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domenica 20 dicembre 2015

ORBAN E LA "UNNECESSARY" SINGLE CURRENCY: DOV'E' CHE STA LA "VERA" DEMOCRAZIA?




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[FONT="georgia" ]
[/FONT]
[FONT="georgia" ]1. Il post che segue riguarda la stucchevole storiella, molto €uro-italiota, della non democrazia del [B]"tirannico" Orban[/B], portatore, a quanto pare, di nazionalismo di destra distruttivo del sogno europeo e di non ben identificati diritti fondamentali.[/FONT]
[FONT="georgia" ]Certo se essere così nazionalisti, antidemocratici, e di destra (xenofoba!), significa [B]tutelare il livello di occupazione e di reddito del proprio popolo e preservarne quello strumento coessenziale che è [/B](sempre stato, in ogni tempo) [B]la sovranità monetaria, passando per il modello di banca centrale legato a tale preservazione,[/B] beh, allora, si dica pure che un premier eletto a furor di popolo è "contro la democrazia".[/FONT]
[B][I][URL="http://www.limesonline.com/rubrica/lungheria-si-fida-di-orban-odiato-a-bruxelles-e-amato-a-budapest"]"L’Ungheria si fida di Orbán, odiato a Bruxelles e amato a Budapest - Il leader di Fidesz stravince le elezioni e si conferma al governo. L’Ue ne critica le tendenze autoritarie, ma persino l’Fmi ha lodato la performance economica ungherese. Il premier non è contro l’Europa dei potenti: ne fa parte.[/URL] [/I][/B]

Orbán, un leader con una visione strategica"



[FONT="georgia" ][/FONT]
[FONT="georgia" ]Magari, nelle ripetitive dichiarazioni giornaliere, dimenticando, i nostri €-media, che [B]non è precisamente quello di Orban, in Ungheria, il partito xenofobo e antisemita[/B]; ma un altro, che non ha preso certamente il 45% dei voti del popolo ungherese (quasi il doppio degli [I][B]€uropeisti-libberisti-de-sinistra[/B][/I], che piacciono a tutti i media italiani e alla Merkel e a Schauble...cioè agli amici della Grecia, nonchè, a quanto pare, [URL="http://goofynomics.blogspot.it/2015/12/ci-siamo-feld-sullesproprio-con.html"]dell'Italia tutta-tutta e dei suoi risparmiatori specialmente[/URL]), nonché[/FONT][FONT="georgia" ][FONT="georgia" ] il 66% dei seggi in parlamento: dettagliuccio che non gli rende minimanente necessario allearsi con la destra xenofoba e antisemita ([URL="http://it.euronews.com/2015/06/17/ungheria-tutti-contro-i-cartelli-xenofobi-del-governo-orban/"]anche se in Italia pensano che sia quella di Orban[/URL])[/FONT].[/FONT]
"Ungheria, alle elezioni trionfa Orban...La destra xenofoba cresce ancora

http://www.lastampa.it/2014/04/06/e...a-xenofoba-X6c6jaAJkfvunKE4NMJ1MI/pagina.html
http://www.lastampa.it/2014/04/06/e...a-xenofoba-X6c6jaAJkfvunKE4NMJ1MI/pagina.html
I conservatori conquistano il 45% dei voti. Alleanza democratica ferma al 25%. Ma i veri vincitori sono gli estremisti di Jobbik che sfondano la quota del 20%"

[FONT="georgia" ][/FONT]

[FONT="georgia" ]2. E si dica pure che [B]a favore della "vera" democrazia, [/B][URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2014/05/il-tragicomico-discorso-finale-di.html"]purificata dalla fastidiosa interferenza dei parlamenti (nazionali),[/URL] altrettanto fastidiosamente elettivi, sia l'€uropa: quella dipinta dalle alate e paradigmatiche parole di Barroso, mentre aspettiamo ancora di vedere come se la caverebbero, alle elezioni del fantomatico popolo unico istituzional-europeo, i vari rappresentanti succedutisi ai vertici delle euro-istituzioni.[/FONT]
[FONT="georgia" ]Tranne poi scoprire che, insomma, tutta questa "lotta" democratica, ma proprio in nome della "vera" d€mocrazia, contro l'Orban di lotta e di governo, non solo non la si è fatta ma che, [B]sui temi [I]caldi[/I], alla fine, l'UE tutta non assume decisioni molto diverse da quelle che l'Ungheria ha promosso nell'apprezzamento del proprio interesse nazionale[/B]. [/FONT]
[FONT="georgia" ]Solo che ci si impunta nel sostenere, in definitiva, che [B]tali politiche, le medesime[/B], [B]non le "decidere" autonomamente Orban[/B], come leader eletto dal proprio popolo, ma debbano essere sovranazionali: e dunque veramente democratiche, [URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2013/10/lattacco-final-alla-sovranita.html"]perché aboliscono la...sovranità democratica[/URL] "nazionale".[/FONT]
[FONT="georgia" ][B]E parliamo di immigrazione[/B]: non certo di politiche economiche e di gradimento degli investitori esteri, come vedremo. [/FONT]
[B][I][URL="http://www.corriere.it/esteri/15_dicembre_18/danimarca-proposta-legge-sequestrare-gioielli-migranti-3ab75674-a5a7-11e5-a238-fd021b6faac8.shtml"]Danimarca, la proposta di legge: «Sequestrare gioielli ai migranti»[/URL][/I][/B]

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Il piano per una polizia di frontiera europea al parlamento di Strasburgo


"La Commissione europea ha presentato all’europarlamento di Strasburgo la sua proposta per la creazione di un corpo di polizia di frontiera e di guardia costiera comunitario. L’esecutivo europeo ha illustrato nel pomeriggio i dettagli del piano, che rischia di incontrare molte resistenze tra i paesi membri: in caso di approvazione, infatti, temono una significativa perdita di sovranità. L’obiettivo della Commissione è aiutare gli stati a rafforzare i controlli sui migranti alle frontiere esterne dell’Unione europea."


3. Sul piano delle politiche economiche, a dire il vero, sebbene si accusi Orban di essere un neo-libbbbberista, a seconda dei casi (c'è sempre questo piccolo dettaglio che non "rispetta" la banca centrale indipendente e non vuole entrare nell'euro!), perchè diminuirebbe il tenore di vita del suo popolo, gli indicatori macroeconomici racconterebbero proprio il contrario.

Se possa definirsi "libbbberista" un governo che, tra le altre cose, esattamente al contrario di quanto in UEM diviene ogni giorno più drammaticamente irrealizzabile:

- privilegia politiche di lavori pubblici finanziate dal settore pubblico contando nella piena sinergia con la banca centrale nazionale;

- promuove gli investimenti privati attraverso lo stimolo dello sgravio fiscale, mentre nazionalizza gli istituti bancari nazionali dissestati;

- difende il sistema pensionistico nazionale, ripubblicizzandolo in buona parte e garantendolo con entrate mirate a carico del sistema bancario (estero)...,

lo lascio decidere a coloro che, seguendo il blog, hanno un minimo di conoscenza economico-istituzionale non filtrata dalla "grancassa mediatica" ital-€uropeista.

4. Appunto e "stranamente", tutto questo nonostante abbia cancellato, si dice, il bene supremo della indipendenza della banca centrale (e persino della magistratura, dicono), cosa da cui deriverebbe automaticamente la preclusione del benessere, il dilagare della corruzzzzzione e la indegnità morale a entrare nel meraviglioso mondo della moneta unica (di cui, infine, vedremo la valutazione complessiva che emerge, con un "lieve" ritardo, persino dal Centro europeo per le riforme...). Qui un riassunto schematico delle inaudite azioni del "mostro":

"Nel 2010 gli Ungheresi hanno eletto il “mostro” Viktor Orban.

Che nel 2011 ha iniziato delle riforme completamente contrarie alle “raccomandazioni” dell'EU e basate sull'interesse Nazionale (una colpa gravissima questa).
Vediamo un po' cosa ha fatto Orban e poi che risultati ha avuto.

- Intanto pur mantenendo l'indipendenza della B.C. ha cambiato i criteri di nomina (che da noi ad esempio sono solo formalmente del Tesoro, perchè comunque sono su “indicazione” della B.d.I., cioè in pratica della BCE, cioè della Troika).
E così ha nominato Matolcsy, che era Ministro dell'Economia, e che segue la sua linea. Cioè ha riproposto uno schema normale in cui Governo e B.C. lavorano in accordo, e non con una B.C. dipendente da interessi e visuali prevalentemente extra-nazionali.
L'Unione Europea si è subito scatenata intentando una procedura di infrazione.
I giornali hanno parlato immediatamente di “attentato gravissimo alla democrazia”.
Contemporaneamente Moody's, S&P e Fitch hanno ribassato, per lo stesso motivo, il rating dell'Ungheria. Hanno poi attaccato il fiorino.
Ma poi hanno smesso. Perchè Orban ha tirato dritto e Matolcsy gli ha detto a muso duro che faceva default la mattina dopo e quella dopo ancora Orban nazionalizzava tutto e così ci rimettevano tutti i soldi.

- Ha messo una tassa temporanea (cosiddetta di crisi) su banche e multinazionali.
Subito l'EU ha prodotto una serie di documenti di minaccia.
Intanto i giornali hanno iniziato una musica coordinata con Orban nazista, fascista, sciovinista, razzista, antisemita ecc....
I leader e giornali “di sinistra” nostrani (Il Fatto, il Manifesto ecc...) si sono subito distinti, quanto a senso del ridicolo, perchè, a parte strapparsi i capelli sull'antidemocratico Orban, si sono guardati bene dal menzionare anche vagamente al lettore questa tassa sul grande capitale.
Come del resto gli Stiglitz e i Krugman, pure critici sull'austerity, ma mai una parola su tassare banche e multinazionali.
E più ridere ancora hanno poi fatto i Tsipras e i Varoufakis delle “linee rosse” a favore di lavoratori e pensionati ma che in 6 mesi mai però hanno proposto di fare un provvedimento analogo per reperire i soldi per quei lavoratori e pensionati. Che caso.

- Ha abbassato le tasse (flat tax) al 16% (oggi al 15%) dal 44% che erano, con ciò spingendo i consumi.
L'EU e i giornali si sono scatenati immediatamente in previsioni di default e poi di “iniquità”, mentre il default non c'è stato.
[Sono molto equi loro con aliquote arrivate al 50 - 60% - 70% di tassazione].

- Ha alzato l'IVA al 27% [che era invero un'aliquota alta nel 2011] cioè ha spostato il carico sulla tassazione indiretta (salvo alcuni beni di prima necessità dove invece ha ribassato l'IVA).
Altre critiche feroci. Però, intanto, ora, l'IVA qui da noi è già al 22% (l'anno prossimo sarà al 23%) e in Grecia è già al 23%, ma con a fianco però tassazioni dirette di oltre il 50%, e non del 15% come in Ungheria. (Rammentiamo che l'innalzamento dell'IVA è una tipica misura equivalente al contenimento delle importazioni, cioè risanatrice di saldi negativi delle partite correnti...e a quanto pare, nel caso, ha funzionato senza creare recessione, com'è invece normalmente "scontato" all'interno dell'area UEM, in nome degli effetti collaterali "competitivi" della beneamata disoccupazione deflattivo-salariale: ma tutto ciò, in Ungheria, si è potuto verificare proprio per il mix tra flessibilità del cambio e sovranità monetaria e fiscale mantenute...Ndr.)

- Ha posto in essere finanziamenti e aiuti massicci alle PMI.
Altre “procedure” della EU sulla “concorrenza violata” (Ma a loro vanno bene i monopoli della grande impresa però). Orban ha tirato dritto.

- Ha ridotto progressivamente ed aggressivamente i tassi dal 7,5% all'1,35%.

- Ha convertito i finanziamenti in valuta estera in fiorini (erano i mutui in valuta estera a basso tasso contratti dagli Ungheresi, ma che dopo la crisi e la svalutazione del fiorino erano diventati per loro molto onerosi).

- Ha ripagato in anticipo all'FMI i 20mld che avevano dato all'Ungheria quando era pressochè in bancarotta come la Grecia, per avere le mani più libere, e l'ha invitato pure a chiudere gli uffici FMI a Budapest.

-Ha nazionalizzato parte del sistema bancario nazionale e parte dei fondi privati pensionistici.

-Ha ridotto le bollette e le tariffe dei servizi.

Morale: l'Ungheria era in fallimento, con la spirale austerity-debito/PIL solita.
Oggi viaggia al 3,6% di PIL, con un deficit/PIL sotto il 3% e inoltre ha ridotto il debito dall'80,9% al 77,3%, e ovunque in Europa, invece, è aumentato.
Ha ridotto il debito estero, ha aumentato le riserve valutarie.
Tutto questo in un'Europa dove la crescita è asfittica e cresce solo il debito.


Multinazionali e banche estere sono state più pragmatiche (ndr: delle indignate istituzioni UE e dei media italiani: a volte si fa fatica a distinguerli, ammetterete), tutto sommato.
Hanno visto che la maggior tassazione verso di loro non ha compromesso più di tanto i profitti, anzi, dato l'aumento di attività e consumi.
Questa tassazione poi sarà man mano ridotta entro il 2020 (e avranno sgravi fiscali per 10mld di fiorini) e già la ERSTE Austriaca è entrata [e con lei Tedeschi, Americani, Inglesi ecc...nei settori industriali e commerciali.]
A Febbraio è stata, dopo lotte infinite, firmata infatti una “pax bancaria” garantita pure dalla BERS (Banca Europea per la ricostruzione e sviluppo): in cambio di sgravi il sistema bancario si impegnerà però a maggiori finanziamenti di progetti, soprattutto infrastrutturali.


...L'Ungheria ha comunicato intanto alla Ue che manterrà il programma di lavori pubblici finanziati dal Governo e manterrà i prestiti a tassi agevolati alle piccole e medie imprese e inoltre farà un altro taglio alle bollette dei servizi per ulteriori 10 miliardi di fiorini.
Bruxelles ha subito fatto sapere che “dovrà valutare” in termini di “normative sulla competizione”.

Il fatto è che a Bruxelles dovranno farsene una ragione: l’Ungheria sta dentro a tutti i parametri Europei e non ha debiti come la Grecia.
Non è perciò molto ricattabile.
Dovranno quindi tutt'al più ridursi a studiare qualche rivoluzione colorata “a la Soros” per “normalizzare” l'Ungheria.
Qui comunque uno si guarda tutto quello che vuole:
http://www.tradingeconomics.com/analytics/api.aspx?source=chart"


[FONT="georgia" ]4. Qui forniamo i [B]dati aggiornati sui più recenti sviluppi della mancanza di democrazia e di indipendenza della Banca centrale[/B], che tante sofferenze sta infliggendo al povero elettorato ungherese:[/FONT]
[FONT="georgia" ]
[/FONT]
[FONT="georgia" ][IMG]http://en.actualitix.com/chart/hun/hungary-current-account-balance.png[/IMG][/FONT]
[FONT="georgia" ]
[/FONT]
[FONT="georgia" ]
[/FONT]
[FONT="georgia" ][IMG]http://www.tradingeconomics.com/charts/og.png?url=/hungary/current-account-to-gdp[/IMG][/FONT]
[B][FONT="georgia" ][URL="http://en.actualitix.com/country/hun/hungary-balance-of-payments.php"]Hungary : Ranking - Balance of payments (billion $ US)[/URL][/FONT][/B]

[FONT="georgia" ]Below you will find the last recordings for the indicator : Balance of payments (billion $ US) : Hungary[/FONT]
[FONT="georgia" ][/FONT]
[FONT="georgia" ]Data [/FONT] [FONT="georgia" ]Date [/FONT] [FONT="georgia" ]Evolution [/FONT] [FONT="georgia" ]6.04 billion $ US[/FONT] [FONT="georgia" ]2015[/FONT] [FONT="georgia" ][B][U]~[/U][/B] 0.22 [IMG]http://en.actualitix.com/theme-min/icon/positif.png[/IMG][/FONT] [FONT="georgia" ]5.82 billion $ US[/FONT] [FONT="georgia" ]2014[/FONT] [FONT="georgia" ][B][U]~[/U][/B] 0.29 [IMG]http://en.actualitix.com/theme-min/icon/positif.png[/IMG][/FONT] [FONT="georgia" ]5.53 billion $ US[/FONT] [FONT="georgia" ]2013[/FONT] [FONT="georgia" ][B][U]~[/U][/B] 3.12 [IMG]http://en.actualitix.com/theme-min/icon/positif.png[/IMG][/FONT] [FONT="georgia" ]2.41 billion $ US[/FONT] [FONT="georgia" ]2012[/FONT] [FONT="georgia" ][B][U]~[/U][/B] 1.36 [IMG]http://en.actualitix.com/theme-min/icon/positif.png[/IMG][/FONT] [FONT="georgia" ]Ranking of the country (Hungary) at the global level is (from the highest to the lowest data): 25 / 186[URL="http://en.actualitix.com/country/wld/balance-of-payments-by-country.php"]See the entire classification[/URL]

Hungary : 36 records since 1980, the average of these recordings : -1.96 billion $ US
The highest data : 2015 is the highest year for the indicator : Balance of payments (billion $ US).
The result is: -11.21 billion $ US. [/FONT]


[FONT="georgia" ][URL="http://www.forexcrunch.com/eurhuf-driving-the-exchange/"]5. Qui un articolo, non certo di sovversivi anti-finanza globale, che riassume la vicende di politica economica più recenti: [/URL][/FONT]
[FONT="georgia" ]
[/FONT]
[FONT="georgia" ][U][I][B]"EUR/HUF: Driving the Exchange[/B][/I][/U][URL="http://www.forexcrunch.com/eurhuf-driving-the-exchange/"] [/URL][/FONT]
[FONT="georgia" ]L'economia ungherese si è comportata relativamente bene negli anni successivi alle "crisi finanziarie".[/FONT]
[FONT="georgia" ]Il Paese era gravato con troppi mututi ipotecari in valuta estera, molti in euro ma la maggior parte in franchi svizzeri, molto prima che la valuta ungherese si "disaccopppiasse" dal Franco.[/FONT]
[FONT="georgia" ]
[/FONT]
[FONT="georgia" ]Mentre il Franco si apprezzava, il tasso di cambio tra Forint (fiorino ungherese, ndr.) si apprezzava, inflazionando notevolmente i pagamenti dei mutui immobiliari.[/FONT]
[FONT="georgia" ][B]La situazione divenne critica dopo le azioni dell'SNB del 15 gennaio 2015[/B] ([URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2015/01/swiss-franc-tsunami-idee-datate-e.html"]RI-valutazione del franco sull'euro, effettuata dalla banca nazionale svizzera[/URL]). [/FONT]
[FONT="georgia" ]...[B]il governo[/B] del primo ministro Viktor Orban [B]ha preso provvedimenti[/B], prima tagliando le tasse sulle banche e [B]istituendo una "bad bank"[/B], [B]alleviando così il settore bancario nazionale dei cattivi prestiti ingigantiti[/B] (‘ballooning’) e poi [B]sussidiando crediti ai consumatori, a basso interesse[/B]. [/FONT]
[FONT="georgia" ]Il passo più recente implica[B] la conversione dei mutui ipotecari in valuta estera,[/B] e prestiti automatici in fiorini, inclusivi di 229.000 prestiti denominati in franchi svizzeri. [/FONT]
[FONT="georgia" ]
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[FONT="georgia" ][URL="http://www.forexcrunch.com/?attachment_id=63831"]
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[/URL][/FONT]
[FONT="georgia" ]
[/FONT]
[FONT="georgia" ]Il fiorino ha registrato oscillazioni volatili relativamente all'euro quest'anno, sperimentando il suo picco più basso il giorno del provvedimento del 15 gennaio del SNB, 322,279 sull'euro, fino al suo [B]massimo rafforzamento, il 13 aprile, a 296,565; un incremento dell'8%[/B].[/FONT]
[FONT="georgia" ]Dal picco del 13 aprile, l'inversione successiva coincide con la correzione globale del mercato obbligazionario verificatasi circa dalla metà di maggio fino ai primi di luglio. [/FONT]
[FONT="georgia" ][B]La combinazione di una banca centrale magiara cooperativa e dell'azione del governo, in una serie di tagli dei tassi di interesse, hanno ridotto il tasso di base dall'1,95% in marzo all'1,35% in luglio[/B]. [/FONT]
[FONT="georgia" ]Deve osservarsi che la forte domanda di auto, - Mercedes a Suzuki ed altre assemblate in Ungheria-, ha dato una solida spinta all'economica; 3,4% sull'anno, come riportato in maggio.[/FONT]
[FONT="georgia" ]
[/FONT]
[FONT="georgia" ][B]Comunque, non tutto è andato bene tra l'Ungheria e i suoi partners UE[/B] (ettecredo! Ndr.)[/FONT]
[FONT="georgia" ]La retorica pubblica di Orban contro l'accettazione di "rifugiati" è stata in diretta opposizione alla posizione UE.[/FONT]
[FONT="georgia" ][FONT="trebuchet ms" ][[I]N.B.: [B]la posizione attuale dell'UE-UEM[/B] "buona e democratica" peraltro, oggi, sebbene i media italiani non se ne accorgano in blocco, non appare, nella sostanza, AD OGGI molto diversa da quella assunta per primo da Orban: visto che si vuole, molto concretamente, [B]identificare chi, e quanti siano, i ben delimitati rifugiati effettivi rispetto alle "masse"[/B] che si affacciavano ai confini dell'UE a seguito dell'apertura totale del [B]fronte "turco"[/B] - non certo solo composto dai siriani, tutt'altro-, tanto che la stessa UE è giunta a [URL="http://www.avvenire.it/Mondo/Pagine/unione-europea-turchia.aspx"]dare alla Turchia 3 miliardi di euro per tenersi "l'accoglienza"[/URL]. E visto che, ora, si parla di polizia di frontiera €uropea autonomamente legittimata ad agire, d'imperio, sul territorio dei singoli Stati membri per identificare e, quindi bloccare, tutti quelli che non siano rifugiati delle limitate nazionalità "benevenute" in €uropa)[/I]].[/FONT] [/FONT]


[FONT="georgia" ]6. Prosegue l'articolo in commento:[/FONT]
[FONT="georgia" ]"L'Ungheria è un membro dell'area Schengen. Il 17 giugno è stato annunciato che l'Ungheria avrebbe costruito una recinzione di sicurezza lungo la sua frontiera con la Serbia.[/FONT]
[FONT="georgia" ]Quando in luglio il Monetary Council della banca centrale magiara ha deciso di ridurre il tasso base a 1,35%, ha dichiarato la fine del ciclo di espansione monetaria cominciato in marzo. [B]Il Presidente dell'istituto centrale, Gyorgy Matolcsy ha dichiarato[/B] "[I]Riteniamo di essere in grado di creare uno degli ambienti più favorevoli all'impresa della storia economia ungherese con questi due cicli di taglio dei tassi..[/I]." ([I][B]Potenza della sovranità monetaria e fiscale: quanti "sconosciuti" e "malefici" strumenti attribuisce a chi sia fuori dall'area euro!!! Ndr.)[/B][/I][/FONT]
[FONT="georgia" ]A tre settimane dal meeting di "policy" della banca centrale, il parlamento ungherese ha poi votato di convertire i prestiti denominati in valuta straniera in prestiti espressi in fiorini, dovendosi la conversione essere condivisa sia dal governo che dal settore dei prestatori privati.[/FONT]
[FONT="georgia" ]
[/FONT]


[FONT="georgia" ][URL="http://www.forexcrunch.com/?attachment_id=63827"]
MNBbaseRateTable-670x247.png
[/URL][/FONT]
[FONT="georgia" ]Nonostante la retorica oscillante (si intende: da parte dei partners e delle istituzioni europee, ndr.), ed una recinzione di 108 miglia (oltre 170 km, ndr.), sulla frontiera serba, e altre recinzioni in costruzione, [B]l'economia ha sofferto un trascurabile effetto negativo, al massimo una [I]proiezione[/I] [/B](!)[B] in termi di di [/B](ipotetico)[B] declino degli investimenti stranieri[/B].[/FONT]
[FONT="georgia" ]
[/FONT]
[FONT="georgia" ]Ciò in quanto il [B]punto essenziale[/B] è stato che, dall'inizio del [B]2015[/B], [B]attraverso le decisioni della banca centrale e l'azione del governo,[/B] l'economia ungherese ha registrato una notevole [B]ripresa[/B].[/FONT]
[FONT="georgia" ]
[/FONT]
[FONT="georgia" ]La chiave di questa ripresa sono stati fattori come la domanda globale per le automobili (in quanto molti marchi continuano ad avere impianti di assemblaggio in Ungheria); la domanda di pezzi di ricambio per auto, sempre manifatturati in Ungheria, l'attenuazione dell'onere dei prestiti contratti in valuta straniera, riduzioni di tasse per il settore bancario privato, così come prestiti sussidiati e, non ultimo, bassi tassi di prestito. [/FONT]
[FONT="georgia" ]
7. A conclusione dell'excursus, riportiamo un [B]brano tratto dal blog del Financial Times[/B], significativamente intitolato.[/FONT]
[FONT="georgia" ][URL="http://ftalphaville.ft.com/2015/11/11/2144531/the-euro-was-pointless/"]The euro was pointless (L'euro non ha avuto senso)[/URL][/FONT]
[FONT="georgia" ]
[/FONT]
[INDENT] [FONT="georgia" ]"E' facile dimenticarlo ora, ma la moneta unica non è stata creata solamente come un puro progetto politico.[/FONT]
[FONT="georgia" ]
[/FONT]
[FONT="georgia" ][B]Molti economisti, negli anni '80 e '90, pensarono che l'unione monetaria avrebbe incoraggiato investimenti e scambi oltre i confini [/B](dei rispettivi Stati-membri e all'interno dell'Unione stessa), [B]eliminando i premi di rischio associati alle supposte svalutazioni valutarie, destabilizzanti, del passato[/B].[/FONT]
[FONT="georgia" ]L'effetto netto [B]sarebbe [/B]stata la [B]convergenza degli standards di vita,[/B] lo [B]smorzarsi dei cicli economici[/B] (avversi nei reciproci rapporti commerciali), un'inflazione più bassa, ed una più radida crescita della produttività per tutti: la [B]"germanizzazione" benigna dell'Europa[/B].[/FONT]
[FONT="georgia" ]Tutto ciò era un obiettivo lodevole, ma [B]"sfortunatamente" le cose non sono andate così.[/B][/FONT]
[FONT="georgia" ]Gli errori di policy che hanno esarcebato la crisi dell'eurozona, mentre sono stati profondamente distruttivi, non possono essere addossati a qualcuno (Ah, no???).[/FONT]
[FONT="georgia" ]Una [B][URL="http://www.cer.org.uk/events/cer-conference-has-euro-been-failure"]stimulating conference[/URL][/B] recentemente ospitata dal Centro per le Riforme Europee, ha chiarito che l'euro aveva già fallito di corrispondere alle aspettative dei suoi architetti PRIMA della crisi.[/FONT]
[FONT="georgia" ]Condividere le monete è risultato unnecessary per la convergenza economica, se non attivamente dannoso."[/FONT]
[/INDENT] [FONT="georgia" ]
[/FONT]
[FONT="georgia" ]8. L'Ungheria ne è la riprova sotto tutti i profili così, tardivamente evidenziati: e persino la risibile accusa mediatica della tirannia e non democrazia attribuita a Orban è qualcosa di cui gli investitori europei, e in genere esteri, non paiono essersi preoccupati molto, al di là dei proclami; che sono st[FONT="georgia" ]ati[/FONT] subito contraddetti dal fare, a propria volta, in materia di immigrazione e, a ben vedere, di Banca centrale, ciò che si vorrebbe vietare all'Ungheria.[/FONT]
[FONT="georgia" ]L'Unione monetaria, esaminando il caso Ungheria al netto di un concetto UE di democrazia ridicolo e raffazzonato (e da che pulpito proveniente!), si rivela il festival in secula seculorum, dell'ipocrisia e del fallimento.[/FONT]
[FONT="georgia" ]Come stanno presto imparando gli italiani, così ligi al "lo vuole l'€uropa" e così pronti, fino ad oggi, all'autorazzismo, a spese dei loro investimenti[FONT="georgia" ],[/FONT] della massa dei loro piccoli risparmiatori e dei lavoratori[FONT="georgia" ]:[/FONT] senza più risparmi nè lavoro e neppu[FONT="georgia" ]re [/FONT]prospettive di welfare, nell'era del bail-in condizionale a favore dei creditori esteri.[/FONT]
[FONT="georgia" ]Grande democrazia, non c'è che dire, nello smantellare in nome dell'Unione monetaria e della "convergenza", i principi fondamentali della Costituzione democratica nata dalla lotta alle dittature nazifasciste: questa è la "lezione" di democrazia eurofila e tutta italiana al cattivo Orban![/FONT]
[FONT="georgia" ]
[/FONT]
[FONT="georgia" ]
[/FONT]
[FONT="georgia" ][/FONT]
 

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Forumer storico
dicembre 21, 2015 posted by Fabio Lugano
CARO BABBO NATALE LIBERACI DAI TRADITORI CHE HANNO/STANNO SVENDENDO L’ITALIA PER UN RICCO PIATTO DI LENTICCHIE (PER LORO!!) Di Marco Santero


ALLARME ROSSO: esproprio risparmi italiani in progress e quel che resta andrà alle banche tedesche super indebitate in derivati tossici con la finanza speculativa internazionale di matrice anglo/americana:
Il Bail-in, cioè il principio che oltre agli azionisti (giusto) anche gli obbligazionisti e i correntisti/depositanti con patrimonio COMPLESSIVO superiore a 100.000 “debbano risanare i debiti contratti da una banca con derivati tossici e con prestiti privi di adeguate garanzie a cani e porci (leggi amici degli amici). Invece di risalire a dove è finito il “grano “ e buttare in galera truffatori internazionali e papponcelli di provincia recuperando tutto il possibile e rinnegando i derivati con evidenti caratteristiche “truffaldine” si scaricano le malefatte da codice penale sugli ignari investitori trattati da “parco buoi da macello”;

Questo trambusto non è casuale, serve a creare il panico diffuso tra azionisti, obbligazionisti e depositanti/correntisti appena scatteranno le prossime “bancarotte” nel 2016;

I risparmiatori verranno informati dei rischi che corre la loro banca a colpi di “spread” sui tassi di raccolta, in particolare delle banche medie e piccole (banche di credito cooperativo in testa) che saranno rapidamente trascinate fuori mercato e “divorate” da quelle troppo grandi per fallire o con sede in stati che garantiscono ancora la tutela del risparmio (come la nostra costituzione prevederebbe, in teoria);

Stati esteri come Olanda, Gran Bretagna, Germania, ecc. che hanno salvato molte loro banche con montagne di soldi pubblici, in barba agli aiuti di stato che la commissione europea non vuole che applichiamo, anche quando si tratta del fondo di garanzia interbancaria (CHE E’ PRIVATO!!!), ALTRIMENTI I MACELLAI CHE LAVORANO PER CONTO DELLA FINANZA SPECULATIVA INTERNAZIONALE NON RIESCONO A BLOCCARE LA “PREDA” DI TURNO;

Gli “scienziati” (forse a libro paga della finanza stessa??) che hanno negoziato l’unione bancaria europea pensavano di poter gestire le crisi bancarie “in house”, in casa propria??

Errore, la Commissione Europea (clava della finanza speculativa internazionale) ha appunto bollato come aiuti di stato l’uso del fondo interbancario, che invece è assolutamente PRIVATO DELLE BANCHE!!
QUINDI NIENTE SALVATAGGI MORBIDI!!
L’ORDINE DELL’IMPERO TEUTONICO E’ PERENTORIO: BAIL-IN A SANGUE PER TUTTI!!!
L’obiettivo è il panico VOLUTO E PIANIFICATO CON CURA: le pecorelle spaventate (risparmiatori) devono essere fatti confluire nel “grande gregge” con cui la Germania renderà più solide le proprie traballanti banche piene di derivati tossici;

Sempre i nostri “scienziati” (o forse traditori del paese?”) confidavano nel SINGLE RESOLUTION MECHANISM: pensato, in teoria, per risolvere in modo comune a livello europeo i costi delle crisi, peccato che i TECNICI (DI ALTISSIMO LIVELLO) TEDESCHI HANNO, CON GRANDE INTELLIGENZA STRATEGICA (nella guerra economica di invasione in atto contro il sud Europa), imposto due tempistiche diverse:

Le competenze le accentriamo oggi, così i singoli stati/banche centrali vengono disarmate contro le crisi bancarie.

La risoluzione delle crisi con costi comuni la facciamo partire solo fra 8!!!!!!!!anni.

CIOE’ QUANDO ORMAI L’INTERO SISTEMA BANCARIO ITALIANO, DOPO IL BAGNO DI SANGUE PROVOCATO AD ARTE COL BAIL-IN SARA’ IN MANO TEDESCA.
SINTESI:
l’Italia è il tacchino farcito di risparmio (accumulato quando avevamo la nostra debole, vituperata e ormai ampiamente rimpianta, da chi non è un servo o un vicerè a libro paga del nemico, LIRA), ci hanno messo nel forno a fuoco lento dal 2007: da Monti in poi assurde manovre recessive e esplosione del carico fiscale, in particolare sulle PMI (piccole e medie imprese);

Cosi i prestiti elargiti con eccessiva “leggerezza” degli anni precedenti le banche territoriali vanno via via in “sofferenza” e con essi le banche, in un crescendo che sommato con le regole del “basilea 3” creano le basi del progressivo dissesto del sistema bancario italiano. Piano diabolico camuffato da eventi casuali!!

Nel 2015 viene alzata la temperatura del forno per completare la cottura con il “fallimento” delle prime 4 banche, fra cui la “famosa” banca Etruria dei Gelli, del conto dei Piduisti, dei boschi e dei Renzi per rendere più eclatante lo spolpamento dei primi “polli” e preparare Renzi & Friends per lo scopo finale per cui sono stati creati: diventare, dopo l’avvio definitivo del “ITALICUM” con il referendum di primavera, il CAPRO ESPIATORIO della diga di ***** lasciata accumulare dall’inetta, vorace, ignorante e collusa classe politica italiana degli ultimi 3 decenni. Perché caro Renzi, dopo 2 anni che governi per USUCAPIONE la diga diventa tua!!

Dal 2016 la cottura completa e gli INVASORI tedeschi e non potranno banchettare con i risparmi frutto dei sacrifici di 3 generazioni di italiani, mentre l’uomo immagine del VICERE’ Padoan, cioè Renzi, con le sue televendite di sogni cercherà di non farci ribellare mentre i macellai ci faranno a pezzi e ci trasformeranno in teneri “bocconcini” da vendere sui banchi dei “mercati finaziari internazionali”

Siamo arrivati al bivio: o cacciamo entro il 2016 gli invasori e i loro vicerè a calci nel culo e riprendiamo in mano il nostro futuro oppure in 2/3 anni saremo ridotti come la Grecia (di cui non si sa nulla): un paese del terzo mondo con scuola, sanità e tutti i servizi essenziali privati, pensioni anche in essere dimezzate o più, stipendi degli operai e impiegati ridotti a livello cinese (300/400 euro) in ditte aperte dall’impero Tedesco;

Cui dovremo anche dire grazie se non ci lasciano morire di fame e ci “donano” un lavoro da schiavi/ servi della gleba che ci basti per sopravvivere da miserabili pezzenti!!

A quel punto la ANSCHLUSS (L’ANNESSIONE FORZATA) del Sud Europa al Neo Impero Tedesco (che chiameranno pomposamente STATI UNITI D’EUROPA!!) SARA’ COMPLETA E NOI SAREMO IL MERIDIONE D’EUROPA PER SEMPRE.

Cicerone 2000 anni fa (il senso, non i termini esatti):
“UNA REPUBBLICA PUO’ RESISTERE A TUTTE LE TIPOLOGIE UMANE, LADRI ASSASSINI, PUTTANIERI, MEGALOMANI, PEDOFILI, TRUFFATORI, USURAI, ECC., ECC., TRANNE UNA: I TRADITORI CHE LAVORANO PER IL NEMICO FACENDO CREDERE CHE STANNO FACENDO GLI INTERESSI DEI CITTADINI TUTTI”.
2000 anni son passati di cui 1500 di dominazione ininterrotta (salvo brevi e parziali parentesi gloriose) e siamo tornati allo stesso punto di Cicerone:
Prigionieri di un progetto diabolico e geniale, in cui, per tenerci distratti, ci destabilizzano con “ARMI DI MIGRAZIONI DI MASSA” (libro meraviglioso di una docente americana dotata di una acutezza mentale incredibile), che hanno l’obiettivo finale di ricreare (sul modello americano) masse proletarie ignoranti e schiave da sfruttare, mentre su cerca in tutti i modi di far estinguere gli italiani.
Ecco perché la Commissione Europea elogia e promuove così “calorosamente” (attaccando frontalmente chi come Ungheria, Slovacchia e Austria non accetta l’invasione fisica) l’accoglienza e il multiculturalismo spinto!
ITALIA LIBERA E SOVRANA!!

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lun 21 dic 2015 23:30 - I mercati italiani sono chiusi








E' scoppiata la bomba Deutsche Bank: 6,2mld di debiti

Da Rossana Prezioso | Trend Online – gio 8 ott 2015 11:01 CEST

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E anche la Deutsche Bank (Other OTC: DBAGF - notizie) crolla. Fine del mito tedesco. La speranza del Vecchio Continente nei suoi momenti più difficili è sempre stata la Germania: salda sul suo trono basato sul mito dell’affidabilità granitica, teutonica, appunto, non poteva essere scalfita da niente e da nessuno.
La forza tedesca Due guerre mondiali perse non hanno avuto la meglio sulla volontà di un popolo che, bisogna ammetterlo, non sarà simpatico a molti ma resta sempre un punto fermo. O per meglio dire restava. Sì, perchè a quanto pare i tedeschi sembra che abbiano vissuto “di rendita” ultimamente, almeno per quanto riguarda la reputazione finanziaria sia della propria industria che delle proprie banche. Dopo lo scandalo Dieselgate che ha trascinato con sè il mito della Germania e della sua industria, adesso arriva il crollo della Deutsche Bank con perdite che sul terzo trimestre di quest’anno arrivano a superare i 6miliardi di euro, per la precisione 6,2.
Una lunga storia... difficile Questo l’ultimo tassello, almeno in ordine di tempo, di una lunga serie di problemi, imprevisti, perdite di valore e incognite (si vedano gli oltre 55 trilioni in derivati che detiene la banca e che equivalgono a 20 volte il Pil tedesco ovvero 5 volte quello dell’intera eurozona) che la prima banca tedesca, una delle Too big to fail europee, ha finora dovuto affrontare.
Che ci fosse anche più di un problema era facile intuirlo già due anni fa quando si verificò un altro enorme scandalo. Era il 2013 e la Bundesbank aprì un’indagine sul possibile occultamento, da parte della Deutsche Bank, di circa 12 miliardi di dollari, denaro che rappresentava una serie di perdite sui derivati e che, secondo il FT che allora pubblicò la notizia, non sarebbe stato messo a bilancio, cosa che avrebbe poi permesso alla banca di evitare un salvataggio pubblico. Questa la cronaca del passato. Arrivando ai nostri giorni e per la precisioni a oggi, la notizia è di quelle che fanno venire in mente inevitabilmente lo spettro Lehman: la Deutsche Bank ha annunciato che potrebbe chiudere il terzo trimestre del 2015 con un rosso pari a 6,2 miliardi. A comunicarlo è il nuovo Ceo John Cryan il quale ha anche sottolineato che, data la gravità della situazione, è a rischio anche la distribuzione del dividendo.
Le cause della perdita La causa della maxi perdita, secondo il comunicato, è da attribuirsi a una serie di cause che comprendono forti svalutazioni per la divisione investment banking e per due asset come Postbank e la partecipazione in Hua Xia Bank pari a un quinto del totale della banca cinese, asset che, tra l'altro, sono stati messi in vendita. Inoltre, ancora, una falla da 5,8 miliardi riguarda oneri straordinari causati dalle nuove regole patrimoniali imposte dall’Europa.
A questi si aggiungano gli oltre 1,2 miliardi per il contenzioso risalente alla manipolazione del Libor, altro scandalo del passato nella quale la banca tedesca era incappata e che si associa a quello più recente circa la manipolazione delle quotazioni di alcuni metalli preziosi da parte delle autorità svizzere. Una serie di contenziosi legali che stanno iniziando ad essere un po’ troppo cari per l’istituto di credito (si parla di qualcosa come 9 miliardi di dollari solo per le spese legali) e che i vertici hanno deciso di razionalizzare iniziando a tagliare per prima cosa i posti di lavoro. Recentemente, infatti sono stati annunciati oltre 23mila licenziamenti, una mossa che solitamente, oltre che per recuperare le spese, viene attuata per riuscire a sostenere il titolo in borsa, magari prima di una cattiva notizia che potrebbe pregiudicarne l’andamento. Come (Londra: 0QLA.L - notizie) questa, appunto.
Il parere degli analisti Difficile e travagliata la storia recente della Deutsche Bank la quale ha dovuto sopportare anche il fallimento dei recenti stress test da parte della Bce (Toronto: BCE-PA.TO - notizie) , fallimento che già da allora, si parla del marzo di quest’anno, suonava come una sorta di sinistro campanello d’allarme su tutta la struttura dell’azienda. Non solo, ma sempre la banca tedesca ha visto crollare anche il prezzo delle sue azioni del 40% ovvero dai 50 dollari della prima parte del 2014 agli attuali 29. Ma non sembra che attualmente il titolo soffra più di tanto dal momento che a Francoforte registra un rialzo del 3,2% accompagnato anche dalla view non negativa degli analisti di Nomura secondo cui è indispensabile convincere gli investitori che le contromosse necessarie sono state prese e che la banca ha gli strumenti necessari per reagire, strumenti che si possono individuare negli utili sottostanti e nel deleveraging. Una linea sposata anche da Kepler Cheuvreux secondo cui il dividendo eventualmente tagliato sarà in grado di evitare l'aumento di capitale.
Infine, nel caso qualcuno volesse paragonare la Deutsche Bank alla Lehman d’Europa, paragone peraltro più che lecito, è bene ricordare un’ultima particolarità che conferma come, in un certo senso, la fama di affidabilità tedesca sia un po’ usurpata: la Deutsche Bank esattamente 4 mesi fa ha subito da parte di Standard&Poor’s un downgrade del proprio rating ridotto a BBB+. Lehman, prima di crollare era più in alto.
 

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ORMAI E' DECISO: ITALIANI, DOVETE PERDERE I VOSTRI SOLDI, LO VOGLIONO LA UE E LA GERMANIA.
Pubblicato su 21 Dicembre 2015 da FRONTE DI LIBERAZIONE DAI BANCHIERI in POLITICA, ECONOMIA
ORMAI E' DECISO: ITALIANI, DOVETE PERDERE I VOSTRI SOLDI, LO VOGLIONO LA UE E LA GERMANIA.
Lars Feld, consigliere del ministro delle finanze tedesco Schaeuble Ci sono dei casi in cui , forse, le parole non sono abbastanza. PREMESSA: dal 1930 il sistema di sorveglianza e di salvataggio ...
http://scenarieconomici.it/ormai-e-deciso-italiani-dovete-perdere-i-vostri-soldi/




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Sveglia! Bettino Craxi su George Soros e l'attacco alla LIRA del 1992

Pubblicato su 21 Dicembre 2015 da FRONTE DI LIBERAZIONE DAI BANCHIERI in POLITICA, ECONOMIA
Sveglia! Bettino Craxi su George Soros e l'attacco alla LIRA del 1992
Il video che vi mostriamo è un mini documentario su cio' che successe nel 1992. In quell'anno
 

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PER IL MONDO
ECONOMICS
FORSE È SCIENZA
C'ERA UNA VOLTA
LA NERA
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EDITORIALI
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ACCUSA SENZA PRECEDENTI DEL FRANKFURTER ALLGEMEINE ZEITUNG A DRAGHI: ''LA BANCA CENTRALE EUROPEA HA RACCONTATO FROTTOLE!''

martedì 22 dicembre 2015
BERLINO - "La Banca Centrale Europea ha raccontato frottole - accusa senza mezzi termini e con queste esatte parole, in prima pagina, l'editorialista Holger Steltzner sul quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung - proprio sulla questione del vietato e controverso finanziamento degli Stati".
Quando il presidente della Bce Mario Draghi, dopo la seduta del Consiglio della Bce, e' stato interpellato dal quotidiano "Frankfurter Allgemeine Zeitung" sulla stampa di denaro segreta a Roma e Parigi attraverso l'accordo segreto Anfa tra le banche d'emissione, ovvero con la Banca d'Italia e la Banque de France, il numero uno della Bce ha reagito in modo aggressivo.
"Questi acquisti di titoli da parte delle banche d'emissione nazionali sono difficili da comprendere: la Bce non ha nulla a che fare con questo", ha dichiarato Draghi, il quale ha smentito qualunque forma di finanziamento monetario agli Stati. Così aveva risposto alla Faz, notizia rimasta del tutto sconosciuta all'opinione pubblica italiana, tanto per cambiare.
"Chi vuole sapere di piu' deve chiedere alle banche", aveva concluso Draghi.
"La risposta irritata di Draghi e' in se' uno scandalo" accusa l'editorialista Steltzner (che evidentemente per poterlo fare ha l'assenso dell'editore) il quale cita Francesco Papadia, responsabile fino a tre anni fa delle operazioni di mercato alla Banca Centrale Europea nella sede principale di Francoforte, la stessa dove ha l'ufficio all'ultimo piano del grattacielo Bce proprio Mario Draghi.
"La Bce dovrebbe - ha continuato Steltzner - essere informata sulle azioni delle banche d'emissione nazionali per essere sicura che non ci siano ripercussioni sulla politica monetaria. Sotto la guida della Banca d'Italia e della Banque de France, in segreto alcune banche centrali europee hanno fatto incetta di titoli di credito per un totale di 510 miliardi di euro. Fino alla fine del 2014 le banche d'emissione nazionali hanno pompato piu' di 720 miliardi di euro nei mercati dell'eurozona senza informare politica e popolazione". Parole che pesano come macigni scagliate senza se e senza ma addosso direttamente a Mario Draghi.
Queste gravissime accuse contro la Bce nella persona del suo presidente Draghi pubblicate dal Frankfurter Allgemeine Zeitung hanno avuto eco immediata, in Germania: "Il bello dell'euro è che il denaro che negli altri paesi è riconosciuto per legge come mezzo di pagamento, qui si può stampare nella propria cantina", ha commentato ironicamente Hans-Werner Sinn, economista dell'Istituto di ricerca economica "Ifo", facendo riferimento alle operazioni segrete delle banche di emissione dell'eurozona.
Semplicemente micidiale.
Redazione Milano.

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2015 posted by Luigi Pecchioli
La lettera della Commissione UE sconfessa Renzi e Padoan: l’azzeramento dei bond è stata una scelta del Governo!


La lettera dei Commissari Europei, che Renzi meditava di rendere pubblica per far vedere che era stata l’Europa cattiva a volere mettere sul lastrico i risparmiatori e gli azionisti delle quattro banche coinvolte nel salvataggio si è rivelata un clamoroso boomerang per il Governo: l’Europa (intesa come Unione Europea) è sì cattiva, ma questa volta è anche innocente.
La lettera di Hill e Vestager, rispettivamente Commissari ai Servizi Finanziari ed alla Concorrenza, indirizzata a Padoan del 19 novembre non impone affatto il bail-in e men che meno l’azzeramento definitivo dei diritti di credito degli obbligazionisti junior (quelli che detenevano bond subordinati). La comunicazione (che qui trovate integrale in originale) lascia al Governo la libera scelta se utilizzare la DGSD (Deposit Guarantee Schemes Directive), che da noi ha portato alla creazione del Fondo di Garanzia Interbancario sui Depositi, o la BRRD (Bank Recovery and Resolution Directive), trasposto in Italia nel D.L. 130/2005 e che ha portato alla creazione del Fondo di Risoluzione Interbancario. Il primo è il fondo che garantisce i depositi sotto i 100.000 euro e può intervenire per finanziare istituti in difficoltà, il secondo è quello che agisce in caso di bail-in per finanziare la creazione della bad bank e della good bank (come ho già spiegato in questo post).
Come detto i Commissari lasciano completo spazio al Governo, solo fissano il limite, da valutare dopo aver conosciuto il piano concreto di intervento, che non si tratti di un salvataggio configurabile come “aiuto di Stato” poiché in tal caso il piano di salvataggio automaticamente sarebbe stato trasformato in un piano di risoluzione, con l’applicazione della direttiva BRRD.
La colpa del Governo è pertanto duplice ed interamente ascrivibile a chi ha elaborato il decreto “salva banche”: innanzitutto per non aver neanche provato a formulare un piano di salvataggio che coinvolgesse il Fondo di Garanzia sui Depositi, cercando così di salvaguardare gli investitori di bond subordinati, in secondo luogo per aver regolamentato il destino di quest’ultimi addirittura peggio di quanto preveda la Direttiva europea: come ho già illustrato nel post linkato sopra la norma comunitaria ed il decreto legge applicativo prevedono che nel piano di risoluzione le varie categorie di investitori e creditori non siano trattati peggio che se si fosse proceduto a liquidazione coatta amministrativa od a procedura concorsuale ed impongono espressamente a carico del Fondo di Risoluzione il versamento della differenza fra quanto avrebbero ottenuto con procedure fallimentari e quanto hanno effettivamente ricevuto. Il decreto “salva banche” invece prevede in ogni caso la perdita di qualunque diritto sul ricavato della vendita dell’attivo e nessun meccanismo di compensazione.
Questa inutile ferocia nel trattamento di investitori, il più delle volte raggirati dai funzionari bancari, che non erano certo speculatori, come vigliaccamente hanno provato a dipingerli, ma povera gente che aveva affidato i propri risparmi confidando nel rapporto, spesso di amicizia, che li legava a persone che conoscevano da anni (come accade nelle piccole banche locali), è stata la più sporca delle azioni previste nel decreto (quasi al pari della salvaguardia dell’onorabilità di amministratori che meriterebbero la galera…) e il patetico tentativo di buttare la colpa su altri al grido di “ce lo ha chiesto l’Europa” mostra il cinismo e la codardia (una volta capito che non l’avrebbero passata liscia) di un Governo, non solo incapace di tutelare le ragioni dell’Italia in sede europea come abbiamo visto tante volte, ma persino capace di danneggiare il proprio popolo peggio di quanto imposto dagli euroburocrati.
E ci vuole davvero una gran bravura
 

mototopo

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FORSE È SCIENZA
C'ERA UNA VOLTA
LA NERA
SEI SICURO?
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SALVATAGGIO BANCA TERCAS BOCCIATO DALLA COMMISSIONE EUROPEA (DISASTRO ASSOLUTO)

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23 dicembre - BRUXELLES - Enorme guaio per il governo Renzi: ''Gli aiuti a Banca Tercas del fondo interbancario sono aiuto di stato incompatibile''. Questa la conclusione dell'indagine della Commissione Ue, secondo cui il Fidt ''ha agito per conto dello stato italiano''. L'Italia inoltre non ha presentato un piano di ristrutturazione. Questa bocciatura - che arriva a borse chiuse - destabilizza sia Banca Tercas, sia lo stesso stato italiano, perchè ora se l'Italia rispetterà il ''no'' della Ue al salvataggio di Banca Tercas, rimarrà solo il ''bail in'' oppure il fallimento
 

mototopo

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Working!!! Matsuge ni Lock (perfomed by Jun Fukuyama, Daisuke Ono, Hiroshi Kamiya)
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I russi inondano i sauditi

dicembre 23, 2015 Lascia un commento

Il record della produzione di petrolio russo sventa il gioco saudita
Zero Hedge 22 dicembre 2015 – Russia Insider
A ottobre notammo che per la seconda volta, quest’anno, la Russia superava l’Arabia Saudita quale maggiore esportatore di greggio verso la Cina. La Russia era al primo posto a maggio, quando per la prima volta nella storia Mosca batteva Riyadh nelle esportazioni di greggio a Pechino. “Mosca è alle prese con paralizzanti sanzioni economiche occidentali e costruire legami più stretti con Pechino è la chiave per mitigare il dolore“, dicemmo ad ottobre, spiegando che legami più stretti tra Russia e Cina sull’energia sono parte integrante del rapporto nascente tra i due Paesi, che votavano insieme al Consiglio di Sicurezza su questioni di rilevanza geopolitica. Ecco uno sguardo alla tendenza di lungo periodo: Si può anche ricordare che Gazprom Neft (terzo produttore di petrolio in Russia) cominciava a concludere le vendite in Cina in yuan da gennaio. Questo, dicevamo, è un ulteriore segno della morte imminente del petrodollaro. Poi si apprende che per la terza volta nel 2015, la Russia ha nuovamente battuto i sauditi per la primazia nei fornitori di greggio della Cina. “La Russia ha superato l’Arabia Saudita per la terza volta quest’anno, a novembre, quale maggiore fornitore di greggio della Cina“, scrive Reuters, aggiungendo che “la Cina ha importato circa 949925 barili al giorno (bpd) di greggio russo a novembre, contro gli 886950 barili al giorno dall’Arabia Arabia“. E’ fastidioso per Riyadh. La Cina era il secondo maggiore consumatore di petrolio al mondo nel 2014 e legami più stretti tra Mosca e Pechino non solo sono una minaccia sui ricavi dal greggio, ma anche in geopolitica l’ultima cosa di cui i sauditi hanno bisogno è Xi che si attiva militarmente nella penisola arabica al fianco di Mosca e Teheran. Come abbiamo documentato in “I sauditi molestano l’orso russo iniziando la guerra del petrolio nell’Europa dell’Est“, Riyadh invadeva i mercati di Mosca in Polonia. Ecco cosa Bloomberg scriveva ad ottobre: “La Polonia è stata a lungo cliente delle compagnie petrolifere russe. L’anno scorso, circa tre quarti delle importazioni di combustibile provenivano dalla Russia, e il resto da Kazakhstan e Paesi europei. La Polonia, tuttavia, è al centro degli sforzi per ridurre la dipendenza dell’Unione europea dall’energia russa. Un fornitore nuovo e affidabile è una manna dal cielo. I sauditi dovevano espandersi al di fuori dell’Asia dove la domanda è in calo. Ciò potrebbe trasformarsi in una partita più aggressiva tra i due più grandi esportatori mondiali di petrolio, già in disaccordo sul conflitto siriano”. Anzi, si potrebbe plausibilmente sostenere che una delle ragioni per cui i sauditi siano passati a sopprimere artificialmente i prezzi dello scorso anno era premere su Putin e infine costringere il Cremlino a cedere sul sostegno ad Assad. Come il New York Times scrive, il drammatico calo dei prezzi del greggio ha alcuni “vantaggi diplomatici ausiliari“.
Purtroppo per Riyadh, la strategia non ha funzionato. In realtà, è fallita in più di un aspetto. In primo luogo, l’Arabia Saudita affronta una crisi fiscale mentre il deficit di bilancio di Riyadh si gonfia al 20% del PIL, costringendo il regno a tappare il mercato del debito per compensare l’erosione della SAMA. In secondo luogo, Putin non solo ha rifiutato di cedere sul sostegno al governo di Damasco, ma l’ha effettivamente raddoppiato inviando una forza aerea russa a Lataqia. Nel frattempo, la Russia ha continuato a pompare sempre più petrolio, e come riporta Bloomberg, Mosca produce col “passo più veloce dal crollo dell’Unione Sovietica. L’inaspettata generosità petrolifera russa di quest’anno è il risultato non di una nuova campagna del Cremlino, ma di decine di modesti miglioramenti della produttività dell’ampio settore. Anche sotto la pressione del crollo dei prezzi, così come delle sanzioni di Stati Uniti ed Unione Europea che riducono l’accesso a gran parte di finanziamenti e tecnologia esteri, le società russe sono riuscite a estrarre più greggio dai giacimenti più vecchi del Paese“, scrive Bloomberg sottolineando che “Bashneft e altre società russe che operano i giacimenti nel bacino del Volga, tra i primi scoperti in Russia all’inizio del secolo scorso, beneficiano dell’inefficienza sovietica il cui motto era: ‘tutto ciò che non produciamo rimarrà ai nostri figli’“. Per gli analisti, la resilienza della Russia è una sorpresa. “Non conosco nessuno che avesse predetto che la produzione russa sarebbe aumentata nel 2015, per non parlare dei nuovi record“, dice Edward Morse, responsabile globale di Citigroup sulle materie prime. Su ciò che si vorrebbe per limitare la produzione, Mikhail Stavskij, direttore della Bashneft PJSC, “il maggiore singolo contributore nell’aumento della produzione di greggio quest’anno“, dice che non lo sa. “Non so dove il prezzo del petrolio debba scendere per cambiare radicalmente le cose. Arrivammo a 9 dollari al barile e la produzione continuò, quindi se qualcosa di simile accadesse, sappiamo cosa fare“. Infatti, grazie al basso costo di estrazione greggio dai giacimenti petroliferi della Russia in Siberia occidentale e la svalutazione del rublo, i costi di produzione sono minimi: Ma non tutti sono d’accordo che ciò sia sostenibile. Alcuni dicono che gli sforzi per migliorare l’efficienza hanno fatto il loro corso e con scarsi finanziamenti per l’esplorazione, ulteriori guadagni saranno difficili. È interessante notare, come Bloomberg rileva, che poiché Mosca si prende “quasi tutto oltre i 30-40 dollari al barile” nelle esportazioni, i produttori non sentano l’impatto dei prezzi bassi finché il greggio non scenderà molto al di sotto di tali livelli. “La Russia manterrà i livelli di produzione di petrolio tra i 525 e i 533 milioni di tonnellate l’anno prossimo, essendo il bilancio del governo federale impostato su tali livelli di produzione”, dice Lauren Goodrich di Stratfor, presagendo lo stesso per il 2016. La conclusione è che la mossa saudita non è riuscita a strappare quote di mercato ai russi e tra conflitto in Siria, legami più stretti di Mosca con Pechino e la mossa di Riyadh contro il Cremlino per usurpargli quote del mercato europeo orientale, non ci si deve attendere che Putin faccia presto marcia indietro. In breve, se John Kerry e Riyad pianificarono la bancarotta dei russi riducendo i prezzi del greggio, lo sforzo è stato un miserabile fallimento che ha portato non solo a un deficit fiscale del 20% per i sauditi, ma anche alla distruzione di posti di lavoro statunitensi sullo scisto. Chiudiamo con un po’ di umorismo del Viceministro dell’Energia Kirill Molodtsov: “Vi dirò quando le aziende russe sicuramente diminuiranno la produzione. Quando il petrolio costerà 0 dollari”. La Cina investe molto sull’energia russa
Gli accordi firmati tra Medvedev e Li indicano legami sempre più stretti
Anna Kuchma Russia Beyond the Headlines, 22/12/2015 – Russia Insider
Cinque accordi energetici sono stati firmati durante la visita del Primo ministro russo Dmitrij Medvedev in Cina il 14-17 dicembre. Gli esperti attribuiscono il continuo interesse della Cina nel settore energetico russo alla necessità urgente di Pechino di sostituire le centrali elettriche a carbone. Pechino ha ribadito l’interesse ad espandere la cooperazione energetica con Mosca durante la visita del Primo ministro russo Dmitrij Medvedev in Cina il 14-17 dicembre. Cinque accordi energetici sono stati firmati durante la riunione dei capi di governo a Pechino il 17 dicembre. Uno dei fatti salienti della visita di Medvedev è stata la firma di un accordo vincolante, per la cessione di una quota del 9,9 per cento del progetto Jamal GNL, fra il produttore indipendente russo Novatek e la Silk Road Fund Co (SRF) della Cina. Il progetto Jamal LNG da 27 miliardi di dollari prevede la costruzione di un impianto di liquefazione del gas nei pressi del giacimento di Tambejskoe sud, nel nord-ovest della Siberia. Il campo ha riserve stimate in 907 miliardi di metri cubi. Il progetto sarà lanciato nel 2017, con l’impianto in funzione dal 2021. Con l’ultimo accordo, gli azionisti del progetto sono Novatek (50,1 per cento), la francese Total (20 per cento), la cinese CNPC (20 per cento) e SRF (9,9 per cento).
Prestiti cinesi
Portando SFR nel progetto, Novatek punta a garantirsi 12 miliardi di dollari di prestiti dalle banche cinesi. Al momento, la costruzione dell’impianto è finanziata dai soci del progetto. Inoltre, 150 miliardi di rubli (2,1 miliardi di dollari) sono stati stanziati dal National Wealth Fund della Russia. Alla conferenza annuale, il 17 dicembre, il Presidente russo Vladimir Putin ha ancora una volta sottolineato che il governo continuerà a sostenere il progetto. “Dopo aver chiuso l’accordo, abbiamo raggiunto l’azionariato scelto ottimale che contribuirà a garantire il buon finanziamento del progetto e la realizzazione continua e positiva“, ha detto il CEO della Novatek Leonid Mikhelson in un comunicato. Citando una “richiesta da parte cinese“, Mikhelson non ha rivelato il valore dell’accordo. Il quotidiano russo Kommersant stimava l’accordo per un valore di circa 1,4 miliardi di dollari. Si tratta di un “prezzo di mercato adeguato“, ha detto Vitalij Krjukov, analista dell’agenzia Small Letters. SFR paga più di quanto altri erano disposti a fare, perché entra nel progetto in una fase successiva, quando i rischi sono più bassi, ha detto. “Ora, si tratta di un progetto relativamente sicuro, che ha ricevuto benefici e sostegno dallo Stato, nonché denaro a buon mercato dal Fondo di benessere nazionale”, ha aggiunto Krjukov. “Attendevamo questa offerta da tempo“, ha detto Aleksandr Pasechnik, ricercatore presso il Fondo per la Sicurezza Nazionale sull’Energia. “Naturalmente, è un passo in avanti nel project financing, dimostrando che nonostante le sanzioni occidentali e le sfide estere, riusciamo a trovare investitori“.
Cooperazione energetica sino-russa
Sinopec ha recentemente acquistato una quota del dieci per cento di Sibur, grande holding petrolchimica russa guidata dal CEO di Novatek Mikhelson. Sibur ha detto che pensa d’invitare Sinopec quale partner strategico nel complesso Amur Gas Chemical. Gazprom e Rosneft hanno firmato accordi di collaborazione con le aziende cinesi durante la visita di Medvedev in Cina. Il CEO di Gazprom, Aleksej Miller e il Presidente della CNPC Wang Yilin hanno firmato un accordo per la progettazione e costruzione di una sezione transfrontaliera del gasdotto Potere della Siberia. Gazprom e CNPC hanno anche deciso di collaborare su progetti di centrali elettriche a gas nella Cina orientale. “Nonostante il calo dei prezzi di petrolio e gas, le imprese cinesi si concentrano su prospettive a lungo termine“, ha detto Aleksandr Pasechnik, aggiungendo che il gasdotto e il GNL sono molto importanti per la Cina, che affronta il compito di passare a una maggiore produzione di energia a basso impatto ambientale. “La Cina letteralmente soffoca per la produzione di energia a carbone“, ha aggiunto Pasechnik. “Prima delle Olimpiadi (Pechino ospiterà le Olimpiadi invernali 2022), dovrà chiudere alcuni impianti di produzione per evitare lo smog. Pertanto, l’obiettivo della Cina è sostituire il carbone con il gas nella produzione elettrica“.
Russia e Cina hanno anche firmato accordi su energia nucleare, tecnologia spaziale e sviluppo di centri di elaborazione dati. Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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Se il castello crolla: un alleanza tra Assad, Putin e il Pentagono?

dicembre 22, 2015 1 commento

Il Pentagono ha segretamente fornito Intelligence al governo di Assad
Sputnik 21/12/2015
Il Pentagono avrebbe deliberatamente sovvertito la politica statunitense verso la Siria, sabotando gli sforzi per aiutare i ribelli siriani e persino inviando intelligence degli Stati Uniti al Presidente siriano Bashar al-Assad, secondo il giornalista Seymour Hersh.
Generale Martin Dempsey

In un articolo di 7000 parole sul London Review of Books, Hersh dice che i Capi di Stato Maggiore, i capi militari statunitensi, decisero di sovvertire deliberatamente la politica estera statunitense e formare un’alleanza segreta con Assad e il Presidente russo Vladimir Putin. Nell’estate 2013, i Joint Chief scoprirono che la Turchia fu “cooptata” nel programma della CIA per armare i cosiddetti terroristi “moderati” in Siria. Ankara decise di riorientare gli aiuti degli Stati Uniti agli estremisti, tra cui SIIL e l’affiliato ad al-Qaida, Jabhat al-Nusra, scrive Hersh. I Joint Chiefs scoprirono anche che non esistevano veri ribelli moderati e che l’opposizione consisteva quasi uniformemente di estremisti. Così, nell’autunno 2013, i Capi di Stato Maggiore decisero d’inviare in segreto “intelligence statunitense ai militari di altre nazioni, con l’intesa che venisse passata all’Esercito siriano“, scrive Hersh, inviando intelligence degli Stati Uniti a Germania, Russia e Israele, rinviandola ad Assad. L’obiettivo dell’alleanza segreta con Assad era sovvertire gli sforzi di Obama in Siria, sostenere Assad, e aiutarlo a distruggere SIIL e altri estremisti, secondo Hersh. In cambio, lo Stato Maggiore chiese ad Assad di “trattenere” Hezbollah negli attacchi ad Israele; rinnovare i negoziati sulle alture del Golan, territorio che Israele aveva preso da decenni prima alla Siria; accettare qualsiasi tipo di aiuto russo ed indire le elezioni dopo la fine della guerra. Nell’estate 2013, i Joint Chief ingannarono la CIA inviando armi obsolete ai ribelli siriani, scrive Hersh. Il giornalista dice che ciò fu inteso come dimostrazione di buona fede ad Assad, per convincerlo ad accettare l’offerta.
La segreta alleanza dei JCS con Putin e Assad, scrive Hersh, si concluse a settembre quando il suo capo architetto, il presidente del Joint Chief Martin Dempsey, si ritirò.
Come le critiche al nuovo articolo di Hersh non comprendono cosa sia realmente accaduto
Moon of Alabama 21 dicembre 2015
L’ultimo pezzo di Seymour Hersh sostiene che i Joint Chiefs of Staff (JCS) del Generale Dempsey hanno minato la politica ufficiale della Casa Bianca sulla Siria. La spinta a farlo arrivò dopo un’analisi della Defense Intelligence Agency che scoprì nel 2012 che c’erano pochissimi “ribelli moderati” in Siria, e solo gli islamisti lottavano contro lo Stato siriano. La CIA almeno dall’inizio del 2012 consegnava armi dalla Libia alla Turchia e altre vie. L’ambasciatore degli Stati Uniti in Libia Chris Stevens fu ucciso l’11 settembre 2012 a Bengasi per questioni sui trasferimenti di armi. Una volta in Turchia, quelle armi, assieme ad altri carichi acquistati da Qatar e Arabia Saudita, furono consegnate ai “ribelli moderati”, portandoli in Siria. Vendettero almeno una parte di tutte le armi e le munizioni in mano alle bande terroriste islamiste, tuttora finanziate dai Paesi wahhabiti del Golfo. Un nuovo rapporto di Peter Oborne, di Radio4 della BBC, spiega in dettaglio il funzionamento di tale piano.
Il JCS di Dempsey era molto disturbato dalle armi trasferite dalla CIA proprio a coloro che avevano combattuto in Iraq e in Afghanistan pochi anni prima. Decisero, secondo la fonte di Hersh, di minare il programma sul cambio di regime della Casa Bianca e della CIA, fornendo intelligence alla Siria da Germania, Russia e Israele. Inoltre convinsero la CIA che era preferibile cedere molte vecchie armi provenienti dalla Turchia, invece di nuove, ma più difficili da trasportare, armi dalla Libia. Come scrive Hersh: “’La nostra politica di armare l’opposizione ad Assad non ebbe successo e in realtà è negativa’, ha detto l’ex-consigliere del JCS. ‘I Joint Chiefs credevano che Assad non dovrebbe essere sostituito da fondamentalisti. La politica dell’amministrazione era contraddittoria. Volevano che Assad se ne andasse, ma l’opposizione era dominata dagli estremisti. Allora, con chi avevano intenzione di sostituirlo? Dire Assad doveva andarsene va bene, ma se si va al dopo, non c’era niente di meglio. Fu sulla questione del “qualcuno di meglio” che i JCS si scontrarono con la politica di Obama’. I Joint Chiefs capirono che una sfida diretta alla politica di Obama avrebbe ‘avuto possibilità di successo pari a zero’. Così nell’autunno 2013 decisero di adottare misure contro gli estremisti senza passare attraverso canali politici, fornendo intelligence degli USA ai militari di altre nazioni, con l’intesa che sarebbe stata passata all’esercito siriano e usata contro il nemico comune, Jabhat al-Nusra e Stato islamico”.
Ed Hersh sull’accordo sulle armi: “Entro la fine dell’estate 2013, la valutazione della DIA fu diffusa ampiamente, ma anche se molti nella comunità dell’intelligence statunitense erano consapevoli che l’opposizione siriana era dominata dagli estremisti sponsorizzati dalla CIA e a cui le armi continuavano ad arrivare, presentando un problema costante per l’Esercito di Assad. Le scorte di Gheddafi avevano creato un bazar internazionale delle armi, anche se i prezzi erano alti. ‘Non c’era modo di fermare l’invio delle armi autorizzate dal presidente’, ha detto il consigliere dei JCS. ‘La soluzione prevedeva il ricorso al portafoglio. La CIA fu avvicinata da un rappresentante dei Joint Chiefs con un suggerimento: c’erano armi di gran lunga meno costose e disponibili negli arsenali turchi che potevano raggiungere i ribelli siriani in pochi giorni, e senza viaggiare su nave’. Ma non era solo la CIA che se ne avvantaggiava. ‘Abbiamo lavorato con i turchi di cui sapevamo non essere fedeli a Erdogan’, ha detto il consigliere, ‘e gli abbiamo fatto inviare ai jihadisti in Siria tutte le armi obsolete degli arsenali, comprese le carabine M1 che non si vedevano dalla guerra di Corea e molte armi sovietiche. Fu un messaggio che Assad poteva capire: “Abbiamo il potere di diminuire l’attuazione della politica presidenziale”‘. Il JCS, secondo Hersh, minava il suo Comandante in Capo. Cioè, probabilmente, di tradimenti la storia degli Stati Uniti è piena di esempi, con capi militari che spingevano in direzioni molto diverse da quelle dei loro comandanti civili. Truman contro Douglas MacArthur è solo un esempio. Pensate alla chiusura della prigione di Guantanamo, che i militari attivamente impediscono da sette anni ormai, nonostante promessa, richiesta e ordine di Obama di chiudere Gitmo.
Max Fisher, un critico di Hersh non noto per un giornalismo serio, sostiene che il resoconto di Hersh sia falso perché Dempsey non era contro l’armamento degli insorti, e aveva anche chiesto pubblicamente di dargli le armi: “Hersh sostiene che la mente di tale complotto sia stato il presidente dei Joint Chiefs Martin Dempsey, che secondo Hersh era inorridito dal piano di Obama di armare i ribelli siriani e cercò di aiutare Assad. Questa affermazione è difficile da credere: Mentre era in carica, Dempsey notoriamente e pubblicamente si scontrava con Obama sulla Siria perché Dempsey voleva dare più armi ai ribelli siriani. I resoconti contemporanei dalla Casa Bianca lo supportano, con Dempsey sostenere che gli USA dovevano armare di più i ribelli siriani, e Obama sostenerli meno. Eppure Hersh afferma, senza alcuna prova, che Dempsey era così contrario ad armare i ribelli siriani che avrebbe commesso un evidente atto di tradimento sovvertendo tali piani. Hersh non fa alcuno sforzo per conciliare tale contraddizione apparentemente fatale, e in effetti non è chiaro se Hersh sia consapevole del fatto che Dempsey sia noto per aver sostenuto piuttosto, che contrastato, gli sforzi per armare i ribelli siriani”. Hersh naturalmente sa perfettamente ciò che disse e pensava Dempsey all’inizio del 2013. E non si esentava dal criticarlo. Dempsey sostenne all’inizio del 2013 che il Pentagono doveva dare armi a pochi ribelli attentamente controllati: “Testimoniando alla Commissione del Senato sui Servizi Armati, il segretario alla Difesa Leon E. Panetta riconobbe che lui e il presidente del Joint Chiefs of Staff, Generale Martin E. Dempsey, sostennero un piano lo scorso anno per armare dei ribelli siriani accuratamente controllati.
“… il Pentagono”, McCain continuava, “sostiene la raccomandazione di Clinton e Petraeus “di mettere le armi a disposizione della resistenza in Siria? L’ha sostenuto?”
“L’abbiamo fatto”, aveva detto Panetta.
“L’ha sostenuto”, aveva detto McCain.
“L’abbiamo fatto”, aggiunse il Generale Dempsey”.
Il piano del Pentagono fu liquidato dalla Casa Bianca a favore delle operazioni della CIA. Questo scambio allora non contraddice, ma supporta l’indicazione di Hersh. Spiego meglio il contesto. All’inizio del 2013 Dempsey sapeva perfettamente che la CIA riforniva, direttamente o indirettamente, tutti coloro che in Siria chiedevano armi e munizioni. Tali armi andavano semplicemente ai jihadisti dei gruppi meglio finanziati. Poiché il programma della CIA era segreto, naturalmente Dempsey non poteva dirlo in un’audizione pubblica del Congresso. Ma Dempsey voleva dare le armi ai “ribelli siriani attentamente controllati” sostituendo il programma della CIA con un programma del Pentagono sotto il suo comando. Avrebbe poi potuto dirigere il flusso di armi ed impedire l’ulteriore armamento dei terroristi islamici. Dempsey sosteneva un programma del Pentagono per armare i ribelli in modo da poterne controllare l’armamento, che già avveniva nell’ambito del programma della CIA creando problemi a lungo termine. Quando il dirottamento del programma di armamento della CIA fallì, Dempsey e il JCS cercarono di sabotarlo fornendo vecchie armi turche alla CIA. Solo molto più tardi al Pentagono si permise di eseguire il programma di addestramento e armamento dei propri gruppi di ribelli siriani. Ma era parallelo al programma della CIA e quindi era inutile per gli scopi che Dempsey aveva inizialmente previsto. Non sostituì il pericoloso programma della CIA. Il Pentagono quindi sabotò il proprio programma addestrando solo pochi ribelli inviandoli in un’area infestata dai jihadisti, che prontamente consegnarono le armi a Jabhat al-Nusra, rivelando pubblicamente la principale critica di Dempsey al lungo programma della CIA: che infine le armi inviate in Siria finivano nelle mani dei vecchi nemici degli Stati Uniti. Capisco che la fonte di Hersh sia piuttosto debole. La sua fonte principale diretta e unica della storia dei JCS è un “ex-consigliere del Joint Chief”, che potrebbe essere militare o civile. Il colonnello Pat Lang, una delle fonti indicate da Hersh su altri punti dell’articolo, pensa che la fonte sia reale e la storia vera. Lang, che a volte si consulta ancora coi militari, ha sicuramente abbastanza connessioni privilegiate per avere un quadro abbastanza chiaro del problema. E’ bene criticare Hersh. I suoi articoli si basano spesso su fonti anonime. Ma tutta la sua carriera dimostra che aveva ragione il più delle volte sui suoi critici. Qui la critica Hersh si basa su una visione ottusa di ciò che Dempsey dichiarò a un’audizione pubblica, senza tener conto del contesto della dichiarazione. Dempsey ha voluto sostituire l’allora ancora segreto programma di armamenti della CIA che DIA e altre componenti delle forze armate avevano giustamente trovato una via molto pericolosa. Il Pentagono di Dempsey, temendo che la CIA ripetesse i soliti errori, lottava contro la CIA del neocon Petraeus e del grande amico dell’Arabia Saudita John Brennan. Purtroppo la Casa Bianca ha sostenuto la CIA e, quindi, più o meno volontariamente s’è alleata con lo Stato islamico e le altre varie organizzazioni jihadiste (.pdf) in Siria. Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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