirà. Una volta raggiunto il fine – ossia dopo aver ridotto l’offerta di oil causando grazie al caos/guerra – rientreranno in gioco, dopo l’inevitabile crollo economico dei vari competitors e fin anche di tutte le economie mondiali affamate di petrolio.
Conclusione: alla fine vince sempre il banco.
Questo finale lo dedico a chi dà gli USA per morti, mai le conseguenze di una siffatta scommessa (persa) avranno impatti più pesanti (è infatti lapalissiano che siffatto scenario romperà l’EU determinando l’ascesa di rinnovati fascismi ed estremismi che cannibalizzeranno il benessere accumulato dai paesi che furono alleati negli scorsi 70 di pax americana – per inciso, l’Italia ne verrà letteralmente travolta -,….).
Mitt Dolcino
 

mototopo

Forumer storico
conformano" la società e ne inducono la struttura? In democrazia, la risposta dovrebbe essere la prima. Ma c’è sempre l'ombra della seconda...il "potere" tende a perpetuarsi, forzando le regole che, nello Stato "democratico di diritto" ne disciplinano la legittimazione. Ultimamente, poi, la seconda si profila piuttosto...ingombrante, nella sintesi "lo vuole l'Europa". Ma non solo. Per capire il fenomeno, useremo la analisi economica del diritto.

















































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martedì 1 marzo 2016

E ADESSO? WHAT NOW? (ATTALI LIBERO E GRAMSCI IN GALERA)



[FONT="georgia" ][IMG]http://www.rivieraoggi.it/wp-content/uploads/2015/04/Tommaso-Padoa-Schioppa-e-la-durezza-del-vivere-780x437.jpg[/IMG][/FONT]
[FONT="georgia" ][IMG]https://3.bp.blogspot.com/-2t2O8kjdHd0/T5GEoBuvsgI/AAAAAAAAFBM/3_XOnCya-HU/s640/theylive3.jpg[/IMG][/FONT]
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[FONT="georgia" ]1. [B]ESSI dicono di avere tutto sotto controllo[/B] e la soluzione è: [URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2016/02/il-piano-si-ma-piano-piano-verso-la.html"]"più riforme" (fare presto!)[/URL].[/FONT]
[FONT="georgia" ]Com'è noto, [URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2015/08/perche-essi-vivono.html"]ESSI convincono la stragrande maggioranza dell'opinione di massa[/URL] che è ben alimentata dai media orwelliani; e anche dai cibi scaduti e prossimamente (nel breve periodo) da insetti.[/FONT]
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[FONT="georgia" ]2. Parlavo poche sere fa con Mattia Corsini e dicevamo di quanto fosse [B]ingannevole basarsi su una propria TW-line, dove l'impressione "selettiva"[/B] è che tanta gente abbia capito; [URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2016/02/ogni-singolo-elemento-dellagenda.html"]mentre invece è ampiamente vero il contrario.[/URL][/FONT]

[FONT="georgia" ]Nondimeno, ringrazio coloro che seguo su twitter per la loro inquietudine, che dà luogo a un [B]mosaico[/B] le cui tessere restituiscono [B]l'immagine del presente[/B] ragionevolmente decodificata.[/FONT]
[FONT="georgia" ]Questa "tessera" la dice lunga sullo stato di salute dell'euro, l'epicentro del neo-Reich millennario: [B][URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2015/03/il-chief-degli-eufemismi-il-qe.html"]il QE, almeno nelle sue intenzioni dichiarate[/URL][/B], che risponderebbero al criterio, statutario e dei trattati, del mandato a mantenere un certo target, il 2%, di inflazione, è miseramente fallito:[/FONT]


[FONT="georgia" ][IMG]https://pbs.twimg.com/media/CcYo5jQUAAAyhOj.jpg:large[/IMG] [/FONT]
[FONT="georgia" ]
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[FONT="georgia" ][B]Il fine ovviamente era un altro[/B]. Alquanto [B]mercantilista [/B]e, in altri tempi, si sarebbe detto, "[B]guerrafondaio[/B]". [/FONT]
[B][URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2014/03/renzi-merkel-e-il-modello-germania.html"]RENZI, MERKEL E IL MODELLO GERMANIA (mercantilismo anti-italiano)[/URL][/B]

[FONT="georgia" ]Trasposto nel super-Stato €-federalista (Stato forte nelle politiche pro-export, ma massimamente minimo nelle politiche sociali e del lavoro), questa rincorsa alla competitività esportativa, significa infatti questo:[/FONT]


[FONT=inherit]a) "[I][B]l'avvento dello Stato nazionale fu accompagnato dalla stretta, intima, associazione tra l'autorità statale e l'interesse dei mercanti[/B][/I]" (pag.47), "...[I][B]Lo Stato[/B] è una creatura dei contrastanti interessi commerciali, che avevano in comune l'obiettivo di uno Stato [B]forte[/B], a condizione di poterlo manovrare [B]a proprio eslcusivo vantaggio[/B][/I]" (pag.48). [/FONT]
[FONT=inherit][/FONT]
[FONT=inherit]a1) L'interesse nazionalistico organizzato nello Stato e nella sua [B]sovranità escludente[/B] è una fondamentale caratteristica del mercantilismo, in sè [B]palesemente antitetica alla cooperazione necessaria in un'unione economico-monetaria[/B]. [/FONT]
[FONT=inherit][/FONT]
[FONT=inherit]a2)[B] Piegarsi al modello tedesco significa amplificare e propagare questa NON COOPERAZIONE[/B], con ciò minando lo stesso scenario della "pace" tra i popoli europei, sempre più spinti verso l'interesse nazionale-commerciale incarnato egoisticamente dal proprio Stato contrapposto agli altri ("competitori"; enunciato che per la verità troviamo [URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2014/02/labrogazione-dello-stato-di-diritto-in.html"]nell'art.3, par.3 del TFUE,[/URL] e fa dubitare della conformità a costituzione del Trattato stesso ai sensi dell'art.11 Cost.);[/FONT]

b) "nel pensiero e nella pratica mercantilistici i salari contavano poco o nulla...Non c'era nulla su cui costruire una teoria dei salari; e infatti nessuna teoria del genere figurò in una posizione di rilievo nel pensiero mercantilistico." (Pag.50);

c) pur nella ovvia attualizzazione del mercantilismo innestato sullo Stato nazionale moderno, e coscienti dell'evoluzione tecnologica e produttiva, vale ancora il seguente "decalogo" del mercantilista (pag.56, elaborato da Mun, in England's Treasure, nell'800):

- " un eccessivo consumo di merci straniere nella nostra alimentazione e nel nostro abbigliamento.." va scongiurato;

- "se il consumo debba essere eccessivo che lo sia dei nostri propri...manufatti...dove l'eccesso del ricco può essere il lavoro del povero";

- "vendi sempre agli stranieri a caro prezzo quel che non hanno, a buon mercato quel che possono ottenere altrimenti...dove possibile, compera a buon mercato da paesi lontani anzicchè da mercanti dei vicini...";

- "non dare occasioni di affari a concorrenti che operano nelle tue vicinanze".



[FONT="georgia" ]3. Anche perché [B]se voglio [I]vincere [/I]sul resto del mondo e creo masse di diseredati a casa mia[/B] e, anzi, non bastandomi quelle che creo, [URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2015/04/la-tenaglia-immigrazione-e.html"]importo pure un'ulteriore massa di super-diseredati[/URL] (unica importazione fortemente incentivata, "non avendo nulla su cui costruire una teoria dei salari"), distruggendo la domanda interna, non è che poi sono così stabile, socialmente e finanziariamente, da non dover minacciare la stabilità sociale e finanziaria del resto del mondo:[/FONT]

putting-theeuroareaonaroadtorecovery-8-638.jpg

[FONT="georgia" ]
[/FONT]
[FONT="georgia" ]4. Quindi [B]il successo[/B], non dichiarato, è ovviamente [B]mantenere la disoccupazione a due cifre nell'eurozona[/B]. Si chiama competitività deflattivo-salariale, in guerra valutaria col mondo (che si vince quando il calo relativo della quota salari è maggiore che nelle altre aree "concorrenti"); dunque, [B]un [I]successone [/I][/B]cui[B] Draghi [/B]e la[B] Lagarde [/B]accoppiano l'invito, appunto, ad accentuare il tutto mediante[B] [URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2014/10/le-riforme-much-uro-do-about-nothing.html"]le riforme[/URL][/B] che, a questo punto, debbono attaccare salario indiretto (sanità pubblica) e salario differito (pensioni), costituzionalmente sanciti, per istituire il reddito di cittadinanza €uropeo, finanziato dalla distruzione del welfare che, a maggior ragione, deve andare avanti con inarrestabile moralismo. [/FONT]


[FONT="georgia" ]5. E perciò vediamo "[I]in action[/I]" [B][URL="https://it.wikipedia.org/wiki/Stato_etico"]il non-Stato federale, super-etico e veramente contrattualista[/URL][/B], dato che più contrattualista di un trattato a pretese super-costituzionali non ce n'è:[/FONT]
[FONT="georgia" ]
[/FONT]
[FONT="georgia" ][IMG]http://soldielavoro.soldionline.it/pictures/20151006/disoccupazione-ue-giugno-2015_1.gif[/IMG][/FONT]
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[FONT="georgia" ]6. Qui e l[FONT="georgia" ]ì[/FONT], però, qualche crepa:[/FONT]

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[FONT="georgia" ]
[/FONT]
[FONT="georgia" ]E pensare che [B]lo Stato etico[/B] (ovviamente "brutto-brutto" se nazionale, ergo guerrafondaio in OGNI sua manifestazione, senza eccezioni), [B]viene oggi fatto coincidere con quello che includerebbe come contenuto legale del matrimonio l'obbligo di fedeltà[/B]. [/FONT]
[FONT="georgia" ]Come se questo fosse un fine statale arbitrario e autoritario (anzi[FONT="georgia" ]:[/FONT] guerrafondaio) e non [B]la funzione giustificativa naturale, da millenni, che distingue il matrimonio da altri, pur legittimi, rapporti affettivi e sessuali tra coppie di esseri umani[/B]; mica per altro, ma in quanto presupposto, accettato e formalizzato dalla specie umana nella sua dinamica sociale (che include la riproduzione per la sua perpetuazione filogenetica, anche se non bisognerebbe precisarlo....), per la filiazione e la trasmissione dell'educazione e del patrimonio da parte dei genitori. [/FONT]
[FONT="georgia" ][B]Non ci sarebbe neppure bisogno di spiegarlo, ma questi non sono tempi normali[/B]. Sono tempi eccezionali di super-Stato etico federalista, monetarista e a favore della piena occupazione (neo-classica= disoccupazione strutturale a due cifre). [/FONT]


[FONT="georgia" ]7. E, infatti, [URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2014/03/glossario-guida-semantico-concettuale.html"]siccome ci sono le crepe, chiamiamo diritti civili i diritti cosmetici a costo zero[/URL] e, per meglio distrarre dalla distruzione dei diritti sociali - che sono gli unici che contraddistinguono la democrazia sostanziale- si pianifica e si censura a tolleranza zero la funzione naturale della filiazione e del matrimonio caratterizzato da stabilità come suo presupposto:[/FONT]
[FONT="georgia" ][/FONT]
[FONT="georgia" ]
[/FONT]


[FONT="georgia" ]Oggi l'intolleranza €uro-propagandistica (anti-Stato democratico e pro-super-trattato-etico) farebbe forse [URL="http://www.intratext.com/IXT/ITA3065/_P89.HTM"]incarcerare Gramsci per ben diverse ragioni[/URL]?[/FONT]
[FONT="georgia" ][IMG]https://pbs.twimg.com/media/CcYxzVSWoAESYxZ.jpg[/IMG][/FONT]

[FONT="georgia" ]8. Non cambio argomento ma, anzi, rimango strettamente in tema, se perciò vi invito a leggere questo studio:[/FONT]
[B][FONT="georgia" ][URL="https://www.forexinfo.it/Se-l-Italia-non-fosse-mai-entrata"]Se l’Italia non fosse mai entrata nell’Euro sarebbero stati guai per la Germania [/URL](...specialmente, ma anche per Giappone, Cina e Corea)[/FONT][/B]

[FONT="georgia" ][/FONT]
 

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al fu .... sarebbe stato meglio consigliarli di mettere ogni tanto,il tabacco nelle sigarette.........evitava di vedere gli asini volare
 

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contante
Bilderberg 2015: guerra segreta al denaro contante


By Edoardo Capuano - Posted on 14 giugno 2015

05258_bilderberg_2015.jpg
Per alcuni una guerra nascosto contro il denaro contante è in atto da tempo.
Alcuni giornalisti investigativi hanno confermato che le discussioni private tra i mediatori di alto livello di tutto il mondo includono accordi per limitare la valuta e sanzionare - o in ultima analisi anche vietare - in contanti.
Il gruppo Bilderberg ha discusso il progetto di imporre più controlli dei capitali dei cittadini medi, mentre i direttori di HSBC vogliono combattere il riciclaggio di denaro illegale proveniente dal narcotraffico e dare nuovi idee alla struttura fiscale affinché tutti debbano pagare le tasse.
È chiaro che i due rappresentanti di HSBC hanno lanciato un chiaro e inequivocabile messaggio. Il metodo migliore per controllare i capitali evitando il riciclaggio è quello di togliere il denaro contante sostituendolo con la moneta elettronica. In questa maniera anche lo stato avrebbe un maggiore controllo sui flussi finanziari dei contribuenti.
Si potrebbero anche imporre restrizioni economiche elettroniche con l'intento di bloccare i finanziamenti a gruppi terroristici come ISIS. Al Bilderberg si è discusso anche dei nuovi controlli, da imporre in tutta Europa, sulla vendita e il commercio di metalli preziosi.
In alcuni influenti ambienti si vocifera che si vorrebbe eliminare completamente il denaro contante, dando il potere alle banche e ai governi di controllare tutti i soldi dei cittadini. Questo verrebbe giustificato come una soluzione per evitare il collasso economico.
Vi ricordate la diabolica ma efficacissima formula
PROBLEMA, REAZIONE, SOLUZIONE ?

PROBLEMA: imminente crollo economico mondiale (tutto inventato).
REAZIONE: tutte le persone pensano di perdere i loro risparmi e invocano dai loro governi una soluzione.
SOLUZIONE: i governi ben contenti offrono sul un “piatto d'argento” una bella carta di credito per tutti. E tutti sono felici e contenti di ottenerla.
Se il denaro contante viene criminalizzato e quindi tolto dalla circolazione, tutti dovranno ripartire da capo con un nuovo mezzo di pagamento, una moneta digitale in un sistema mondiale controllato esclusivamente dalle banche che avranno a loro volta la facoltà di fare ciò che voglio di quella carta.
Ad esempio, qualcuno potrà, per qualsiasi motivo, dire addirittura ciò che una determinata persona può comprare e cosa non può comprare; potranno azzerare la carta e la persona non avrà più la possibilità di fare acquisti.
Questo progetto è iniziato tanto tempo fa. Ora questa situazione è sempre più palese e ogni persona ha ormai una carta di credito con se, “te le tirano dietro”. Siccome pochi danno importanza alla cosa, in questo mondo abitato da una massa di pecoroni, bisogna prepararsi al peggio.

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cietà e ne inducono la struttura? In democrazia, la risposta dovrebbe essere la prima. Ma c’è sempre l'ombra della seconda...il "potere" tende a perpetuarsi, forzando le regole che, nello Stato "democratico di diritto" ne disciplinano la legittimazione. Ultimamente, poi, la seconda si profila piuttosto...ingombrante, nella sintesi "lo vuole l'Europa". Ma non solo. Per capire il fenomeno, useremo la analisi economica del diritto.

















































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lunedì 7 marzo 2016

MESSAGES TO ALBERTO AND TO CESARE




message-in-a-bottle.jpg

[FONT="georgia" ]
[/FONT]
[FONT="georgia" ]1. Ho fiducia in loro e gli sono pure molto amico: se fossimo in un mondo ideale di sovranità democratica, applicativa della nostra Costituzione del lavoro, inteso in tutte le sue forme, ritornerei tranquillo a fare [I]solo [/I]il mio, di lavoro, sapendo che loro si curano dei nostri interessi democratici per svolgere politiche economiche e industriali.[/FONT]


[FONT="georgia" ]2. Alberto, con un paio di grandi post, che vi invito a leggere (linkati negli incipit sottostanti), ci dice, tra l'altro:[/FONT]
[I][FONT="georgia" ][URL="http://goofynomics.blogspot.it/2016/03/gli-elicotteri-di-pinochet-e-i.html"]a) Il nodo centrale[/URL], quello che dovrà venire al pettine, è estremamente semplice, e l'ho espresso svariate volte in questi anni (e naturalmente in entrambi i libri): dalla crisi non potremo uscire se non rilanceremo la domanda con un massiccio intervento di investimenti pubblici (preferibilmente in piccole opere) finanziato con moneta.[/FONT][/I] [FONT="georgia" ]
[B]Che occorra rilanciare la domanda[/B] (cioè la capacità di spesa dei cittadini) [B]mi sembra un punto non contestato da alcuno[/B]. Che non lo si possa fare aumentando il debito pubblico, che l'austerità ha aggravato ([URL="http://goofynomics.blogspot.it/2013/12/audizione-informale-alla-commissione.html"]come previsto[/URL]), mi sembra altrettanto ovvio: il debito pubblico, che non è stato la causa della crisi, ne è però diventato una conseguenza potenzialmente pericolosa. [/FONT]

[FONT="georgia" ][B]Che non esistano spazi politici per un'azione fiscale coordinata, da realizzarsi attraverso piani Juncker, o eurobond, o roba del genere, [URL="http://goofynomics.blogspot.it/2012/08/le-aporie-del-piu-europa.html"]a noi è sempre stato chiaro[/URL][/B], per il semplice motivo che i paesi forti non hanno alcun interesse a indebolire la propria egemonia aiutando quelli deboli. Quindi l'idea che esista la possibilità di rilanciare la domanda in deficit "mutualizzando" il carico finanziario dell'operazione è del tutto fuori dal mondo.[/FONT] [FONT="georgia" ]
D'altra parte, le politiche monetarie effettuate "stampando moneta" per immetterla nel circuito finanziario, prima attraverso l'LTRO, poi attraverso il QE, non hanno avuto impatto sull'economia reale né potevano averne.[/FONT][/I][I]..[/I][I][FONT="georgia" ]
...Il punto è che in entrambi i casi le somme erogate dalla BCE sono rimaste all'interno del circuito finanziario, e non ci si poteva aspettare che facessero altro. Per questo non era difficile prevedere che [URL="http://www.asimmetrie.org/op-ed/draghi-flop/"]la cosa sarebbe finita in deflazione[/URL]! Non è la moneta "stampata" che fa aumentare il prezzo dei beni e dei servizi, ma quella spesa per acquistare beni e servizi (non strumenti finanziari), cioè quella che si trasforma in domanda effettiva, e, quindi, in reddito (del venditore di beni e servizi). Come ci siamo detti mille volte, in una crisi deflattiva un governo può essere certo che la moneta che stampa venga spesa nell'economia reale (da res, "cosa" in latino) solo se la spende lui. In altre parole, solo se il deficit viene monetizzato.[/FONT]



[FONT="georgia" ]b) [URL="http://goofynomics.blogspot.it/2016/03/a-biagio-su-modigliani-e-la-bce.html"]Un'altra proposta di Bossone mi trova pienamente d'accordo[/URL]: l'idea che l'obiettivo di inflazione venga gestito in modo simmetrico, ovvero che venga penalizzato tanto chi lo supera, quanto chi, come la Germania, si tiene sistematicamente al disotto, effettuando una svalutazione reale competitiva (come qui diciamo da tempo, e ora dice perfino Bofinger).[/FONT]
[FONT="georgia" ]...[B]L'unico sistema nel quale la Germania non è incentivata a deflazionare la propria economia è quello a cambi flessibili, per motivi che erano chiari a Meade nel 1957[/B]. L'unico sistema che garantisce che il tentativo della Germania di praticare una deflazione salariale competitiva venga frustrato è quello nel quale la Germania ha una sua valuta, che si apprezza quando la svalutazione dei salari manda il paese in surplus. Punto.[/FONT][/I] [I][FONT="georgia" ]
[/FONT][/I][I][FONT="georgia" ][B]Il problema non è costringere la Germania a inflazionare. Il problema è disincentivarla dal deflazionare."[/B][/FONT][/I]
[FONT="georgia" ]
[/FONT]
[FONT="georgia" ]3. Per chi non l'avesse già letto, questo post ha suscitato in me [URL="http://goofynomics.blogspot.com/2016/03/a-biagio-su-modigliani-e-la-bce.html?showComment=1457285799507#c7060102422764777648"]questo commento[/URL]:[/FONT]
[FONT="georgia" ]"[FONT="times" ]Se ti può consolare (ma ragionevolmente non credo), tutta la classe accademica,è oggi lontana, per azione, o più spesso per omissione, dal concetto di democrazia stabilito nella nostra Costituzione.[/FONT][/FONT]
[FONT="times" ]
[/FONT]
[FONT="times" ][URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2016/02/il-risparmio-secondo-luropa-e-la.html"]Si è rivelato sufficiente reinterpretarla[/URL] - e senza dirlo in premessa- come subordinata agli slogan messi su dai banchieri centrali (intesi come terminali di una macchina ideologica), cioè subordinarla agli slogan di cui sono intessuti i trattati; di conseguenza si produce una copertura comoda che consente agli economisti di ragionare su rationalia istituzionali di cui non possono più dubitare e andare avanti nella indifferenza che tu segnali (verso la democrazia sostanziale).[/FONT]
[FONT="times" ]
[/FONT]
[FONT="times" ][B]Notare che è un processo circolare[/B]: i banchieri centrali (proiettati in ogni possibile ruolo di rappresentanza negoziale degli Stati), - che sono dei "terminali" e che scrivono de facto i trattati-, dettano i criteri di reinterpretazione ai giuspubblicisti; questi"pongono in sicurezza" istituzionale le neo-costruzioni restauratrici degli economisti...fino a rafforzare ogni lettura giuridico-politica successiva.[/FONT]
[FONT="times" ]
[/FONT]
[FONT="times" ][B]Inutile dire che si crea, prima o poi, un corto-circuito[/B]: questa impostazione ideologica, ovvero questo sistema culturale, serve a restaurare e, quindi, riporta prevedibilmente alla luce problemi che, dopo 150 anni di lotte sanguinose) le Costituzioni avevano affrontato (e risolto). [/FONT]
[FONT="times" ]
[/FONT]
[FONT="times" ][URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2015/11/orizzonte49-book-2-la-costituzione.html"]Solo che, svuotando il senso economico e sociale delle Costituzioni[/URL], non solo le analisi degli economisti non dispongono più dei limiti normativi che li vincolano a indicare delle soluzioni (basti vedere la chiarezza di un Caffè), ma gli stessi giuristi sono costretti, per non contraddirsi, a non poter usare i principi evidenti che, sul piano della legalità ANCORA VIGENTE, obbligherebbero a quelle stesse soluzioni. [/FONT]
[FONT="times" ]
[/FONT]
[FONT="times" ]Questo corto circuito, poi portato al livello dei politici (solo formalmente decidenti) si rivela, in più, un intreccio self-defeating: e qui entra in gioco la propaganda mediatica per nascondere la sconfitta...[/FONT]
[FONT="times" ]
[/FONT]
[FONT="georgia" ][FONT="times" ]Siamo soli, sì; e la cosa strana che siamo in tanti ad essere soli. Praticamente tutto il popolo sovrano[/FONT]..."[/FONT]


[FONT="georgia" ]4. [B]Questo quadro culturale ed istituzionale, rileva sia sul piano macroeconomico, sia su quello del dettaglio delle politiche fiscali e industriali che potrebbero essere messe in atto[/B].[/FONT]
[FONT="georgia" ]Cesare, seguendo una sua visione di economia "applicata", esprime cose non dissimili da quelle dette da Alberto al punto a), anche ponendo attenzione, come giustamente egli ritiene, all'indispensabile concomitanza di politiche industriali e infrastrutturali, mirate e consapevoli, sui settori più vitali della nostra economia, rimasti in piedi (o da rimettere in piedi). Me lo (ri)scrive via mail, [URL="https://www.youtube.com/watch?v=qWFjkvh63UM"]ma l'avevamo già visto in questo l[FONT="georgia" ]u[FONT="georgia" ]ngo dialogo[/FONT][/FONT][/COLOR][/URL]:[/FONT]
[FONT="georgia" ]"[I]il punto io credo, è che ciò che servirebbe da ora in avanti è una strategia Paese che possa essere sostenibile nel tempo che metta a sistema le politiche industriali, infrastrutturali, di welfare, finanziarie e così via; tu mi hai rassicurato sul fatto che ci sono margini nei trattati per forzarne l'attuazione, ovviamente sarebbe necessario che le imprese [FONT="georgia" ]la cui mission è determinata [/FONT]dal Governo si muov[FONT="georgia" ]essero[/FONT] in maniera coerente con questa linea primaria e fondamentale. [/I][/FONT]
[I][FONT="georgia" ]Il problema della valuta richiede di aver pianificato una linea di azione rapida e condivisa con i giusti interlocutori se e quando qualcun altro dovesse prendere la decisione di "buttarci fuori" dall'euro o quando la moneta unica dovesse sfaldarsi, ma avendo già intrapreso un cambio radicale di programma.[/FONT][/I]
[FONT="georgia" ][I]L'Italia, secondo me, non è più in grado ora di proporre l'uscita dall'euro accompagnandola con una strategia Paese vaga e da far partire.[/I].."[/FONT]


[FONT="georgia" ]5. Al che, entro i miei limiti di comprensione, mi trovo a riversargli addosso la mia angoscia sull'implacabilità del presente in cui siamo stati precipitati (e i lettori del blog ne sanno qualcosa...). Integro la risposta con dei links ai vari post in argomento: [/FONT]

[FONT="times" ]"Caro Cesare,
siamo d'accordo sulla questione del presupposto di politiche di "ricostruzione industriale" (conseguenti alla devastazione determinata [URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2015/02/la-condizionalita-2-da-chang-rodrik.html"]dall'agire dei vantaggi comparati in un'area liberoscambista, naturalmente asimmetrica[/URL], e all'averne subito il forte aspetto istituzionale).
Credo che tra coloro che hanno analizzato (seriamente) l'[FONT="times" ]e[/FONT]uroexit sul piano scientifico, nessuno lo neghi.
Il dubbio riguarda i politici che avrebbero abbracciato, a singhiozzo, questa idea senza consapevolezza di tutte le implicazioni (cosa che gli fa molto comodo per straparlare).

[B]Quanto alla effettiva possibilità di forzare i trattati, [URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2014/06/le-incerte-opzioni-di-salvezza-italiana_8.html"]era un ragionamento rebus sic stantibus,[/URL][/B] riportato a due anni fa, quando appunto lo ipotizzammo (v.punto C.1.).
Oggi, le cose stanno diversamente per due motivi sopravvenuti: il QE e l'Unione bancaria, col divieto di salvataggio pubblico se prima non c'è il bail-in...fino all'8% minimo delle perdite da porre a carico di obbligazionisti e correntisti.
Poi potresti intervenire a livello statale ma sempre rispettando il pareggio di bilancio: cioè lo Stato italiano comunque non potrebbe intervenire se non reperendo risorse straordinarie - patrimoniali e privatizzazioni in svendita- con effetti distruttivi e antitetici alle politiche industriali che propugniamo.
Con alcune pesanti conseguenze che mutano il quadro rispetto a 2 anni fa.

Politiche espansive (come quelle di rilancio industriale), infatti, sono soggette alla ben più pesante sanzione (ricatto implicito dei mercati, rappresentati dalle agenzie mondialiste) del de-rating dei titoli pubblici italiani sotto BBB-, che comporta l'esclusione automatica dal programma di acquisti...e lo scontato risalire vertiginoso degli spread.
Basti pensare, in questa prospettiva iperspeculativa, che le perdite sui titoli acquistati nel QE NON sono a carico della BCE ma di Bankitalia (qui.p.3): la BCE fornisce la valuta in euro e la rivuole in euro per il suo valore nominale, indipendentemente dall'andamento dei titoli detenuti dallla BC nazionale con l'acquisto...
E gli euro ce li ha solo la BCE che, come insegna la Grecia, per rilasciarli, impone le condizionalità di privatizzazione totale e di riforme distruttive che tutti sappiamo...

Dal QE, combinato con misure espansive (sul piano industriale) contra fiscal compact, nasce dunque il connesso svalutarsi dei valori di bilancio dei titoli detenuti dalle nostre banche che sarebbero costrette a ulteriori aumenti di capitale e di immobilizzi in riserva, quando sono già strozzate dai NPL. E sarebbe il collasso.

Notare che, rimanendo nell'euroarea, la Germania punta già comunque a questo effetto, in quanto ha convinto la Commissione a fare un euro-rating di rischio dei titoli sovrani dell'area fiscal compact (la scusa sarebbe Basilea-4), per arrivare comunque alla ponderazione e svalutazione di rischio di quanto detenuto nei bilanci delle nostre banche.

Quindi la situazione è divenuta un incastro mortale, proprio per impedirci qualsiasi alzata di ingegno: la moderata e apparente (in quanto finchè ho un avanzo primario, non finanzio in deficit la spesa pubblica corrente ma solo, semmai, una parte dell'onere degli interessi sul debito pubblico) politica di deficit "irregolare" perseguita da Renzi, - che verrà ora sanzionata comunque con un'approvazione condizionata che prelude a una manovra correttiva e, sicuramente, a una pesantissima finanziaria 2017, ne sono la conferma.
Comunque la si metta, per evitare le cannonate che in ogni modo ci verranno indirizzate rimanendo dentro l'areaeuro, per via di un crescendo normativo programmato e inarrestabile, dovremo realizzare dei saldi primari assurdi: e saldo primario comunque equivale a output-gap, mentre un saldo record equivale a deindustrializzazione "selvaggia".[/FONT]
[FONT="times" ]
Per chiarire questi aspetti .. vedi qui:
[URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2016/01/lerf-ci-attende-alla-fine-del-qe-e-se.html"]http://orizzonte48.blogspot.it/2016/01/lerf-ci-attende-alla-fine-del-qe-e-se.html[/URL]
http://orizzonte48.blogspot.it/2016/01/basta-un-invito-non-esagerare-quando-ti.html

Insomma, a prescindere dall'aspetto monetario in sè, comunque impeditivo di manovre espansive, ormai è proprio il quadro di obblighi aggiuntivi e crescenti che ci impongono, e il quadro non tanto di sanzioni, ma di ricatti, che ne consegue, a rendere insostenibile rimanere nell'euro.
Probabilmente perché la Germania non ne può più (di immigrati e di imposizioni NATO) e vuole indurre l'uscita PIGS per poter rivalutare i suoi crediti target-2 (invece del contrario, se uscisse unilateralmente lei)...
un abbraccio,
Luciano[/FONT]




Pubblicato da Quarantotto a 11:08 18 commenti: Invia tramite emailPostalo sul blogCondividi su TwitterCondividi su FacebookCondividi su Pinterest










sabato 5 marzo 2016

IMPERIALISMO, SISTEMA MONETARIO INTERNAZIONALE E SHOCK DOCTRINE- PARTE I (neo-guida a orizzonte48)




divario-nord-sud-a-cura-della-caritas-vicenza-7-638.jpg

[FONT="georgia" ]
[/FONT]
[I][FONT="georgia" ]Questo bellissimo post di Bazaar ha il ruolo dichiarato di servire da guida sia ai lettori più fedeli ed attenti, sia a quelli "sopraggiunti" e che hanno perso l'inizio dell'elaborazione del blog (protrattasi ormai da 4 anni).[/FONT][/I]
[I][FONT="georgia" ]Piuttosto che ripetermi con una lunga introduzione e riassumere in una prefazione il suo notevole sforzo di toccare così tanti punti fondamentali, ho preferito arricchire l'esposizione del post, in base agli spunti che esso fornisce nel suo dipanarsi, con delle [B]"note di Quarantotto" [ndQ...][/B]. [/FONT][/I]
[I][FONT="georgia" ]Con esse, estendo, a beneficio di ogni categoria di lettore, [B]l'esplicitazione di certi presupposti cognitivi di analisi economica del diritto[/B] (ovvero, di approccio economico istituzionalista), [B]apprestando i links correlati[/B].[/FONT][/I]
[FONT="georgia" ][I]La serie di post che culmina in questa Parte I (e nella seguente e, come vedrete, nei citati post antecedenti dello stesso Bazaar), svolge, così, anche il ruolo di costituire una nuova e più aggiornata [B]guida al blog[/B] medesimo.[/I][/FONT]


[FONT="georgia" ][I][IMG]http://img.over-blog-kiwi.com/0/78/04/34/20140523/ob_d7c626_globalizzazione-iniqua.jpg[/IMG] [/I] [/FONT]
[FONT="georgia" ]
[/FONT]
[IMG]http://img2.blogblog.com/img/video_object.png[/IMG] st1\:*{behavior:url(#ieooui) }
[FONT="georgia" ][B]1- Introduzione: imperialismo, sistema monetario internazionale e [I]shock doctrine[/I].[/B][/FONT]



[INDENT] [FONT="georgia" ]«[I]Nel 1977 mia moglie ed io, con i nostri due bambini, abbiamo trascorso la prima di molte estati nella confortevole e rilassante casa di Nicky e Clarissa [B]Kaldor[/B] a 2 Adams Road. Anche Nicky aveva lavorato con [B]Keynes[/B] da giovane, e amava discutere ([U]o meglio spiegare[/U]) l'Economia. Era ossessionato dalla necessità di salvare il mondo dai mali del “[B]monetarismo[/B]”, e avrebbe sviluppato questo tema per molte ore consecutive. [/I][/FONT]
[/INDENT] [INDENT] [FONT="georgia" ][I]Avrò fatto domande che probabilmente considerava da ignoranti o da incompetenti – o da entrambi – ma che gli davano rinnovata opportunità di inveire contro [B]Milton Friedman[/B] e altri vari economisti “neoclassici” e liberisti. [B]Nicky[/B] soffriva di narcolessia, e spesso si addormentava in piena foga del discorso, solo per riprendere dieci o quindici minuti dopo, esattamente dal punto in cui era rimasto. Era un meraviglioso e generoso insegnante ed amico, e ho imparato molto da queste lezioni, sebbene avessi un forte sospetto che [B][U]stava combattendo una battaglia[/U] persa [U]contro le forze delle tenebre[/U][/B].[/I]» [URL="https://www.blogger.com/null"][/URL]Robert Skidelsky,[/FONT]
[FONT="georgia" ][URL="https://www.blogger.com/null"][/URL] “John Maynard Keynes: 1883-1946: Economist, Philosopher, Statesman”, (2003)[/FONT]
[/INDENT]


[FONT="georgia" ][/FONT][FONT="georgia" ]1.1. Si voleva speculare sulla condizione umana e sull'[I]esoterismo[/I] inteso come strumento politico, solo come chiosa di questa riflessione: in verità sembrerà un ritorno alla realtà materiale dopo aver riflettuto sul [B]ruolo della [I]moneta[/I] nel [I]conflitto tra classi[/I].[/B][/FONT]


[FONT="georgia" ]Dopo aver provato a chiarire alcuni [URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2016/02/la-societa-aperta-negare-il-conflitto.html"]strumenti cognitivi[/URL] e cercato in via teorica di comprendere alcuni macro-aspetti dell'evoluzione storica che ci vede passivamente protagonisti, si inquadreranno i più importanti pilastri strutturali su cui sono edificate le sovrastrutture politiche, giuridiche ed ideologiche dell'ultima globalizzazione.[/FONT]


[FONT="georgia" ]Continueremo a costruire un modello di analisi economica in un paradigma sociologico [I]conflittualista[/I], nei suoi vari aspetti storici e istituzionali, approfondendo come le naturali [URL="http://www.ilsole24ore.com/fc?cmd=art&artId=891110&chId=30"]congiure[/URL] dei gruppi sociali dominanti trovino simmetrica responsabilità nella passività politica delle classi subalterne: ovvero le riforme strutturali vengono imposte a svantaggio della collettività a causa della mancanza di coordinazione di una società stordita dalla terapia dello shock permanente[1].[/FONT]


[FONT="georgia" ]1.2. La partita è doppia: [B][URL="http://orizzonte48.blogspot.com/2013/01/essi-vivono-they-live.html"]ESSI vivono ← perché → NOI dormiamo[/URL][/B].[/FONT]
[FONT="georgia" ][/FONT]
[FONT="georgia" ]In questo modello di studio [B]la Costituzione Italiana sarà assunta come archetipica[/B], come se fosse adottata da tutti gli stati nazionali democratici che compongono la comunità internazionale. [/FONT]
[FONT="times" ][B][N[/B][B]dQ:[/B] e non per caso, dato che, [B]a differenza dell'insieme dei provvedimenti del [URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2015/03/l-equilibrio-della-sotto-occupazione-e.html"]New Deal[/URL] e del ben noto Rapporto Beveridge (qui p.1), la Costituzione italiana stabilizza a livello supernormativo e nel modo più compiuto, cioè superiore alla legge del parlamento, la risoluzione paradigmatica del conflitto sociale[/B]. [/FONT]
[FONT="georgia" ][FONT="times" ]Ciò, a livello politico-ideologico, occupa, in nome della democrazia pluriclasse e "partecipata", esattamente quello spazio che si fa coincidere con la titolarità della [B]sovranità[/B]: dunque, [B]il ruolo costituzionale dello Stato costituzionale democratico esclude, in modo strutturale, l'applicabilità dell'assetto che la teoria [URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2013/07/von-hayek-e-la-costruzione-europea.html"]neo-liberista di Hayek e di tutti i suoi sussidiari epigoni, fa risalire alla "Legge"[/URL][/B], cioè ad una fonte, pur essa ritenuta superiore alla legislazione del parlamento, ma esclusivamente legittimata dal bio-potere razional-naturalistico e organicamente antidemocratico, che fa capo alla pretesa di assetto allocativo predicato dalle oligarchie.] [/FONT][/FONT]


[FONT="georgia" ]1.3. Come primo passo procederemo ad integrare l'analisi economica con la [B]teoria del circuito monetario[/B], in modo da proporre spunti di analisi in un [I]modello[/I] coerente – [I]in primis – [/I]a livello nazionale. [/FONT]
[FONT="georgia" ][/FONT]
[FONT="georgia" ]Questo ci permetterà, [B]nella dialettica tra dominanti ed asserviti[/B], di fare un'ulteriore [B]distinzione all'interno delle classi dirigenti[/B].[/FONT]


[FONT="georgia" ]I [B]paradigmi [/B][I][B]mainstream[/B] – [/I]in quanto naturali [B][I]sovrastrutture[/I] [/B]dei rapporti di produzione – rimarranno [B]sullo sfondo[/B] della trattazione, presentandone solo [B][I]gli effetti[/I] [I]strutturali [/I][/B]che, data la loro natura [I]normativa[/I] piuttosto che [I]predittiva-previsionale,[/I] “retroattivamente” inducono a supportare: [B][I]le riforme [/I]in favore delle classi dominanti[/B].[/FONT]


[FONT="georgia" ]Ricorderemo come l'[B]art.11 Cost.[/B] sia stato forzato tanto dall'esterno quanto dall'interno dell'unità nazionale.[/FONT]
[FONT="georgia" ]Si lascerà sullo sfondo [URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2015/06/mondialismo-della-doppia-verita-la.html"]la dialettica della [/URL]doppia verità, tanto dal punto di vista etico-politico, quanto da quello dell'educazione e dell'istruzione.[/FONT]
[FONT="georgia" ][FONT="times" ][NdQ: i [B]paradigmi mainstream[/B], oltre che aver trovato un'esposizione organica nel libro "[URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2013/10/euro-eo-democrazia-costituzionale.html"]Euro e(o?) democrazia costituzionale[/URL]", sono stati riportati all'interno della illustrazione della principale riforma, - quella che si potrebbe definire "madre"-, a valore normativo e istituzionale che caratterizza la restaurazione, perché di questo in sostanza si tratta, del paradigma (neo)liberista rispetto alle Costituzioni sociali quantomeno europee: cioè la dottrina (normativa) della banca centrale indipendente, corollario essenziale del predicato monetarista e delle altre teorie mainstream più recenti] [/FONT][/FONT]


[FONT="georgia" ]1.4. In seguito ipotizzeremo che [B]Keynes[/B] – figura paradigmatica del XX secolo – sia stato osservatore di due snodi fondamentali in cui rapporti di forza da “tettonica delle placche” si sono riassestati contestualmente alla due grandi guerre mondiali: il [I][B]Trattato di Versaille[/B]s[/I] (1919) e la [B]conferenza di [/B][I][B]Bretton Woods[/B] [/I](1944).[/FONT]


[FONT="georgia" ]Se, dall'analisi del primo, l'economista inglese [COLOR=black]intuì con saggezza l'evolversi[/COLOR] delle dinamiche socioeconomiche e politiche europee ([URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2016/02/leuro-continuita-liberista-determinismo.html"]ovvero mondiali[/URL]), la risoluzione del secondo snodo – propedeutico alla pace di Jalta (1945) – fu anch'esso oggetto delle sue critiche, a partire dal momento in cui le soluzioni da lui proposte per il sistema monetario internazionale furono rigettate.[/FONT]


[FONT="georgia" ]Si proporrà che [B]la valanga che ci sta investendo trova negli accordi di [I]Bretton Woods[/I] la palla di neve che già dagli anni '70 si trasformerà in una [/B][I][B]dottrina dello shock[/B] [/I]con cui forzare globalmente[I] un'asimmetria[/I] sociale e politica riconducibile un[I] dispotismo oligarchico [/I]a carattere [B]totalitarista[/B].[/FONT]


[FONT="georgia" ] [B]2 – Capitalismo, sovranità e moneta endogena.[/B][/FONT]
[FONT="georgia" ] [/FONT]

[INDENT] [FONT="georgia" ]«[I]I [B]monetaristi[/B], in stretta analogia con [B]Walras[/B], sostengono che la sovrastruttura della moneta creditizia varia in modo strettamente proporzionale alla base monetaria. […][/I][/FONT]
[/INDENT] [INDENT] [FONT="georgia" ][I]In tale situazione raggiungere gli obiettivi monetari non sarebbe un problema: essi verrebbero automaticamente raggiunti determinando o razionando il volume di monete emesse ogni giorno. Ma, in realtà, la banca centrale [/I][URL="http://www.tgcom24.mediaset.it/economia/grecia-la-liquidita-di-atene-e-in-mano-a-bce-le-mosse-di-mario-draghi_2122136-201502a.shtml"]non può rifiutare lo sconto di titoli primari[/URL]...» N. Kaldor, “Il flagello del monetarismo”, 1984[/FONT]
[/INDENT]
[FONT="georgia" ][/FONT][FONT="georgia" ][B]2.1. In un sistema capitalistico non temperato dall'intervento distributivo dello Stato, la classe dominante vede tendenzialmente al vertice del processo decisionale [I]chi controlla il [/I][URL="https://it.wikipedia.org/wiki/Rudolf_Hilferding"]capitale finanziario[/URL][/B], ovvero coloro che – attraverso l'emissione di credito – detengono il controllo della prima fase del processo economico capitalistico che, per definizione, è basato sul debito.[/FONT]


[FONT="georgia" ]Questo [B]ruolo [/B]di primo anello del processo produttivo è [B]conteso con lo Stato-nazione democratico[/B] che – come tutte le comunità sociali autogovernantesi – rivendica e ipostatizza la propria sovranità nella capacità di “battere moneta” e di raccoglierla tramite l'imposizione fiscale.[/FONT]


[FONT="georgia" ]Esistono due importanti tipi di moneta: quella emessa dalla Banca Centrale[URL="https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7138099619226908681#_ftn2"][2][/URL] e quella emessa dal sistema bancario in forma di credito[3]. [/FONT]


[FONT="georgia" ][B]2.2. La moneta bancaria – ovvero il [I]credito[/I] bancario – sta alla fonte del sistema capitalistico[/B]: in [URL="http://www.univaq.it/include/utilities/blob.php?item=file&table=allegato&id=1060"]partita doppia[/URL], ad ogni debito corrisponde un credito. [/FONT]
[FONT="georgia" ]Poiché la variazione di domanda, da parte del pubblico, di contanti e depositi bancari, deve trovare risposta diretta dall'[B]offerta monetaria[/B], questa, in una economia a moneta creditizia, [B]è [I]endogena [/I][/B]– ovvero varia in funzione della domanda di credito di [URL="http://www.bancaditalia.it/statistiche/tematiche/moneta-intermediari-finanza/intermediari-finanziari/indagine-credito-bancario/risultati/BLS_Gennaio_2016.pdf"]famiglie ed imprese[/URL] –e a garanzia della stabilità del sistema bancario sta la banca centrale, ovvero l'ente strumentale e organo dello Stato che si occupa delle funzioni di tesoreria del “sovrano”. [/FONT]


[FONT="georgia" ]Se [I]sovrano[/I] è [B]il popolo[/B], la [I]banca centrale[/I] svolge funzioni di [B]mutuante di ultima istanza[/B] nei confronti del sistema bancario[URL="https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7138099619226908681#_ftn4"][4][/URL] (art.47 Cost.) e monetizza il debito pubblico, attravero la funzione di "tesoriere" dello Stato (democratico in senso sostanziale).[/FONT]
[FONT="georgia" ][FONT="times" ][NdQ: sulla [I][B]funzione di tesoreria[/B][/I], come distinta da quella di "[I][B]prestatore di ultima istanza[/B][/I]" rivolta al solo sistema bancario, all'interno di un paradigma di Stato non oligarchico, ma costituzionalmente orientato alla tutela dell'intera comunità sociale, si veda [URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2013/12/riflessioni-sulla-unione-bancaria-tra.html"]qui [/URL]e qui].[/FONT][/FONT]
[FONT="georgia" ][FONT="times" ] [/FONT][/FONT]
[FONT="georgia" ][B]2.3. Se sovrana è l'[I]oligarchia finanziaria[/I][/B], la [I]banca centrale[/I] [NdQ: o il [I]Ministero del tesoro, o equivalente[/I], nel più frequente regime istituzionalizzato di separazione tra governo e banca centrale, quale predicato dalla dottrina delle BC indipendenti] [B]colloca i titoli del debito pubblico sul mercato finanziario [I]privato[/I][/B] (a tassi sensibilmente più alti) e [I][B]può [/B][/I]rifiutare lo sconto di titoli primari che le vengono presentati dalle Casse di sconto (è il caso della "[I][B]indipendenza[/B][/I]" che potremmo definire "[I][B]semplice[/B][/I]", quale riscontrabile in Italia a seguito del divorzio tesoro-Bankitalia, o come è previsto in banche centrali fondamentali quali la Fed o la BoE). [/FONT]
[FONT="georgia" ]Ovvero, la banca centrale [I][B]deve[/B][/I], rifiutare tale acquisto [[/FONT][FONT="georgia" ][FONT="georgia" ]NdQ: [/FONT]o l'equivalente, - in termini di emissione monetaria a favore dello Stato-, concessione di "[I]scoperti di conto[/I]"], in ogni forma diretta, in base ad un esplicito divieto [NdQ: pretesamente supernormativo, in funzione monetarista e quindi liberista-oligarchica, come nel caso dell'imposizione ex art.123 del TFUE]. [/FONT]
[FONT="georgia" ]In quest'ultimo caso la [I]banca centrale[/I] può essere definita [B]indipendente[/B] “[I]pura[/I]” ([URL="http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/06/28/grecia-governo-tsipras-lunedi-borsa-e-banche-chiuse/1822965/"]come la BCE[/URL]), ovvero coattivamente indipendente dal popolo in quanto sovrana è l'oligarchia finanziaria, e, quindi, il sistema delle banche commerciali può fallire in caso di carenze di liquidità. Con quest'ultima eventualità si frantuma tanto l'unità politico-statuale (arché) quanto la struttura sociale (come nel caso tipico di default statali).[/FONT]


[FONT="georgia" ][I]2.4. [B]Politica monetaria[/B][/I][B] e [I]politica fiscale[/I] sono il simbolo del potere sovrano[/B] in quanto possono essere garantite “dalla spada”, ovvero tramite [B]il monopolio della forza[/B]: sia che il sovrano sia il [I]signore[/I] medievale, sia che il sovrano sia il [I]popolo, [/I]sia che sovrana sia un'[I]oligarchia[/I].[/FONT]


[FONT="georgia" ][B]Ad oggi, il monopolio della forza è preceduto dal monopolio dei mezzi di comunicazione, che ne fa le veci[/B].[/FONT]


[FONT="georgia" ][I]Sovranità[/I], [I]potere[/I] e [I]libertà[/I] di una comunità sociale sono il medesimo concetto visto da prospettive diverse. ([I]artt. 1,11 Cost.[/I]).[/FONT]
[FONT="times" ][NdQ: sul punto ribadiamo quanto già linkato sopra ed esposto nel post: [URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2013/05/costituzioni-banche-e-sovranita.html"]COSTITUZIONI, BANCHE E SOVRANITA'[/URL]][/FONT]

[FONT="georgia" ][/FONT]


[FONT="georgia" ]Chiedere “[URL="http://www.imolaoggi.it/2015/12/13/ue-creazione-guardia-di-frontiera-grave-cessione-di-sovranita-per-gli-stati-membri/"]cessioni di sovranità[/URL]” significa pretendere impotenza e asservimento: questo è una tipica imposizione in caso di sconfitta bellica, con resa incondizionata.[/FONT]
[FONT="times" ][NdQ: l'equivalenza alla "[I][B]debellatio[/B][/I]" militare della [B]cessione di sovranità[/B] imposta mediante trattato che sottragga [B]prima[/B] la [B]sovranità monetaria[/B], - istituendo una valuta sovranazionale non statale e affidandone la gestione a una banca centrale indipendente pura, che opera sul presupposto esclusivo della conservazione di tale moneta- [B]e quindi, per necessità, la sovranità fiscale[/B], impedendo ogni possibile soddisfazione delle esigenze di sostegno alla domanda in funzione anticiclica, è illustrata in questo post: [URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2015/07/i-pompieri-ciechi-delluropa-e-i-neo.html"]I POMPIERI CIECHI DELL'€UROPA E I NEO-LIBERISTI CAPACI "DI TUTTO"[/URL]][/FONT].


[FONT="georgia" ]2.5. Dati gli ordini [I]formalmente[/I] democratici, però, ad oggi [B]nessuno ha [I]dovuto dichiarare[/I] la guerra a Stati nazionali europei[/B]: poiché [B]il conflitto di classe si caratterizza dall'ascondimento da parte della classe dominante della violenza esercitata sulle classi subalterne [/B](cfr. con [URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2015/06/mondialismo-della-doppia-verita-la.html"]“la scrittura reticente” nella letteratura liberale[/URL]), il processo di oppressione e asservimento indicato dalle pressanti richieste di “cessioni di sovranità”, ci porta – in questa congiuntura storica – ad identificare l'imperialismo nazionalista con il conflitto di classe: stando con il prof. Ernesto Screpanti, abbiamo a che fare con un imperialismo globale.[/FONT]


[FONT="georgia" ]Tale processo è garantito dalla globalizzazione finanziaria a trazione USA.[/FONT]


[FONT="georgia" ][B][I]2.6. Libero mercato[/I][/B] e [B][I]dottrina della banca centrale indipendente[/I][/B] – agendo in modo concertato rispettivamente dall'[I]esterno[/I] e dall'[I]interno[/I] rispetto alla sovranità statuale – si dimostrano [B]funzionali [/B]alla [B]tirannia di un governo sovranazionale a vocazione mondialista[/B].[/FONT]


[FONT="georgia" ]Questo è il motivo per cui il [URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2015/11/democrazia-federalismo-indipendentismo.html"]federalismo interstatale[/URL] viene usato come grimaldello di ipocrita ideologia irenica, anti-nazionale e anti-sovrana: la sovranità che viene rigettata- ovvero assorbita e distrutta- è quella del popolo, ovvero si impedisce “tecnicamente” quella forma di governo chiamata democrazia in cui il potere sovrano viene socializzato.[/FONT]

[FONT="georgia" ]2.7. [NdQ: Sul concetto di sovranità democratica, legato, dalle Costituzioni pluriclasse e solidaristiche, alla tutela primaria dei diritti sociali, cfr.; il citato "Euro e(o?) democrazia costituzionale" e i post: [URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2013/04/non-bisogna-mai-dimenticare.html"]NON BISOGNA MAI DIMENTICARE[/URL] nonché[/FONT] SOVRANITA' DEMOCRATICA, CITTADINI EUROPEI (only), COLLABORAZIONISTI.
[FONT="times" ]Da quest'ultimo rammentiamo:[/FONT]

[FONT="times" ]"Come si definisce la [B]capacità-attitudine di un gruppo-comunità territoriale di perseguire i propri interessi ([I]anche[/I]) rispetto agli altri Stati? [U]Sovranità[/U][/B].[/FONT]
[FONT="times" ][/FONT]
[FONT="times" ]Se con un trattato, [B]eliminandosi ogni termine finale[/B] dei vincoli che impone, vengano [B]stabiliti PER SEMPRE i rapporti di forza tra gruppi sovrani[/B], si sarà, solo per questo, anzitutto[B] eliminata la ragion d'essere della stessa sovranità;[/B] ma con questo si sarà anche eliminata la [B]dignità e tutelabilità degli interessi che la sovranità perseguiva[/B], come sua naturale funzione.[/FONT]
[FONT="times" ][/FONT]
[FONT="times" ]OVVIAMENTE QUESTO SOLO PER CHI NEL RAPPORTO DI FORZA SIA LA PARTE "DEBOLE": [U]per chi sia in posizione prevalente, si avrà, al contrario, una riaffermazione rafforzativa della sua sovranità[/U].[/FONT]

[FONT="times" ]Godendo dunque della SOVRANITA' DEMOCRATICA - quella che, sul piano del diritto internazionale esclude il ricorso alla guerra offensiva e sul piano interno riconosce l'eguaglianza sostanziale dei cittadini (art.11 e 1-3 Cost.) - [B]i cittadini si danno delle istituzioni (elettorali) per perseguire, anche e specialmente, sul piano del diritto internazionale, tali interessi democratici[/B] (se non altro perchè [I]inclusivi[/I], nel senso della massima rappresentatività delle istituzioni rispetto agli interessi dell'[B]intero [/B]corpo sociale). [/FONT]
[FONT="times" ][/FONT]
[FONT="times" ]Invece, [B]gli stessi cittadini, all'interno di un'organizzazione internazionale che stabilisca per sempre la crescente distruzione della sovranità, [/B]come riflesso della [URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2014/02/il-vero-volto-dei-trattati.html"]inevitabile [/URL]cristallizzazione dei rapporti di forza tra gli Stati contraenti, perdono di ogni rappresentanza e possono solo adeguarsi alla prevalenza ed alla realizzazione di interessi diversi da quelli del gruppo, oramai assoggettato, di cui si trovano a far parte.[/FONT]
[FONT="times" ][/FONT]
[FONT="times" ]
[/FONT]
[FONT="times" ][/FONT]
[FONT="times" ]In altri termini, [B]i trattati a fini generali economici (liberoscambisti)[/B] possono ottenere dei [B]risultati che, spesso neanche le guerre riescono a raggiungere[/B] [B]in favore del "vincitore"[/B]: sia per [B]l'ampiezza[/B] degli interessi prevalenti affermati (in capo ad uno o più Stati dominanti), sia per [B]la stabilità[/B] di tale risultato.[/FONT]
[FONT="times" ][/FONT]
[FONT="times" ]
[/FONT]
[FONT="times" ][/FONT]
[FONT="times" ][B]Il sacrificio definitivo e perenne [/B]degli interessi (solo) del popolo il cui Stato agisce considerando la[B] sovranità un bene rinunciabile, e tale rinuncia un valore positivo,[/B] è dunque ciò che, [B]nella sostanza, sostengono[/B] coloro che, pur appartenendo a quello stesso popolo (!), si dicono [B]cittadini "europei"[/B], cioè di questa UE.[/FONT]
[FONT="times" ]L'UE risulta perciò un'organizzazione non sovrana in senso democratico [/FONT][FONT="times" ][FONT="times" ]sostanziale [/FONT], ma solo in senso strumentale e oligarchico, poichè, [B]in base all'oggettivo contenuto del trattato, non persegue gli interessi pluralistici dell'intero gruppo sociale degli "europei" [/B]che il Trattato, in alcuna sua parte, neppure in via di enunciato formale e teorico, riconosce come corpo sociale detentore della sovranità.[/FONT]
[FONT="times" ][/FONT]
[FONT="times" ][/FONT][FONT="georgia" ][FONT="times" ]Questa organizzazione, in effetti, com'è inevitabile, semplicemente [B]maschera gli interessi dello Stato[/B] (o "degli Stati") che ha potuto affermare la [B]prevalenza della propria sovranità[/B] nell'assetto del trattato, e cioè la prevalenza dei propri interessi. [/FONT][/FONT]
[FONT="georgia" ][FONT="times" ]E, [B]a loro volta, questi interessi, corrispondono a quelli, più ristretti, propri della oligarchia[/B] [B]dei paesi che rafforzano la propria prevalenza economico-politica[/B]][/FONT][/FONT]



[FONT="georgia" ]Ovvero «[I]Federalismo interstatale[/I] [B]E[/B] [I]Democrazia[/I]» sono realizzazioni politiche che – per motivi [I]strutturali[/I] – [B][URL="http://orizzonte48.blogspot.com/2015/12/democrazia-federalismo-indipendentismo.html"]non possono essere complementari[/URL][/B]: cioè, o «”federalismo” O “democrazia”». Tutto il resto è “narrazione”, “propaganda”: ovvero falsa coscienza.[/FONT]


[FONT="georgia" ] [B][FONT="georgia" ]3[/FONT] – Tradimento e collaborazionismo: il Quarto Partito e il piede nella porta dell'articolo 11 Cost. [/B] [/FONT]



[INDENT] [FONT="georgia" ]«[I]I voti non sono tutto [...]. Non sono i nostri milioni di elettori che possono fornire allo Stato i miliardi e la potenza economica necessaria a dominare la situazione. Oltre ai nostri partiti, vi è in Italia un [B]quarto partito[/B], che può non avere molti elettori, ma che è capace di paralizzare e rendere vano ogni nostro sforzo, organizzando il sabotaggio del prestito e la fuga dei capitali, l'aumento dei prezzi e le [B]campagne scandalistiche[/B]. L'esperienza mi ha convinto che non si governa oggi l'Italia senza attrarre nella nuova formazione di governo – in una forma o nell'altra – i rappresentanti di questo quarto partito[/I]» [B]De Gasperi [/B]in [URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2016/02/la-societa-aperta-negare-il-conflitto.html"]versione complottista[/URL] nel celebre discorso del maggio 1947. [/FONT]
[/INDENT]


[FONT="georgia" ]3.1. Il “grimaldello federalista” è stato possibile utilizzarlo perché, in realtà, era stato posto già un “piede nella porta” della sovranità popolare da quel gruppo sociale che trovava rappresentanza in ciò che il primo capo di governo dell'Italia repubblicana aveva chiamato il “[B][URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2015/10/la-democrazia-sovrana-la-condizionalita.html"]quarto partito[/URL][/B]”.[/FONT]


[FONT="georgia" ]Ovvero si constatava che [B]il Capitale nazionale[/B], “[URL="http://dizionari.corriere.it/dizionario-modi-di-dire/C/coltello.shtml"]tenendo la spada dalla parte dell'elsa[/URL]” nei rapporti di produzione, metteva pressione affinché le sovrastrutture giuridiche e politiche si conformassero ai suoi interessi. Interessi convergenti con il Capitale internazionale ma che la Costituzione del 1948 subordinerà a quelli del Lavoro: interessi che, come annoterà in seguito Lelio Basso, congeleranno l'attuazione della Costituzione stessa.[/FONT]


[FONT="georgia" ]Questi “[URL="https://it.wikipedia.org/wiki/Entrismo"]entristi[/URL]” rappresentavano e rappresentano un gruppo sociale che avrà tendenzialmente interesse a collaborare con forze sovranazionali ed estere; rappresentano una classe incline alla sovversione.[/FONT]


[FONT="georgia" ]3.2. Ne consegue che i grandi [I]liberali-federalisti-liberisti[/I] – mandatari del grande capitale – potevano diffusamente agire dall'interno delle istituzioni per spingere i “cammelli” dei Trattati dalla cruna dell'ago dell'[B]art.11 Cost.[/B][/FONT]


[FONT="georgia" ]Così [B]Augusto Graziani[/B] evidenzia che, dopo Jalta: «[I][B]T[U]utti i ministeri economici vennero affidati a uomini di sicura fede liberista[/U][/B]. Einaudi lasciò il governo della Banca d'Italia a Menichella e assunse la direzione del nuovo ministero del Bilancio: Del Vecchio, autorevole studioso di eguali tendenze liberiste, assunse il ministero del Tesoro; i ministeri delle Finanze e dell'Industria andarono rispettivamente a Pela e a Merzagora, ambedue legati agli [U]ambienti della grande industria[/U] del Nord. A questo governo spettò di prendere nei mesi immediatamente successivi i provvedimenti di maggiore portata, e di [B]realizzare la famosa [U]svolta deflazionistica del 1947[/U][/B][/I].»[URL="https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7138099619226908681#_ftn5"][5][/URL][/FONT]

[FONT="georgia" ]3.3. Prendiamo spunto da questa autorevole citazione in cui [B][I]liberismo[/I], [I]grande capitale[/I] e [I]deflazione[/I][/B] sono strettamente legati, per rimarcare che il liberismo è [I]sovrastruttura[/I] ideologica del [B]grande[/B] capitale, o meglio – a riguardo alla connotazione “deflazionista” – del [I]capitale finanziario[/I]: la [B]deflazione[/B] è naturale conseguenza della [B]stabilità monetaria[/B], permette contemporaneamente di non veder svalutati i [I]grandi[/I] investimenti, e di disciplinare sindacati e rappresentanti politici delle classi subalterne, quelle lavoratrici.[/FONT]


[FONT="georgia" ]Inoltre, nel caso siano protratte per lungo tempo, le politiche deflattive si rivelano funzionali al controllo sociale e demografico[URL="https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7138099619226908681#_ftn6"][6][/URL].[/FONT]








[FONT="georgia" ]_____________________________________[/FONT]










[FONT="georgia" ]
[/FONT]
[FONT="georgia" ][URL="https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7138099619226908681#_ftnref1"][1][/URL] Non è che se dei neocon usano lo slogan della “rivoluzione permanente” quindi Trotskij era un fascista ultraliberista... o viceversa. [/FONT]

[FONT="georgia" ][URL="https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7138099619226908681#_ftnref2"][2][/URL] Ovvero la moneta legale, ovvero quella “battuta” dal sovrano: regola i rapporti economici tra i privati e lo Stato. Lo Statoin una democrazia socialeè la comunità sociale nel suo complesso. Poiché tutto si risolve in un circuito che costituisce “l'apparato circolatorio” della struttura economica, in quest'ultimo caso la raccolta fiscale sarà necessariamente informata a criteri di progressività (art.53 Cost.), in favore di un'equità sociale funzionale alla stabilità del sistema: inoltre la propensione al risparmio è tanto maggiore quanto maggiore è il reddito, sottraendo moneta agli investimenti. Se la moneta non ritorna in circolo diffusamente, si favorisce la “necrosi” del sistema produttivo: le insolvenze. [/FONT]

[FONT="georgia" ][URL="https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7138099619226908681#_ftnref3"][3][/URL] Questa moneta è scritturale: può essere creata ex nihilo – dal nulla – e regola internamente i rapporti tra privati.[/FONT]

[FONT="georgia" ][URL="https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7138099619226908681#_ftnref4"][4][/URL] « Una volta valutata la solvibilità della clientela, e stabilito un congruo ricarico sul tasso di interesse di riferimento fissato dalla banca centrale, le banche commerciali non sono mai vincolate (nella concessione di prestiti) dal rapporto tra riserve immediatamente disponibili e depositi. Laddove necessario, le riserve vengono sempre costituite ex post mediante ricorso a prestiti elargiti da altre banche ovvero tramite cessione di titoli alla banca centrale (la quale non può far altro che assecondare le necessità del sistema bancario). In effetti, in un sistema compiutamente capitalistico non soltanto la quantità di mezzi monetari è fuori dalle possibilità di controllo della banca centrale, essendo creata endogenamente dal sistema, ma la moneta perde anche qualsivoglia agganciamento metallico. È, per contro, possibile stabilire un’equivalenza tra valore aggiunto monetario della produzione in un dato periodo e la quantità di lavoro vivo erogato nel processo produttivo », Marco Veronese Passerella. [/FONT]

[FONT="georgia" ][URL="https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7138099619226908681#_ftnref5"][5][/URL] Citazioni filologicamente selezionate da Arturo.[/FONT]

[FONT="georgia" ][URL="https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7138099619226908681#_ftnref6"][6][/URL] « Si può di conseguenza affermare che in tutti i paesi ove le entrate annuali delle classi lavoratrici non siano sufficienti per allevare in piena salute le famiglie più numerose, la popolazione è effettivamente frenata dalla difficoltà di procurarsi i mezzi di sussistenza » Thomas Malthus, “Saggio sul principio di popolazione”[/FONT]




Pubblicato da Quarantotto a 15:35 15 commenti: Invia tramite emailPostalo sul blogCondividi su TwitterCondividi su FacebookCondividi su Pinterest
 

mototopo

Forumer storico
1 h · https://it-it.facebook.com/LaNostraIgnoranzaELaLoroForza#

DA QUALCHE ANNO IO E ALCUNI MIEI CONTATTI FB, L'8 MARZO, METTIAMO QUESTA IMMAGINE NELLA FOTO DEL PROFILO.
CAPITA CHE MOLTE PERSONE SI INCURIOSISCANO E SI INFORMANO SUL PROF. GIACINTO AURITI.
SPESSO MI AVETE CHIESTO SOLUZIONI AI PROBLEMI.
... QUESTA DELLA FOTO DI AURITI SUL PROFILO NON E' LA SOLUZIONE, E' SOLO UN'IDEA PER PROVARE AD UTILIZZARE IN MODO INTELLIGENTE QUESTO STRUMENTO CHE ABBIAMO A DISPOSIZIONE.
ED E' PURE GRATIS E NON BISOGNA ABBANDONARE LA POLTRONA DI CASA.

Altro...







La nostra ignoranza è la LORO forza. 8 marzo 2013 · https://it-it.facebook.com/LaNostraIgnoranzaELaLoroForza#
OGNUNO FESTEGGIA L’8 MARZO A MODO SUO.
L’8 Marzo 1993 il MITICO Prof. Giacinto Auriti denunciava la Banca d’Italia.
“IO HO DENUNCIATO PER FALSO IN BILANCIO, TRU...FFA, USURA, ASSOCIAZIONE A DELINQUERE, ISTIGAZIONE AL SUICIDIO, CIAMPI E FAZIO”
http://www.youtube.com/watch?v=Xq_YNfOEiEs
Auguri.

Altro...
 

mototopo

Forumer storico
Per come stanno realmente le cose l’Italia dovrebbe bombardare le milizie (filo-francesi) in Libya e non l’ISIS: l’epilogo dell’attacco agli interessi petroliferi italiani. Sarà la fine dell’Italia?


La Libya fu attaccata per volere francese da Sarkozy, addirittura in autonomia rispetto ai comandi americani avendo addirittura anticipato di qualche ora i bombardamenti per impossessarsi dei giacimenti libici durante golpe contro Gheddafi. Lo scopo fu duplice, da una parte sterilizzare le difese politiche italiane ossia del paese che, anche grazie al Rais che aveva salvato l’unica banca sistemica italiana finita nel caos subprime (Unicredit) e stava emergendo come paese finanziariamente vincente almeno a livello bancario (le banche italiche erano e sono più arretrate e dunque almeno nei prodotti finanziari diffidano di rischi che non conoscono). Dall’altra impossessarsi dei giacimenti praticamente tutti targati ENI per fare posto alla sua major petrolifera, Total e parallelamente ampliando la zona di influenza franco-europea in Africa in un’area – quella del franco CFA, ossia dell’euro, oggi – dove di fatto viene utilizzato l’euro come moneta ufficiale [ecco il perchè del supporto implicito tedesco alle interemperanze galliche]!. Il crepuscolo voluto del Cavaliere costruito dall’Europa franco tedesca con il supporto di Obama è tutto qui, risatine dei due governanti europei incluse.-
A seguire ci fu l’indebolimento finanziario del Belpaese in forza dell’asse franco tedesco che impose – via Mario Monti, la cui storia è ancora tutta da scrivere – inutile ed anzi dannosa austerità praticamente solo all’Italia, la Francia ad esempio fu graziata dall’austerity dopo il dubbio attentato del Bataclan, infatti si disse che a seguito di tale tragico evento tutto fatto in casa (francese) si sarebbe andati in guerra in Siria (senza sparare un colpo però) e dunque nessun rientro nei parametri austeri sarebbero stati imposti dall’EU, la Grecia resta per ora l’unico vero simbolo della protervia europea.
Arriviamo ai giorni nostri col tentativo, per il tramite di un governo italiano che vedremo se sarà ricordato come traditore o come traghettatore, di cedere importanti pezzi di mare alla Francia richiesti in forza del trattato di Caen. Si sa, i collaborazionisti sono ovunque quando si è in guerra ed oggi lo siamo di fatto anche senza averla dichiarata, per cui non cui sarebbe da stupirsi. Va ricordato che il trattato di Caen fu firmato nel periodo in cui veniva approvata la legge di stabilità italiana dell’anno scorso da Bruxelles – legge che fu vicina ad essere bocciata dall’EU-, legge molto osteggiata dai “partners” europei, che caso…

Oggi la Libya è divisa in tre parti:
una a controllo inglese (Tobruk, a est, tanto per capirsi dove nella seconda guerra mondiale le truppe dell’asse combattevano contro gli inglesi, la celeberrima battaglia di Tobruk);
l’altra a controllo francese (ai confini con il Niger, incluse le attinenze dell’immenso giacimento Elephant, dove sono interessati anche i tedeschi di BASF), con l’ampliamento della Operation Barkhane anche alla vicina Libya e
una a controllo locale lasciata agli italiani nella zona di Tripoli, dove passano gli oleodotti ma dove di petrolio ce n’è poco. Ecco, i francesi stanno tramando per impossessarsi dei giacimenti oggi di ENI in tutto il paese, quello che succederà domani con i nuovi governi che avranno diviso il paese in tre sarà che, con nuovi governi, i giacimenti del cane a sei zampe verranno espropriati e dati a Total (e a Shell, nell’est del paese – all’Italia vogliono lasciare il nulla! -).
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Capito l’arcano? E dunque oggi ci viene chiesto di intervenire in Libya a capo della prima e vera colazione militare che metterà gli scarponi nel per terra nord Africa e guarda caso per convincerci vengono opportunamente uccisi due italiani che lavoravano là da anni, la tipica testa di cavallo messa nel letto, un messaggio… Ben inteso, lo scopo è quello di farci assurgere a livello mediatico a responsabili dell’intervento libico, leggasi saremmo noi a subire soprattutto gli oneri ed i pochi onori dell’intervento militare ufficiale, il primo dichiarato dall’occidente, incluso subendo le ire funeste dei locali che vedrebbero nell’Italia il responsabile dell’intervento [quando invece non è stato responsabile di nulla, ma proprio di nulla…]. Ossia questo intervento in Libya è un errore, gli italiani dovrebbero fare come i francesi, interventi invisibili.

O meglio, se proprio si deve intervenire bisognerebbe bombardare le postazioni delle milizie filo francesi, probabilmente coinvolti nelle disgrazie italiche anche in Egitto assieme a qualche allegro compagno di merende anch’esso alleato NATO (…). O nell’auto bomba all’ambasciata italiana del Cairo, lasciando per altro perdere il caso Regeni, una provocazione bella e buona (vedremo se a torturalo non saranno stati alla fine inservienti di servizi di potenze NATO). Per altro non mi stupirei affatto che così facendo si decimassero svariati battaglioni della Legione Straniera che non dovrebbero stare dove sono (…).
Insomma, come Italia ci vogliono tirare dentro il caos libico per danneggiarci, spingerci in una situazione in cui la colpa – che oggi chiaramente l’Italia non ha per il caos libico, ma soprattutto francese – sia condivisa anche e soprattutto con Roma. Lo scopo è giustificare l’esproprio dei giacimenti ENI.

Ormai Renzi è cascato nel tranello (speriamo non sia collaborazionista, la storia ce lo dirà, probabilmente già dal prossimo anno – onestamente spero di no, ndr -) e dunque sembrerebbe che saremo costretti ad intervenire (ma va ricordato che Renzi è un mago della marcia indietro!). Or dunque per quanto riguarda lo scrivente se si tratterà di intervento bisognerà fare in modo che il fuoco amico colpisca tutti coloro non interessati a difendere i nostri interessi locali, incluse bombardando le milizie filo-francesi che spesso, spessissimo sono contigue all’ISIS. Francesi ed inglesi sanno benissimo che qualsiasi intervento militare in una zona conquistata NON può avere successo nel lungo termine in presenza dell’ostilità dichiarata della popolazione, soprattutto in presenza di qualcuno che all’occorrenza potrebbe armare i lealisti (ad es. l’Italia?) contro coloro che tutto il popolo, il locali riconoscono come l’artefice del disastro del paese, appunto i francesi soprattutto.
Quanto accade in Libya rischia di essere la parodia dell’Italia: stiamo terminando forse il nostro tempo come paese libero, democratico e, soprattutto, unito ed indipendente? Non ci vorrà molto per capirlo.
Jetlag per Mitt Dolcino
 

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