News, Dati, Eventi finanziari amico caro, te lo dico da amico, fatti li.... qui e' tutta malvivenza (1 Viewer)

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C’è del marcio in Arabia Saudita

dicembre 11, 2015 Lascia un commento

F. William Engdahl New Eastern Outlook 08/12/2015
Nelle ultime settimane una nazione dopo l’altra si accoda, letteralmente, al tiro al piccione conosciuto, erroneamente, come guerra in Siria, apparentemente contro lo Stato islamico. La domanda più cercata e più temuta è dove porterà tale frenesia bellica, e come può essere fermata prima di trascinare l’intero pianeta nella guerra mondiale? Il 30 settembre, rispondendo ad un invito formale o richiesta dal presidente legittimo della Repubblica araba siriana, la Federazione russa iniziava una campagna di bombardamenti, inizialmente molto efficace a sostegno del governo siriano. Il 13 novembre in seguito agli attacchi terroristici rivendicati dallo SIIL a Parigi, il presidente francese proclamava la Francia “in stato di guerra” e inviava la sua unica portaerei, la Charles de Gaulle, in Siria per unirsi alla battaglia immediatamente. Poi il 4 dicembre, il parlamento tedesco ha approvato l’invio di 1200 soldati e 6 jet Tornado per “aiutare” la Francia. Rapporti dalla Germania dicono che i tedeschi non collaboreranno con la Russia o il regime di Assad, ma con il comando CentCom in Florida e il quartier generale della coalizione, non a Damasco, ma in Quwayt. La stessa settimana il parlamento inglese approvava l’invio di aerei e forze per “combattere lo SIIL” in Siria. Ancora una volta possiamo essere sicuri che non aiuteranno la causa della Russia collaborando con l’esercito siriano per ripristinare la sovranità in Siria. Poi la testa calda del presidente turco Recep Erdogan, fresco del criminale abbattimento premeditato del Su-24 russo in Siria, inviava carri armati turchi nella regione petrolifera di Mosul dell’Iraq, contro le veementi proteste del governo iracheno. E si sono aggiunti a questo caos gli Stati Uniti sostenendo che i loro aerei bombardano chirurgicamente i siti dello SIIL da più di un anno, col solo risultato di fare espandere i territori controllati da SIIL e altri gruppi terroristici. Se prendiamo un minuto facendo un passo indietro e riflettere si può facilmente capire che il mondo letteralmente impazzisce, con la Siria che semplicemente innesca una situazione peggiore che potrebbe distruggere il nostro bel pianeta pacifico.
Qualcosa d’importante manca
Nelle ultime settimane ero sempre più insoddisfatto dalle spiegazioni generali su chi in realtà tiri le fila della trama mediorientale o più precisamente delle trame, fino al punto di riesaminare le mie precedenti opinioni sul ruolo dell’Arabia Saudita. Dal giugno 2015 l’incontro a sorpresa a San Pietroburgo tra il presidente russo Putin e il ministro della Difesa saudita principe Salman, la monarchia saudita dava l’impressione di un attento riavvicinamento con l’ex-arcinemica Russia, anche discutendo dell’acquisto per 10 miliardi di dollari di equipaggiamenti militari e impianti nucleari russi, e il possibile “faccia a faccia” di Putin con il re saudita Salman. Il lungo corteo di capi sauditi a Mosca e Sochi negli ultimi mesi, per incontrare il Presidente Putin, dava l’impressione di una versione moderna del viaggio del 1077 dell’imperatore del Sacro Romano Enrico IV per incontrare Papa Gregorio VII nel castello di Canossa, e chiedere la revoca dello scomunica. Questa volta sembrava che i sovrani del Golfo avessero il ruolo di Enrico IV, e Vladimir Putin quello del Papa. O almeno così sembrava. Almeno lo credevo, al momento. Come molti eventi politici globali, era ingannevole e menzognero. Ciò che oggi emerge, soprattutto dall’agguato deliberato dei turchi all’aviogetto Su-24 russo nello spazio aereo siriano, è che la Russia non combatte una guerra solo contro i terroristi dello SIIL, né contro i sostenitori dello SIIL in Turchia. La Russia affronta, forse inconsapevolmente, un complotto molto più pericoloso. Dietro la trama vi è il ruolo occulto dell’Arabia Saudita e del suo nuovo monarca, re Salman bin Abdulaziz al-Saud, e del figlio, il ministro della Difesa principe Salman.
La ‘politica interventista impulsiva’ saudita
I media tedeschi hanno ampiamente riportato stime dell’intelligence tedesca BND. La BND è la versione tedesca della CIA. Il rapporto della BND, tra le altre cose, si concentra sul ruolo crescente del figlio del re, il 30enne principe Muhamad bin Salman. Riferendosi al ruolo del principe la BND dichiara, “L’attuale posizione diplomatica prudente dei membri anziani della famiglia reale saudita sarà sostituita da una politica d’intervento impulsiva“. Il principe Salman è ministro della Difesa e ha portato il Regno, all’inizio dello scorso marzo, nella folle guerra denominata “operazione Tempesta Decisiva” contro il vicino Yemen. I sauditi dirigono una coalizione di Stati arabi che comprende Egitto, Marocco, Giordania, Sudan, Emirati Arabi Uniti, Quwayt, Qatar e Bahrayn. Il principe è anche capo del Consiglio economico saudita, che ha creato. Il nuovo re, Salman, non è il tizio benevolo che il suo staff di PR cerca di dipingere. Nel mio prossimo libro, L’egemone perduto: coloro che gli dei distruggeranno, documento in dettaglio che da quando il capostazione della CIA di Cairo, Miles Copeland, organizzò il trasferimento dei Fratelli musulmani, banditi in Egitto per un presunto tentativo di assassinio di Nasser, in Arabia Saudita nei primi anni ’50, c’è il matrimonio perverso tra monarchia saudita e organizzazioni terroristiche “islamiste”. Come ha detto John Loftus, ex-funzionario del dipartimento di Giustizia, dall’unione tra Fratelli musulmani d’Egitto e il rigorismo islamico saudita, “si fusero le dottrine naziste con lo strano culto islamico del wahhabismo“. La CIA di Allen Dulles convinse segretamente la monarchia saudita, nel 1954, a ricostruire i banditi Fratelli musulmani, fondendo la fratellanza con l’ultra-fondamentalismo wahhabita saudita, naturalmente, col sostegno delle vaste ricchezze petrolifere saudite. La CIA previde che i sauditi utilizzassero i Fratelli musulmani come arma nel mondo musulmano contro le temute incursioni sovietiche. Il giovane terrorista fanatico Usama bin Ladin sarebbe poi nato da tale matrimonio infernale tra Fratellanza e wahhabismo saudita. Re Salman partecipò alla creazione di al-Qaida, come fu poi soprannominato dai media. Il suo coinvolgimento risale alla fine degli anni ’70, quando governatore di Riyadh fu nominato capo degli importanti enti di beneficenza sauditi conservatori, che poi finanziarono al-Qaida in Afghanistan e Bosnia. Salman lavorò intensamente al finanziamento di ciò che divenne al-Qaida, insieme al ‘gestore’ di bin Ladin, l’allora capo dei servizi segreti sauditi principe Turqi al-Faysal, e alla Lega musulmana mondiale finanziata dai sauditi. Re Salman in quei giorni era l’Alto Commissario saudita per il soccorso della Bosnia-Erzegovina, una facciata di al-Qaida nei Balcani negli anni ’90. Secondo un’indagine delle Nazioni Unite, Salman negli anni ’90 trasferì più di 120 milioni di dollari da conti sotto suo controllo, così come dai conti personali, alla Third World Relief Agency, facciata di al-Qaida e canale principale per il contrabbando di armi ai combattenti di al-Qaida nei Balcani. Usama bin Ladin era direttamente coinvolto nelle operazioni di Salman. Durante l’invasione statunitense dell’Iraq nel 2003-4, al-Qaida entrò nel Paese guidata dal terrorista marocchino Abu Musab al-Zarqawi, che aveva giurato fedeltà ad al-Qaida, creando al-Qaida in Iraq che poi si proclamò Stato islamico in Iraq, precursore finanziato dai sauditi dello SIIL. Un documento declassificato della DIA del Pentagono dimostra che nell’agosto 2012 la DIA sapeva che la rivolta siriana sostenuta dagli Stati Uniti era dominata dai gruppi islamisti, come “salafiti, Fratelli musulmani e al-Qaida in Iraq“. Secondo l’autore Gerald Posner, il figlio di Salman, Ahmad bin Salman che morì nel 2002, aveva legami con al-Qaida.
L’impero del petrolio saudita
Se si segue la comparsa di al-Qaida in Iraq e la sua trasformazione in Stato islamico in Iraq e Siria (SIIL), tutte le tracce portano alle operazioni saudite risalenti alla fine degli anni ’70 che coinvolgono re Salman, il saudita Usama bin Ladin e il capo dell’intelligence saudita principe Turqi al-Faysal. Washington e CIA collaborarono con tale rete saudita, portando bin Ladin e altri sauditi in Pakistan ad addestrarsi con l’intelligence pakistana ISI, creando ciò che divennero i mujahidin afghani. I mujahidin furono creati dalle intelligence saudita, pakistana e statunitense per sconfiggere l’Armata Rossa nella guerra degli anni ’80 in Afghanistan, con l'”Operazione Ciclone” della CIA, il piano di Zbigniew Brzezinski per attirare Mosca nella “trappola per orsi” afghana e dare all’Unione Sovietica ciò che chiamò il suo “Vietnam”. Il cosiddetto SIIL in Iraq e Siria, così come al-Nusra di al-Qaida in Siria e varie altre bande terroristiche jihadiste, attaccate dalla Russia e dal governo di Damasco di Assad, hanno origine in Arabia Saudita, dalle attività di re Salman. Il re subì una conversione sulla via di Damasco, verso una visione del mondo pacifica quando diventò re, come suo figlio, principe Salman? Nonostante i segnali degli ultimi mesi secondo cui i sauditi avrebbero cessato di finanziare le organizzazioni terroristiche anti-Assad in Siria, è vero il contrario.
I sauditi dietro Erdogan
Molta attenzione negli ultimi tempi viene data, comprensibilmente, alla dittatura del delinquente turco Recep Tayyip Erdogan. Ciò è particolarmente vero in quanto la sua aviazione ha deliberatamente abbattuto l’aviogetto Su-24 russo sul territorio siriano, un atto di guerra. Pochi notano i legami di Erdogan e del suo AKP con la monarchia saudita. Secondo una ben informata fonte politica turca con cui parlai nel 2014, coinvolta nel tentativo di mediare la pace tra Assad e Erdogan, prima della campagna elettorale presidenziale dell’agosto 2014, Erdogan fu “unto” con un regalo di 10 miliardi di dollari dai sauditi. Dopo la vittoria alle elezioni presidenziali, Erdogan e il suo primo ministro Ahmet Davutoglu aprirono molti centri di addestramento segreti di ciò che fu chiamato SIIL. Sotto la supervisione di Hakan Fidan, il capo scelto da Erdogan dei servizi segreti (MIT), la Turchia organizzò campi d’addestramento dello SIIL e altri terroristi in Turchia che inviò e rifornì in Siria. Il finanziamento dell’operazione turca dello SIIL fu organizzato chiaramente da un amico personale di Erdogan, Yasin al-Qadi, banchiere saudita vicino alla casa reale, membro dei Fratelli musulmani, finanziere di Usama bin Ladin e al-Qaida dall’Afghanistan degli anni ’80. I campi di addestramento dei terroristi di Erdogan sostenuti dagli Stati Uniti e finanziati dai sauditi raccolsero 200000 terroristi mercenari da tutto il mondo, transitando dalla Turchia per condurre la “jihad” in Siria. Ma la jihad, ormai è chiaro, non riguarda Allah ma i soldi. La monarchia saudita è decisa a controllare i giacimenti di petrolio dell’Iraq e della Siria tramite lo SIIL. Vuole chiaramente controllare l’intero mercato mondiale del petrolio, prima mandando in bancarotta gli sfidanti produttori di scisto degli Stati Uniti, poi controllando attraverso la Turchia i flussi di petrolio di Iraq e Siria.
Missili TOW sauditi allo SIIL
Nel maggio 2014, il MIT trasferì ai terroristi dello SIIL in Siria, con convogli speciali, quantità di armi pesanti e nuovi pickup Toyota offerti dall’Arabia Saudita. Un esame approfondito dei video dell’agguato turco all’aviogetto Su-24 russo rivela che il caccia F-16 turco che l’aveva abbattuto fu supportato da due aerei AWACS consentendogli di colpirlo con un’esattezza molto difficile, impresa altrimenti impossibile contro un aereo agile come il Su-24. Uno degli aerei AWACS era un Boeing E-3A AWACS della Saudi Arabian Air Force decollato dalla base aerea di Riyadh, in Arabia Saudita. Poi, mentre un elicottero di soccorso russo accorse sul luogo dello schianto del Su-24, missili TOW sauditi lo distrussero. I sauditi avevano inviato 500 missili TOW, altamente efficaci, ai gruppi terroristici anti-Assad in Siria, il 9 ottobre. Ciò che abbiamo, dunque, non è una guerra dei russi contro il solo SIIL in Siria. Chi si nasconde dietro lo SIIL non è solo il regime criminale di Erdogan, ma ancor di più il regno dell’Arabia Saudita e i suoi alleati wahabiti di Quwayt, Emirati Arabi Uniti e Qatar. Nel vero senso, lo SIIL è semplicemente un'”esercito saudita sotto mentite spoglie“. Se eliminiamo la falsa copertura religiosa, ciò che emerge è la mossa saudita per afferrare alcune delle più grandi riserve di petrolio del mondo, nelle regioni sunnite dell’Iraq e della Siria, con il criminale regime turco nel ruolo di delinquente che svolge il lavoro sporco, da buttafuori di un bordello. Se Mosca non è consapevole di tale aspetto, corre il rischio di finire in una mortale “trappola per orsi”, che sempre più ricorda l’Afghanistan degli anni ’80. Ciò che puzza in Arabia Saudita non è lo sterco di cammello, è la monarchia delle teste calde re Salman e del principe Salman. Per decenni hanno finanziato il terrorismo sotto copertura religiosa, promuovendo la loro agenda privata plutocratica. Non hanno nulla a che fare con la religione ma solo con denaro e petrolio. Uno sguardo alla mappa dello SIIL dall’Iraq alla Siria dimostra che appunto mirano alle ricchezze petrolifere di questi due Stati sovrani. Il controllo saudita di questa ricchezza petrolifera attraverso i loro agenti dello SIIL, insieme al chiaro piano di eliminare la concorrenza statunitense degli scisti bituminosi, secondo Riyadh, renderebbe la monarchia saudita uno Stato molto più ricco, con i cui soldi sarà finalmente rispettata dai bianchi ricchi occidentali e dalla loro società. Questo è chiaramente un pensiero bovino. Non ci scommetta Salman. F. William Engdahl è consulente di rischio strategico e docente, laureato in Scienze Politiche all’Università di Princeton ed autore di best-seller su petrolio e geopolitica, in esclusiva per la rivista online “New Eastern Outlook“.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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C’è del marcio in Arabia Saudita

dicembre 11, 2015 Lascia un commento

F. William Engdahl New Eastern Outlook 08/12/2015
Nelle ultime settimane una nazione dopo l’altra si accoda, letteralmente, al tiro al piccione conosciuto, erroneamente, come guerra in Siria, apparentemente contro lo Stato islamico. La domanda più cercata e più temuta è dove porterà tale frenesia bellica, e come può essere fermata prima di trascinare l’intero pianeta nella guerra mondiale? Il 30 settembre, rispondendo ad un invito formale o richiesta dal presidente legittimo della Repubblica araba siriana, la Federazione russa iniziava una campagna di bombardamenti, inizialmente molto efficace a sostegno del governo siriano. Il 13 novembre in seguito agli attacchi terroristici rivendicati dallo SIIL a Parigi, il presidente francese proclamava la Francia “in stato di guerra” e inviava la sua unica portaerei, la Charles de Gaulle, in Siria per unirsi alla battaglia immediatamente. Poi il 4 dicembre, il parlamento tedesco ha approvato l’invio di 1200 soldati e 6 jet Tornado per “aiutare” la Francia. Rapporti dalla Germania dicono che i tedeschi non collaboreranno con la Russia o il regime di Assad, ma con il comando CentCom in Florida e il quartier generale della coalizione, non a Damasco, ma in Quwayt. La stessa settimana il parlamento inglese approvava l’invio di aerei e forze per “combattere lo SIIL” in Siria. Ancora una volta possiamo essere sicuri che non aiuteranno la causa della Russia collaborando con l’esercito siriano per ripristinare la sovranità in Siria. Poi la testa calda del presidente turco Recep Erdogan, fresco del criminale abbattimento premeditato del Su-24 russo in Siria, inviava carri armati turchi nella regione petrolifera di Mosul dell’Iraq, contro le veementi proteste del governo iracheno. E si sono aggiunti a questo caos gli Stati Uniti sostenendo che i loro aerei bombardano chirurgicamente i siti dello SIIL da più di un anno, col solo risultato di fare espandere i territori controllati da SIIL e altri gruppi terroristici. Se prendiamo un minuto facendo un passo indietro e riflettere si può facilmente capire che il mondo letteralmente impazzisce, con la Siria che semplicemente innesca una situazione peggiore che potrebbe distruggere il nostro bel pianeta pacifico.
Qualcosa d’importante manca
Nelle ultime settimane ero sempre più insoddisfatto dalle spiegazioni generali su chi in realtà tiri le fila della trama mediorientale o più precisamente delle trame, fino al punto di riesaminare le mie precedenti opinioni sul ruolo dell’Arabia Saudita. Dal giugno 2015 l’incontro a sorpresa a San Pietroburgo tra il presidente russo Putin e il ministro della Difesa saudita principe Salman, la monarchia saudita dava l’impressione di un attento riavvicinamento con l’ex-arcinemica Russia, anche discutendo dell’acquisto per 10 miliardi di dollari di equipaggiamenti militari e impianti nucleari russi, e il possibile “faccia a faccia” di Putin con il re saudita Salman. Il lungo corteo di capi sauditi a Mosca e Sochi negli ultimi mesi, per incontrare il Presidente Putin, dava l’impressione di una versione moderna del viaggio del 1077 dell’imperatore del Sacro Romano Enrico IV per incontrare Papa Gregorio VII nel castello di Canossa, e chiedere la revoca dello scomunica. Questa volta sembrava che i sovrani del Golfo avessero il ruolo di Enrico IV, e Vladimir Putin quello del Papa. O almeno così sembrava. Almeno lo credevo, al momento. Come molti eventi politici globali, era ingannevole e menzognero. Ciò che oggi emerge, soprattutto dall’agguato deliberato dei turchi all’aviogetto Su-24 russo nello spazio aereo siriano, è che la Russia non combatte una guerra solo contro i terroristi dello SIIL, né contro i sostenitori dello SIIL in Turchia. La Russia affronta, forse inconsapevolmente, un complotto molto più pericoloso. Dietro la trama vi è il ruolo occulto dell’Arabia Saudita e del suo nuovo monarca, re Salman bin Abdulaziz al-Saud, e del figlio, il ministro della Difesa principe Salman.
La ‘politica interventista impulsiva’ saudita
I media tedeschi hanno ampiamente riportato stime dell’intelligence tedesca BND. La BND è la versione tedesca della CIA. Il rapporto della BND, tra le altre cose, si concentra sul ruolo crescente del figlio del re, il 30enne principe Muhamad bin Salman. Riferendosi al ruolo del principe la BND dichiara, “L’attuale posizione diplomatica prudente dei membri anziani della famiglia reale saudita sarà sostituita da una politica d’intervento impulsiva“. Il principe Salman è ministro della Difesa e ha portato il Regno, all’inizio dello scorso marzo, nella folle guerra denominata “operazione Tempesta Decisiva” contro il vicino Yemen. I sauditi dirigono una coalizione di Stati arabi che comprende Egitto, Marocco, Giordania, Sudan, Emirati Arabi Uniti, Quwayt, Qatar e Bahrayn. Il principe è anche capo del Consiglio economico saudita, che ha creato. Il nuovo re, Salman, non è il tizio benevolo che il suo staff di PR cerca di dipingere. Nel mio prossimo libro, L’egemone perduto: coloro che gli dei distruggeranno, documento in dettaglio che da quando il capostazione della CIA di Cairo, Miles Copeland, organizzò il trasferimento dei Fratelli musulmani, banditi in Egitto per un presunto tentativo di assassinio di Nasser, in Arabia Saudita nei primi anni ’50, c’è il matrimonio perverso tra monarchia saudita e organizzazioni terroristiche “islamiste”. Come ha detto John Loftus, ex-funzionario del dipartimento di Giustizia, dall’unione tra Fratelli musulmani d’Egitto e il rigorismo islamico saudita, “si fusero le dottrine naziste con lo strano culto islamico del wahhabismo“. La CIA di Allen Dulles convinse segretamente la monarchia saudita, nel 1954, a ricostruire i banditi Fratelli musulmani, fondendo la fratellanza con l’ultra-fondamentalismo wahhabita saudita, naturalmente, col sostegno delle vaste ricchezze petrolifere saudite. La CIA previde che i sauditi utilizzassero i Fratelli musulmani come arma nel mondo musulmano contro le temute incursioni sovietiche. Il giovane terrorista fanatico Usama bin Ladin sarebbe poi nato da tale matrimonio infernale tra Fratellanza e wahhabismo saudita. Re Salman partecipò alla creazione di al-Qaida, come fu poi soprannominato dai media. Il suo coinvolgimento risale alla fine degli anni ’70, quando governatore di Riyadh fu nominato capo degli importanti enti di beneficenza sauditi conservatori, che poi finanziarono al-Qaida in Afghanistan e Bosnia. Salman lavorò intensamente al finanziamento di ciò che divenne al-Qaida, insieme al ‘gestore’ di bin Ladin, l’allora capo dei servizi segreti sauditi principe Turqi al-Faysal, e alla Lega musulmana mondiale finanziata dai sauditi. Re Salman in quei giorni era l’Alto Commissario saudita per il soccorso della Bosnia-Erzegovina, una facciata di al-Qaida nei Balcani negli anni ’90. Secondo un’indagine delle Nazioni Unite, Salman negli anni ’90 trasferì più di 120 milioni di dollari da conti sotto suo controllo, così come dai conti personali, alla Third World Relief Agency, facciata di al-Qaida e canale principale per il contrabbando di armi ai combattenti di al-Qaida nei Balcani. Usama bin Ladin era direttamente coinvolto nelle operazioni di Salman. Durante l’invasione statunitense dell’Iraq nel 2003-4, al-Qaida entrò nel Paese guidata dal terrorista marocchino Abu Musab al-Zarqawi, che aveva giurato fedeltà ad al-Qaida, creando al-Qaida in Iraq che poi si proclamò Stato islamico in Iraq, precursore finanziato dai sauditi dello SIIL. Un documento declassificato della DIA del Pentagono dimostra che nell’agosto 2012 la DIA sapeva che la rivolta siriana sostenuta dagli Stati Uniti era dominata dai gruppi islamisti, come “salafiti, Fratelli musulmani e al-Qaida in Iraq“. Secondo l’autore Gerald Posner, il figlio di Salman, Ahmad bin Salman che morì nel 2002, aveva legami con al-Qaida.
L’impero del petrolio saudita
Se si segue la comparsa di al-Qaida in Iraq e la sua trasformazione in Stato islamico in Iraq e Siria (SIIL), tutte le tracce portano alle operazioni saudite risalenti alla fine degli anni ’70 che coinvolgono re Salman, il saudita Usama bin Ladin e il capo dell’intelligence saudita principe Turqi al-Faysal. Washington e CIA collaborarono con tale rete saudita, portando bin Ladin e altri sauditi in Pakistan ad addestrarsi con l’intelligence pakistana ISI, creando ciò che divennero i mujahidin afghani. I mujahidin furono creati dalle intelligence saudita, pakistana e statunitense per sconfiggere l’Armata Rossa nella guerra degli anni ’80 in Afghanistan, con l'”Operazione Ciclone” della CIA, il piano di Zbigniew Brzezinski per attirare Mosca nella “trappola per orsi” afghana e dare all’Unione Sovietica ciò che chiamò il suo “Vietnam”. Il cosiddetto SIIL in Iraq e Siria, così come al-Nusra di al-Qaida in Siria e varie altre bande terroristiche jihadiste, attaccate dalla Russia e dal governo di Damasco di Assad, hanno origine in Arabia Saudita, dalle attività di re Salman. Il re subì una conversione sulla via di Damasco, verso una visione del mondo pacifica quando diventò re, come suo figlio, principe Salman? Nonostante i segnali degli ultimi mesi secondo cui i sauditi avrebbero cessato di finanziare le organizzazioni terroristiche anti-Assad in Siria, è vero il contrario.
I sauditi dietro Erdogan
Molta attenzione negli ultimi tempi viene data, comprensibilmente, alla dittatura del delinquente turco Recep Tayyip Erdogan. Ciò è particolarmente vero in quanto la sua aviazione ha deliberatamente abbattuto l’aviogetto Su-24 russo sul territorio siriano, un atto di guerra. Pochi notano i legami di Erdogan e del suo AKP con la monarchia saudita. Secondo una ben informata fonte politica turca con cui parlai nel 2014, coinvolta nel tentativo di mediare la pace tra Assad e Erdogan, prima della campagna elettorale presidenziale dell’agosto 2014, Erdogan fu “unto” con un regalo di 10 miliardi di dollari dai sauditi. Dopo la vittoria alle elezioni presidenziali, Erdogan e il suo primo ministro Ahmet Davutoglu aprirono molti centri di addestramento segreti di ciò che fu chiamato SIIL. Sotto la supervisione di Hakan Fidan, il capo scelto da Erdogan dei servizi segreti (MIT), la Turchia organizzò campi d’addestramento dello SIIL e altri terroristi in Turchia che inviò e rifornì in Siria. Il finanziamento dell’operazione turca dello SIIL fu organizzato chiaramente da un amico personale di Erdogan, Yasin al-Qadi, banchiere saudita vicino alla casa reale, membro dei Fratelli musulmani, finanziere di Usama bin Ladin e al-Qaida dall’Afghanistan degli anni ’80. I campi di addestramento dei terroristi di Erdogan sostenuti dagli Stati Uniti e finanziati dai sauditi raccolsero 200000 terroristi mercenari da tutto il mondo, transitando dalla Turchia per condurre la “jihad” in Siria. Ma la jihad, ormai è chiaro, non riguarda Allah ma i soldi. La monarchia saudita è decisa a controllare i giacimenti di petrolio dell’Iraq e della Siria tramite lo SIIL. Vuole chiaramente controllare l’intero mercato mondiale del petrolio, prima mandando in bancarotta gli sfidanti produttori di scisto degli Stati Uniti, poi controllando attraverso la Turchia i flussi di petrolio di Iraq e Siria.
Missili TOW sauditi allo SIIL
Nel maggio 2014, il MIT trasferì ai terroristi dello SIIL in Siria, con convogli speciali, quantità di armi pesanti e nuovi pickup Toyota offerti dall’Arabia Saudita. Un esame approfondito dei video dell’agguato turco all’aviogetto Su-24 russo rivela che il caccia F-16 turco che l’aveva abbattuto fu supportato da due aerei AWACS consentendogli di colpirlo con un’esattezza molto difficile, impresa altrimenti impossibile contro un aereo agile come il Su-24. Uno degli aerei AWACS era un Boeing E-3A AWACS della Saudi Arabian Air Force decollato dalla base aerea di Riyadh, in Arabia Saudita. Poi, mentre un elicottero di soccorso russo accorse sul luogo dello schianto del Su-24, missili TOW sauditi lo distrussero. I sauditi avevano inviato 500 missili TOW, altamente efficaci, ai gruppi terroristici anti-Assad in Siria, il 9 ottobre. Ciò che abbiamo, dunque, non è una guerra dei russi contro il solo SIIL in Siria. Chi si nasconde dietro lo SIIL non è solo il regime criminale di Erdogan, ma ancor di più il regno dell’Arabia Saudita e i suoi alleati wahabiti di Quwayt, Emirati Arabi Uniti e Qatar. Nel vero senso, lo SIIL è semplicemente un'”esercito saudita sotto mentite spoglie“. Se eliminiamo la falsa copertura religiosa, ciò che emerge è la mossa saudita per afferrare alcune delle più grandi riserve di petrolio del mondo, nelle regioni sunnite dell’Iraq e della Siria, con il criminale regime turco nel ruolo di delinquente che svolge il lavoro sporco, da buttafuori di un bordello. Se Mosca non è consapevole di tale aspetto, corre il rischio di finire in una mortale “trappola per orsi”, che sempre più ricorda l’Afghanistan degli anni ’80. Ciò che puzza in Arabia Saudita non è lo sterco di cammello, è la monarchia delle teste calde re Salman e del principe Salman. Per decenni hanno finanziato il terrorismo sotto copertura religiosa, promuovendo la loro agenda privata plutocratica. Non hanno nulla a che fare con la religione ma solo con denaro e petrolio. Uno sguardo alla mappa dello SIIL dall’Iraq alla Siria dimostra che appunto mirano alle ricchezze petrolifere di questi due Stati sovrani. Il controllo saudita di questa ricchezza petrolifera attraverso i loro agenti dello SIIL, insieme al chiaro piano di eliminare la concorrenza statunitense degli scisti bituminosi, secondo Riyadh, renderebbe la monarchia saudita uno Stato molto più ricco, con i cui soldi sarà finalmente rispettata dai bianchi ricchi occidentali e dalla loro società. Questo è chiaramente un pensiero bovino. Non ci scommetta Salman. F. William Engdahl è consulente di rischio strategico e docente, laureato in Scienze Politiche all’Università di Princeton ed autore di best-seller su petrolio e geopolitica, in esclusiva per la rivista online “New Eastern Outlook“.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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pubblicato da Fabio Lugano

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Siamo ormai una colonia e il risparmio italiano, il più grande del mondo dopo il Giappone, è IL TACCHINO RIPIENO da servire per l’ANNO DEL RINGRAZIAMENTO che si annuncia essere il 2016. Di Marco Santero

Barbagallo, Capo del Dipartimento di Vigilanza Bancaria e Finanziaria della Banca D’Italia, è stato ascoltato dalla Sesta Commissione Finanze della Camera dei Deputati nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul sistema bancario italiano….
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Euro crisis 13 dicembre 2015 pubblicato da Maurizio Gustinicchi
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Flash: AREZZO FUORI DALL’EURO (code agli sportelli bancari)

L’Euro protegge i risparmi! Detto questo, quello che sta accadendo oggi ad Arezzo deve essere davvero qualcosa di anomalo, tutti i cittadini stanno correndo in banca a ritirare i propri…
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crisi 13 dicembre 2015
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La Leopolda ai tempi dei salvataggi bancari…

Articolo 47 La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito. Favorisce l’accesso del risparmio popolare alla proprietà dell’abitazione, alla…
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attualita' 12 dicembre 2015 pubblicato
 
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senza parte politica,,,,,,,,mi ricordo una''''utente'''' che apostrofava con un epiteto, chi votava in un certo modo.......nn commento l intellighenghia della persona..........del tutto superfluo
 

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Orizzonte48


Le Istituzioni riflettono la società o esse "conformano" la società e ne inducono la struttura? In democrazia, la risposta dovrebbe essere la prima. Ma c’è sempre l'ombra della seconda...il "potere" tende a perpetuarsi, forzando le regole che, nello Stato "democratico di diritto" ne disciplinano la legittimazione. Ultimamente, poi, la seconda si profila piuttosto...ingombrante, nella sintesi "lo vuole l'Europa". Ma non solo. Per capire il fenomeno, useremo la analisi economica del diritto.
























































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sabato 12 dicembre 2015

TRA UNIONE BANCARIA E BAIL-IN- 1.IL GIUBILEO DEGLI "AVANZI" E DEGLI ESCLUSI. IN €UROPA.




papa_francesco_spending_review-620x350-2.jpg

[FONT="georgia" ]
[/FONT]
[FONT="georgia" ]1. Comincerei da un aspetto generale dell'attuale crack delle 4 banche che hanno fatto ricorso al [B][URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2015/12/bail-in-e-risvegli-tardivi-la-sub.html"]bail-in anticipato[/URL][/B]; che, dal 2016, riguarderà invece potenzialmente tutti i risparmiatori italiani, quindi su una scala immensamente maggiore di quella che, già oggi, sta provocando tanto scalpore.[/FONT]
[FONT="georgia" ]Di questo aspetto avevamo parlato del post [URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2014/07/basta-casta-il-falso-movimento-delle.html"]BASTA-CASTA: IL "FALSO MOVIMENTO" DELLE OLIGARCHIE OCCULTATRICI DELLE CAUSE DELLA CRISI[/URL].[/FONT]
[FONT="georgia" ]Vediamo di capirne gli sviluppi e le "applicazioni" alla situazione attuale, che è quella di [URL="https://www.blogger.com/"]u[/URL]na incontrollabilità generalizzata della effettiva capitalizzazione del sistema bancario italiano, affetto da una montagna di so[FONT="georgia" ]ff[/FONT]erenze incagli e non performing loans, che, [B]ufficialmente, ammontano a 181 miliardi [/B](dato di gennaio [FONT="georgia" ]2015[/FONT]! E non può che essere peggiorato). [URL="http://www.huffingtonpost.it/2015/02/14/bad-bank-lobby_n_6683304.html"]Ma che, in prospettiva pratica, porta a cifre ben maggiori:[/URL][/FONT]

[FONT="georgia" ][URL="https://www.abi.it/DOC_Info/Comunicati-stampa/Rapporto_mensile_gennaio_2015.pdf"]"Secondo l’ultimo rapporto mensile dell’Abi (gennaio 2015)[/URL], in sette anni di crisi le sofferenze lorde hanno raggiunto il record di 181 miliardi di euro. In percentuale agli impieghi totali siamo ormai al 9,5% (7,8% un anno fa; 2,8% a fine 2007), che sale al 16% per i piccoli operatori economici (13,6% l’anno scorso; 7,1% a fine 2007), al 15,9% per le imprese (12,6% un anno fa; 3,6% a fine 2007) e si attesta al 6,9% per le famiglie (6,3% a novembre 2013; 2,9% a fine 2007).[/FONT]​
[FONT="georgia" ][IMG]http://i.huffpost.com/gen/2613892/thumbs/o-SCHERMATA-570.jpg[/IMG][/FONT]
[INDENT] [FONT="georgia" ][B]Centoottantuno miliardi di sofferenze lorde significa che il totale dei Non Performing Loans (NPL), i crediti deteriorati (sconfinanti, ristrutturati, incagli e sofferenze) per i quali la riscossione è a rischio e a fronte dei quali le banche devono effettuare accantonamenti prudenziali, raggiunge l’incredibile cifra di 320-330 miliardi di euro, pari al 16% [/B]di tutto il credito bancario in circolazione in Italia.Un trend confermato dagli ultimi dati sui bilanci 2014.[/FONT]


[FONT="georgia" ]Consideriamo un numero. Se le prime 11 banche italiane avessero un bilancio 2014 unico avrebbero un margine operativo (ricavi meno costi) pari a 24 miliardi e rettifiche su crediti pari a 25. [B]In pratica alcune banche italiane hanno lavorato a vuoto nel 2014, altre hanno pesantemente distrutto valore[/B]. Quanto si può andare avanti così? [/FONT]
[/INDENT] [FONT="georgia" ][IMG]http://i.huffpost.com/gen/2613890/thumbs/o-RETTIFICHE-570.jpg[/IMG] [/FONT]
[INDENT] [FONT="georgia" ]Il problema è che le esigenze di un intervento di sistema erano già evidenti 2-3 anni fa. [B]La montagna delle sofferenze cresce almeno dal 2009 ad un tasso del 20-30% annuo[/B] senza poterle cedere sul mercato perché “[U][B]i prezzi offerti sono troppo bassi e se accettati finirebbero per generare pesanti minusvalenze sui bilanci delle banche che hanno bassa copertura nel monte rettifiche accantonato[/B][/U]”, continua Bolognini. [/FONT]
[FONT="georgia" ]In più il portafoglio immobiliare, molto vasto in Italia, è da anni che non viene sufficientemente classificato e svalutato."[/FONT]
[/INDENT]

[FONT="georgia" ]2. Tralasciamo per il momento [B]l'invocato rimedio della bad-bank pubblico/privato[/B], [URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2015/02/bad-bank-welfare-bancario-supply-side-e.html"]su cui rinviamo a questo post; avvertendo che è evidente che agire su un effetto, cioè le insolvenze, senza rimediare al perchè queste si riproducano inevitabilmente, rimanendo dentro l'UEM, determina gravi rischi di escussione della garanzia pubblica, quindi a carico dei contribuenti; perciò la bad-bank diviene in ultima battuta, un modo (dissimulato, ma inesorabile) per passare in mani estere il controllo dell'intero sistema bancario italiano "sopravvissuto"[/URL][/FONT]
[FONT="georgia" ] . [/FONT]
[FONT="georgia" ]Chiediamoci piuttosto: [B]da questa situazione è derivata una riduzione dei compensi dei manager e amministratori delegati coinvolti nella gestione della erogazione di questi crediti[/B], spesso con criteri che risultano, dalle cronache attuali, [URL="http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/ecco-chi-ha-spolpato-banca-etruria-feudo-massone-poi-cattolico-114821.htm"]palesemente colposi o peggio[/URL]?[/FONT]
[FONT="georgia" ]"Ruggisce la Chimera di Arezzo verso i 13 ricchi ex amministratori e 5 ex sindaci di Banca Etruria che invece probabilmente non restituiranno mai i 185 milioni che si sono auto-concessi con 198 posizioni di fido finiti in " sofferenza" e in "incaglio", settore che in banca curava Emanuele Boschi, fratello del super-ministro Maria Elena. [B]Né, visti i precedenti, restituiranno i 14 milioni riscossi di gettoni negli ultimi cinque anni[/B]." [/FONT]
[/INDENT]
[FONT="georgia" ][FONT="georgia" ]3. E ci dice un sindacalista del settore:[/FONT][/FONT]
[INDENT][FONT="georgia" ]"[URL="http://www.codacons.it/articoli/banche_crack_4_per_mala_gestionefabi_solo_vertici_sapevano_282655.html"]Quello che è successo ha due cause: malagestione e una politica spregiudicata da parte dei vertici delle banche [/URL]che volevano recuperare terreno a fronte di una carenza di liquidità", sintetizza ora Lando Sileoni, segretario generale della Federazione Autonoma Bancari Italiani. [/FONT]​
[FONT="georgia" ]"C'è un dato fondamentale - prosegue il sindacalista riferendosi all' intero sistema -, cioè che [B]l' 80% delle sofferenze è rappresentato da affidamenti, cioè decisioni prese dai vertici degli istituti. Questo ce lo dicono i dati di Bankitalia[/B]. I grandi gruppi premiano il rapporto diretto con le imprese e le industrie locali, mentre i lavoratori rispetto a queste decisioni non hanno nessuna responsabilità". [/FONT]
[FONT="georgia" ]Secondo i calcoli del Fabi, [B]il 70% dei dipendenti dei quattro istituti di credito avevano investito in azioni o obbligazioni delle stesse banche[/B]. "Non sapevano come andavano le cose, perché non avevano accesso ai dati sensibili. Piuttosto, ne era a conoscenza la Banca d' Italia. Prima del commissariamento, gli stessi vertici tranquillizzavano i dipendenti", conclude Sileoni, aggiungendo che "se avessero saputo qualcosa, i lavoratori avrebbero trasferito le informazioni al cliente". [/FONT]
[/INDENT]
[FONT="georgia" ]4. Sui [URL="http://www.ilgiornale.it/news/economia/i-guadagni-dei-banchieri-sulle-spalle-dei-risparmiatori-1203422.html"]compensi di executives vari delle banche[/URL] ma, come abbiamo appena visto, esclusi gli auto-affidamenti di credito (che poi diventa non restituibile) e i gettoni straordinari per partecipazione ai vari organi collegiali, rinviamo a questo articolo: [/FONT]
[FONT="georgia" ][URL="http://www.ilgiornale.it/news/economia/i-guadagni-dei-banchieri-sulle-spalle-dei-risparmiatori-1203422.html"]I guadagni dei banchieri sulle spalle dei risparmiatori[/URL][/FONT]
[FONT="georgia" ]"...ci sono alcuni dati oggettivi, alcune cifre che lasciano intendere quanto i banchieri in questi anni si siano arricchiti sulle spalle dei risparmiatori. Come sottolinea Marco Cobianchi di Panorma, nella sua rubrica [I]Truenumbers.tv [/I]spiega bene come i banchieri abbiano guadganato milioni di euro negli ultimi anni.
"La European Banking Authority (Eba) ha aggiornato i dati relativi al [B]numero di banchieri[/B] che nei vari[B] Paesi europei[/B], guadagnano [B]più di un milione l'anno[/B]. [/FONT]
[FONT="georgia" ][B]Per quanto riguarda l'Italia, rispetto al 2012, nel 2013 i banchieri ricchi sono passati da 109 a 138[/B]. [/FONT]
[FONT="georgia" ]La categoria più numerosa rappresentata è quella dei [B]banchieri d'investimento[/B]: in 70 possono festeggiare una busta paga milionaria. Altri 21 lavorano nel settore della gestione del risparmio, e 10 nell'asset management. Solo 6 banchieri del settore delle "normali" banche commerciali sono stati remunerati così generosamente. [/FONT]
[FONT="georgia" ]Ma, attenzione, [B]"più di un milione" significa che lo stipendio medio non è di poco superiore al milione, ma è di 1 milione 917mila euro,[/B] cioè quasi due. [/FONT]
[FONT="georgia" ]Per tutti vale - afferma - comunque la stessa regola: [B]lo stipendio fisso vale in busta paga molto meno dello stipendio variabile: complessivamente al primo sono andati 95,3 milioni di euro e alla seconda ben 169,2 milioni"[/B]. [/FONT]
[FONT="georgia" ]Poi Cobianchi aggiunge Giornale.it: [/FONT]
[FONT="georgia" ]"Queste remunerazioni non sono giustificabili in un momento in cui l'economia arranca. [B]Le buonuscite dei banchieri sono molto più indegne degli stipendi.[/B] [B]Vanno via lasciando disastri e buchi con 40 milioni di euro.[/B] [/FONT]
[FONT="georgia" ]Chi guadagna certe somme dovrebbe trasformare piccole banche in multinazionali. Invece avviene l'esatto contrario". Infine Cobianchi non assolve nessuno: "Nel caso di Etruria&Co., tutti hanno grandi responsabilità. Dai dirigenti agli sportellisti. Sapevano cosa stavano vendendo ma non hanno fatto neinte per evitare che i soldi dei clienti finissero nel nulla".[/FONT]
[/INDENT]

[FONT="georgia" ]5. Ora questo scenario, che non può che suscitare altro che [B]ben motivate preoccupazioni in tutti i risparmiatori italiani[/B], più che mai ci segnala [I][B]un'economia dell'esclusione[/B][/I][FONT="georgia" ].[/FONT][/FONT]
[FONT="georgia" ][B][FONT="georgia" ]C[/FONT]hi prende decisioni[/B], che si rivelano gravemente lesive della situazione patrimoniale di controparti più deboli, - trattandosi di piccoli risparmiatori in quella condizione di [URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2013/12/riflessioni-sulla-unione-bancaria-tra.html"]risparmio "diffuso" che l'art.47 Cost.[/URL] affida alla Repubblica (governo-parlamento) di tutelare come obiettivo prioritario-, risulta intangibile nella sua posizione di privilegio e di crescente (e ingiustificata) ricchezza[FONT="georgia" ].[/FONT][/FONT]
[FONT="georgia" ][B][FONT="georgia" ]C[/FONT]hi subisce [FONT="georgia" ]queste[/FONT] decisioni[/B] finisce per essere relegato in una tale condizione di impoverimento da vedere tradite tutte le sue legittime aspettative di una vita dignitosa. [B]Fino al [URL="http://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/dolore-moglie-luigino-angelo-difficile-dire-se-si-sia-114772.htm"]recente episodio di suicidio[/URL].[/B] [/FONT]
[FONT="georgia" ]Che [B]non [/B]è neppure un caso [B]isolato[/B]. [/FONT]


[I][B][FONT="georgia" ][URL="http://www.affaritaliani.it/cronache/crisi-continua-escalation-dei-suicidi-nel-2015-sono-gia-121-376764.html"]6. Crisi, continua l'escalation dei suicidi. Nel 2015 sono già 121.[/URL][/FONT][/B][/I]
[FONT="georgia" ]Dopo l’aumento esponenziale del numero di suicidi tra i disoccupati registrato lo scorso anno, il fenomeno (111 gli uomini che si sono tolti la vita, 10 le donne) sembra essere tornato ad interessare con maggiore forza gli [B]imprenditori[/B], che tornano a essere le prime vittime della crisi economica con [B]53 suicidi[/B] (nel semestre 2014 erano 46). [/FONT]
[/INDENT]
[INDENT] [FONT="georgia" ]Per il direttore dell’Osservatorio sui Suicidi dell’Università degli Studi Link Campus University, Nicola Ferrigni: “Tali dati confermano le drammatiche difficoltà, nonostante i recenti interventi legislativi in favore delle aziende, che vive oggi l’imprenditoria italiana, vittima non solo della generale crisi economica ma anche di una elevata pressione fiscale, inadeguata e controproducente per le imprese, soprattutto in questo momento storico”. [B]Quarantatré i casi tra i disoccupati e – cifra triplicata rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso – 19 tra i dipendenti, mentre 3 sono i pensionati[/B].[/FONT]
[/INDENT]

[FONT="georgia" ][FONT="georgia" ]7[/FONT]. A questo punto, c'è da interrogarsi se, nell'anno del Giubileo straordinario, l'attuale Papa sappia collegare questo imponente fenomeno di disperazione e di emarginazione "finale", che gli effetti dell'Unione bancaria €uropea rischiano di acuire in modo vertiginoso nei prossimi anni, alle sue stesse parole. Prendendo di conseguenza una posizione non equivoca.[/FONT]
[FONT="georgia" ]Il Pontefice, infatti, nella sua Esortazione Apostolica [URL="http://www.seminarioverona.it/?p=3288"]Evangelii Gaudium, al [/URL]paragrafo 53 ha affermato:[/FONT]
[FONT="georgia" ][/FONT]
[B][I][COLOR=black]“No a un’economia dell’esclusione[/COLOR][/I][/B][B][COLOR=black][/COLOR][/B]

[I][COLOR=black]"53. Così come il comandamento “non uccidere” pone un limite chiaro per assicurare il valore della vita umana, [B]oggi dobbiamo dire “no a un’economia dell’esclusione e della inequità[/B]”. Questa economia uccide. Non è possibile che non faccia notizia il fatto che muoia assiderato un anziano ridotto a vivere per strada, mentre lo sia il ribasso di due punti in borsa. Questo è esclusione. Non si può più tollerare il fatto che si getti il cibo, quando c’è gente che soffre la fame. Questo è inequità. Oggi tutto entra nel gioco della competitività e della legge del più forte, dove il potente mangia il più debole. Come conseguenza di questa situazione, [B]grandi masse di popolazione si vedono escluse ed emarginate: [/B]senza lavoro, senza prospettive, senza vie di uscita. Si considera l’essere umano in se stesso come un bene di consumo, che si può usare e poi gettare. Abbiamo dato inizio alla cultura dello “scarto” che, addirittura, viene promossa. [B]Non si tratta più semplicemente del fenomeno dello sfruttamento e dell’oppressione, ma di qualcosa di nuovo[/B]: con l’esclusione resta [B]colpita[/B], nella sua stessa radice, [B]l’appartenenza alla società[/B] in cui si vive, dal momento che in essa non si sta nei bassifondi, nella periferia, o senza potere, bensì si sta fuori. Gli esclusi non sono “sfruttati” ma rifiuti, “avanzi[/COLOR][/I][COLOR=black]”.”[/COLOR]

[FONT="georgia" ][FONT="georgia" ]8[/FONT]. L[FONT="georgia" ]'attiva[/FONT] consapevolezza delle conseguenze di un simile enunciato avrebbe non poche ricadute di "denuncia", da parte di una così ascoltata autorità religiosa, sulla situazione che in termini così evidenti [B]si sta profilando in Italia e, più estesamente, in tutta l'area euro[/B], sottoposta al metodo Cipro...[/FONT]
[FONT="georgia" ]E sottoli[FONT="georgia" ]neiamo proprio [FONT="georgia" ]dentro l[FONT="georgia" ]'[FONT="georgia" ]E[/FONT]uropa dell'area euro e prop[FONT="georgia" ]rio [FONT="georgia" ]in quella Italia che [FONT="georgia" ]così v[FONT="georgia" ]icina è agli occhi e alle orecchie del Pontefice...[/FONT][/FONT][/FONT][/FONT][/FONT][/FONT][/FONT][/FONT]
[FONT="georgia" ][FONT="georgia" ][FONT="georgia" ][FONT="georgia" ][FONT="georgia" ][FONT="georgia" ][FONT="georgia" ][FONT="georgia" ]Rammentando che, intanto[FONT="georgia" ]:[/FONT][/FONT][/FONT][/FONT][/FONT][/FONT][/FONT][/FONT][/FONT]
[I][B]Germania vuole il “bail-in” per la Grecia, ma per l’Austria è illegale[/B][/I]
[INDENT][FONT="georgia" ][FONT="georgia" ][FONT="georgia" ][FONT="georgia" ][FONT="georgia" ][FONT="georgia" ][FONT="georgia" ][FONT="georgia" ][FONT="georgia" ]Bruxelles – Come se i negoziati fra la Grecia e i suoi creditori non fossero già abbastanza difficili, ora ci pensa la piccola Carinzia a complicare ancora di più le cose e a far tremare l’Unione europea. Al centro c’è sempre [URL="http://www.eunews.it/2015/07/10/si-carinzia-di-grecia-e-intanto-la-germania-taglia-il-debito-allaustria/39147"]la vicenda tanto nota quanto inestricabile della banca Heta, “bad bank” nata dalle ceneri della disastrata Hypo Group Alpe Adria[/URL]. [/FONT][/FONT][/FONT][/FONT][/FONT][/FONT][/FONT][/FONT][/FONT]
[FONT="georgia" ][FONT="georgia" ][FONT="georgia" ][FONT="georgia" ][FONT="georgia" ][FONT="georgia" ][FONT="georgia" ][FONT="georgia" ][FONT="georgia" ][B]La Corte costituzionale austriaca ha dichiarato illegale il provvedimento con il quale il governo federale lo scorso anno aveva permesso il salvataggio della banca di Stato attraverso i soldi degli investitori (bail-in)[/B] per cancellare 890 milioni di debiti. Il problema è che il sistema di bail-in sta diventando sempre più popolare all’interno della legislazione bancaria europea e fra gli esperti sono in molti a pensare che, se un verdetto simile fosse stato espresso dalla Corte tedesca, il terremoto sarebbe stato quasi incontrollabile. [/FONT][/FONT][/FONT][/FONT][/FONT][/FONT][/FONT][/FONT][/FONT][/INDENT][FONT="georgia" ][FONT="georgia" ][FONT="georgia" ][FONT="georgia" ][FONT="georgia" ][FONT="georgia" ][FONT="georgia" ][FONT="georgia" ] [/FONT][/FONT][/FONT][/FONT][/FONT][/FONT][/FONT] [/FONT]
[FONT="georgia" ](1- continua) [/FONT]
[FONT="georgia" ][B][/B] [/FONT]


Pubblicato da [URL="https://www.blogger.com/profile/06816556453620678760"]Quarantotto [/URL]a 11:00 30 commenti: Invia tramite emailPostalo sul blogCondividi su TwitterCondividi su FacebookCondividi su Pinterest










giovedì 10 dicembre 2015

BAIL-IN E RISVEGLI TARDIVI: LA SUB-HOLDING ITALIA SUBISCE ANCORA




14926.jpg


[FONT="georgia" ][/FONT]
[FONT="georgia" ]1. La soluzione del [B]bail-in [U][I]anticipato[/I][/U][/B], in Italia, [B]rispetto alla entrata in vigore delle norme interne di recepimento della disciplina UE-M in tema di [URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2013/12/riflessioni-sulla-unione-bancaria-tra.html"]"Unione bancaria"[/URL][/B], introdotta (poi anche nella legge di stabilità) dal decreto "Morando" salva-banche (Banca Etruria, CariChieti, Cassa di Risparmio di Ferrara e Banca Marche), potrebbe stupire solo chi, e purtroppo sono molti, non ha voluto informarsi prima e crede che l'euro, e l'UE, NON siano il principale problema italiano.[/FONT]
[FONT="georgia" ]
[/FONT]
[FONT="georgia" ]Quest'ultima convinzione è mantenibile solo [URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2013/09/la-gabbia-cio-che-gli-uomini-debbano.html"]a condizione di rassegnarsi al condizionamento mediatico[/URL] su cui si regge il potere sovranazionale che condiziona, fin nei minimi dettagli, l'esercizio dei poteri pubblici e di governo in Italia. [/FONT]
[FONT="georgia" ]In sostanza, è una convinzione che si regge su quella [B]ignoranza idealistica[/B] per cui si crede che una spietata regolazione ordoliberista della società abbia a che fare qualcosa con la pace e la cooperazione in Europa.[/FONT]
[FONT="georgia" ]Ricordiamo, perchè ora più che mai, assume senso: [/FONT]
[FONT="georgia" ]«[I][B]Il controllo economico non è il semplice controllo di un settore della vita umana che possa essere separato dal resto[/B]; è il controllo dei mezzi per tutti i nostri fini. E chiunque abbia il controllo dei mezzi deve anche determinare quali fini debbano essere alimentati, quali valori vadano stimati […] in breve, ciò che gli uomini debbano credere e ciò per cui debbano affannarsi[/I]».[/FONT]

[FONT="georgia" ](F. von Hayek da "[URL="http://www.filosofico.net/hayek.htm"]Verso la schiavitù[/URL]", 1944).[/FONT]


[FONT="georgia" ]
[/FONT]
[FONT="georgia" ]2. Per capire, come l'attuale fenomeno di stupore e rabbia collettivi non siano altro che il [B]tardivo risveglio[/B] di ingenui e terrorizzati cittadini che si sono [B]rifiutati persino di tentare di capire,[/B] vi riportiamo alcuni passaggi dell'intervista rilasciata [URL="http://www.ilrestodelcarlino.it/ancona/banca-marche-dipendente-renzi-1.1556992"]da una impiegata bancaria di [/URL]Nuova’ Banca Marche spa. dopo aver scritto una lettera al capo del governo:[/FONT]

[FONT="helvetica neue" ]...«L’operazione che era stata inizialmente presentata dall’Abi, che avrebbe comportato decisamente meno problemi ai risparmiatori, [B]è stata rigettata dalla Commissione europea in quanto considerata appunto aiuto di Stato[/B]. Ma ho chiesto al premier: ‘Come può esserlo un [B]prestito ponte emesso da una cordata di istituti di credito assolutamente privati?[/B]’ Nessuno spiega cosa abbia indotto la commissione a definirli in tal senso e perché il nostro governo non abbia potuto far opposizione»[I].[/I][/FONT]
[FONT="helvetica neue" ]...«Lei si rende conto di quanto questa manovra peserà sulla nota e storica propensione al risparmio degli italiani? [B]Come possiamo fidarci, e qui parlo da risparmiatrice, di un Paese che non tutela i suoi stessi figli, ma che li sacrifica all’Europa[/B]? E in cambio di cosa? [/FONT]
[FONT="helvetica neue" ][B]Solo per portare sulla giacca la stellina dei più bravi della classe per essere una delle nazioni che meno hanno ricorso agli aiuti di Stato?[/B] [/FONT]
[FONT="helvetica neue" ]In una situazione del genere, sebbene forse sarebbe stato meglio [B]ricorrere alla Corte Europea[/B] per dimostrare l’infondatezza del principio su cui si è basato il rifiuto del piano dell’Abi da parte della Commissione, varare i Tremonti Bond ‘bis’ come per Monte dei Paschi di Siena sarebbe stato il male minore».[/FONT]
[FONT="helvetica neue" ]...«Sì, ho scritto: ‘Lei rappresenta l’Italia, noi ancora siamo cittadini italiani, e [B]non voglio credere che ormai la repubblica italiana non esista più e sia una semplice ‘succursale’ della casa madre Germania. [/B]Mi scusi se mi permetto di dare consigli o parziali ricette per cercare di risolvere almeno in parte questo enorme disastro, ma mi creda che dover parlare ogni giorno con azionisti e obbligazionisti è terribile, specie perché nessuno di noi dipendenti, ignari del dissesto fino al giorno del commissariamento, è in grado di giustificare come ottimi istituti siano riusciti a fare una fine così ingloriosa».[/FONT]


[FONT="georgia" ]3. Tutte cose sensate, non c'è dubbio.[/FONT]
[FONT="georgia" ]Ma questa stessa impiegata avrebbe avuto tutti i dati e le informazioni a disposizione per capire che [B]questa direzione inevitabile era stata già intrapresa dall'Italia ben prima del "pasticciaccio brutto" in questione[/B].[/FONT]

[IMG]https://pbs.twimg.com/media/CV4uV9mVAAA5fR2.jpg[/IMG]

[FONT="georgia" ]Solo a titolo di esempio, dato che anche da altre fonti avrebbe potuto informarsi e capire, se avesse voluto, - superando il barrage dei [URL="http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-03-20/-accordo-ue-unione-bancaria-subito-40percento-fondo-salva-banche-sara-condiviso-120538.shtml?uuid=ABsZfO4"]media ufficiali [/URL]intrisi di "ci vuole più €uropa" e pronti da sempre ad esaltare, sacralizzando ogni idea proveniente da Bruxelles o Francoforte, la "grande conquista" dell'Unione bancaria"-, riporto alcuni brani di post degli scorsi anni, esattamente sui temi che lei solleva oggi (facendolo precedere da un'opportuna citazione da fonte BCE):[/FONT]
La stabilità finanziaria in Europa e il progresso verso l’unione bancaria. Intervento di Jörg Asmussen, membro del Comitato esecutivo della BCE, a “The Way Forward for the Eurozone and Europe: A Conversation with European Policymakers”, organizzato da Brookings Institution e dal Center for the United States and Europe, Washington, 18 aprile 2013






[FONT="georgia" ][/FONT]
[B][FONT="georgia" ] 4. Sulla "[B][B][I]italianità[/I]"[/B] [B](only)[/B] [B]degli aiuti di Stato...[/B][/B][/FONT][/B]

[B][FONT="georgia" ] [/FONT][/B]

[B][FONT="georgia" ][URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2013/07/banche-concorrenza-eullala-aiuti-di.html"]BANCHE, CONCORRENZA E...ULLALA', "AIUTI DI STATO"[/URL] (29 luglio 2013)[/FONT][/B]

[FONT="georgia" ]"[FONT="verdana" ]Il settore bancario, poi, è quello che, essendo affidata la vigilanza di settore alle banche centrali nazionali, e non essendo completato il passaggio alla BCE della vigilanza "strategica" su tutto il sistema bancario UEM, soffre della maggior disattenzione possibile da parte della Commissione quanto al colpire posizioni di mercato abusive,[URL="http://www.blogger.com/"] "intese" restrittive della concorrenza (sanzionate in termini ridicoli),[/URL] e oligopoli che si allargano in funzione della, talvolta misteriosa, capacità di espansione di certi istituti.[/FONT][FONT="verdana" ]
[/FONT][/FONT][/B]

[FONT="verdana" ]Ma gli "[B]aiuti di Stato[/B]", quelli no: [B]quelli la Commissione, anche rispetto al sistema bancario, non li può tollerare.[/B]
La dimostrazione?
Almunia, il commisssario UE alla concorrenza, subito [URL="http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/almunia-sale-sul-montepaschi-e-cazzia-monti-e-saccomanni-governo-troppo-soft-su-mps-60311.htm"]se la prende con l'aiuto italiano, dato dal governo Monti, al Monte dei Paschi di Siena.[/URL]
"Per Bruxelles il piano di ristrutturazione di Mps e' troppo morbido sul fronte dei compensi dei manager, il taglio dei costi e il trattamento dei creditori'' e senza modifiche ''urgenti'' il commissario alla concorrenza, Joaquin Almunia, aprira' una procedura di infrazione della durata di sei mesi che potrebbe portare a sanzioni o al rimborso forzato dei 3,9 miliardi di Monti bond. Lo scrive il Financial Times dando notizia di una lettera di Almunia al ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni datata 16 luglio."[/FONT] [FONT="verdana" ]Tutto regolare, allora?[/FONT]
[FONT="verdana" ]
Mica tanto. L'Italia si ritrova, ancora una volta, [B]nella posizione di Fantozzi: "subisce ancora[/B]". [/FONT]
[FONT="verdana" ]Sempre e comunque. Tralasciamo, per carità di Patria (è proprio il caso di dirlo), il caso dei [URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2013/06/lo-scenario-bancario-frattalico.html"]salvataggi tedeschi alla propria industria bancaria[/URL]: ne abbiamo parlato molte volte.
E' interessante il secondo "lato" del "von Hayek per fessi", quello francese.
L'Italia è sotto procedura di infrazione per 3,9 miliardi di "Monti bond", cioè per il soccorso finanziario (che incrementa il debito pubblico, sia chiaro) dato a MPS.
E' "divertente", vedere il diverso atteggiamento della Commissione sui salvataggi bancari francesi, per dimensioni incomparabilmente superiori al caso MPS; e non certo meno recenti, cioè non considerabili sotto l'occhio post-Cipro ora usato dalla Commissione.
Facciamo un piccolo elenco dei "via libera" della Commissione rispetto alle operazioni di Hollande e, soprattutto, Banque de France (quella che "certifica", nel sistema STEP, il francesissimo mercato Euroclear, senza che la BCe si disturbi a "vigilare" troppo):
- per Credit Immobilier de France, nel febbraio 2013, la Commissione ha avallato un salvataggio sotto forma di garanzie pubbliche (equivalenti in teoria a debito pubblico, come gli stessi Monti bonds), per 16 miliardi;
- per Banque PSA, banca aziendale del realtivo gruppo automobilistico, sono state fornite analoghe garanzie per 7 miliardi. La Commissione, sempre a febbraio, ha fornito il suo consenso anche a questa operazione (che finanzia in sostanza la ristrutturazione anche del gruppo automobilistico e ha ridato "accesso ai mercati" all'istituto bancario);
- il gruppo franco-belga Dexia ha utilizzato garanzie pubbliche per 72 miliardi, che nell'anno in corso dovrebbero scendere (non si sa come) a 33 miliardi, mentre lo Stato francese ha finora fornito garanzie per, pensa tu, 39 miliardi (il che porta il tutto, pur sempre, a 10 volte il volume di intervento italiano su MPS). Che fa la Commissione? All'inizio del 2013 ha autorizzato la terza tranche di salvataggio, che dà allo Stato francese la qualità di azionista (obbligato a sostenere il previsto aumento di capitale di 5,5 miliardi), al 50,02%. L'Eliseo cosa fa? "Minimizza e smentisce", ma i tre salvataggi (limitandosi a questi), fino ad ora, gli sono costati circa 65 miliardi (miliardo più miliardo meno; tanto c'è Euroclear a tenere in piedi la baracca con liquidità nuova, in euro, della BCE). [/FONT][FONT="georgia" ][FONT="verdana" ]Insomma, [B][URL="http://it.finance.yahoo.com/blog/dietrolanotizia/l-ue-flessibile-con-francia-e-spagna-ma-125652262.html"]Commissione "inflessibile" con l'Italia[/URL]: tanto in effetti, l'euro pare che ce l'abbiamo solo noi
, mica più la Francia. E siamo pure euro-entusiasti.[/FONT]"[/FONT]


[FONT="georgia" ]5. [B]Sul "ricorrere" alla Corte UE[/B], anche solo tentando di ricevere un trattamento omogeneo rispetto agli altri Stati-membri, rammentiamo la [B]questione Alitalia[/B], indice, anticipatorio ed altamente eloquente, di una salda tradizione di acquiescenza italiana al superiore e incontestabile paradigma "concorrenziale" UE: [/FONT]
[B][FONT="georgia" ] [/FONT][/B]

[B][FONT="georgia" ][URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2013/09/che-fine-hanno-fatto-i-900-milioni-che.html"]CHE FINE HANNO FATTO I 900 MILIONI CHE L'U€ DOVEVA RISARCIRE AD ALITALIA[/URL]? (27 settembre 2013)[/FONT][/B]

[FONT="georgia" ]"[FONT="verdana" ]Per capire la questione Alitalia, ho trovato [URL="http://www.ilsussidiario.net/News/Economia-e-Finanza/2013/9/26/ALITALIA-Caro-Lupi-perche-al-posto-di-Air-France-non-seguiamo-l-italiana-El-Al-/2/429990/"]questo puntuale e informato articolo di Guido Gazzoli[/URL].
Ve ne riporto alcuni passaggi, perchè la vicenda che ne emerge dovrebbe bastare, da sola, a capire a che livello sia arrivato il liberismo €urotrainato della nostra classe politica:
"Come non ricordare infatti il 1998, quando proprio un'Alitalia IN ATTIVO, guidata da un manager che vi era entrato coi calzoni corti e un Presidente ingegnere aeronautico (fatto quasi illogico nela nostra mentalità politico-industriale), stava per trasformarsi, con l'intelligente fusione con l'olandese KLM, nella più grande compagnia aerea europea, con due hub altamente atrategici, Roma e Malpensa. [/FONT][/FONT]


[FONT="verdana" ][I]Proprio l'apertura dello scalo varesino segnò l'inizio del crollo di Alitalia: la politica non solo si adoperò intensamente in infuocati conflitti campanilistici, più consoni al Basso Medioevo che non agli albori del terzo millennio, ma addirittura non mosse un dito quando[B] l'UE[/B], oltre a bloccare il trasferimento degli slot da Linate a Malpensa, [B]decise che il prestito chiesto da Alitalia allo Stato, a condizioni bancarie estremamemente più dure di quelle concesse da Francia e Spagna quasi nello stesso periodo ai loro rispettivi vettori di "bandiera", non era da inquadrarsi come un'operazione finanziaria[/B] (sarebbe servita per uniformare la flotta di lungo raggio a quella olandese mediante l'acquisto di Boeing 747 di ultima generazione....), [B]bensì come un aiuto di Stato[/B] e quindi passibile di sanzioni durissime, quali l'impossibilità di acquisire nuovi aerei, di praticare le tariffe più vantaggiose e di aprire nuovi scali. L'apertura di Malpensa da riscossa si trasformò in "de profundis".
Una situazione che si sarebbe potuta evitare se solo una politica fino a quel momento scellerata (e pure dopo, purtroppo), avesse fatto quadrato e si fosse opposta. Invece [B]l'unico a contrastare questo diktat dettato dalle lobbies di Bruxelles, fu l'allora a.d. Domenico Cempella, che citò l'Unione alla corte dell'Aia e vinse dopo tre anni di processi[/B] con una sentenza che obbligava l'UE a risarcire con 900 milioni di euro Alitalia per i danni subiti: [B]soldi che non mi ruslta che siano mai arrivati"[/B][/I][/FONT][/B]

[B][FONT="georgia" ] [/FONT][/B]

[B][FONT="georgia" ]6. Invece quanto alla [B]condizione (sovrana?) italiana di essere una "semplice ‘succursale’ della casa madre Germania",[/B] eccovi serviti:[/FONT][/B]

[B][FONT="georgia" ] [/FONT][/B]

[B][FONT="georgia" ][URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2013/04/la-holding-italia-e-il-sacro-romano.html"]LA "HOLDING-ITALIA" E IL SACRO ROMANO IMPERO. CONGIUNTURA FRATTALICA (3 aprile 2013)[/URL][/FONT]


[FONT="georgia" ]"[FONT="verdana" ]Insomma [B]le elezioni[/B] (ripeto: nazionali e locali) funzionano come [B]strumento per la formazione di un atipico consiglio di amministrazione di una holding o, più esattamente, grazie alla "riforma" del Titolo V della Costituzione, di una serie di holdings [/B]che controllano una sterminata quantità di "[B]soggetti operativi[/B]" (a cominciare dal governo che funziona come comitato esecutivo, ristretto, di amministratori delegati): non solo società pubbliche e miste, ma anche enti, consulenti, organismi persino previsti dalla Costituzione. [/FONT][/FONT]
[FONT="verdana" ][/FONT]
[FONT="verdana" ]Ma [B]tutti, consiglio di amministrazione della holding e soggetti operativi, invariabilmente asserviti ad un'unica [I]mission[/I]: realizzare ciò che "vuole l'Europa", contro gli interessi nazionali chiaramente indicati dalla Costituzione come inderogabili[/B]. [/FONT]
[FONT="verdana" ][/FONT]
[FONT="verdana" ]
[/FONT]
[FONT="verdana" ][/FONT]
[FONT="verdana" ]La [B]foglia di fico,[/B] che non fa trapelare la già avvenuta colonizzazione italiana da parte delle [B]potenze (bancarie) straniere[/B] che esprimono la governance europea e fungono perciò da [B]azionisti di controllo della holding[/B], è che, per ora, [B]nel consiglio di amministrazione-Italia (assemblee nazionali e locali), siedono cittadini italiani. [/B]Per ora.[/FONT]
[FONT="verdana" ][/FONT]
[FONT="verdana" ]Ma questo avveniva anche [B]nel Sacro Romano Impero carolingio e poi germanico[/B], dove i margravi e i duchi e i vescovi-principi o conti, per conto dell'imperatore, erano per lo più nativi (non sempre, ma anche se venivano dall'estero, come un Olli Rehn, dovevano comunque accattivarsi i vassalli locali e tutti insieme governare un popolo di miserabili in quello che era un assetto parassitario o, in tempi di crisi e di guerra, "predatorio").[/FONT]
[FONT="verdana" ][/FONT]
[FONT="verdana" ]
[/FONT]
[FONT="verdana" ][/FONT]
[FONT="verdana" ][/FONT][FONT="georgia" ][FONT="verdana" ]Ora tutto questo ci dice che [B]il valoroso alleato[/B] - tedesco, anche se in origine doveva essere franco-tedesco, nel vero spirito, o fantasma, del Sacro Romano Impero-, [/FONT][B][FONT="verdana" ]sta dispiegando sempre più le forze sul territorio italiano.[/FONT]"[/B][/FONT]

[FONT="georgia" ]Sipario (vociare animato, ma tardivo, dal pubblico)... [/FONT]


Pubblicato da [URL="https://www.blogger.com/profile/06816556453620678760"]Quarantotto [/URL]a 10:41 20 commenti: Invia tramite emailPostalo sul blogCondividi su TwitterCondividi su FacebookCondividi su Pinterest
 

mototopo

Forumer storico
Le Istituzioni riflettono la società o esse "conformano" la società e ne inducono la struttura? In democrazia, la risposta dovrebbe essere la prima. Ma c’è sempre l'ombra della seconda...il "potere" tende a perpetuarsi, forzando le regole che, nello Stato "democratico di diritto" ne disciplinano la legittimazione. Ultimamente, poi, la seconda si profila piuttosto...ingombrante, nella sintesi "lo vuole l'Europa". Ma non solo. Per capire il fenomeno, useremo la analisi economica del diritto.


















































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mercoledì 16 dicembre 2015

"L'UNIONE BAIL-IN" E LA SOFT LAW: CRONISTORIA DALLA VIGILANZA PRUDENZIALE, A CIPRO, IRLANDA E...ITALIA



[FONT="georgia" ] [/FONT][IMG]http://2.bp.blogspot.com/-XHNX9aaAjJU/VZvDyAkCokI/AAAAAAAARYw/lh--ysdgy30/s640/draghi%2Bmosse1.jpg[/IMG]


[FONT="georgia" ]1. Comincerei ad affrontare il tema con questa immagine ricavata da twitter [URL="http://www.glistatigenerali.com/autorita-indipendenti/obbligazioni-subordinate-cosi-la-consob-ha-lasciato-mano-libera-alle-banche/"]ed estratta da questo post[/URL]:[/FONT]
[FONT="georgia" ][IMG]https://pbs.twimg.com/media/CWTRoCtWUAAytM5.jpg:large[/IMG] [/FONT]


[FONT="georgia" ]La sensazione di [B]effetto prevedibile[/B] di una situazione che sarebbe andata presto fuori controllo, "potrebbe", e sottolineo, potrebbe, essere accentuata da questo [URL="https://twitter.com/giuslit/status/676882410068434945"]altro rinvenimento documentale[/URL] sulla rischiosità preavvertita di tutto il trend sistemico. [/FONT]
[FONT="georgia" ]C'era dunque [B]l'avvertimento[/B] €uropeo, che più €uropeo non si può:[/FONT]
[FONT="georgia" ][IMG]https://pbs.twimg.com/media/CWTE9qSUwAAkRmJ.png:large[/IMG] [/FONT]


[FONT="georgia" ]2. Insomma, le "buone" autorità di controllo EBA, ESMA e EIOPA, mettevano in guardia, ma più che altro, [B]GIA' potevano ben prevedere[/B], che le esigenze di ricapitalizzazione, anzi [B]le "ondate" di ricapitalizzazione,[/B] dettate dall'avvio dell'Unione bancaria, ponevano l'esigenza di [B]drenare liquidità da ogni tipo di investitore senza guardare, naturalmente, troppo per il sottile[/B].[/FONT]


[FONT="georgia" ][URL="https://www.syzgroup.com/filedownload.lbl/CNTP_438807_IT"]La road map dell'Unione bancaria era ben definita, in questi termini[/URL]:[/FONT]
[FONT="georgia" ][FONT="arial" ]Punti chiave
• Entro la fine del 2014, l’Unione Bancaria Europea diventerà realtà e la BCE sarà l’unico organo investito di poteri di vigilanza su tutte le principali banche dell’area euro (circa 130 istituti, 85% degli attivi bancari).
• Prima di questa scadenza [B]sarà condotta un’ispezione sui bilanci delle maggiori banche (Asset Quality Review), seguita poi da una tornata di stress test per stabilire quali banche sono insufficientemente capitalizzate[/B].
• Le banche che risulteranno in situazione di [B]inadeguatezza patrimoniale[/B] dovranno procedere a una [B]ricapitalizzazione, possibilmente sui mercati finanziari[/B]. [U][B]Se ciò non fosse possibile i rispettivi azionisti, ma anche i detentori di debito subordinato e all’occorrenza anche privilegiato[/B][/U], potranno essere messi a contribuzione prima che possa essere presa in esame la possibilità di un’iniezione di fondi pubblici (giurisprudenza del caso cipriota).
• Di conseguenza, [B]la fase di transizione verso l’Unione bancaria potrebbe creare volatilità per le azioni finanziarie europee, il debito subordinato e forse anche il debito privilegiato[/B], [U][B]anche nel caso in cui il risultato finale dell’ispezione/stress test non farà emergere esigenze di ricapitalizzazione[/B][/U].
• [B]Nei prossimi mesi[/B] sarà quindi [B]opportuno essere cauti,[/B] e questo non solo nei confronti dei “soliti sospetti” (le banche italiane e spagnole), ma anche degli istituti creditizi dei paesi nel cuore dell’Europa che hanno una leva finanziaria importante.
• Nel panorama del debito degli istituti bancari, le obbligazioni garantite dovrebbero costituire un porto sicuro perché non saranno toccate da eventuali procedure di bail-in.
• Le banche svizzere e le banche inglesi non saranno interessate da questa transizione e probabilmente, nel paesaggio delle banche europee, godranno di uno status di porto sicuro.[/FONT][/FONT]


[FONT="georgia" ]3. Notare il serafico riferimento alla "giurisprudenza del caso cipriota", che giurisprudenza non era affatto, ma decisione politica delle istituzioni europee, imposta al parlamento cipriota, con le consuete tecniche della BCE, [URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2013/03/cipro-il-metodo-sovranazionale-e-il.html"]come rammentammo qui[/URL] nel marzo 2013:[/FONT]

[FONT="georgia" ][COLOR=blue][URL="http://snbchf.com/2013/03/wolfgang-schauble-the-evil-genius/"]La vicenda di Cipro[/URL] è indicativa di un metodo. [/COLOR][/FONT]
[FONT="georgia" ][/FONT]
[FONT="georgia" ][COLOR=blue]Il metodo è il seguente: [B]la forza bruta dei mercati, organizzata in istituzioni sovranazionali composte da esponenti del mondo bancario-finanziario designati, all'interno della relativa comunità di privati stakeholders, da governi composti e comunque istituzionalmente condizionati da tali stakeholders, decide le vite dei cittadini di uno Stato (formalmente) democratico, fino a intaccarne gli interessi materiali più direttamente legati al benessere "minimo e fondamentale[/B]". [/COLOR][/FONT]
[FONT="georgia" ][/FONT]
[FONT="georgia" ][COLOR=blue]E non si tratta solo del fatto che viene imposto un prelievo considerevole di risparmio. [B]Si impone la convocazione del parlamento nazionale per ratificare, senza alcun margine di scelta politica, un assetto predeterminato da tali istituzioni sovranazionali.[/B] [/COLOR][/FONT]
[FONT="georgia" ][COLOR=blue]Per far precipitare poi automaticamente il paese coinvolto [B]in una recessione che, come insegna il caso Grecia, non sarà controllabile;[/B] questo con le istituzioni democratiche esautorate da ogni ruolo che non sia la trattativa sul quando e quanto realizzare le misure ulteriori di "rientro" di una condizione di indebitamento (sempre e comunque verso i mercati) che tenderà sempre più ad aggravarsi. [/COLOR][/FONT]
[FONT="georgia" ][/FONT]
[FONT="georgia" ][COLOR=blue]Contemporaneamente [B]altri Stati[/B], egualmente senza alcuna possibilità di scelta, essendo ormai [B]esaurita la propria sovranità politico-fiscale[/B] nella sovranità delle istituzioni sovranazionali rappresentative dei "mercati", dovranno parimenti aggravare la propria situazione di indebitamento[B] per garantire, con i redditi (prelievo fiscale) e il patrimonio (relativo prelievo fiscale e distruzione di risparmio per via di vincoli di bilancio pubblico) dei propri cittadini, gli interessi privati dei mercati[/B], rappresentati nelle medesime istituzioni sovranazionali. [/COLOR][/FONT][FONT="georgia" ][COLOR=blue]Tutto questo, infatti, pare condurre alla [B]diretta aggressione del patrimonio dei cittadini dei paesi debitori[/B] e già precipitati [URL="http://www.zerohedge.com/news/2013-03-17/german-commerzbank-suggests-wealth-tax-italy-next"]in recessione a causa delle pretese dei paesi creditori, schermo, a loro volta, dei rispettivi sistemi bancari detentori della sovranità di fatto.[/URL][/COLOR][/FONT]
[FONT="georgia" ][/FONT]
[FONT="georgia" ][COLOR=blue][B]Cipro in realtà[/B], a stare ai criteri imposti da queste istituzioni sovranazionali, che indicano nel debito pubblico (esposto sistematicamente ai mercati in virtù della adozione della dottrina "pura" dell'indipendenza della banca centrale all'interno di tale organizzazione sovranazionale) la causa principale della crisi, [B]è nella stessa situazione della Germania all'indomani della crisi del 2008[/B]: [B]debito pubblico al 70% del PIL e possibilità (teorica) di rifinanziamento statale del proprio sistema bancario in crisi[/B]. Una crisi determinata essenzialmente, al di là della comoda scusa del riciclaggio di denaro illecito della malavita organizzata russa (fenomeno che coinvolge certamente altri paesi considerati virtuosi e non problematici), [B]dall'esposizione del sistema bancario cipriota sul debito pubblico greco, inservibile come collaterale per ottenere credito[/B], proprio a causa dello stesso metodo sovranazionale adottato per il rientro del debito privato di quel paese.[/COLOR][/FONT]
[FONT="georgia" ][/FONT]
[FONT="georgia" ][COLOR=blue]La Germania invece aveva registrato le voragini nei bilanci bancari (peraltro tutt'ora in buona parte nascoste sotto il tappeto della virtù di facciata) a causa della spericolata esposizione speculativa sui derivati.[/COLOR][/FONT]
[FONT="georgia" ][COLOR=blue]...[/COLOR][/FONT]
[FONT="georgia" ][COLOR=black][COLOR=blue]Ma al di là delle differenze in termini di "moral hazard" (certamente più immorale nel caso dei tedeschi), [B]Cipro, nella logica incongruente della "Europa=euro", dovrebbe potersi salvare da sola aumentando il debito pubblico come ha fatto la Germania[/B].[/COLOR][/COLOR][/FONT]
[FONT="georgia" ][COLOR=black][COLOR=blue][B]Oppure dovrebbe potersi salvare da sola aumentando il proprio debito pubblico utilizzando il sistema dell'Outright Monetary Transaction di Draghi,[/B] tanto decantata come soluzione della crisi della moneta unica e mai utilizzata nella pratica, rimanendo quella [URL="http://www.economist.com/blogs/buttonwood/2012/09/euro-zone-crisis"]"tigre di carta" paventata dal Financial Times e dall'Economist[/URL].[/COLOR][/COLOR][/FONT]
[FONT="georgia" ][COLOR=black][COLOR=blue]Oppure [URL="http://www.linkiesta.it/irlanda-accordo-central-bank-irland-governo"]poteva salvarsi col sistema Irlandese[/URL]: fruire, tramite la banca centrale cipriota di nuova liquidità gravante sul balance sheet della BCE, da utilizzare per capitalizzare una neo-istituzione bancaria (pubblica), inglobante quelle in crisi, avendo in cambio promissory notes dello Stato (irlandese, o nel caso) cipriota, da restituire in comode rate di debito pubblico; salvo poi, com'è clamorosamente accaduto nel caso irlandese, ricontrattare scadenze e restituzioni direttamente a carico di titoli del debito pubblico molto "speciali" (a scadenze lunghissime, un vero haircut de facto), cioè sottoscritti direttamente e autonomamente dalla banca centrale (irlandese), in violazione dell'art.123 "fatidico" del Trattato (TFUE) e completamente sostitutivi della stesse promissory notes.[/COLOR][/COLOR][/FONT]
[FONT="georgia" ][COLOR=black][COLOR=blue]Ma è inutile sottilizzare sulle assurde geometrie di un sistema UEM impazzito nell'autoritarismo "creditorio-bancario" in varie versioni e gradazioni.[/COLOR][/COLOR][/FONT]
[FONT="georgia" ]
[/FONT]
[FONT="georgia" ][COLOR=black][COLOR=blue]Quello che conta, a questo punto, è che, [B]pur trovandosi l'Italia in posizione di paese virtuoso per ammontare del deficit pubblico [/B](tranne rispetto alla Germania che non dovrebbe esserlo, se fosse cooperativa...appunto) [B]e dell'avanzo primario, l'obbligo europeo a innalzare ulteriormente il suo debito[/B] (e lo sforamento del suo indebitamento annuale programmato), [B]per la demenziale condizionalità del pareggio di bilancio costituzionalizzato[/B] (prima nella pretesa costituzione-trattato UEM e poi in quella nazionale), [B]provocherà esigenze di copertura[/B] (o rialzo degli spread, il che ai fini contabili è lo stesso) [B]tali da aggravare ulteriormente la recessione, che già si preannunzia fuori controllo[/B]. [/COLOR][URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2013/01/recessione-e-deficit-2013-guida-pratica.html"]Come avevamo puntualmente previsto e proprio con riferimento al "fattore Cipro"[/URL]. [/COLOR][/FONT]
[FONT="georgia" ][COLOR=black][COLOR=blue]E ciò con tutto il suo funesto corollario di mortalità a catena di imprese, aumento della disoccupazione, e aggravamento dei conti pubblici [B]che vanifica la presunta efficacia dell'austerità espansiva precisata dai giannizzeri del sultano bancario che governa l'UEM[/B]. [/COLOR][/COLOR][/FONT]
[FONT="georgia" ][COLOR=blue][/COLOR][/FONT]



[FONT="georgia" ]4. Insomma, [B]se ci si mette a fumare in un deposito di carburante altamente infiammabile[/B], il minimo che si può "avvertire" è di non esagerare buttando via la sigaretta al suo interno.[/FONT]
[FONT="georgia" ]Ma rimane il fatto che [B]EBA&co[/B]., e certamente [B]la BCE, e tutti i paesi "promotori" entusiasti dell'Unione bancaria[/B], [B]ben sapevano[/B] che il problemino non poteva non risiedere nella esigenza di ricapitalizzazione, determinata dalla "distruzione della domanda interna" che serviva SOLO a conservare l'euro contro ogni evidenza e contro ogni logica economica di sviluppo, non solo del credito ma della stessa crescita, della occupazione, del livello dei redditi e quindi, della [B]generale solvibilità di tutti i possibili debitori[/B]. [/FONT]
[FONT="georgia" ]E, infatti, le esigenze di ricapitalizzaione derivavano dalla ben nota, ai controllori e ai promotori dell'Unione bancaria, [B]diffusione dei non performing loans[/B] crescentemente gravanti sui bilanci della banche dell'eurozona.[/FONT]


[FONT="georgia" ][IMG]http://intermarketandmore.finanza.com/files/2015/03/npl-non-performing-loans-sofferenze-bancarie-eurozona-e1425419982316.gif[/IMG] [/FONT]
[FONT="georgia" ][IMG]http://www.fundspeople.it/system/media/7330/zoom/Captura_de_pantalla_2015-10-04_a_la%28s%29_16.38.41.png?1443971802[/IMG] [/FONT]


[FONT="georgia" ]5. E questo [B]proprio per la distruzione [I]competitiva [/I]della domanda interna[/B] che:[/FONT]
[FONT="georgia" ]- da un lato, [B]consentiva alle banche di cautelarsi, innescando il [I]credit crunch[/I][/B], contro le ulteriori insolvenze indotte dalla depressione economica provocata dalla correzione competitiva dell'area-euro;[/FONT]
[FONT="georgia" ]- dall'altro, automaticamente, [B]rendeva queste banche, comunque, dei debitori non molto solvibili quando avessero raccolto la liquidità per ricapitalizzarsi[/B], dato che la "correzione competitiva", ampiamente ancora in corso, e quindi la situazione di difficoltà dell'economia reale che determina gli incagli, non viene minimamente attenuata dalla esistenza della Unione bancaria.[/FONT]


[FONT="georgia" ]6. [B]Quest'ultima ne è piuttosto[/B], in termini di pieno compimento della moneta unica (e non certo della unione cooperativa dei popoli europei) [B]il corollario "assicurativo", a favore delle banche più forti, e a carico dei risparmiatori, che saranno irresistibilmente indotti a concentrare i risparmi scampati alle banche ritenute più sicure[/B] ([URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2013/12/riflessioni-sulla-unione-bancaria-tra.html"]qui par.4[/URL]). Che saranno poi quelle dei paesi meno soggetti alla distruzione della domanda interna, post crisi da bilancia dei pagamenti, e quindi quelle del paese maggior creditore o, al più, dell'area, dei creditori. [/FONT]
[FONT="georgia" ]Salva, in quest[FONT="georgia" ]'[/FONT]area, la già avvenuta spregiudicata utilizzazione di denaro pubblico, proprio, per il salvataggio del sistema bancario per il moral hazard speculativo sui derivati a base della crisi del 2008, nonché del [B]denaro pubblico degli altri paesi,[/B] via ESM e ESFS, non più il proprio, [B]per il rientro conseguenziale del credito bancario estero intra-area euro[/B]: questo rammentiamo, si era reso necessario a seguito del [I]sudden stop[/I] del traffico interbancario partito dai paesi creditori, in fregola di rientro delle proprie ormai insicure posizioni creditorie verso i paesi importatori (delle merci "competitive" esportate dai paesi creditori) nonchè indotte dai crediti effettuati per lucrare, all'interno dell'UEM, dei tassi di interesse più vantaggiosi, corrisposti nei paesi in espansione a credito facile e maggior tasso di inflazione (situazione che sarebbe stata prevedibilmente insostenibile...).[/FONT]


[CENTER][IMG]https://pagellapolitica.it/static/style/sandbox/5320631c443ea_Schermata2014-03-12alle14.11.51.png[/IMG] [/CENTER]
[FONT="georgia" ][/FONT]

[IMG]http://intermarketandmore.finanza.com/files/2014/11/sostegno-finanziario-italia-esm-contributo-efsf-e1416213096554.png[/IMG]


[FONT="georgia" ]7.[B] Il risparmio retail nei paesi debitori esteri (UEM),[/B] e quindi i più esposti alle insolvenze determinate dalle politiche fiscali correttive dell'aussterità, in questa situazione, [B]era un asset troppo appetibile per essere preservato dalla assolutamente risibile serie di [U]prescrizioni prudenziali[/U][/B], [B]non puntualmente vincolanti[/B], in quanto [B][U]non trasposte in norme europee specifiche sul rischio[/U], e con l'obbligo di tradurle in dettagliate norme interne ASSISTITE DA SANZIONI applicabili in procedure legalmente predeterminate[/B].[/FONT]
[FONT="georgia" ]L'€uropa dei controllori, tanto buoni, ha preferito affidarsi alla [I][B]soft law[/B][/I], che lascia traccia della propria pensosa preoccupazione per i "[I][B]consumatori[/B][/I]", ma, come abbiamo visto nel documento sopra riportato, non va oltre un "[I][B]reminder[/B][/I]". In sostanza, un "[I]ricordatevelo, noi ve l'abbiamo detto; poi le ve lo rinfacceremo[/I]", ma intanto nessuna norma altrettanto vincolante che possa [B]bilanciare quelle, molto e inesorabilmente vincolanti, del bail-in[/B]. [/FONT]


[FONT="georgia" ]8. Ma ci pare necessario ricordare che [B]è l'intero sistema bancario imposto dall'appartenenza all'€uropa che soffr[FONT="georgia" ]e[/FONT] di una sistemica opacità e incontrollabilità effettiva[/B], tale che quello cui assistiamo oggi, risulta essere un fenomeno implicito in partenza in tutta l'impostazione seguita. [/FONT]
[FONT="georgia" ]Questo aspetto lo avevamo visto [URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2013/12/riflessioni-sulla-unione-bancaria-tra.html"]qui, in un paragrafo, che vi riporto[/URL], a sua volta tratto da un profetico post di Hulk del 4 gennaio 2013. L'invito è a rileggerlo con particolare attenzione, perchè da qui parte l'irrisolvibile problema della insicurezza sistemica dei vostri risparmi e dell'intera struttura creditizia: [/FONT]

[FONT="georgia" ][B]"[FONT=inherit]Il [URL="http://www.blogger.com/da%20http://orizzonte48.blogspot.it/2013/01/lattivita-bancaria-secondo-leuropa.html"]cambio di paradigma [/URL]in materia di regolamentazione bancaria, richiesto dall’Europa [/FONT][/B]per realizzare la libera circolazione dei capitali, parte da lontano e risale all’affermazione del carattere d'impresa dell'attività bancaria, esclusivamente regolato dal principio fondamentale dei Trattati della “forte competizioneconcorrenziale, a discapito dell'interesse pubblico, proclamato invece nella legge bancaria del '36.[/FONT]


Con la prima direttiva comunitaria in materia bancaria (CE n. 780/77), recepita tramite il DPR 350/85, è stato introdotto nell’ordinamento interno il principio del libero accesso all’attività bancaria.
La seconda direttiva (CE n. 646/89), poi, ha realizzato il coordinamento delle disposizioni legislative nazionali. Unitamente alla prima diede vita ad una vera e propria “legge bancaria comunitaria”, che ha portato, in Italia, al Testo Unico Bancario del ’93 (d.lgs. 385/93).
Questo punto di svolta segnò il passaggio dalla cd. vigilanza cd. “strutturale”, volta a perseguire l’obiettivo della stabilità del sistema attraverso la preventiva valutazione del bisogno economico del mercato, a quella “prudenziale” fondata, essenzialmente, sulla valutazione dell’adeguatezza del patrimonio bancario a presidio dei “rischi d’impresa”. In nome della concorrenza è stata fortemente limitata la discrezionalità tecnica della Banca d'Italia.
La potestà di normazione secondaria del regolatore nazionale è stata ridotta alla mera ricezione, via Commissione Europea e Comitato di Basilea, delle metodologie di misurazione dei rischi, ad elevato grado di astrazione, elaborate dagli stessi operatori internazionali nominalmente sottoposti al controllo della vigilanza bancaria.


Allo stato attuale, le crisi finanziarie che si sono succedute nell’ultimo trentennio, con maggiore frequenza e intensità rispetto al passato, e con costi crescenti a carico dei bilanci pubblici per ripianamento delle perdite, impongono una riflessione critica anche sulla praticabilità di un modello di controllo basato sulla centralità del “patrimonio” e sull’omogeneità del modello imprenditoriale di banca universale adottato - ma anche imposto “ope legis”- dagli operatori.


Tutti problemi che, va fortemente sottolineato, l’accordo sulla “Unione bancaria” lascia del tutto irrisolti e sullo sfondo.


Ed infatti, le difficoltà incontrate dalle Autorità di vigilanza nel far osservare i principi della corretta gestione creditizia, non potranno essere superate – neanche in improbabili contesti sovranazionali – fintanto che non verrà messo in discussione l’approccio “prudenziale”, eccessivamente rispettoso delle prerogative degli operatori di mercato (e molto meno di quelle di depositanti e contribuenti).
L’eccessiva confidenza nella capacità degli operatori di valutare autonomamente i rischi contrasta con la stessa ragione dell’intervento regolamentare pubblico: quella di limitare il “moral hazard” del banchiere, cioè la particolare tentazione, connaturata all’attività, di appropriarsi tout court delle risorse affidate dai risparmiatori omettendo di effettuare la dovuta selezione degli impieghi in una ideale logica di funzionalità del sistema.
Nel sistema della legge del ’36 l’interesse pubblico posto sull’attività bancaria costituiva un efficace argine per il “moral hazard” che nessuna possibile misura del patrimonio bancario, - pur sempre una frazione della massa dei depositi-, può rimpiazzare.
Il patrimonio di una banca, qualunque sia la forma giuridica, è essenzialmente un patrimonio di relazioni (in teoria una banca potrebbe operare con patrimonio negativo): quelle buone portano buoni frutti, quelle pericolose portano alla crisi. Il conto di quest’ultime è portato ai contribuenti.
Nel sistema delineato dalle normative comunitarie, prima con il recepimento di Basilea 1 e poi con Basilea 2, gli strumenti d'intervento posti a disposizione delle Autorità di vigilanza non si sono dimostrati efficaci a prevenire le crisi.
Un’ulteriore complicazione al mercato del credito, derivata da Basilea 2, è la prociclicità, che porta gli operatori a restringere le erogazioni nelle fasi discendenti del ciclo economico per “risparmiare” capitale.


Le linee di riforma stabilite da Basilea 3, dichiaratamente nate per porre rimedio alle falle che hanno prodotto la crisi del 2007-2008, si pongono in sostanziale continuità con lo schema già accennato, tanto che alcuni specialisti parlano di occasione mancata (o falsa panacea), apportando, di nuovo, solo sistemi di ripartizione delle perdite dell'attività bancaria, per particolari categorie di finanziatori (bail in).
Non risulta modificato, anche in prospettiva, l’impianto regolamentare, deputato ad assicurare il controllo sulle banche alle quali è pacificamente riconosciuto, per i motivi sopra accennati, il carattere di impresa “speciale”, tanto da meritare una specifica attenzione pubblica.
In tali condizioni, di “controllo volontaristico”, nella pratica, una banca resta stabile fintanto che il “prelievo alla fonte”, ovvero il “frutto” del moral hazard, operato dai poteri decisori interni, è sopportabile della generale massa dei clienti depositanti e prenditori ordinari.
Detto "prelievo" si estrinseca nell’acquisizione di attivi bancari "farlocchi": tanto le classiche concessioni di credito predestinate a trasformarsi in sofferenze, quanto i più moderni prodotti della finanza innovativa (derivati et similia) di incerto valore che, tuttavia godono di favorevoli ponderazioni (quotazioni cd. 'mark to fantasy').


Nel sistema “prudenziale” non vi è modo per la vigilanza bancaria di contrastare la formazione delle perdite preordinate ex-ante, nonostante la continua iperfetazione della normativa secondaria, restando solo la decisione di ritiro della “licenza” bancaria quando il “prelievo” osservato non è più sopportabile dalla generica clientela della banca.
Peraltro, la possibilità di applicare questa “punizione”, che interviene, per definizione, solo quando i danni sono già stati prodotti, è in pratica possibile solo per gli intermediari di minori dimensioni, non per quelli di rilevanza sistemica. Qualche voce critica sulla ridondanza della strumentario utilizzato dalla vigilanza “prudenziale” si è levata di recente dallo stesso ambiente delle banche centrali.


A conferma di ciò, basterebbe rammentare che “il Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea non contiene, in conformità all’evoluzione legislativa europea, alcun riferimento alla tutela del risparmio la quale viene demandata interamente alle fonti comunitarie di secondo grado (c.d. diritto comunitario derivato). Ciò, come si è più sopra evidenziato, non ha impedito di adottare misure a tutela del risparmio a livello europeo anche se, come osservato, la mancata menzione nel Trattato di tale principio ha comportato con riguardo alla nozione di risparmio una sorta di interscambiabilità dei termini “risparmiatore” e “investitore”.”
Il che costituisce un problema non da poco, data la macroscopica incompatibilità di tale “interscambiabilità” col concetto “sistematico” di risparmio diffuso e ad accesso popolare accolto in Costituzione, che tende a separare, per assoluta necessità logica, l’investitore che esercita attività professionale di impresa nel settore finanziario nonchè il percettore essenziale di “rendita”, da colui che assume il risparmio come frutto residuo del reddito da lavoro, e quindi in termini di eventualità che, a differenza dell’UE, la Repubblica si impegna a rendere una effettiva realizzazione.
Ma, in termini logicamente antecedenti, l’Unione europea, e a maggior ragione quella monetaria, retta da un’unica istituzione “dedicata”, la BCE, soggetta al mandato esclusivo della stabilità dei prezzi (art.127 TFUE) , e solo in via accuratamente subordinata a quello della “piena occupazione” (in senso neo-classico, di qualunque livello di occupazione compatibile con l’inflazione perseguita), predica implicitamente la assoluta indifferenza verso la formazione diffusa del risparmio, e la presupposta finalità redistributiva in essa insita, preoccupandosi invece solo della stabilità finanziaria.
Quest’ultima, a sua volta, assunta dal solo punto di vista dell’impresa bancaria, cioè come instaurazione di una fiducia sulla solvibilità di sistema, tutta racchiusa nella logica di parametri riferiti ai soli bilanci e indici di patrimonializzazione bancaria; con ciò rendendosi, come abbiamo visto, altrettanto indifferente verso ogni forma di moral hazard nel credito e di tipologia “universale” di investimento consentita alle banche, e quindi al di fuori di ogni ipotesi di repressione finanziaria e di (previgente) separazione delle tipologie di attività bancario-finanziaria.


In questo senso la preoccupazione del legislatore europeo, fermo restando l’inviolabile dogma della stabilità dei prezzi e della libera circolazione dei capitali, è stata quindi di elaborare norme che obbligassero le imprese attive nel settore finanziario all’osservanza di determinati principi di (presunta) trasparenza informativa, tali da consentire ai risparmiatori/investitori di possedere,- in linea teorica ed assolutamente probabilistica-, le informazioni necessarie a ridurre il più possibile il profilo di incertezza relativo alle proprie scelte di investimento.
Questa impostazione dimostra la completa marginalizzazione degli interessi dei risparmiatori/investitori paragonata alla possibilità dell’industria finanziaria di poter, in linea teorica, sviluppare le tipologie più sofisticate di investimento finanziario senza che esse siano vietate o, almeno, disciplinate, da alcuna disposizione normativa.
[FONT="georgia" ][FONT=inherit]Il percorso storico-legislativo appena tratteggiato ha portato [B]inevitabilmente [/B]alla configurabilità di iniziative quale quella, recente, di [B]bail-in[/B] delle imprese bancarie in crisi mediante utilizzo del denaro di azionisti, obbligazionisti e finanche semplici correntisti. [/FONT][/FONT]
[FONT="georgia" ][FONT=inherit]Ciò non rappresenta altro che [B]la naturale evoluzione, estremizzata, del principio secondo il quale il risparmio non debba più ritenersi veicolato all’interno del settore finanziario da risparmiatori pubblicamente tutelati bensì da investitori razionali [/B]i quali, se correttamente informati, subiscono su di sé gli effetti negativi di un investimento sbagliato.[/FONT]”[/FONT]


Pubblicato da [URL="https://www.blogger.com/profile/06816556453620678760"]Quarantotto [/URL]a 11:00 9 commenti:
 

mototopo

Forumer storico
Le Istituzioni riflettono la società o esse "conformano" la società e ne inducono la struttura? In democrazia, la risposta dovrebbe essere la prima. Ma c’è sempre l'ombra della seconda...il "potere" tende a perpetuarsi, forzando le regole che, nello Stato "democratico di diritto" ne disciplinano la legittimazione. Ultimamente, poi, la seconda si profila piuttosto...ingombrante, nella sintesi "lo vuole l'Europa". Ma non solo. Per capire il fenomeno, useremo la analisi economica del diritto.







































































mercoledì 16 dicembre 2015

"L'UNIONE BAIL-IN" E LA SOFT LAW: CRONISTORIA DALLA VIGILANZA PRUDENZIALE, A CIPRO, IRLANDA E...ITALIA



[FONT="georgia" ] [/FONT][IMG]http://2.bp.blogspot.com/-XHNX9aaAjJU/VZvDyAkCokI/AAAAAAAARYw/lh--ysdgy30/s640/draghi%2Bmosse1.jpg[/IMG]


[FONT="georgia" ]1. Comincerei ad affrontare il tema con questa immagine ricavata da twitter [URL="http://www.glistatigenerali.com/autorita-indipendenti/obbligazioni-subordinate-cosi-la-consob-ha-lasciato-mano-libera-alle-banche/"]ed estratta da questo post[/URL]:[/FONT]
[FONT="georgia" ][IMG]https://pbs.twimg.com/media/CWTRoCtWUAAytM5.jpg:large[/IMG] [/FONT]


[FONT="georgia" ]La sensazione di [B]effetto prevedibile[/B] di una situazione che sarebbe andata presto fuori controllo, "potrebbe", e sottolineo, potrebbe, essere accentuata da questo [URL="https://twitter.com/giuslit/status/676882410068434945"]altro rinvenimento documentale[/URL] sulla rischiosità preavvertita di tutto il trend sistemico. [/FONT]
[FONT="georgia" ]C'era dunque [B]l'avvertimento[/B] €uropeo, che più €uropeo non si può:[/FONT]
[FONT="georgia" ][IMG]https://pbs.twimg.com/media/CWTE9qSUwAAkRmJ.png:large[/IMG] [/FONT]


[FONT="georgia" ]2. Insomma, le "buone" autorità di controllo EBA, ESMA e EIOPA, mettevano in guardia, ma più che altro, [B]GIA' potevano ben prevedere[/B], che le esigenze di ricapitalizzazione, anzi [B]le "ondate" di ricapitalizzazione,[/B] dettate dall'avvio dell'Unione bancaria, ponevano l'esigenza di [B]drenare liquidità da ogni tipo di investitore senza guardare, naturalmente, troppo per il sottile[/B].[/FONT]


[FONT="georgia" ][URL="https://www.syzgroup.com/filedownload.lbl/CNTP_438807_IT"]La road map dell'Unione bancaria era ben definita, in questi termini[/URL]:[/FONT]
[FONT="georgia" ][FONT="arial" ]Punti chiave
• Entro la fine del 2014, l’Unione Bancaria Europea diventerà realtà e la BCE sarà l’unico organo investito di poteri di vigilanza su tutte le principali banche dell’area euro (circa 130 istituti, 85% degli attivi bancari).
• Prima di questa scadenza [B]sarà condotta un’ispezione sui bilanci delle maggiori banche (Asset Quality Review), seguita poi da una tornata di stress test per stabilire quali banche sono insufficientemente capitalizzate[/B].
• Le banche che risulteranno in situazione di [B]inadeguatezza patrimoniale[/B] dovranno procedere a una [B]ricapitalizzazione, possibilmente sui mercati finanziari[/B]. [U][B]Se ciò non fosse possibile i rispettivi azionisti, ma anche i detentori di debito subordinato e all’occorrenza anche privilegiato[/B][/U], potranno essere messi a contribuzione prima che possa essere presa in esame la possibilità di un’iniezione di fondi pubblici (giurisprudenza del caso cipriota).
• Di conseguenza, [B]la fase di transizione verso l’Unione bancaria potrebbe creare volatilità per le azioni finanziarie europee, il debito subordinato e forse anche il debito privilegiato[/B], [U][B]anche nel caso in cui il risultato finale dell’ispezione/stress test non farà emergere esigenze di ricapitalizzazione[/B][/U].
• [B]Nei prossimi mesi[/B] sarà quindi [B]opportuno essere cauti,[/B] e questo non solo nei confronti dei “soliti sospetti” (le banche italiane e spagnole), ma anche degli istituti creditizi dei paesi nel cuore dell’Europa che hanno una leva finanziaria importante.
• Nel panorama del debito degli istituti bancari, le obbligazioni garantite dovrebbero costituire un porto sicuro perché non saranno toccate da eventuali procedure di bail-in.
• Le banche svizzere e le banche inglesi non saranno interessate da questa transizione e probabilmente, nel paesaggio delle banche europee, godranno di uno status di porto sicuro.[/FONT][/FONT]


[FONT="georgia" ]3. Notare il serafico riferimento alla "giurisprudenza del caso cipriota", che giurisprudenza non era affatto, ma decisione politica delle istituzioni europee, imposta al parlamento cipriota, con le consuete tecniche della BCE, [URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2013/03/cipro-il-metodo-sovranazionale-e-il.html"]come rammentammo qui[/URL] nel marzo 2013:[/FONT]

[FONT="georgia" ][COLOR=blue][URL="http://snbchf.com/2013/03/wolfgang-schauble-the-evil-genius/"]La vicenda di Cipro[/URL] è indicativa di un metodo. [/COLOR][/FONT]
[FONT="georgia" ][/FONT]
[FONT="georgia" ][COLOR=blue]Il metodo è il seguente: [B]la forza bruta dei mercati, organizzata in istituzioni sovranazionali composte da esponenti del mondo bancario-finanziario designati, all'interno della relativa comunità di privati stakeholders, da governi composti e comunque istituzionalmente condizionati da tali stakeholders, decide le vite dei cittadini di uno Stato (formalmente) democratico, fino a intaccarne gli interessi materiali più direttamente legati al benessere "minimo e fondamentale[/B]". [/COLOR][/FONT]
[FONT="georgia" ][/FONT]
[FONT="georgia" ][COLOR=blue]E non si tratta solo del fatto che viene imposto un prelievo considerevole di risparmio. [B]Si impone la convocazione del parlamento nazionale per ratificare, senza alcun margine di scelta politica, un assetto predeterminato da tali istituzioni sovranazionali.[/B] [/COLOR][/FONT]
[FONT="georgia" ][COLOR=blue]Per far precipitare poi automaticamente il paese coinvolto [B]in una recessione che, come insegna il caso Grecia, non sarà controllabile;[/B] questo con le istituzioni democratiche esautorate da ogni ruolo che non sia la trattativa sul quando e quanto realizzare le misure ulteriori di "rientro" di una condizione di indebitamento (sempre e comunque verso i mercati) che tenderà sempre più ad aggravarsi. [/COLOR][/FONT]
[FONT="georgia" ][/FONT]
[FONT="georgia" ][COLOR=blue]Contemporaneamente [B]altri Stati[/B], egualmente senza alcuna possibilità di scelta, essendo ormai [B]esaurita la propria sovranità politico-fiscale[/B] nella sovranità delle istituzioni sovranazionali rappresentative dei "mercati", dovranno parimenti aggravare la propria situazione di indebitamento[B] per garantire, con i redditi (prelievo fiscale) e il patrimonio (relativo prelievo fiscale e distruzione di risparmio per via di vincoli di bilancio pubblico) dei propri cittadini, gli interessi privati dei mercati[/B], rappresentati nelle medesime istituzioni sovranazionali. [/COLOR][/FONT][FONT="georgia" ][COLOR=blue]Tutto questo, infatti, pare condurre alla [B]diretta aggressione del patrimonio dei cittadini dei paesi debitori[/B] e già precipitati [URL="http://www.zerohedge.com/news/2013-03-17/german-commerzbank-suggests-wealth-tax-italy-next"]in recessione a causa delle pretese dei paesi creditori, schermo, a loro volta, dei rispettivi sistemi bancari detentori della sovranità di fatto.[/URL][/COLOR][/FONT]
[FONT="georgia" ][/FONT]
[FONT="georgia" ][COLOR=blue][B]Cipro in realtà[/B], a stare ai criteri imposti da queste istituzioni sovranazionali, che indicano nel debito pubblico (esposto sistematicamente ai mercati in virtù della adozione della dottrina "pura" dell'indipendenza della banca centrale all'interno di tale organizzazione sovranazionale) la causa principale della crisi, [B]è nella stessa situazione della Germania all'indomani della crisi del 2008[/B]: [B]debito pubblico al 70% del PIL e possibilità (teorica) di rifinanziamento statale del proprio sistema bancario in crisi[/B]. Una crisi determinata essenzialmente, al di là della comoda scusa del riciclaggio di denaro illecito della malavita organizzata russa (fenomeno che coinvolge certamente altri paesi considerati virtuosi e non problematici), [B]dall'esposizione del sistema bancario cipriota sul debito pubblico greco, inservibile come collaterale per ottenere credito[/B], proprio a causa dello stesso metodo sovranazionale adottato per il rientro del debito privato di quel paese.[/COLOR][/FONT]
[FONT="georgia" ][/FONT]
[FONT="georgia" ][COLOR=blue]La Germania invece aveva registrato le voragini nei bilanci bancari (peraltro tutt'ora in buona parte nascoste sotto il tappeto della virtù di facciata) a causa della spericolata esposizione speculativa sui derivati.[/COLOR][/FONT]
[FONT="georgia" ][COLOR=blue]...[/COLOR][/FONT]
[FONT="georgia" ][COLOR=black][COLOR=blue]Ma al di là delle differenze in termini di "moral hazard" (certamente più immorale nel caso dei tedeschi), [B]Cipro, nella logica incongruente della "Europa=euro", dovrebbe potersi salvare da sola aumentando il debito pubblico come ha fatto la Germania[/B].[/COLOR][/COLOR][/FONT]
[FONT="georgia" ][COLOR=black][COLOR=blue][B]Oppure dovrebbe potersi salvare da sola aumentando il proprio debito pubblico utilizzando il sistema dell'Outright Monetary Transaction di Draghi,[/B] tanto decantata come soluzione della crisi della moneta unica e mai utilizzata nella pratica, rimanendo quella [URL="http://www.economist.com/blogs/buttonwood/2012/09/euro-zone-crisis"]"tigre di carta" paventata dal Financial Times e dall'Economist[/URL].[/COLOR][/COLOR][/FONT]
[FONT="georgia" ][COLOR=black][COLOR=blue]Oppure [URL="http://www.linkiesta.it/irlanda-accordo-central-bank-irland-governo"]poteva salvarsi col sistema Irlandese[/URL]: fruire, tramite la banca centrale cipriota di nuova liquidità gravante sul balance sheet della BCE, da utilizzare per capitalizzare una neo-istituzione bancaria (pubblica), inglobante quelle in crisi, avendo in cambio promissory notes dello Stato (irlandese, o nel caso) cipriota, da restituire in comode rate di debito pubblico; salvo poi, com'è clamorosamente accaduto nel caso irlandese, ricontrattare scadenze e restituzioni direttamente a carico di titoli del debito pubblico molto "speciali" (a scadenze lunghissime, un vero haircut de facto), cioè sottoscritti direttamente e autonomamente dalla banca centrale (irlandese), in violazione dell'art.123 "fatidico" del Trattato (TFUE) e completamente sostitutivi della stesse promissory notes.[/COLOR][/COLOR][/FONT]
[FONT="georgia" ][COLOR=black][COLOR=blue]Ma è inutile sottilizzare sulle assurde geometrie di un sistema UEM impazzito nell'autoritarismo "creditorio-bancario" in varie versioni e gradazioni.[/COLOR][/COLOR][/FONT]
[FONT="georgia" ]
[/FONT]
[FONT="georgia" ][COLOR=black][COLOR=blue]Quello che conta, a questo punto, è che, [B]pur trovandosi l'Italia in posizione di paese virtuoso per ammontare del deficit pubblico [/B](tranne rispetto alla Germania che non dovrebbe esserlo, se fosse cooperativa...appunto) [B]e dell'avanzo primario, l'obbligo europeo a innalzare ulteriormente il suo debito[/B] (e lo sforamento del suo indebitamento annuale programmato), [B]per la demenziale condizionalità del pareggio di bilancio costituzionalizzato[/B] (prima nella pretesa costituzione-trattato UEM e poi in quella nazionale), [B]provocherà esigenze di copertura[/B] (o rialzo degli spread, il che ai fini contabili è lo stesso) [B]tali da aggravare ulteriormente la recessione, che già si preannunzia fuori controllo[/B]. [/COLOR][URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2013/01/recessione-e-deficit-2013-guida-pratica.html"]Come avevamo puntualmente previsto e proprio con riferimento al "fattore Cipro"[/URL]. [/COLOR][/FONT]
[FONT="georgia" ][COLOR=black][COLOR=blue]E ciò con tutto il suo funesto corollario di mortalità a catena di imprese, aumento della disoccupazione, e aggravamento dei conti pubblici [B]che vanifica la presunta efficacia dell'austerità espansiva precisata dai giannizzeri del sultano bancario che governa l'UEM[/B]. [/COLOR][/COLOR][/FONT]
[FONT="georgia" ][/FONT]



[FONT="georgia" ]4. Insomma, [B]se ci si mette a fumare in un deposito di carburante altamente infiammabile[/B], il minimo che si può "avvertire" è di non esagerare buttando via la sigaretta al suo interno.[/FONT]
[FONT="georgia" ]Ma rimane il fatto che [B]EBA&co[/B]., e certamente [B]la BCE, e tutti i paesi "promotori" entusiasti dell'Unione bancaria[/B], [B]ben sapevano[/B] che il problemino non poteva non risiedere nella esigenza di ricapitalizzazione, determinata dalla "distruzione della domanda interna" che serviva SOLO a conservare l'euro contro ogni evidenza e contro ogni logica economica di sviluppo, non solo del credito ma della stessa crescita, della occupazione, del livello dei redditi e quindi, della [B]generale solvibilità di tutti i possibili debitori[/B]. [/FONT]
[FONT="georgia" ]E, infatti, le esigenze di ricapitalizzaione derivavano dalla ben nota, ai controllori e ai promotori dell'Unione bancaria, [B]diffusione dei non performing loans[/B] crescentemente gravanti sui bilanci della banche dell'eurozona.[/FONT]


[FONT="georgia" ][IMG]http://intermarketandmore.finanza.com/files/2015/03/npl-non-performing-loans-sofferenze-bancarie-eurozona-e1425419982316.gif[/IMG] [/FONT]
[FONT="georgia" ][IMG]http://www.fundspeople.it/system/media/7330/zoom/Captura_de_pantalla_2015-10-04_a_la%28s%29_16.38.41.png?1443971802[/IMG] [/FONT]


[FONT="georgia" ]5. E questo [B]proprio per la distruzione [I]competitiva [/I]della domanda interna[/B] che:[/FONT]
[FONT="georgia" ]- da un lato, [B]consentiva alle banche di cautelarsi, innescando il [I]credit crunch[/I][/B], contro le ulteriori insolvenze indotte dalla depressione economica provocata dalla correzione competitiva dell'area-euro;[/FONT]
[FONT="georgia" ]- dall'altro, automaticamente, [B]rendeva queste banche, comunque, dei debitori non molto solvibili quando avessero raccolto la liquidità per ricapitalizzarsi[/B], dato che la "correzione competitiva", ampiamente ancora in corso, e quindi la situazione di difficoltà dell'economia reale che determina gli incagli, non viene minimamente attenuata dalla esistenza della Unione bancaria.[/FONT]


[FONT="georgia" ]6. [B]Quest'ultima ne è piuttosto[/B], in termini di pieno compimento della moneta unica (e non certo della unione cooperativa dei popoli europei) [B]il corollario "assicurativo", a favore delle banche più forti, e a carico dei risparmiatori, che saranno irresistibilmente indotti a concentrare i risparmi scampati alle banche ritenute più sicure[/B] ([URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2013/12/riflessioni-sulla-unione-bancaria-tra.html"]qui par.4[/URL]). Che saranno poi quelle dei paesi meno soggetti alla distruzione della domanda interna, post crisi da bilancia dei pagamenti, e quindi quelle del paese maggior creditore o, al più, dell'area, dei creditori. [/FONT]
[FONT="georgia" ]Salva, in quest[FONT="georgia" ]'[/FONT]area, la già avvenuta spregiudicata utilizzazione di denaro pubblico, proprio, per il salvataggio del sistema bancario per il moral hazard speculativo sui derivati a base della crisi del 2008, nonché del [B]denaro pubblico degli altri paesi,[/B] via ESM e ESFS, non più il proprio, [B]per il rientro conseguenziale del credito bancario estero intra-area euro[/B]: questo rammentiamo, si era reso necessario a seguito del [I]sudden stop[/I] del traffico interbancario partito dai paesi creditori, in fregola di rientro delle proprie ormai insicure posizioni creditorie verso i paesi importatori (delle merci "competitive" esportate dai paesi creditori) nonchè indotte dai crediti effettuati per lucrare, all'interno dell'UEM, dei tassi di interesse più vantaggiosi, corrisposti nei paesi in espansione a credito facile e maggior tasso di inflazione (situazione che sarebbe stata prevedibilmente insostenibile...).[/FONT]


[CENTER][IMG]https://pagellapolitica.it/static/style/sandbox/5320631c443ea_Schermata2014-03-12alle14.11.51.png[/IMG] [/CENTER]
[FONT="georgia" ][/FONT]

[IMG]http://intermarketandmore.finanza.com/files/2014/11/sostegno-finanziario-italia-esm-contributo-efsf-e1416213096554.png[/IMG]


[FONT="georgia" ]7.[B] Il risparmio retail nei paesi debitori esteri (UEM),[/B] e quindi i più esposti alle insolvenze determinate dalle politiche fiscali correttive dell'aussterità, in questa situazione, [B]era un asset troppo appetibile per essere preservato dalla assolutamente risibile serie di [U]prescrizioni prudenziali[/U][/B], [B]non puntualmente vincolanti[/B], in quanto [B][U]non trasposte in norme europee specifiche sul rischio[/U], e con l'obbligo di tradurle in dettagliate norme interne ASSISTITE DA SANZIONI applicabili in procedure legalmente predeterminate[/B].[/FONT]
[FONT="georgia" ]L'€uropa dei controllori, tanto buoni, ha preferito affidarsi alla [I][B]soft law[/B][/I], che lascia traccia della propria pensosa preoccupazione per i "[I][B]consumatori[/B][/I]", ma, come abbiamo visto nel documento sopra riportato, non va oltre un "[I][B]reminder[/B][/I]". In sostanza, un "[I]ricordatevelo, noi ve l'abbiamo detto; poi le ve lo rinfacceremo[/I]", ma intanto nessuna norma altrettanto vincolante che possa [B]bilanciare quelle, molto e inesorabilmente vincolanti, del bail-in[/B]. [/FONT]


[FONT="georgia" ]8. Ma ci pare necessario ricordare che [B]è l'intero sistema bancario imposto dall'appartenenza all'€uropa che soffr[FONT="georgia" ]e[/FONT] di una sistemica opacità e incontrollabilità effettiva[/B], tale che quello cui assistiamo oggi, risulta essere un fenomeno implicito in partenza in tutta l'impostazione seguita. [/FONT]
[FONT="georgia" ]Questo aspetto lo avevamo visto [URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2013/12/riflessioni-sulla-unione-bancaria-tra.html"]qui, in un paragrafo, che vi riporto[/URL], a sua volta tratto da un profetico post di Hulk del 4 gennaio 2013. L'invito è a rileggerlo con particolare attenzione, perchè da qui parte l'irrisolvibile problema della insicurezza sistemica dei vostri risparmi e dell'intera struttura creditizia: [/FONT]

[FONT="georgia" ][B]"[FONT=inherit]Il [URL="http://www.blogger.com/da%20http://orizzonte48.blogspot.it/2013/01/lattivita-bancaria-secondo-leuropa.html"]cambio di paradigma [/URL]in materia di regolamentazione bancaria, richiesto dall’Europa [/FONT][/B]per realizzare la libera circolazione dei capitali, parte da lontano e risale all’affermazione del carattere d'impresa dell'attività bancaria, esclusivamente regolato dal principio fondamentale dei Trattati della “forte competizioneconcorrenziale, a discapito dell'interesse pubblico, proclamato invece nella legge bancaria del '36.[/FONT]


Con la prima direttiva comunitaria in materia bancaria (CE n. 780/77), recepita tramite il DPR 350/85, è stato introdotto nell’ordinamento interno il principio del libero accesso all’attività bancaria.
La seconda direttiva (CE n. 646/89), poi, ha realizzato il coordinamento delle disposizioni legislative nazionali. Unitamente alla prima diede vita ad una vera e propria “legge bancaria comunitaria”, che ha portato, in Italia, al Testo Unico Bancario del ’93 (d.lgs. 385/93).
Questo punto di svolta segnò il passaggio dalla cd. vigilanza cd. “strutturale”, volta a perseguire l’obiettivo della stabilità del sistema attraverso la preventiva valutazione del bisogno economico del mercato, a quella “prudenziale” fondata, essenzialmente, sulla valutazione dell’adeguatezza del patrimonio bancario a presidio dei “rischi d’impresa”. In nome della concorrenza è stata fortemente limitata la discrezionalità tecnica della Banca d'Italia.
La potestà di normazione secondaria del regolatore nazionale è stata ridotta alla mera ricezione, via Commissione Europea e Comitato di Basilea, delle metodologie di misurazione dei rischi, ad elevato grado di astrazione, elaborate dagli stessi operatori internazionali nominalmente sottoposti al controllo della vigilanza bancaria.


Allo stato attuale, le crisi finanziarie che si sono succedute nell’ultimo trentennio, con maggiore frequenza e intensità rispetto al passato, e con costi crescenti a carico dei bilanci pubblici per ripianamento delle perdite, impongono una riflessione critica anche sulla praticabilità di un modello di controllo basato sulla centralità del “patrimonio” e sull’omogeneità del modello imprenditoriale di banca universale adottato - ma anche imposto “ope legis”- dagli operatori.


Tutti problemi che, va fortemente sottolineato, l’accordo sulla “Unione bancaria” lascia del tutto irrisolti e sullo sfondo.


Ed infatti, le difficoltà incontrate dalle Autorità di vigilanza nel far osservare i principi della corretta gestione creditizia, non potranno essere superate – neanche in improbabili contesti sovranazionali – fintanto che non verrà messo in discussione l’approccio “prudenziale”, eccessivamente rispettoso delle prerogative degli operatori di mercato (e molto meno di quelle di depositanti e contribuenti).
L’eccessiva confidenza nella capacità degli operatori di valutare autonomamente i rischi contrasta con la stessa ragione dell’intervento regolamentare pubblico: quella di limitare il “moral hazard” del banchiere, cioè la particolare tentazione, connaturata all’attività, di appropriarsi tout court delle risorse affidate dai risparmiatori omettendo di effettuare la dovuta selezione degli impieghi in una ideale logica di funzionalità del sistema.
Nel sistema della legge del ’36 l’interesse pubblico posto sull’attività bancaria costituiva un efficace argine per il “moral hazard” che nessuna possibile misura del patrimonio bancario, - pur sempre una frazione della massa dei depositi-, può rimpiazzare.
Il patrimonio di una banca, qualunque sia la forma giuridica, è essenzialmente un patrimonio di relazioni (in teoria una banca potrebbe operare con patrimonio negativo): quelle buone portano buoni frutti, quelle pericolose portano alla crisi. Il conto di quest’ultime è portato ai contribuenti.
Nel sistema delineato dalle normative comunitarie, prima con il recepimento di Basilea 1 e poi con Basilea 2, gli strumenti d'intervento posti a disposizione delle Autorità di vigilanza non si sono dimostrati efficaci a prevenire le crisi.
Un’ulteriore complicazione al mercato del credito, derivata da Basilea 2, è la prociclicità, che porta gli operatori a restringere le erogazioni nelle fasi discendenti del ciclo economico per “risparmiare” capitale.


Le linee di riforma stabilite da Basilea 3, dichiaratamente nate per porre rimedio alle falle che hanno prodotto la crisi del 2007-2008, si pongono in sostanziale continuità con lo schema già accennato, tanto che alcuni specialisti parlano di occasione mancata (o falsa panacea), apportando, di nuovo, solo sistemi di ripartizione delle perdite dell'attività bancaria, per particolari categorie di finanziatori (bail in).
Non risulta modificato, anche in prospettiva, l’impianto regolamentare, deputato ad assicurare il controllo sulle banche alle quali è pacificamente riconosciuto, per i motivi sopra accennati, il carattere di impresa “speciale”, tanto da meritare una specifica attenzione pubblica.
In tali condizioni, di “controllo volontaristico”, nella pratica, una banca resta stabile fintanto che il “prelievo alla fonte”, ovvero il “frutto” del moral hazard, operato dai poteri decisori interni, è sopportabile della generale massa dei clienti depositanti e prenditori ordinari.
Detto "prelievo" si estrinseca nell’acquisizione di attivi bancari "farlocchi": tanto le classiche concessioni di credito predestinate a trasformarsi in sofferenze, quanto i più moderni prodotti della finanza innovativa (derivati et similia) di incerto valore che, tuttavia godono di favorevoli ponderazioni (quotazioni cd. 'mark to fantasy').


Nel sistema “prudenziale” non vi è modo per la vigilanza bancaria di contrastare la formazione delle perdite preordinate ex-ante, nonostante la continua iperfetazione della normativa secondaria, restando solo la decisione di ritiro della “licenza” bancaria quando il “prelievo” osservato non è più sopportabile dalla generica clientela della banca.
Peraltro, la possibilità di applicare questa “punizione”, che interviene, per definizione, solo quando i danni sono già stati prodotti, è in pratica possibile solo per gli intermediari di minori dimensioni, non per quelli di rilevanza sistemica. Qualche voce critica sulla ridondanza della strumentario utilizzato dalla vigilanza “prudenziale” si è levata di recente dallo stesso ambiente delle banche centrali.


A conferma di ciò, basterebbe rammentare che “il Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea non contiene, in conformità all’evoluzione legislativa europea, alcun riferimento alla tutela del risparmio la quale viene demandata interamente alle fonti comunitarie di secondo grado (c.d. diritto comunitario derivato). Ciò, come si è più sopra evidenziato, non ha impedito di adottare misure a tutela del risparmio a livello europeo anche se, come osservato, la mancata menzione nel Trattato di tale principio ha comportato con riguardo alla nozione di risparmio una sorta di interscambiabilità dei termini “risparmiatore” e “investitore”.”
Il che costituisce un problema non da poco, data la macroscopica incompatibilità di tale “interscambiabilità” col concetto “sistematico” di risparmio diffuso e ad accesso popolare accolto in Costituzione, che tende a separare, per assoluta necessità logica, l’investitore che esercita attività professionale di impresa nel settore finanziario nonchè il percettore essenziale di “rendita”, da colui che assume il risparmio come frutto residuo del reddito da lavoro, e quindi in termini di eventualità che, a differenza dell’UE, la Repubblica si impegna a rendere una effettiva realizzazione.
Ma, in termini logicamente antecedenti, l’Unione europea, e a maggior ragione quella monetaria, retta da un’unica istituzione “dedicata”, la BCE, soggetta al mandato esclusivo della stabilità dei prezzi (art.127 TFUE) , e solo in via accuratamente subordinata a quello della “piena occupazione” (in senso neo-classico, di qualunque livello di occupazione compatibile con l’inflazione perseguita), predica implicitamente la assoluta indifferenza verso la formazione diffusa del risparmio, e la presupposta finalità redistributiva in essa insita, preoccupandosi invece solo della stabilità finanziaria.
Quest’ultima, a sua volta, assunta dal solo punto di vista dell’impresa bancaria, cioè come instaurazione di una fiducia sulla solvibilità di sistema, tutta racchiusa nella logica di parametri riferiti ai soli bilanci e indici di patrimonializzazione bancaria; con ciò rendendosi, come abbiamo visto, altrettanto indifferente verso ogni forma di moral hazard nel credito e di tipologia “universale” di investimento consentita alle banche, e quindi al di fuori di ogni ipotesi di repressione finanziaria e di (previgente) separazione delle tipologie di attività bancario-finanziaria.


In questo senso la preoccupazione del legislatore europeo, fermo restando l’inviolabile dogma della stabilità dei prezzi e della libera circolazione dei capitali, è stata quindi di elaborare norme che obbligassero le imprese attive nel settore finanziario all’osservanza di determinati principi di (presunta) trasparenza informativa, tali da consentire ai risparmiatori/investitori di possedere,- in linea teorica ed assolutamente probabilistica-, le informazioni necessarie a ridurre il più possibile il profilo di incertezza relativo alle proprie scelte di investimento.
Questa impostazione dimostra la completa marginalizzazione degli interessi dei risparmiatori/investitori paragonata alla possibilità dell’industria finanziaria di poter, in linea teorica, sviluppare le tipologie più sofisticate di investimento finanziario senza che esse siano vietate o, almeno, disciplinate, da alcuna disposizione normativa.
[FONT="georgia" ][FONT=inherit]Il percorso storico-legislativo appena tratteggiato ha portato [B]inevitabilmente [/B]alla configurabilità di iniziative quale quella, recente, di [B]bail-in[/B] delle imprese bancarie in crisi mediante utilizzo del denaro di azionisti, obbligazionisti e finanche semplici correntisti. [/FONT][/FONT]
[FONT="georgia" ][FONT=inherit]Ciò non rappresenta altro che [B]la naturale evoluzione, estremizzata, del principio secondo il quale il risparmio non debba più ritenersi veicolato all’interno del settore finanziario da risparmiatori pubblicamente tutelati bensì da investitori razionali [/B]i quali, se correttamente informati, subiscono su di sé gli effetti negativi di un investimento sbagliato.[/FONT]”[/FONT]


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mototopo

Forumer storico
Le Istituzioni riflettono la società o esse "conformano" la società e ne inducono la struttura? In democrazia, la risposta dovrebbe essere la prima. Ma c’è sempre l'ombra della seconda...il "potere" tende a perpetuarsi, forzando le regole che, nello Stato "democratico di diritto" ne disciplinano la legittimazione. Ultimamente, poi, la seconda si profila piuttosto...ingombrante, nella sintesi "lo vuole l'Europa". Ma non solo. Per capire il fenomeno, useremo la analisi economica del diritto.


















































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venerdì 18 dicembre 2015

LA GRANDE TRANVATA: LA VERA EUROPA DEI VERI TRASFERIMENTI AL TEMPO DELL'UNIONE BANCARIA




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[FONT="georgia" ]
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[FONT="georgia" ]1. Oggi ho comprato il FQ per leggermi l'articolo di Alberto Bagnai sul salvataggio delle ormai famose "4 banche". [/FONT]
[FONT="georgia" ][IMG]https://pbs.twimg.com/media/CWfnGdgXIAI0bAk.jpg:large[/IMG] [/FONT]
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[FONT="georgia" ]Con l'occasione, nello sfogliare, con un comprensibile filo di angoscia, le pagine del giornale, mi sono imbattuto in un articolo che rappresenta il complemento del pezzo di Alberto, in quanto prospetta [B]lo scenario molto più ampio del nostro futuro all'interno dell'Unione bancaria[/B]. Cioè, [B]ben al di là delle "4-banche-4"[/B].[/FONT]
[FONT="georgia" ]Di questo scenario abbiamo ampiamente parlato [URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2015/12/lunione-bail-in-e-la-soft-law.html"]qui[/URL] e qui (almeno...).[/FONT]
[FONT="georgia" ]L'articolo in questione, non casualmente, è di [B]Marco Palombi[/B] (pag.5): un giornalista fra i meno versati nella [I]tiritera[/I] autorazzista e moralista che tende a nascondere, in tutti i modi, le assolutamente prevalenti cause euro-necessitate dell[FONT="georgia" ]'attuale[/FONT] (s[FONT="georgia" ]trisciante e [FONT="georgia" ]innescata) [FONT="georgia" ]crisi [/FONT][/FONT][/FONT]bancaria diffusa[FONT="georgia" ][FONT="georgia" ].[/FONT][/FONT][/FONT]
[FONT="georgia" ][FONT="georgia" ][FONT="georgia" ]Q[/FONT]uest[FONT="georgia" ]a, come è utile s[FONT="georgia" ]empre ripetere, è[/FONT][/FONT][/FONT] determinata dalla contrazione ("distruzione[FONT="georgia" ] montiana"),[/FONT] per via di politiche fiscali €uroimposte, della domanda interna, e dall[FONT="georgia" ]e conseguenti insolvenze nell'economi[FONT="georgia" ]a "reale", [/FONT][/FONT]effettivamente alla base dell'attuale prospettiva di crisi sistemica bancaria, da sanare, appunto, con il bail-in (a carico nostro).[/FONT]
[FONT="georgia" ]
[/FONT]
[FONT="georgia" ]2. L'articolo di Palombi è "eloquente" perchè, in essenza, si limita a riportare (criticamente) alcuni significativi passaggi dell'[B]audizione di Carmelo Barbagallo alla commissione finanze della Camera, svoltasi lo scorso 9 dicembre[/B].[/FONT]
[FONT="georgia" ]Ed è interessante perché ci mostra come, [B]nonostante l'analisi e i fatti piuttosto eclatanti riferiti da Barbagallo[/B], che è il capo della vigilanza della Banca d'Italia, cioè quello che nel nostro Paese dovrebbe essere il più informato e competente conoscitore della materia in questione, [B]il dibattito politico, specialmente in parlamento, prosegue imperterrito su binari che non vogliono prendere atto della crudezza della prospettiva[/B] aperta dalle parole dello stesso Barbagallo.[/FONT]


[FONT="georgia" ]3. Dice in estrema sintesi Barbagallo:[/FONT]
[FONT="georgia" ]"[I]L'eccezionale gravità della recessione[/I] (in Italia: e dovuta a..chissàcosa..., ndr.), [I]ha inciso significativamente sulla [B]qualità degli attivi[/B] delle banche italiane, divenuta il principale fattore di vulnerabilità del sistema. A fine giugno i [B]prestiti deteriorati ammontavano a 360 miliardi di euro, il 18% del totale[/B]; all'interno di questo aggregato, le sofferenze ammontavano a 210 miliardi (10,3%)...Insomma ([/I]soggiunge Palombi, ndr[I].), [B]la crisi sta uccidendo aziende e famiglie[/B] che non pagano più i loro debiti e "quanto fatto finora potrebbe non bastare di fronte all'ingente massa di crediti anomali[/I]".[/FONT]
[FONT="georgia" ]Prosegue Barbagallo: "[B][I]E' bene [U]fugare ogni illusione riguardo alla possibilità di evitare del tutto crisi di banche, specie in contesti di eccezionale difficoltà[/U][/I][/B]".[/FONT]


[FONT="georgia" ]Chiarisce quindi Barbagallo, (noi lo sappiamo già: i talk e il dibattito politico paiono non prenderne atto...), che [B]dal 1° gennaio 2016, con la piena entrata in vigore della disciplina del bail-in[/B], essendo vietato ogni intervento dello Stato, nel caso delle "[B]4-banche-4[/B]", - cioè di quella che, come preannuncia Barbagallo, potrebbe essere [B]solo una prima e [U]parziale [/U]vicenda di insolvenza[/B] di un istituto bancario nazionale-, "[I][B]non [/B]sarebbe stata assicurata la [B]continuità delle banche:[/B] a 200mila piccole imprese[/I] (ndr; in quel limitato e "primo" ma probabilmente non ultimo caso), [I]si sarebbe dovuto chiedere il [B]rientro immediato[/B], con danni ingentissimi per le economie locali; sarebbero stati [B]tutelati solo i portatori di depositi garantiti [/B][/I](...???, vedremo appena sotto "quanto", ndr.), [I]sacrificando i crediti di un milione di risparmiatori e i posti di 6mila lavoratori...[/I]"[/FONT]


[FONT="georgia" ]4. Allora, queste le certezze sulle quali sarà meglio non illudersi:[/FONT]
[FONT="georgia" ]a) [B]dal 1° gennaio le banche saltano sul serio [/B](senza [B]"[I]potersi fare illusioni[/I]" [/B]che ciò effettivamente non accada): e ciò, senza alcun paracadute per azionisti, investitori obbligazionari di ogni tipo, e specialmente, [B]correntisti e clienti,[/B] cioè imprese e famiglie, che abbiano ricevuto credito, su cui, in termini [FONT="georgia" ]obiettivamente [/FONT]probabili (lo dice lo stesso Barbagallo), si abbatte la [B]prospettiva del "rientro"[/B] (senza essere stati loro a determinare l'insolvenza, e quindi anche avendo tenuto fino ad allora un diligente flusso di restituzione dei soldi mutuati);[/FONT]
[FONT="georgia" ]b) [B]i depositi "garantiti" sono tali se...esiste un sistema di garanzia [U]attuale[/U].[/B] [/FONT]
[FONT="georgia" ]E questo [B]non solo non è attuale[/B], [FONT="georgia" ]perché [/FONT]entrerà in funzione [B][U][I]veramente[/I][/U][/B], a livello europeo [/FONT][FONT="georgia" ][FONT="georgia" ][B]solo nel 20[FONT="georgia" ]24[/FONT][/B], [/FONT](a livello nazional[FONT="georgia" ]e,[/FONT] [URL="http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-01-24/cose-come-funziona-fondo-231551.shtml?uuid=AbY4utNH"]i fondi sono attualmente [/URL][FONT="georgia" ][URL="http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-01-24/cose-come-funziona-fondo-231551.shtml?uuid=AbY4utNH"]largamente [FONT="georgia" ]"improbabili"[/FONT] rispetto a qualsiasi serio [FONT="georgia" ]contagio [/FONT]sistemico[/COLOR][/URL])[/FONT], ma i principali contributori a tale fondo, come al solito, [B]non sono affatto d'accordo nel parteciparvi[/B]. Tranne che...come vedremo tra breve...[/FONT]
[FONT="georgia" ]
[/FONT]
[FONT="georgia" ]5. [B]Se [FONT="georgia" ]le [/FONT]parole del capo della vigilanza fossero state minimamente intese nel loro senso oggettivo dalla nostra classe politica, di opposizione e di governo,[/B] il senso di allarme, se non di emergenza assoluta, che ne dovrebbe derivare, li avrebbe dovuti condurre ad un'[B]immediata riflessione sulla sostenibilità della nostra permanenza nella moneta unica e nel conseguente sistema di Unione bancaria[/B]. [/FONT]
[FONT="georgia" ]Questo sistema, infatti, attualmente e per molti e cruciali anni a venire, risulta privo di sistema assicurativo comune, che, nelle more della possibile ondata di insolvenze e conseguenti bail-in, cioè espropri dei risparmi dei correntiti e piccoli investitori, andrebbe [B]forse [/B]attivato fra 8 anni; anche se, appunto, [B]la Germania già dice di non essere interessata[/B]...[/FONT]

[FONT="georgia" ]6. Ovvero, è interessata ma con una ben precisa[B] [I]condizionalità[/I] nel proprio interesse esclusivo: [/B]cioè imponendo di [B]ripristina[FONT="georgia" ]re[/FONT] un sistema che sostanzialmente riaumenti gli spread e consenta al loro asfittico sistema di risparmio, a fini assicurativi e pensionistici, di lucrare sui rendimenti differenziali (ridivenuti, grazie all'Unione bancaria) molto più alti dei nostri titoli del debito pubblico[FONT="georgia" ].[/FONT] [/B][/FONT]
[FONT="georgia" ][B][FONT="georgia" ]I prezzi[FONT="georgia" ] di collocament[FONT="georgia" ]o[/FONT] e i [FONT="georgia" ]connessi [/FONT][/FONT][/FONT]tassi di interesse passivi [/B](a carico dei contribuenti italiani), infatti, [B]sarebbero fissabili SOLO dai sottoscrittori privati finanziari esteri[/B][FONT="georgia" ] (che rim[FONT="georgia" ]arreb[FONT="georgia" ]bero, nel sistema preteso dai tedeschi, praticamente gli unici sottoscrittori[FONT="georgia" ] [/FONT]legittimati[FONT="georgia" ] sul [FONT="georgia" ]mercato[/FONT] primario, al collocament[FONT="georgia" ]o[/FONT])[FONT="georgia" ]:[/FONT][/FONT][/FONT][/FONT][/FONT][/FONT]
[FONT="georgia" ][/FONT]
[FONT="georgia" ][/FONT]
[FONT="georgia" ][URL="http://www.firstonline.info/a/2015/11/24/unione-bancaria-ue-approva-ultimo-pilastro-via-lib/bdffbc60-672b-4962-96af-0fa0e2f20f0b"]Unione bancaria, UE approva ultimo pilastro: via al sistema unico per proteggere i depositi[/URL][/FONT]
[FONT="georgia" ][I]Dopo la supervisione comune e la risoluzione unica, la Commissione europea ha svelato le caratteristiche del terzo pilastro dell'Unione Bancaria europea: lo schema unico di assicurazione dei depositi (Edis). [B]Il fondo entrerà definitivamente in vigore[U] a partire dal 2024[/U] [/B]seguendo un processo in tre fasi - Ecco quali sono le sue caratteristiche[/I].[/FONT]
[FONT="georgia" ][/FONT]
[FONT="georgia" ]"[B][URL="http://www.wallstreetitalia.com/ricatto-germania-a-italia-o-banche-scaricano-btp-o-no-garanzia-europea-depositi/"]Ricatto Germania a Italia. O banche scaricano BTP o no garanzia europea depositi[/URL].[/B][/FONT]
[FONT="georgia" ][I]Assicurazione dell’Eurozona sui conti correnti? Se il piano c’era, ora rischia di saltare. O anzi, come scrive Federico Fubini in un articolo pubblicato su Il Corriere della Sera, “[B]per adesso l’assicurazione europea non si farà[/B]”. Motivo? [B]Il veto della Germania.[/B] Berlino infatti dirà no a “qualunque assicurazione comune sui depositi fino a quando le banche in Europa del Sud non saranno protette dal rischio di una crisi sul debito pubblico”. [/I][/FONT]
[FONT="georgia" ][I]Come? Secondo i tedeschi, per evitare che le banche del Sud europea vengano travolte da una crisi che torni a colpire il debito pubblico, [B]è fondamentale che le banche stesse riducano gli investimenti in titoli di Stato del proprio Paese[/B]; nel caso dell’Italia, dunque, che le banche italiane riducano l’esposizione verso i BTP. [/I][/FONT]
[FONT="georgia" ][/FONT]
[FONT="georgia" ][I]E’ questo il motivo per cui, [B]le parole [/B]che l’agenzia di Reuters aveva riportato nella bozza di conclusioni dell’ultimo vertice europeo – [B]“I capi di Stato e di governo sottolineano l’importanza di completare l’unione bancaria – poi sono sparite dal documento finale[/B][/I]." [/FONT]
[FONT="georgia" ]
[/FONT]

[FONT="georgia" ][FONT="georgia" ]7[/FONT]. Insomma, per i tedeschi, va bene, fra 8 anni, compartecipare al sistema assicurativo dei correntisti-depositanti bancari: ma [B]purchè, nel frattempo, POSSA INNESCARSI UN COLOSSALE TRASFERIMENTO FINANZIARIO[/B] - via interessi sul debito pubblico italiano a sottoscrizione "riservata" alle banche tedesche e "core"- [B]DA PARTE DEI CONTRIBUENTI DEI PAESI DEBITORI VERSO LE BANCHE E I RISPARMIATORI DEI PAESI CREDITORI. [/B][/FONT]
[FONT="georgia" ]Cioè gli stessi tedeschi, in primis: che dovendo conservare la loro bella deflazione salariale competitiva e selvaggia, si trovano a dover proseguire a collocare il loro debito a rendimenti negativi o pressocchè pari a zero. [B]Mentre la popolazione tedesca invecchia, gli immigrati lavoreranno "umanitariamente" [URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2015/10/riforme-immigrazionist-crisi-di.html"]a 1 euro all'ora (p.3)[/URL], e, si sa, l'elettorato merkelian-schaubeliano, poi, "mormora"[/B].[/FONT]


[FONT="georgia" ][FONT="georgia" ]8[/FONT]. Quindi, [/FONT][/B][FONT="georgia" ][FONT="georgia" ]nel complesso di questa "trasparente" manovra[FONT="georgia" ] "condizionale" tedesca,[/FONT][/FONT][/FONT][B][FONT="georgia" ] pensioni e prestazioni previdenziali assicurative tedesche, per la più parte possibile, dobbiamo contri[FONT="georgia" ]b[/FONT]uire a pagarle noi.[/FONT][/B]
[FONT="georgia" ]NATURALMENTE, VIGENDO IL PAREGGIO DI BILANCIO, ATTRAVERSO LA RINUNCIA AL NOSTRO WELFARE E QUINDI, INNANZITUTTO, AL NOSTRO SISTEMA PENSIONISTICO. [/FONT]
[FONT="georgia" ]Capite?[/FONT]
[FONT="georgia" ][U][B]Questa è l'unica €uropa dei trasferimenti che vi stanno preparando[/B][/U] e che presto vi ritroverete a vivere, senza aver potuto mai avere una qualche forma di protezione e di tutela dell'interesse nazionale. [/FONT]
[FONT="georgia" ]Questa è la pace e la cooperazione del grande "sogno" €uropeo che avete tanta paura di perdere! [/FONT]


[FONT="georgia" ][FONT="georgia" ]9[/FONT]. Questo, tra l[FONT="georgia" ]'altro,[/FONT] ci fa comprendere come e perchè, in questi giorni, [B]i nostri "responsabili" della spesa pensionistica si stiano affrettando a proporre di tagliarla e di sottoporla a limiti e decadenze,[/B] in modo da poter risparmiare sulle erogazioni e co[FONT="georgia" ]nsentire al [B]bilancio della Stato italiano[/B], via interessi crescenti [FONT="georgia" ]sul debito, di [/FONT][/FONT]poter meglio contribuire, coi soldi dei contribuenti italiani, al pagamento delle rendite finanziarie di banche e risparmiatori tedeschi.[/FONT]
[B][I][URL="http://www.corriere.it/economia/15_novembre_02/proposta-boeri-inps-pensioni-taglio-fino-12percento-sopra-quota-80-mila-euro-e84a8afc-812d-11e5-8d6e-15298a7eb858.shtml"]Boeri (Inps) sulle pensioni[/URL]: taglio fino al 12% sopra quota 80 mila euro [/I]


Il grosso verrebbe dal taglio delle pensioni più alte dei lavoratori «normali». Anche in questo caso la sforbiciata sarebbe progressiva. E potrebbe essere affiancata, per alcune categorie, da una revisione del cosiddetto coefficiente di trasformazione, la formula che consente di calcolare la pensione a partire dai contributi versati.

Pensioni: Boeri conferma in parlamento la voglia di tagliare le pensioni che ritiene alte

Via le integrazioni al minimo per i pensionati che emigrano fuori dall’Ue - Il documento di 69 pagine, che oltre all’articolato contiene le motivazioni e la valutazione di costi ed effetti distributivi di ogni misura, è intitolato Non per cassa ma per equità. E prevede tra il resto il riordino delle prestazioni assistenziali per gli ultra 65enni, una stretta sulle pensioni dei sindacalisti ma anche l’eliminazione delle integrazioni al minimo e maggiorazioni degli assegni versati ai pensionati italiani che risiedono fuori dall’Unione europea. Persone che, ha spiegato Boeri poche settimane fa, hanno già diritto all’assistenza di base nel Paese in cui si sono trasferiti. - Reddito minimo di 500 euro per gli over 55 - Gli obiettivi della proposta? “Abbattere del 50% la povertà” tra i lavoratori senior che non hanno ancora maturato i requisiti per l’assegno, dare più libertà di scelta sull’età di uscita dal lavoro e “aumentare il benessere delle famiglie”, ma anche migliorare la “sostenibilità finanziaria del sistema” e “complessivamente ridurre il debito pubblico”. In ultima analisi, il risultato sarebbe quello di “rendere il sistema previdenziale più equo e dunque anche socialmente più sostenibile”. Non per niente l”articolo 1 prevede l’introduzione di un reddito minimo garantito di 500 euro a regime (400 euro nel 2016 e nel 2017) per le famiglie con almeno un componente ultra cinquantacinquenne. Una famiglia formata da due adulti di cui uno con più di 55 anni e redditi da lavoro complessivi di 500 euro avrebbe per esempio diritto a 250 euro al mese.



[FONT="georgia" ][FONT="georgia" ]10[/FONT]. Dovesse accadere che salta una banca italiana e che, magari dopo che sia stata acquisita a prezzi di saldo da una tedesca (o francese, fate voi), poi non si abbiano i soldini per provare a ripagare i correntisti fino a 100.000 euro[FONT=serif]![/FONT][/FONT]


[FONT="georgia" ]Chè, poi, tanto, [B]il "pericolo"[FONT="georgia" ] (per il fondo assicurativo €uropeo)[/FONT] che in futuro, dopo il 20[FONT="georgia" ]24!,[/FONT] [FONT="georgia" ]ANCORA [/FONT]esistano correntisti italiani da garantire diverrà molto teorico[FONT="georgia" ].[/FONT][/B][/FONT]
[FONT="georgia" ][FONT="georgia" ]A[/FONT]vete pensato a come [FONT="georgia" ]diavolo mai [/FONT]si potrebbe risparmiare con questo mercato del lavoro, questi livelli di precarizzazione e di deflazione salariale riversata sui nuovi occupati, e in assenza di un sistema pensionistico pubblico [/FONT][FONT="georgia" ][FONT="georgia" ]riconvertito in sistema di trasferimenti a favore dei padroni tedeschi?[/FONT][/FONT]
[FONT="georgia" ][FONT="georgia" ]Ed[FONT="georgia" ] infatti, [B]ne[FONT="georgia" ]i[/FONT] grandi numeri della società italiana che nell[FONT="georgia" ]a visione "boerica" si va irresistibilmente formando, [/FONT][/B][/FONT][/FONT][B]avranno TUTTI (gli italiani),[/B] tranne i soliti e pochi noti, [B]500 euro al mese d[/B][FONT="georgia" ][B]i reddito minimo garantito, su mi[FONT="georgia" ]sura [/FONT]per futuri ultracinq[/B][FONT="georgia" ][B]uantacinquenni invecchiati da precari[/B][FONT="georgia" ][FONT="georgia" ][FONT="georgia" ]:[/FONT] e questo, in[FONT="georgia" ]evitabilmente,[/FONT][/FONT] [B]in sostituzione di pensioni pubbliche[/B] ormai divenute un[FONT="georgia" ] ricordo di un passato (c[FONT="georgia" ]he n[FONT="georgia" ]aturalmente era "al di sopra dei nostri mezzi)[/FONT][/FONT][/FONT];[/FONT][/FONT][/FONT] ma solo se va bene..[FONT="georgia" ].[/FONT][/FONT]
[FONT="georgia" ]
[/FONT]
[FONT="georgia" ]1[FONT="georgia" ]1[/FONT]. Certo, [B]se gli italiani[/B], invece di aggirarsi sulle spoglie del latte [/FONT][FONT="georgia" ][FONT="georgia" ]versato[FONT="georgia" ] [/FONT]in Etruria[/FONT], [B][FONT="georgia" ]non fo[FONT="georgia" ]sser[FONT="georgia" ]o [/FONT][/FONT][/FONT]distratti dal treno che sta arrivando sullo stesso binario a velocità accelerata[/B] (dalle stesse pensate dei nostri "responsabili"), forse [URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2015/01/pmi-sveglia-non-e-uno-stato-vampiro-e.html"]si svegli[FONT="georgia" ]erebbero[/FONT] dal torpore €uropeista[/COLOR][/B][/URL] (e autorazzista)[FONT="georgia" ][FONT="georgia" ].[/FONT][/FONT][/FONT]
[FONT="georgia" ][FONT="georgia" ][FONT="georgia" ]I[/FONT]n un disperato istinto di sopravvivenza,[/FONT] probabilmente farebbero capire ai propri governanti (ove mai debbano eleggerli), e finché [FONT="georgia" ]sono[/FONT] in tempo, di non essere d'accordo.[/FONT]
[FONT="georgia" ][B]Ma non c'è modo che si sveglino, con questa grancassa mediatica[/B], a disposizione dei creditori e rentiers esteri...[/FONT]
[FONT="georgia" ]E[B] dunque non c'è modo che la nostra classe politica si ponga lontanamente il problema di quanto sia urgente, dal 1° gennaio 2016, più che mai, uscire dall'eurofollia[FONT="georgia" ]:[/FONT] [/B]ormai non più depressiva, ma giunta sulle soglie di un'[B]incalcolabile e irreversibile distruzione della società italiana.[/B][/FONT]



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domenica 20 dicembre 2015

ORBAN E LA "UNNECESSARY" SINGLE CURRENCY: DOV'E' CHE STA LA "VERA" DEMOCRAZIA?




orban_820-e1432913241754.jpg

[FONT="georgia" ]
[/FONT]
[FONT="georgia" ]1. Il post che segue riguarda la stucchevole storiella, molto €uro-italiota, della non democrazia del [B]"tirannico" Orban[/B], portatore, a quanto pare, di nazionalismo di destra distruttivo del sogno europeo e di non ben identificati diritti fondamentali.[/FONT]
[FONT="georgia" ]Certo se essere così nazionalisti, antidemocratici, e di destra (xenofoba!), significa [B]tutelare il livello di occupazione e di reddito del proprio popolo e preservarne quello strumento coessenziale che è [/B](sempre stato, in ogni tempo) [B]la sovranità monetaria, passando per il modello di banca centrale legato a tale preservazione,[/B] beh, allora, si dica pure che un premier eletto a furor di popolo è "contro la democrazia".[/FONT]
[B][I][URL="http://www.limesonline.com/rubrica/lungheria-si-fida-di-orban-odiato-a-bruxelles-e-amato-a-budapest"]"L’Ungheria si fida di Orbán, odiato a Bruxelles e amato a Budapest - Il leader di Fidesz stravince le elezioni e si conferma al governo. L’Ue ne critica le tendenze autoritarie, ma persino l’Fmi ha lodato la performance economica ungherese. Il premier non è contro l’Europa dei potenti: ne fa parte.[/URL] [/I][/B]

Orbán, un leader con una visione strategica"



[FONT="georgia" ][/FONT]
[FONT="georgia" ]Magari, nelle ripetitive dichiarazioni giornaliere, dimenticando, i nostri €-media, che [B]non è precisamente quello di Orban, in Ungheria, il partito xenofobo e antisemita[/B]; ma un altro, che non ha preso certamente il 45% dei voti del popolo ungherese (quasi il doppio degli [I][B]€uropeisti-libberisti-de-sinistra[/B][/I], che piacciono a tutti i media italiani e alla Merkel e a Schauble...cioè agli amici della Grecia, nonchè, a quanto pare, [URL="http://goofynomics.blogspot.it/2015/12/ci-siamo-feld-sullesproprio-con.html"]dell'Italia tutta-tutta e dei suoi risparmiatori specialmente[/URL]), nonché[/FONT][FONT="georgia" ][FONT="georgia" ] il 66% dei seggi in parlamento: dettagliuccio che non gli rende minimanente necessario allearsi con la destra xenofoba e antisemita ([URL="http://it.euronews.com/2015/06/17/ungheria-tutti-contro-i-cartelli-xenofobi-del-governo-orban/"]anche se in Italia pensano che sia quella di Orban[/URL])[/FONT].[/FONT]
"Ungheria, alle elezioni trionfa Orban...La destra xenofoba cresce ancora

http://www.lastampa.it/2014/04/06/e...a-xenofoba-X6c6jaAJkfvunKE4NMJ1MI/pagina.html
http://www.lastampa.it/2014/04/06/e...a-xenofoba-X6c6jaAJkfvunKE4NMJ1MI/pagina.html
I conservatori conquistano il 45% dei voti. Alleanza democratica ferma al 25%. Ma i veri vincitori sono gli estremisti di Jobbik che sfondano la quota del 20%"

[FONT="georgia" ][/FONT]

[FONT="georgia" ]2. E si dica pure che [B]a favore della "vera" democrazia, [/B][URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2014/05/il-tragicomico-discorso-finale-di.html"]purificata dalla fastidiosa interferenza dei parlamenti (nazionali),[/URL] altrettanto fastidiosamente elettivi, sia l'€uropa: quella dipinta dalle alate e paradigmatiche parole di Barroso, mentre aspettiamo ancora di vedere come se la caverebbero, alle elezioni del fantomatico popolo unico istituzional-europeo, i vari rappresentanti succedutisi ai vertici delle euro-istituzioni.[/FONT]
[FONT="georgia" ]Tranne poi scoprire che, insomma, tutta questa "lotta" democratica, ma proprio in nome della "vera" d€mocrazia, contro l'Orban di lotta e di governo, non solo non la si è fatta ma che, [B]sui temi [I]caldi[/I], alla fine, l'UE tutta non assume decisioni molto diverse da quelle che l'Ungheria ha promosso nell'apprezzamento del proprio interesse nazionale[/B]. [/FONT]
[FONT="georgia" ]Solo che ci si impunta nel sostenere, in definitiva, che [B]tali politiche, le medesime[/B], [B]non le "decidere" autonomamente Orban[/B], come leader eletto dal proprio popolo, ma debbano essere sovranazionali: e dunque veramente democratiche, [URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2013/10/lattacco-final-alla-sovranita.html"]perché aboliscono la...sovranità democratica[/URL] "nazionale".[/FONT]
[FONT="georgia" ][B]E parliamo di immigrazione[/B]: non certo di politiche economiche e di gradimento degli investitori esteri, come vedremo. [/FONT]
[B][I][URL="http://www.corriere.it/esteri/15_dicembre_18/danimarca-proposta-legge-sequestrare-gioielli-migranti-3ab75674-a5a7-11e5-a238-fd021b6faac8.shtml"]Danimarca, la proposta di legge: «Sequestrare gioielli ai migranti»[/URL][/I][/B]

118247-md.jpg


Il piano per una polizia di frontiera europea al parlamento di Strasburgo


"La Commissione europea ha presentato all’europarlamento di Strasburgo la sua proposta per la creazione di un corpo di polizia di frontiera e di guardia costiera comunitario. L’esecutivo europeo ha illustrato nel pomeriggio i dettagli del piano, che rischia di incontrare molte resistenze tra i paesi membri: in caso di approvazione, infatti, temono una significativa perdita di sovranità. L’obiettivo della Commissione è aiutare gli stati a rafforzare i controlli sui migranti alle frontiere esterne dell’Unione europea."


3. Sul piano delle politiche economiche, a dire il vero, sebbene si accusi Orban di essere un neo-libbbbberista, a seconda dei casi (c'è sempre questo piccolo dettaglio che non "rispetta" la banca centrale indipendente e non vuole entrare nell'euro!), perchè diminuirebbe il tenore di vita del suo popolo, gli indicatori macroeconomici racconterebbero proprio il contrario.

Se possa definirsi "libbbberista" un governo che, tra le altre cose, esattamente al contrario di quanto in UEM diviene ogni giorno più drammaticamente irrealizzabile:

- privilegia politiche di lavori pubblici finanziate dal settore pubblico contando nella piena sinergia con la banca centrale nazionale;

- promuove gli investimenti privati attraverso lo stimolo dello sgravio fiscale, mentre nazionalizza gli istituti bancari nazionali dissestati;

- difende il sistema pensionistico nazionale, ripubblicizzandolo in buona parte e garantendolo con entrate mirate a carico del sistema bancario (estero)...,

lo lascio decidere a coloro che, seguendo il blog, hanno un minimo di conoscenza economico-istituzionale non filtrata dalla "grancassa mediatica" ital-€uropeista.

4. Appunto e "stranamente", tutto questo nonostante abbia cancellato, si dice, il bene supremo della indipendenza della banca centrale (e persino della magistratura, dicono), cosa da cui deriverebbe automaticamente la preclusione del benessere, il dilagare della corruzzzzzione e la indegnità morale a entrare nel meraviglioso mondo della moneta unica (di cui, infine, vedremo la valutazione complessiva che emerge, con un "lieve" ritardo, persino dal Centro europeo per le riforme...). Qui un riassunto schematico delle inaudite azioni del "mostro":

"Nel 2010 gli Ungheresi hanno eletto il “mostro” Viktor Orban.

Che nel 2011 ha iniziato delle riforme completamente contrarie alle “raccomandazioni” dell'EU e basate sull'interesse Nazionale (una colpa gravissima questa).
Vediamo un po' cosa ha fatto Orban e poi che risultati ha avuto.

- Intanto pur mantenendo l'indipendenza della B.C. ha cambiato i criteri di nomina (che da noi ad esempio sono solo formalmente del Tesoro, perchè comunque sono su “indicazione” della B.d.I., cioè in pratica della BCE, cioè della Troika).
E così ha nominato Matolcsy, che era Ministro dell'Economia, e che segue la sua linea. Cioè ha riproposto uno schema normale in cui Governo e B.C. lavorano in accordo, e non con una B.C. dipendente da interessi e visuali prevalentemente extra-nazionali.
L'Unione Europea si è subito scatenata intentando una procedura di infrazione.
I giornali hanno parlato immediatamente di “attentato gravissimo alla democrazia”.
Contemporaneamente Moody's, S&P e Fitch hanno ribassato, per lo stesso motivo, il rating dell'Ungheria. Hanno poi attaccato il fiorino.
Ma poi hanno smesso. Perchè Orban ha tirato dritto e Matolcsy gli ha detto a muso duro che faceva default la mattina dopo e quella dopo ancora Orban nazionalizzava tutto e così ci rimettevano tutti i soldi.

- Ha messo una tassa temporanea (cosiddetta di crisi) su banche e multinazionali.
Subito l'EU ha prodotto una serie di documenti di minaccia.
Intanto i giornali hanno iniziato una musica coordinata con Orban nazista, fascista, sciovinista, razzista, antisemita ecc....
I leader e giornali “di sinistra” nostrani (Il Fatto, il Manifesto ecc...) si sono subito distinti, quanto a senso del ridicolo, perchè, a parte strapparsi i capelli sull'antidemocratico Orban, si sono guardati bene dal menzionare anche vagamente al lettore questa tassa sul grande capitale.
Come del resto gli Stiglitz e i Krugman, pure critici sull'austerity, ma mai una parola su tassare banche e multinazionali.
E più ridere ancora hanno poi fatto i Tsipras e i Varoufakis delle “linee rosse” a favore di lavoratori e pensionati ma che in 6 mesi mai però hanno proposto di fare un provvedimento analogo per reperire i soldi per quei lavoratori e pensionati. Che caso.

- Ha abbassato le tasse (flat tax) al 16% (oggi al 15%) dal 44% che erano, con ciò spingendo i consumi.
L'EU e i giornali si sono scatenati immediatamente in previsioni di default e poi di “iniquità”, mentre il default non c'è stato.
[Sono molto equi loro con aliquote arrivate al 50 - 60% - 70% di tassazione].

- Ha alzato l'IVA al 27% [che era invero un'aliquota alta nel 2011] cioè ha spostato il carico sulla tassazione indiretta (salvo alcuni beni di prima necessità dove invece ha ribassato l'IVA).
Altre critiche feroci. Però, intanto, ora, l'IVA qui da noi è già al 22% (l'anno prossimo sarà al 23%) e in Grecia è già al 23%, ma con a fianco però tassazioni dirette di oltre il 50%, e non del 15% come in Ungheria. (Rammentiamo che l'innalzamento dell'IVA è una tipica misura equivalente al contenimento delle importazioni, cioè risanatrice di saldi negativi delle partite correnti...e a quanto pare, nel caso, ha funzionato senza creare recessione, com'è invece normalmente "scontato" all'interno dell'area UEM, in nome degli effetti collaterali "competitivi" della beneamata disoccupazione deflattivo-salariale: ma tutto ciò, in Ungheria, si è potuto verificare proprio per il mix tra flessibilità del cambio e sovranità monetaria e fiscale mantenute...Ndr.)

- Ha posto in essere finanziamenti e aiuti massicci alle PMI.
Altre “procedure” della EU sulla “concorrenza violata” (Ma a loro vanno bene i monopoli della grande impresa però). Orban ha tirato dritto.

- Ha ridotto progressivamente ed aggressivamente i tassi dal 7,5% all'1,35%.

- Ha convertito i finanziamenti in valuta estera in fiorini (erano i mutui in valuta estera a basso tasso contratti dagli Ungheresi, ma che dopo la crisi e la svalutazione del fiorino erano diventati per loro molto onerosi).

- Ha ripagato in anticipo all'FMI i 20mld che avevano dato all'Ungheria quando era pressochè in bancarotta come la Grecia, per avere le mani più libere, e l'ha invitato pure a chiudere gli uffici FMI a Budapest.

-Ha nazionalizzato parte del sistema bancario nazionale e parte dei fondi privati pensionistici.

-Ha ridotto le bollette e le tariffe dei servizi.

Morale: l'Ungheria era in fallimento, con la spirale austerity-debito/PIL solita.
Oggi viaggia al 3,6% di PIL, con un deficit/PIL sotto il 3% e inoltre ha ridotto il debito dall'80,9% al 77,3%, e ovunque in Europa, invece, è aumentato.
Ha ridotto il debito estero, ha aumentato le riserve valutarie.
Tutto questo in un'Europa dove la crescita è asfittica e cresce solo il debito.


Multinazionali e banche estere sono state più pragmatiche (ndr: delle indignate istituzioni UE e dei media italiani: a volte si fa fatica a distinguerli, ammetterete), tutto sommato.
Hanno visto che la maggior tassazione verso di loro non ha compromesso più di tanto i profitti, anzi, dato l'aumento di attività e consumi.
Questa tassazione poi sarà man mano ridotta entro il 2020 (e avranno sgravi fiscali per 10mld di fiorini) e già la ERSTE Austriaca è entrata [e con lei Tedeschi, Americani, Inglesi ecc...nei settori industriali e commerciali.]
A Febbraio è stata, dopo lotte infinite, firmata infatti una “pax bancaria” garantita pure dalla BERS (Banca Europea per la ricostruzione e sviluppo): in cambio di sgravi il sistema bancario si impegnerà però a maggiori finanziamenti di progetti, soprattutto infrastrutturali.


...L'Ungheria ha comunicato intanto alla Ue che manterrà il programma di lavori pubblici finanziati dal Governo e manterrà i prestiti a tassi agevolati alle piccole e medie imprese e inoltre farà un altro taglio alle bollette dei servizi per ulteriori 10 miliardi di fiorini.
Bruxelles ha subito fatto sapere che “dovrà valutare” in termini di “normative sulla competizione”.

Il fatto è che a Bruxelles dovranno farsene una ragione: l’Ungheria sta dentro a tutti i parametri Europei e non ha debiti come la Grecia.
Non è perciò molto ricattabile.
Dovranno quindi tutt'al più ridursi a studiare qualche rivoluzione colorata “a la Soros” per “normalizzare” l'Ungheria.
Qui comunque uno si guarda tutto quello che vuole:
http://www.tradingeconomics.com/analytics/api.aspx?source=chart"


[FONT="georgia" ]4. Qui forniamo i [B]dati aggiornati sui più recenti sviluppi della mancanza di democrazia e di indipendenza della Banca centrale[/B], che tante sofferenze sta infliggendo al povero elettorato ungherese:[/FONT]
[FONT="georgia" ]
[/FONT]
[FONT="georgia" ][IMG]http://en.actualitix.com/chart/hun/hungary-current-account-balance.png[/IMG][/FONT]
[FONT="georgia" ]
[/FONT]
[FONT="georgia" ]
[/FONT]
[FONT="georgia" ][IMG]http://www.tradingeconomics.com/charts/og.png?url=/hungary/current-account-to-gdp[/IMG][/FONT]
[B][FONT="georgia" ][URL="http://en.actualitix.com/country/hun/hungary-balance-of-payments.php"]Hungary : Ranking - Balance of payments (billion $ US)[/URL][/FONT][/B]

[FONT="georgia" ]Below you will find the last recordings for the indicator : Balance of payments (billion $ US) : Hungary[/FONT]
[FONT="georgia" ][/FONT]
[FONT="georgia" ]Data [/FONT] [FONT="georgia" ]Date [/FONT] [FONT="georgia" ]Evolution [/FONT] [FONT="georgia" ]6.04 billion $ US[/FONT] [FONT="georgia" ]2015[/FONT] [FONT="georgia" ][B][U]~[/U][/B] 0.22 [IMG]http://en.actualitix.com/theme-min/icon/positif.png[/IMG][/FONT] [FONT="georgia" ]5.82 billion $ US[/FONT] [FONT="georgia" ]2014[/FONT] [FONT="georgia" ][B][U]~[/U][/B] 0.29 [IMG]http://en.actualitix.com/theme-min/icon/positif.png[/IMG][/FONT] [FONT="georgia" ]5.53 billion $ US[/FONT] [FONT="georgia" ]2013[/FONT] [FONT="georgia" ][B][U]~[/U][/B] 3.12 [IMG]http://en.actualitix.com/theme-min/icon/positif.png[/IMG][/FONT] [FONT="georgia" ]2.41 billion $ US[/FONT] [FONT="georgia" ]2012[/FONT] [FONT="georgia" ][B][U]~[/U][/B] 1.36 [IMG]http://en.actualitix.com/theme-min/icon/positif.png[/IMG][/FONT] [FONT="georgia" ]Ranking of the country (Hungary) at the global level is (from the highest to the lowest data): 25 / 186[URL="http://en.actualitix.com/country/wld/balance-of-payments-by-country.php"]See the entire classification[/URL]

Hungary : 36 records since 1980, the average of these recordings : -1.96 billion $ US
The highest data : 2015 is the highest year for the indicator : Balance of payments (billion $ US).
The result is: -11.21 billion $ US. [/FONT]


[FONT="georgia" ][URL="http://www.forexcrunch.com/eurhuf-driving-the-exchange/"]5. Qui un articolo, non certo di sovversivi anti-finanza globale, che riassume la vicende di politica economica più recenti: [/URL][/FONT]
[FONT="georgia" ]
[/FONT]
[FONT="georgia" ][U][I][B]"EUR/HUF: Driving the Exchange[/B][/I][/U][URL="http://www.forexcrunch.com/eurhuf-driving-the-exchange/"] [/URL][/FONT]
[FONT="georgia" ]L'economia ungherese si è comportata relativamente bene negli anni successivi alle "crisi finanziarie".[/FONT]
[FONT="georgia" ]Il Paese era gravato con troppi mututi ipotecari in valuta estera, molti in euro ma la maggior parte in franchi svizzeri, molto prima che la valuta ungherese si "disaccopppiasse" dal Franco.[/FONT]
[FONT="georgia" ]
[/FONT]
[FONT="georgia" ]Mentre il Franco si apprezzava, il tasso di cambio tra Forint (fiorino ungherese, ndr.) si apprezzava, inflazionando notevolmente i pagamenti dei mutui immobiliari.[/FONT]
[FONT="georgia" ][B]La situazione divenne critica dopo le azioni dell'SNB del 15 gennaio 2015[/B] ([URL="http://orizzonte48.blogspot.it/2015/01/swiss-franc-tsunami-idee-datate-e.html"]RI-valutazione del franco sull'euro, effettuata dalla banca nazionale svizzera[/URL]). [/FONT]
[FONT="georgia" ]...[B]il governo[/B] del primo ministro Viktor Orban [B]ha preso provvedimenti[/B], prima tagliando le tasse sulle banche e [B]istituendo una "bad bank"[/B], [B]alleviando così il settore bancario nazionale dei cattivi prestiti ingigantiti[/B] (‘ballooning’) e poi [B]sussidiando crediti ai consumatori, a basso interesse[/B]. [/FONT]
[FONT="georgia" ]Il passo più recente implica[B] la conversione dei mutui ipotecari in valuta estera,[/B] e prestiti automatici in fiorini, inclusivi di 229.000 prestiti denominati in franchi svizzeri. [/FONT]
[FONT="georgia" ]
[/FONT]
[FONT="georgia" ][URL="http://www.forexcrunch.com/?attachment_id=63831"]
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[/URL][/FONT]
[FONT="georgia" ]
[/FONT]
[FONT="georgia" ]Il fiorino ha registrato oscillazioni volatili relativamente all'euro quest'anno, sperimentando il suo picco più basso il giorno del provvedimento del 15 gennaio del SNB, 322,279 sull'euro, fino al suo [B]massimo rafforzamento, il 13 aprile, a 296,565; un incremento dell'8%[/B].[/FONT]
[FONT="georgia" ]Dal picco del 13 aprile, l'inversione successiva coincide con la correzione globale del mercato obbligazionario verificatasi circa dalla metà di maggio fino ai primi di luglio. [/FONT]
[FONT="georgia" ][B]La combinazione di una banca centrale magiara cooperativa e dell'azione del governo, in una serie di tagli dei tassi di interesse, hanno ridotto il tasso di base dall'1,95% in marzo all'1,35% in luglio[/B]. [/FONT]
[FONT="georgia" ]Deve osservarsi che la forte domanda di auto, - Mercedes a Suzuki ed altre assemblate in Ungheria-, ha dato una solida spinta all'economica; 3,4% sull'anno, come riportato in maggio.[/FONT]
[FONT="georgia" ]
[/FONT]
[FONT="georgia" ][B]Comunque, non tutto è andato bene tra l'Ungheria e i suoi partners UE[/B] (ettecredo! Ndr.)[/FONT]
[FONT="georgia" ]La retorica pubblica di Orban contro l'accettazione di "rifugiati" è stata in diretta opposizione alla posizione UE.[/FONT]
[FONT="georgia" ][FONT="trebuchet ms" ][[I]N.B.: [B]la posizione attuale dell'UE-UEM[/B] "buona e democratica" peraltro, oggi, sebbene i media italiani non se ne accorgano in blocco, non appare, nella sostanza, AD OGGI molto diversa da quella assunta per primo da Orban: visto che si vuole, molto concretamente, [B]identificare chi, e quanti siano, i ben delimitati rifugiati effettivi rispetto alle "masse"[/B] che si affacciavano ai confini dell'UE a seguito dell'apertura totale del [B]fronte "turco"[/B] - non certo solo composto dai siriani, tutt'altro-, tanto che la stessa UE è giunta a [URL="http://www.avvenire.it/Mondo/Pagine/unione-europea-turchia.aspx"]dare alla Turchia 3 miliardi di euro per tenersi "l'accoglienza"[/URL]. E visto che, ora, si parla di polizia di frontiera €uropea autonomamente legittimata ad agire, d'imperio, sul territorio dei singoli Stati membri per identificare e, quindi bloccare, tutti quelli che non siano rifugiati delle limitate nazionalità "benevenute" in €uropa)[/I]].[/FONT] [/FONT]


[FONT="georgia" ]6. Prosegue l'articolo in commento:[/FONT]
[FONT="georgia" ]"L'Ungheria è un membro dell'area Schengen. Il 17 giugno è stato annunciato che l'Ungheria avrebbe costruito una recinzione di sicurezza lungo la sua frontiera con la Serbia.[/FONT]
[FONT="georgia" ]Quando in luglio il Monetary Council della banca centrale magiara ha deciso di ridurre il tasso base a 1,35%, ha dichiarato la fine del ciclo di espansione monetaria cominciato in marzo. [B]Il Presidente dell'istituto centrale, Gyorgy Matolcsy ha dichiarato[/B] "[I]Riteniamo di essere in grado di creare uno degli ambienti più favorevoli all'impresa della storia economia ungherese con questi due cicli di taglio dei tassi..[/I]." ([I][B]Potenza della sovranità monetaria e fiscale: quanti "sconosciuti" e "malefici" strumenti attribuisce a chi sia fuori dall'area euro!!! Ndr.)[/B][/I][/FONT]
[FONT="georgia" ]A tre settimane dal meeting di "policy" della banca centrale, il parlamento ungherese ha poi votato di convertire i prestiti denominati in valuta straniera in prestiti espressi in fiorini, dovendosi la conversione essere condivisa sia dal governo che dal settore dei prestatori privati.[/FONT]
[FONT="georgia" ]
[/FONT]


[FONT="georgia" ][URL="http://www.forexcrunch.com/?attachment_id=63827"]
MNBbaseRateTable-670x247.png
[/URL][/FONT]
[FONT="georgia" ]Nonostante la retorica oscillante (si intende: da parte dei partners e delle istituzioni europee, ndr.), ed una recinzione di 108 miglia (oltre 170 km, ndr.), sulla frontiera serba, e altre recinzioni in costruzione, [B]l'economia ha sofferto un trascurabile effetto negativo, al massimo una [I]proiezione[/I] [/B](!)[B] in termi di di [/B](ipotetico)[B] declino degli investimenti stranieri[/B].[/FONT]
[FONT="georgia" ]
[/FONT]
[FONT="georgia" ]Ciò in quanto il [B]punto essenziale[/B] è stato che, dall'inizio del [B]2015[/B], [B]attraverso le decisioni della banca centrale e l'azione del governo,[/B] l'economia ungherese ha registrato una notevole [B]ripresa[/B].[/FONT]
[FONT="georgia" ]
[/FONT]
[FONT="georgia" ]La chiave di questa ripresa sono stati fattori come la domanda globale per le automobili (in quanto molti marchi continuano ad avere impianti di assemblaggio in Ungheria); la domanda di pezzi di ricambio per auto, sempre manifatturati in Ungheria, l'attenuazione dell'onere dei prestiti contratti in valuta straniera, riduzioni di tasse per il settore bancario privato, così come prestiti sussidiati e, non ultimo, bassi tassi di prestito. [/FONT]
[FONT="georgia" ]
7. A conclusione dell'excursus, riportiamo un [B]brano tratto dal blog del Financial Times[/B], significativamente intitolato.[/FONT]
[FONT="georgia" ][URL="http://ftalphaville.ft.com/2015/11/11/2144531/the-euro-was-pointless/"]The euro was pointless (L'euro non ha avuto senso)[/URL][/FONT]
[FONT="georgia" ]
[/FONT]
[INDENT] [FONT="georgia" ]"E' facile dimenticarlo ora, ma la moneta unica non è stata creata solamente come un puro progetto politico.[/FONT]
[FONT="georgia" ]
[/FONT]
[FONT="georgia" ][B]Molti economisti, negli anni '80 e '90, pensarono che l'unione monetaria avrebbe incoraggiato investimenti e scambi oltre i confini [/B](dei rispettivi Stati-membri e all'interno dell'Unione stessa), [B]eliminando i premi di rischio associati alle supposte svalutazioni valutarie, destabilizzanti, del passato[/B].[/FONT]
[FONT="georgia" ]L'effetto netto [B]sarebbe [/B]stata la [B]convergenza degli standards di vita,[/B] lo [B]smorzarsi dei cicli economici[/B] (avversi nei reciproci rapporti commerciali), un'inflazione più bassa, ed una più radida crescita della produttività per tutti: la [B]"germanizzazione" benigna dell'Europa[/B].[/FONT]
[FONT="georgia" ]Tutto ciò era un obiettivo lodevole, ma [B]"sfortunatamente" le cose non sono andate così.[/B][/FONT]
[FONT="georgia" ]Gli errori di policy che hanno esarcebato la crisi dell'eurozona, mentre sono stati profondamente distruttivi, non possono essere addossati a qualcuno (Ah, no???).[/FONT]
[FONT="georgia" ]Una [B][URL="http://www.cer.org.uk/events/cer-conference-has-euro-been-failure"]stimulating conference[/URL][/B] recentemente ospitata dal Centro per le Riforme Europee, ha chiarito che l'euro aveva già fallito di corrispondere alle aspettative dei suoi architetti PRIMA della crisi.[/FONT]
[FONT="georgia" ]Condividere le monete è risultato unnecessary per la convergenza economica, se non attivamente dannoso."[/FONT]
[/INDENT] [FONT="georgia" ]
[/FONT]
[FONT="georgia" ]8. L'Ungheria ne è la riprova sotto tutti i profili così, tardivamente evidenziati: e persino la risibile accusa mediatica della tirannia e non democrazia attribuita a Orban è qualcosa di cui gli investitori europei, e in genere esteri, non paiono essersi preoccupati molto, al di là dei proclami; che sono st[FONT="georgia" ]ati[/FONT] subito contraddetti dal fare, a propria volta, in materia di immigrazione e, a ben vedere, di Banca centrale, ciò che si vorrebbe vietare all'Ungheria.[/FONT]
[FONT="georgia" ]L'Unione monetaria, esaminando il caso Ungheria al netto di un concetto UE di democrazia ridicolo e raffazzonato (e da che pulpito proveniente!), si rivela il festival in secula seculorum, dell'ipocrisia e del fallimento.[/FONT]
[FONT="georgia" ]Come stanno presto imparando gli italiani, così ligi al "lo vuole l'€uropa" e così pronti, fino ad oggi, all'autorazzismo, a spese dei loro investimenti[FONT="georgia" ],[/FONT] della massa dei loro piccoli risparmiatori e dei lavoratori[FONT="georgia" ]:[/FONT] senza più risparmi nè lavoro e neppu[FONT="georgia" ]re [/FONT]prospettive di welfare, nell'era del bail-in condizionale a favore dei creditori esteri.[/FONT]
[FONT="georgia" ]Grande democrazia, non c'è che dire, nello smantellare in nome dell'Unione monetaria e della "convergenza", i principi fondamentali della Costituzione democratica nata dalla lotta alle dittature nazifasciste: questa è la "lezione" di democrazia eurofila e tutta italiana al cattivo Orban![/FONT]
[FONT="georgia" ]
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[FONT="georgia" ]
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[FONT="georgia" ][/FONT]
 

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